Gangsta.
Che dire di Gangsta? L'ho scoperto un po' per caso e me ne sono innamorato.
La trama parla di due tuttofare (Nicolas e Worick) che lavorano ad Ergastulum, una città separata dal resto del mondo per mezzo di un muro che la circonda, piena di famiglie mafiose e criminali. L'elemento fantastico di Gangsta è dato dai twilight, persone che a causa degli effetti di un farmaco utilizzato in guerra hanno ereditato capacità fisiche sovrumane, ma allo stesso tempo difficilmente riescono a vivere a lungo.
In questa situazione si inseriscono i nostri tuttofare che, tra nuovi incontri e scontri resi magnificamente da un tratto pulito e preciso, si ritrovano invischiati in una serie di eventi che coinvolgeranno tutta Ergastulum.
I sette volumi finora pubblicati ci propongono dei personaggi molto ben caratterizzati, ognuno con il proprio background dettagliato e, cosa che ho molto apprezzato, che non rimangono statici durante il corso della storia, ma lentamente mutano i propri comportamenti in base alle esperienze che vivono.
La resa delle espressioni dei personaggi è molto gradevole, gli scontri sono dinamici e avvincenti e i dialoghi li trovo molto intriganti, pieni di frasi non dette che permettono al lettore di fantasticare. Purtroppo il manga è fermo fino a fine maggio, quindi ci sono miriadi di interrogativi ai quali l'autrice dovrà rispondere.
In conclusione trovo che Gangsta sia un ottimo seinen, ricco di azione e bei disegni, tutto orchestrato magistralmente da una trama che va sempre in crescendo. Attendo con ansia la conclusione. I miei voti: disegni 8; trama 8; personaggi 9.
La trama parla di due tuttofare (Nicolas e Worick) che lavorano ad Ergastulum, una città separata dal resto del mondo per mezzo di un muro che la circonda, piena di famiglie mafiose e criminali. L'elemento fantastico di Gangsta è dato dai twilight, persone che a causa degli effetti di un farmaco utilizzato in guerra hanno ereditato capacità fisiche sovrumane, ma allo stesso tempo difficilmente riescono a vivere a lungo.
In questa situazione si inseriscono i nostri tuttofare che, tra nuovi incontri e scontri resi magnificamente da un tratto pulito e preciso, si ritrovano invischiati in una serie di eventi che coinvolgeranno tutta Ergastulum.
I sette volumi finora pubblicati ci propongono dei personaggi molto ben caratterizzati, ognuno con il proprio background dettagliato e, cosa che ho molto apprezzato, che non rimangono statici durante il corso della storia, ma lentamente mutano i propri comportamenti in base alle esperienze che vivono.
La resa delle espressioni dei personaggi è molto gradevole, gli scontri sono dinamici e avvincenti e i dialoghi li trovo molto intriganti, pieni di frasi non dette che permettono al lettore di fantasticare. Purtroppo il manga è fermo fino a fine maggio, quindi ci sono miriadi di interrogativi ai quali l'autrice dovrà rispondere.
In conclusione trovo che Gangsta sia un ottimo seinen, ricco di azione e bei disegni, tutto orchestrato magistralmente da una trama che va sempre in crescendo. Attendo con ansia la conclusione. I miei voti: disegni 8; trama 8; personaggi 9.
"Gangsta." è la storia di Worick Arcangelo e Nicolas Brown, i due “benriya” (dei tuttofare) che dietro compenso svolgono qualsiasi compito: da semplici consegne a incarichi di protezione vera e propria, passando per qualche occasionale lavoretto losco per conto della polizia, in via ufficiosa ovviamente.
Worick è un uomo affascinante con un certo savoir faire e dalle doti di grande amatore; Nicolas è un uomo d’azione tanto letale con la sua katana, quanto taciturno (infatti è sordo e comunica con la lingua dei segni). I due hanno un rapporto molto stretto e profondo (non in "quel" senso, tenete a bada gli ormoni), con un passato tutt’altro che lieto, e che al lettore verrà narrato a tempo debito. I due incroceranno presto sulla loro strada la bella Alex Benedetto, una prostituta che chiunque può possedere per qualche banconota nei vicoli della città, dove si vende col suo sguardo spento e l’aria remissiva, anzi, rassegnata.
I tuttofare sembrano sapersi districare bene tra il lerciume della città, ma si ritroveranno presto invischiati in questioni più grandi di loro.
Devo ammettere che, di primo acchito, mi lasciò del tutto indifferente "Gangsta." ai tempi della suo esordio editoriale, nel senso che non mi incuriosì: forse “colpa” della cover del primo volume che ritrae i due protagonisti con quella che recepii come un’eleganza e una "sensibilità" tipicamente femminili (oh, in fondo Worick Arcangelo è pure stato eletto miglior personaggio bishounen), elemento che mi fece inconsciamente sospettare chissà quale deriva yaoi, magari anche solo implicita. Eventualmente nulla di deprecabile, per carità; solo non lo recepii per questo nelle mie corde. Ma avevo in verità preso una grossa cantonata.
Si potrebbe forse affermare che la vera protagonista del manga sia la città di Ergastulum (mai nome fu più azzeccato, si scoprirà) dove impera il degrado, e vige un precario equilibrio tutelato alla buona da alcune famiglie/organizzazioni criminali. Sullo sfondo, dei viscerali fermenti di natura, diciamo così, razziale, che si delineeranno più avanti nella storia. Ma preferisco non dispensare ulteriori dettagli per evitare di spoilerare.
Come fondamento di tutte le vicende, vi è comunque il tema portante del razzismo, che ha come vittima i twilight. Questi sono mercenari che hanno subito un potenziamento, tramite droghe, che ha finito però per minare pesantemente il loro organismo, e soprattutto la durata del loro ciclo vitale (solitamente di trent’anni circa). A farne le spese sono persino i loro discendenti, per generazioni.
Essi hanno generalmente capacità fisiche sovrannaturali (sono agilissimi, fortissimi e letali), ma allo stesso tempo sono considerati alla stregua di schiavi usa e getta; degli esseri senza diritti, a cui non spetta nulla e che tra l’altro necessitano dell’assunzione costante di droghe (il Celebrer) per sopravvivere.
Oltretutto sono obbligati a portare una piastrina, che indica il loro grado di abilità.
Anche Nicolas è “uno di quelli con la piastrina”. Un twilight con un’agilità sovrumana. Ma il rapporto instauratosi tra Nicolas e Worick non è quello di servo e padrone: se la intendono come due compagni che ne hanno passate davvero di tutti i colori assieme.
I twilight, dicevamo, son sempre stati oggetto di disprezzo e vessazioni da parte dei normal. Ma le cose cominciano persino a degenerare. La polizia ha infatti trovato un gran numero di cadaveri fatti letteralmente a pezzi, e sono tutti twilight: qualcuno di estremamente letale e spietato ne sta facendo sistematicamente piazza pulita.
Da qui in poi "Gangsta." propone una storia fatta di intrighi, combattimenti acrobatici, colpi di scena e rapporti interpersonali. Spicca soprattutto una rosa ampia e varia di personaggi, molto carismatici e ben caratterizzati, e a cui (soprattutto in un paio di casi) ci si affeziona abbastanza, bisogna ammetterlo.
Ciò è anche merito del lavoro fatto sul loro passato, con vicende inizialmente solo accennate con parsimonia, poi man mano dispensate con flashback più approfonditi. E si arriva persino a dedicare un altro manga, "Gangsta Cursed - Marco Adriano", al passato di un personaggio “secondario” che in pratica ruba la scena ai due tuttofare negli ultimissimi volumi fin qui pubblicati.
"Gangsta." è un manga che presenta aspetti maturi sin dal principio, ed altri che crescono assieme al prosieguo della storia. Ad esempio l’ambientazione è agli inizi indefinibile e anonima, anche da un punto di vista meramente scenografico. Durante la lettura del primo volume ci si chiede “Ma dove siamo!?”. Gradualmente e quasi impercettibilmente le cose però cambiano, e proprio l’ambientazione, come anticipato su, assume un ruolo importante, soprattutto col delinearsi del background sociale.
Le tavole sono allo stesso tempo dettagliate ma semplici (nell’accezione positiva del temine), come la regia che non risulta mai troppo confusa o inutilmente articolata, neanche nei passaggi più adrenalinici e concitati. Infatti questo è un manga in cui c’è molta azione, visto che i twilight possono rendersi protagonisti di vere e proprie acrobazie, combattendo con le armi più disparate, saltando da un tetto all’altro, e sfasciando di tutto con estrema facilità.
Se vogliamo operare un paragone famoso, viene da citare subito "Black Lagoon", col quale condivide proprio un certo stile, diciamo. E in un certo senso ne condivide anche le sorti editoriali.
Infatti la serializzazione del manga ha dei ritmi assai incerti al momento, in quanto l’autrice, Kosuke, ebbe purtroppo problemi di salute che la costrinsero a mettere in pausa il manga al settimo volume. Proprio in quel periodo iniziò la serializzazione dell’anime che, sappiamo, ci ha lasciato ugualmente con un palmo di naso (copre la storia fino al volume 5), e definitivamente, visto il fallimento di Manglobe.
Forse però non tutto è perduto, in quanto l'autrice, non molto tempo fa, ha reso noto di star meglio ed essere pronta a rimettersi al lavoro sul manga. Quindi resta solo da incrociare le dita nell'attesa, sperando di poter, il prima possibile, continuare a seguire le vicende dei benriya, messe tra l’altro in pausa proprio sul più bello.
In Italia il manga è pubblicato da Planet Manga che ci aiuta a lenire l’attesa pubblicando anche lo spin-off sopracitato "Gangsta Cursed - Marco Adriano". L’edizione proposta è essenziale (niente sovraccoperta, pagine a colori o altri extra), ma fa il suo dovere permettendoci di leggere dei volumi corposi e ben confezionati ad un prezzo abbordabile. Per quel che riguarda l’adattamento, le onomatopee non hanno subito rimaneggiamenti grafici, ma presentano semplici traduzioni in piccolo in prossimità. La lettura scorre liscia, e si notano giusto un paio di refusi durante la fruizione dei 7 volumi fin qui pubblicati.
"Gangsta." è un’opera matura, che fin dai primi volumi affronta temi pesanti come lo sfruttamento (sessuale e umano), ma sempre con una certa sensibilità. Vedere ad esempio dei “normal” maltrattare, abusare o trucidare senza tanti complimenti donne e bambini, fa sempre un certo effetto. Ma nel contempo il lettore difficilmente ha l’impressione di assistere a della violenza gratuita, o ad un ricorso spicciolo a temi forti tanto per fare effetto. Anzi, la metafora sul razzismo si sente ed è efficace; e si ha anzi l’impressione di vedere narrati temi purtroppo sempre attuali, ma sotto altra veste.
"Gangsta." è quindi un manga che quando può non manca di fornire spunti di riflessione e offrire prospettive stimolanti, ma allo stesso tempo intrattiene, coinvolge, fa affezionare ai suoi character vivissimi nel loro interagire tra loro, e che danno sempre l‘impressione di poterci lasciare da un momento all’altro, vista la caducità della loro esistenza, sempre sul filo del rasoio.
Worick è un uomo affascinante con un certo savoir faire e dalle doti di grande amatore; Nicolas è un uomo d’azione tanto letale con la sua katana, quanto taciturno (infatti è sordo e comunica con la lingua dei segni). I due hanno un rapporto molto stretto e profondo (non in "quel" senso, tenete a bada gli ormoni), con un passato tutt’altro che lieto, e che al lettore verrà narrato a tempo debito. I due incroceranno presto sulla loro strada la bella Alex Benedetto, una prostituta che chiunque può possedere per qualche banconota nei vicoli della città, dove si vende col suo sguardo spento e l’aria remissiva, anzi, rassegnata.
I tuttofare sembrano sapersi districare bene tra il lerciume della città, ma si ritroveranno presto invischiati in questioni più grandi di loro.
Devo ammettere che, di primo acchito, mi lasciò del tutto indifferente "Gangsta." ai tempi della suo esordio editoriale, nel senso che non mi incuriosì: forse “colpa” della cover del primo volume che ritrae i due protagonisti con quella che recepii come un’eleganza e una "sensibilità" tipicamente femminili (oh, in fondo Worick Arcangelo è pure stato eletto miglior personaggio bishounen), elemento che mi fece inconsciamente sospettare chissà quale deriva yaoi, magari anche solo implicita. Eventualmente nulla di deprecabile, per carità; solo non lo recepii per questo nelle mie corde. Ma avevo in verità preso una grossa cantonata.
Si potrebbe forse affermare che la vera protagonista del manga sia la città di Ergastulum (mai nome fu più azzeccato, si scoprirà) dove impera il degrado, e vige un precario equilibrio tutelato alla buona da alcune famiglie/organizzazioni criminali. Sullo sfondo, dei viscerali fermenti di natura, diciamo così, razziale, che si delineeranno più avanti nella storia. Ma preferisco non dispensare ulteriori dettagli per evitare di spoilerare.
Come fondamento di tutte le vicende, vi è comunque il tema portante del razzismo, che ha come vittima i twilight. Questi sono mercenari che hanno subito un potenziamento, tramite droghe, che ha finito però per minare pesantemente il loro organismo, e soprattutto la durata del loro ciclo vitale (solitamente di trent’anni circa). A farne le spese sono persino i loro discendenti, per generazioni.
Essi hanno generalmente capacità fisiche sovrannaturali (sono agilissimi, fortissimi e letali), ma allo stesso tempo sono considerati alla stregua di schiavi usa e getta; degli esseri senza diritti, a cui non spetta nulla e che tra l’altro necessitano dell’assunzione costante di droghe (il Celebrer) per sopravvivere.
Oltretutto sono obbligati a portare una piastrina, che indica il loro grado di abilità.
Anche Nicolas è “uno di quelli con la piastrina”. Un twilight con un’agilità sovrumana. Ma il rapporto instauratosi tra Nicolas e Worick non è quello di servo e padrone: se la intendono come due compagni che ne hanno passate davvero di tutti i colori assieme.
I twilight, dicevamo, son sempre stati oggetto di disprezzo e vessazioni da parte dei normal. Ma le cose cominciano persino a degenerare. La polizia ha infatti trovato un gran numero di cadaveri fatti letteralmente a pezzi, e sono tutti twilight: qualcuno di estremamente letale e spietato ne sta facendo sistematicamente piazza pulita.
Da qui in poi "Gangsta." propone una storia fatta di intrighi, combattimenti acrobatici, colpi di scena e rapporti interpersonali. Spicca soprattutto una rosa ampia e varia di personaggi, molto carismatici e ben caratterizzati, e a cui (soprattutto in un paio di casi) ci si affeziona abbastanza, bisogna ammetterlo.
Ciò è anche merito del lavoro fatto sul loro passato, con vicende inizialmente solo accennate con parsimonia, poi man mano dispensate con flashback più approfonditi. E si arriva persino a dedicare un altro manga, "Gangsta Cursed - Marco Adriano", al passato di un personaggio “secondario” che in pratica ruba la scena ai due tuttofare negli ultimissimi volumi fin qui pubblicati.
"Gangsta." è un manga che presenta aspetti maturi sin dal principio, ed altri che crescono assieme al prosieguo della storia. Ad esempio l’ambientazione è agli inizi indefinibile e anonima, anche da un punto di vista meramente scenografico. Durante la lettura del primo volume ci si chiede “Ma dove siamo!?”. Gradualmente e quasi impercettibilmente le cose però cambiano, e proprio l’ambientazione, come anticipato su, assume un ruolo importante, soprattutto col delinearsi del background sociale.
Le tavole sono allo stesso tempo dettagliate ma semplici (nell’accezione positiva del temine), come la regia che non risulta mai troppo confusa o inutilmente articolata, neanche nei passaggi più adrenalinici e concitati. Infatti questo è un manga in cui c’è molta azione, visto che i twilight possono rendersi protagonisti di vere e proprie acrobazie, combattendo con le armi più disparate, saltando da un tetto all’altro, e sfasciando di tutto con estrema facilità.
Se vogliamo operare un paragone famoso, viene da citare subito "Black Lagoon", col quale condivide proprio un certo stile, diciamo. E in un certo senso ne condivide anche le sorti editoriali.
Infatti la serializzazione del manga ha dei ritmi assai incerti al momento, in quanto l’autrice, Kosuke, ebbe purtroppo problemi di salute che la costrinsero a mettere in pausa il manga al settimo volume. Proprio in quel periodo iniziò la serializzazione dell’anime che, sappiamo, ci ha lasciato ugualmente con un palmo di naso (copre la storia fino al volume 5), e definitivamente, visto il fallimento di Manglobe.
Forse però non tutto è perduto, in quanto l'autrice, non molto tempo fa, ha reso noto di star meglio ed essere pronta a rimettersi al lavoro sul manga. Quindi resta solo da incrociare le dita nell'attesa, sperando di poter, il prima possibile, continuare a seguire le vicende dei benriya, messe tra l’altro in pausa proprio sul più bello.
In Italia il manga è pubblicato da Planet Manga che ci aiuta a lenire l’attesa pubblicando anche lo spin-off sopracitato "Gangsta Cursed - Marco Adriano". L’edizione proposta è essenziale (niente sovraccoperta, pagine a colori o altri extra), ma fa il suo dovere permettendoci di leggere dei volumi corposi e ben confezionati ad un prezzo abbordabile. Per quel che riguarda l’adattamento, le onomatopee non hanno subito rimaneggiamenti grafici, ma presentano semplici traduzioni in piccolo in prossimità. La lettura scorre liscia, e si notano giusto un paio di refusi durante la fruizione dei 7 volumi fin qui pubblicati.
"Gangsta." è un’opera matura, che fin dai primi volumi affronta temi pesanti come lo sfruttamento (sessuale e umano), ma sempre con una certa sensibilità. Vedere ad esempio dei “normal” maltrattare, abusare o trucidare senza tanti complimenti donne e bambini, fa sempre un certo effetto. Ma nel contempo il lettore difficilmente ha l’impressione di assistere a della violenza gratuita, o ad un ricorso spicciolo a temi forti tanto per fare effetto. Anzi, la metafora sul razzismo si sente ed è efficace; e si ha anzi l’impressione di vedere narrati temi purtroppo sempre attuali, ma sotto altra veste.
"Gangsta." è quindi un manga che quando può non manca di fornire spunti di riflessione e offrire prospettive stimolanti, ma allo stesso tempo intrattiene, coinvolge, fa affezionare ai suoi character vivissimi nel loro interagire tra loro, e che danno sempre l‘impressione di poterci lasciare da un momento all’altro, vista la caducità della loro esistenza, sempre sul filo del rasoio.
Ho letto questo manga perché mi piacciono tutte le storie ambientate in un'atmosfera "criminale", ergo sono un po’ di parte.
Detto questo, la storia narra di due gangster che fanno "i servizi" da gangster, poi ovviamente la trama si infittisce e inizi a capire un bel po’ di cose… E vi dirò che migliora ancora di più, per il resto non anticipo niente. Veniamo ai voti:
Disegno – Voto: 10
Sì, lo ammetto, i disegni sono veramente belli, proporzioni, prospettive e segno veramente ben fatti, stile grafico eccellente, chiaroscuri sempre azzeccati, e ben equilibrati anche i colori, molto “alla moda” o, se preferite, contemporanei.
Storia – Voto: 7
Lo ammetto, la storia non mi ha convinto un granché, nel senso che c'è qualcosa di fondo che ho già visto…
Ambientazione – Voto: 7
Lo scenario e l'ambientazione sono molto carini, ma un po’ scarni e deboli in alcuni punti; non parlo solo dei disegni, ma del contesto un po’ troppo asciutto e a volte insipido.
Conclusione: credo che questo sia un ottimo manga per tutti quelli che amano il genere gangster e azione in generale, i personaggi principali sono ottimi, quelli secondari un po’ meno, ma nel complesso il titolo risulta godibile.
Detto questo, la storia narra di due gangster che fanno "i servizi" da gangster, poi ovviamente la trama si infittisce e inizi a capire un bel po’ di cose… E vi dirò che migliora ancora di più, per il resto non anticipo niente. Veniamo ai voti:
Disegno – Voto: 10
Sì, lo ammetto, i disegni sono veramente belli, proporzioni, prospettive e segno veramente ben fatti, stile grafico eccellente, chiaroscuri sempre azzeccati, e ben equilibrati anche i colori, molto “alla moda” o, se preferite, contemporanei.
Storia – Voto: 7
Lo ammetto, la storia non mi ha convinto un granché, nel senso che c'è qualcosa di fondo che ho già visto…
Ambientazione – Voto: 7
Lo scenario e l'ambientazione sono molto carini, ma un po’ scarni e deboli in alcuni punti; non parlo solo dei disegni, ma del contesto un po’ troppo asciutto e a volte insipido.
Conclusione: credo che questo sia un ottimo manga per tutti quelli che amano il genere gangster e azione in generale, i personaggi principali sono ottimi, quelli secondari un po’ meno, ma nel complesso il titolo risulta godibile.
<b> Attenzione: pesanti spoiler sull'opera! </b>
Ad essere sinceri, la parte anteriore della copertina del n. 1 di Gangsta non solo non mi ha attirato molto; al contrario, mettendo insieme il titolo e il tratto di Kohske, la prima cosa che ho pensato è stata: "Io questa serie non la comprerò mai. Tanto si sa già di che parla: un militare diventato gangster affiancato dal suo amico biondo monocolo e fighetto, gangster pure lui".
Un pregio però la cover del n. 1 di questo fumetto ce l'ha; magari non è una trovata grafica originale, certo è interessante: di fatto è "bifacciale" e virtualmente "passante", con un protagonista sul fronte visto de visu e l'altro di schiena, e il retro di copertina disegnato rovesciato.
In altri termini, mentre guardate la cover di Gangsta, magari rimarrete colpiti da questa particolarità ma quel che vi verrà da pensare sarà:"Ecco, questa è la classica serie che parla di criminali dal punto di vista dei criminali, ma che, diciamocelo, tanto-tanto criminali non sono, anzi, sono dei simpatici guaglioni".
Quindi, insomma, chi me lo ha fatto fare di comprarlo?!
Beh, devo essere sincero: quel giorno non avevo altro da leggere.
Voi invece dovete andare oltre, comprarlo e leggerlo, e scoprire che, come me, magari, a soffermarvi sulla cover sbagliavate, e sbagliavate di brutto.
Qui se non lo avete letto vi potete fermare; se sì, proseguite pure.
Il protagonista della side A della cover del n.1, che pare un ex milite è, in realtà, Nicolas Brown, una "piastrina", un individuo geneticamente modificato con forza ed agilità sovrumane.
Sembra che i più forti di loro debbano pagare queste abilità in due modi: una, con l'uso costante del Celeber, una sorta di droga tossica che crea dipendenza, e, due, attraverso qualche menomazione o limitazione.
Dico "sembra", perché tra i vari "Blood Type" fino ad ora abbiamo letto che Nicolas è sordomuto, mentre Doug, un ventunenne che si è scontrato con i nostri eroi, ha l'aspetto di un bambino di dodici anni, mentre degli altri in cui ci siamo imbattuti nei primi tre volumi non ci è stato dato di sapere ancora nulla. Ma, chissà, magari dipende dal fatto che Nick è un A/0 - la categoria più forte - che abusa in combattimento del Celeber, mentre i meno forti sono B/3 - la categoria meno forte - e, forse, i più deboli in assoluto, come il bel Delico, una "piastrina" al soldo del romantico gangster Daniel Monroe, probabilmente non hanno altro limite che la propria debolezza…
Ma divago, come sempre, quindi chiedo venia.
Il protagonista della side B della cover è Worick Arcangelo, "normal" socio di Nicolas con una benda sull'occhio di cui è privo e un ottimo gusto nel vestire.
Un'altra caratteristica di questo fumetto, la componente da "cartoon", che spesso a me disturba, qui è parte integrante dell'espressività dei personaggi e della capacità di divertire o coinvolgere delle singole tavole.
Come che sia, dicevo, mai ho preso cantonata tanto grande: Gangsta è sexy, divertente, violento quanto basta e, man mano che la storia avanza (in Giappone sono al quinto volume, qui in Italia il ritardo è di pochi mesi, e siamo al volume tre), il fumetto si fa sempre più denso.
I motivi di interesse verso quest'opera anomala aumentano di numero in numero: dal volume uno al tre comprendiamo che i protagonisti di Gangsta sono due factotum che accettano incarichi da chi più gli aggrada (compresi, indistintamente, esponenti della polizia e criminali), che il biondino con un occhio solo arrotonda facendo lo gigolò, che Nicolas ha tendenze pederaste che nemmeno cerca di controllare (di fatto gli piacciono le tette piccole per sua stessa ammissione, ed è chiaramente innamorato dell'infermierina Nina, che fa divertire facendo salti di decine di metri con lei tra le braccia), che i due hanno un cuore d'oro (infatti salvano una prostituta, Alex, che inizierà a vivere con loro), che Nick e Worick si conoscono da bambini, che il fumetto è ambientato in un mondo alternativo dove "le piastrine" sono state create nel 1908 per combattere in guerra, che il padre di Nicolas lo sfruttava come se fosse una bestia, che anche Worick quanto Nick era odiato dal rispettivo padre, che in un impeto di rabbia Worick chiede a Nick di uccidere suo padre e questi gli stermina famiglia, cameriere, matrigna e guardie del corpo (non si capisce se suo padre sia compreso), e, alla fine, gli cava quanto rimane del suo occhio (perché "non gli seve più, uindi bisogna toierlo"), che un'organizzazione imprecisata sta massacrando le piastrine della città in cui la storia è ambientata, Ergastulum City. Che Ergastulum City nacque come ricettacolo delle piastrine, che questi si sono mescolati alla razza umana, che la razza umana li sfrutta come soldati, a scopo sessuale e chi più ne ha più ne metta, che le tre leggi che le piastrine sarebbero tenuti ad osservare sono una chiara derivazione delle tre leggi della robotica di Asimov, che Nick è autodistruttivo (il Celeber non solo può mantenere in vita le piastrine, ma le rende più forti, più veloci ed insensibili al dolore, e lui a quanto sembra ne abusa)...
Insomma - wow, fatemi riprendere fiato, meglio, fatemi soffiare sulle punte delle dita, che mi stanno dolendo dal troppo ticchettare cazzate - quello che sembrava il classico fumetto di stampo gangsteristico in realtà sfrutta sapientemente un'amplissima varietà di "topoi" (no, non parlo di toponi, è il plurale del greco "topos") ed aggancia il lettore coinvolgendolo, facendolo divertire, e, perché no, buttiamo nel cesso la nostrà dignità, tanto a 42 anni di fatto abbiamo la stessa passione per i fumetti che avevamo a dodici, facendolo persino commuovere.
In breve, non un'opera cervellotica o particolarmente impegnata: solo "entertainment" puro.
Attenzione però che quando l'entertainment diventa perfetto nella sua purezza, di fatto diventa arte...
Per finire, Gangsta è un manga al passo coi tempi, e, visto che viene venduto anche in edicola a € 4,50, altamente consigliato.
Bye,
D.
Ad essere sinceri, la parte anteriore della copertina del n. 1 di Gangsta non solo non mi ha attirato molto; al contrario, mettendo insieme il titolo e il tratto di Kohske, la prima cosa che ho pensato è stata: "Io questa serie non la comprerò mai. Tanto si sa già di che parla: un militare diventato gangster affiancato dal suo amico biondo monocolo e fighetto, gangster pure lui".
Un pregio però la cover del n. 1 di questo fumetto ce l'ha; magari non è una trovata grafica originale, certo è interessante: di fatto è "bifacciale" e virtualmente "passante", con un protagonista sul fronte visto de visu e l'altro di schiena, e il retro di copertina disegnato rovesciato.
In altri termini, mentre guardate la cover di Gangsta, magari rimarrete colpiti da questa particolarità ma quel che vi verrà da pensare sarà:"Ecco, questa è la classica serie che parla di criminali dal punto di vista dei criminali, ma che, diciamocelo, tanto-tanto criminali non sono, anzi, sono dei simpatici guaglioni".
Quindi, insomma, chi me lo ha fatto fare di comprarlo?!
Beh, devo essere sincero: quel giorno non avevo altro da leggere.
Voi invece dovete andare oltre, comprarlo e leggerlo, e scoprire che, come me, magari, a soffermarvi sulla cover sbagliavate, e sbagliavate di brutto.
Qui se non lo avete letto vi potete fermare; se sì, proseguite pure.
Il protagonista della side A della cover del n.1, che pare un ex milite è, in realtà, Nicolas Brown, una "piastrina", un individuo geneticamente modificato con forza ed agilità sovrumane.
Sembra che i più forti di loro debbano pagare queste abilità in due modi: una, con l'uso costante del Celeber, una sorta di droga tossica che crea dipendenza, e, due, attraverso qualche menomazione o limitazione.
Dico "sembra", perché tra i vari "Blood Type" fino ad ora abbiamo letto che Nicolas è sordomuto, mentre Doug, un ventunenne che si è scontrato con i nostri eroi, ha l'aspetto di un bambino di dodici anni, mentre degli altri in cui ci siamo imbattuti nei primi tre volumi non ci è stato dato di sapere ancora nulla. Ma, chissà, magari dipende dal fatto che Nick è un A/0 - la categoria più forte - che abusa in combattimento del Celeber, mentre i meno forti sono B/3 - la categoria meno forte - e, forse, i più deboli in assoluto, come il bel Delico, una "piastrina" al soldo del romantico gangster Daniel Monroe, probabilmente non hanno altro limite che la propria debolezza…
Ma divago, come sempre, quindi chiedo venia.
Il protagonista della side B della cover è Worick Arcangelo, "normal" socio di Nicolas con una benda sull'occhio di cui è privo e un ottimo gusto nel vestire.
Un'altra caratteristica di questo fumetto, la componente da "cartoon", che spesso a me disturba, qui è parte integrante dell'espressività dei personaggi e della capacità di divertire o coinvolgere delle singole tavole.
Come che sia, dicevo, mai ho preso cantonata tanto grande: Gangsta è sexy, divertente, violento quanto basta e, man mano che la storia avanza (in Giappone sono al quinto volume, qui in Italia il ritardo è di pochi mesi, e siamo al volume tre), il fumetto si fa sempre più denso.
I motivi di interesse verso quest'opera anomala aumentano di numero in numero: dal volume uno al tre comprendiamo che i protagonisti di Gangsta sono due factotum che accettano incarichi da chi più gli aggrada (compresi, indistintamente, esponenti della polizia e criminali), che il biondino con un occhio solo arrotonda facendo lo gigolò, che Nicolas ha tendenze pederaste che nemmeno cerca di controllare (di fatto gli piacciono le tette piccole per sua stessa ammissione, ed è chiaramente innamorato dell'infermierina Nina, che fa divertire facendo salti di decine di metri con lei tra le braccia), che i due hanno un cuore d'oro (infatti salvano una prostituta, Alex, che inizierà a vivere con loro), che Nick e Worick si conoscono da bambini, che il fumetto è ambientato in un mondo alternativo dove "le piastrine" sono state create nel 1908 per combattere in guerra, che il padre di Nicolas lo sfruttava come se fosse una bestia, che anche Worick quanto Nick era odiato dal rispettivo padre, che in un impeto di rabbia Worick chiede a Nick di uccidere suo padre e questi gli stermina famiglia, cameriere, matrigna e guardie del corpo (non si capisce se suo padre sia compreso), e, alla fine, gli cava quanto rimane del suo occhio (perché "non gli seve più, uindi bisogna toierlo"), che un'organizzazione imprecisata sta massacrando le piastrine della città in cui la storia è ambientata, Ergastulum City. Che Ergastulum City nacque come ricettacolo delle piastrine, che questi si sono mescolati alla razza umana, che la razza umana li sfrutta come soldati, a scopo sessuale e chi più ne ha più ne metta, che le tre leggi che le piastrine sarebbero tenuti ad osservare sono una chiara derivazione delle tre leggi della robotica di Asimov, che Nick è autodistruttivo (il Celeber non solo può mantenere in vita le piastrine, ma le rende più forti, più veloci ed insensibili al dolore, e lui a quanto sembra ne abusa)...
Insomma - wow, fatemi riprendere fiato, meglio, fatemi soffiare sulle punte delle dita, che mi stanno dolendo dal troppo ticchettare cazzate - quello che sembrava il classico fumetto di stampo gangsteristico in realtà sfrutta sapientemente un'amplissima varietà di "topoi" (no, non parlo di toponi, è il plurale del greco "topos") ed aggancia il lettore coinvolgendolo, facendolo divertire, e, perché no, buttiamo nel cesso la nostrà dignità, tanto a 42 anni di fatto abbiamo la stessa passione per i fumetti che avevamo a dodici, facendolo persino commuovere.
In breve, non un'opera cervellotica o particolarmente impegnata: solo "entertainment" puro.
Attenzione però che quando l'entertainment diventa perfetto nella sua purezza, di fatto diventa arte...
Per finire, Gangsta è un manga al passo coi tempi, e, visto che viene venduto anche in edicola a € 4,50, altamente consigliato.
Bye,
D.
Lo dissi una volta, e lo ripeto qui: se c'è una cosa che odio, quando mi ritrovo tra le mani un manga, è il non essere informato in precedenza riguardo i suoi contenuti. Non fraintendete: non si tratta degli elementi da pubblico adulto, quindi né dei vari riferimenti sessuali - che sono solo di contorno - né tantomeno della violenza e del sangue - che comunque sono in quantità modesta, in confronto a opere come "Gantz" o "Kenshin". Quello che nessun sito, né articolo informativo, né altro si dà la pena di dirvi riguardo questo manga sono i numerosi elementi fantascientifico/soprannaturali/urban fantasy. Davvero, non ho potuto non schiaffeggiarmi il volto, coprendo per vergogna la mia espressione (tradotto: *facepalm*), davanti allo spettacolo di gente che salta da un tetto ad un altro con un doppio carpiato all'indietro, colpi a mani nude che sfondano muri di cemento armato e tizi che riescono a fare strage di una banda munita di fucili M4 utilizzando unicamente un paio di lame Kukri. Insomma, in poche parole mi aspettavo qualcosa di simile a "Black Lagoon", da questo manga, e invece mi sono ritrovato davanti un pasticcio di termini specifici ("Twilight", che designa delle persone con capacità sovraumane in perfetto stile Capitan America; "Ergastolo", città-gulag immaginaria teatro di tutte le vicende, e questi sono solo un paio di esempi), senza alcuna pretesa di realismo né di verosimiglianza. Di solito mi trasformo in un roditore e abbandono la lettura in casi come questo, ma "Gangsta." è stato capace di intrattenermi in maniera così spregiudicata e "trash" che ne è valsa la pena, di aver continuato a leggere. Il ben assortito trio di protagonisti, i combattimenti pazzi, il ritmo volgare e divertente, e le ambientazioni, monotone ma molto curate ed appropriate, mi hanno convinto abbastanza da alzare il voto al di là della mediocrità. Le debolezze di quest'opera sono parecchie, ma chiunque si lascia un po' coinvolgere sarà in grado di perdonarle.
"Gangsta." narra - un applauso per la fantasia, prego - la storia di un paio di gangster a ore, iniziando dal momento in cui si inserisce, nella loro vita, una prostituta da loro salvata, che da quel momento in poi svolgerà il ruolo di domestica, segretaria e centro di forza del cliché "vorrei ma non posso" di cui nessun manga sembra in grado di fare a meno. Il posto dove vivono Worick (il biondo con la benda), Nicolas (il cane bastonato sordo, con la katana e i capelli neri) e Alex (la gnocca nippobrasiliana) è la classica città senza legge, dove a farla da padrone sono una manciata di famiglie criminali, e la polizia è solo una forza alle volte corrotta, alle volte neutra. E' molto carino lo sviluppo, poiché verrà spiegata la vera ragion d'essere di una città del genere, e verranno spiegate anche le origini dei protagonisti, anche se con un'ottima scusa per non farlo qualora non fosse utile ai fini del momento. Come ho già detto, il posto in prima fila viene riservato alle sequenze d'azione, quasi sanguinolente coreografie, che costituiscono il punto di forza del manga nonostante il tratto soprannaturale cui ho accennato prima, che le rende un po' stravaganti. A seguire, ci sono i vari tormenti dei protagonisti, visioni allucinatorie che definiscono molto del loro carattere, e a noialtri lettori lasciano una succulenta sensazione di tensione. Infine, una buona menzione va fatta dei dialoghi, interessanti e arricchiti dal fatto che uno dei protagonisti è privo dell'udito, e quindi costretto a comunicare tramite gesti e indicazioni. I personaggi sono tutti validi, a modo loro, e l'impostazione della storia li fa apparire tutti come importanti e irrinunciabili, animati dallo stesso spirito "trash" che fa da pietra angolare al manga.
Alcuni particolari fanno però storcere il naso. Ho già citato le deformazioni causate dall'elemento soprannaturale della storia, ma c'è da considerare anche un problema di riferimenti: certo, il manga non porta con sé nulla di particolarmente originale, ma alcuni elementi citativi in particolare ti fanno desiderare lo stesso di avere l'autore Kosuke davanti, per prenderlo a testate sul naso. Le Tre Leggi di Isaac Asimov? Ma stiamo scherzando? Che bisogno c'era di rubare così spudoratamente da un autore il cui genere non c'entra un accidentaccio con la vicenda di "Gangsta."? E se leggerete il manga, capirete di che parlo.
I disegni sono un altro forte del manga: elaborati e stilisticamente innovativi, vanno spalla a spalla con un design dei personaggi buono ma non sempre esaltante. Il palcoscenico, la città di Ergastolo, è sempre lo stesso, ma si tratta di un mondo a parte cui Kosuke riesce a dare carattere dipingendolo come un posto crudele e arido, dove solo i veri duri possono sopravvivere senza piegare la testa. L'impatto visivo è potente, forse più potente di molte altre opere che pure hanno riscosso maggior successo.
E' un vero peccato che un elemento così stupido, la categorizzazione dell'opera, debba andare ad incidere sulla valutazione, ma non posso farci nulla: personalmente, lo trovo un segno di sciatteria, un dare per scontato che tutti i lettori sappiano apprezzare i castelli in aria inventati dall'autore. Io cercavo qualche bella storia criminale, e invece mi sono ritrovato di fronte questo pastrocchio inverosimile che ribadiamolo, non mi ha deluso, ma comunque mi ha fatto fare la figura del fessacchiotto. Un Seinen d'azione al cento per cento, divertente e fracassone: questo è "Gangsta.", e se la descrizione corrisponde ai vostri gusti, vi consiglio caldamente di leggerlo.
"Gangsta." narra - un applauso per la fantasia, prego - la storia di un paio di gangster a ore, iniziando dal momento in cui si inserisce, nella loro vita, una prostituta da loro salvata, che da quel momento in poi svolgerà il ruolo di domestica, segretaria e centro di forza del cliché "vorrei ma non posso" di cui nessun manga sembra in grado di fare a meno. Il posto dove vivono Worick (il biondo con la benda), Nicolas (il cane bastonato sordo, con la katana e i capelli neri) e Alex (la gnocca nippobrasiliana) è la classica città senza legge, dove a farla da padrone sono una manciata di famiglie criminali, e la polizia è solo una forza alle volte corrotta, alle volte neutra. E' molto carino lo sviluppo, poiché verrà spiegata la vera ragion d'essere di una città del genere, e verranno spiegate anche le origini dei protagonisti, anche se con un'ottima scusa per non farlo qualora non fosse utile ai fini del momento. Come ho già detto, il posto in prima fila viene riservato alle sequenze d'azione, quasi sanguinolente coreografie, che costituiscono il punto di forza del manga nonostante il tratto soprannaturale cui ho accennato prima, che le rende un po' stravaganti. A seguire, ci sono i vari tormenti dei protagonisti, visioni allucinatorie che definiscono molto del loro carattere, e a noialtri lettori lasciano una succulenta sensazione di tensione. Infine, una buona menzione va fatta dei dialoghi, interessanti e arricchiti dal fatto che uno dei protagonisti è privo dell'udito, e quindi costretto a comunicare tramite gesti e indicazioni. I personaggi sono tutti validi, a modo loro, e l'impostazione della storia li fa apparire tutti come importanti e irrinunciabili, animati dallo stesso spirito "trash" che fa da pietra angolare al manga.
Alcuni particolari fanno però storcere il naso. Ho già citato le deformazioni causate dall'elemento soprannaturale della storia, ma c'è da considerare anche un problema di riferimenti: certo, il manga non porta con sé nulla di particolarmente originale, ma alcuni elementi citativi in particolare ti fanno desiderare lo stesso di avere l'autore Kosuke davanti, per prenderlo a testate sul naso. Le Tre Leggi di Isaac Asimov? Ma stiamo scherzando? Che bisogno c'era di rubare così spudoratamente da un autore il cui genere non c'entra un accidentaccio con la vicenda di "Gangsta."? E se leggerete il manga, capirete di che parlo.
I disegni sono un altro forte del manga: elaborati e stilisticamente innovativi, vanno spalla a spalla con un design dei personaggi buono ma non sempre esaltante. Il palcoscenico, la città di Ergastolo, è sempre lo stesso, ma si tratta di un mondo a parte cui Kosuke riesce a dare carattere dipingendolo come un posto crudele e arido, dove solo i veri duri possono sopravvivere senza piegare la testa. L'impatto visivo è potente, forse più potente di molte altre opere che pure hanno riscosso maggior successo.
E' un vero peccato che un elemento così stupido, la categorizzazione dell'opera, debba andare ad incidere sulla valutazione, ma non posso farci nulla: personalmente, lo trovo un segno di sciatteria, un dare per scontato che tutti i lettori sappiano apprezzare i castelli in aria inventati dall'autore. Io cercavo qualche bella storia criminale, e invece mi sono ritrovato di fronte questo pastrocchio inverosimile che ribadiamolo, non mi ha deluso, ma comunque mi ha fatto fare la figura del fessacchiotto. Un Seinen d'azione al cento per cento, divertente e fracassone: questo è "Gangsta.", e se la descrizione corrisponde ai vostri gusti, vi consiglio caldamente di leggerlo.
Gangsta, un seinen che ci cattura da subito portandoci in questo quartiere dove ci si fa giustizia con spade e proiettili. Violenza e humor si alternano, dando un'impronta tragicomica al manga.
Graficamente è curato, con personaggi caratterizzati e ben distinguibili l'uno dall'altro. I protagonisti sono pensati con intelligenza. Worick, un gigolò che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, e l'amico di infanzia Nic, "semi-sordomuto" che al contrario si rivela molto più introverso e tenebroso. Dopo aver salvato una prostituta di nome Alex, questa entra a far parte del gruppetto chiamato "Benriya" e a collaborare con loro. Sulla falsa riga di Baccano! il manga tratta argomenti delicati come vendetta, prostituzione e violenza con attenzione e audacia. Un buon lavoro del mangaka Kosuke che con i suoi disegni dalle linee aggressive, dà sempre un tocco di mascolinità agli uomini e sensualità alle donne. In particolare i vestiti sono curatissimi, giacche, camicie e pendoli vari sono davvero disegnati con impegno e maestria. Apprezzabile.
Graficamente è curato, con personaggi caratterizzati e ben distinguibili l'uno dall'altro. I protagonisti sono pensati con intelligenza. Worick, un gigolò che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, e l'amico di infanzia Nic, "semi-sordomuto" che al contrario si rivela molto più introverso e tenebroso. Dopo aver salvato una prostituta di nome Alex, questa entra a far parte del gruppetto chiamato "Benriya" e a collaborare con loro. Sulla falsa riga di Baccano! il manga tratta argomenti delicati come vendetta, prostituzione e violenza con attenzione e audacia. Un buon lavoro del mangaka Kosuke che con i suoi disegni dalle linee aggressive, dà sempre un tocco di mascolinità agli uomini e sensualità alle donne. In particolare i vestiti sono curatissimi, giacche, camicie e pendoli vari sono davvero disegnati con impegno e maestria. Apprezzabile.