Supplement
Supplement è stato il primo josei (manga con tematiche adulte per un pubblico femminile) di Mari Okazaki ad essere pubblicato nel nostro paese.
La protagonista della storia è Minami Fujii che a 27 anni lavora per un'agenzia pubblicitaria impegnandosi senza sosta, lavorando molto spesso fino a tardi. Tutto questo impegno sul lavoro la porta a trascurare il suo fidanzato che lo induce a lasciarla senza quasi che lei se ne rendesse conto. La rottura porta Fujii a riconsiderare un po' la sua vita ma piuttosto che cambiare si rifugerà ancora di più nel suo lavoro. Nel corso della storia si ritroverà a uscire la sera con le sue colleghe creando rapporti di amicizia con alcune di loro e incontrerà anche degli uomini e, quindi, intraprenderà nuove relazioni amorose.
Tutti i personaggi presenti nel manga sono molto ben scritti con sfumature positive e negative come qualunque persona che potremmo incontrare nella realtà.
Ci si affeziona facilmente a Fujii, alla sua crescita sul lavoro (sono molto ben raccontate le sue difficoltà ad affermarsi in quanto donna) e al suo modo di affrontare i suoi problemi di cuore.
Il finale ha molto senso considerando tutto il trascorso di Fujii, dalle pagine traspare anche una critica sociale per la visione tradizionale del ruolo della donna nella società.
Il tratto della Okazaki è facilmente distinguibile, sa disegnare veramente bene dal viso, al corpo, ai capelli, ai vestiti, ecc. Ogni aspetto non viene mai lasciato al caso e anche la costruzione delle tavole non è mai lineare creando in alcune pagine delle atmosfere quasi eteree.
Secondo me Supplement è l’inizio perfetto per scoprire questa grande mangaka; l'opera è di 10 volumi + il numero 11 che contiene storie extra.
La protagonista della storia è Minami Fujii che a 27 anni lavora per un'agenzia pubblicitaria impegnandosi senza sosta, lavorando molto spesso fino a tardi. Tutto questo impegno sul lavoro la porta a trascurare il suo fidanzato che lo induce a lasciarla senza quasi che lei se ne rendesse conto. La rottura porta Fujii a riconsiderare un po' la sua vita ma piuttosto che cambiare si rifugerà ancora di più nel suo lavoro. Nel corso della storia si ritroverà a uscire la sera con le sue colleghe creando rapporti di amicizia con alcune di loro e incontrerà anche degli uomini e, quindi, intraprenderà nuove relazioni amorose.
Tutti i personaggi presenti nel manga sono molto ben scritti con sfumature positive e negative come qualunque persona che potremmo incontrare nella realtà.
Ci si affeziona facilmente a Fujii, alla sua crescita sul lavoro (sono molto ben raccontate le sue difficoltà ad affermarsi in quanto donna) e al suo modo di affrontare i suoi problemi di cuore.
Il finale ha molto senso considerando tutto il trascorso di Fujii, dalle pagine traspare anche una critica sociale per la visione tradizionale del ruolo della donna nella società.
Il tratto della Okazaki è facilmente distinguibile, sa disegnare veramente bene dal viso, al corpo, ai capelli, ai vestiti, ecc. Ogni aspetto non viene mai lasciato al caso e anche la costruzione delle tavole non è mai lineare creando in alcune pagine delle atmosfere quasi eteree.
Secondo me Supplement è l’inizio perfetto per scoprire questa grande mangaka; l'opera è di 10 volumi + il numero 11 che contiene storie extra.
"Non perdere la motivazione è compito del professionista. Non mostrare la paura è compito delle donne".
Potente, intenso, femminista, come solo può essere un'opera il cui titolo, "Supplement", prende in prestito il nome dagli integratori assunti dalle donne in carriera.
"Supplement" è una serie josei di Mari Okazaki, autrice che ha esordito in Italia con "Shibuya Love Hotel". La Goen ha proposto questa serie in 11 volumi: i primi dieci appartenenti alla serie regolare e un volume contenente capitoli extra, inserti speciali e una bella intervista all'autrice. Se avete acquistato "Supplement" catturate/i dalla bellezza soprendente delle sue copertine, provate a leggerlo e vi renderete conto - come è accaduto a me - che la Okazaki ha colpito ancora. La premessa fondamentale è che si tratta di un genere sentimentale maturo e pragmatico, che rimanda il batticuore ad un momento in cui la protagnista ha superato un tortuoso percorso interiore.
Minami Fuji lavora per una nota azienda operante nel mondo pubblicitario. La sua vita viaggia alla velocità del business e il suo diversivo è il tragitto casa-lavoro, che traccia una linea sottile tra la sua professione e la sua vita privata. A casa Fuji ha, infatti, un fidanzato che la aspetta e che fatica a farsi spazio nella giornata di questa donna travolta dagli imprevisti lavorativi e da progetti sempre nuovi ai quali non è capace di dire di no. Conosciamo all'inizio della storia una protagonista disciplinata, accurata e allo stesso tempo insicura delle sue effettive potenzialità. A questo si unisce una storia d'amore che non si comprende bene se vissuta per inerzia o in attesa di un patto matrimoniale che ne definisca l'unione. Come solo un copione imperfetto può prevedere, qualcosa mina la coppia e di riflesso le certezze affettive di Fuji si sgretolano.
Come vivono le donne single in età da marito? E' una sensazione sconosciuta in una situazione dove Fuji non pensava sarebbe mai piombata. Lei, che osservava con compassione e timore le sue colleghe senior senza un marito o un uomo "ufficiale" al loro fianco, si trova all'improvviso sola. Accade proprio a lei, che nella vita si è sempre impegnata per gestire tutto e bene: una convivenza con un uomo comprensivo, un lavoro dove esprimere sé stessa. Qualcosa in questo strano (dis)equilibrio è mancato e Fuji scoprirà la nota stonata quando traccerà una linea definitiva tra le sue aspettative di brava bambina e la costruzione del suo "Io" di donna adulta.
Cosa fanno i suoi colleghi la sera, appena usciti da lavoro, anziché dirigersi subito verso casa? Fuji impararà a conoscere cosa si nascondeva oltre quel tragitto "casa-lavoro" e approfondirà le relazioni con i colleghi. I famosi "altri" che intrattengono relazioni amorose proibite, i noti "amanti", "carrieristi perfetti", "sfigati non ricambiati".
Grattare oltre la quotidianità lavorativa le consentirà di entrare nel profondo delle dinamiche relazionali esterne e interne l'ufficio, al di là del compitino da presentare o del capo al quale compiacere. Scopririrà che anche dall'"Altro" si può apprendere un insegnamento, anche se il suo comportamento non è coerente con le sue mappe mentali. Anche il rapporto con l'altro sesso evolverà nutrito dalla voglia di ricercare un punto di osservazione nuovo nella sua situazione: un modo diverso di vivere le relazioni e la sessualità, il passaggio dal paradigma della ragazza facile a quello della donna esigente, la consapevolezza di sé stessi e di un "Io" che inizia ad occupare il posto d'onore nella quotidianità travolgente indipendentemente dalla compagnia. La schiava dei ritmi del proprio lavoro, diventa la pilota al comando delle sue scelte.
I personaggi di "Supplement" sono affascinanti, mascherati da presunte certezze, determinati a non lasciarsi affondare da una competizione sfrenata. Sono buoni osservatori, abili nel dettare le regole del gioco e umani nel non rispettarle. Si lasciano andare alla tenerezza, all'amicizia e sanno che farsi travolgere dall'emozione rischia di creare una prigione di illusioni. Svegliarsi può essere deleterio e suicida. I dialoghi sono generosi, ma lo sono ancora di più le tavole: sfondi naturalistici, dettagli di oggetti ben marcati all'interno di scene in successione (la scarpa che poggia prepotente nel pavimento, la mano che agguanta il bicchiere, le tendine agganciate alla porta che creano uno spazio di intimità tra il lettore e le figure sullo sfondo). Infine i pensieri, intensi, potenti, che sfilano tra tavole che definiscono delle situazioni in progressione dove i personaggi si muovono ammutoliti, osservatori, spesso impotenti. Proprio come i pesci nell'acquario tanto caro a Fuji: una compagnia, un rifugio nel rifugio, un "integratore" di serenità naturale, uno specchio.
Non ho motivo per attribuire a quest'opera un voto inferiore a 10 perché contiene tutto ciò che mi sta a cuore: disegni eccezionali, messaggi potenti, sviluppo dei personaggi principali e personaggi secondari incisivi, buon bilanciamento tra dialogo e introspezione, edizione Goen accuratissima, e - non ultimo per importanza - tanto sano e utile femminismo (per donne e uomini).
Potente, intenso, femminista, come solo può essere un'opera il cui titolo, "Supplement", prende in prestito il nome dagli integratori assunti dalle donne in carriera.
"Supplement" è una serie josei di Mari Okazaki, autrice che ha esordito in Italia con "Shibuya Love Hotel". La Goen ha proposto questa serie in 11 volumi: i primi dieci appartenenti alla serie regolare e un volume contenente capitoli extra, inserti speciali e una bella intervista all'autrice. Se avete acquistato "Supplement" catturate/i dalla bellezza soprendente delle sue copertine, provate a leggerlo e vi renderete conto - come è accaduto a me - che la Okazaki ha colpito ancora. La premessa fondamentale è che si tratta di un genere sentimentale maturo e pragmatico, che rimanda il batticuore ad un momento in cui la protagnista ha superato un tortuoso percorso interiore.
Minami Fuji lavora per una nota azienda operante nel mondo pubblicitario. La sua vita viaggia alla velocità del business e il suo diversivo è il tragitto casa-lavoro, che traccia una linea sottile tra la sua professione e la sua vita privata. A casa Fuji ha, infatti, un fidanzato che la aspetta e che fatica a farsi spazio nella giornata di questa donna travolta dagli imprevisti lavorativi e da progetti sempre nuovi ai quali non è capace di dire di no. Conosciamo all'inizio della storia una protagonista disciplinata, accurata e allo stesso tempo insicura delle sue effettive potenzialità. A questo si unisce una storia d'amore che non si comprende bene se vissuta per inerzia o in attesa di un patto matrimoniale che ne definisca l'unione. Come solo un copione imperfetto può prevedere, qualcosa mina la coppia e di riflesso le certezze affettive di Fuji si sgretolano.
Come vivono le donne single in età da marito? E' una sensazione sconosciuta in una situazione dove Fuji non pensava sarebbe mai piombata. Lei, che osservava con compassione e timore le sue colleghe senior senza un marito o un uomo "ufficiale" al loro fianco, si trova all'improvviso sola. Accade proprio a lei, che nella vita si è sempre impegnata per gestire tutto e bene: una convivenza con un uomo comprensivo, un lavoro dove esprimere sé stessa. Qualcosa in questo strano (dis)equilibrio è mancato e Fuji scoprirà la nota stonata quando traccerà una linea definitiva tra le sue aspettative di brava bambina e la costruzione del suo "Io" di donna adulta.
Cosa fanno i suoi colleghi la sera, appena usciti da lavoro, anziché dirigersi subito verso casa? Fuji impararà a conoscere cosa si nascondeva oltre quel tragitto "casa-lavoro" e approfondirà le relazioni con i colleghi. I famosi "altri" che intrattengono relazioni amorose proibite, i noti "amanti", "carrieristi perfetti", "sfigati non ricambiati".
Grattare oltre la quotidianità lavorativa le consentirà di entrare nel profondo delle dinamiche relazionali esterne e interne l'ufficio, al di là del compitino da presentare o del capo al quale compiacere. Scopririrà che anche dall'"Altro" si può apprendere un insegnamento, anche se il suo comportamento non è coerente con le sue mappe mentali. Anche il rapporto con l'altro sesso evolverà nutrito dalla voglia di ricercare un punto di osservazione nuovo nella sua situazione: un modo diverso di vivere le relazioni e la sessualità, il passaggio dal paradigma della ragazza facile a quello della donna esigente, la consapevolezza di sé stessi e di un "Io" che inizia ad occupare il posto d'onore nella quotidianità travolgente indipendentemente dalla compagnia. La schiava dei ritmi del proprio lavoro, diventa la pilota al comando delle sue scelte.
I personaggi di "Supplement" sono affascinanti, mascherati da presunte certezze, determinati a non lasciarsi affondare da una competizione sfrenata. Sono buoni osservatori, abili nel dettare le regole del gioco e umani nel non rispettarle. Si lasciano andare alla tenerezza, all'amicizia e sanno che farsi travolgere dall'emozione rischia di creare una prigione di illusioni. Svegliarsi può essere deleterio e suicida. I dialoghi sono generosi, ma lo sono ancora di più le tavole: sfondi naturalistici, dettagli di oggetti ben marcati all'interno di scene in successione (la scarpa che poggia prepotente nel pavimento, la mano che agguanta il bicchiere, le tendine agganciate alla porta che creano uno spazio di intimità tra il lettore e le figure sullo sfondo). Infine i pensieri, intensi, potenti, che sfilano tra tavole che definiscono delle situazioni in progressione dove i personaggi si muovono ammutoliti, osservatori, spesso impotenti. Proprio come i pesci nell'acquario tanto caro a Fuji: una compagnia, un rifugio nel rifugio, un "integratore" di serenità naturale, uno specchio.
Non ho motivo per attribuire a quest'opera un voto inferiore a 10 perché contiene tutto ciò che mi sta a cuore: disegni eccezionali, messaggi potenti, sviluppo dei personaggi principali e personaggi secondari incisivi, buon bilanciamento tra dialogo e introspezione, edizione Goen accuratissima, e - non ultimo per importanza - tanto sano e utile femminismo (per donne e uomini).
Supplement è un josei (manga per donne) molto più particolare e profondo di quanto possa sembrare a una lettura superficiale.
Mi sono avvicinata a Supplement aspettandomi il classico josei su una donna quasi trentenne alla ricerca dell'amore e invece ho trovato un manga carico di poesia e significato.
Il manga racconta di Minami, che appunto è una ragazza di quasi trent'anni che si divide tra lavoro e una vita privata abbastanza disastrata, sempre alla ricerca di un amore che possa renderla davvero felice.
Supplement però dopo poco si rivela essere una commedia corale su Minami e le sue amiche e colleghe, ognuna con una difficoltà diversa, ma tutte unite da un'unica domanda: come può una donna giapponese, in una società in cui le donne tendezialmente si sposano entro i 30 anni e abbandonano il lavoro, coniugare la vita privata e il lavoro? E' giusto rinunciare a lavorare? E' giusto sacrificare la propria vita personale per il lavoro? Si può veramente conciliare l'amore e la famiglia con il lavoro? E perchè le donne vengono quasi "costrette" dalla società a compiere un determinato tipo di scelte?
Mari Okazaki pone insistentemente tutte queste domande al lettore, mentre Minami e le sue colleghe continuano a andare alla ricerca di qualcuno che le "salvi" da questo dilemma esistenziale.
Supplement si rivela quindi un manga capace di andare oltre alla singola avventura sentimentale della protagonista, per parlare delle donne nella società moderna giapponese, che le pone costantemente davanti a una scelta, e delle donne in quanto tali, di come sia dura, misteriosa e incomprensibile l' amicizia femminile (come quando Minami dopo una feroce rivalità si crea un rapporto quasi di amicizia con la sua diretta avversaria, che non è descritta come una macchietta, ma semplicemente come un' altra donna che, seppure da una prospettiva diversa, sta vivendo gli stessi e identici dubbi di Minami).
Tutti i dubbi e le paure delle protagoniste sono rappresentate in maniera grafica eccellente.
Sebbene a una prima occhiata il tratto della Okazaki possa sembrare quasi comune nel mondo dei manga per donne adulte- ricorda vagamente qualcosa di Moyoko Anno (Hataraki man) o di George Asakura (Piece of Cake), ma dopo poche pagine è chiaro quanto la Okazaki si distacchi da loro e crei qualcosa di unico, magico e poetico.
Tutte le insicurezze di Minami vengono tramutate da sentimenti a immagini, che visivamente fanno capire quello che sta vivendo (come ad esempio si vede spesso Minami trascinata dalle onde, da un fiume implacabile che la porta da una parte all' altra senza che possa trovare un appiglio).
Il tratto e lo stile della Okazaki sono puliti, coerenti, a volte un po' eccessivi a un primo sguardo, ma sempre armoniosi.
Dopo un primo volume che mi aveva lasciato perplessa (perchè come ho già detto lo avevo erroneamente catalogato come "josei standard"), a metà del secondo volume mi sono dovuta decisamente ricredere, perchè l'autrice ha iniziato a mostrare davvero di che pasta è fatta e di cosa parlava realmente il suo manga,e cioè di emozioni, paure e dubbi più che di semplici storielle sentimentali.
Un ottimo spaccato della società giapponese, e di quelli che realisticamente sono i pensieri di chi vuole e in qualche modo deve seguirne le imposizioni sociali, ma in fondo al suo cuore non è certo che sia la risposta giusta, e vorrebbe solamente essere felice.
Ancora una volta la Goen ci ha portato un piccolo gioiellino (nessuno ha mai messo in dubbio il gusto dell'ex direttore di Goen, che negli anni ha scelto licenze di manga che molto difficilmente qualche altro editore si sarebbe mai azzardato a portare. E addentrandoci nel terreno degli josei, che notoriamente in Italia sono lo spauracchio di qualunque editore, la scelta di un titolo particolare, delicato e poetico come Supplement merita solo lodi) in un'edizione ben fatta, con tanto di sovraccoperta.
Il problema è la periodicità, sempre altalenante (la prassi pare quella di far uscire qualche volume di fila e poi di prendersi una lunga pausa, purtroppo), ma non ci rimane che sperare che possa accelerare e proseguire seramente fino alla fine della serie.
Mi sono avvicinata a Supplement aspettandomi il classico josei su una donna quasi trentenne alla ricerca dell'amore e invece ho trovato un manga carico di poesia e significato.
Il manga racconta di Minami, che appunto è una ragazza di quasi trent'anni che si divide tra lavoro e una vita privata abbastanza disastrata, sempre alla ricerca di un amore che possa renderla davvero felice.
Supplement però dopo poco si rivela essere una commedia corale su Minami e le sue amiche e colleghe, ognuna con una difficoltà diversa, ma tutte unite da un'unica domanda: come può una donna giapponese, in una società in cui le donne tendezialmente si sposano entro i 30 anni e abbandonano il lavoro, coniugare la vita privata e il lavoro? E' giusto rinunciare a lavorare? E' giusto sacrificare la propria vita personale per il lavoro? Si può veramente conciliare l'amore e la famiglia con il lavoro? E perchè le donne vengono quasi "costrette" dalla società a compiere un determinato tipo di scelte?
Mari Okazaki pone insistentemente tutte queste domande al lettore, mentre Minami e le sue colleghe continuano a andare alla ricerca di qualcuno che le "salvi" da questo dilemma esistenziale.
Supplement si rivela quindi un manga capace di andare oltre alla singola avventura sentimentale della protagonista, per parlare delle donne nella società moderna giapponese, che le pone costantemente davanti a una scelta, e delle donne in quanto tali, di come sia dura, misteriosa e incomprensibile l' amicizia femminile (come quando Minami dopo una feroce rivalità si crea un rapporto quasi di amicizia con la sua diretta avversaria, che non è descritta come una macchietta, ma semplicemente come un' altra donna che, seppure da una prospettiva diversa, sta vivendo gli stessi e identici dubbi di Minami).
Tutti i dubbi e le paure delle protagoniste sono rappresentate in maniera grafica eccellente.
Sebbene a una prima occhiata il tratto della Okazaki possa sembrare quasi comune nel mondo dei manga per donne adulte- ricorda vagamente qualcosa di Moyoko Anno (Hataraki man) o di George Asakura (Piece of Cake), ma dopo poche pagine è chiaro quanto la Okazaki si distacchi da loro e crei qualcosa di unico, magico e poetico.
Tutte le insicurezze di Minami vengono tramutate da sentimenti a immagini, che visivamente fanno capire quello che sta vivendo (come ad esempio si vede spesso Minami trascinata dalle onde, da un fiume implacabile che la porta da una parte all' altra senza che possa trovare un appiglio).
Il tratto e lo stile della Okazaki sono puliti, coerenti, a volte un po' eccessivi a un primo sguardo, ma sempre armoniosi.
Dopo un primo volume che mi aveva lasciato perplessa (perchè come ho già detto lo avevo erroneamente catalogato come "josei standard"), a metà del secondo volume mi sono dovuta decisamente ricredere, perchè l'autrice ha iniziato a mostrare davvero di che pasta è fatta e di cosa parlava realmente il suo manga,e cioè di emozioni, paure e dubbi più che di semplici storielle sentimentali.
Un ottimo spaccato della società giapponese, e di quelli che realisticamente sono i pensieri di chi vuole e in qualche modo deve seguirne le imposizioni sociali, ma in fondo al suo cuore non è certo che sia la risposta giusta, e vorrebbe solamente essere felice.
Ancora una volta la Goen ci ha portato un piccolo gioiellino (nessuno ha mai messo in dubbio il gusto dell'ex direttore di Goen, che negli anni ha scelto licenze di manga che molto difficilmente qualche altro editore si sarebbe mai azzardato a portare. E addentrandoci nel terreno degli josei, che notoriamente in Italia sono lo spauracchio di qualunque editore, la scelta di un titolo particolare, delicato e poetico come Supplement merita solo lodi) in un'edizione ben fatta, con tanto di sovraccoperta.
Il problema è la periodicità, sempre altalenante (la prassi pare quella di far uscire qualche volume di fila e poi di prendersi una lunga pausa, purtroppo), ma non ci rimane che sperare che possa accelerare e proseguire seramente fino alla fine della serie.
Supplement è uno di quei manga che o ti piace o non ti piace, ma se ti piace, allora non c'è verso di scamparla, non c'è verso di evitare di non rimanere folgorati dalla storia. Narra le vicende della giovane aspirante Fuji, che sviluppando un rapporto altamente simbiotico con il proprio lavoro si dimentica del perché all'inizio desiderava intraprendere la propria carriera, ovvero creare uno spot televisivo che in pochi secondi creasse un legame con il telespettatore, proprio come era successo a lei da piccola. Ma se prima la montagna di impegni, responsabilità e scadenze ha ostacolato la realizzazione degli obiettivi stressandola a più non posso, ora è Minami stessa ad usare i propri impegni di lavoro per rimandare continuamente i suoi progetti. Così facendo questa giovane donna diventa incapace di sostenere e creare legami affettivi e di riconoscere, laddove glielo si dimostri, anche un minimo di affetto. Ci vuole la rottura con il fidanzato storico, dopo sette anni, a farla riscuotere, perché più in basso di così non si può andare. Nuovi incarichi di lavoro e la conoscenza di colleghi diversi danno una svolta improvvisa alla vita di Fuji, che si ritrova in balia degli eventi ma non di certo come lo era prima. Instaura dei rapporti con varie colleghe, conosce uomini diversi, osserva molteplici scenari imprevedibili che forse renderanno tutto nuovo.
L'elemento che secondo me rende questo manga così piacevole è che è stato disegnato e scritto proprio per le donne, perché non fa altro che rappresentare il tema della femminilità in generale. Fuji nel manga parla in prima persona in maniera appassionata, parafrasando le proprie emozioni istantaneamente e in contemporanea con il susseguirsi dei fatti, con tanto di considerazioni e riflessioni che riguardano le proprie esperienze di vita e la sua concezione di femminilità in generale incontrandosi perfettamente con quello che è la femminilità oggi, nel mondo del lavoro e nella società. Infatti le riflessioni di Fuji, il suo modo di parlare ed i termini che usa per raccontare - e raccontarsi - lo possiamo riscontare in qualsiasi conversazione tra colleghe a cui abbiamo assistito sul posto di lavoro, durante un'uscita tra amiche o origliando per caso un discorso tra donne.
Personalmente adoro il personaggio di Toru Sahara, per il suo carisma e per l'alone di mistero che evoca e che lascia trapelare dalle proprie foto, e mi auguro che questo a questo personaggio sia dato ancora più spazio poiché funge, indubbiamente, da ascendente a quello della protagonista.
Consiglio Supplement a chiunque abbia voglia di leggere una storia appassionante e di qualità.
L'elemento che secondo me rende questo manga così piacevole è che è stato disegnato e scritto proprio per le donne, perché non fa altro che rappresentare il tema della femminilità in generale. Fuji nel manga parla in prima persona in maniera appassionata, parafrasando le proprie emozioni istantaneamente e in contemporanea con il susseguirsi dei fatti, con tanto di considerazioni e riflessioni che riguardano le proprie esperienze di vita e la sua concezione di femminilità in generale incontrandosi perfettamente con quello che è la femminilità oggi, nel mondo del lavoro e nella società. Infatti le riflessioni di Fuji, il suo modo di parlare ed i termini che usa per raccontare - e raccontarsi - lo possiamo riscontare in qualsiasi conversazione tra colleghe a cui abbiamo assistito sul posto di lavoro, durante un'uscita tra amiche o origliando per caso un discorso tra donne.
Personalmente adoro il personaggio di Toru Sahara, per il suo carisma e per l'alone di mistero che evoca e che lascia trapelare dalle proprie foto, e mi auguro che questo a questo personaggio sia dato ancora più spazio poiché funge, indubbiamente, da ascendente a quello della protagonista.
Consiglio Supplement a chiunque abbia voglia di leggere una storia appassionante e di qualità.
“Supplement” è un josei di assoluta qualità, opera di una delle autrici d'avanguardia più apprezzate in Giappone.
La trama segue le vicende di una office lady che, totalmente assorbita dal lavoro, finisce per trascurare la propria relazione sentimentale e si ritrova improvvisamente sola. Un canovaccio classico che però viene reso con un realismo magistrale, regalandoci un microcosmo di personaggi convincenti e realistici compressi in un contesto lavorativo del tutto sfiancante.
La Okazaki infatti non si limita a presentarci le "solite" vicende amorose, ma va più a fondo fotografando un contesto sociale ben preciso e le incertezze di una donna che, nonostante la propria passione per il lavoro, si scopre improvvisamente fragilissima, spaventata all'idea che la propria vita professionale possa condannarla alla solitudine.
Dal punto di vista grafico l'autrice presenta un tratto elegante e preciso, privo di fronzoli eccessivi: dimostra tutta la sua abilità di narratrice nella suddivisione delle vignette e nell'equilibrio dei dialoghi. Le tavole risultano chiare ed estremamente scorrevoli alla lettura, rendendo “Supplement” un manga davvero piacevole ed efficace.
L'edizione della Goen è come sempre buona dal punto di vista di adattamento e materiali, anche se (immagino per motivi di budget) non ha potuto riproporre integralmente le splendide copertine originali, che erano arricchite da una sovraccoperta trasparente a stampa.
In conclusione consiglio “Supplement” a chiunque voglia leggere un manga di qualità, capace di tratteggiare psicologie credibili e proporre interrogativi niente affatto banali con eleganza e leggerezza.
La trama segue le vicende di una office lady che, totalmente assorbita dal lavoro, finisce per trascurare la propria relazione sentimentale e si ritrova improvvisamente sola. Un canovaccio classico che però viene reso con un realismo magistrale, regalandoci un microcosmo di personaggi convincenti e realistici compressi in un contesto lavorativo del tutto sfiancante.
La Okazaki infatti non si limita a presentarci le "solite" vicende amorose, ma va più a fondo fotografando un contesto sociale ben preciso e le incertezze di una donna che, nonostante la propria passione per il lavoro, si scopre improvvisamente fragilissima, spaventata all'idea che la propria vita professionale possa condannarla alla solitudine.
Dal punto di vista grafico l'autrice presenta un tratto elegante e preciso, privo di fronzoli eccessivi: dimostra tutta la sua abilità di narratrice nella suddivisione delle vignette e nell'equilibrio dei dialoghi. Le tavole risultano chiare ed estremamente scorrevoli alla lettura, rendendo “Supplement” un manga davvero piacevole ed efficace.
L'edizione della Goen è come sempre buona dal punto di vista di adattamento e materiali, anche se (immagino per motivi di budget) non ha potuto riproporre integralmente le splendide copertine originali, che erano arricchite da una sovraccoperta trasparente a stampa.
In conclusione consiglio “Supplement” a chiunque voglia leggere un manga di qualità, capace di tratteggiare psicologie credibili e proporre interrogativi niente affatto banali con eleganza e leggerezza.