Hideout
Oggi vi porto un'opera cupa, ma di forte impatto. “Hideout”.
La trama tratterà la storia di Seiichi Kirishima, uno scrittore caduto in disgrazia, che essendo in forte crisi con la moglie, organizzerà un viaggio con un intento molto chiaro, ucciderla.
Presto si ritroveranno persi in una galleria dove si renderanno conto di non essere soli... La trama è davvero molto lineare, probabilmente una delle opere più semplici da seguire nel suo genere, infatti il manga, un volume unico, si legge tutto d'un fiato.
La storia è mista a flashback del protagonista, che spiegheranno il motivo del suo gesto estremo. Purtroppo la trama ha come unico difetto di non avere nulla di particolarmente originale anche se riesce comunque ad attirare l'attenzione del lettore fino alla fine.
La tematica trattata principalmente è una: la fragilità della mente umana. Quest'opera sarà davvero molto introspettiva con molte sfumature psicologiche, anche se la maggior parte di esse ci verranno mostrate dal punto di vista del protagonista. I personaggi (ad eccezione dei due coniugi) non verranno mai approfonditi in maniera esaustiva, per lo più resteranno personaggi di contorno per l'andamento della trama. Ciò nonostante, tale scelta si rivelerà essere intelligente, evitando inutili dispersioni di trama.
Artisticamente parlando, siamo senza ombra di dubbio di fronte ad un'opera eccezionale. I disegni riescono in un qualcosa davvero difficile per un genere horror, ovvero il riuscire a trasmettere angoscia, ansia e tensione, sicuramente la punta di diamante di quest'opera.
Le ambientazioni sono davvero ben realizzate, ogni paesaggio è curato nei minimi particolari, ma è all'interno delle grotte che l'autore dà il meglio di sé. É proprio qui che, infatti, possiamo ammirare lo splendido lavoro basato ad unire luce e tenebre riuscendo a trasmettere il fastidio claustrofobico di gallerie e cunicoli oscuri e stretti.
Anche le espressioni sono fantastiche riuscendo a descriverci benissimo gli stati d'animo dei protagonisti; tal volta tristi, rassegnati, cupi, sinistri e contorti dalla pazzia. Ultima lode artistica va anche alle scene più cruente, che tendono a completare quest'opera stupenda. In conclusione “Hideout” si può considerare un piccolo capolavoro, davvero ben realizzato, e sicuramente non può mancare nella collezione degli appassionati del genere horror.
Il colpo d'occhio è eccellente, e la trama seppur non essendo nulla di innovativo, manda avanti la storia.
La trama tratterà la storia di Seiichi Kirishima, uno scrittore caduto in disgrazia, che essendo in forte crisi con la moglie, organizzerà un viaggio con un intento molto chiaro, ucciderla.
Presto si ritroveranno persi in una galleria dove si renderanno conto di non essere soli... La trama è davvero molto lineare, probabilmente una delle opere più semplici da seguire nel suo genere, infatti il manga, un volume unico, si legge tutto d'un fiato.
La storia è mista a flashback del protagonista, che spiegheranno il motivo del suo gesto estremo. Purtroppo la trama ha come unico difetto di non avere nulla di particolarmente originale anche se riesce comunque ad attirare l'attenzione del lettore fino alla fine.
La tematica trattata principalmente è una: la fragilità della mente umana. Quest'opera sarà davvero molto introspettiva con molte sfumature psicologiche, anche se la maggior parte di esse ci verranno mostrate dal punto di vista del protagonista. I personaggi (ad eccezione dei due coniugi) non verranno mai approfonditi in maniera esaustiva, per lo più resteranno personaggi di contorno per l'andamento della trama. Ciò nonostante, tale scelta si rivelerà essere intelligente, evitando inutili dispersioni di trama.
Artisticamente parlando, siamo senza ombra di dubbio di fronte ad un'opera eccezionale. I disegni riescono in un qualcosa davvero difficile per un genere horror, ovvero il riuscire a trasmettere angoscia, ansia e tensione, sicuramente la punta di diamante di quest'opera.
Le ambientazioni sono davvero ben realizzate, ogni paesaggio è curato nei minimi particolari, ma è all'interno delle grotte che l'autore dà il meglio di sé. É proprio qui che, infatti, possiamo ammirare lo splendido lavoro basato ad unire luce e tenebre riuscendo a trasmettere il fastidio claustrofobico di gallerie e cunicoli oscuri e stretti.
Anche le espressioni sono fantastiche riuscendo a descriverci benissimo gli stati d'animo dei protagonisti; tal volta tristi, rassegnati, cupi, sinistri e contorti dalla pazzia. Ultima lode artistica va anche alle scene più cruente, che tendono a completare quest'opera stupenda. In conclusione “Hideout” si può considerare un piccolo capolavoro, davvero ben realizzato, e sicuramente non può mancare nella collezione degli appassionati del genere horror.
Il colpo d'occhio è eccellente, e la trama seppur non essendo nulla di innovativo, manda avanti la storia.
Un solo volume, letto in un'ora circa, che però appassiona come se fossero venti.
Penso basti solamente questa frase per convincere una persona a leggerlo, ma dettaglierò ancora un po'.
All'interno di "Hideout" c'è di tutto: disegni fantastici, una trama psicopatica e colpi di scena che si susseguono, senza far abbassare nemmeno per un istante il livello di attenzione e la sensazione di ansia ed angoscia che dura dall'inizio alla fine. Non penso esista al momento un volume unico migliore di "Hideout".
La mia speranza è quella di poter un giorno dimenticare totalmente la sua storia per poterlo leggere nuovamente da capo.
Veramente consigliatissimo a chiunque, nonostante le forti venature horror.
Voto: 8,5/10
Penso basti solamente questa frase per convincere una persona a leggerlo, ma dettaglierò ancora un po'.
All'interno di "Hideout" c'è di tutto: disegni fantastici, una trama psicopatica e colpi di scena che si susseguono, senza far abbassare nemmeno per un istante il livello di attenzione e la sensazione di ansia ed angoscia che dura dall'inizio alla fine. Non penso esista al momento un volume unico migliore di "Hideout".
La mia speranza è quella di poter un giorno dimenticare totalmente la sua storia per poterlo leggere nuovamente da capo.
Veramente consigliatissimo a chiunque, nonostante le forti venature horror.
Voto: 8,5/10
Amo il genere horror però questo è tra-bocciato! Non mi dilungherò nel descriverlo perché non l'ho gradito più di tanto, quindi passo subito ai motivi della mia bocciatura.
I disegni per il mio gusto sono decisamente troppo troppo pesanti, troppo marcati, troppo "vecchio stile", anche se abbastanza realistici. Le atmosfere e gli sfondi, ovviamente per motivi di "oppressione", sono invece poco dettagliati e molto claustrofobici.
La trama non è granché: infatti già dopo poche pagine si intuisce come finirà.
Riguardo l'edizione, stavolta Planet Manga si è superata, rivaleggiando con lo standard a cui J-Pop ci ha abituati. La sovracopertina in carta "ruvida" è particolare, l'ho gradita.
Detto ciò: bocciato. Una buona edizione (una delle poche che mi piaccioni di Planet Manga) da avere, ma solo se vi avanza qualche spicciolo.
I disegni per il mio gusto sono decisamente troppo troppo pesanti, troppo marcati, troppo "vecchio stile", anche se abbastanza realistici. Le atmosfere e gli sfondi, ovviamente per motivi di "oppressione", sono invece poco dettagliati e molto claustrofobici.
La trama non è granché: infatti già dopo poche pagine si intuisce come finirà.
Riguardo l'edizione, stavolta Planet Manga si è superata, rivaleggiando con lo standard a cui J-Pop ci ha abituati. La sovracopertina in carta "ruvida" è particolare, l'ho gradita.
Detto ciò: bocciato. Una buona edizione (una delle poche che mi piaccioni di Planet Manga) da avere, ma solo se vi avanza qualche spicciolo.
Dopo la piacevole lettura di "GeneX" mi aspettavo un manga di pari livello. Mi sbagliavo. "Hideout" è un opera più matura e meglio eseguita di "GeneX".
Kakizaki affida al disegno l'onere di creare la giusta atmosfera e buona parte della trama. E ci riesce. I disegni sono spettacolari, profondi e "parlano" al lettore tavola dopo tavola. La suspense c'è, esattamente come ci si aspetta da un manga del genere horror. Anche se la lettura è breve si rimane incantati dai disegni eseguiti dal mangaka. L'opera si sviluppa in un solo volume, ma ne avrei voluto di più.
L'edizione italiana ha la sovra-coperta spessa e ruvida, molto bella.
Un manga ottimo. Promosso senza remore.
Storia: 8
disegni: 9
edizione: 8
Kakizaki affida al disegno l'onere di creare la giusta atmosfera e buona parte della trama. E ci riesce. I disegni sono spettacolari, profondi e "parlano" al lettore tavola dopo tavola. La suspense c'è, esattamente come ci si aspetta da un manga del genere horror. Anche se la lettura è breve si rimane incantati dai disegni eseguiti dal mangaka. L'opera si sviluppa in un solo volume, ma ne avrei voluto di più.
L'edizione italiana ha la sovra-coperta spessa e ruvida, molto bella.
Un manga ottimo. Promosso senza remore.
Storia: 8
disegni: 9
edizione: 8
Approssimativo è la prima parola che mi viene per descrive questo volume, a partire dalla trama, che non brilla per originalità e nemmeno per coerenza.
Il protagonista di questa storia, dopo i problemi lavorativi, la morte del figlio e il matrimonio che va in pezzi, giunge alla conclusione che per poter cominciare una nuova vita deve prima uccidere la moglie. Con la scusa di un viaggio la porta su un’isola sperduta, ma nemmeno tanto, visto che si tratta pur sempre di un luogo di villeggiatura, dove si dice che sia stata combattuta una battaglia con decine di migliaia di vittime le cui ossa ancora oggi affiorano di continuo dal terreno. L’idea è quella di farla fuori nel mezzo del nulla così che, se un giorno le ossa dovessero essere ritrovate, nessuno ci darebbe troppa importanza. Qui c’è un primo problema di sceneggiatura perché a quanto pare questo genio del male non ha preso in considerazione l’idea che partire in coppia e tornare da solo potrebbe destare qualche sospetto. Ma tant'è, se lui crede che possa funzionare, ci credo anch'io. O almeno ci credo fino a quando non viene mostrato un flashback di cosa fa giusto un paio di minuti prima di partire. A quel punto ho la certezza che dopo il viaggio comincerà una nuova vita, ma non del tipo che pensa lui.
Non mi dilungo oltre sulla sceneggiatura per non fare spoiler; ci tengo però a far notare che il tutto si svolge su di un’isoletta in cui la gente svanisce di continuo da anni e nessuno ha mai l’alzata di ingegno di mandare qualcuno a controllare cosa stia succedendo. Ma va bene così.
Parliamo un po’ dei personaggi. Il protagonista è uno scrittore caduto in disgrazia. Il che ha senso visto che, da come elabora il suo piano, gli manca il concetto di causa/effetto. Di lui sappiamo solo che è un gran lavoratore, che ama la sua famiglia e che la cosa non è reciproca.
Passiamo alla moglie. Lei è il classico personaggio che l’autore vuole farti odiare a tutti i costi. Non ha alcuno spessore. Semplicemente, tutto quello che dice, fa e pensa, ha l’unica finalità di renderla detestabile.
Ci sarebbe anche il suocero, che appare giusto il tempo di pensare che la mela non cade lontano dall'albero, e alcuni altri personaggi di cui non dico niente per non rivelare troppo ma che, fidatevi, non hanno alcuna caratterizzazione.
Dopo alcune scene da “se, vabbeh…”, arriviamo al finale. In effetti si tratta di un colpo di scena ma, diversamente da come si potrebbe pensare ad una prima lettura, non riguarda il protagonista. Riguarda la rivelazione della vera vittima di questo volume: un personaggio che appare solo in una dozzina di tavole e di cui non sappiamo nemmeno il nome.
Due parole sui disegni, l’unica ragione che mi porta a dare la sufficienza a questo volume. Se la storia fosse stata al livello delle tavole, probabilmente avremmo avuto un’opera da 9. Le tavole di Kakizaki sono molto buone, specie quelle sotto la pioggia o in ambienti scuri. Per rendere l’idea, ho visto le tavole, ho deciso di comprare il volume e solo dopo mi sono ricordato di leggere la trama.
Il protagonista di questa storia, dopo i problemi lavorativi, la morte del figlio e il matrimonio che va in pezzi, giunge alla conclusione che per poter cominciare una nuova vita deve prima uccidere la moglie. Con la scusa di un viaggio la porta su un’isola sperduta, ma nemmeno tanto, visto che si tratta pur sempre di un luogo di villeggiatura, dove si dice che sia stata combattuta una battaglia con decine di migliaia di vittime le cui ossa ancora oggi affiorano di continuo dal terreno. L’idea è quella di farla fuori nel mezzo del nulla così che, se un giorno le ossa dovessero essere ritrovate, nessuno ci darebbe troppa importanza. Qui c’è un primo problema di sceneggiatura perché a quanto pare questo genio del male non ha preso in considerazione l’idea che partire in coppia e tornare da solo potrebbe destare qualche sospetto. Ma tant'è, se lui crede che possa funzionare, ci credo anch'io. O almeno ci credo fino a quando non viene mostrato un flashback di cosa fa giusto un paio di minuti prima di partire. A quel punto ho la certezza che dopo il viaggio comincerà una nuova vita, ma non del tipo che pensa lui.
Non mi dilungo oltre sulla sceneggiatura per non fare spoiler; ci tengo però a far notare che il tutto si svolge su di un’isoletta in cui la gente svanisce di continuo da anni e nessuno ha mai l’alzata di ingegno di mandare qualcuno a controllare cosa stia succedendo. Ma va bene così.
Parliamo un po’ dei personaggi. Il protagonista è uno scrittore caduto in disgrazia. Il che ha senso visto che, da come elabora il suo piano, gli manca il concetto di causa/effetto. Di lui sappiamo solo che è un gran lavoratore, che ama la sua famiglia e che la cosa non è reciproca.
Passiamo alla moglie. Lei è il classico personaggio che l’autore vuole farti odiare a tutti i costi. Non ha alcuno spessore. Semplicemente, tutto quello che dice, fa e pensa, ha l’unica finalità di renderla detestabile.
Ci sarebbe anche il suocero, che appare giusto il tempo di pensare che la mela non cade lontano dall'albero, e alcuni altri personaggi di cui non dico niente per non rivelare troppo ma che, fidatevi, non hanno alcuna caratterizzazione.
Dopo alcune scene da “se, vabbeh…”, arriviamo al finale. In effetti si tratta di un colpo di scena ma, diversamente da come si potrebbe pensare ad una prima lettura, non riguarda il protagonista. Riguarda la rivelazione della vera vittima di questo volume: un personaggio che appare solo in una dozzina di tavole e di cui non sappiamo nemmeno il nome.
Due parole sui disegni, l’unica ragione che mi porta a dare la sufficienza a questo volume. Se la storia fosse stata al livello delle tavole, probabilmente avremmo avuto un’opera da 9. Le tavole di Kakizaki sono molto buone, specie quelle sotto la pioggia o in ambienti scuri. Per rendere l’idea, ho visto le tavole, ho deciso di comprare il volume e solo dopo mi sono ricordato di leggere la trama.
Appena ho terminato di leggere il volume sono rimasto affascinato da quest'opera di Masasumi Kakizaki. Non avendo ancora letto horror del genere, che si avvicina a storielle già viste in alcuni film, Hideout è riuscito ad interessarmi già dalle prime pagine, dove il protagonista si trova legato ad una sedia con due bei occhioni che lo fissano.
Parlando della trama, ho pensato che fosse scontata o simile a qualcosa di già visto invece qualcosa di diverso, o meglio che ti prende nella lettura, ce l'ha. Una moglie che disprezza il proprio marito perchè poco affidabile per via del lavoro e altri motivi che non sto a dirvi per rovinarvi le sorprese, per non parlare dell'evolversi inaspettatamente della storia che va sempre crescendo in questi pochi capitoli. Inizialmente potrà esservi scontata e poco interessante ma mettevi comodi e arrivate fino in fondo, vi piacerà!
Niente da dire sui disegni a parte che sono accurati e caratteristici ma un piccolo difetto forse c'è. Quasi tutti i disegni sono sommersi nell'oscurità e quindi alcune scene non sono facilmente visibili ma è un difetto che varia da occhio a occhio. Per il resto nulla da ridere.
Concludo col dire che quest'opera può essere un segnale o meglio una svegliata da dare a molte opere future, perchè qui vedo il genere horror che piace con un po' di mistero drammaticità e del buon sangue che non guasta mai.
Parlando della trama, ho pensato che fosse scontata o simile a qualcosa di già visto invece qualcosa di diverso, o meglio che ti prende nella lettura, ce l'ha. Una moglie che disprezza il proprio marito perchè poco affidabile per via del lavoro e altri motivi che non sto a dirvi per rovinarvi le sorprese, per non parlare dell'evolversi inaspettatamente della storia che va sempre crescendo in questi pochi capitoli. Inizialmente potrà esservi scontata e poco interessante ma mettevi comodi e arrivate fino in fondo, vi piacerà!
Niente da dire sui disegni a parte che sono accurati e caratteristici ma un piccolo difetto forse c'è. Quasi tutti i disegni sono sommersi nell'oscurità e quindi alcune scene non sono facilmente visibili ma è un difetto che varia da occhio a occhio. Per il resto nulla da ridere.
Concludo col dire che quest'opera può essere un segnale o meglio una svegliata da dare a molte opere future, perchè qui vedo il genere horror che piace con un po' di mistero drammaticità e del buon sangue che non guasta mai.
Non essendo un genere a me gradito, ho titubato molto prima di dedicarmi alla lettura di questo manga, i disegni però mi incuriosivano troppo per tirarmi indietro, e così eccomi qui a recensire "Hideout", il primo seinen horror che abbia mai letto.
Uno scrittore di affermato, in crisi compositiva e sopraffatto dai sensi di colpa, arriva a progettare la morte della moglie con la quale il rapporto è ormai definitivamente compromesso.
La trama ha tutti i connotati di un racconto di genere, ma le parti migliori sono, a mio avviso, i numerosi flashback in cui l'autore si dedica alla costruzione della psiche del protagonista, attraverso i passi salienti del suo passato più recente.
Se da un lato questo è un grande pregio, dall'altro è un enorme limite dell'opera. In un horror, infatti, ci si aspetterebbe una grande attenzione alla messa in scena di situazioni atte a garantire il giusto controllo della tensione; cosa che, detto da uno facilmente impressionabile, l'autore non riesce mai a portare a termine.
Se il lato migliore del manga è quello in cui ci vengono descritte scene di vita quotidiana, in cui si alternano felicità e dramma, il problema è abbastanza evidente, perché tutto ciò che dovrebbe rappresentare la vera anima del manga non riesce mai ad essere davvero incisivo. In altre parole, "Hideout" non incute nemmeno un pochino di paura. Casomai mette molta tristezza e solo a volte si avverte la giusta tensione.
Il puzzle di ricordi è gestito con grande sapienza e riesce a tenere sempre viva l'attenzione del lettore che, componendone le varie tessere, solo alla fine avrà davvero chiara la situazione.
Masasumi Kakizaki non riesce a trovare i tempi giusti per far nascere la paura nel lettore. D'altro canto tutto ciò che ruota attorno al "lato oscuro" della storia appare fin troppo sbrigativo.
L'autore cerca di individuare le cause che trascinano il protagonista verso "l'inferno". Ripercorrendone il triste passato, mostra l'evoluzione psicologica dell'uomo che, asfissiato dalla propria condizione e dalle persone che lo circondano, trova come unica via d'uscita l'eliminazione della causa del suo malessere: la moglie.
Purtroppo, nel compiere questa operazione, Kakizaki si concentra unicamente sul protagonista. Anche se gli altri personaggi vengono caratterizzati con grande maestria, attraverso piccoli espedienti, restano comunque privi di approfondimento. Primo fra tutti quello della moglie; estremamente stereotipato e privo di sfaccettature. Caratteristica probabilmente ricercata dall'autore per innescare la follia omicida del protagonista, ma che resta comunque un punto debole dell'opera.
I disegni sono davvero notevoli, votati al realismo totale. I volti dei personaggi sono dettagliatissimi, così come i paesaggi ed ogni oggetto riprodotto. Le espressioni sono ben evidenziate, tali da creare le giuste atmosfere in un manga, appunto, di atmosfera.
L'edizione edita da Panini Comics è realizzata con grandissima cura. Splendida la sovraccoperta, ottima la carta utilizzata e le pagine a colori. Il prezzo è in linea con quello delle edizioni più costose della casa editrice.
Uno scrittore di affermato, in crisi compositiva e sopraffatto dai sensi di colpa, arriva a progettare la morte della moglie con la quale il rapporto è ormai definitivamente compromesso.
La trama ha tutti i connotati di un racconto di genere, ma le parti migliori sono, a mio avviso, i numerosi flashback in cui l'autore si dedica alla costruzione della psiche del protagonista, attraverso i passi salienti del suo passato più recente.
Se da un lato questo è un grande pregio, dall'altro è un enorme limite dell'opera. In un horror, infatti, ci si aspetterebbe una grande attenzione alla messa in scena di situazioni atte a garantire il giusto controllo della tensione; cosa che, detto da uno facilmente impressionabile, l'autore non riesce mai a portare a termine.
Se il lato migliore del manga è quello in cui ci vengono descritte scene di vita quotidiana, in cui si alternano felicità e dramma, il problema è abbastanza evidente, perché tutto ciò che dovrebbe rappresentare la vera anima del manga non riesce mai ad essere davvero incisivo. In altre parole, "Hideout" non incute nemmeno un pochino di paura. Casomai mette molta tristezza e solo a volte si avverte la giusta tensione.
Il puzzle di ricordi è gestito con grande sapienza e riesce a tenere sempre viva l'attenzione del lettore che, componendone le varie tessere, solo alla fine avrà davvero chiara la situazione.
Masasumi Kakizaki non riesce a trovare i tempi giusti per far nascere la paura nel lettore. D'altro canto tutto ciò che ruota attorno al "lato oscuro" della storia appare fin troppo sbrigativo.
L'autore cerca di individuare le cause che trascinano il protagonista verso "l'inferno". Ripercorrendone il triste passato, mostra l'evoluzione psicologica dell'uomo che, asfissiato dalla propria condizione e dalle persone che lo circondano, trova come unica via d'uscita l'eliminazione della causa del suo malessere: la moglie.
Purtroppo, nel compiere questa operazione, Kakizaki si concentra unicamente sul protagonista. Anche se gli altri personaggi vengono caratterizzati con grande maestria, attraverso piccoli espedienti, restano comunque privi di approfondimento. Primo fra tutti quello della moglie; estremamente stereotipato e privo di sfaccettature. Caratteristica probabilmente ricercata dall'autore per innescare la follia omicida del protagonista, ma che resta comunque un punto debole dell'opera.
I disegni sono davvero notevoli, votati al realismo totale. I volti dei personaggi sono dettagliatissimi, così come i paesaggi ed ogni oggetto riprodotto. Le espressioni sono ben evidenziate, tali da creare le giuste atmosfere in un manga, appunto, di atmosfera.
L'edizione edita da Panini Comics è realizzata con grandissima cura. Splendida la sovraccoperta, ottima la carta utilizzata e le pagine a colori. Il prezzo è in linea con quello delle edizioni più costose della casa editrice.
Hideout ha come protagonista Seiichi Kirishima, uno scrittore nel punto più basso della sua carriera che, a seguito di svariati episodi spiacevoli e traumatizzanti, decide di riniziare la sua vita da capo e di organizzare una vacanza assieme alla moglie su un'isola dove girano alcune macabre leggende. Ma il modo in cui il protagonista deciderà di ricominciare non sarà senza dubbio lo stesso che la moglie si aspettava.
I problemi iniziano quando i due entrano dentro ad una cupa grotta in mezzo alla foresta, dalla quale sembra non esserci via d'uscita. Questa grotta è abitata da uno strano individuo che catturerà Seiichi, così come ha fatto con numerosi altri visitatori scomparsi in passato.
Personalmente sono un amante del genere horror e "Hideout" è stata una lettura che ho piacevolmente concluso tutto d'un fiato. L'atmosfera cupa e carica di tensione, dovuta all'ambientazione della grotta piena di cunicoli, dai quali non sai mai cosa aspettarti che esca, è resa benissimo, così come i giochi di luce e ombra. L'assenza di dialoghi superflui assieme ai disegni realizzati in modo impeccabile danno come l'impressione di essere spettatori di un film nel quale siamo presenti anche noi in prima persona. Non mancheranno le scene splatter e di violenza, così come non mancheranno disegni in grado di trasmettere angoscia al lettore.
Ma questo manga non sarà solo splatter e violenza: la storia che c'è dietro alla decisione del protagonista verrà accennata all'inizio, ma svelata solo con l'andare avanti della trama e non farà che aumentare l'interesse e la voglia di concludere la lettura. Grazie all'approfondimento del passato tormentato di Seiichi l'autore rappresenterà un animo turbato e danneggiato dai soprusi e dalle ingiustizie subite. Sul finale disperazione e pazzia prenderanno il sopravvento nel protagonista ormai provato dalle vicende capitategli, aggiungendo caratteristiche psicologiche all'opera, che porteranno ad avere difficoltà nel giudicare come crudele il finale. Epilogo senza dubbio soddisfacente, che da solo vale i soldi spesi per l'acquisto.
I problemi iniziano quando i due entrano dentro ad una cupa grotta in mezzo alla foresta, dalla quale sembra non esserci via d'uscita. Questa grotta è abitata da uno strano individuo che catturerà Seiichi, così come ha fatto con numerosi altri visitatori scomparsi in passato.
Personalmente sono un amante del genere horror e "Hideout" è stata una lettura che ho piacevolmente concluso tutto d'un fiato. L'atmosfera cupa e carica di tensione, dovuta all'ambientazione della grotta piena di cunicoli, dai quali non sai mai cosa aspettarti che esca, è resa benissimo, così come i giochi di luce e ombra. L'assenza di dialoghi superflui assieme ai disegni realizzati in modo impeccabile danno come l'impressione di essere spettatori di un film nel quale siamo presenti anche noi in prima persona. Non mancheranno le scene splatter e di violenza, così come non mancheranno disegni in grado di trasmettere angoscia al lettore.
Ma questo manga non sarà solo splatter e violenza: la storia che c'è dietro alla decisione del protagonista verrà accennata all'inizio, ma svelata solo con l'andare avanti della trama e non farà che aumentare l'interesse e la voglia di concludere la lettura. Grazie all'approfondimento del passato tormentato di Seiichi l'autore rappresenterà un animo turbato e danneggiato dai soprusi e dalle ingiustizie subite. Sul finale disperazione e pazzia prenderanno il sopravvento nel protagonista ormai provato dalle vicende capitategli, aggiungendo caratteristiche psicologiche all'opera, che porteranno ad avere difficoltà nel giudicare come crudele il finale. Epilogo senza dubbio soddisfacente, che da solo vale i soldi spesi per l'acquisto.
Ormai posso dire di conoscere il maestro Kakizaki, amo le sue opere. Sia quelle che produce da solo, sia quelle in cui fa solo il disegnatore... è un regista, un poeta, un romanziere, tutto questo accanto al mestiere del mangaka.
Hideout secondo me è una delle sue opere più riuscite, anche per il fatto che le sue creazioni siano basate sulle sue passioni è già un segno di un grande prodotto (come per esempio Green Blood, scritto per la sua passione sui film Western).
La trama è semplice ma geniale: è la storia di uno scrittore, giovane, che per una serie di sfortunati eventi impazzisce completamente (questo succede spesso nelle storie con il personaggio principale che fa lo scrittore di mestiere, ma questa vicenda è comunque differente). Egli è sempre consapevole di essere fuori di testa, ma le sue azioni sono tutte compiute al fine di "ricominciare una nuova vita" e quindi diventano anche lecite e giuste secondo il protagonista, e se ci lasciamo prendere dalla storia magari anche secondo noi...
La pazzia di Seiichi è vista completamente dal suo punto di vista, facendoci vedere immagini e pensieri direttamente dai suoi occhi. Questi ultimi svolgono una parte importantissima nel manga, i quali vedremo essere il vero e proprio simbolo della pazzia! Occhi intrisi di una cattiveria e di una violenza che sembra quasi poterla leggere nelle singole venature degli occhi rosso sangue, che fanno da copertina al manga stesso e vengono più e più volte riproposte all'interno della storia... Tutto questo è permesso solamente dalle tavole di Kakizaki.
Consiglierei questo manga solo per i suoi disegni così espressivi (cosa che ormai si vede in tutti i manga del maestro), ma anche per la caratterizzazione psicologica: la pazzia di un uomo che potrebbe essere chiunque e che finisce anche egli per essere complice e portatore sano di questa pazzia che aumenta ogni giorno sempre di più, fino ad arrivare ad un pieno controllo di essa sulla sua mente.
Questo manga è da 9 e non da 10 soltanto perché nel personaggio della moglie ho rivisto troppo il solito cliché della moglie che fa shopping e che finisce per tradire il marito troppo impegnato nel lavoro (cosa che in Kakizaki può essere vista anche come una citazione a qualche film al quale potrebbe essersi ispirato)... e forse mi è un po' dispiaciuto il fatto che sia "corto" come manga, perché contiene una storia e un significato così forte che porta il lettore a farsi delle Grandi domande sulla vita... senza però chiaramente darcene le risposte.
P.S.
Ho scelto di non andare troppo nel particolare, sia per la storia che per i personaggi, perché opere come questa secondo me vanno lette pagina per pagina, senza saper cosa doversi aspettare da un personaggio che crediamo conoscere.
Hideout secondo me è una delle sue opere più riuscite, anche per il fatto che le sue creazioni siano basate sulle sue passioni è già un segno di un grande prodotto (come per esempio Green Blood, scritto per la sua passione sui film Western).
La trama è semplice ma geniale: è la storia di uno scrittore, giovane, che per una serie di sfortunati eventi impazzisce completamente (questo succede spesso nelle storie con il personaggio principale che fa lo scrittore di mestiere, ma questa vicenda è comunque differente). Egli è sempre consapevole di essere fuori di testa, ma le sue azioni sono tutte compiute al fine di "ricominciare una nuova vita" e quindi diventano anche lecite e giuste secondo il protagonista, e se ci lasciamo prendere dalla storia magari anche secondo noi...
La pazzia di Seiichi è vista completamente dal suo punto di vista, facendoci vedere immagini e pensieri direttamente dai suoi occhi. Questi ultimi svolgono una parte importantissima nel manga, i quali vedremo essere il vero e proprio simbolo della pazzia! Occhi intrisi di una cattiveria e di una violenza che sembra quasi poterla leggere nelle singole venature degli occhi rosso sangue, che fanno da copertina al manga stesso e vengono più e più volte riproposte all'interno della storia... Tutto questo è permesso solamente dalle tavole di Kakizaki.
Consiglierei questo manga solo per i suoi disegni così espressivi (cosa che ormai si vede in tutti i manga del maestro), ma anche per la caratterizzazione psicologica: la pazzia di un uomo che potrebbe essere chiunque e che finisce anche egli per essere complice e portatore sano di questa pazzia che aumenta ogni giorno sempre di più, fino ad arrivare ad un pieno controllo di essa sulla sua mente.
Questo manga è da 9 e non da 10 soltanto perché nel personaggio della moglie ho rivisto troppo il solito cliché della moglie che fa shopping e che finisce per tradire il marito troppo impegnato nel lavoro (cosa che in Kakizaki può essere vista anche come una citazione a qualche film al quale potrebbe essersi ispirato)... e forse mi è un po' dispiaciuto il fatto che sia "corto" come manga, perché contiene una storia e un significato così forte che porta il lettore a farsi delle Grandi domande sulla vita... senza però chiaramente darcene le risposte.
P.S.
Ho scelto di non andare troppo nel particolare, sia per la storia che per i personaggi, perché opere come questa secondo me vanno lette pagina per pagina, senza saper cosa doversi aspettare da un personaggio che crediamo conoscere.
Appena ho terminato di leggere Hideout ho avvertito la sensazione di aver ricevuto un pugno nello stomaco, mentre per tutta la lettura ho avuto la sensazione di rivivere (in parte) il film "The Descent". Non so se qualcuno abbia visto questo film ormai non più recentissimo, fatto sta che è ambientato all'interno di una grotta fitta di cunicoli dal quale è praticamente impossibile uscire. In Hideout si ha la stessa sensazione di claustrofobia, la sensazione che non si possa uscire dalla grotta nella quale il protagonista è finito. Altra cosa in comune è la presenza di esseri che sono cresciuti in quelle condizioni e che hanno sviluppato in maniera diversa rispetto alle persone normali. Se quindi non reputo quest'opera propriamente originale, non posso però dire che non sia bella, o per lo meno che non riesca a trasmettere le sensazioni che Masasumi Kakizaki ci vuole trasmettere.
Di horror ho trovato l'ambientazione ed i personaggi, ma purtroppo non riesco proprio a provare smarrimento ed angoscia come può succedere con un libro o una versione animata (film o anime che sia). Intrigante anche la storia che ha portato Seiichi a prendere "quella" decisione così importante che da inizio alla storia, fino al finale nel quale la pazzia la fa da padrona.
Non è un capolavoro, però di certo è una piacevole opera horror, con dei bellissimi disegni: le grotte sono rappresentate in maniera stupenda e tutti gli sfondi in generale sono molto ben curati; anche le persone sono disegnate molto bene, soprattutto gli esseri, molto brutti e spaventosi.
Se il genere è di vostro gradimento vi consiglio vivamente di leggere Hideout, forse il miglior manga horror che abbia mai letto.
Di horror ho trovato l'ambientazione ed i personaggi, ma purtroppo non riesco proprio a provare smarrimento ed angoscia come può succedere con un libro o una versione animata (film o anime che sia). Intrigante anche la storia che ha portato Seiichi a prendere "quella" decisione così importante che da inizio alla storia, fino al finale nel quale la pazzia la fa da padrona.
Non è un capolavoro, però di certo è una piacevole opera horror, con dei bellissimi disegni: le grotte sono rappresentate in maniera stupenda e tutti gli sfondi in generale sono molto ben curati; anche le persone sono disegnate molto bene, soprattutto gli esseri, molto brutti e spaventosi.
Se il genere è di vostro gradimento vi consiglio vivamente di leggere Hideout, forse il miglior manga horror che abbia mai letto.
Negli ultimi anni l'horror giapponese è giunto anche nelle nostre videoteche, e finalmente c'è qualche canale in chiaro che pare voglia dare anche ad essi la giusta importanza, proponendoli ad orari accessibili. Chi ha colto l'occasione avrà avuto modo di constatare che l'horror giapponese (meglio noto come J-horror) si differenzia molto dall'horror occidentale: meno splatter e più tensione, in pratica si tende molto all'horror psicologico; inoltre, certamente a causa della sostanziale differenza nella cultura e nella mentalità, non tutti gli aspetti dei J-horror sono subito compresi dal telespettatore occidentale.
Bene, questa premessa per dire che Hideout, manga auto-conclusivo di Masasumi Kakizaki (per la cui trama vi rimando alla sinossi qui sopra), è perfetto per dare ad un lettore occidentale ciò che ci si potrebbe aspettare guardando uno di questi film alla TV!
Innanzitutto il protagonista: Seiichi non affronta semplicemente vampiri o licantropi o altri mostri che vanno in giro a spargere sangue e morte, ma al di là tutto affronta gli orrori che si nascondono nella sua mente dalla tragica morte del figlio, il piccolo Jun, o forse anche da prima, ma che quel giorno sono divenuti tali da indurlo a desiderare di ricominciare daccapo.
L'ambiente è oscuro, misterioso, claustrofobico... Un ambiente dove nessuno sano di mente si addentrerebbe, ma dove ci si addentra, per chissà quali motivi, perché a quell'ambiente si dovrà trovare una spiegazione. Lì c'è in qualche modo la chiave.
Poi ci sono alcuni aspetti cari al J-horror, come personaggi spuntati chissà da dove, ma che avranno una loro logica, anche se solo alla fine sarà tutto meglio comprensibile. Intanto non è chiaro da subito chi sia buono e chi sia cattivo, perciò l'attenzione del lettore (o telespettatore, davanti alla TV) è richiamata al massimo, perché il viaggio che è chiamato a percorrere non si limiti a qualche ora di tensione, ma che lasci un messaggio, una spiegazione.
Certi personaggi poi sono particolarmente cari a chi si occupa di horror giapponese: per esempio le donne belle, quasi eteree ma inquietanti, dagli immancabili lunghi capelli neri sciolti che ne coprono parzialmente il viso. Mi riferisco in particolare alla donna incatenata che appare anche in una delle tavole mostrate in questa pagina come anteprima, che richiama fortemente F, la misteriosa creatura trovata in un tunnel dal protagonista di Marebito, horror di Takashi Shimizu.
Gli esseri mostruosi nel senso letterale della parola ci sono, ma sono davvero loro i veri mostri? E qual è il loro scopo, il loro ruolo? Mentre è tutto chiaro nell'horror occidentale nel J-horror niente è altrettanto scontato, e sicuramente non sono loro, o il sangue che appare, a fare paura, quanto tutto il contorno, la situazione, in cui essi sono inseriti.
La casa editrice paragona questo manga a Shining, ed effettivamente le somiglianze ci sono, considerando che anche King è un autore horror particolare, ben diverso dagli stereotipi occidentali a cui ho accennato prima: spesso anche nelle sue opere ciò che fa paura è ben altro rispetto al mostro di turno, che può anche mancare. Ed anche se l'Overlook hotel appare a prima vista ben più rassicurante dei cunicoli in cui vaga Seiichi Kirishima, questo protagonista e Jack Torrance hanno in comune molto di più rispetto alla qualifica di scrittore.
Ho comprato questo manga seguendo i consigli di Slanzard per questo Natale e non mi sono affatto pentita dell'acquisto: un manga inquietante, claustrofobico, non del tutto facile da comprendere e che perciò richiede più di una lettura, ma sicuramente (paradossalmente!) piacevole. Questo anche grazie ai magnifici disegni di Kakizaki, una vera gioia per gli occhi: soprattutto guardando le prime tavole, a colori, ma non solo, anche in altri momenti, non mi pareva di leggere un fumetto, ma di stare davanti alla TV o al cinema, tale è la perfezione del tratto!
L'edizione mi è parsa buona: sovracopertina, prime tavole a colori, pagine ben incollate, che non fanno crack all'apertura e non paiono volersi staccare da un momento all'altro. Il prezzo non è bassissimo, ma la qualità dell'opera e dell'edizione ripagano adeguatamente.
Insomma, io lo consiglio, sia agli appassionati di J-horror che a coloro che vogliono farsi un'idea di ciò che più tipicamente spaventa lettori e/o telespettatori asiatici, qualcosa di ben diverso dai nostri Freddy, Jason o Dracula!
Ho dato un 9 e non un 10 solo perché sinceramente alla fine non mi si è chiarito proprio tutto... Ma non so se questo sia da attribuire al fatto che questa fosse l'intenzione dell'autore, se sono io ad aver bisogno di rileggerlo con maggiore attenzione o se semplicemente il problema è quello che ho citato all'inizio della mia recensione, ovvero che noi occidentali, a causa della diversa mentalità, non comprenderemo mai certe sfumature che sono invece ben chiare ai giapponesi.
Bene, questa premessa per dire che Hideout, manga auto-conclusivo di Masasumi Kakizaki (per la cui trama vi rimando alla sinossi qui sopra), è perfetto per dare ad un lettore occidentale ciò che ci si potrebbe aspettare guardando uno di questi film alla TV!
Innanzitutto il protagonista: Seiichi non affronta semplicemente vampiri o licantropi o altri mostri che vanno in giro a spargere sangue e morte, ma al di là tutto affronta gli orrori che si nascondono nella sua mente dalla tragica morte del figlio, il piccolo Jun, o forse anche da prima, ma che quel giorno sono divenuti tali da indurlo a desiderare di ricominciare daccapo.
L'ambiente è oscuro, misterioso, claustrofobico... Un ambiente dove nessuno sano di mente si addentrerebbe, ma dove ci si addentra, per chissà quali motivi, perché a quell'ambiente si dovrà trovare una spiegazione. Lì c'è in qualche modo la chiave.
Poi ci sono alcuni aspetti cari al J-horror, come personaggi spuntati chissà da dove, ma che avranno una loro logica, anche se solo alla fine sarà tutto meglio comprensibile. Intanto non è chiaro da subito chi sia buono e chi sia cattivo, perciò l'attenzione del lettore (o telespettatore, davanti alla TV) è richiamata al massimo, perché il viaggio che è chiamato a percorrere non si limiti a qualche ora di tensione, ma che lasci un messaggio, una spiegazione.
Certi personaggi poi sono particolarmente cari a chi si occupa di horror giapponese: per esempio le donne belle, quasi eteree ma inquietanti, dagli immancabili lunghi capelli neri sciolti che ne coprono parzialmente il viso. Mi riferisco in particolare alla donna incatenata che appare anche in una delle tavole mostrate in questa pagina come anteprima, che richiama fortemente F, la misteriosa creatura trovata in un tunnel dal protagonista di Marebito, horror di Takashi Shimizu.
Gli esseri mostruosi nel senso letterale della parola ci sono, ma sono davvero loro i veri mostri? E qual è il loro scopo, il loro ruolo? Mentre è tutto chiaro nell'horror occidentale nel J-horror niente è altrettanto scontato, e sicuramente non sono loro, o il sangue che appare, a fare paura, quanto tutto il contorno, la situazione, in cui essi sono inseriti.
La casa editrice paragona questo manga a Shining, ed effettivamente le somiglianze ci sono, considerando che anche King è un autore horror particolare, ben diverso dagli stereotipi occidentali a cui ho accennato prima: spesso anche nelle sue opere ciò che fa paura è ben altro rispetto al mostro di turno, che può anche mancare. Ed anche se l'Overlook hotel appare a prima vista ben più rassicurante dei cunicoli in cui vaga Seiichi Kirishima, questo protagonista e Jack Torrance hanno in comune molto di più rispetto alla qualifica di scrittore.
Ho comprato questo manga seguendo i consigli di Slanzard per questo Natale e non mi sono affatto pentita dell'acquisto: un manga inquietante, claustrofobico, non del tutto facile da comprendere e che perciò richiede più di una lettura, ma sicuramente (paradossalmente!) piacevole. Questo anche grazie ai magnifici disegni di Kakizaki, una vera gioia per gli occhi: soprattutto guardando le prime tavole, a colori, ma non solo, anche in altri momenti, non mi pareva di leggere un fumetto, ma di stare davanti alla TV o al cinema, tale è la perfezione del tratto!
L'edizione mi è parsa buona: sovracopertina, prime tavole a colori, pagine ben incollate, che non fanno crack all'apertura e non paiono volersi staccare da un momento all'altro. Il prezzo non è bassissimo, ma la qualità dell'opera e dell'edizione ripagano adeguatamente.
Insomma, io lo consiglio, sia agli appassionati di J-horror che a coloro che vogliono farsi un'idea di ciò che più tipicamente spaventa lettori e/o telespettatori asiatici, qualcosa di ben diverso dai nostri Freddy, Jason o Dracula!
Ho dato un 9 e non un 10 solo perché sinceramente alla fine non mi si è chiarito proprio tutto... Ma non so se questo sia da attribuire al fatto che questa fosse l'intenzione dell'autore, se sono io ad aver bisogno di rileggerlo con maggiore attenzione o se semplicemente il problema è quello che ho citato all'inizio della mia recensione, ovvero che noi occidentali, a causa della diversa mentalità, non comprenderemo mai certe sfumature che sono invece ben chiare ai giapponesi.
Sono appassionato di horror e quando trovo un volumetto autoconclusivo non tentenno un attimo davanti all'eventualità di un suo acquisto, sfortunatamente Hideout non è uno di quelli che ho preferito, né intravedo in esso molti elementi che mi spingono a consigliarvelo. Si lascia leggere, è apprezzabile, ma non crea la tensione che avrei sperato e né propone una trama particolarmente ispirata, né svolte o colpi di scena degni di essere segnalati. Anzi, già da quando ho visto la grotta avevo ipotizzato cosa sarebbe accaduto e da lì in poi non ho sbagliato un colpo, il tutto è ampiamente prevedibile e segue cliché già visti. La stessa fine, che può sembrare per alcuni una svolta inaspettata, in realtà è solo la scontata conclusione di un gran canalone che si era imboccato già da molte pagine.
La ricetta proposta è quella di un marito esasperato dalla moglie e con una tragedia alle spalle, che decide, almeno così dice, di fare un ultimo tentativo con lei per cercare di recuperare il matrimonio. In realtà il piano prevede delle finalità ben meno nobili, mentre il tutto diventa ancora più cupo quando i due avvistano una grotta dall'aspetto spettrale.
Volete un buon horror? Punterei su altri manga, come Vanishing, Tomie, Phantom Stalker Woman o Occhi di Dietro. Sono solo esempi, i primi che mi sono venuti in mente fra quelli che ho letto, tutti e 4, comunque, li ritengo migliori di Hideout. Se siete neofiti del genere, o non avete grosse pretese di originalità, Hideout può essere un titolo per voi. Sfortunatamente, non rientro in questa categoria e, pertanto, mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca.
La ricetta proposta è quella di un marito esasperato dalla moglie e con una tragedia alle spalle, che decide, almeno così dice, di fare un ultimo tentativo con lei per cercare di recuperare il matrimonio. In realtà il piano prevede delle finalità ben meno nobili, mentre il tutto diventa ancora più cupo quando i due avvistano una grotta dall'aspetto spettrale.
Volete un buon horror? Punterei su altri manga, come Vanishing, Tomie, Phantom Stalker Woman o Occhi di Dietro. Sono solo esempi, i primi che mi sono venuti in mente fra quelli che ho letto, tutti e 4, comunque, li ritengo migliori di Hideout. Se siete neofiti del genere, o non avete grosse pretese di originalità, Hideout può essere un titolo per voi. Sfortunatamente, non rientro in questa categoria e, pertanto, mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca.
Ho praticamente divorato quest'opera di Masasumi Kakizaki, un autore le cui opere stanno venendo di recente pubblicate dalla Panini Comics.
Detto questo, iniziamo.
Prima di tutto vorrei analizzare la trama.
Hideout parla della disperazione di un buon uomo, il quale a causa di diverse dolorose vicende accadute nella sua vita, decide di sbarazzarsi una volta per tutte della persona che reputa l'origine dei suoi mali, sua moglie, in modo da poter finalmente ricominciare la sua vita.
Per fare ciò, egli organizza una vacanza su di un'isola, la quale nasconde, dietro la propria bellezza, un luogo in cui sono scomparse diverse persone. Insomma, il posto adatto per far fuori qualcuno.
Il problema però nasce quando Seiichi (questo il nome del protagonista) fallisce nell'uccidere sua moglie, la quale scappa in una grotta. Seiichi la insegue, ignaro di ciò che lo aspetta...
Come potete notare, in apparenza la trama è di una semplicità disarmante, ma grazie ai continui flashback che svelano via via le personalità dei protagonisti riusciamo a capire quanto in realtà sia complessa.
L'analisi della rottura della mente del protagonista a causa della sua vita apparentemente felice che va piano piano in frantumi suscita nel lettore empatia verso il protagonista, facendogli quindi provare tutta l'angoscia e la disperazione di quest'uomo.
I due sentimenti vengono instillati nel lettore anche grazie al disegno molto dettagliato, al sapiente gioco di luci e ombre, all'atmosfera cupa e alle espressioni facciali sulle quali l'autore "zooma" ogni volta che necessario per provocare un senso di disagio nel lettore.
L'ambientazione scelta dall'autore è una tra le più classiche del genere: un luogo buio, claustrofobico, pieno di cunicoli, in cui da un momento all'altro si rischia di essere catturati e uccisi. Mi è piaciuta molto questa scelta, poiché, a parer mio, è molto efficace in questa situazione, perché riesce ad aumentare esponenzialmente l'angoscia del lettore.
Il finale è davvero bello, lascia davvero soddisfatti del tempo speso a leggere la storia.
Non ho altro da aggiungere a questa recensione, a parte che consiglio vivamente l'acquisto. L'opera vale tutti i suoi 7,50€, credetemi. Non ho potuto analizzare fin in fondo il manga per evitare spoiler, ma spero comunque di avervi convinto a dargli una possibilità.
Detto questo, iniziamo.
Prima di tutto vorrei analizzare la trama.
Hideout parla della disperazione di un buon uomo, il quale a causa di diverse dolorose vicende accadute nella sua vita, decide di sbarazzarsi una volta per tutte della persona che reputa l'origine dei suoi mali, sua moglie, in modo da poter finalmente ricominciare la sua vita.
Per fare ciò, egli organizza una vacanza su di un'isola, la quale nasconde, dietro la propria bellezza, un luogo in cui sono scomparse diverse persone. Insomma, il posto adatto per far fuori qualcuno.
Il problema però nasce quando Seiichi (questo il nome del protagonista) fallisce nell'uccidere sua moglie, la quale scappa in una grotta. Seiichi la insegue, ignaro di ciò che lo aspetta...
Come potete notare, in apparenza la trama è di una semplicità disarmante, ma grazie ai continui flashback che svelano via via le personalità dei protagonisti riusciamo a capire quanto in realtà sia complessa.
L'analisi della rottura della mente del protagonista a causa della sua vita apparentemente felice che va piano piano in frantumi suscita nel lettore empatia verso il protagonista, facendogli quindi provare tutta l'angoscia e la disperazione di quest'uomo.
I due sentimenti vengono instillati nel lettore anche grazie al disegno molto dettagliato, al sapiente gioco di luci e ombre, all'atmosfera cupa e alle espressioni facciali sulle quali l'autore "zooma" ogni volta che necessario per provocare un senso di disagio nel lettore.
L'ambientazione scelta dall'autore è una tra le più classiche del genere: un luogo buio, claustrofobico, pieno di cunicoli, in cui da un momento all'altro si rischia di essere catturati e uccisi. Mi è piaciuta molto questa scelta, poiché, a parer mio, è molto efficace in questa situazione, perché riesce ad aumentare esponenzialmente l'angoscia del lettore.
Il finale è davvero bello, lascia davvero soddisfatti del tempo speso a leggere la storia.
Non ho altro da aggiungere a questa recensione, a parte che consiglio vivamente l'acquisto. L'opera vale tutti i suoi 7,50€, credetemi. Non ho potuto analizzare fin in fondo il manga per evitare spoiler, ma spero comunque di avervi convinto a dargli una possibilità.
Capolavoro. Questa è la prima parola che mi è passata per la testa, dopo aver finito il volume.
Hideout è un volume unico in stile horror di Masasumi Kakizaki che, grazie all'iniziativa della Planet Manga di promuovere in Italia le sue opere, è arrivato anche sui nostri scaffali.
La storia narra di uno scrittore, Seiichi Kirishima, che si trova in vacanza con la moglie, allo scopo di prendersi una pausa e "ricominciare da capo". Peccato, però, che il nuovo inizio prenderà ben presto una tinta oscura e inquietante.
Analizzando con cura la storia, non si può non rimanere stupiti per la maturità e la profondità della trama, in cui gli elementi vengono mescolati con maestria nei continui balzi tra le tinte oscure del presente e la luminosità dei ricordi passati, anche quelli più tragici. Il tutto è simbolizzato al meglio dal doppio stile di disegno, uno segnato dall'oscurità, dalla tenebra e da numerosi giochi d'ombra riservato alla narrazione delle vicende stesse, e uno luminoso, gioioso e vivo dedicato ai ricordi del protagonista della vita felice di un tempo.
Tutti gli elementi per comprendere la vicenda vengono forniti puntualmente a lettore, ma solo quando questi si reputano veramente necessari. Quando, infatti, nella mente del lettore iniziano a formarsi i primi dubbi e le prime perplessità riguardo alle azioni del protagonista, ecco che arriva la prima spiegazione, che subito chiarisce una parte di essi e incoraggia ad andare avanti.
Solo grazie alle ultime pagine, infine, si arriverà a capire il vero motivo di tutto quello che è accaduto, ciò che prima sembrerà soltanto una pura casualità, si mostrerà invece fare parte di un piano ben congegnato, in cui la "fortuna" può incidere solo per una piccola, minima parte.
Tramite la tormentata vicenda di Seiichi, l'autore scava fin nelle profondità dell'animo umano, un animo debole e ferito dalle continue difficoltà, dalle incomprensioni e dalla prepotenza altrui, tanto che, finita la lettura, sarà molto difficile capire chi sta dalla parte del bene e chi da quella del male, esemplificando al meglio la dicotomia dell'animo umano e l'incertezza morale della sua anima.
L'ambientazione è quella classica di una storia horror, in cui luoghi bui e angusti la fanno da padroni, accrescendo a ogni pagina il senso di angoscia del lettore e portandolo a sfogliarle con crescente frenesia, impaziente di capire cosa ne sarà dei protagonisti della vicenda.
In conclusione, non posso che ripetere la prima parola, capolavoro. È l'unica cosa che si può dire di un'opera così ricca e completa, capace di racchiudere in un unico volume così tanti elementi di assoluto pregio.
Storia mozzafiato, disegni a dir poco stupendi, ambientazione ottimale e profondità psicologica da manuale, tutto ciò fa di quest'opera un elemento prezioso per qualunque lettore, amante del genere e non.
Hideout è un volume unico in stile horror di Masasumi Kakizaki che, grazie all'iniziativa della Planet Manga di promuovere in Italia le sue opere, è arrivato anche sui nostri scaffali.
La storia narra di uno scrittore, Seiichi Kirishima, che si trova in vacanza con la moglie, allo scopo di prendersi una pausa e "ricominciare da capo". Peccato, però, che il nuovo inizio prenderà ben presto una tinta oscura e inquietante.
Analizzando con cura la storia, non si può non rimanere stupiti per la maturità e la profondità della trama, in cui gli elementi vengono mescolati con maestria nei continui balzi tra le tinte oscure del presente e la luminosità dei ricordi passati, anche quelli più tragici. Il tutto è simbolizzato al meglio dal doppio stile di disegno, uno segnato dall'oscurità, dalla tenebra e da numerosi giochi d'ombra riservato alla narrazione delle vicende stesse, e uno luminoso, gioioso e vivo dedicato ai ricordi del protagonista della vita felice di un tempo.
Tutti gli elementi per comprendere la vicenda vengono forniti puntualmente a lettore, ma solo quando questi si reputano veramente necessari. Quando, infatti, nella mente del lettore iniziano a formarsi i primi dubbi e le prime perplessità riguardo alle azioni del protagonista, ecco che arriva la prima spiegazione, che subito chiarisce una parte di essi e incoraggia ad andare avanti.
Solo grazie alle ultime pagine, infine, si arriverà a capire il vero motivo di tutto quello che è accaduto, ciò che prima sembrerà soltanto una pura casualità, si mostrerà invece fare parte di un piano ben congegnato, in cui la "fortuna" può incidere solo per una piccola, minima parte.
Tramite la tormentata vicenda di Seiichi, l'autore scava fin nelle profondità dell'animo umano, un animo debole e ferito dalle continue difficoltà, dalle incomprensioni e dalla prepotenza altrui, tanto che, finita la lettura, sarà molto difficile capire chi sta dalla parte del bene e chi da quella del male, esemplificando al meglio la dicotomia dell'animo umano e l'incertezza morale della sua anima.
L'ambientazione è quella classica di una storia horror, in cui luoghi bui e angusti la fanno da padroni, accrescendo a ogni pagina il senso di angoscia del lettore e portandolo a sfogliarle con crescente frenesia, impaziente di capire cosa ne sarà dei protagonisti della vicenda.
In conclusione, non posso che ripetere la prima parola, capolavoro. È l'unica cosa che si può dire di un'opera così ricca e completa, capace di racchiudere in un unico volume così tanti elementi di assoluto pregio.
Storia mozzafiato, disegni a dir poco stupendi, ambientazione ottimale e profondità psicologica da manuale, tutto ciò fa di quest'opera un elemento prezioso per qualunque lettore, amante del genere e non.