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Irene Tempesta

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
Con questo volume unico abbandoniamo i classici mondi spaziali fantascientifici tipici del Leijiverse e ci inoltriamo in una serie di racconti molto terreni incentrati sulla vita di alcuni gatti, tutti col nome Mi-Kun (in onore ai tanti gatti che ha avuto l'autore, tutti nominati appunto nello stesso modo) indipendentemente dal sesso nonostante Kun sia un suffisso onorifico utilizzato in Giappone per i nomi maschili ; stessa cosa per il nome Atsuko, a seconda dei racconti, dato alla padrona o al padrone umano dell'animale, il che può generare un pò di sconcerto e inutile ripetitività.

Così come sono pesantemente ripetitive alcune tematiche, soprattutto nella seconda parte del volume, ci sono due racconti in particolare che sembrano letteralmente messi col copia e incolla, identici in alcune scene soprattutto.
Nonostante questo prodotto sia stato partorito per avere toni leggeri e un clima allegro, la malinconia è sempre presente di fondo, e nella seconda metà del volume i toni virano abbastanza sul moralismo.
La prima parte è incentrata su 5 racconti legati a "Mime la gatta tigrata", mentre i successivi 5 racconti hanno per protagonista un Mi-kun maschio e sono slegati tra loro.

Il tratto tipico di Leiji Matsumoto calza perfettamente con i toni leggeri della trama, nella serie "Mime la gatta tigrata" la padrona Atsuko ha una fisionomia fortemente maschile e rozza, mentre in tutti i successivi racconti le altre Atsuko hanno lineamenti decisamente più aggraziati.
Hikari edizioni ha fatto un ottimo prodotto, formato grande, ottima qualità.


Ancora una volta dico grazie alle biblioteche, con le quali infatti ho potuto leggere gratuitamente questo volume, ma anche "Queen Esmeraldas" , "Capitan Harlock" , "la Regina dei 1000 anni".
Quindi il mio portafoglio ringrazia tantissimo! ! Ne approfitto per consigliare a tutti di chiedere alle proprie biblioteche comunali i manga a listino nella propria provincia. Si possono prendere in prestito tanti titoli gratuitamente. Ciò permette di risparmiare anche spazio in libreria e poi... se un titolo piace lo si può sempre acquistare successivamente. Ne vale davvero la pena.


Un manga come questo poteva essere partorito solo da un grande amante dei felini, si percepisce infatti l'amore per questa creatura, le lotte tra maschi in amore per conquistarsi la femmina nel periodo dell'accoppiamento, l'istinto di caccia verso i pennuti e il mostrare la preda al padrone come segno di indipendenza e utilità, le tipiche usanze dei felini di urinare per marcare il territorio.... a fine volume ci sono anche le foto dei gatti di Matsumoto che hanno ispirato questi racconti, un pò come fece Junji Ito nel suo volume unico edito da Planet manga " Junji Ito's Cat Diary: Yon & Mu".

Sicuramente un volume consigliato a chi ama le storie sui gatti, e anche ai fan di Leiji Matsumoto.


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Shiho Miyano

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6,5
«Le mille vite di Mi-Kun è un volume che raccoglie alcuni racconti (una storia "lunga" «Mime, la Gatta Tigrata», le altre cinque brevi con protagonista, questa volta, un omonimo gatto maschio) scritti e disegnati da Leiji Matsumoto, dedicati al ricordo dei gatti tigrati che hanno fatto parte della sua famiglia. In Italia questa raccolta è edita da “Hikari”, editrice nata (nel 2012) come divisione della torinese "001" Edizioni.

Queste storie feline sono “domestiche”: non si svolgono nel Leijiverse fantascientifico di tante sue opere, come «Capitan Harlock» e «Galaxy Express 999», ma hanno un orizzonte terrestre, una tranquilla vita di quartiere. Ma le opere del sensei Matsumoto non sono mai completamente distinte le une dalle altre, quindi qualcuno si ricorderà di un micio, immancabilmente tigrato e sempre denominato Mi-Kun, anche nelle epopee spaziali! A rimanere invariata è anche la malinconia che contraddistingue la narrazione: non mancano gli episodi buffi, ma il dolore è sempre dietro l’angolo, la felicità breve e fugace.

Il tratto delle tavole è, nella storia presentata per prima (ma l’ultima in ordine temporale), quello consueto, con la particolarità che la bambina che adotta la gattina Mi-Kun (chiamata così perché ha l’aria di un “maschiaccio”) non è ritratta come le bellissime, longilinee, donne di Matsumoto, ma con quelli dei suoi uomini bassi e tarchiati (un “maschiaccio” anche lei, come la gattina).
Nei capitoli auto-conclusivi della seconda parte del volume con il protagonista maschile il tratto è diverso, meno tipico, più conforme a quello dei vecchi manga shojo.
Una piccola chicca in appendice per i gattofili: le fotografie dei gatti che hanno ispirato le storie!

Le storie sono un po’, soprattutto quelle della seconda parte, ripetitive e moraleggianti, quindi il volume è sì apprezzabile, ma non adatto a tutti: riservato agli amanti di Leiji Matsumoto e ...a chi non si stanca mai di leggere storie di gatti.