Plastic Girl
Pubblicato nel 2000, Plastic Girl fa parte dei primi lavori di Furuya e, sebbene sia sorprendentemente breve (meno di 50 pagg.), è di grande interesse e profondità.
"Plastic Girl" è, sostanzialmente, l'amara descrizione della pubertà. Impostato come biografia di una giovane ragazza, risulta innovativo in particolare per il modo in cui le pagine sono impostate. Le pagine, con cornici sempre variabili, paiono estratti del diario personale della giovane fanciulla. Colorate, variopinte, arrabattate, ogni pagina pare esser stata creata dalla bambina con i pochi materiali utili a sua disposizione.
Mentre le prime pagine si concentrano sulla sua vita immaginaria, su quella grande sezione della vita di ogni fanciullo che si forma in un mondo a sé, in cui i fatti reali vengono rimodellati tramite la fantasia - un po' macabra, in questo caso, a descrizione di un animo già tormentato -, via via iniziano a sorgere dubbi e incertezze. Quel mondo reale e non reale in cui si è vissuti inizia a sfiorire, soffiato via dal vento implacabile del tempo. Le passioni più forti, i desiderî più astrusi ma lieti, ogni piccola insulsaggine resa grande e possente dalla purezza di uno sguardo vergine e giovane viene spazzata via. Come la mela rese Adamo ed Eva conoscenti del male e del bene, così la pubertà rende Akio conoscente del fatto che deve dire addio a sé stessa, entrando in in una nuova realtà, più fredda, ma più vera.
"Plastic Girl" è, sostanzialmente, l'amara descrizione della pubertà. Impostato come biografia di una giovane ragazza, risulta innovativo in particolare per il modo in cui le pagine sono impostate. Le pagine, con cornici sempre variabili, paiono estratti del diario personale della giovane fanciulla. Colorate, variopinte, arrabattate, ogni pagina pare esser stata creata dalla bambina con i pochi materiali utili a sua disposizione.
Mentre le prime pagine si concentrano sulla sua vita immaginaria, su quella grande sezione della vita di ogni fanciullo che si forma in un mondo a sé, in cui i fatti reali vengono rimodellati tramite la fantasia - un po' macabra, in questo caso, a descrizione di un animo già tormentato -, via via iniziano a sorgere dubbi e incertezze. Quel mondo reale e non reale in cui si è vissuti inizia a sfiorire, soffiato via dal vento implacabile del tempo. Le passioni più forti, i desiderî più astrusi ma lieti, ogni piccola insulsaggine resa grande e possente dalla purezza di uno sguardo vergine e giovane viene spazzata via. Come la mela rese Adamo ed Eva conoscenti del male e del bene, così la pubertà rende Akio conoscente del fatto che deve dire addio a sé stessa, entrando in in una nuova realtà, più fredda, ma più vera.