Tormenta Nera
Qualche mese decisi che avrei dovuto colmare un grande vuoto nella mia esperienza di lettore manga: leggere le opere più significative pubblicate negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, periodi a me prima quasi interamente sconosciuti. Recuperare manga di quelle epoche fino a questo momento aveva significato leggere prevalentemente opere per ragazzi, in buonissima parte scritti e disegnati da Osamu Tezuka. All’interno di questa mia personale indagine verso le origini del fumetto giapponese, “Tormenta Nera” – seinen pubblicato da Yoshihiro Tatsumi nel 1956 – ha rappresentato una svolta. Si tratta infatti di un seinen di genere thriller, dai toni drammatici e dalla narrazione frenetica, un’opera molto diversa da tutto ciò che avevo letto risalente a quel periodo finora.
“Tormenta Nera” colpisce soprattutto per il ritmo della lettura, rapido e senza fronzoli, il quale restituisce l’idea di una tragedia che si sviluppa in modo rapido e incontrollato. Le vicende raccontate sono interessanti, ma coinvolgono il lettore primariamente per il livello di tensione che la narrazione mantiene dall’inizio alla fine, piuttosto che per la trama di per sé che oggi risulta comunque apprezzabile, anche se probabilmente non troppo imprevedibile. Parliamo comunque di un manga di circa cento pagine, quindi il fatto che Tatsumi abbia puntato più sull’intensità che sulla complessità del racconto ha perfettamente senso. In ogni caso la storia convince anche per il suo aspetto più umano e per il realismo con cui viene caratterizzato il protagonista, di cui sono ben rappresentate le ansie e le paure. Tutto questo potrebbe non stupire più di tanto il lettore che dovesse imbattersi in quest’opera senza una quantomeno vaga idea su quali fossero i titoli di punta dell’epoca, ma per chi possedesse una conoscenza un po’ più precisa sul contesto di provenienza, probabilmente noterà il carattere innovativo e anticonformista del manga in questione.
“Tormenta Nera” è un’opera che convince soprattutto per l’intensità delle vicende e per il ritmo con cui queste vengono raccontate, ma anche per il livello di drammaticità che Tatsumi esprime in alcuni momenti della sua storia. Agli occhi di chi aveva approfondito fino a questo momento il periodo tra gli anni Quaranta e Cinquanta quasi esclusivamente con Tezuka, questo manga appare come una vera e propria rivoluzione. Consigliato a tutti coloro che volessero scoprire un piccolo pezzo di storia del fumetto giapponese.
“Tormenta Nera” colpisce soprattutto per il ritmo della lettura, rapido e senza fronzoli, il quale restituisce l’idea di una tragedia che si sviluppa in modo rapido e incontrollato. Le vicende raccontate sono interessanti, ma coinvolgono il lettore primariamente per il livello di tensione che la narrazione mantiene dall’inizio alla fine, piuttosto che per la trama di per sé che oggi risulta comunque apprezzabile, anche se probabilmente non troppo imprevedibile. Parliamo comunque di un manga di circa cento pagine, quindi il fatto che Tatsumi abbia puntato più sull’intensità che sulla complessità del racconto ha perfettamente senso. In ogni caso la storia convince anche per il suo aspetto più umano e per il realismo con cui viene caratterizzato il protagonista, di cui sono ben rappresentate le ansie e le paure. Tutto questo potrebbe non stupire più di tanto il lettore che dovesse imbattersi in quest’opera senza una quantomeno vaga idea su quali fossero i titoli di punta dell’epoca, ma per chi possedesse una conoscenza un po’ più precisa sul contesto di provenienza, probabilmente noterà il carattere innovativo e anticonformista del manga in questione.
“Tormenta Nera” è un’opera che convince soprattutto per l’intensità delle vicende e per il ritmo con cui queste vengono raccontate, ma anche per il livello di drammaticità che Tatsumi esprime in alcuni momenti della sua storia. Agli occhi di chi aveva approfondito fino a questo momento il periodo tra gli anni Quaranta e Cinquanta quasi esclusivamente con Tezuka, questo manga appare come una vera e propria rivoluzione. Consigliato a tutti coloro che volessero scoprire un piccolo pezzo di storia del fumetto giapponese.
Kuroi Fubuki, pubblicato in Italia con il titolo di Tormenta Nera, è un manga autoconclusivo disegnato e sceneggiato da Yoshihiro Tatsumi nel lontano 1956, ben 20 anni avanti Tacchan. L'autore lo potreste già conoscere grazie al voluminoso "Una Vita tra i Margini", pubblicato sempre da Bao Publishing, ma questa volta ci troviamo davanti ad un lavoro del tutto diverso.
La storia parla di una fortuita e disperata fuga dalle autorità da parte di due sospettati di omicidio. Invero due persone molto diverse, si trovano a scappare per motivazioni più simili delle apparenze, anche se uno dei due nemmeno avrebbe voluto trovarsi in una simile situazione e sarebbe più proponeso a costituirsi.
La lettura, pur scorrendo molto rapida, con molta azione, poco tempo per tergiversare e senza dialoghi particolarmente profondi, vi immergerà in una storia non è banale come potrebbe sembrare. Considerando gli anni in cui è stata scritta l'opera, inolte, sorprende per un paio di risvolti che non posso accennarvi per non rovinarvi il finale, che tra l'altro mi è apparso particolarmente ispirato e soddisfacente.
Le tavole sono disegnate in modo semplice, con un tratto piuttosto spesso e poco adatto ai dettagli, ma che riesce a offrere un'ottima dinamicità e rende di facile comrpensione degli eventi raccontati. Vi sono delle tavole a colori che sono state confezionate in un'edizione piuttosto curata e di buona fattura, che paga dal lato del prezzo, 14 euro, inevitabile visto che sarà un titolo acquistato probabilmente solo da pochi collezionisti e amanti dei manga classici d'autore.
L'ho letto in poco tempo, poco più di mezz'ora, e indubbiamente mi è piaciuto. Totalmente diverso dai manga di oggi, offre un buon spaccato di come poteva venire interpretato un thriller d'azione in un fumetto indirizzato ad un pubblico abbastanza adulto negli anni '50 in Giappone. Se avete disponibilità e siete curiosi, lo trovo una lettura a cui potreste approcciarvi e che merita di finire nella libreria di qualsiasi buon collezionista, amante dei manga o meno.
La storia parla di una fortuita e disperata fuga dalle autorità da parte di due sospettati di omicidio. Invero due persone molto diverse, si trovano a scappare per motivazioni più simili delle apparenze, anche se uno dei due nemmeno avrebbe voluto trovarsi in una simile situazione e sarebbe più proponeso a costituirsi.
La lettura, pur scorrendo molto rapida, con molta azione, poco tempo per tergiversare e senza dialoghi particolarmente profondi, vi immergerà in una storia non è banale come potrebbe sembrare. Considerando gli anni in cui è stata scritta l'opera, inolte, sorprende per un paio di risvolti che non posso accennarvi per non rovinarvi il finale, che tra l'altro mi è apparso particolarmente ispirato e soddisfacente.
Le tavole sono disegnate in modo semplice, con un tratto piuttosto spesso e poco adatto ai dettagli, ma che riesce a offrere un'ottima dinamicità e rende di facile comrpensione degli eventi raccontati. Vi sono delle tavole a colori che sono state confezionate in un'edizione piuttosto curata e di buona fattura, che paga dal lato del prezzo, 14 euro, inevitabile visto che sarà un titolo acquistato probabilmente solo da pochi collezionisti e amanti dei manga classici d'autore.
L'ho letto in poco tempo, poco più di mezz'ora, e indubbiamente mi è piaciuto. Totalmente diverso dai manga di oggi, offre un buon spaccato di come poteva venire interpretato un thriller d'azione in un fumetto indirizzato ad un pubblico abbastanza adulto negli anni '50 in Giappone. Se avete disponibilità e siete curiosi, lo trovo una lettura a cui potreste approcciarvi e che merita di finire nella libreria di qualsiasi buon collezionista, amante dei manga o meno.