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Ber

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Yosuga no sora prende spunto dal visual novel, nato prima sia del manga che dell'anime, i quali sono stati adattati l'anno seguente all'uscita del gioco.

Non vi è tantissimo da dire su questo manga; attraverso un disegno lineare ed essenziale, molto piacevole, si narra una storia poco articolata e incentrata unicamente sui due personaggi principali e sui loro sentimenti reciproci. I comprimari non hanno grande rilevanza (rilevanza invece nettamente superiore nella versione animata, che comprende anche i vari finali alternativi previsti dal gioco, cosa peraltro quantomeno discutibile, dal momento che fa crollare qualsiasi tensione narrativa), i comprimari - dicevo - non vengono sviluppati e sono ricalcati sui modelli più usuali (la ragazza gentile ma rigida nel rispetto delle regole e che si preoccupa di far rigare dritto tutti, la ragazza che sembra vivere per aiutare gli altri e pare capire meglio di tutti i sentimenti delle persone, il ragazzo il cui unico obbiettivo è vedere le ragazze in costume ecc.).

Più interessante e coinvolgente la parte riguardante il rapporto tra Sora e Haruka, seppur penalizzato dallo spazio molto ridotto (due soli volumi non permettono sviluppi estremamente approfonditi, anche se si tagliano le storie dei comprimari); non entro nei dettagli per evitare spoiler spiacevoli.
Il finale è semplice e chiude bene la storia, lasciando con un buon sapore in bocca. Difetto maggiore è sicuramente il fatto di essere tratto da un videogioco (un erogen, per l'esattezza); non è necessario che ciò comprometta la riuscita del manga o dell'anime (si pensi a "Phantom: requiem for the phantom", tratto dal gioco "Phantom of inferno"), ma di certo se ci si attiene totalmente alla versione videoludica si rischia di perdere molto e di creare una storia "tirata via". Questo è esattamente ciò che succede in Yosuga no Sora.

In conclusione, attribuisco un 7. Se la brevità è infatti causa di superficialità, essa fa anche sì che sia possibile leggere questo manga in un paio d'ore scarse, un sacrificio più che accettabile per addentrarsi, anche se solo di poco, in sensazioni comunque coinvolgenti.