Tsuiteru Kanojo
Quando capisci che un prodotto è buono? Quando ne vorresti ancora.
E questo è il caso di Tsuiteru Kanojo, che veramente, in un solo volumetto, mi ha lasciata davvero spiazzata. Un vero peccato che l'autrice si sia limitata a regalarci così pochi capitoli. Certo, non voglio criticarla troppo aspramente, ma visto Private Prince o Hapi Mari, forse non è stato un male che la storia si sia conclusa così velocemente. Non dico che siano brutti, solo ripetitivi alla lunga.
Con Tsuiteru Kanojo veniamo trasportati in un mondo dove gli spiriti sono in grado di rendere la vita degli uomini davvero insopportabile. Una delle loro tante vittime è Yukimi, la nostra protagonista, che a quanto pare è uno di quei soggetti che attira molto facilmente su di sé la negatività. Ad accorrerle in aiuto sarà il bonzo Ren, e non aspettatevi il classico monaco rasato e bruttino: la nostra protagonista non poteva certo imbattersi in un uomo bruttarello. E il caso strano è che, proprio durante il primo incontro, Ren le chieda di sposarlo, usando però un termine a lei sconosciuto, ovvero Boumori. Con questo termine si indica infatti la moglie del bonzo. Durante questo primo incontro, avvenuto ad una festa, Yukimi non conosce la professione del ragazzo, e pensa addirittura, per l'abbigliamento elegante e i modi particolari, che possa essere una specie di gangster, o comunque un tizio poco raccomandabile. Sarà quando l'esasperazione per la sua presunta sfortuna (in realtà è la continua presenza di spiriti dannati) che la porterà nel tempio dove i due potranno incontrarsi di nuovo.
I due personaggi cono molto simpatici. Lei è davvero una calamità per le catastrofi, e questo strappa già qualche risata, mentre lui è il classico provolino. Però è di lei, e lei soltanto, che lui è innamorato, il che gli fa davvero onore.
Essendo di genere smut, capirete già dove la storia andrà a parare, ma non è volgare o altro, si lascia leggere e guardare.
I tratti sono molto delicati. Non è uno shojo coi suoi mega occhioni e situazioni imbarazzanti da liceali. Abbiamo di fronte un Josei di tutto rispetto.
Essendo un volume unico, poi, risulta una lettura non impegnativa. Sì, lunghezza e scorrevolezza non sempre vanno a braccetto, ma in questo caso possiamo dire che l'autrice è riuscita, con poche tavole, a mettere su una bella storia.
Ammetto, d'impatto, che metterei 8 come voto, ma non posso certo dire che questa sia una storia originalissima o spettacolare. È bella, mi piace e la consiglio, semplicemente.
E questo è il caso di Tsuiteru Kanojo, che veramente, in un solo volumetto, mi ha lasciata davvero spiazzata. Un vero peccato che l'autrice si sia limitata a regalarci così pochi capitoli. Certo, non voglio criticarla troppo aspramente, ma visto Private Prince o Hapi Mari, forse non è stato un male che la storia si sia conclusa così velocemente. Non dico che siano brutti, solo ripetitivi alla lunga.
Con Tsuiteru Kanojo veniamo trasportati in un mondo dove gli spiriti sono in grado di rendere la vita degli uomini davvero insopportabile. Una delle loro tante vittime è Yukimi, la nostra protagonista, che a quanto pare è uno di quei soggetti che attira molto facilmente su di sé la negatività. Ad accorrerle in aiuto sarà il bonzo Ren, e non aspettatevi il classico monaco rasato e bruttino: la nostra protagonista non poteva certo imbattersi in un uomo bruttarello. E il caso strano è che, proprio durante il primo incontro, Ren le chieda di sposarlo, usando però un termine a lei sconosciuto, ovvero Boumori. Con questo termine si indica infatti la moglie del bonzo. Durante questo primo incontro, avvenuto ad una festa, Yukimi non conosce la professione del ragazzo, e pensa addirittura, per l'abbigliamento elegante e i modi particolari, che possa essere una specie di gangster, o comunque un tizio poco raccomandabile. Sarà quando l'esasperazione per la sua presunta sfortuna (in realtà è la continua presenza di spiriti dannati) che la porterà nel tempio dove i due potranno incontrarsi di nuovo.
I due personaggi cono molto simpatici. Lei è davvero una calamità per le catastrofi, e questo strappa già qualche risata, mentre lui è il classico provolino. Però è di lei, e lei soltanto, che lui è innamorato, il che gli fa davvero onore.
Essendo di genere smut, capirete già dove la storia andrà a parare, ma non è volgare o altro, si lascia leggere e guardare.
I tratti sono molto delicati. Non è uno shojo coi suoi mega occhioni e situazioni imbarazzanti da liceali. Abbiamo di fronte un Josei di tutto rispetto.
Essendo un volume unico, poi, risulta una lettura non impegnativa. Sì, lunghezza e scorrevolezza non sempre vanno a braccetto, ma in questo caso possiamo dire che l'autrice è riuscita, con poche tavole, a mettere su una bella storia.
Ammetto, d'impatto, che metterei 8 come voto, ma non posso certo dire che questa sia una storia originalissima o spettacolare. È bella, mi piace e la consiglio, semplicemente.