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kirk

Volumi letti: 1/3 --- Voto 9
Pubblicato da Shogakukan in tre volumi nel 1974 e da Jpop in unico volume in Italia nel 2019, Thomas no Shinzo o Il cuore di Thomas è uno shojo che posso definire il capolavoro fra le opere che ho letto finora di Moto Hagio.
Di questa autrice si è detto molto: nata il 12 maggio 1949 è una delle autrici di punta del gruppo Showa 24 (il gruppo dell’anno 24 che da noi inizialmente negli anni novanta era tradotto per semplificare il gruppo del ‘49: infatti il nome del gruppo dipende dalla data di nascita della maggior parte delle autrici che ne fanno parte).
Arrivata prestissimo al successo, Keiko Takemiya nel suo "Lo chiamavano Gilbert" ammette che era gelosa del successo e del modo assai diverso dell’Hagio di raccontare le cose, possiamo considerare Il cuore di Thomas un 11-gatsu no Gymnasium dove racconta in un unico volume con nove episodi l’amore casto degli alunni di un collegio tedesco.
L’elemento boy’s love lo troviamo anche nella sua opera del 1972 Il clan dei Poe (pubblicato in Italia sempre da Jpop, ma anche in versione più economica dalla Ronin Manga): si può dunque dire che la Hagio sia una delle madrine del genere senza però adombrare le sue opere col sesso…
Arriviamo dunque nel 1974 dove su Sho-comi pubblica quest’opera che riscuote un grande successo gareggiando in popolarità con la Tomba del Faraone sempre della Takemiya.
Ritorniamo per l’ennesima volta a respirare l’aria del Mitteleuropa, di nuovo in un collegio tedesco, dove sono protagonisti dei ragazzini di 13/14 anni.
La storia è un melodramma e molti personaggi hanno alle spalle tragedie o le vivono nel momento in cui inizia la narrazione.
Thomas muore subito…
Suicidio.
Non sappiamo perché, ma gli indizi portano a Juli, che pur amandolo lo rifiuta avendo paura che voglia burlarsi di lui. Juli in apparenza è il ragazzo perfetto ma porta con se tanta amarezza: uno dei motivi che lo fanno piacere nel collegio è che è brunetto di capelli, ma per lui ciò è un peso, uno dei tanti.
Un altro personaggio è Eric un bambino morbosamente legato alla madre, che si innamora di Juli, com’è successo a Oscar… tutti loro saranno messi sotto la lente di Moto Hagio e le loro storie raccontate in modo sintetico ma efficace, creando in meno di cinquecento pagine un’opera bellissima ma piena di lutti e dolore che finisce inaspettatamente con la chiamata di Juli, la chiamata a cosa non lo dico, perché dovete scoprirlo leggendo.