Hagoromo Mishin
A molte persone l'inverno non piace. Fa freddo, le giornate sono corte e la sola vista di quella pappetta grigiastra di neve mista a sale ammonticchiata sui marciapiedi e ai lati delle strade è sufficiente a spogliare questo fenomeno atmosferico di tutta la sua bellezza. La luna getta ombre sinistre sui rami degli alberi disadorni, facendoli assomigliare a nodose dita di strega; i giorni rossi del calendario dardeggiano beffardi davanti agli occhi del misantropo e del depresso. "Innamorarsi d'inverno non è mai una buona idea", scrive Amélie Nothomb, eppure anche questa stagione può infondere nuova vita laddove tutto sembra parlare di morte o anche solo di stasi.
Youichi è uno studente universitario che sogna di riuscire a trasformare il suo grande interesse per i ponti in una vera e propria professione. Una mattina d'inverno, mentre è in contemplazione del suo preferito, nota che un cigno è rimasto impigliato nell'impalcatura che lo protegge dalle intemperie, e accorre per liberarlo. Quella stessa sera una bellissima e fragile ragazza di nome Miwa gli si presenta alla porta di casa affermando di essere proprio quel cigno, e di volerlo ricompensare per la sua generosità. Pur non credendole - e come dargli torto? - il ragazzo non ha il cuore di mandarla via e finisce per iniziare con lei una tenera e bizzarra convivenza, ma proprio quando sia lui che i suoi amici Yuuma e Shiori hanno smesso di farsi domande sulle stranezze e sul nebuloso passato di Miwa quest'ultima comincia a dare sempre più evidenti segni di irrequietezza man mano che la primavera si avvicina.
Compatibilmente con i tagli che un volume unico costringe a fare la sceneggiatura di questo manga, frugale ma non per questo grossolana, è in linea di massima molto ben equilibrata, anche se si nota una certa fatica da parte di Yuki Kodama nell'inserimento di una determinata sottotrama che non a caso verrà accantonata di lì a poco. Alcuni autori, presi dalla smania di suscitare nel proprio pubblico un certo tipo di reazione, finiscono per esasperarlo a causa della quantità - e soprattutto della qualità spesso inversamente proporzionale - di informazioni di cui viene subissato, ma in "Hagoromo Mishin" quasi non ci si accorge di essere tenuti per mano dall'inizio alla fine, tanto la stretta è garbatamente furtiva. Del resto la differenza tra "impalpabile" e "inconsistente" sta proprio nel farsi sentire nei modi e nei tempi giusti, senza forzare il corso della storia né la mano di chi legge - leitmotiv, questo, ripreso sia dalla psicologia dei personaggi, resa attraverso poche ma mirate pennellate, sia dall'elegante essenzialità dei disegni e delle tavole, così bianche da sposarsi alla perfezione con il setting della storia. Potrebbe non essere sufficiente a farvi riconciliare con l'inverno nel caso apparteniate anche voi alla sua schiera di detrattori, ma forse vi scalderà il cuore.
Youichi è uno studente universitario che sogna di riuscire a trasformare il suo grande interesse per i ponti in una vera e propria professione. Una mattina d'inverno, mentre è in contemplazione del suo preferito, nota che un cigno è rimasto impigliato nell'impalcatura che lo protegge dalle intemperie, e accorre per liberarlo. Quella stessa sera una bellissima e fragile ragazza di nome Miwa gli si presenta alla porta di casa affermando di essere proprio quel cigno, e di volerlo ricompensare per la sua generosità. Pur non credendole - e come dargli torto? - il ragazzo non ha il cuore di mandarla via e finisce per iniziare con lei una tenera e bizzarra convivenza, ma proprio quando sia lui che i suoi amici Yuuma e Shiori hanno smesso di farsi domande sulle stranezze e sul nebuloso passato di Miwa quest'ultima comincia a dare sempre più evidenti segni di irrequietezza man mano che la primavera si avvicina.
Compatibilmente con i tagli che un volume unico costringe a fare la sceneggiatura di questo manga, frugale ma non per questo grossolana, è in linea di massima molto ben equilibrata, anche se si nota una certa fatica da parte di Yuki Kodama nell'inserimento di una determinata sottotrama che non a caso verrà accantonata di lì a poco. Alcuni autori, presi dalla smania di suscitare nel proprio pubblico un certo tipo di reazione, finiscono per esasperarlo a causa della quantità - e soprattutto della qualità spesso inversamente proporzionale - di informazioni di cui viene subissato, ma in "Hagoromo Mishin" quasi non ci si accorge di essere tenuti per mano dall'inizio alla fine, tanto la stretta è garbatamente furtiva. Del resto la differenza tra "impalpabile" e "inconsistente" sta proprio nel farsi sentire nei modi e nei tempi giusti, senza forzare il corso della storia né la mano di chi legge - leitmotiv, questo, ripreso sia dalla psicologia dei personaggi, resa attraverso poche ma mirate pennellate, sia dall'elegante essenzialità dei disegni e delle tavole, così bianche da sposarsi alla perfezione con il setting della storia. Potrebbe non essere sufficiente a farvi riconciliare con l'inverno nel caso apparteniate anche voi alla sua schiera di detrattori, ma forse vi scalderà il cuore.