Forget me not - Sarà ancora primavera
"Forget me not" è una storia drammatica creata dalla matita di Yuuki Obata, nota in Italia soprattutto per il successo della serie shoujo "Bokura Ga Ita". Il manga è iniziato nel 2014 e, a oggi, risultano pubblicati in Italia due volumi. Lo suggerisco indipendentemente dalla sua prosecuzione perché è una storia che merita di essere conosciuta.
Umeno Shinozaki è la figlia minore di una famiglia benestante. Oltre ad essere membro di una famiglia quasi perfetta, è una ragazza graziosa. Grazie a un piccolo successo conquistato per caso durante le scuole medie, riesce a farsi notare da una rivista locale e inizia a nutrire dentro di sé la speranza di diventare una idol. L'impatto con le scuole superiori si rivela diverso da quello che aveva immaginato. Umeno è sistematicamente bullizzata dai suoi compagni, non ha nessun/a amico/a e si rende conto che i giorni felici delle medie sono un lontano miraggio. Sopraffatta da un sentimento di sfiducia, tenta di togliersi la vita.
"Si è svegliata"
"La ragazza accanto si è svegliata. Ehi..."
Umeno si risveglia in un reparto dell'ospedale Seitoma circondata dalle infermiere e dalla famiglia incredula. Umeno non è la sola ragazza ricoverata in quel reparto, come lei anche altri ragazzi e bambini ne occupano i letti e gli spazi. Ogni piccolo paziente ha un proprio motivo per essere in quel luogo e ciascuno, con il proprio bagaglio di esperienze, e di sofferenze, regalerà a Umeno un frammento di sé.
"Forget me not" è una storia intensa in cui l'autrice ha portato sé stessa. Alla fine del primo volume Yuuki Obata scrive una dedica ai suoi lettori, regalando una testimonianza che lascia intendere i motivi che l'hanno portata a creare quest'opera. I suoi personaggi prendono per mano i lettori, facendoli entrare nel loro mondo, senza trascurarne gli aspetti più romantici. Può essere utile sottolineare che la serie contiene temi importanti delicati, ma offre anche momenti più distensivi e simpatici. In "Forget me not" sono presenti l'amore, l'amicizia, lo sport, i triangoli, gli amori ricambiati e non. I suoi protagonisti si muovono in un terreno sabbioso e questo contribuisce a renderli più consapevoli e maturi.
Spero che l'autrice lo riprenderà per regalarci un epilogo degno della sua bravura e della sua sensibilità. Nel frattempo suggerisco di recuperare i primi due volumi di questo piccolo gioiello e inno alla vita.
Umeno Shinozaki è la figlia minore di una famiglia benestante. Oltre ad essere membro di una famiglia quasi perfetta, è una ragazza graziosa. Grazie a un piccolo successo conquistato per caso durante le scuole medie, riesce a farsi notare da una rivista locale e inizia a nutrire dentro di sé la speranza di diventare una idol. L'impatto con le scuole superiori si rivela diverso da quello che aveva immaginato. Umeno è sistematicamente bullizzata dai suoi compagni, non ha nessun/a amico/a e si rende conto che i giorni felici delle medie sono un lontano miraggio. Sopraffatta da un sentimento di sfiducia, tenta di togliersi la vita.
"Si è svegliata"
"La ragazza accanto si è svegliata. Ehi..."
Umeno si risveglia in un reparto dell'ospedale Seitoma circondata dalle infermiere e dalla famiglia incredula. Umeno non è la sola ragazza ricoverata in quel reparto, come lei anche altri ragazzi e bambini ne occupano i letti e gli spazi. Ogni piccolo paziente ha un proprio motivo per essere in quel luogo e ciascuno, con il proprio bagaglio di esperienze, e di sofferenze, regalerà a Umeno un frammento di sé.
"Forget me not" è una storia intensa in cui l'autrice ha portato sé stessa. Alla fine del primo volume Yuuki Obata scrive una dedica ai suoi lettori, regalando una testimonianza che lascia intendere i motivi che l'hanno portata a creare quest'opera. I suoi personaggi prendono per mano i lettori, facendoli entrare nel loro mondo, senza trascurarne gli aspetti più romantici. Può essere utile sottolineare che la serie contiene temi importanti delicati, ma offre anche momenti più distensivi e simpatici. In "Forget me not" sono presenti l'amore, l'amicizia, lo sport, i triangoli, gli amori ricambiati e non. I suoi protagonisti si muovono in un terreno sabbioso e questo contribuisce a renderli più consapevoli e maturi.
Spero che l'autrice lo riprenderà per regalarci un epilogo degno della sua bravura e della sua sensibilità. Nel frattempo suggerisco di recuperare i primi due volumi di questo piccolo gioiello e inno alla vita.
Duro come un pugno nello stomaco. "Forget me not" racconta di Umeno che, a seguito di episodi di bullismo a scuola, decide di suicidarsi lanciandosi nel fiume, ma nel tentativo si rompe varie costole sbattendo su una balaustra e infine viene salvata. Al suo risveglio su ritrova ricoverata in pediatria, e inizia a fare amicizia con gli altri pazienti, senza sapere perché essi si trovino lì. Non posso dire di più per non rovinare il senso del manga a chi deve leggerlo, posso limitarmi a fornirne una semplice analisi per quanto letto finora e qualche opinione.
La struttura del primo volume è non lineare, nel senso che in ogni capitolo racconta di uno dei pazienti dell'ospedale. Se il primo capitolo procede in maniera normale, il vero colpo di scena arriva alla fine di esso, quando la Obata decide di mostrarsi per quello che è, e cioè un genio della regia. Il manga ha dei toni abbastanza cupi e duri, perchè, è inutile girarci intorno, parla di situazioni drammatiche e senza via d'uscita. I temi trattati ricordano vagamente "Un litro di lacrime" e "Myu no anyu papa ni ageru", due drama giapponesi che affrontavano tematiche simili, come il lento progredire di due malattie terribili.
Il tema in effetti non è molto originale, ma sempre d'impatto, a seconda della bravura dell'autore, e la Obata è in effetti brava.
I disegni ricordano vagamente Keiko Suenobu di "Life", sarà che entrambe descrivono situazioni dure e crude in dei manga per ragazze. Ad ogni modo come dicevo il punto forte è la regia e come l'autrice disponga i colpi di scena: sempre al momento giusto per fare più male e spiazzare il lettore, il primo volume vi lascerà senza fiato.
Insomma, consigliato per un pubblico adulto, non è un manga per tutti. Il primo volume è stato abbastanza dispersivo nel raccontare le vicende dei vari pazienti, e lascia con tutta la curiosità di vedere in che modo proseguirà in quelli successivi. Bene per l'edizione italiana della Flashbook, molto bella nella grafica e nella sovraccoperta, come tipico dell'editore.
La struttura del primo volume è non lineare, nel senso che in ogni capitolo racconta di uno dei pazienti dell'ospedale. Se il primo capitolo procede in maniera normale, il vero colpo di scena arriva alla fine di esso, quando la Obata decide di mostrarsi per quello che è, e cioè un genio della regia. Il manga ha dei toni abbastanza cupi e duri, perchè, è inutile girarci intorno, parla di situazioni drammatiche e senza via d'uscita. I temi trattati ricordano vagamente "Un litro di lacrime" e "Myu no anyu papa ni ageru", due drama giapponesi che affrontavano tematiche simili, come il lento progredire di due malattie terribili.
Il tema in effetti non è molto originale, ma sempre d'impatto, a seconda della bravura dell'autore, e la Obata è in effetti brava.
I disegni ricordano vagamente Keiko Suenobu di "Life", sarà che entrambe descrivono situazioni dure e crude in dei manga per ragazze. Ad ogni modo come dicevo il punto forte è la regia e come l'autrice disponga i colpi di scena: sempre al momento giusto per fare più male e spiazzare il lettore, il primo volume vi lascerà senza fiato.
Insomma, consigliato per un pubblico adulto, non è un manga per tutti. Il primo volume è stato abbastanza dispersivo nel raccontare le vicende dei vari pazienti, e lascia con tutta la curiosità di vedere in che modo proseguirà in quelli successivi. Bene per l'edizione italiana della Flashbook, molto bella nella grafica e nella sovraccoperta, come tipico dell'editore.