Renai Kaidan Sayoko-san
'Renai Kaidan Sayoko-san', come suggerisce lo stesso titolo, è un manga di natura ibrida, che segue abbastanza pedissequamente ma con notevoli punte di originalità due dei filoni più tipici del manga contemporaneo: da una parte, la classica 'ghost story' della ragazza condannata a vedere ed interagire con i soliti fantasmi di cui la cultura (pop e non) giapponese è piena; dall'altra, una commedia degli equivoci romantica alla 'Ichigo 100%' ed affini.
C'è da dire che gran parte dell'originalità della serie sta nella misura particolare con cui mischia questi elementi. Invece che affrontare il potenziale dramma della condizione della protagonista, o calcare le tinte horror, il manga vira quasi da subito sulla commedia demenziale: i fantasmi, alleati della ragazza nei suoi disperati tentativi di accattivarsi lo sbadato di turno, sono simpatiche macchiette la cui logica contrasta con i piani amorosi sempre più esagerati della protagonista; abbondano anche le gag visive, con facce deformate ed espressioni caricate al limite dell'assurdo. Il risultato è che, nonostante la trama sopra possa fare pensare il contrario, questo manga è molto più asismilabile alle commedie di Kawashita o l'assurdismo di Kumeta, che al filone soprannaturale.
Il disegno è uno dei punti forti del manga: le linee di Shummi Kanzaki sono pulitissime, e la scena rimane leggibile anche nei momenti più 'over the top'. Il super-deformed è usato spesso ma con gusto, ed anche le tavole a colori sono veramente ben curate.
In sostanza, un'ottimo manga che soddisferà poco gli amanti di ghost stories giapponesi (a meno che non piacciano i panda...), ed invce piacerà molto a quelli che amano le commedie demenziali con un tocco di romanticismo.
C'è da dire che gran parte dell'originalità della serie sta nella misura particolare con cui mischia questi elementi. Invece che affrontare il potenziale dramma della condizione della protagonista, o calcare le tinte horror, il manga vira quasi da subito sulla commedia demenziale: i fantasmi, alleati della ragazza nei suoi disperati tentativi di accattivarsi lo sbadato di turno, sono simpatiche macchiette la cui logica contrasta con i piani amorosi sempre più esagerati della protagonista; abbondano anche le gag visive, con facce deformate ed espressioni caricate al limite dell'assurdo. Il risultato è che, nonostante la trama sopra possa fare pensare il contrario, questo manga è molto più asismilabile alle commedie di Kawashita o l'assurdismo di Kumeta, che al filone soprannaturale.
Il disegno è uno dei punti forti del manga: le linee di Shummi Kanzaki sono pulitissime, e la scena rimane leggibile anche nei momenti più 'over the top'. Il super-deformed è usato spesso ma con gusto, ed anche le tavole a colori sono veramente ben curate.
In sostanza, un'ottimo manga che soddisferà poco gli amanti di ghost stories giapponesi (a meno che non piacciano i panda...), ed invce piacerà molto a quelli che amano le commedie demenziali con un tocco di romanticismo.