Ogni nostro venerdì
Arina Tanemura è una maestra dell'illusione e con quest'opera mette alla prova la capacità di pensiero critico dei suoi lettori. Per questo motivo, prima di recensire "Ogni nostro venerdì" offro due suggerimenti:
- se questa è la vostra prima storia di Arina Tanemura, procuratevi altre sue opere precedenti e non iniziate da questa
- se avete già avuto la fortuna di leggerla e apprezzarla, preparatevi ad una storia completamente diversa dalle sue precedenti, e leggetela dall'inizio alla fine
[*spoiler necessari per motivare la valutazione]
"A cat and our friday" - Ogni nostro venerdì - è una favola le cui "maschere" sono quelle della liceale Ai e del cugino Nekota - con il quale ha una differenza di età di cinque anni e al quale lei accetta di dare delle lezioni private ogni venerdì. Nonostante Ai sia innamorata di un suo senpai, che diventerà poi suo fidanzato, deciderà di cedere alle attenzioni sempre più spregiudicate del cugino che le dichiarerà la sua devozione. Ai, una ragazzina con un corpo da donna e con l'ingenuità di una bambina, decide di lasciare il suo fidanzato ufficiale per accogliere con sempre più ardore questo sentimento verso il cugino iniziando con lui una relazione "proibita". Sentimento che si rafforza quando il cugino, non si comprende come, arriva ad intromettersi persino ad una vacanza alle terme organizzata dalla coppietta. Immaginate la forza dell'amore di questo ragazzino, che dichiara di avere occhi solo per lei e le promette di raggiungerla ovunque lei si trovi.
Nel corso di questi 11 volumi viene raccontato un amore ingenuo, talvolta impaziente di raggiungere l'unione, ma mai si sconfina oltre il plausibile. Ai scoraggia i tentativi di portare questo rapporto fisico ad un livello successivo al bacio e Nekota, nonostante sia più maturo della sua età, è ancora convinto che si possa generare un bambino con la sola forza dell'amore platonico [rif. vol. 9-10] . Ai da parte sua non vuole andare oltre perché lei stessa si definisce una bambina e desidera vivere questo sentimento per Nekota senza volerne approfittare e attendendone la maturità fisica e cognitiva totale.
Credo che sia importante sottolineare il ruolo dei personaggi secondari che incoraggiano questo rapporto. Primi fra tutti i genitori di entrambi i ragazzi (e rispettivi zii), che attribuiscono il giusto peso a quello che può essere un affetto molto forte tra cugini che giocano a scambiarsi "ti amo" almeno quattro volte a volumetto. Questo rapporto è nutrito dai dilemmi tipici dell'età delle insicurezze: non essere all'altezza (anche fisica) del proprio partner, il desiderio di riconoscimento e la fierezza di lottare per un rapporto a conti fatti non così impossibile.
Fatta questa premessa: quanti di noi in età adolescenziale non pensavano che avrebbero sposato il loro primo amore? Quanti di noi non avranno preso la cotta per il bel cugino più grande? Arina Tanemura ha raccontato con profondità il sentimento di un undicenne un po' più maturo della sua età e una quindicenne con i freni a mano e non ancora pronta ad affrontare un sentimento "maturo" con un ragazzo della sua età. Nonostante questo intorno al loro rapporto si creano delle vicende (realistiche o meno, poco importante) che tolgono il fiato.
Questa favola termina come è giusto che debba finire: con un lieto fine. E quale può essere il lieto fine di una storia che parla di un rapporto di questo tipo? Forse un giorno potranno finalmente stare insieme, l'unico giorno (sarà un venerdì?) in cui "i gattini" potranno finalmente ritrovarsi. Ai gatti importa ben poco di selezionare i propri sentimenti verso le persone giuste/socialmente accettate: parenti o umani o persone più grandi di loro. Vivono il loro sentimenti verso il "padroncino" con devozione e senza pregiudizi. Cogliete la sfida della Tanemura e osservate bene i disegni oltre le parole, sforzatevi di andare oltre il visibile e non vi deluderà. Magnifica.
- se questa è la vostra prima storia di Arina Tanemura, procuratevi altre sue opere precedenti e non iniziate da questa
- se avete già avuto la fortuna di leggerla e apprezzarla, preparatevi ad una storia completamente diversa dalle sue precedenti, e leggetela dall'inizio alla fine
[*spoiler necessari per motivare la valutazione]
"A cat and our friday" - Ogni nostro venerdì - è una favola le cui "maschere" sono quelle della liceale Ai e del cugino Nekota - con il quale ha una differenza di età di cinque anni e al quale lei accetta di dare delle lezioni private ogni venerdì. Nonostante Ai sia innamorata di un suo senpai, che diventerà poi suo fidanzato, deciderà di cedere alle attenzioni sempre più spregiudicate del cugino che le dichiarerà la sua devozione. Ai, una ragazzina con un corpo da donna e con l'ingenuità di una bambina, decide di lasciare il suo fidanzato ufficiale per accogliere con sempre più ardore questo sentimento verso il cugino iniziando con lui una relazione "proibita". Sentimento che si rafforza quando il cugino, non si comprende come, arriva ad intromettersi persino ad una vacanza alle terme organizzata dalla coppietta. Immaginate la forza dell'amore di questo ragazzino, che dichiara di avere occhi solo per lei e le promette di raggiungerla ovunque lei si trovi.
Nel corso di questi 11 volumi viene raccontato un amore ingenuo, talvolta impaziente di raggiungere l'unione, ma mai si sconfina oltre il plausibile. Ai scoraggia i tentativi di portare questo rapporto fisico ad un livello successivo al bacio e Nekota, nonostante sia più maturo della sua età, è ancora convinto che si possa generare un bambino con la sola forza dell'amore platonico [rif. vol. 9-10] . Ai da parte sua non vuole andare oltre perché lei stessa si definisce una bambina e desidera vivere questo sentimento per Nekota senza volerne approfittare e attendendone la maturità fisica e cognitiva totale.
Credo che sia importante sottolineare il ruolo dei personaggi secondari che incoraggiano questo rapporto. Primi fra tutti i genitori di entrambi i ragazzi (e rispettivi zii), che attribuiscono il giusto peso a quello che può essere un affetto molto forte tra cugini che giocano a scambiarsi "ti amo" almeno quattro volte a volumetto. Questo rapporto è nutrito dai dilemmi tipici dell'età delle insicurezze: non essere all'altezza (anche fisica) del proprio partner, il desiderio di riconoscimento e la fierezza di lottare per un rapporto a conti fatti non così impossibile.
Fatta questa premessa: quanti di noi in età adolescenziale non pensavano che avrebbero sposato il loro primo amore? Quanti di noi non avranno preso la cotta per il bel cugino più grande? Arina Tanemura ha raccontato con profondità il sentimento di un undicenne un po' più maturo della sua età e una quindicenne con i freni a mano e non ancora pronta ad affrontare un sentimento "maturo" con un ragazzo della sua età. Nonostante questo intorno al loro rapporto si creano delle vicende (realistiche o meno, poco importante) che tolgono il fiato.
Questa favola termina come è giusto che debba finire: con un lieto fine. E quale può essere il lieto fine di una storia che parla di un rapporto di questo tipo? Forse un giorno potranno finalmente stare insieme, l'unico giorno (sarà un venerdì?) in cui "i gattini" potranno finalmente ritrovarsi. Ai gatti importa ben poco di selezionare i propri sentimenti verso le persone giuste/socialmente accettate: parenti o umani o persone più grandi di loro. Vivono il loro sentimenti verso il "padroncino" con devozione e senza pregiudizi. Cogliete la sfida della Tanemura e osservate bene i disegni oltre le parole, sforzatevi di andare oltre il visibile e non vi deluderà. Magnifica.
Finalmente ho concluso quest'opera che avevo lasciato in sospeso della sensei Tanemura.
Una storia che, come tematica, si distacca completamente da qualsiasi storia da lei scritta in precedenza: non solo per l'assenza di elementi sovrannaturali, ma anche per l'assenza di traumi particolari di cui abbiano sofferto i personaggi. Una narrazione leggera, insomma.
IL DISEGNO - il disegno di Arina Tanemura raggiunge qui il livello di perfezione più alto a cui abbia assistito. Si fatica a credere che i volti siano "stile manga". I tagli sono talmente ben strutturati e le figure di una proporzione perfetta, che in alcune scene si ha la concreta sensazione di avere davanti persone in carne ed ossa. E' una magia che solo Arina Tanemura riesce a fare.
LA STORIA - l'autrice vuole raccontare una storia leggera, qualcosa a cui negli anni non ci ha abituato, ma che le riesce alla perfezione. Perché alla perfezione? Perché pur nel suo essere leggera, conserva la caratteristica fondamentale di tutte le opere della sensei: l'assenza assoluta di banalità o scontatezza. I colpi di scena, le motivazioni dietro l'agire dei personaggi, non sono mai quello che "tipicamente" ci si aspetterebbe sulla base delle letture pregresse dello stesso genere narrativo. Inoltre, la Tanemura non si fa problemi a raccontare quello che vuole raccontare, senza timore di eventuali critiche su questo o quel punto di trama: e nel caso di "Ogni nostro venerdì" ciò è particolarmente evidente.
LA STORIA D'AMORE - Sì, Ai non è uno dei personaggi più simpatici della sensei. Le ragioni del suo amore per Nekota sono chiare, un po' meno la lotta interiore che fa sì che alla fine questo amore sia davvero sincero. Nekota, d'altro canto, è molto ben riuscito: è molto giovane e a tratti si comporta in modo un po' maturo, ma non scade mai in atteggiamenti incompatibili con la sua età anagrafica. I personaggi secondari sono, come al solito, davvero ben caratterizzati.
in conclusione, consiglio questo manga. Lo consiglio vivamente. La differenza d'età tra i protagonisti è tanta (per essere giovani come sono), ma la storia va letta e amata proprio per questo: la capacità di Arina Tanemura di raccontare qualsiasi cosa facendola amare. Il protagonista vero? E' Nekota, non Ai.
Una storia che, come tematica, si distacca completamente da qualsiasi storia da lei scritta in precedenza: non solo per l'assenza di elementi sovrannaturali, ma anche per l'assenza di traumi particolari di cui abbiano sofferto i personaggi. Una narrazione leggera, insomma.
IL DISEGNO - il disegno di Arina Tanemura raggiunge qui il livello di perfezione più alto a cui abbia assistito. Si fatica a credere che i volti siano "stile manga". I tagli sono talmente ben strutturati e le figure di una proporzione perfetta, che in alcune scene si ha la concreta sensazione di avere davanti persone in carne ed ossa. E' una magia che solo Arina Tanemura riesce a fare.
LA STORIA - l'autrice vuole raccontare una storia leggera, qualcosa a cui negli anni non ci ha abituato, ma che le riesce alla perfezione. Perché alla perfezione? Perché pur nel suo essere leggera, conserva la caratteristica fondamentale di tutte le opere della sensei: l'assenza assoluta di banalità o scontatezza. I colpi di scena, le motivazioni dietro l'agire dei personaggi, non sono mai quello che "tipicamente" ci si aspetterebbe sulla base delle letture pregresse dello stesso genere narrativo. Inoltre, la Tanemura non si fa problemi a raccontare quello che vuole raccontare, senza timore di eventuali critiche su questo o quel punto di trama: e nel caso di "Ogni nostro venerdì" ciò è particolarmente evidente.
LA STORIA D'AMORE - Sì, Ai non è uno dei personaggi più simpatici della sensei. Le ragioni del suo amore per Nekota sono chiare, un po' meno la lotta interiore che fa sì che alla fine questo amore sia davvero sincero. Nekota, d'altro canto, è molto ben riuscito: è molto giovane e a tratti si comporta in modo un po' maturo, ma non scade mai in atteggiamenti incompatibili con la sua età anagrafica. I personaggi secondari sono, come al solito, davvero ben caratterizzati.
in conclusione, consiglio questo manga. Lo consiglio vivamente. La differenza d'età tra i protagonisti è tanta (per essere giovani come sono), ma la storia va letta e amata proprio per questo: la capacità di Arina Tanemura di raccontare qualsiasi cosa facendola amare. Il protagonista vero? E' Nekota, non Ai.
Dopo "La spada incantata di Sakura", torna in Italia la super Arina Tanemura con un nuovo manga "Ogni nostro venerdì", edito sempre da Panini. Anche se saranno 11 volumi, mi accingo a scrivere la recensione con soli 7 letti, quindi metà storia, perché devo sfogarmi. C'è qualcosa di veramente sbagliato in questo manga.
La nostra protagonista è Ai, una dolce e carina ragazza di 15 anni che frequenta il primo liceo. Ama la cioccolata, gli oggetti carini, è una tipica adolescente innamorata del senpai di turno. Un giorno quando le cose iniziano ad andare bene, entra in scena suo cugino Nekota di 10 anni, che frequenta ancora le elementari. I suoi voti si sono notevolmente abbassati, per cui chiede ad Ai di fargli ripetizioni, ogni venerdì: ed ecco da dove deriva il titolo del manga. Fin qui andrebbe tutto liscio, scorrevole, se non fosse che Nekota è da sempre follemente innamorato di Ai, e nel giro di poche pagine (non può esser ritenuto spoiler), anche lei s'innamora di lui. Come andranno le cose fra loro?
Non sono solita droppare le serie, poiché sono una collezionista, ma arrivati a 7 volumi, veramente non vorrei sapere la risposta alla mia domanda. Nekota si comporta da adulto, Ai da bambina viziata e infantile. Come fa la maestra Tanemura a far andare avanti una storia così assurda e surreale? L'amore non ha età? Certo, è vero. Il problema è come fa comportare i personaggi, come li fa interagire tra di loro. Il manga sarebbe stato molto più piacevole se i ruoli fossero stati rispettati e le età pure. Un bambino può essere maturo quanto si vuole, ma certe cose non dovrebbe proprio pensarle o immaginarle. Lo stesso dicasi per il comportamento stupido di Ai: non c'è un personaggio femminile più squallido di lei. In questo manga, i personaggi secondari sono caratterizzati davvero bene, peccato non aver fatto un manga con protagonisti il senpai o Mosuko, almeno loro sono coerenti.
Purtroppo non posso dare come voto 1, perché è pur sempre Arina Tanemura, e i suoi disegni sono eccezionali. Che spreco per una storia così... L'espressività dei suoi personaggi è sempre stata la sua caratteristica fondamentale, e anche in questo caso i personaggi comunicano con il volto, con gli occhi. Mi erano mancati gli shoujo scolastici della Tanemura, ero entusiasta all'idea, ma alla fine è stato davvero un buco nell'acqua.
Morale della favola: solo e solo se siete collezionisti, e fan della Tanemura, comprate questo manga. In tutti gli altri casi, non fatelo, non ne vale la pena. Sono davvero delusa e amareggiata, e non vedo l'ora che finisca per riporlo in archivio, lontano dalla mia vista.
La nostra protagonista è Ai, una dolce e carina ragazza di 15 anni che frequenta il primo liceo. Ama la cioccolata, gli oggetti carini, è una tipica adolescente innamorata del senpai di turno. Un giorno quando le cose iniziano ad andare bene, entra in scena suo cugino Nekota di 10 anni, che frequenta ancora le elementari. I suoi voti si sono notevolmente abbassati, per cui chiede ad Ai di fargli ripetizioni, ogni venerdì: ed ecco da dove deriva il titolo del manga. Fin qui andrebbe tutto liscio, scorrevole, se non fosse che Nekota è da sempre follemente innamorato di Ai, e nel giro di poche pagine (non può esser ritenuto spoiler), anche lei s'innamora di lui. Come andranno le cose fra loro?
Non sono solita droppare le serie, poiché sono una collezionista, ma arrivati a 7 volumi, veramente non vorrei sapere la risposta alla mia domanda. Nekota si comporta da adulto, Ai da bambina viziata e infantile. Come fa la maestra Tanemura a far andare avanti una storia così assurda e surreale? L'amore non ha età? Certo, è vero. Il problema è come fa comportare i personaggi, come li fa interagire tra di loro. Il manga sarebbe stato molto più piacevole se i ruoli fossero stati rispettati e le età pure. Un bambino può essere maturo quanto si vuole, ma certe cose non dovrebbe proprio pensarle o immaginarle. Lo stesso dicasi per il comportamento stupido di Ai: non c'è un personaggio femminile più squallido di lei. In questo manga, i personaggi secondari sono caratterizzati davvero bene, peccato non aver fatto un manga con protagonisti il senpai o Mosuko, almeno loro sono coerenti.
Purtroppo non posso dare come voto 1, perché è pur sempre Arina Tanemura, e i suoi disegni sono eccezionali. Che spreco per una storia così... L'espressività dei suoi personaggi è sempre stata la sua caratteristica fondamentale, e anche in questo caso i personaggi comunicano con il volto, con gli occhi. Mi erano mancati gli shoujo scolastici della Tanemura, ero entusiasta all'idea, ma alla fine è stato davvero un buco nell'acqua.
Morale della favola: solo e solo se siete collezionisti, e fan della Tanemura, comprate questo manga. In tutti gli altri casi, non fatelo, non ne vale la pena. Sono davvero delusa e amareggiata, e non vedo l'ora che finisca per riporlo in archivio, lontano dalla mia vista.
Inizio col dire che Arina Tanemura sia una delle mie autrici preferite per i disegni, per le storie, le ambientazioni... e mi dispiace davvero molto assegnare a quest'opera un misero 6 che, probabilmente, è un voto anche un po' gonfiato.
Ho acquistato il primo volumetto senza neanche leggere la trama poiché mi ero ripromessa di collezionare tutte le sue opere pubblicate in Italia e sono stata molto felice di trovare i suoi disegni ancora più belli, ma la scelta della storia mi ha stupito come poche...
I triangoli amorosi sono un classico e la nostra protagonista Ai innamorata del bellissimo senpai (ovviamente il più bello della scuola) è ancora più classico. Il suo amore è ricambiato e forse avrei preferito uno sviluppo maggiore dei primi incontri prima che subentrasse il "terzo in comodo", ma non è neanche questo il problema.
Chi disturba e scombussola la vita da liceale di Ai è il cuginetto delle elementari, al quale tiene delle ripetizioni, e che le confessa il suo amore profondo ed incondizionato. La corteggia, le sussurra dolci parole, le regale emozioni con frasi ad effetto.. da questo punto di vista la storia è bella, molto bella, ma, ogni qual volta penso questo, non posso non ricordarmi che lui è un bambino delle elementari. Non è per nulla plausibile: la maturità delle frasi di Nekota, le cose che fa per Ai non possono essere attribuite ad uno della sua età. Sarebbe stato più accettabile se fosse stato un ragazzino delle medie, ma proprio non ha alcun senso come triangolo amoroso, (senza contare il problema parentela).
Magari leggere solo i primi due volumi non basta per avere un giudizio sull'opera perché potrebbe evolversi con un "e passarono 5 anni", ma, se non fosse per il piacere che provo nell'ammirare i disegni della Tanemura, molto probabilmente non avrei neanche comprato il secondo volume.
La sufficienza se la meritano solo i disegni e la scenografia.
Davvero una grande delusione.
Ho acquistato il primo volumetto senza neanche leggere la trama poiché mi ero ripromessa di collezionare tutte le sue opere pubblicate in Italia e sono stata molto felice di trovare i suoi disegni ancora più belli, ma la scelta della storia mi ha stupito come poche...
I triangoli amorosi sono un classico e la nostra protagonista Ai innamorata del bellissimo senpai (ovviamente il più bello della scuola) è ancora più classico. Il suo amore è ricambiato e forse avrei preferito uno sviluppo maggiore dei primi incontri prima che subentrasse il "terzo in comodo", ma non è neanche questo il problema.
Chi disturba e scombussola la vita da liceale di Ai è il cuginetto delle elementari, al quale tiene delle ripetizioni, e che le confessa il suo amore profondo ed incondizionato. La corteggia, le sussurra dolci parole, le regale emozioni con frasi ad effetto.. da questo punto di vista la storia è bella, molto bella, ma, ogni qual volta penso questo, non posso non ricordarmi che lui è un bambino delle elementari. Non è per nulla plausibile: la maturità delle frasi di Nekota, le cose che fa per Ai non possono essere attribuite ad uno della sua età. Sarebbe stato più accettabile se fosse stato un ragazzino delle medie, ma proprio non ha alcun senso come triangolo amoroso, (senza contare il problema parentela).
Magari leggere solo i primi due volumi non basta per avere un giudizio sull'opera perché potrebbe evolversi con un "e passarono 5 anni", ma, se non fosse per il piacere che provo nell'ammirare i disegni della Tanemura, molto probabilmente non avrei neanche comprato il secondo volume.
La sufficienza se la meritano solo i disegni e la scenografia.
Davvero una grande delusione.
Non dico che con questo per me la Tanemura abbia toccato il fondo... ma poco ci manca. Di certo questa è l'"opera" che davvero mi ha lasciata più perplessa. Dato che si sta dedicando alle Doujinshi ultimamente, forse è bene che si occupi solo di quelle (visto che le escono bene), e lasci stare le storie "soft".
Come per "Shinshi Doumei Cross" con "Ogni nostro venerdì", siamo tornati ai manga scolastici, e senza elementi magici. Rispetto alle storie classiche, stavolta abbiamo una ragazza "più grande", che si interessa a un ragazzino. Un po' come Mitsuki e Takuto ("Full moon "), dove lui aveva sedici anni e lei dodici. Qui è il contrario.
Ai è una sedicenne come tante altre, innamorata, e ricambiata, dal suo senpai, Mia Serizawa.
Un giorno, la madre della giovane le chiede di dare ripetizioni al cuginetto Nekota, che frequenta ancora le elementari. Il bambino era molto affezionato alla ragazza e per Ai non è un problema fargli da tutor. Questo finché il bambino non mostra un interesse nei suoi confronti.
A tratti è quasi più maturo lui di lei. Non ho mai odiato tanto un personaggio della Tanemura come Ai. Una ragazza quasi priva di spina dorsale. Sarà quasi sempre Nekota a fare il primo passo (è precoce il ragazzino).
I disegni son belli, non posso dire che siano brutti, il tratto di questa mangaka si è sempre distinto per la sua originalità e per la la cura maniacale dei dettagli. Ma sembra quasi che il disegno abbia prosciugato l'autrice delle buone idee per la caratterizzazione dei personaggi.
Personalmente, forse sarò all'antica, ma preferisco cento volte Serizawa, sia come aspetto(e finalmente anche i tratti sono diversi dai soliti personaggi maschili, è sempre della Tanemura, si vede, ma non è il solito personaggio preso in prestito da altri suoi lavori), sia perché è più vicino d'età ad Ai.
Vedere lei, che si comporta come una bambina, e Nekota, che oggettivamente dovrebbe essere lui il bambino, che è più maturo di lei, mi ha spiazzata e amareggiata.
Sono molto, molto delusa da questo lavoro. Sono andata avanti nella folle speranza di vedere un miglioramento, ma più la storia progrediva, e più mi sarei sotterrata per la piega che stava prendendo.
Sono davvero dispiaciuta che sia pure arrivato in Italia.
Come per "Shinshi Doumei Cross" con "Ogni nostro venerdì", siamo tornati ai manga scolastici, e senza elementi magici. Rispetto alle storie classiche, stavolta abbiamo una ragazza "più grande", che si interessa a un ragazzino. Un po' come Mitsuki e Takuto ("Full moon "), dove lui aveva sedici anni e lei dodici. Qui è il contrario.
Ai è una sedicenne come tante altre, innamorata, e ricambiata, dal suo senpai, Mia Serizawa.
Un giorno, la madre della giovane le chiede di dare ripetizioni al cuginetto Nekota, che frequenta ancora le elementari. Il bambino era molto affezionato alla ragazza e per Ai non è un problema fargli da tutor. Questo finché il bambino non mostra un interesse nei suoi confronti.
A tratti è quasi più maturo lui di lei. Non ho mai odiato tanto un personaggio della Tanemura come Ai. Una ragazza quasi priva di spina dorsale. Sarà quasi sempre Nekota a fare il primo passo (è precoce il ragazzino).
I disegni son belli, non posso dire che siano brutti, il tratto di questa mangaka si è sempre distinto per la sua originalità e per la la cura maniacale dei dettagli. Ma sembra quasi che il disegno abbia prosciugato l'autrice delle buone idee per la caratterizzazione dei personaggi.
Personalmente, forse sarò all'antica, ma preferisco cento volte Serizawa, sia come aspetto(e finalmente anche i tratti sono diversi dai soliti personaggi maschili, è sempre della Tanemura, si vede, ma non è il solito personaggio preso in prestito da altri suoi lavori), sia perché è più vicino d'età ad Ai.
Vedere lei, che si comporta come una bambina, e Nekota, che oggettivamente dovrebbe essere lui il bambino, che è più maturo di lei, mi ha spiazzata e amareggiata.
Sono molto, molto delusa da questo lavoro. Sono andata avanti nella folle speranza di vedere un miglioramento, ma più la storia progrediva, e più mi sarei sotterrata per la piega che stava prendendo.
Sono davvero dispiaciuta che sia pure arrivato in Italia.
Ho letto i primi due capitoli di questo manga, sembra davvero carino e spero davvero che qualche editore si decida a portarlo prestissimo anche qui in Italia.
La trama è semplice ma efficace: Ai è innamoratissima di un suo sempai e finalmente sembra che anche lui la ricambi. Tuttavia viene chiesto ad Ai di dare qualche ripetizione a suo cugino (che è in quinta elementare) che sembra un bambino dolce e gentile. Un giorno però, finalmente Ai scrive una lettera per dichiarare i suoi sentimenti al sempai e appena sta per dargliela, si rende conto di averla persa. Infatti Nekota, il cugino di Ai, l'ha volutamente nascosta, infatti è innamoratissimo di sua cugina. Quando Ai gli chiede spiegazioni, Nekota le rivela di aver nascosto la lettera perchè è innamorato di lei.
Come inizio è semplice, ma come dicevo prima, è uno shoujo tenero, e che sicuramente riserverà qualche sopresa, come sempre le opere della Tanemura.
Se non sbaglio questa è la prima opera che la Tanemura sta realizzando al di fuori di Ribon, ad ogni modo il target è un pò salito rispetto alle sue opere precedente, nelle tavole ci sono meno fronzoli del solito e un pò più di sfondi bianchi per dare più spazio ai sentimenti.
Uno shoujo piacevole, al di sopra della media degli shoujo attualmente pubblicati qui in Italia, sia come cura dei disegni che come trama e ritmo. Come ho detto all'inizio, spero di vederlo tradotto davvero presto anche qui!
La trama è semplice ma efficace: Ai è innamoratissima di un suo sempai e finalmente sembra che anche lui la ricambi. Tuttavia viene chiesto ad Ai di dare qualche ripetizione a suo cugino (che è in quinta elementare) che sembra un bambino dolce e gentile. Un giorno però, finalmente Ai scrive una lettera per dichiarare i suoi sentimenti al sempai e appena sta per dargliela, si rende conto di averla persa. Infatti Nekota, il cugino di Ai, l'ha volutamente nascosta, infatti è innamoratissimo di sua cugina. Quando Ai gli chiede spiegazioni, Nekota le rivela di aver nascosto la lettera perchè è innamorato di lei.
Come inizio è semplice, ma come dicevo prima, è uno shoujo tenero, e che sicuramente riserverà qualche sopresa, come sempre le opere della Tanemura.
Se non sbaglio questa è la prima opera che la Tanemura sta realizzando al di fuori di Ribon, ad ogni modo il target è un pò salito rispetto alle sue opere precedente, nelle tavole ci sono meno fronzoli del solito e un pò più di sfondi bianchi per dare più spazio ai sentimenti.
Uno shoujo piacevole, al di sopra della media degli shoujo attualmente pubblicati qui in Italia, sia come cura dei disegni che come trama e ritmo. Come ho detto all'inizio, spero di vederlo tradotto davvero presto anche qui!