Haikyu!! L'asso del volley
Attenzione: la recensione contiene spoiler
L’abilità di Furudate nella scrittura di "Haikyu!!" è data dalla semplicità con cui riesce a spiegare regole e tecniche della pallavolo senza risultare noioso, ma anzi coinvolgendo il lettore grazie alla messa in pratica delle tattiche o mostrando i ragionamenti dei giocatori dietro una determinata azione. La velocità con cui tutto viene mostrato e il ritmo serrato espresso dalle tavole coinvolgono il lettore e lo spingono a divorare una pagina dopo l’altra fino alla fine della partita.
Ma il coinvolgimento non viene dato solo dalle partite, quanto da ogni personaggio che sia questo parte della Karasuno o degli avversari. Furudate, infatti, si preoccupa di dare spazio a diversi personaggi mostrando una backstory anche minima riguardante il singolo o la squadra. Hinata, all’inizio si mostra come il classico protagonista con un “potere speciale”, in questo caso la sua ampia elevazione in salto, e il lettore è portato a pensare che sarà questo a risolvere tutti i problemi nel corso dei capitoli, ma ben presto il si rende conto, che non è affatto così; sicuramente il suo peso nella trama è importante e spesso fondamentale, ma Hinata fallisce e quando vince non lo fa da solo, ma solo grazie alla sua squadra, nonostante sia lui il protagonista ufficiale, i veri personaggi principali sono tutti i suoi compagni. E ognuno di loro ha un peso e un qualcosa che non li rende meno comprimari, tanto che io ho preferito alcuni di loro al protagonista e al rivale. Unica nota negativa riguardo questo è il poco spazio dato ai “panchinari” della squadra di cui a volte ci si dimentica.
Ma non bisogna comunque dimenticarsi del protagonista. La crescita di Hinata nel corso della trama è tanta, sia tecnicamente che emotivamente, da ragazzino esaltato e molto istintivo, diventa un ragazzo ugualmente esaltato, ma concentrato in campo e attento al suo ruolo e a quello degli altri, capace di non farsi sopraffare dalle emozioni. Il culmine del suo percorso è il momento in cui nell’ultima partita del torneo primaverile abbandona l’obiettivo di diventare il nuovo piccolo gigante e invece abbraccia il titolo di “esca più forte”, rendendosi conto delle suo potenziale e delle sue lacune.
Le diverse partite sono, come già detto, scontri adrenalinici che tengono incollato il lettore, ma purtroppo sono spesso dal risultato facilmente prevedibile; l’unica vera sorpresa è l’ultima partita del torneo primaverile in cui non ci si aspetta che la Karasuno perda, ma, causa l’aver letto il manga già concluso, immaginavo un po’ come sarebbe andata visto lo scarso numero di capitoli rimanenti.
Parere personale:
Prima di tutto la mia personale top tre personaggi: 3. Kenma, 2. Tsukishima, 1. Tanaka.
Non lo so perché, è una scelta strana, ma viva Tanaka.
A parte questo, ho letto "Haikyu!!" dietro consiglio di un’amica, all’inizio ho accettato solo perché non avevo mai letto uno spokon e perché so che abbiamo gusti simili, ma non pensavo di sarebbe piaciuto più di tanto, e invece mi ha piacevolmente sorpreso. Belle le partite e i personaggi, inaspettato l’ultimo arco narrativo con Kageyama che gioca nella squadra italiana. Unico problema sono i volti e i nomi dei personaggi secondari che nel finale hanno iniziato a confondersi tra loro, ma quello forse è più un problema mio.
https://chiamateminihil.wordpress.com/2023/01/07/haikyuu/
L’abilità di Furudate nella scrittura di "Haikyu!!" è data dalla semplicità con cui riesce a spiegare regole e tecniche della pallavolo senza risultare noioso, ma anzi coinvolgendo il lettore grazie alla messa in pratica delle tattiche o mostrando i ragionamenti dei giocatori dietro una determinata azione. La velocità con cui tutto viene mostrato e il ritmo serrato espresso dalle tavole coinvolgono il lettore e lo spingono a divorare una pagina dopo l’altra fino alla fine della partita.
Ma il coinvolgimento non viene dato solo dalle partite, quanto da ogni personaggio che sia questo parte della Karasuno o degli avversari. Furudate, infatti, si preoccupa di dare spazio a diversi personaggi mostrando una backstory anche minima riguardante il singolo o la squadra. Hinata, all’inizio si mostra come il classico protagonista con un “potere speciale”, in questo caso la sua ampia elevazione in salto, e il lettore è portato a pensare che sarà questo a risolvere tutti i problemi nel corso dei capitoli, ma ben presto il si rende conto, che non è affatto così; sicuramente il suo peso nella trama è importante e spesso fondamentale, ma Hinata fallisce e quando vince non lo fa da solo, ma solo grazie alla sua squadra, nonostante sia lui il protagonista ufficiale, i veri personaggi principali sono tutti i suoi compagni. E ognuno di loro ha un peso e un qualcosa che non li rende meno comprimari, tanto che io ho preferito alcuni di loro al protagonista e al rivale. Unica nota negativa riguardo questo è il poco spazio dato ai “panchinari” della squadra di cui a volte ci si dimentica.
Ma non bisogna comunque dimenticarsi del protagonista. La crescita di Hinata nel corso della trama è tanta, sia tecnicamente che emotivamente, da ragazzino esaltato e molto istintivo, diventa un ragazzo ugualmente esaltato, ma concentrato in campo e attento al suo ruolo e a quello degli altri, capace di non farsi sopraffare dalle emozioni. Il culmine del suo percorso è il momento in cui nell’ultima partita del torneo primaverile abbandona l’obiettivo di diventare il nuovo piccolo gigante e invece abbraccia il titolo di “esca più forte”, rendendosi conto delle suo potenziale e delle sue lacune.
Le diverse partite sono, come già detto, scontri adrenalinici che tengono incollato il lettore, ma purtroppo sono spesso dal risultato facilmente prevedibile; l’unica vera sorpresa è l’ultima partita del torneo primaverile in cui non ci si aspetta che la Karasuno perda, ma, causa l’aver letto il manga già concluso, immaginavo un po’ come sarebbe andata visto lo scarso numero di capitoli rimanenti.
Parere personale:
Prima di tutto la mia personale top tre personaggi: 3. Kenma, 2. Tsukishima, 1. Tanaka.
Non lo so perché, è una scelta strana, ma viva Tanaka.
A parte questo, ho letto "Haikyu!!" dietro consiglio di un’amica, all’inizio ho accettato solo perché non avevo mai letto uno spokon e perché so che abbiamo gusti simili, ma non pensavo di sarebbe piaciuto più di tanto, e invece mi ha piacevolmente sorpreso. Belle le partite e i personaggi, inaspettato l’ultimo arco narrativo con Kageyama che gioca nella squadra italiana. Unico problema sono i volti e i nomi dei personaggi secondari che nel finale hanno iniziato a confondersi tra loro, ma quello forse è più un problema mio.
https://chiamateminihil.wordpress.com/2023/01/07/haikyuu/
Il miglior Spokon degli ultimi 15-20 anni. Se "Slam Dunk" è stato l'emblema degli anni '90 e della prima decade del nuovo millennio, "Haikyuu!!" lo è sicuramente per questi tempi. La trama è semplice, ma molto coinvolgente, mai banale e con quella nota di sana e folle goliardia che non guasta proprio.
"Haikyuu!!" ti trasporta direttamente in campo. La competenza con cui vengono affrontate tutte le fasi tecniche e tattiche è davvero bellissima (e lo dice uno che ha giocato a pallavolo per 30 anni); comprensibile a tutti, anche a chi non ha mai calcato il parquet di gioco. Notevole poi la gestione e lo sviluppo di tutti i personaggi: principali e secondari.
Le partite sono sempre al cardiopalma e non danno mai un senso di noia e ripetizione, proprio perché il ritmo è sempre quello giusto.
L'autore riesce sempre a farti immedesimare nel giocare che in quel momento viene raccontato.
Molto bello ed interessante il rapporto che si crea fra i vari personaggi; anche con gli avversari. Agonismo a 1000, ma rispetto sempre.
In conclusione considero "Haikyuu!!" una perla da leggere assolutamente.
"Haikyuu!!" ti trasporta direttamente in campo. La competenza con cui vengono affrontate tutte le fasi tecniche e tattiche è davvero bellissima (e lo dice uno che ha giocato a pallavolo per 30 anni); comprensibile a tutti, anche a chi non ha mai calcato il parquet di gioco. Notevole poi la gestione e lo sviluppo di tutti i personaggi: principali e secondari.
Le partite sono sempre al cardiopalma e non danno mai un senso di noia e ripetizione, proprio perché il ritmo è sempre quello giusto.
L'autore riesce sempre a farti immedesimare nel giocare che in quel momento viene raccontato.
Molto bello ed interessante il rapporto che si crea fra i vari personaggi; anche con gli avversari. Agonismo a 1000, ma rispetto sempre.
In conclusione considero "Haikyuu!!" una perla da leggere assolutamente.
La trama.
Haikyu può essere classificato come il classico spokon, non impegnato, la cui principale focalizzazione è incentrata non tanto sull'utilizzare lo sport di turno per veicolare messaggi più o meno forti, ma sulla descrizione dello sport stesso e delle dinamiche che lo contraddistinguono: la pallavolo in quanto tale è la protagonista indiscussa dell’opera, non è un mero contesto che fa da palcoscenico a storie d’amore, come può accadere nelle opere di Adachi, o a critiche sociali, come nelle opere di Inoue. Proprio per questa ragione il taglio scelto da Furudate è un taglio prevalentemente realistico, privo di elementi extra-ordinari, privo di macchiettistiche abilità superomistiche, incentrato su una descrizione il più reale possibile dei meccanismi di gioco, delle tattiche e dei ruoli. In virtù di questo spirito, elementi che potrebbero essere classificati come ”bizzarri”, nello specifico, la veloce della Karasuno, vengono circostanziati attraverso una motivazione reale e plausibile, dettata dalla commistione di abilità tecniche, fisiche e mentali degli atleti coinvolti nell’esecuzione e inoltre non assumono mai la valenza di finisher ineludibili ed infallibili. Questa ricerca di realismo per me è un motivo di plauso ed elogio ma potrebbe far storcere il naso agli amanti dei ”battle-spokon” in cui l’evento sportivo viene rivisitato come uno scontro tra superuomini con superpoteri.
In generale le vicende narrate, sino ad un certo punto verso la fine, sono i classici accadimenti che ci si aspetta da un’opera che narra il percorso di un club scolastico di pallavolo: gli allenamenti, le partite, la cementificazione dello spirito di squadra e la crescita dei personaggi come singoli e come collettivo: da questo punto di vista, l’opera è molto lineare e prevedibile e questo potrebbe allontanare chi, non venendo coinvolto dai personaggi o dallo sport trattato, ricerca un grado di imprevedibilità o “originalità” nei manga che legge. Personalmente, non sono un grande amante dell’originalità a tutti i costi ed il fatto che la trama possa essere facilmente delineata dal lettore con grande anticipo non mi turba in quanto non leggo un’opera per essere sorpreso, ma leggo un’opera per essere intrattenuto nonostante gli eventi possano essere prevedibili, e, a mio avviso, Haikyu eccelle in questo.
I personaggi.
Per quanto nominalmente il protagonista dell’opera sia Hinata Shoyo, Haikyu assume i caratteri di una vera e propria opera corale in cui il protagonista non è un singolo personaggio ma il club di pallavolo della Karasuno nella sua interezza e a seconda degli accadimenti il focus si sposta da un personaggio all’altro. Certamente non si può negare che il focus maggiore sia incentrato su Hinata e Kageyama e sulla loro crescita come atleti ma al contempo si impongono nella narrazione le storie di altri personaggi del club, da Daichi a Sugawara, da Tanaka a Noya e Azumane, da Yamaguchi a Tsukushima, da Kyoko a Yachi. Rovescio della medaglia è che questa focalizzazione su una schiera enorme di personaggi faccia risaltare quando invece alcuni personaggi vengono descritti in maniera assai più lacunosa e sono questi i casi di Ennoshita, Kinoshita e Narita, con il primo che è l’unico che ha avuto una breve parentesi narrativa un po’ più profonda.
Nota positiva di questa dimensione corale dell’opera è l’aver rifiutato la macchiettistica equivalenza che si impone spesso in molti spokon che vede l’avversario di turno essere ritratto come un nemico malvagio e turpe che vuole distruggere gli amati protagonisti: chiunque abbia fatto sport sa che non è necessariamente così, il fatto che dall’altra parte della rete ci siano delle persone che hanno il tuo stesso proposito ossia quello di vincere la partita non li rende dei nemici da battle shonen e Furudate è stato molto bravo a cogliere questo spirito portando molti avversari ad essere un cast di comprimari di prim'ordine tanto da divenire per importanza paragonabili al cast principale e a conquistare il favore del pubblico come nel caso dei membri della Nekomata o Bokuto e Akaashi della Fukurodani e ancora altri.
I disegni.
Chi ricerca in Haikyu un manuale di anatomia umana ha di certo sbagliato bersaglio, lo stile di disegno di Furudate infatti è lontano dall’essere un esempio di realismo maniacale, e i colli dei suoi personaggi sono ormai un marchio di fabbrica, ma tale stile è funzionale non solo alla resa emozionale dei personaggi ma soprattutto è funzionale alla dinamicità delle azioni delle partite che, secondo me, sono l’apogeo grafico dell’intera opera.
In conclusione: le precedenti considerazioni mi portano a promuovere quest’opera e a consigliarla a chi cerca una storia, per quanto prevedibile, ben raccontata, che abbia un background realistico e che racconti di personaggi, primari e secondari, a cui è difficile non affezionarsi, il tutto descritto attraverso un disegno fortemente calzante nei momenti topici della storia, un po’ meno nei momenti statici della stessa.
Haikyu può essere classificato come il classico spokon, non impegnato, la cui principale focalizzazione è incentrata non tanto sull'utilizzare lo sport di turno per veicolare messaggi più o meno forti, ma sulla descrizione dello sport stesso e delle dinamiche che lo contraddistinguono: la pallavolo in quanto tale è la protagonista indiscussa dell’opera, non è un mero contesto che fa da palcoscenico a storie d’amore, come può accadere nelle opere di Adachi, o a critiche sociali, come nelle opere di Inoue. Proprio per questa ragione il taglio scelto da Furudate è un taglio prevalentemente realistico, privo di elementi extra-ordinari, privo di macchiettistiche abilità superomistiche, incentrato su una descrizione il più reale possibile dei meccanismi di gioco, delle tattiche e dei ruoli. In virtù di questo spirito, elementi che potrebbero essere classificati come ”bizzarri”, nello specifico, la veloce della Karasuno, vengono circostanziati attraverso una motivazione reale e plausibile, dettata dalla commistione di abilità tecniche, fisiche e mentali degli atleti coinvolti nell’esecuzione e inoltre non assumono mai la valenza di finisher ineludibili ed infallibili. Questa ricerca di realismo per me è un motivo di plauso ed elogio ma potrebbe far storcere il naso agli amanti dei ”battle-spokon” in cui l’evento sportivo viene rivisitato come uno scontro tra superuomini con superpoteri.
In generale le vicende narrate, sino ad un certo punto verso la fine, sono i classici accadimenti che ci si aspetta da un’opera che narra il percorso di un club scolastico di pallavolo: gli allenamenti, le partite, la cementificazione dello spirito di squadra e la crescita dei personaggi come singoli e come collettivo: da questo punto di vista, l’opera è molto lineare e prevedibile e questo potrebbe allontanare chi, non venendo coinvolto dai personaggi o dallo sport trattato, ricerca un grado di imprevedibilità o “originalità” nei manga che legge. Personalmente, non sono un grande amante dell’originalità a tutti i costi ed il fatto che la trama possa essere facilmente delineata dal lettore con grande anticipo non mi turba in quanto non leggo un’opera per essere sorpreso, ma leggo un’opera per essere intrattenuto nonostante gli eventi possano essere prevedibili, e, a mio avviso, Haikyu eccelle in questo.
I personaggi.
Per quanto nominalmente il protagonista dell’opera sia Hinata Shoyo, Haikyu assume i caratteri di una vera e propria opera corale in cui il protagonista non è un singolo personaggio ma il club di pallavolo della Karasuno nella sua interezza e a seconda degli accadimenti il focus si sposta da un personaggio all’altro. Certamente non si può negare che il focus maggiore sia incentrato su Hinata e Kageyama e sulla loro crescita come atleti ma al contempo si impongono nella narrazione le storie di altri personaggi del club, da Daichi a Sugawara, da Tanaka a Noya e Azumane, da Yamaguchi a Tsukushima, da Kyoko a Yachi. Rovescio della medaglia è che questa focalizzazione su una schiera enorme di personaggi faccia risaltare quando invece alcuni personaggi vengono descritti in maniera assai più lacunosa e sono questi i casi di Ennoshita, Kinoshita e Narita, con il primo che è l’unico che ha avuto una breve parentesi narrativa un po’ più profonda.
Nota positiva di questa dimensione corale dell’opera è l’aver rifiutato la macchiettistica equivalenza che si impone spesso in molti spokon che vede l’avversario di turno essere ritratto come un nemico malvagio e turpe che vuole distruggere gli amati protagonisti: chiunque abbia fatto sport sa che non è necessariamente così, il fatto che dall’altra parte della rete ci siano delle persone che hanno il tuo stesso proposito ossia quello di vincere la partita non li rende dei nemici da battle shonen e Furudate è stato molto bravo a cogliere questo spirito portando molti avversari ad essere un cast di comprimari di prim'ordine tanto da divenire per importanza paragonabili al cast principale e a conquistare il favore del pubblico come nel caso dei membri della Nekomata o Bokuto e Akaashi della Fukurodani e ancora altri.
I disegni.
Chi ricerca in Haikyu un manuale di anatomia umana ha di certo sbagliato bersaglio, lo stile di disegno di Furudate infatti è lontano dall’essere un esempio di realismo maniacale, e i colli dei suoi personaggi sono ormai un marchio di fabbrica, ma tale stile è funzionale non solo alla resa emozionale dei personaggi ma soprattutto è funzionale alla dinamicità delle azioni delle partite che, secondo me, sono l’apogeo grafico dell’intera opera.
In conclusione: le precedenti considerazioni mi portano a promuovere quest’opera e a consigliarla a chi cerca una storia, per quanto prevedibile, ben raccontata, che abbia un background realistico e che racconti di personaggi, primari e secondari, a cui è difficile non affezionarsi, il tutto descritto attraverso un disegno fortemente calzante nei momenti topici della storia, un po’ meno nei momenti statici della stessa.
Volume dopo volume mi entusiasma sempre di più! C'è il giusto equilibrio tra "commedia" e serietà dei momenti. Da appassionata dello sport riesco a vivere l'azione anche senza animazione per quanto sono disegnati bene!
La spiegazione dei vari termini tecnici è gestita molto bene tra "note fuori narrazione" e spiegazione internarrazione tra due personaggi; la trovo istruttiva al punto giusto, soprattutto per chi non è nel mondo della pallavolo, perché permette di comprendere meglio la scena. Il descrivere poi le vicende anche dal punto di vista delle altre squadre rende più ampia la visuale del campionato. I personaggi secondari sono poi introdotti, man mano, al momento giusto.
In conclusione posso dire che potrei leggerlo infinite volte, ma sarebbe sempre come la prima!
La spiegazione dei vari termini tecnici è gestita molto bene tra "note fuori narrazione" e spiegazione internarrazione tra due personaggi; la trovo istruttiva al punto giusto, soprattutto per chi non è nel mondo della pallavolo, perché permette di comprendere meglio la scena. Il descrivere poi le vicende anche dal punto di vista delle altre squadre rende più ampia la visuale del campionato. I personaggi secondari sono poi introdotti, man mano, al momento giusto.
In conclusione posso dire che potrei leggerlo infinite volte, ma sarebbe sempre come la prima!