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Giona

Volumi letti: 2/6 --- Voto 6
"Lega no 13" è un manga di Takako Yamazaki, di cui sono stati pubblicati in Italia in primi due volumi. La storia è ambientata a Venezia alla fine del XVI secolo: Legare Salviati, detto Legare Strega, è il figlio ventunenne di un farmacista fiorentino trasferitosi molti anni prima nella città lagunare. Favorito dal suo aspetto attraente e dal suo viso angelico, incorniciato da una lunga chioma bionda, Legare ha molto successo con le donne. Si diletta inoltre d'alchimia, per mezzo della quale cerca di sintetizzare la pietra filosofale: il titolo fa infatti riferimento al tredicesimo elemento ricercato dal protagonista, che legandolo con gli altri produrrebbe la portentosa "pietra". Sono proprio queste ricerche che suscitano l'interesse del doge di Venezia, che fa in modo di tenere Legare in una dorata prigionia in un'ala del Palazzo Ducale in cambio della libertà di suo padre, arrestato per futili motivi.
I disegni sono realizzati con un tratto molto sottile e particolareggiato, dalle linee sinuose, che si potrebbe definire "barocco". Dal punto di vista dell'ambientazione storica, la resa della Venezia del Cinquecento, luogo di grandi traffici e di loschi intrighi, è molto affascinante, ma al lettore più smaliziato saltano agli occhi parecchie incongruenze storiche, in parte scusabili con la difficoltà da parte di un'autrice proveniente da un'altra cultura di documentarsi su tutti gli aspetti della vita, della politica e della cultura dell'epoca. Si poteva però chiedere un maggiore impegno almeno per i nomi dei personaggi, in gran parte assurdi: ad esempio, il padre fiorentino di Legare (e quando mai si è sentito qualcuno con questo nome?) si chiama Georg (come se fosse tedesco!), mentre un giovane mercante turco è chiamato Cristobal Colon (nome spagnolo di Cristoforo Colombo).
Il giudizio è limitato dal fatto che la pubblicazione è rimasta interrotta e non si può valutare l'evoluzione della vicenda e delle varie sottotrame di cui questa è composta.


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myele

Volumi letti: 2/6 --- Voto 8
Piccola premessa: ad oggi Lega no 13 è ferma a due volumi pubblicati. Chiedendo lumi alla casa editrice GP, essa ha dato solo una risposta piuttosto vaga su quando riprenderà le uscite.
Avendo ben poco materiale su cui esprimere un giudizio equo e completo inerente alla storia, mi soffermo volentieri a parlare di come sono eseguiti i disegni e le tavole.
Sfogliando questi primi due volumi si resta subito colpiti dalla quantità di protagonisti che appaiono sulla scena e dalla complessità delle loro vicende: ad una lettura superficiale può dare l'impressione che la trama sia contorta e confusionaria, con un sacco di divagazioni e rimandi senza conclusione. A mio avviso si tratta di una sceneggiatura articolata paragonabile ad un romanzo "maturo" che dev'essere letto anche con una certa attenzione per non perdere passaggi o collegamenti. La psicologia dei personaggi? Troppo presto per poterla descrivere con precisione, ma c'è un po di tutto: l'avventuriero, l'ambiguo, l'onesto...
Quello che mi ha fatto acquistare il primo volume (ed è ciò che mi spinge sempre a comprare) sono i disegni.
Tutte le immagini sono eseguite con un trattopen molto sottile: ciò conferisce ai disegni un aspetto estremamente leggero; i retini sono usati in abbondanza e dove non compaiono retini, i dettagli sono dati dalla minuzia dei piccoli disegni. Nulla è dato per scontato o lasciato al caso: abiti sia maschili che femminili ricchissimi di particolari e ornamenti, drappi, mantelli, veli e pizzi seguono i movimenti abbracciando le figure. Le architetture degli esterni sono spettacolari. dobbiamo ricordare che siamo nella Venezia del 1500 e ogni colonna, ogni guglia, ogni muro, persino i ciottolati delle strade e la vegetazione che si affaccia sui canali ci trasportano nella storia che stiamo leggendo. Anche i davanzali in marmo dei balconi e le griglie in ferro delle finestre sono curate meticolosamente.
In mezzo a questo tripudio di dettagli sarebbe facile creare caos narrativo, invece sia le singole vignette che i "baloons" dei dialoghi sono ben equilibrati permettendo una lettura piacevole.
Ovvio che, a chi non piace il genere storico e i vestiti sfarzosi ed ampli che svolazzano al vento, troverà tutto ciò barocco ed eccessivo.
Al di là di tutto, perdersi nell'osservare i dettagli di un disegno ben costruito, immaginando tutto il lavoro che c'è stato dietro, fa intuire quanto tutto questo si possa definire ancora "arte" e non solo "materiale ad uso e consumo".