Blue Giant
Creare un opera di successo non è mai facile, figuriamoci se il fulcro del discorso è un genere musicale di nicchia come il Jazz. Solo questo dovrebbe dare la prova di come Shinichi Ishizuka abbia letteralmente creato una storia dalla sinfonia incredibile.
In questa prima parte dell'opera (che continua con "Blue Giant Supreme", "Explorer" e "Momentum") ci si concentra sugli albori della grande epopea di Dai Miyamoto, un sassofonista destinato a stravolgere il panorama Jazz mondiale. La trama la potete trovare ovunque, quindi mi soffermerò su quello che una semplice sinossi non vi dirà mai. Emozioni.
Leggere "Blue Giant" è un avventura molto particolare, d'altronde come si può leggere un fumetto sulla musica quando lo stesso medium non prevede l'utilizzo dell'udito? E' qui che entra in campo la maestria dell'autore, con tavole dinamiche e particolarmente espressive riesce a tirar fuori da ogni nota una potenza incredibile...
Non c'è molto da dire, finché non lo leggi non puoi capire.
Il voto è 8 e mezzo solo perché le successive parti dell'opera riescono a sprigionare ancora più potenza. Chapeau!
In questa prima parte dell'opera (che continua con "Blue Giant Supreme", "Explorer" e "Momentum") ci si concentra sugli albori della grande epopea di Dai Miyamoto, un sassofonista destinato a stravolgere il panorama Jazz mondiale. La trama la potete trovare ovunque, quindi mi soffermerò su quello che una semplice sinossi non vi dirà mai. Emozioni.
Leggere "Blue Giant" è un avventura molto particolare, d'altronde come si può leggere un fumetto sulla musica quando lo stesso medium non prevede l'utilizzo dell'udito? E' qui che entra in campo la maestria dell'autore, con tavole dinamiche e particolarmente espressive riesce a tirar fuori da ogni nota una potenza incredibile...
Non c'è molto da dire, finché non lo leggi non puoi capire.
Il voto è 8 e mezzo solo perché le successive parti dell'opera riescono a sprigionare ancora più potenza. Chapeau!
Sicuramente l'annuncio dell'autore Shinichi Ishizuka ospite di J-Pop al Milan Games Week & Cartoomics 2023 mi ha incuriosito e portato a leggere questo manga che mi ha ricordato molto le atmosfere di un'altra opera, "BECK" di Harold Sakuishi.
Una trama semplice e lineare, nonostante il formato deluxe con volumi corposi la lettura è molto scorrevole e leggera.
In questo manga sgorga una passione molto forte per la musica, soprattutto per il jazz, Ishizuka cita spesso musicisti come John Coltrane, Miles Davis, Dexter Gordon, Louis Armstrong.
"Le Blue Giant sono enormi stelle, il cui calore è tanto intenso da travalicare il colore rosso e risplendere di una tonalità blu.
Sono note come Giganti Blu.
Da giovani, tra amici, chiamavamo "Blue Giant" i jazzisti che brillavano di più al mondo."
Il protagonista Dai Miyamoto è un diciasettenne che si innamora, per caso, del jazz durante una esibizione, quando il fratello maggiore gli regalerà un sassofono per Dai sarà amore assoluto. Determinato a diventare un grande jazzista suonerà prima da autodidatta tutti i giorni, senza saper leggere lo spartito, vicino agli argini del fiume, col caldo torrido estivo, col gelido freddo invernale, per poi passare a lezioni di musica in cui il maestro Yui vede un talento cristallino e non chiede paga per l'insegnamento al ragazzo. Non basta sapersi allenare tutti i giorni, non basta la passione per uno strumento, avere il famoso "Dono" fa la differenza per diventare qualcuno, avere il talento di colpire al cuore delle persone col proprio strumento, come un'estensione del proprio corpo a cui fondere la propria anima e personalità.
E la passione per il Jazz e la musica pervade tutto il manga, lunghe pagine sono prive di dialoghi ma potentissime nel mostrare l'intensità che la musica crea durante le esibizioni dal vivo, gli sguardi degli ascoltatori, l'entusiasmo e l'euforia nel suonare, le movenze del corpo che segue il ritmo, il buio avvolgente delle sale da bar, la musica vibrante che pare uscire dalle pagine e creare un'estasi trascendentale.
Una storia di formazione, dunque, che ha per protagonista un ragazzo semplice, socievole, ottimista, posato, perbene, umile, spinto da una grande passione e ambizione che lo porterà da un piccolo paese a Tokyo dove suonerà nel trio Jass; non vi sono rivalità con altre band, la lettura segue un'atmosfera piuttosto tranquilla narrativamente, senza scossoni o drammi, cosa che secondo me ha un po' penalizzato l'opera ma questo è un mio gusto personale. Nonostante l'ambizione, ho trovato il protagonista forse un pò piatto, monotono e poco sfaccettato, motivo del mio voto non altissimo, Dai Miyamoto è talmente buono e bravo che pare quasi non avere difetti, o peggio pare un po' banale, se si fosse dato maggior spessore psicologico avrebbe dato un qualcosa in più a quest'opera secondo me.
Il tratto dell'autore è pulito e preciso, ricorda molto quello di Naoki Urasawa, le pagine inerenti al suono degli strumenti e a i concerti sono meravigliosamente espressive, potenti ed evocative.
La J-Pop ne ha fatto 5 volumi corposi che ripercorrono il primo arco narrativo, seguiranno "Blue Giant Supreme" di 11 volumi -già annunciato- e "Blue Giant Explorer" ancora in corso in patria.
I volumi della J-Pop sono molto belli, formato grande, buona qualità, pagine a colori, è carino vedere come la casa editrice si presenta in quest'opera come "J-POP RECORDS" e nel retro di ogni volume i capitoli ricordano le tracce di un album musicale.
Sono riuscita a leggere gratuitamente questo manga grazie al prestito bibliotecario, consiglio a tutti di chiedere alla propria biblioteca comunale e controllare i titoli manga della propria provincia, molte biblioteche negli ultimi anni investono nell'acquisto di manga, il portafoglio ringrazia.
In definitiva una buona lettura, ottima soprattutto per chi cerca un manga sulla musica.
Una trama semplice e lineare, nonostante il formato deluxe con volumi corposi la lettura è molto scorrevole e leggera.
In questo manga sgorga una passione molto forte per la musica, soprattutto per il jazz, Ishizuka cita spesso musicisti come John Coltrane, Miles Davis, Dexter Gordon, Louis Armstrong.
"Le Blue Giant sono enormi stelle, il cui calore è tanto intenso da travalicare il colore rosso e risplendere di una tonalità blu.
Sono note come Giganti Blu.
Da giovani, tra amici, chiamavamo "Blue Giant" i jazzisti che brillavano di più al mondo."
Il protagonista Dai Miyamoto è un diciasettenne che si innamora, per caso, del jazz durante una esibizione, quando il fratello maggiore gli regalerà un sassofono per Dai sarà amore assoluto. Determinato a diventare un grande jazzista suonerà prima da autodidatta tutti i giorni, senza saper leggere lo spartito, vicino agli argini del fiume, col caldo torrido estivo, col gelido freddo invernale, per poi passare a lezioni di musica in cui il maestro Yui vede un talento cristallino e non chiede paga per l'insegnamento al ragazzo. Non basta sapersi allenare tutti i giorni, non basta la passione per uno strumento, avere il famoso "Dono" fa la differenza per diventare qualcuno, avere il talento di colpire al cuore delle persone col proprio strumento, come un'estensione del proprio corpo a cui fondere la propria anima e personalità.
E la passione per il Jazz e la musica pervade tutto il manga, lunghe pagine sono prive di dialoghi ma potentissime nel mostrare l'intensità che la musica crea durante le esibizioni dal vivo, gli sguardi degli ascoltatori, l'entusiasmo e l'euforia nel suonare, le movenze del corpo che segue il ritmo, il buio avvolgente delle sale da bar, la musica vibrante che pare uscire dalle pagine e creare un'estasi trascendentale.
Una storia di formazione, dunque, che ha per protagonista un ragazzo semplice, socievole, ottimista, posato, perbene, umile, spinto da una grande passione e ambizione che lo porterà da un piccolo paese a Tokyo dove suonerà nel trio Jass; non vi sono rivalità con altre band, la lettura segue un'atmosfera piuttosto tranquilla narrativamente, senza scossoni o drammi, cosa che secondo me ha un po' penalizzato l'opera ma questo è un mio gusto personale. Nonostante l'ambizione, ho trovato il protagonista forse un pò piatto, monotono e poco sfaccettato, motivo del mio voto non altissimo, Dai Miyamoto è talmente buono e bravo che pare quasi non avere difetti, o peggio pare un po' banale, se si fosse dato maggior spessore psicologico avrebbe dato un qualcosa in più a quest'opera secondo me.
Il tratto dell'autore è pulito e preciso, ricorda molto quello di Naoki Urasawa, le pagine inerenti al suono degli strumenti e a i concerti sono meravigliosamente espressive, potenti ed evocative.
La J-Pop ne ha fatto 5 volumi corposi che ripercorrono il primo arco narrativo, seguiranno "Blue Giant Supreme" di 11 volumi -già annunciato- e "Blue Giant Explorer" ancora in corso in patria.
I volumi della J-Pop sono molto belli, formato grande, buona qualità, pagine a colori, è carino vedere come la casa editrice si presenta in quest'opera come "J-POP RECORDS" e nel retro di ogni volume i capitoli ricordano le tracce di un album musicale.
Sono riuscita a leggere gratuitamente questo manga grazie al prestito bibliotecario, consiglio a tutti di chiedere alla propria biblioteca comunale e controllare i titoli manga della propria provincia, molte biblioteche negli ultimi anni investono nell'acquisto di manga, il portafoglio ringrazia.
In definitiva una buona lettura, ottima soprattutto per chi cerca un manga sulla musica.
Il sassofono è probabilmente uno dei miei strumenti musicali preferiti, non ho mai avuto l’occasione di provarlo, ma ogni volta che ascolto una canzone con il sax il mio cuore ha un sussulto di felicità. Tutto merito o "colpa" della stupenda colonna sonora di "Kimagure Orange Road"; come posso dimenticare i meravigliosi assoli al sax di Madoka Ayukawa, che ascoltavo di continuo fin da quando andavo alle elementari!?! Perciò non potevo lasciarmi sfuggire un manga dedicato interamente alla storia di un ragazzo che vuole diventare il più grande sassofonista del mondo!
"Blue Giant" è stato pubblicato da noi in una bellissima edizione da 5 volumoni di grandi dimensioni che raccolgono i 10 numeri del manga originale giapponese.
Il personaggio principale è Dai Miyamoto, un ragazzo semplice che si è innamorato per caso del jazz e decide di dedicarsi con tutto sé stesso al sogno di diventare un grandissimo sassofonista; è un ottimista per natura e cercherà sempre di superare ogni avversità pur di raggiungere il suo scopo. Queste sue qualità finiranno per contagiare anche tutte le persone che incontrerà lungo il suo cammino verso il successo. L’opera è un’ottima rappresentazione della musica jazz, spesso ci sono pagine o addirittura interi capitoli con dialoghi ridotti al minimo perché parlano, anzi suonano, le immagini soprattutto durante le esibizioni sul palco.
Il tratto di Shinichi Ishizuka è incredibile, ha fatto un grande lavoro per rappresentare l’intensità e la voglia di suonare dei musicisti di fronte al pubblico. C’è una grande attenzione anche sulle persone che assistono alle esibizioni per mostrarci il potere della musica e le emozioni che stanno provando. Nella storia vengono citati tanti grandi nomi della musica jazz e ciò conferma una ricerca accurata da parte dell’autore per renderla più fedele alla realtà.
Oltre alla musica ciò che mi ha colpito sono anche i tanti episodi più o meno particolari della vita quotidiana di Dai; molto belle le storie che riguardano la sua famiglia (padre, fratello maggiore e sorella minore), i suoi compagni di scuola, la ragazza di cui si innamora, la prof. di musica, l’insegnante di jazz, la signora del locale, ecc. ecc. Stupendo anche tutto il processo di formazione del trio dei JASS, con cui Dai e i suoi 2 amici tentano di sfondare nel mondo della musica.
Se amate le storie di formazione con un protagonista determinato e pieno di qualità non potete lasciarvi sfuggire questo manga!
p.s.: dopo "Blue Giant" sono state pubblicate in Giappone anche le serie successive "Blue Giant Supreme" e "Blue Giant Explorer" (quest’ultima tuttora in corso); incrocio le dita per vederle presto da noi.
"Blue Giant" è stato pubblicato da noi in una bellissima edizione da 5 volumoni di grandi dimensioni che raccolgono i 10 numeri del manga originale giapponese.
Il personaggio principale è Dai Miyamoto, un ragazzo semplice che si è innamorato per caso del jazz e decide di dedicarsi con tutto sé stesso al sogno di diventare un grandissimo sassofonista; è un ottimista per natura e cercherà sempre di superare ogni avversità pur di raggiungere il suo scopo. Queste sue qualità finiranno per contagiare anche tutte le persone che incontrerà lungo il suo cammino verso il successo. L’opera è un’ottima rappresentazione della musica jazz, spesso ci sono pagine o addirittura interi capitoli con dialoghi ridotti al minimo perché parlano, anzi suonano, le immagini soprattutto durante le esibizioni sul palco.
Il tratto di Shinichi Ishizuka è incredibile, ha fatto un grande lavoro per rappresentare l’intensità e la voglia di suonare dei musicisti di fronte al pubblico. C’è una grande attenzione anche sulle persone che assistono alle esibizioni per mostrarci il potere della musica e le emozioni che stanno provando. Nella storia vengono citati tanti grandi nomi della musica jazz e ciò conferma una ricerca accurata da parte dell’autore per renderla più fedele alla realtà.
Oltre alla musica ciò che mi ha colpito sono anche i tanti episodi più o meno particolari della vita quotidiana di Dai; molto belle le storie che riguardano la sua famiglia (padre, fratello maggiore e sorella minore), i suoi compagni di scuola, la ragazza di cui si innamora, la prof. di musica, l’insegnante di jazz, la signora del locale, ecc. ecc. Stupendo anche tutto il processo di formazione del trio dei JASS, con cui Dai e i suoi 2 amici tentano di sfondare nel mondo della musica.
Se amate le storie di formazione con un protagonista determinato e pieno di qualità non potete lasciarvi sfuggire questo manga!
p.s.: dopo "Blue Giant" sono state pubblicate in Giappone anche le serie successive "Blue Giant Supreme" e "Blue Giant Explorer" (quest’ultima tuttora in corso); incrocio le dita per vederle presto da noi.
“Da giovane, tra amici, chiamavamo “Blue Giant” i jazzisti che brillavano di più al mondo. Sono enormi stelle, il cui calore è talmente intenso da travalicare il colore rosso e risplendere di una tonalità blu.
Sono note come giganti blu”.
Il blu, spesso indicato come colore della malinconia, è da sempre vettore creativo nel mondo, fortemente presente in tutte le declinazioni artistiche: da “Blue Velvet” di David Lynch al gruppo rock nostrano “Bluvertigo”.
Senza uscire troppo dal seminato, rimanendo in ambito manga/anime, abbiamo una sfilza di opere nel cui titolo è presente questo colore: dal “demoniaco” “Blue Exorcist”, al survival spokon “Blue Lock”, passando per lo slice of life scolastico “Blue Period”, fino al caposaldo dell’animazione giapponese “Perfect Blue” di Satoshi Kon, che, oltre al sopraccitato “Blue Velvet”, ha ispirato, per usare un eufemismo, “Il cigno nero” di Aronofsky.
Day Miyamoto è un liceale iscritto al club del basket della propria scuola, tuttavia la sua vocazione è il jazz, e lo capisce dal colpo di fulmine che lo attraversa al primo concerto a cui assiste.
Suo fratello maggiore (il protagonista ha anche una sorellina) decide di comprargli il sassofono più costoso in circolazione, per fargli coltivare al meglio questa ardente passione. Il ragazzo diventa presto un tutt’uno col suo strumento, e pur mancando nei rudimenti basici, non sa leggere uno spartito né scegliere la corretta diteggiatura, dimostra da subito un esplosivo talento cristallino.
Finito il percorso da autodidatta, fatto di nottate post-lavoro trascorse a suonare agli argini del fiume Hirose, divenuto nel tempo una sorta di seconda casa, per colmare le lacune tecniche Dai decide di affidarsi alle lezioni private del maestro Yui, un esperto musico che rivede nel ragazzo il se stesso da giovane. Dopo essersi fatto le ossa lungo le strade di Sendai, Dai si trasferisce a Tokyo per fare il salto di qualità artistico, luogo di ritrovo di un’infinità di jazzisti, dove arriverà a formare una band: i Jass.
«Dalla carta non escono i suoni lo sai?»
«Certo… ma se li sbatti, i libri fanno rumore»
Che le note potessero uscire dalla carta sotto forma di emozioni i manga ce lo avevano già ampiamente dimostrato con opere come: “Beck”, “Nana”, “Jammin’ Apollon”, “Nodame Cantabile”, e “Solanin” da cui “Blue Giant” prende spunto per i connotati slice of life agrodolci, e specialmente in termini di vibes trasmesse (pur non avendo il nichilismo di Asano).
Shinichi Ishizuka, autore già noto grazie alla pubblicazione di “Gaku” (il suo manga d’esordio sull’alpinismo purtroppo in Italia interrotto al quarto volume), prende la “tenacia sportiva” degli spokon e la trasforma in flusso musicale, mostrandoci l’abnegazione, i sacrifici e la determinazione di un ragazzo che soffia i sentimenti dentro il suo sassofono. Similmente a quanto avviene nei manga sportivi il protagonista canalizza tutte le energie nella sua viscerale passione, arrivando anche a svolgere due lavori contemporaneamente come il cameriere e l’operaio pur di continuare a coltivare il suo sogno.
Il jazz si è sedimentato in Giappone grazie alla contaminazione culturale dovuta alla dispotica egemonia americana post seconda guerra mondiale. L’amore di Shinichi Ishizuka verso questo genere musicale sembra strabordare dalle pagine, pregne di citazioni e atti di lode. John Coltrane, Johnny Griffin, Miles Davis, Charlie Parker, Bill Evans, Dexter Gordon, Louis Armstrong sono solo alcune delle numerosissime reference fatte dall’autore in quest’opera, che risulta essere un passionale tributo alla musica jazz. I capitoli sono tutti titoli di canzoni od album storici che hanno in qualche modo segnato il percorso artistico del mangaka, da “Blue Sunset” a “Blue Train”, tanto per restare in tema blu. Brillante l’idea relativa ai capitoli extra, denominati “bonus track”, in cui vediamo i personaggi secondari proiettati in flash-forward rispondere a mo' di intervista alle domande sui protagonisti, fornendo aneddoti e approfondimenti interessanti, tra cui spoiler sull’ascesa musicale di Dai.
“Le sue note stanno diventando sempre più blu”.
Il susseguirsi delle vicende è sapientemente intermezzato da alcuni flashback che danno tridimensionalità ad un incedere narrativo che altrimenti sarebbe fin troppo lineare, data anche la totale assenza di villains. Non mancano i siparietti comici, intelligentemente centellinati per non risultare invasivi. Interessante il personaggio di Yukinori Sawabe, il pianista della band, la cui tecnica finissima forgiata su anni di studio intensivo si completa con il talento grezzo e la capacità d’improvvisazione di Dai, creando insieme tappeti musicali che diventano dei veri e propri cerchi simbiotici. La musica dà colore alle emozioni, e lo dimostra il primo brano interamente composto da Dai “Burhnam love”, a seguito della morte di Burhnam, un cane a cui il ragazzo si era molto legato.
Notevole il tratto di Ishizuka, un compromesso tra realismo ed espressività che si rifà alla scuola di Naoki Urasawa. Il disegno raggiunge il suo apogeo durante lo svolgimento dei concerti, in cui più che leggere un fumetto sembra di assistere ad autentiche esibizioni musicali. La musica è vibrante, comunicativa, esce dalle pagine penetrando l’anima. Le movenze dei musicisti sul palco, la sinergia con i propri strumenti, i primi piani, l’atmosfera da brividi nei locali, le inquadrature al pubblico, il tutto studiato a tavolino e magnificamente immortalato su carta per immergerci a pieno nel clima dei live. Resta impressa la scena in cui Dai smonta il suo sassofono per pulirlo, passando con estremo zelo del cotton fioc per spolverarne le forature, grazie alla minuzia nei dettagli e all’impostazione registica delle tavole, Ishizuka trasforma un normale gesto in un vero e proprio atto d’amore.
Ottima l’edizione J-Pop con sovraccoperta e pagine a colori: un formato deluxe da collezione che accorpa in un albo 2 volumi del formato tankōbon standard giapponese. Piccolo appunto: carta eccessivamente trasparente.
Come dichiarato dall’autore nella postfazione “Blue Giant” continua con “Blue Giant Supreme”, conclusosi in Giappone nel 2020 e succeduto a sua volta da “Blue Giant Explorer” tuttora in corso in patria. Recentemente è stato annunciato anche l’attesissimo adattamento animato che vedrà la luce verso il concludersi del 2023.
Che sia sotto il rovente sole estivo, o dentro una galleria buia per ripararsi dalle gelide piogge invernali, Dai continua a suonare il suo sax tenore, fino ad avere tutte le ance consumate, perché più un sogno è grande più bisogna sacrificarsi per portarlo a compimento.
“Blue Giant” è un giro di blues sul tappeto della notte, un manga quasi da ascoltare, sicuramente da leggere, magari con John Coltrane in sottofondo.
“Non mi importa di quante centinaia, migliaia o anche decine di migliaia di ore di esercizio mi ci vorranno… andrò a Tokyo, a New York… ci andrò senza dubbio! Perché io… diventerò il più grande jazzista del mondo! Ne sono certo!”
Sono note come giganti blu”.
Il blu, spesso indicato come colore della malinconia, è da sempre vettore creativo nel mondo, fortemente presente in tutte le declinazioni artistiche: da “Blue Velvet” di David Lynch al gruppo rock nostrano “Bluvertigo”.
Senza uscire troppo dal seminato, rimanendo in ambito manga/anime, abbiamo una sfilza di opere nel cui titolo è presente questo colore: dal “demoniaco” “Blue Exorcist”, al survival spokon “Blue Lock”, passando per lo slice of life scolastico “Blue Period”, fino al caposaldo dell’animazione giapponese “Perfect Blue” di Satoshi Kon, che, oltre al sopraccitato “Blue Velvet”, ha ispirato, per usare un eufemismo, “Il cigno nero” di Aronofsky.
Day Miyamoto è un liceale iscritto al club del basket della propria scuola, tuttavia la sua vocazione è il jazz, e lo capisce dal colpo di fulmine che lo attraversa al primo concerto a cui assiste.
Suo fratello maggiore (il protagonista ha anche una sorellina) decide di comprargli il sassofono più costoso in circolazione, per fargli coltivare al meglio questa ardente passione. Il ragazzo diventa presto un tutt’uno col suo strumento, e pur mancando nei rudimenti basici, non sa leggere uno spartito né scegliere la corretta diteggiatura, dimostra da subito un esplosivo talento cristallino.
Finito il percorso da autodidatta, fatto di nottate post-lavoro trascorse a suonare agli argini del fiume Hirose, divenuto nel tempo una sorta di seconda casa, per colmare le lacune tecniche Dai decide di affidarsi alle lezioni private del maestro Yui, un esperto musico che rivede nel ragazzo il se stesso da giovane. Dopo essersi fatto le ossa lungo le strade di Sendai, Dai si trasferisce a Tokyo per fare il salto di qualità artistico, luogo di ritrovo di un’infinità di jazzisti, dove arriverà a formare una band: i Jass.
«Dalla carta non escono i suoni lo sai?»
«Certo… ma se li sbatti, i libri fanno rumore»
Che le note potessero uscire dalla carta sotto forma di emozioni i manga ce lo avevano già ampiamente dimostrato con opere come: “Beck”, “Nana”, “Jammin’ Apollon”, “Nodame Cantabile”, e “Solanin” da cui “Blue Giant” prende spunto per i connotati slice of life agrodolci, e specialmente in termini di vibes trasmesse (pur non avendo il nichilismo di Asano).
Shinichi Ishizuka, autore già noto grazie alla pubblicazione di “Gaku” (il suo manga d’esordio sull’alpinismo purtroppo in Italia interrotto al quarto volume), prende la “tenacia sportiva” degli spokon e la trasforma in flusso musicale, mostrandoci l’abnegazione, i sacrifici e la determinazione di un ragazzo che soffia i sentimenti dentro il suo sassofono. Similmente a quanto avviene nei manga sportivi il protagonista canalizza tutte le energie nella sua viscerale passione, arrivando anche a svolgere due lavori contemporaneamente come il cameriere e l’operaio pur di continuare a coltivare il suo sogno.
Il jazz si è sedimentato in Giappone grazie alla contaminazione culturale dovuta alla dispotica egemonia americana post seconda guerra mondiale. L’amore di Shinichi Ishizuka verso questo genere musicale sembra strabordare dalle pagine, pregne di citazioni e atti di lode. John Coltrane, Johnny Griffin, Miles Davis, Charlie Parker, Bill Evans, Dexter Gordon, Louis Armstrong sono solo alcune delle numerosissime reference fatte dall’autore in quest’opera, che risulta essere un passionale tributo alla musica jazz. I capitoli sono tutti titoli di canzoni od album storici che hanno in qualche modo segnato il percorso artistico del mangaka, da “Blue Sunset” a “Blue Train”, tanto per restare in tema blu. Brillante l’idea relativa ai capitoli extra, denominati “bonus track”, in cui vediamo i personaggi secondari proiettati in flash-forward rispondere a mo' di intervista alle domande sui protagonisti, fornendo aneddoti e approfondimenti interessanti, tra cui spoiler sull’ascesa musicale di Dai.
“Le sue note stanno diventando sempre più blu”.
Il susseguirsi delle vicende è sapientemente intermezzato da alcuni flashback che danno tridimensionalità ad un incedere narrativo che altrimenti sarebbe fin troppo lineare, data anche la totale assenza di villains. Non mancano i siparietti comici, intelligentemente centellinati per non risultare invasivi. Interessante il personaggio di Yukinori Sawabe, il pianista della band, la cui tecnica finissima forgiata su anni di studio intensivo si completa con il talento grezzo e la capacità d’improvvisazione di Dai, creando insieme tappeti musicali che diventano dei veri e propri cerchi simbiotici. La musica dà colore alle emozioni, e lo dimostra il primo brano interamente composto da Dai “Burhnam love”, a seguito della morte di Burhnam, un cane a cui il ragazzo si era molto legato.
Notevole il tratto di Ishizuka, un compromesso tra realismo ed espressività che si rifà alla scuola di Naoki Urasawa. Il disegno raggiunge il suo apogeo durante lo svolgimento dei concerti, in cui più che leggere un fumetto sembra di assistere ad autentiche esibizioni musicali. La musica è vibrante, comunicativa, esce dalle pagine penetrando l’anima. Le movenze dei musicisti sul palco, la sinergia con i propri strumenti, i primi piani, l’atmosfera da brividi nei locali, le inquadrature al pubblico, il tutto studiato a tavolino e magnificamente immortalato su carta per immergerci a pieno nel clima dei live. Resta impressa la scena in cui Dai smonta il suo sassofono per pulirlo, passando con estremo zelo del cotton fioc per spolverarne le forature, grazie alla minuzia nei dettagli e all’impostazione registica delle tavole, Ishizuka trasforma un normale gesto in un vero e proprio atto d’amore.
Ottima l’edizione J-Pop con sovraccoperta e pagine a colori: un formato deluxe da collezione che accorpa in un albo 2 volumi del formato tankōbon standard giapponese. Piccolo appunto: carta eccessivamente trasparente.
Come dichiarato dall’autore nella postfazione “Blue Giant” continua con “Blue Giant Supreme”, conclusosi in Giappone nel 2020 e succeduto a sua volta da “Blue Giant Explorer” tuttora in corso in patria. Recentemente è stato annunciato anche l’attesissimo adattamento animato che vedrà la luce verso il concludersi del 2023.
Che sia sotto il rovente sole estivo, o dentro una galleria buia per ripararsi dalle gelide piogge invernali, Dai continua a suonare il suo sax tenore, fino ad avere tutte le ance consumate, perché più un sogno è grande più bisogna sacrificarsi per portarlo a compimento.
“Blue Giant” è un giro di blues sul tappeto della notte, un manga quasi da ascoltare, sicuramente da leggere, magari con John Coltrane in sottofondo.
“Non mi importa di quante centinaia, migliaia o anche decine di migliaia di ore di esercizio mi ci vorranno… andrò a Tokyo, a New York… ci andrò senza dubbio! Perché io… diventerò il più grande jazzista del mondo! Ne sono certo!”