Il coniglio nero
Tiriamo le somme su quest’opera: personaggi un po’ stereotipati e insipidi che solo in qualche scena riuscivano a "insaporire" un po’: Taito è il classico personaggio puro di cuore degli shonen che vuole sobbarcarsi tutte le responsabilità, anche se prontamente non ci riesce, all’inizio non mi piaceva perché si crogiolava nel suo essere secondario nella sua stessa vita, poi dopo avere recuperato i poteri è ritornato a livelli standard di apprezzamento; Himea è un potente vampiro che ama fare la bambina o l’adolescente, un personaggio che dà buoni spunti, ma che si perde nel suo amore per Taito e così manda a monte vacca la sua natura leggendaria; Mirai Ando è un demone incaricato di uccidere Gekko per ordine di Hinata, ma riesce a farsi catturare ed essere schiavizzata da Gekko, il personaggio macchietta della storia -che dicono essere adolescente, ma assomiglia ad una bambina un po’ troppo cresciuta con la sua fame di attenzione e di baci dal suo padrone- e questo personaggio faceva il suo nella storia facendomi ridere in certi punti; Gekko, il fratello gemello di Hinata, presidente del consiglio studentesco, è un personaggio che vorresti prendere a schiaffi ogni volta per la sua saccenza e il suo modo di fare sentire gli altri delle nullità, al contrario di Taito, Gekko usa l’intelletto e capisce che non può essere onnipotente e così cerca persone che posano essergli utili per il suo comodo, e -per quanto non mi piaccia questo personaggio- devo dire che è il miglior personaggio della storia, almeno dal mio punto di vista.
La storia poteva essere più oscura e fantasy, ma si dà più spazio all’amore anche se non è proprio svolta tanto bene e poteva essere gestita meglio. Una trama lineare, uno svolgimento confusionario, una conclusione troppo affrettata, dei Power Up ben studiati -vedasi la trasformazione finale di Taito o la spada Spell Error-, e altri cadono invece nel ridicolo come lo stesso potere di Taito dell’immortalità (che per come la si vede non è un potere grandioso, ma un handicap in combattimento). Le ambientazioni non sono realizzate da opera d’arte, ma comunque sono sfiziose come piazza San Pietro a Roma.
Il Character Design dei personaggi è una carie ad un dente del lettore, esempio Mirai e Himea -come tutti personaggi femminili- sono troppo dolci, dopo un po’ stomaca, su i personaggi maschili sono fatti in modo da arrapare un’adolescente, ma a me sembra che manchi qualcosa, non dico che voglio vedere un fisico scultoreo in un adolescente ma neanche delle linee troppo morbide; un’altra pecca è tirare fuori personaggi e presentarceli per poi non usarli più nella storia o tirare fuori personaggi neanche presentati quindi non si sa se chi sono o perché sono usciti. Invece la light novel è molto più leggibile, peccato che siano usciti in Italia solo due numeri.
Per terminare: io credo che questo manga sia da leggere, non perché è fatta bene, ma perché piena di tutti gli errori che un manga non deve avere, eppure ha degli spunti interessanti, peccato che non siano poi sviluppati correttamente.
La storia poteva essere più oscura e fantasy, ma si dà più spazio all’amore anche se non è proprio svolta tanto bene e poteva essere gestita meglio. Una trama lineare, uno svolgimento confusionario, una conclusione troppo affrettata, dei Power Up ben studiati -vedasi la trasformazione finale di Taito o la spada Spell Error-, e altri cadono invece nel ridicolo come lo stesso potere di Taito dell’immortalità (che per come la si vede non è un potere grandioso, ma un handicap in combattimento). Le ambientazioni non sono realizzate da opera d’arte, ma comunque sono sfiziose come piazza San Pietro a Roma.
Il Character Design dei personaggi è una carie ad un dente del lettore, esempio Mirai e Himea -come tutti personaggi femminili- sono troppo dolci, dopo un po’ stomaca, su i personaggi maschili sono fatti in modo da arrapare un’adolescente, ma a me sembra che manchi qualcosa, non dico che voglio vedere un fisico scultoreo in un adolescente ma neanche delle linee troppo morbide; un’altra pecca è tirare fuori personaggi e presentarceli per poi non usarli più nella storia o tirare fuori personaggi neanche presentati quindi non si sa se chi sono o perché sono usciti. Invece la light novel è molto più leggibile, peccato che siano usciti in Italia solo due numeri.
Per terminare: io credo che questo manga sia da leggere, non perché è fatta bene, ma perché piena di tutti gli errori che un manga non deve avere, eppure ha degli spunti interessanti, peccato che non siano poi sviluppati correttamente.
Trovare una connotazione ben definita a questo manga è assai difficile in quanto fin da subito si presenta come una scatola cinese dove il lettore si trova a dipanarsi tra la storia attuale e i vari flashback del vissuto di Himea e gli altri coprotagonisti della vicenda. Il manga inizia con il raccontare una storia d'amore quasi compulsiva, ma non si ferma qui: ho trovato l'uso di espedienti a cui ricorrono certi personaggi, dalla magia alla stessa trascendenza, intriganti e mai scontati.
Il lato fantasy della vicenda esce fin da subito per dare una collocazione più credibile ai vari personaggi, che entrano nel vivo dell'avventura quasi immediatamente. Non ho sottovalutato neanche la preponderante visione e analisi psicologica dei personaggi, che avviene scrupolosa sotto gli occhi di chi li osserva; essi stessi sono in continua mutazione cercando i mezzi per non soccombere al ruolo impostogli dal destino che sembra imprescindibile.
Il carattere comedy serve ad alleggerire un quadro altrimenti tetro e drammatico che l'anime porta in risalto, in cui poteri superiori cercano di sfruttare la situazione della compagnia che si è formata a loro vantaggio, studiando machiavellici intrighi per tenere in scacco gli stessi protagonisti. Leggendo l'opera si capisce che non è banale, e soprattutto intriga pagina dopo pagina con le ardite quanto spericolate sperimentazioni narrative dell'autore. Dico questo perché mentre leggevo pensavo che la mole d'informazioni avrebbe potuto portare alla confusione e invece mi sono ricreduto grazie a una sceneggiatura di livello che aiuta a tenere il passo con la storia e la prepotente personalità dei personaggi.
Il protagonista principale è un ragazzo che si trova suo malgrado a venire a contatto con un mondo (il suo) di cui non conosceva tutti gli aspetti, e cercando di non farsi sopraffare sopravvive andando avanti per capire meglio se stesso prima che gli altri. A mio avviso ci sono alti valori morali in tutto il manga, che fa una bella riflessione anche sul concetto di Maturità e tutte le sue conseguenze. Pur essendo uno shounen, mi trovo a guardarlo da un occhio più adulto e lo apprezzo quanto tale. I drammi interiori dovuti ai trascorsi dei protagonisti crescono esponenzialmente fino a delle e vere e proprie esplosioni da cui escono fuori finalmente le paure interiori dei rapporti inespressi, in un crescendo di trama che porta a un effetto “strike”, come nel gioco del biliardo dove tutti i birilli inevitabilmente vanno giù.
I personaggi sono tutti ben costruiti dall'autore e si scoprono solo leggendo il manga; tutti hanno un trascorso e una caratteristica preponderante che li porta ad avere uno spessore tridimensionale che esce fuori dal fumetto grazie anche all'abile mano di chi l’ha disegnato. Difficile non interrogarsi sul fatto che esistano o meno cattivi reali nel manga, o meglio identificare simulacri in cui rovesciare odio e disperazione: è sicuramente più facile osservare le situazioni in cui ruoli e complesse geometrie portano gli uni e gli altri a comportamenti poco ortodossi, in cui ad ognuno viene dato un ruolo cercando di non farli affondare nella propria inconsapevolezza.
La sceneggiatura risalta molto questo aspetto, mi è piaciuto molto il crescendo dei ritmi: un plauso all'autore. Tutto il manga è appoggiato anche dal disegno, che aiuta a far risaltare i personaggi che ruotano intorno alla storia: le espressioni, gli atteggiamenti, sembrano uscire come in un'animazione pagina dopo pagina, riuscendo comunque a dare una forte emozione dell'azione che permea tutta la storia. Il manga si presenta come una storia autoconclusiva (per il momento), eppure nel suo non essere prolisso ma conciso rimane bene in mente a chi ha avuto la fortuna di leggerlo.
Il lato fantasy della vicenda esce fin da subito per dare una collocazione più credibile ai vari personaggi, che entrano nel vivo dell'avventura quasi immediatamente. Non ho sottovalutato neanche la preponderante visione e analisi psicologica dei personaggi, che avviene scrupolosa sotto gli occhi di chi li osserva; essi stessi sono in continua mutazione cercando i mezzi per non soccombere al ruolo impostogli dal destino che sembra imprescindibile.
Il carattere comedy serve ad alleggerire un quadro altrimenti tetro e drammatico che l'anime porta in risalto, in cui poteri superiori cercano di sfruttare la situazione della compagnia che si è formata a loro vantaggio, studiando machiavellici intrighi per tenere in scacco gli stessi protagonisti. Leggendo l'opera si capisce che non è banale, e soprattutto intriga pagina dopo pagina con le ardite quanto spericolate sperimentazioni narrative dell'autore. Dico questo perché mentre leggevo pensavo che la mole d'informazioni avrebbe potuto portare alla confusione e invece mi sono ricreduto grazie a una sceneggiatura di livello che aiuta a tenere il passo con la storia e la prepotente personalità dei personaggi.
Il protagonista principale è un ragazzo che si trova suo malgrado a venire a contatto con un mondo (il suo) di cui non conosceva tutti gli aspetti, e cercando di non farsi sopraffare sopravvive andando avanti per capire meglio se stesso prima che gli altri. A mio avviso ci sono alti valori morali in tutto il manga, che fa una bella riflessione anche sul concetto di Maturità e tutte le sue conseguenze. Pur essendo uno shounen, mi trovo a guardarlo da un occhio più adulto e lo apprezzo quanto tale. I drammi interiori dovuti ai trascorsi dei protagonisti crescono esponenzialmente fino a delle e vere e proprie esplosioni da cui escono fuori finalmente le paure interiori dei rapporti inespressi, in un crescendo di trama che porta a un effetto “strike”, come nel gioco del biliardo dove tutti i birilli inevitabilmente vanno giù.
I personaggi sono tutti ben costruiti dall'autore e si scoprono solo leggendo il manga; tutti hanno un trascorso e una caratteristica preponderante che li porta ad avere uno spessore tridimensionale che esce fuori dal fumetto grazie anche all'abile mano di chi l’ha disegnato. Difficile non interrogarsi sul fatto che esistano o meno cattivi reali nel manga, o meglio identificare simulacri in cui rovesciare odio e disperazione: è sicuramente più facile osservare le situazioni in cui ruoli e complesse geometrie portano gli uni e gli altri a comportamenti poco ortodossi, in cui ad ognuno viene dato un ruolo cercando di non farli affondare nella propria inconsapevolezza.
La sceneggiatura risalta molto questo aspetto, mi è piaciuto molto il crescendo dei ritmi: un plauso all'autore. Tutto il manga è appoggiato anche dal disegno, che aiuta a far risaltare i personaggi che ruotano intorno alla storia: le espressioni, gli atteggiamenti, sembrano uscire come in un'animazione pagina dopo pagina, riuscendo comunque a dare una forte emozione dell'azione che permea tutta la storia. Il manga si presenta come una storia autoconclusiva (per il momento), eppure nel suo non essere prolisso ma conciso rimane bene in mente a chi ha avuto la fortuna di leggerlo.