Fuan no Tane
'Fuan no Tane' è un manga curioso, preso tra due correnti contrastanti: da un lato, propone una formula narrativa decisamente inusuale, ossia capitoletti di un pugno di pagine, a volte anche solo due o tre, una specie di 'flash fiction' in forma manga; dall'altro, è un'opera che pesca a piene mani dal ricchissimo filone J-Horror che andava tanto di moda qualche anno fa.
Il presupposto della serie è semplice: in brevi capitoli autoconclusivi, l'autore racconta diverse leggende metropolitane di natura sovrannaturale, in teoria 'vere' e presentate come sono state raccontate all'autore da testimoni (molte storie includono anche luogo e data).
'Vere' o no, l'immaginario da cui le storie pescano è tradizionalissimo: youkai, kuchisake-onna ed altri spauracchi in stile 'Ringu' appaiono in foto, video, alla finestra, e così via al protagonista di turno. Insomma, una carrellata di cliché del J-horror che, se sicuramente appare fresca ed originale a prima vista, comincia a perdere smalto nel secondo volume - la ripetitività è sempre dietro l'angolo, e dopo un po' l'ennesima faccia bianca ad occhi sbarrati urlante fatica a catturare l'attenzione del lettore. Piacevolissime sorprese, invece, gli occasionali episodi toccati da una sottile vena poetica e malinconica (in particolare quello di un bambino, e gli incontri che fa in un giorno di pioggia a casa della nonna), così come l'occasionale parodia o finale demenziale-comico che l'autore troppo raramente propone (vedere l'ultima immagine nella colonna qui a fianco). Poco da dire sul disegno, in generale fedele alla linea J-horror e pulito quanto basta per rendere l'azione intelligibile.
Nonostante la ripetitività (e c'è addirittura un sequel, 'Fuan no Tane +...) questa è un'ottima serie, accattivante e, data l'autoconclusività di ogni episodio, buona anche come letture occasionale.
Il presupposto della serie è semplice: in brevi capitoli autoconclusivi, l'autore racconta diverse leggende metropolitane di natura sovrannaturale, in teoria 'vere' e presentate come sono state raccontate all'autore da testimoni (molte storie includono anche luogo e data).
'Vere' o no, l'immaginario da cui le storie pescano è tradizionalissimo: youkai, kuchisake-onna ed altri spauracchi in stile 'Ringu' appaiono in foto, video, alla finestra, e così via al protagonista di turno. Insomma, una carrellata di cliché del J-horror che, se sicuramente appare fresca ed originale a prima vista, comincia a perdere smalto nel secondo volume - la ripetitività è sempre dietro l'angolo, e dopo un po' l'ennesima faccia bianca ad occhi sbarrati urlante fatica a catturare l'attenzione del lettore. Piacevolissime sorprese, invece, gli occasionali episodi toccati da una sottile vena poetica e malinconica (in particolare quello di un bambino, e gli incontri che fa in un giorno di pioggia a casa della nonna), così come l'occasionale parodia o finale demenziale-comico che l'autore troppo raramente propone (vedere l'ultima immagine nella colonna qui a fianco). Poco da dire sul disegno, in generale fedele alla linea J-horror e pulito quanto basta per rendere l'azione intelligibile.
Nonostante la ripetitività (e c'è addirittura un sequel, 'Fuan no Tane +...) questa è un'ottima serie, accattivante e, data l'autoconclusività di ogni episodio, buona anche come letture occasionale.