La Farfalla Assassina - Storia di una Ninja 2
"La farfalla assassina" è un manga suddiviso in 2 serie: la prima composta da due volumi e una seconda di altri cinque numeri.
Siamo nell’epoca Edo, in un Giappone feudale, e questa è la storia di Ko-cho, una donna di piacere, particolarmente popolare nel quartiere a luci rosse di Yoshiwara.
In realtà questa è solo una copertura perché la donna è anche una kunoichi, quindi una spietata assassina in cerca di vendetta con il nome di Ocho.
La sua missione è anche quella di rintracciare inesorabilmente gli ex compagni d'armi (shinobi smarriti) che, dopo la fine della guerra, vagano per il Giappone commettendo crimini di ogni tipo.
Non è una semplice storia di battaglie fra ninja perché più avanti con i volumi la trama diventa sempre più misteriosa e interessante.
Visivamente le tavole di Yuka Nagate sono magnifiche e anche la sceneggiatura, seppur molto episodica all’inizio, regge con un sottofondo di trama orizzontale.
La protagonista Ocho è assolutamente affascinante e caratterizzata benissimo con tutte le sue fragilità.
Molte storie sono decisamente per un pubblico adulto e alcune scene sono parecchio cruente e crudeli.
L’unico appunto potrei farlo sul finale, in poche pagine ci sono troppi avvenimenti improvvisi e affrettati che non chiudono chiaramente l’opera.
Siamo nell’epoca Edo, in un Giappone feudale, e questa è la storia di Ko-cho, una donna di piacere, particolarmente popolare nel quartiere a luci rosse di Yoshiwara.
In realtà questa è solo una copertura perché la donna è anche una kunoichi, quindi una spietata assassina in cerca di vendetta con il nome di Ocho.
La sua missione è anche quella di rintracciare inesorabilmente gli ex compagni d'armi (shinobi smarriti) che, dopo la fine della guerra, vagano per il Giappone commettendo crimini di ogni tipo.
Non è una semplice storia di battaglie fra ninja perché più avanti con i volumi la trama diventa sempre più misteriosa e interessante.
Visivamente le tavole di Yuka Nagate sono magnifiche e anche la sceneggiatura, seppur molto episodica all’inizio, regge con un sottofondo di trama orizzontale.
La protagonista Ocho è assolutamente affascinante e caratterizzata benissimo con tutte le sue fragilità.
Molte storie sono decisamente per un pubblico adulto e alcune scene sono parecchio cruente e crudeli.
L’unico appunto potrei farlo sul finale, in poche pagine ci sono troppi avvenimenti improvvisi e affrettati che non chiudono chiaramente l’opera.
Dopo aver letto i primi due volumi che componevano l'arco iniziale e presentavano i personaggi principali della storia, ho completato il sequel di questa serie della Goen, facendomi un'idea più completa dell'insieme generale; devo dire che le premesse iniziali che avevo trovato nei primi due albi de 'La farfalla assassina. Storia di una ninja', qui sono state mantenute ampiamente.
In questa seconda parte, la storia si dilata e diventa più ampia, più lineare e meno episodica. La trama è fluida e si dipana nell'arco dei cinque volumi rimanenti in maniera naturale, sviluppandosi attraverso una narrazione che ho trovato affascinante, sorprendente, che costruisce una vicenda storica dai toni duri, drammatici e perfino crudi. Ritroviamo gli stessi personaggi, più qualche nuova entrata interessante, e la nostra Ocho continua a dare la caccia agli shinobi smarriti, questa volta coinvolti con i primi cristiani che tentarono di inserirsi nella società feudale giapponese, e perseguitati dall'autorità dello shogunato. Le dinamiche tra i due gruppi, che hanno solo in apparenza gli stessi intenti, ma motivazioni assai diverse sono spiegate davvero bene. A capo degli shinobi rinnegati, ritroviamo la figura crudele e spietata di Kazuma, uomo legato al passato della stessa Ocho, un avversario temibile che vuole colpire al cuore lo shogunato servendosi dei cristiani, manovrati e usati da ambo le parti, irretiti dalla promessa del Paradiso in terra, ad opera di certi predicatori, tra cui spicca la figura inquietante e fanatica di un padre missionario, Kintsuba, uomo capace di mettere in difficoltà perfino la stessa Ocho e il suo compagno Raizo.
Tutte queste figure sono tratteggiate in maniera sorprendente e incisiva, restano impresse al lettore per la loro forza, molto spesso negativa, ma non sempre o non soltanto; si colgono molteplici sfumature, esitazioni, dubbi in quasi tutti i personaggi, Kintsuba, Ayame (la prostituta cristiana innamorata e plagiata dal padre) il paparino, figura che qui si delinea ulteriormente, Hikoshiro, l'amante che frequenta Ocho al bordello.
La figura femminile di Ocho resta piena di fascino, letale e decisa nel suo lavoro, ma ancora capace di lasciarsi sedurre da sentimenti di dolcezza, che è consapevole di non poter vivere davvero, e questo è ciò che la rende estremamente umana; si intravede questa sfumatura nel rapporto col suo amante verso cui ha un attimo di debolezza, nell'incontro sorprendente ed esilarante con lo Shogun nel castello di Edo, dove è ambientata una parte della vicenda, ma ancor di più secondo me, nel legame con Raizo, che qui assume un peso preciso, delineandosi in ambiti più drammatici.
Raizo è una figura di uomo affascinante e misterioso, taciturno, è difficile capire quello che pensa, ma è indubbio che abbia con Ocho un rapporto particolare e dei riguardi verso di lei. Forse Ocho e Raizo potrebbero essere qualcosa in più se non fossero quello che sono, due 'cacciatori' con un ruolo a cui non possono sottrarsi, ma certi atteggiamenti amichevoli, quasi 'intimi', certe confidenze e libertà non li riservano ad altri.
Sempre molto belli i disegni, ricchi di particolari e dettagli che rendono l'epoca della narrazione; le scene d'azione sono chiare, dinamiche ma non confuse, rette da una sceneggiatura che suggerisce bene i movimenti. Sempre affascinanti le pagine iniziali a colori.
Una bella serie davvero.
In questa seconda parte, la storia si dilata e diventa più ampia, più lineare e meno episodica. La trama è fluida e si dipana nell'arco dei cinque volumi rimanenti in maniera naturale, sviluppandosi attraverso una narrazione che ho trovato affascinante, sorprendente, che costruisce una vicenda storica dai toni duri, drammatici e perfino crudi. Ritroviamo gli stessi personaggi, più qualche nuova entrata interessante, e la nostra Ocho continua a dare la caccia agli shinobi smarriti, questa volta coinvolti con i primi cristiani che tentarono di inserirsi nella società feudale giapponese, e perseguitati dall'autorità dello shogunato. Le dinamiche tra i due gruppi, che hanno solo in apparenza gli stessi intenti, ma motivazioni assai diverse sono spiegate davvero bene. A capo degli shinobi rinnegati, ritroviamo la figura crudele e spietata di Kazuma, uomo legato al passato della stessa Ocho, un avversario temibile che vuole colpire al cuore lo shogunato servendosi dei cristiani, manovrati e usati da ambo le parti, irretiti dalla promessa del Paradiso in terra, ad opera di certi predicatori, tra cui spicca la figura inquietante e fanatica di un padre missionario, Kintsuba, uomo capace di mettere in difficoltà perfino la stessa Ocho e il suo compagno Raizo.
Tutte queste figure sono tratteggiate in maniera sorprendente e incisiva, restano impresse al lettore per la loro forza, molto spesso negativa, ma non sempre o non soltanto; si colgono molteplici sfumature, esitazioni, dubbi in quasi tutti i personaggi, Kintsuba, Ayame (la prostituta cristiana innamorata e plagiata dal padre) il paparino, figura che qui si delinea ulteriormente, Hikoshiro, l'amante che frequenta Ocho al bordello.
La figura femminile di Ocho resta piena di fascino, letale e decisa nel suo lavoro, ma ancora capace di lasciarsi sedurre da sentimenti di dolcezza, che è consapevole di non poter vivere davvero, e questo è ciò che la rende estremamente umana; si intravede questa sfumatura nel rapporto col suo amante verso cui ha un attimo di debolezza, nell'incontro sorprendente ed esilarante con lo Shogun nel castello di Edo, dove è ambientata una parte della vicenda, ma ancor di più secondo me, nel legame con Raizo, che qui assume un peso preciso, delineandosi in ambiti più drammatici.
Raizo è una figura di uomo affascinante e misterioso, taciturno, è difficile capire quello che pensa, ma è indubbio che abbia con Ocho un rapporto particolare e dei riguardi verso di lei. Forse Ocho e Raizo potrebbero essere qualcosa in più se non fossero quello che sono, due 'cacciatori' con un ruolo a cui non possono sottrarsi, ma certi atteggiamenti amichevoli, quasi 'intimi', certe confidenze e libertà non li riservano ad altri.
Sempre molto belli i disegni, ricchi di particolari e dettagli che rendono l'epoca della narrazione; le scene d'azione sono chiare, dinamiche ma non confuse, rette da una sceneggiatura che suggerisce bene i movimenti. Sempre affascinanti le pagine iniziali a colori.
Una bella serie davvero.