Aruito - Moving Forward
"Aruito - Moving Forward" è un'opera in 11 volumi di Nagamu Nanaji, autrice già nota per "Perfect Tic" e "Koibana". Le premesse per comprendere questa storia sono due: procurarsi tutti i volumi leggendoli senza lunghe pause tra un volume e l'altro; discostarsi dalle aspettative create dagli shoujo scolastici e triangoli sentimentali ai quali l'autrice ha abituato i lettori nelle opere precedenti.
"Aruito-Moving Forward" è la storia di Kuko e del suo legame con le strade del quartiere che l'ha vista crescere. Kuko è una ragazza energica, orfana di mamma, e sin da bambina educata dal padre a sorridere alla vita anche quando la vita non è generosa. Grazie a questa attitudine positiva crea numerosi legami nel quartiere, è benvoluta e ha degli ammiratori non indifferenti al suo fascino. Kuko però non può ricambiare totalmente queste attenzioni perché è innamorata di un apprendista pittore dalla personalità enigmatica e diametralmente opposta alla sua... oppure no? Il vero sipario della storia si apre quando Kuko inizia a interrogarsi sul suo modo di relazionarsi verso l'esterno: e se questa sua attitudine sempre positiva le impedisse di esplorare con più profondità dei rapporti? E se, mostrando quelle ombre che la spaventano, scoprisse che gli altri le sono più vicini di quello che pensa?
"Aruito-Moving Forward" è la storia di un percorso di risveglio, di esplorazione e di consapevolezza.
Aruito è anche una storia d'amore, ma quella più importante è quella di Kuko con sé stessa. Kuko è l'unica e indiscussa protagonista di questa vicenda e i personaggi sono degli specchi che la aiuteranno a conoscersi da più punti di vista.
Il manga offre degli spazi a Ibu, migliore amica della protagonista e appassionata lettrice di fumetti, che segue come un simpatico occhio esterno (quello dell'autrice?) le vicende di Kuko. Non solo l'amica Ibu è una persona singolare, lo sono anche gli altri personaggi (pittori, musicisti, lettori).Personaggi che forse esistono solo per contribuire a sciogliere la maschera della nostra protagonista, o arricchirla.
Il contorno delle vicende di Kuko è reale ed è narrato in una città non casuale: Kobe che ha vissuto il dramma di un terremoto e la spinta verso la ricostruzione. L'autrice a più riprese offre al lettore attento una bellissima chiave di lettura dal quale emergono dei parallelismi tra il personaggio di Kuko e l'anima della città, entrambe in marcia "Sempre Avanti" [Moving Forward"] verso un futuro di speranza.
Un'opera così introspettiva, matura, potente e delicata potrebbe disorientare il lettore medio collezionista di "shoujo". A mio avviso non è infatti questo il target. Ho apprezzato che Nagamu Nanaji si sia messa in discussione con un progetto di questo tipo. Credo che qui l'autrice sia stata coraggiosa e abbia offerto il meglio di sé.
"Aruito-Moving Forward" è la storia di Kuko e del suo legame con le strade del quartiere che l'ha vista crescere. Kuko è una ragazza energica, orfana di mamma, e sin da bambina educata dal padre a sorridere alla vita anche quando la vita non è generosa. Grazie a questa attitudine positiva crea numerosi legami nel quartiere, è benvoluta e ha degli ammiratori non indifferenti al suo fascino. Kuko però non può ricambiare totalmente queste attenzioni perché è innamorata di un apprendista pittore dalla personalità enigmatica e diametralmente opposta alla sua... oppure no? Il vero sipario della storia si apre quando Kuko inizia a interrogarsi sul suo modo di relazionarsi verso l'esterno: e se questa sua attitudine sempre positiva le impedisse di esplorare con più profondità dei rapporti? E se, mostrando quelle ombre che la spaventano, scoprisse che gli altri le sono più vicini di quello che pensa?
"Aruito-Moving Forward" è la storia di un percorso di risveglio, di esplorazione e di consapevolezza.
Aruito è anche una storia d'amore, ma quella più importante è quella di Kuko con sé stessa. Kuko è l'unica e indiscussa protagonista di questa vicenda e i personaggi sono degli specchi che la aiuteranno a conoscersi da più punti di vista.
Il manga offre degli spazi a Ibu, migliore amica della protagonista e appassionata lettrice di fumetti, che segue come un simpatico occhio esterno (quello dell'autrice?) le vicende di Kuko. Non solo l'amica Ibu è una persona singolare, lo sono anche gli altri personaggi (pittori, musicisti, lettori).Personaggi che forse esistono solo per contribuire a sciogliere la maschera della nostra protagonista, o arricchirla.
Il contorno delle vicende di Kuko è reale ed è narrato in una città non casuale: Kobe che ha vissuto il dramma di un terremoto e la spinta verso la ricostruzione. L'autrice a più riprese offre al lettore attento una bellissima chiave di lettura dal quale emergono dei parallelismi tra il personaggio di Kuko e l'anima della città, entrambe in marcia "Sempre Avanti" [Moving Forward"] verso un futuro di speranza.
Un'opera così introspettiva, matura, potente e delicata potrebbe disorientare il lettore medio collezionista di "shoujo". A mio avviso non è infatti questo il target. Ho apprezzato che Nagamu Nanaji si sia messa in discussione con un progetto di questo tipo. Credo che qui l'autrice sia stata coraggiosa e abbia offerto il meglio di sé.
La teoria delle maschere, quella di Pirandelliana memoria per capirci, è uno dei temi che negli ultimi tempi sta riscuotendo un discreto successo presso i mangaka del sol levante. Il motivo è facilmente intuibile: l'insieme delle contraddizioni esistenti tra l"io" reale e l"io" che le persone manifestano all'esterno diventa spesso un motivo di profonda riflessione e possono generare un forte travaglio interiore nell'individuo. Per questo motivo questa impostazione si presta benissimo alla creazione di opere che vogliono essere più impegnative rispetto alla media; e da questo punto di vista questa tendenza può e deve essere accolta positivamente.
Quando la teoria delle maschere viene portata all'estremo, però, può finire per degenerare, trasformando il disagio esistenziale in vere e proprie "pippe mentali" che non hanno più alcun legame con i processi celebrali di un individuo dotato di un minimo di senno; i personaggi più che profondi finiscono per diventare devastanti nella loro ripetitività e dopo un po' si finisce per smettere di seguire i loro ragionamenti non perché troppo difficili ma perché si capisce che si tratta solo di un delirare senza fine. Per me questo "Aruito" ha rappresentato esattamente e solamente questo.
L'opera si presenta come un classico shoujo, in cui Kuko, la protagonista, viene contesa da un suo allegro amico d'infanzia e da un burbero ragazzo trasferitosi in città da poco; lei, però, non è interessata a nessuno dei due in quanto è attratta da Ota, un aspirante pittore dall'aria tormentata. Ma Aruito non è la solita storia di amori adolescenziali, questi fanno solo da sfondo.
Kuko, infatti, è orfana di madre sin dalla prima infanzia e durante la sua crescita ha cercato di assomigliare sempre di più al modello desiderato dalla madre: "forte, allegra, energica". Inutile dire che è tutta apparenza, la ragazza cerca solo di assecondare l'immagine che gli altri si sono fatti di lei, finendo per portare il peso di una personalità che non è la sua.
Fin qui tutto bene, i presupposti per una bella storia obiettivamente ci sono; peccato, però, che le buone notizie finiscano qui. Negli undici volumi non faremo altro che assistere agli ammorbanti e inconcludenti monologhi interiori di Kuko, che non possono essere definiti profondi ma, al contrario, ossessivi e improbabili.
"Forte, allegra, energica è così che sono... no aspetta non sono così è solo che voglio apparire così... aspetta forse faccio male dovrei mostrarmi come sono... meglio essere con filtro o senza filtro (ma cos'è che sei una sigaretta?)?... ma se mi mostro senza filtro poi apparirei debole... io odio i deboli... ma forse farei bene a mostrare agli altri le mie debolezze... no forse è meglio una via di mezzo... un po' più forte; aspetta così è troppo. Un pochino più debole... non riesco a capire come sono veramente (ci avrei giurato!)... ma adesso che sono in questo stato che faccia devo fare quando guardo gli altri? Se sorrido mi crederanno forte, se non sorrido mi crederanno debole... se mi faccio il ciuffo sarò capace di mostrarmi forte, se lascio i capelli liberi non sarò capace di sorridere". In conclusione: Kuko hai rotto le b.... Ehm, ragazza mia fai pace col cervello per favore.
So che in molti penseranno che mettendo assieme queste frasi un senso al tutto lo si può trovare; però provate a leggervi tutti i volumi poi giudicate da soli se sto esagerando oppure no. Il bello che gli altri personaggi nemmeno si sognano di dirle: "guarda che il mondo non gira solo attorno a te per cui comportati come ti pare senza farti tutte queste inutili paranoie"; invece, la assecondano e si lasciano andare ad altri ammorbanti monologhi senza capo né coda.
Insomma, per me la lettura di questo Aruito è stata una vera sofferenza: non ha azione, la parte sentimentale latita, non è divertente, non è coinvolgente. E' solo una serie infinita di riflessioni che annoiano già dopo pochi volumi per quanto siano sterili e approssimativi.
Perché l'ho letto tutto? Perche io sono "forte, allegro ed energico". Logico, no?
Quando la teoria delle maschere viene portata all'estremo, però, può finire per degenerare, trasformando il disagio esistenziale in vere e proprie "pippe mentali" che non hanno più alcun legame con i processi celebrali di un individuo dotato di un minimo di senno; i personaggi più che profondi finiscono per diventare devastanti nella loro ripetitività e dopo un po' si finisce per smettere di seguire i loro ragionamenti non perché troppo difficili ma perché si capisce che si tratta solo di un delirare senza fine. Per me questo "Aruito" ha rappresentato esattamente e solamente questo.
L'opera si presenta come un classico shoujo, in cui Kuko, la protagonista, viene contesa da un suo allegro amico d'infanzia e da un burbero ragazzo trasferitosi in città da poco; lei, però, non è interessata a nessuno dei due in quanto è attratta da Ota, un aspirante pittore dall'aria tormentata. Ma Aruito non è la solita storia di amori adolescenziali, questi fanno solo da sfondo.
Kuko, infatti, è orfana di madre sin dalla prima infanzia e durante la sua crescita ha cercato di assomigliare sempre di più al modello desiderato dalla madre: "forte, allegra, energica". Inutile dire che è tutta apparenza, la ragazza cerca solo di assecondare l'immagine che gli altri si sono fatti di lei, finendo per portare il peso di una personalità che non è la sua.
Fin qui tutto bene, i presupposti per una bella storia obiettivamente ci sono; peccato, però, che le buone notizie finiscano qui. Negli undici volumi non faremo altro che assistere agli ammorbanti e inconcludenti monologhi interiori di Kuko, che non possono essere definiti profondi ma, al contrario, ossessivi e improbabili.
"Forte, allegra, energica è così che sono... no aspetta non sono così è solo che voglio apparire così... aspetta forse faccio male dovrei mostrarmi come sono... meglio essere con filtro o senza filtro (ma cos'è che sei una sigaretta?)?... ma se mi mostro senza filtro poi apparirei debole... io odio i deboli... ma forse farei bene a mostrare agli altri le mie debolezze... no forse è meglio una via di mezzo... un po' più forte; aspetta così è troppo. Un pochino più debole... non riesco a capire come sono veramente (ci avrei giurato!)... ma adesso che sono in questo stato che faccia devo fare quando guardo gli altri? Se sorrido mi crederanno forte, se non sorrido mi crederanno debole... se mi faccio il ciuffo sarò capace di mostrarmi forte, se lascio i capelli liberi non sarò capace di sorridere". In conclusione: Kuko hai rotto le b.... Ehm, ragazza mia fai pace col cervello per favore.
So che in molti penseranno che mettendo assieme queste frasi un senso al tutto lo si può trovare; però provate a leggervi tutti i volumi poi giudicate da soli se sto esagerando oppure no. Il bello che gli altri personaggi nemmeno si sognano di dirle: "guarda che il mondo non gira solo attorno a te per cui comportati come ti pare senza farti tutte queste inutili paranoie"; invece, la assecondano e si lasciano andare ad altri ammorbanti monologhi senza capo né coda.
Insomma, per me la lettura di questo Aruito è stata una vera sofferenza: non ha azione, la parte sentimentale latita, non è divertente, non è coinvolgente. E' solo una serie infinita di riflessioni che annoiano già dopo pochi volumi per quanto siano sterili e approssimativi.
Perché l'ho letto tutto? Perche io sono "forte, allegro ed energico". Logico, no?
E' davvero difficile recensire un titolo come Aruito - Moving Forward. E' un manga che, piaccia o meno, si distingue da qualsiasi altro io abbia mai letto. E' un'opera complessa, quindi per descriverla scriverò male e per metafore, sperando che chiunque legga possa capire anche solo vagamente cosa abbia significato questo titolo per me, e anticipo che capisco le recensioni negative. E' un manga che difficilmente verrà apprezzato, perché è incredibilmente difficile e ricercato. Aruito è una “Storia/Non-storia”. “Storia/Non-storia” è un nome che ho dato io per definire tutti quei racconti nei quali succede poco o niente. Sono quelle storie nelle quali gli avvenimenti scarseggiano e la trama procede a rilento e che, quando devi raccontarle agli amici, è difficile mettere insieme abbastanza roba da parlarne per due minuti. Ma alcune “Storie/Non-storie” hanno un pregio, IL pregio. Quello che io cerco in tutte le mie letture: sviscerano i personaggi nel loro profondo.
Aruito non cerca il clamore, ma il dettaglio. Non ti fa spalancare la bocca, ma quando finisci un capitolo ti lascia qualcosa nella mente e nel cuore. La storia di Aruito può riguardare tutti noi, è una storia di crescita. Una storia di una ragazza che soffre, ama e cerca di andare avanti in un mondo che ha sempre le sue piccole, grandi difficoltà. Un mondo nel quale devi capire come poter rimanere in piedi anche se ti senti trascinare giù. La protagonista è reale, così reale che pagina dopo pagina mi rendevo conto di quanto non la capissi. E' difficile spiegarsi, ma spero capiate cosa intenda dire. Aruito ha una cura nei dettagli emotivi che non ho trovato in nessun’altra opera. Manga, libro o film che sia. La protagonista ha una sfera emotiva a tutto tondo. Ha mille diverse sfumature del suo carattere, un volto diverso per ogni persona che si trova di fronte e piccoli, minuscoli, dettagli emotivi che la rendono semplicemente reale. In Aruito i personaggi mentono. Sono falsi e non sanno quello che vogliono. Cercano costantemente di capire cosa vogliono e per farlo feriscono coloro che hanno intorno. Sono invidiosi, istintivi e spesso difficili da capire. Sono come le persone vere.
La Nanaji in questo manga ha cambiato il senso del disegno. E' il disegno a condurre la narrazione, non il testo. Pagine senza scritte, nel quale il dettaglio rivela lo stato psicologico dei personaggi. Un'arte complessa ma che eleva la complessità emotiva dei personaggi in un modo difficile da esprimere. Tra le immagini proposte ce ne è una nella quale Aruito si toglie l'elastico per capelli. Chi non ha letto questo titolo non sa quanto si nasconde dietro questo minuscolo, semplice gesto. Aruito ha significato davvero qualcosa nella mia vita. Più di qualsiasi altro anime o manga abbia mai letto. Ho letto ogni albo due volte e mi ha dato così tanto da pensare che ha cambiato davvero qualcosa nella mia vita. Ho letto tantissime opere nella mia vita, ma quasi nessuna mi ha cambiato così profondamente come Aruito. Aruito mi ha aiutato a imparare che c'è sempre un mondo dietro le persone.
Aruito non cerca il clamore, ma il dettaglio. Non ti fa spalancare la bocca, ma quando finisci un capitolo ti lascia qualcosa nella mente e nel cuore. La storia di Aruito può riguardare tutti noi, è una storia di crescita. Una storia di una ragazza che soffre, ama e cerca di andare avanti in un mondo che ha sempre le sue piccole, grandi difficoltà. Un mondo nel quale devi capire come poter rimanere in piedi anche se ti senti trascinare giù. La protagonista è reale, così reale che pagina dopo pagina mi rendevo conto di quanto non la capissi. E' difficile spiegarsi, ma spero capiate cosa intenda dire. Aruito ha una cura nei dettagli emotivi che non ho trovato in nessun’altra opera. Manga, libro o film che sia. La protagonista ha una sfera emotiva a tutto tondo. Ha mille diverse sfumature del suo carattere, un volto diverso per ogni persona che si trova di fronte e piccoli, minuscoli, dettagli emotivi che la rendono semplicemente reale. In Aruito i personaggi mentono. Sono falsi e non sanno quello che vogliono. Cercano costantemente di capire cosa vogliono e per farlo feriscono coloro che hanno intorno. Sono invidiosi, istintivi e spesso difficili da capire. Sono come le persone vere.
La Nanaji in questo manga ha cambiato il senso del disegno. E' il disegno a condurre la narrazione, non il testo. Pagine senza scritte, nel quale il dettaglio rivela lo stato psicologico dei personaggi. Un'arte complessa ma che eleva la complessità emotiva dei personaggi in un modo difficile da esprimere. Tra le immagini proposte ce ne è una nella quale Aruito si toglie l'elastico per capelli. Chi non ha letto questo titolo non sa quanto si nasconde dietro questo minuscolo, semplice gesto. Aruito ha significato davvero qualcosa nella mia vita. Più di qualsiasi altro anime o manga abbia mai letto. Ho letto ogni albo due volte e mi ha dato così tanto da pensare che ha cambiato davvero qualcosa nella mia vita. Ho letto tantissime opere nella mia vita, ma quasi nessuna mi ha cambiato così profondamente come Aruito. Aruito mi ha aiutato a imparare che c'è sempre un mondo dietro le persone.
Che dire? Avevo grandi aspettative per questo nuovo manga, ma devo ammettere che la delusione è stata molta... Una storia, a mio parere, senza una buona base: sembra che l'autrice non sappia dove andare a parare, una vicenda lenta e secondo me anche un po' pretenziosa.
L'unica nota positiva sono i disegni che adoro, ma non bastano se manca tutto il resto!
Mi sono fermata al quarto volume e non credo proseguirò… Peccato, perché conoscendo le opere di Nagamu Nanaji mi sarei aspettata di meglio. Si vede che c'è cura nei particolari (vedi le copertine) e lo sforzo per creare qualcosa di diverso, ma... con scarsi risultati.
L'unica nota positiva sono i disegni che adoro, ma non bastano se manca tutto il resto!
Mi sono fermata al quarto volume e non credo proseguirò… Peccato, perché conoscendo le opere di Nagamu Nanaji mi sarei aspettata di meglio. Si vede che c'è cura nei particolari (vedi le copertine) e lo sforzo per creare qualcosa di diverso, ma... con scarsi risultati.
Kuko passa le sue giornate fingendosi allegra e spensierata, assieme alla sua amica appassionata di shoujo manga, Ibu, il suo vicino di casa e amico d'infanzia da sempre innamorato di lei, e Ota, un ragazzo più grande che vuole diventare un pittore.
In realtá Kuko è rimasta profondamente sconvolta dalla perdita di sua madre a causa di un terremoto, e la sua apparente allegria è solo una maschera emotiva che si è faticosamente costruita.
Il manga inizia con l'arrivo nel quartiere di un nuovo ragazzo, che nonostante l'atteggiamento scontroso, legherà con Kuko, andando a occupare un angolo di questo triangolo (o quadrilatero?) amoroso.
Insomma, a essere sinceri non è stato facile nemmeno delineare queste poche righe di trama per "Aruito", a causa della sua estrema ed estenuante lentezza. In un volume accade poco e niente, ed è difficile trovare qualcosa incisivo o eventi che diano una svolta alla storia.
I pochi colpi di scena che ci sono erano facilmente intuibili.
I personaggi stereotipati all'inverosimile non aiutano purtroppo nel tentativo dell'autrice di costruire una storia più adulta rispetto a "Parfaut Tic" o "Koibana" (che a mio avviso resta la sua opera migliore). Otteniamo uno shoujo scialbo e lento, che non si capisce ancora in che direzione vuole andare.
Unico lato positivo? I disegni. Come già intuibile dalle copertine, la Nanaji ha fatto una grandissima attenzione a tutti i dettagli (fate caso agli sfondi, partendo da delle foto è riuscita a rendere molto bene le atmosfere, e non ha tralasciato neanche la più piccola ombreggiatura) anche nei vestiti dei personaggi. Come tipico dell'autrice troviamo vignette molto, molto grandi, che rendono la lettura veloce.
Peccato per la mancanza di contenuti, che dopo quattro volumi possono sintetizzarsi davvero in pochissime righe.
A dir la verità mi aspettavo una storia davvero più matura, come la Nanaji stessa aveva annunciato, e invece ho trovato un'opera soltanto molto curata dal punto di vista grafico.
In realtá Kuko è rimasta profondamente sconvolta dalla perdita di sua madre a causa di un terremoto, e la sua apparente allegria è solo una maschera emotiva che si è faticosamente costruita.
Il manga inizia con l'arrivo nel quartiere di un nuovo ragazzo, che nonostante l'atteggiamento scontroso, legherà con Kuko, andando a occupare un angolo di questo triangolo (o quadrilatero?) amoroso.
Insomma, a essere sinceri non è stato facile nemmeno delineare queste poche righe di trama per "Aruito", a causa della sua estrema ed estenuante lentezza. In un volume accade poco e niente, ed è difficile trovare qualcosa incisivo o eventi che diano una svolta alla storia.
I pochi colpi di scena che ci sono erano facilmente intuibili.
I personaggi stereotipati all'inverosimile non aiutano purtroppo nel tentativo dell'autrice di costruire una storia più adulta rispetto a "Parfaut Tic" o "Koibana" (che a mio avviso resta la sua opera migliore). Otteniamo uno shoujo scialbo e lento, che non si capisce ancora in che direzione vuole andare.
Unico lato positivo? I disegni. Come già intuibile dalle copertine, la Nanaji ha fatto una grandissima attenzione a tutti i dettagli (fate caso agli sfondi, partendo da delle foto è riuscita a rendere molto bene le atmosfere, e non ha tralasciato neanche la più piccola ombreggiatura) anche nei vestiti dei personaggi. Come tipico dell'autrice troviamo vignette molto, molto grandi, che rendono la lettura veloce.
Peccato per la mancanza di contenuti, che dopo quattro volumi possono sintetizzarsi davvero in pochissime righe.
A dir la verità mi aspettavo una storia davvero più matura, come la Nanaji stessa aveva annunciato, e invece ho trovato un'opera soltanto molto curata dal punto di vista grafico.