The Promised Neverland
Oggi mi presto a raccontarvi un'opera che mi ha letteralmente travolto: The Promised Neverland.
Cercherò il più possibile di non spoilerare nulla, ma credetemi, per la moltitudine di personaggi e per la strutturazione di questo manga, sarà davvero difficile, ad ogni modo cercherò di non dirvi nulla che possa rovinarvi la lettura.
La trama parlerà di questi 38 bambini orfani allevati nella fattoria "Grace Field House", gestita dalla gentile Isabella, che tutti i bambini chiameranno "mamma". Fra la moltitudine di bambini, ci sono i nostri tre protagonisti: Emma, Ray e Norman. Questi ultimi tre possiedono altissime capacità intellettuali e sono tra i più grandi della fattoria, e per questo verranno presi spesso come punto di riferimento da tutti i loro fratelli e sorelle. Ma le cose non sono così idilliache come sembrano, ben presto i nostri protagonisti scopriranno la triste realtà.
Loro sono cibo per demoni, e la mamma isabella è la loro allevatrice!
La loro missione sarà quindi molto semplice: restare in vita e scappare da Grace Field House.
A livello di tematiche, probabilmente questo è uno dei migliori prodotti di sempre. Politica, critiche sociali, egoismo, sentimenti traditi e talvolta nascosti, ansia, senso d'impotenza, sofferenza, dolore, sono tutte tematiche trattate in quest'opera. Onestamente si potrebbe leggere anche fra le righe una sorte di critica alla società odierna e dello sfruttamento di altri esseri viventi. Infatti, questo racconto sembra porre gli umani nella condizione di animali da allevamento, avremo le fattorie dove i bambini saranno più "liberi" (relativamente parlando), fattorie intensive ed addirittura centri di sviluppo per produrre carne umana pregiata in maniera più economica.
I personaggi saranno trattati in maniera sublime, sia i protagonisti che gli antagonisti. Davvero elevata la caratterizzazione, specialmente quella delle figure principali ovviamente. Questo risultato è stato possibile grazie soprattutto all'ottimo utilizzo delle espressioni dei personaggi, specialmente quelli umani. Artisticamente credo sia stata una delle opere, se non la prima, a riuscire a disturbarmi in alcune scene. Le espressioni dei personaggi sono riuscite più volte a farmi venire la pelle d'oca. L'organizzazione delle tavole è riuscita più volte a sorprendermi con colpi di scena davvero belli, mantenendo l'attenzione alta per tutta la durata dell'opera. Gli spazi per le vignette, e talvolta per intere pagine è studiato in maniera magistrale. L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso (ma proprio a voler essere pignolo) sono state le scene d'azione che non hanno avuto nessun picco altissimo, almeno secondo il mio punto di vista.
Purtroppo l'opera non è priva di piccolissimi difetti, che probabilmente non sono rilevantissimi per il risultato finale, ma che comunque (personalmente parlando) mi sarebbe piaciuto fossero stati trattati in maniera differente.
Il primo difetto che davvero mi ha infastidito è stata una totale assenza di empatia per quanto riguarda gli animali. Cerco di spiegarmi meglio, essendo quest'opera basata su una forte inversione dei ruoli che vede gli umani come carne da macello, mi sarei aspettato uno sviluppo dei personaggi più direzionato all'etica, invece anche dopo aver scoperto la realtà dietro la fattoria, i bambini continueranno comunque a mangiare carne ed anche a cacciare. Una scelta che reputo infelice calcolando anche l'intelligenza e la bontà di Emma. Ci tengo a precisare questa caratteristica di quest'ultima perché è stata un'altra delle cose che mi ha fatto storcere il naso più volte. Emma è buona, troppo buona, più volte influenzerà l'andamento della storia, le scelte dei compagni, addirittura degli antagonisti con una benevolenza smielata e per di più in situazioni di fortissimo stress (anche se poi non perderà tempo ad ammazzare la simpatica fauna per mangiarsela, ma va beh). Altra cosa che davvero mi ha infastidito, (forse la cosa che mi ha infastidito di più), è stata la minimizzazione di Ray. Ray nel primo quarto dell'opera avrà un'importanza a pari livello di Emma e Norman, ma con lo scorrere dei volumi mi è sembrato sempre di più un personaggio messo lì, uno dei tanti, perdendo tutto il suo fascino.
In conclusione, "the Promised Neverland" è un'opera stupenda, un ritmo alto, una trama avvincente che non annoierà mai il lettore, con colpi di scena degni delle migliore opere, e con alcuni disegni davvero di forte impatto visivo. Ciò nonostante, l'opera non è perfetta manifestando sbavature che sarebbero state facilmente evitabili. Consiglio l'acquisto di quest'opera che sicuramente non può mancare nella collezione di un appassionato.
Cercherò il più possibile di non spoilerare nulla, ma credetemi, per la moltitudine di personaggi e per la strutturazione di questo manga, sarà davvero difficile, ad ogni modo cercherò di non dirvi nulla che possa rovinarvi la lettura.
La trama parlerà di questi 38 bambini orfani allevati nella fattoria "Grace Field House", gestita dalla gentile Isabella, che tutti i bambini chiameranno "mamma". Fra la moltitudine di bambini, ci sono i nostri tre protagonisti: Emma, Ray e Norman. Questi ultimi tre possiedono altissime capacità intellettuali e sono tra i più grandi della fattoria, e per questo verranno presi spesso come punto di riferimento da tutti i loro fratelli e sorelle. Ma le cose non sono così idilliache come sembrano, ben presto i nostri protagonisti scopriranno la triste realtà.
Loro sono cibo per demoni, e la mamma isabella è la loro allevatrice!
La loro missione sarà quindi molto semplice: restare in vita e scappare da Grace Field House.
A livello di tematiche, probabilmente questo è uno dei migliori prodotti di sempre. Politica, critiche sociali, egoismo, sentimenti traditi e talvolta nascosti, ansia, senso d'impotenza, sofferenza, dolore, sono tutte tematiche trattate in quest'opera. Onestamente si potrebbe leggere anche fra le righe una sorte di critica alla società odierna e dello sfruttamento di altri esseri viventi. Infatti, questo racconto sembra porre gli umani nella condizione di animali da allevamento, avremo le fattorie dove i bambini saranno più "liberi" (relativamente parlando), fattorie intensive ed addirittura centri di sviluppo per produrre carne umana pregiata in maniera più economica.
I personaggi saranno trattati in maniera sublime, sia i protagonisti che gli antagonisti. Davvero elevata la caratterizzazione, specialmente quella delle figure principali ovviamente. Questo risultato è stato possibile grazie soprattutto all'ottimo utilizzo delle espressioni dei personaggi, specialmente quelli umani. Artisticamente credo sia stata una delle opere, se non la prima, a riuscire a disturbarmi in alcune scene. Le espressioni dei personaggi sono riuscite più volte a farmi venire la pelle d'oca. L'organizzazione delle tavole è riuscita più volte a sorprendermi con colpi di scena davvero belli, mantenendo l'attenzione alta per tutta la durata dell'opera. Gli spazi per le vignette, e talvolta per intere pagine è studiato in maniera magistrale. L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso (ma proprio a voler essere pignolo) sono state le scene d'azione che non hanno avuto nessun picco altissimo, almeno secondo il mio punto di vista.
Purtroppo l'opera non è priva di piccolissimi difetti, che probabilmente non sono rilevantissimi per il risultato finale, ma che comunque (personalmente parlando) mi sarebbe piaciuto fossero stati trattati in maniera differente.
Il primo difetto che davvero mi ha infastidito è stata una totale assenza di empatia per quanto riguarda gli animali. Cerco di spiegarmi meglio, essendo quest'opera basata su una forte inversione dei ruoli che vede gli umani come carne da macello, mi sarei aspettato uno sviluppo dei personaggi più direzionato all'etica, invece anche dopo aver scoperto la realtà dietro la fattoria, i bambini continueranno comunque a mangiare carne ed anche a cacciare. Una scelta che reputo infelice calcolando anche l'intelligenza e la bontà di Emma. Ci tengo a precisare questa caratteristica di quest'ultima perché è stata un'altra delle cose che mi ha fatto storcere il naso più volte. Emma è buona, troppo buona, più volte influenzerà l'andamento della storia, le scelte dei compagni, addirittura degli antagonisti con una benevolenza smielata e per di più in situazioni di fortissimo stress (anche se poi non perderà tempo ad ammazzare la simpatica fauna per mangiarsela, ma va beh). Altra cosa che davvero mi ha infastidito, (forse la cosa che mi ha infastidito di più), è stata la minimizzazione di Ray. Ray nel primo quarto dell'opera avrà un'importanza a pari livello di Emma e Norman, ma con lo scorrere dei volumi mi è sembrato sempre di più un personaggio messo lì, uno dei tanti, perdendo tutto il suo fascino.
In conclusione, "the Promised Neverland" è un'opera stupenda, un ritmo alto, una trama avvincente che non annoierà mai il lettore, con colpi di scena degni delle migliore opere, e con alcuni disegni davvero di forte impatto visivo. Ciò nonostante, l'opera non è perfetta manifestando sbavature che sarebbero state facilmente evitabili. Consiglio l'acquisto di quest'opera che sicuramente non può mancare nella collezione di un appassionato.
Trovo sinceramente che questo sia uno dei manga più belli che abbia letto negli ultimi tempi, anche se, come già scritto in altre recensioni da altri utenti, il finale ha risentito molto della fretta, motivo per cui non me la sono sentita di dare il massimo (ma ci si avvicina comunque parecchio).
Riporto la trama dal primo volumetto, ben fatta e senza spoiler: “le vogliono bene come a una mamma, ma non è un loro genitore. Vivono tutti insieme, ma non sono fratelli. Emma, Norman e Ray passano giorni felici in un piccolo orfanotrofio. Ma un giorno la loro vita viene improvvisamente stravolta. Che destino li attende, ora che conoscono la verità?!”
Penso che la vera bellezza stia nella comprensione della metafora di fondo che dà vita al fumetto: una volta compresa, l’empatia che ne deriva esce naturale e non puoi fare a meno di comprendere entrambe le fazioni, sia demoni che umani.
Mi è piaciuto l’inizio ricco di colpi di scena e di tattiche volte a prevedere le mosse dell’avversario (un po’ alla Death Note), ma ho apprezzato anche i combattimenti e le evoluzioni dei vari personaggi lungo tutto il corso della storia. I disegni sono molto belli, riescono a rendere il senso di inquietudine e di angoscia dalle espressioni dei vari personaggi, giocando molto sul chiaro/scuro e, appunto, sull’espressività.
***ATTENZIONE, DA QUI IN AVANTI POSSIBILI SPOILER***
I demoni sono gli umani, o gli umani sono demoni? Ti cibi per vivere, o ti cibi per divertimento? Sacrificare il mondo, o sacrificare poche persone e gli eredi di quei pochi? Chi sono i buoni? Esiste una definizione di buono? Cosa sei disposto a sacrificare per vivere? Tutte queste domande ronzano nella testa del lettore passaggio dopo passaggio, creando un dubbio non indifferente. Ho apprezzato che, a conti fatti, tra i bambini bestiame del gruppo dei protagonisti i morti siano caduti principalmente per mano di altri esseri umani. Questo già di per sé basta a trasmettere l’idea degli autori.
Unica nota dolente: l’ultima parte, il finale. Avrebbero potuto inserire molti più elementi, fatto vedere più passaggi; invece, sembrava una corsa per finire tutto entro il volume 20. Era bella l’idea del sacrificio di Emma per i compagni, resta coerente sia con il personaggio che con la divinità dei demoni (la quale ha sempre chiesto come ricompensa la cosa più importante di chi aveva di fronte, col cavolo che alla fine non chiede niente perché i bambini bestiame hanno già sofferto abbastanza, mica è lì per fare la carità) ma tutto è sfumato in salti temporali, reazioni con cui non riesci a immedesimarti perché non ne hai il tempo, tagli di battute e di scene. Sarebbe stato molto più commovente un finale in cui Emma passa nuovamente il tempo con loro pian piano, momento dopo momento, invece di chiudere tutto in tarallucci, lacrime e vino.
***FINE SPOILER***
In conclusione, consiglio il fumetto a tutti coloro che sanno andare oltre alla storia e a cui piace ragionare su ciò che leggono: non è una lettura leggera. A quel punto, non ne rimarranno sicuramente delusi.
Riporto la trama dal primo volumetto, ben fatta e senza spoiler: “le vogliono bene come a una mamma, ma non è un loro genitore. Vivono tutti insieme, ma non sono fratelli. Emma, Norman e Ray passano giorni felici in un piccolo orfanotrofio. Ma un giorno la loro vita viene improvvisamente stravolta. Che destino li attende, ora che conoscono la verità?!”
Penso che la vera bellezza stia nella comprensione della metafora di fondo che dà vita al fumetto: una volta compresa, l’empatia che ne deriva esce naturale e non puoi fare a meno di comprendere entrambe le fazioni, sia demoni che umani.
Mi è piaciuto l’inizio ricco di colpi di scena e di tattiche volte a prevedere le mosse dell’avversario (un po’ alla Death Note), ma ho apprezzato anche i combattimenti e le evoluzioni dei vari personaggi lungo tutto il corso della storia. I disegni sono molto belli, riescono a rendere il senso di inquietudine e di angoscia dalle espressioni dei vari personaggi, giocando molto sul chiaro/scuro e, appunto, sull’espressività.
***ATTENZIONE, DA QUI IN AVANTI POSSIBILI SPOILER***
I demoni sono gli umani, o gli umani sono demoni? Ti cibi per vivere, o ti cibi per divertimento? Sacrificare il mondo, o sacrificare poche persone e gli eredi di quei pochi? Chi sono i buoni? Esiste una definizione di buono? Cosa sei disposto a sacrificare per vivere? Tutte queste domande ronzano nella testa del lettore passaggio dopo passaggio, creando un dubbio non indifferente. Ho apprezzato che, a conti fatti, tra i bambini bestiame del gruppo dei protagonisti i morti siano caduti principalmente per mano di altri esseri umani. Questo già di per sé basta a trasmettere l’idea degli autori.
Unica nota dolente: l’ultima parte, il finale. Avrebbero potuto inserire molti più elementi, fatto vedere più passaggi; invece, sembrava una corsa per finire tutto entro il volume 20. Era bella l’idea del sacrificio di Emma per i compagni, resta coerente sia con il personaggio che con la divinità dei demoni (la quale ha sempre chiesto come ricompensa la cosa più importante di chi aveva di fronte, col cavolo che alla fine non chiede niente perché i bambini bestiame hanno già sofferto abbastanza, mica è lì per fare la carità) ma tutto è sfumato in salti temporali, reazioni con cui non riesci a immedesimarti perché non ne hai il tempo, tagli di battute e di scene. Sarebbe stato molto più commovente un finale in cui Emma passa nuovamente il tempo con loro pian piano, momento dopo momento, invece di chiudere tutto in tarallucci, lacrime e vino.
***FINE SPOILER***
In conclusione, consiglio il fumetto a tutti coloro che sanno andare oltre alla storia e a cui piace ragionare su ciò che leggono: non è una lettura leggera. A quel punto, non ne rimarranno sicuramente delusi.
The Promised Neverland è una storia avventurosa, con un incipit leggero, spensierato, che cela però un oscuro mistero, un oscura verità, una storia orrenda e mostruosa che mai immagineresti, ed i nostri protagonisti, seppur innocui ed innocenti bambini, dovranno lottare, mettere la propria anima, la propria vita a rischio giorno dopo giorno, minuto dopo minuto per poter riuscire a galleggiare, ad annaspare e sopravvivere fuori da quell’immenso mare in cui la vita gli ha voluti far nascere senza pinne, senza branchie, condannati ad affogare inevitabilmente, perché il loro destino era già scritto sin dalla loro nascita.
Una storia che mi ha catturato in ogni suo arco, in ogni sua evoluzione della trama, ma quel che più mi ha colpito, il suo punto forte, oltre la trama particolare in sé per sé, sono i piani escogitati, elaborati minuziosamente dalla mente dei nostri protagonisti, la loro razionalità, la loro astuzia, la loro intelligenza ed acutezza, la loro capacità di osservare e di prevedere ogni singola mossa in risposta alla loro, e su tale, elaborare la propria strategia.
Ripercorre e può essere, se non paragonata, almeno messa nello stesso calderone di opere come ‘Death Note’ e ‘Liar Game’, chiaramente non per la trama quanto per la modalità di scrittura, stesura, genere, idealizzazione, intenzione ed evoluzione dell’opera, insomma, per quello che va oltre la trama stessa.
Le uniche pecche sono che, forse, man mano che ci si avvicinava all’arco finale, e soprattutto in questa sua fase evolutiva, questa parte è venuta a mancare…il brio che vi era nel primo arco iniziale, dove vi erano indizi celati su indizi celati, misteri che nascevano ad ogni angolo dell’orfanotrofio e ad ogni persona nuova che si incontrava, nonché i giochi di astuzia, le battaglie silenziose e strategiche che si istauravano tra i nostri protagonisti, per poi proseguire nella metà iniziale della storia, con i misteri che pian piano stavano andando diradandosi, le prime scoperte, le prime speranze, le nuove sfide e le nuove battaglie, tutto questo stava andando perdendosi man mano che ci si avvicinava all’arco terminale, come affrettandosi, come se si fosse di corsa, e questo, per me, nella valutazione complessiva della storia, è stato un punto negativo.
Un’altra grossa pecca, e chi ha letto la storia può ben capire a cosa mi riferirò, è l’entrata, o meglio, il ritorno sulla scena negli ultimi volumetti di un particolare personaggio, ma più che questo è forse il modo e le intenzioni con cui è tornato, del tutto contraddittorie con l’essenza e la natura stessa con cui è stato creato: un po’ come, per intenderci, se ad un certo punto della storia Voldemort arrivasse sulla scena e patteggiasse per Harry Potter ed i suoi alleati, rinnegando la natura dei Mangiamorte e convincendo loro stessi che avessero sempre sbagliato, che la loro battaglia, tutta la loro esistenza fosse un errore. Ecco, diciamo che un ingresso in scena come questo può forse sconcertare il lettore, e così è stato per me.
Per il resto non c’è nulla da dire, è veramente una bella storia, inoltre, offre veramente molti spunti di parallelismo con la realtà, con i giorni nostri, con la nostra vita quotidiana, come qualcuno ha già riportato in questa sezione: la lotta dei nostri protagonisti contro un sistema oppressivo e consumistico di stile capitalista imposto dagli antagonisti di questa storia, ma anche gli antagonisti stessi saranno sopraffatti alla fine e costretti ad affrontare la realtà dei fatti, obbligati a raffrontarsi e lottare contro questo sistema oppressivo e corrotto nelle viscere da loro stessi realizzato, o per meglio dire, sorretto; la religione dei nostri antagonisti, che si sviluppa su un concetto buddhista e anti-consumistico (vedi il paradosso con quanto scritto nell’affermazione precedente), ossia che la stessa vita non sia altro che un qualcosa preso in prestito dagli dei che poi a loro tornerà, per cui anche quando ci si nutre bisogna ritualizzare un ringraziamento agli dei, cosa che non tutti fanno, non tutti adempiono; infine, il paradossale parallelismo che accompagna sin dall’inizio la storia ed ha accompagnato sempre i miei pensieri durante l’intera lettura: i protagonisti della nostra storia lottano contro il loro stesso destino, il quale è senza dubbio crudele, aberrante, inumano e ripugnante, e siamo tutti d’accordo su questo…ma loro stessi, come noi stessi che ne siamo i lettori, compiamo in maniera similare tali azioni nella nostra vita quotidiana (quasi) ogni volta che ci cibiamo, ogni volta che pranziamo o ceniamo, ogni volta che ci sediamo ad un tavolo apparecchiato o andiamo in un ristorante, condanniamo a tale destino infausto e crudele creature che possono essere del tutto e per tutto paragonate ai nostri protagonisti, fanno eccezione chiaramente le persone che hanno adottato uno stile di vita diverso dal mio o di quello di molti altri (e no, non sono cannibale, chiarisco per evitare che qualcuno interpreti male tale affermazione). Questo pensiero mi ha assillato ed accompagnato in ogni capitolo di tale opera, e la mia mente non riusciva a fare a meno di instaurare un parallelismo tra questa storia e la nostra quotidianità, paragonando me agli antagonisti, e quello che finiva sulla mia tavola ai protagonisti.
Che dire d’altro? Credo che potrei fermarmi qui, avrò già rotto con la mia recensione il povero lettore che ha avuto il coraggio di arrivare fin qui in fondo, anche se ci sarebbero da dire e da fare molte altre cose, come l’analisi dei personaggi, ognuno ben inquadrato se ci prendiamo la briga di analizzarlo caratterialmente e psicologicamente, ma non voglio stressare oltre, nonché dovrei scendere inevitabilmente in spoiler dell’opera.
Il voto medio dell’opera rappresenta effettivamente il voto che vorrei attribuirgli, nonché consiglierei, a termine lettura, di dare un’occhiata all’interessantissima relazione di Alexkai, il quale effettua un’analisi veramente interessante e dettagliata dell’opera: potrebbe offrire molti spunti riflessivi.
Una storia che mi ha catturato in ogni suo arco, in ogni sua evoluzione della trama, ma quel che più mi ha colpito, il suo punto forte, oltre la trama particolare in sé per sé, sono i piani escogitati, elaborati minuziosamente dalla mente dei nostri protagonisti, la loro razionalità, la loro astuzia, la loro intelligenza ed acutezza, la loro capacità di osservare e di prevedere ogni singola mossa in risposta alla loro, e su tale, elaborare la propria strategia.
Ripercorre e può essere, se non paragonata, almeno messa nello stesso calderone di opere come ‘Death Note’ e ‘Liar Game’, chiaramente non per la trama quanto per la modalità di scrittura, stesura, genere, idealizzazione, intenzione ed evoluzione dell’opera, insomma, per quello che va oltre la trama stessa.
Le uniche pecche sono che, forse, man mano che ci si avvicinava all’arco finale, e soprattutto in questa sua fase evolutiva, questa parte è venuta a mancare…il brio che vi era nel primo arco iniziale, dove vi erano indizi celati su indizi celati, misteri che nascevano ad ogni angolo dell’orfanotrofio e ad ogni persona nuova che si incontrava, nonché i giochi di astuzia, le battaglie silenziose e strategiche che si istauravano tra i nostri protagonisti, per poi proseguire nella metà iniziale della storia, con i misteri che pian piano stavano andando diradandosi, le prime scoperte, le prime speranze, le nuove sfide e le nuove battaglie, tutto questo stava andando perdendosi man mano che ci si avvicinava all’arco terminale, come affrettandosi, come se si fosse di corsa, e questo, per me, nella valutazione complessiva della storia, è stato un punto negativo.
Un’altra grossa pecca, e chi ha letto la storia può ben capire a cosa mi riferirò, è l’entrata, o meglio, il ritorno sulla scena negli ultimi volumetti di un particolare personaggio, ma più che questo è forse il modo e le intenzioni con cui è tornato, del tutto contraddittorie con l’essenza e la natura stessa con cui è stato creato: un po’ come, per intenderci, se ad un certo punto della storia Voldemort arrivasse sulla scena e patteggiasse per Harry Potter ed i suoi alleati, rinnegando la natura dei Mangiamorte e convincendo loro stessi che avessero sempre sbagliato, che la loro battaglia, tutta la loro esistenza fosse un errore. Ecco, diciamo che un ingresso in scena come questo può forse sconcertare il lettore, e così è stato per me.
Per il resto non c’è nulla da dire, è veramente una bella storia, inoltre, offre veramente molti spunti di parallelismo con la realtà, con i giorni nostri, con la nostra vita quotidiana, come qualcuno ha già riportato in questa sezione: la lotta dei nostri protagonisti contro un sistema oppressivo e consumistico di stile capitalista imposto dagli antagonisti di questa storia, ma anche gli antagonisti stessi saranno sopraffatti alla fine e costretti ad affrontare la realtà dei fatti, obbligati a raffrontarsi e lottare contro questo sistema oppressivo e corrotto nelle viscere da loro stessi realizzato, o per meglio dire, sorretto; la religione dei nostri antagonisti, che si sviluppa su un concetto buddhista e anti-consumistico (vedi il paradosso con quanto scritto nell’affermazione precedente), ossia che la stessa vita non sia altro che un qualcosa preso in prestito dagli dei che poi a loro tornerà, per cui anche quando ci si nutre bisogna ritualizzare un ringraziamento agli dei, cosa che non tutti fanno, non tutti adempiono; infine, il paradossale parallelismo che accompagna sin dall’inizio la storia ed ha accompagnato sempre i miei pensieri durante l’intera lettura: i protagonisti della nostra storia lottano contro il loro stesso destino, il quale è senza dubbio crudele, aberrante, inumano e ripugnante, e siamo tutti d’accordo su questo…ma loro stessi, come noi stessi che ne siamo i lettori, compiamo in maniera similare tali azioni nella nostra vita quotidiana (quasi) ogni volta che ci cibiamo, ogni volta che pranziamo o ceniamo, ogni volta che ci sediamo ad un tavolo apparecchiato o andiamo in un ristorante, condanniamo a tale destino infausto e crudele creature che possono essere del tutto e per tutto paragonate ai nostri protagonisti, fanno eccezione chiaramente le persone che hanno adottato uno stile di vita diverso dal mio o di quello di molti altri (e no, non sono cannibale, chiarisco per evitare che qualcuno interpreti male tale affermazione). Questo pensiero mi ha assillato ed accompagnato in ogni capitolo di tale opera, e la mia mente non riusciva a fare a meno di instaurare un parallelismo tra questa storia e la nostra quotidianità, paragonando me agli antagonisti, e quello che finiva sulla mia tavola ai protagonisti.
Che dire d’altro? Credo che potrei fermarmi qui, avrò già rotto con la mia recensione il povero lettore che ha avuto il coraggio di arrivare fin qui in fondo, anche se ci sarebbero da dire e da fare molte altre cose, come l’analisi dei personaggi, ognuno ben inquadrato se ci prendiamo la briga di analizzarlo caratterialmente e psicologicamente, ma non voglio stressare oltre, nonché dovrei scendere inevitabilmente in spoiler dell’opera.
Il voto medio dell’opera rappresenta effettivamente il voto che vorrei attribuirgli, nonché consiglierei, a termine lettura, di dare un’occhiata all’interessantissima relazione di Alexkai, il quale effettua un’analisi veramente interessante e dettagliata dell’opera: potrebbe offrire molti spunti riflessivi.
Premessa: Mi trovo a dover scrivere questa recensione con molto ritardo dalla pubblicazione effettiva del manga, ergo, sarà praticamente impossibile evitare alcuni tipi di spoiler. Per questo motivo ho deciso di improntare questa recensione da un punto di vista filosofico rispetto che dal semplice commento di pancia che molti hanno rigurgitato sotto la sezione delle recensioni.
Trama: Grace Field house è un meraviglioso orfanotrofio in stile inglese, pareti bianche immerse nella natura più verde e rigogliosa. Un idilliaco paradiso 'ove molteplici bambini orfani vivono assieme alla loro allevatrice Isabella, comunemente chiamata dai relativi bambini: mamma. In questo contesto: calmo, dolce, pacato e sopra tutto pulito, rappresentato dal fatto che tutti i bambini vestono la stessa uniforme composta da camicia e pantaloni bianchi, tuttavia si nasconde un'aberrante realtà, ossia che l'orfanotrofio sia una fattoria di allevamento, e che i bambini ivi presenti non siano nient'altro che cibo, allevato per una specie vivente riconosciuta con il termine demoni. Lo stesso termine demoni che viene ripetuto anche dai demoni stessi, lo si nota fin dal primo volume utilizzato come pretesto in un gioco di attività fisica simile ad acchiapparella, 'ove però, uno dei concorrenti di quest'attività deve immedesimarsi nel ruolo autoassegnatosi di demone, dal quale il resto del gruppo deve scappare per non essere catturato. Ironico pensare che l'intera storia sarà un semplice susseguirsi di questo gioco posto in una condizione più pericolosa; un poco come il calcio, che è semplicemente la prosecuzione della guerra sotto una forma meno violenta. Tra i molteplici bambini presenti nell'orfanotrofio alcuni spiccano per impressionanti capacità fisiche ed intellettive, tali bambini sono tre: Emma, Ray e Norman.
Emma: Ragazza dai capelli rossi-arancioni, che riflettono la sua passione e la sua onnipresente felicità e gioia di vivere, sempre allegra e capace di interagire un rapporto di fiducia con il prossimo, ella è la più encomiabile delle persone gentili. La sua gentilezza risiede nella natura intrinseca di questo personaggio, costruito sotto un'ottica simile a come diceva lo psicoanalista Georg Groddeck: "ci accade ben di rado di essere completamente adulti, e anche quando capita, lo siamo sempre e solo in superfice: noi ci limitiamo a giocare a fare i grandi, proprio come i bambini, e ritorniamo bambini non appena siamo presi profondamente dalla vita. La vita comincia con l'infanzia, e in tutta l'età adulta non fa che perseguire un unico scopo, per mille vie diverse: quello di ritornare bambini; l'unica differenza fra gli uomini consiste nel fatto che alcuni diventano bambini, altri diventano bambineschi". Georg Groddeck da: Il libro dell'Es. Emma può risultare quindi per le persone più superficiali come una persona troppo buona, ed effettivamente in alcuni casi essa stessa mette in mostra quanto le sue azioni possano essere pericolose nei confronti altrui solo per dei capricci egoistici che lei stessa concretizza, ma allo stesso tempo, la sua innata passione gentile la rendono quello che noi tutti esseri umani dovremmo ambire a diventare, buoni e pacati non perché ci viene imposto da una cultura dominante o da una stramaledetta religione oppressiva, ma perché siamo noi stessi a scegliere di perseguire questa bontà, seppur da un punto di vista utilitaristico, che per chi non conosca la storia del pensiero non vuol dire tecnicistico o inanimato, ma vuol dire che si perseguono solo le cose che porteranno una maggioranza delle persone a stare bene a loro volta. Emma incarna quindi in maniera esemplare uno spirito libero, completamente anarchico e libertario, il quale si domanda non se una cosa sia possibile da fare, ma come rendere l'impossibile possibile! Atto in potenza come direbbe il caro e sempre presente Friedrich Nietzsche. La pecca di Emma è quindi essere troppo infantile e troppo sognatrice, ma essendo questo manga un manga positivo, nonostante i tratti Gore, alla fine la sua visione del mondo si rivelerà quella corretta e salvifica.
Ray: Decisamente più pacato rispetto ad Emma, il suo personaggio appare introverso nel suo tipico look da emo. Una persona cupa e sulle sue, che come ben riportato dallo youtuber Henry91, Ray incarna la figura platonica del saggio, ossia colui che è in grado di ragionare, colui che sa e che è sapiente, quindi colui che conosce tutto. Non a caso Ray ricorda gli avvenimenti accaduti durante la prima infanzia, ossia un periodo della nostra vita che il nostro cervello decide arbitrariamente di elidere perché poco utile all'evoluzione biologica del nostro corpo; questo elemento aiuta non poco ad amplificare quanto il sinonimo più caratteristico di Ray sia il fatto che egli, sappia, egli sa perché ricorda, non perché sia un genio. Ray viene spesso paragonato ad Emma e Norman da due punti di vista, sia il fisico che l'intelletto. Tuttavia ciò che realmente accomuna Ray in questo tipo di divisione è il fatto che egli sia il filo conduttore tra i due estremi, Norman è un genio mentre Ray no, tuttavia Ray è meglio capace a resistere alla pressione fisica essendo più atletico e robusto. Emma è migliore da un punto di vista atletico rispetto a Ray, ma Ray è comunque più calcolatore e cinico di Emma nei momenti difficili; Ray accomuna ed unisce i due estremi, mente e corpo, in quanto studioso e saggio, capace di trovare il giusto equilibrio tra i due estremi. La sua pecca è quella di arrendersi per via delle circostanze troppo sfortunate o apparentemente impossibili, come sul finire del primo arco narrativo, 'ove deciderà che avendo apparentemente perso ogni speranza per la sopravvivenza ricorrerà al suicidio come metodo per espiare le proprie colpe, che equivalgono a dichiararne la sconfitta, per questo il suo personaggio una volta conosciuto più a fondo quello di Emma decide di assecondarla in qualsiasi occasione, non perché sia mancato da un punto di vista ideologico, no no, ma semplicemente perché ha capito che la giusta strada da seguire è quella che si oppone alla sofferenza che il destino ti pone, con tutte le sue forze senza mai arrendersi.
Norman: Tipico genio, capelli bianchi e puri come il resto della sua uniforme, ci appare come composto e di possente presenza dal punto di vista intellettuale. Il suo pregio è quello di essere fuori dalla norma, egli è capace di piani logici che lo fanno rimembrare ad un certo Light Yagami. Il suo cavillo è quello di voler fare il figo, come gli fa presente Ray a più riprese, ma la sua mente viaggia su binari che sia quella di Emma sia quella di Ray non riescono a vedere. Norman ha, a mio avviso, lo sviluppo migliore, egli passa da essere il genio del gruppo, con i voti migliori e con le capacità intellettive più sviluppate, ad essere il futuro capo della rivoluzione, un vero e proprio demagogo, un dittatore che seppur meravigliosamente: furbo, intelligente e perspicace, cade nella spirale dell'onnipotenza. Esattamente come c'è finito Light Yagami in quella spirale, anche Norman rischia l'annichilimento del mondo intero, del resto quando sei il più intelligente e l'unico rimasto in vita capace di pensare a ciò, la stessa esistenza materiale non ha più senso alcuno, se anche il tuo nemico principale viene sconfitto, allora il genio rimasto senza acerrimi nemici da abbattere, opterà per l'abbattimento del mondo a lui sottostante. Il suo vero problema è il corpo, che non riesce a stare dietro alla potenza della sua mente, per questo Norman è colui il quale ha più bisogno dell'idealismo di Emma, il suo cinismo pratico anche se lo può portare al potere effettivo, citando il principe di Niccolò Macchiavelli, alla fine lo devasta psicologicamente e fisicamente, egli pertanto opterà senza grossi problemi a farsi fuori per salvare gli altri, ma solo l'utopia lo salverà del nefasto destino che lui stesso tanto agognava.
La trama prosegue tra svariati colpi di scena e importanti scene di azione. Tra le altre questioni toccate dal manga troviamo la lotta contro un sistema oppressivo e consumistico di stile capitalista, non a caso la stessa promessa che il clan Ratri ha suggellato con i Demoni, non prevedeva la creazione delle fattorie di allevamento degli esseri umani, dei quali i demoni devono nutrirsi, andando quindi ad avvelenare il corpo e la mente della massa dei demoni. La stessa religione dei demoni si sviluppa su un concetto molto buddhista ed anti consumistico, ossia che la stessa vita non sia altro che una cosa presa in prestito dagli dei che poi agli dei tornerà, per cui anche quando si mangia bisogna ritualizzare sulle creature cacciate o consumate un ringraziamento agli dei. Dei che in questo mondo demoniaco esistono, e ovviamente sono come direbbe Groddeck, anch'essi estremamente bambineschi, non dissimili da quelli presenti nell'antica Grecia, tutt'altro che eroici guerrieri. Un'altra tematica approfondita è l'olocausto che Norman voleva compiere contro i demoni, ricordandoci che Norman stesso si sia macchiato della morte di molteplici demoni innocenti.
La mia passione nel vedere Emma come una rivoluzionaria va sopra tutto a ricadere sull'idealizzazione utopica della sua lotta, nelle fasi finali del manga la filosofia trattata pone l'accento sul concetto di libertà, ma non materiale, la libertà dal destino, un concetto tipicamente anarchico. Difatti se utilizzassimo Michel Foucault per stabilire un nesso tra la realtà e l'individuo, verremmo a conoscenza che non esiste una società, ma una serie di azioni e interconnessioni comuni che creano questo concetto. Senza una società, ogni concezione autoritaria e religiosa perde ogni significato, ogni cosa viene messa in relazione al fatto logico che noi umani creiamo in quanto interagiamo gli uni con gli altri. Per questo The Promised Neverland è un manga decostruzionista, analizza con fermezza logica quanto tutti i preconcetti di impossibile, di negato, di guerra, di stile di vita e di società siano per l'appunto semplici concetti, nulla di più. Andare contro il destino vuol dire attuare una rivoluzione contro il ben pensare, ma in questo mondo un destino esiste per davvero, quindi la lotta contro il destino è ancora più eroica e rivoluzionaria. Immaginate essere atei nel nostro mondo, molti lo giudicherebbero normale in quanto prove tangibili dell'esistenza di Dio non sono a noi ancora giunte, ebbene, in questo mondo invece un dio esiste a tutti gli effetti, in quella "mai terra promessa" lottare contro il destino significa lottare contro Dio stesso, anche se li SI che ci sono le prove della sua esistenza.
Chi non ha apprezzato le antecedenti considerazioni ovviamente non avrà apprezzato più di tanto il manga, andando a criticarlo per il suo presunto buonismo nei capitoli conclusivi. Troppo poco eroico? Cosa ci può essere di più epico del combattere contro Dio, anche se sei certo della sua esistenza? E perché ci combatti contro quel dio? Perché voglio essere libero di vivere la mia vita senza schiavi ne padroni. Tipica istanza anarchica bakuniniana. La cosa interessante che pochi hanno notato, è la grottesca ironia nel vedere che sia Norman che Ray abbiano provato a sacrificarsi per il bene collettivo, ma alla fine non ci sono riusciti perché Emma li ha fermati grazie al suo desiderio di libertà anarchica, una libertà di tutti, quindi non solo per gli umani. Tuttavia, alla fine sarà Emma a sacrificarsi per davvero.
Aspetti negativi esistono, come in tutte le opere: Troppo veloce il finale; non ho apprezzato la resurrezione della regina; il capitolo sul labirinto quantistico nel quale si perdono Ray ed Emma non tiene fede ai veri principi della fisica quantistica da Ray citata; Il ritorno di Lewis non mi piace, ma semplicemente perché torna per il potere del dio al quale mi oppongo... ed altri minori problemi che non intaccano il voto.
I disegni non li ho apprezzati particolarmente, troppo abbozzati e in alcuni casi non arrivi neanche a capire ciò che accade, ma ben si addicono allo stile dark horrorifico posto dalla trama.
Lo considero un capolavoro? Beh direi di si, e questa non è neanche una recensione completa!
Trama: Grace Field house è un meraviglioso orfanotrofio in stile inglese, pareti bianche immerse nella natura più verde e rigogliosa. Un idilliaco paradiso 'ove molteplici bambini orfani vivono assieme alla loro allevatrice Isabella, comunemente chiamata dai relativi bambini: mamma. In questo contesto: calmo, dolce, pacato e sopra tutto pulito, rappresentato dal fatto che tutti i bambini vestono la stessa uniforme composta da camicia e pantaloni bianchi, tuttavia si nasconde un'aberrante realtà, ossia che l'orfanotrofio sia una fattoria di allevamento, e che i bambini ivi presenti non siano nient'altro che cibo, allevato per una specie vivente riconosciuta con il termine demoni. Lo stesso termine demoni che viene ripetuto anche dai demoni stessi, lo si nota fin dal primo volume utilizzato come pretesto in un gioco di attività fisica simile ad acchiapparella, 'ove però, uno dei concorrenti di quest'attività deve immedesimarsi nel ruolo autoassegnatosi di demone, dal quale il resto del gruppo deve scappare per non essere catturato. Ironico pensare che l'intera storia sarà un semplice susseguirsi di questo gioco posto in una condizione più pericolosa; un poco come il calcio, che è semplicemente la prosecuzione della guerra sotto una forma meno violenta. Tra i molteplici bambini presenti nell'orfanotrofio alcuni spiccano per impressionanti capacità fisiche ed intellettive, tali bambini sono tre: Emma, Ray e Norman.
Emma: Ragazza dai capelli rossi-arancioni, che riflettono la sua passione e la sua onnipresente felicità e gioia di vivere, sempre allegra e capace di interagire un rapporto di fiducia con il prossimo, ella è la più encomiabile delle persone gentili. La sua gentilezza risiede nella natura intrinseca di questo personaggio, costruito sotto un'ottica simile a come diceva lo psicoanalista Georg Groddeck: "ci accade ben di rado di essere completamente adulti, e anche quando capita, lo siamo sempre e solo in superfice: noi ci limitiamo a giocare a fare i grandi, proprio come i bambini, e ritorniamo bambini non appena siamo presi profondamente dalla vita. La vita comincia con l'infanzia, e in tutta l'età adulta non fa che perseguire un unico scopo, per mille vie diverse: quello di ritornare bambini; l'unica differenza fra gli uomini consiste nel fatto che alcuni diventano bambini, altri diventano bambineschi". Georg Groddeck da: Il libro dell'Es. Emma può risultare quindi per le persone più superficiali come una persona troppo buona, ed effettivamente in alcuni casi essa stessa mette in mostra quanto le sue azioni possano essere pericolose nei confronti altrui solo per dei capricci egoistici che lei stessa concretizza, ma allo stesso tempo, la sua innata passione gentile la rendono quello che noi tutti esseri umani dovremmo ambire a diventare, buoni e pacati non perché ci viene imposto da una cultura dominante o da una stramaledetta religione oppressiva, ma perché siamo noi stessi a scegliere di perseguire questa bontà, seppur da un punto di vista utilitaristico, che per chi non conosca la storia del pensiero non vuol dire tecnicistico o inanimato, ma vuol dire che si perseguono solo le cose che porteranno una maggioranza delle persone a stare bene a loro volta. Emma incarna quindi in maniera esemplare uno spirito libero, completamente anarchico e libertario, il quale si domanda non se una cosa sia possibile da fare, ma come rendere l'impossibile possibile! Atto in potenza come direbbe il caro e sempre presente Friedrich Nietzsche. La pecca di Emma è quindi essere troppo infantile e troppo sognatrice, ma essendo questo manga un manga positivo, nonostante i tratti Gore, alla fine la sua visione del mondo si rivelerà quella corretta e salvifica.
Ray: Decisamente più pacato rispetto ad Emma, il suo personaggio appare introverso nel suo tipico look da emo. Una persona cupa e sulle sue, che come ben riportato dallo youtuber Henry91, Ray incarna la figura platonica del saggio, ossia colui che è in grado di ragionare, colui che sa e che è sapiente, quindi colui che conosce tutto. Non a caso Ray ricorda gli avvenimenti accaduti durante la prima infanzia, ossia un periodo della nostra vita che il nostro cervello decide arbitrariamente di elidere perché poco utile all'evoluzione biologica del nostro corpo; questo elemento aiuta non poco ad amplificare quanto il sinonimo più caratteristico di Ray sia il fatto che egli, sappia, egli sa perché ricorda, non perché sia un genio. Ray viene spesso paragonato ad Emma e Norman da due punti di vista, sia il fisico che l'intelletto. Tuttavia ciò che realmente accomuna Ray in questo tipo di divisione è il fatto che egli sia il filo conduttore tra i due estremi, Norman è un genio mentre Ray no, tuttavia Ray è meglio capace a resistere alla pressione fisica essendo più atletico e robusto. Emma è migliore da un punto di vista atletico rispetto a Ray, ma Ray è comunque più calcolatore e cinico di Emma nei momenti difficili; Ray accomuna ed unisce i due estremi, mente e corpo, in quanto studioso e saggio, capace di trovare il giusto equilibrio tra i due estremi. La sua pecca è quella di arrendersi per via delle circostanze troppo sfortunate o apparentemente impossibili, come sul finire del primo arco narrativo, 'ove deciderà che avendo apparentemente perso ogni speranza per la sopravvivenza ricorrerà al suicidio come metodo per espiare le proprie colpe, che equivalgono a dichiararne la sconfitta, per questo il suo personaggio una volta conosciuto più a fondo quello di Emma decide di assecondarla in qualsiasi occasione, non perché sia mancato da un punto di vista ideologico, no no, ma semplicemente perché ha capito che la giusta strada da seguire è quella che si oppone alla sofferenza che il destino ti pone, con tutte le sue forze senza mai arrendersi.
Norman: Tipico genio, capelli bianchi e puri come il resto della sua uniforme, ci appare come composto e di possente presenza dal punto di vista intellettuale. Il suo pregio è quello di essere fuori dalla norma, egli è capace di piani logici che lo fanno rimembrare ad un certo Light Yagami. Il suo cavillo è quello di voler fare il figo, come gli fa presente Ray a più riprese, ma la sua mente viaggia su binari che sia quella di Emma sia quella di Ray non riescono a vedere. Norman ha, a mio avviso, lo sviluppo migliore, egli passa da essere il genio del gruppo, con i voti migliori e con le capacità intellettive più sviluppate, ad essere il futuro capo della rivoluzione, un vero e proprio demagogo, un dittatore che seppur meravigliosamente: furbo, intelligente e perspicace, cade nella spirale dell'onnipotenza. Esattamente come c'è finito Light Yagami in quella spirale, anche Norman rischia l'annichilimento del mondo intero, del resto quando sei il più intelligente e l'unico rimasto in vita capace di pensare a ciò, la stessa esistenza materiale non ha più senso alcuno, se anche il tuo nemico principale viene sconfitto, allora il genio rimasto senza acerrimi nemici da abbattere, opterà per l'abbattimento del mondo a lui sottostante. Il suo vero problema è il corpo, che non riesce a stare dietro alla potenza della sua mente, per questo Norman è colui il quale ha più bisogno dell'idealismo di Emma, il suo cinismo pratico anche se lo può portare al potere effettivo, citando il principe di Niccolò Macchiavelli, alla fine lo devasta psicologicamente e fisicamente, egli pertanto opterà senza grossi problemi a farsi fuori per salvare gli altri, ma solo l'utopia lo salverà del nefasto destino che lui stesso tanto agognava.
La trama prosegue tra svariati colpi di scena e importanti scene di azione. Tra le altre questioni toccate dal manga troviamo la lotta contro un sistema oppressivo e consumistico di stile capitalista, non a caso la stessa promessa che il clan Ratri ha suggellato con i Demoni, non prevedeva la creazione delle fattorie di allevamento degli esseri umani, dei quali i demoni devono nutrirsi, andando quindi ad avvelenare il corpo e la mente della massa dei demoni. La stessa religione dei demoni si sviluppa su un concetto molto buddhista ed anti consumistico, ossia che la stessa vita non sia altro che una cosa presa in prestito dagli dei che poi agli dei tornerà, per cui anche quando si mangia bisogna ritualizzare sulle creature cacciate o consumate un ringraziamento agli dei. Dei che in questo mondo demoniaco esistono, e ovviamente sono come direbbe Groddeck, anch'essi estremamente bambineschi, non dissimili da quelli presenti nell'antica Grecia, tutt'altro che eroici guerrieri. Un'altra tematica approfondita è l'olocausto che Norman voleva compiere contro i demoni, ricordandoci che Norman stesso si sia macchiato della morte di molteplici demoni innocenti.
La mia passione nel vedere Emma come una rivoluzionaria va sopra tutto a ricadere sull'idealizzazione utopica della sua lotta, nelle fasi finali del manga la filosofia trattata pone l'accento sul concetto di libertà, ma non materiale, la libertà dal destino, un concetto tipicamente anarchico. Difatti se utilizzassimo Michel Foucault per stabilire un nesso tra la realtà e l'individuo, verremmo a conoscenza che non esiste una società, ma una serie di azioni e interconnessioni comuni che creano questo concetto. Senza una società, ogni concezione autoritaria e religiosa perde ogni significato, ogni cosa viene messa in relazione al fatto logico che noi umani creiamo in quanto interagiamo gli uni con gli altri. Per questo The Promised Neverland è un manga decostruzionista, analizza con fermezza logica quanto tutti i preconcetti di impossibile, di negato, di guerra, di stile di vita e di società siano per l'appunto semplici concetti, nulla di più. Andare contro il destino vuol dire attuare una rivoluzione contro il ben pensare, ma in questo mondo un destino esiste per davvero, quindi la lotta contro il destino è ancora più eroica e rivoluzionaria. Immaginate essere atei nel nostro mondo, molti lo giudicherebbero normale in quanto prove tangibili dell'esistenza di Dio non sono a noi ancora giunte, ebbene, in questo mondo invece un dio esiste a tutti gli effetti, in quella "mai terra promessa" lottare contro il destino significa lottare contro Dio stesso, anche se li SI che ci sono le prove della sua esistenza.
Chi non ha apprezzato le antecedenti considerazioni ovviamente non avrà apprezzato più di tanto il manga, andando a criticarlo per il suo presunto buonismo nei capitoli conclusivi. Troppo poco eroico? Cosa ci può essere di più epico del combattere contro Dio, anche se sei certo della sua esistenza? E perché ci combatti contro quel dio? Perché voglio essere libero di vivere la mia vita senza schiavi ne padroni. Tipica istanza anarchica bakuniniana. La cosa interessante che pochi hanno notato, è la grottesca ironia nel vedere che sia Norman che Ray abbiano provato a sacrificarsi per il bene collettivo, ma alla fine non ci sono riusciti perché Emma li ha fermati grazie al suo desiderio di libertà anarchica, una libertà di tutti, quindi non solo per gli umani. Tuttavia, alla fine sarà Emma a sacrificarsi per davvero.
Aspetti negativi esistono, come in tutte le opere: Troppo veloce il finale; non ho apprezzato la resurrezione della regina; il capitolo sul labirinto quantistico nel quale si perdono Ray ed Emma non tiene fede ai veri principi della fisica quantistica da Ray citata; Il ritorno di Lewis non mi piace, ma semplicemente perché torna per il potere del dio al quale mi oppongo... ed altri minori problemi che non intaccano il voto.
I disegni non li ho apprezzati particolarmente, troppo abbozzati e in alcuni casi non arrivi neanche a capire ciò che accade, ma ben si addicono allo stile dark horrorifico posto dalla trama.
Lo considero un capolavoro? Beh direi di si, e questa non è neanche una recensione completa!
QUESTA RECENSIONE CONTIENE POCHI O QUASI NESSUNO SPOILER SE VOLETE COMUNQUE SALTARE QUESTA PARTE DELLA RECENSIONE ANDATE DIRETTAMENTE A "IN CONCLUSIONE"
the promised neverland è un manga scritto da kaiu shirai e pozuka demizu.
la storia parla di 3 protagonisti: Emma, Norman e Ray che vivono in un orfanotrofio con la loro famiglia e la loro madre. Ma un che un giorno faranno una scoperta agghiacciante.
Ovvero che l'orfanotrofio è in realtà una fattoria per demoni, e la loro madre adottiva è sempre stata una allevatrice.
La storia parte una bomba con plot twist ogni dove, il primo arco narrativo a dir poco eccezionale, personaggi ben caratterizzati e storia ben scritta. veramente delle premesse ottime per questa storia.
Dopo la fuga dall'orfanotrofio, ovvero il primo arco narrativo (dal vol. 1 al 5).
La storia continua ad evolversi in modo positivo il volume 6 è eccezionale, pieno di colpi di scena ed inizia l'arco narrativo di Goldy Pond (il mio arco narrativo preferito).
beh che dire, davvero buono non un capolavoro sicuramente molto molto valido (questo arco narrativo dura dal vol. 6/7 all 11).
personaggi ben caratterizzati e dove prende i pregi del primo arco narrativo (photos, ottimi personaggi, storia molto intrigante) con una aggiunta di azione che rende tutto più interessante.
dopo Goldy Pond c'è un breve arco narrativo che chiamerei arco della scoperta delle 7 mura (dal vol. 12 fino all'inizio del 14) dove è leggermente qualitativamente inferiore ai 2 archi narrativi precedenti, ma comunque molto drammatico che mantiene la storia su un livello di ansia notevole ed ancora molto godibile...
nel vol. 14 massimo 15 si raggiunge il culmine della storia, veramente ben fatto e nel vol.14 c'è un momento a dir poco toccante. se siete arrivati a questa parte della recensione, pensate che Tpn sia tutto perfetto ma non è così purtroppo.
dal vol. 15 che è comunque bello si aprono le porte per l'ultimo arco narrativo che dividerei in 2 parti
la prima parte (dal vol.15 al 17) e seconda parte (dal vol.18 al 20) questa parte (la prima) è ancora godibile si mantiene su buoni livelli. Però i difetti non mancano, anzi iniziano ad arrivare, il principale è Emma che inizia ad essere troppo buona è innegabile che è quella è la caratterizzazione che gli hanno dato tuttavia diventa troppo esagerato. ma non è questo il vero è proprio problema ma è proprio il fatto che l'autore aiuta sempre Emma in qualsiasi situazione, ma per fortuna almeno ancora in questa parte non è ancora nulla di troppo esplicito e forzato.
Questa parte è ancora godibile e bella dove vengono date diverse spiegazioni ai misteri della storia e al vol 17 è l'ultimo vero e proprio volume veramente godibile del manga.
con il volume 18...il disastro...i difetti presenti ma poco evidenti in tpn esplodono in tutta la loro gravità in questo volume...problemi risolti con una facilità disarmante...plot twist gestiti male e un ritmo di narrazione affrettato. ma il problema peggiore è sicuramente è stato il fatto che la caratterizzazione dei personaggi va letteralmente a quel paese...tutti seguono Emma... mandando in frantumi lo scambio di idee che c'era tra tutto il cast dei personaggi... che rendeva tutti personaggi unici ed interessanti... tutti per seguire Emma che nella parte finale dell'ultimo arco narrativo diventa buona all'ennesima potenza...
il volume 19 è sicuramente migliore del precedente le cose vengono gestite bene ma non benissimo e li poi l'autore ci ficca alcuni deus ex machina per salvare sonju e mujica (che non vi faccio spoiler di chi sono) fa diventare lewis buono (l'antagonista dell'arco narrativo di Goldy Pond).
Nell'ultimo volume c'è amore ed odio.
ci sono cose che mi sono piaciute e cose che non mi sono piaciute.(qua ci saranno spoiler)
partiamo dai difetti:
-nel capitolo 178 l'ultimo plot twist del manga viene gestito in maniera a dir poco penosa.
-finale buonista...troppo buonista... e anche abbastanza velocizzato
-il problema non è tanto il volume finale ma i due precedenti (18 e 19) che hanno lasciato una sensazione di amaro in bocca e non hanno fatto entusiasmare una fetta di lettori (me compreso) come agli albori della serie.
PREGI
-il sacrificio di isabella
- il ricongiungimento con Phill
-diversi spunti di pensiero e tematiche interessanti
- il finale anche se buono allo stato puro l'ho trovato toccante.
IN CONCLUSIONE
vale la pena di recuperare quest'opera? A parer mio si è molto godibile.
quest'opera è brutta o è sufficiente solo per un pelo? assolutamente no c'è di peggio
il finale è una merda? nah è a metà tra l'essere brutto e l'essere bello, generalmente è bello ma si poteva fare di più, e dato che si poteva fare di più è normale che alcune persone siano rimaste deluse dal finale.
quest'opera è un capolavoro? no e non lo sarà mai è sicuramente meglio Attack on titan per fare un esempio.
the promised neverland è un opera godibile che nonostante i problemi negli ultimi 3 volumi riesce ad intrattenere felicemente il lettore e che affronta anche tematiche interessanti, come ad esempio non c'è molta differenza tra demoni e umani, entrambi sono malvagi ed hanno gli stessi problemi solo che gli umani non si mangiano tra di loro, ovviamente ci sono manga che affrontano queste tematiche in modo migliore, tipo devilman. il capolavoro di Go nagai.
ma che per i neo appassionati potrebbe essere un ottimo modo per approcciarsi al mondo del manga.
ed ora passiamo ai voti
PRIMO ARCO NARRATIVO: dal volume 1 al 5, voto 9
ARCO NARRATIVO DI GOLDY POND: dal volume 6/7 al 11, voto 9
ARCO NARRATIVO DELLE 7 MURA: dal vol. 12 all'inizio del 14, voto 8
ARCO NARRATIVO FINALE PARTE 1: dal vol. 14/15 al 17, voto 7.5/8
ARCO NARRATIVO FINALE PARTE 2: dal vol. 18 al 19, voto 5/5.5
FINALE: volume 20, voto 6.5/7
voto singolare dei volumi:
vol.1= 8
vol.2= 9
vol.3= 9
vol.4= 10
vol.5= 8
vol.6= 8
vol.7= 8
vol.8= 8
vol.9= 9
vol.10= 8
vol.11= 10
vol.12= 7.5/8
vol.13= 8
vol.14= 10
vol.15= 8
vol.16= 7
vol.17= 7
vol.18= 4
vol.19= 6
vol. 20= 6.5/7
voto finale: 8 non un capolavoro ma una serie godibile spero di aver contestualizzato in modo sensato i motivi dei miei voti.
Ovviamente non sono non fan dell'opera (anche se sembra), in questa recensione mi sono soffermato sui punti positivi dell'opera ma è innegabile che ci siano difetti e sono più evidenti di quello che ho detto ma volevo difendere un po quest'opera che è stata a parer mio esageratamente criticata per il finale manco fosse la cagata delle cagate. vorrei ricordarvi il finale di Bleach, che per quanto mi piaccia il manga di Tite kubo...il finale non si può vedere.
beh insomma per concludere questo manga non è un capolavoro ma di certo nemmeno uno scempio.
un manga carino che può appassionare, specialmente i neoappassionati.
grazie dell'attenzione
the promised neverland è un manga scritto da kaiu shirai e pozuka demizu.
la storia parla di 3 protagonisti: Emma, Norman e Ray che vivono in un orfanotrofio con la loro famiglia e la loro madre. Ma un che un giorno faranno una scoperta agghiacciante.
Ovvero che l'orfanotrofio è in realtà una fattoria per demoni, e la loro madre adottiva è sempre stata una allevatrice.
La storia parte una bomba con plot twist ogni dove, il primo arco narrativo a dir poco eccezionale, personaggi ben caratterizzati e storia ben scritta. veramente delle premesse ottime per questa storia.
Dopo la fuga dall'orfanotrofio, ovvero il primo arco narrativo (dal vol. 1 al 5).
La storia continua ad evolversi in modo positivo il volume 6 è eccezionale, pieno di colpi di scena ed inizia l'arco narrativo di Goldy Pond (il mio arco narrativo preferito).
beh che dire, davvero buono non un capolavoro sicuramente molto molto valido (questo arco narrativo dura dal vol. 6/7 all 11).
personaggi ben caratterizzati e dove prende i pregi del primo arco narrativo (photos, ottimi personaggi, storia molto intrigante) con una aggiunta di azione che rende tutto più interessante.
dopo Goldy Pond c'è un breve arco narrativo che chiamerei arco della scoperta delle 7 mura (dal vol. 12 fino all'inizio del 14) dove è leggermente qualitativamente inferiore ai 2 archi narrativi precedenti, ma comunque molto drammatico che mantiene la storia su un livello di ansia notevole ed ancora molto godibile...
nel vol. 14 massimo 15 si raggiunge il culmine della storia, veramente ben fatto e nel vol.14 c'è un momento a dir poco toccante. se siete arrivati a questa parte della recensione, pensate che Tpn sia tutto perfetto ma non è così purtroppo.
dal vol. 15 che è comunque bello si aprono le porte per l'ultimo arco narrativo che dividerei in 2 parti
la prima parte (dal vol.15 al 17) e seconda parte (dal vol.18 al 20) questa parte (la prima) è ancora godibile si mantiene su buoni livelli. Però i difetti non mancano, anzi iniziano ad arrivare, il principale è Emma che inizia ad essere troppo buona è innegabile che è quella è la caratterizzazione che gli hanno dato tuttavia diventa troppo esagerato. ma non è questo il vero è proprio problema ma è proprio il fatto che l'autore aiuta sempre Emma in qualsiasi situazione, ma per fortuna almeno ancora in questa parte non è ancora nulla di troppo esplicito e forzato.
Questa parte è ancora godibile e bella dove vengono date diverse spiegazioni ai misteri della storia e al vol 17 è l'ultimo vero e proprio volume veramente godibile del manga.
con il volume 18...il disastro...i difetti presenti ma poco evidenti in tpn esplodono in tutta la loro gravità in questo volume...problemi risolti con una facilità disarmante...plot twist gestiti male e un ritmo di narrazione affrettato. ma il problema peggiore è sicuramente è stato il fatto che la caratterizzazione dei personaggi va letteralmente a quel paese...tutti seguono Emma... mandando in frantumi lo scambio di idee che c'era tra tutto il cast dei personaggi... che rendeva tutti personaggi unici ed interessanti... tutti per seguire Emma che nella parte finale dell'ultimo arco narrativo diventa buona all'ennesima potenza...
il volume 19 è sicuramente migliore del precedente le cose vengono gestite bene ma non benissimo e li poi l'autore ci ficca alcuni deus ex machina per salvare sonju e mujica (che non vi faccio spoiler di chi sono) fa diventare lewis buono (l'antagonista dell'arco narrativo di Goldy Pond).
Nell'ultimo volume c'è amore ed odio.
ci sono cose che mi sono piaciute e cose che non mi sono piaciute.(qua ci saranno spoiler)
partiamo dai difetti:
-nel capitolo 178 l'ultimo plot twist del manga viene gestito in maniera a dir poco penosa.
-finale buonista...troppo buonista... e anche abbastanza velocizzato
-il problema non è tanto il volume finale ma i due precedenti (18 e 19) che hanno lasciato una sensazione di amaro in bocca e non hanno fatto entusiasmare una fetta di lettori (me compreso) come agli albori della serie.
PREGI
-il sacrificio di isabella
- il ricongiungimento con Phill
-diversi spunti di pensiero e tematiche interessanti
- il finale anche se buono allo stato puro l'ho trovato toccante.
IN CONCLUSIONE
vale la pena di recuperare quest'opera? A parer mio si è molto godibile.
quest'opera è brutta o è sufficiente solo per un pelo? assolutamente no c'è di peggio
il finale è una merda? nah è a metà tra l'essere brutto e l'essere bello, generalmente è bello ma si poteva fare di più, e dato che si poteva fare di più è normale che alcune persone siano rimaste deluse dal finale.
quest'opera è un capolavoro? no e non lo sarà mai è sicuramente meglio Attack on titan per fare un esempio.
the promised neverland è un opera godibile che nonostante i problemi negli ultimi 3 volumi riesce ad intrattenere felicemente il lettore e che affronta anche tematiche interessanti, come ad esempio non c'è molta differenza tra demoni e umani, entrambi sono malvagi ed hanno gli stessi problemi solo che gli umani non si mangiano tra di loro, ovviamente ci sono manga che affrontano queste tematiche in modo migliore, tipo devilman. il capolavoro di Go nagai.
ma che per i neo appassionati potrebbe essere un ottimo modo per approcciarsi al mondo del manga.
ed ora passiamo ai voti
PRIMO ARCO NARRATIVO: dal volume 1 al 5, voto 9
ARCO NARRATIVO DI GOLDY POND: dal volume 6/7 al 11, voto 9
ARCO NARRATIVO DELLE 7 MURA: dal vol. 12 all'inizio del 14, voto 8
ARCO NARRATIVO FINALE PARTE 1: dal vol. 14/15 al 17, voto 7.5/8
ARCO NARRATIVO FINALE PARTE 2: dal vol. 18 al 19, voto 5/5.5
FINALE: volume 20, voto 6.5/7
voto singolare dei volumi:
vol.1= 8
vol.2= 9
vol.3= 9
vol.4= 10
vol.5= 8
vol.6= 8
vol.7= 8
vol.8= 8
vol.9= 9
vol.10= 8
vol.11= 10
vol.12= 7.5/8
vol.13= 8
vol.14= 10
vol.15= 8
vol.16= 7
vol.17= 7
vol.18= 4
vol.19= 6
vol. 20= 6.5/7
voto finale: 8 non un capolavoro ma una serie godibile spero di aver contestualizzato in modo sensato i motivi dei miei voti.
Ovviamente non sono non fan dell'opera (anche se sembra), in questa recensione mi sono soffermato sui punti positivi dell'opera ma è innegabile che ci siano difetti e sono più evidenti di quello che ho detto ma volevo difendere un po quest'opera che è stata a parer mio esageratamente criticata per il finale manco fosse la cagata delle cagate. vorrei ricordarvi il finale di Bleach, che per quanto mi piaccia il manga di Tite kubo...il finale non si può vedere.
beh insomma per concludere questo manga non è un capolavoro ma di certo nemmeno uno scempio.
un manga carino che può appassionare, specialmente i neoappassionati.
grazie dell'attenzione
The Promised Neverland, titolo che sembrava essere uno dei più riusciti degli ultimi anni, sembrava perchè all'incirca ai 3/4 della storia, il manga comincia a percorrere una folle corsa verso la conclusione che uccide qualsiasi coinvolgimento. Inoltre si nota che alcune cose sono state cambiate in corso d'opera.
La trama è molto semplice ma d'impatto, racconta la storia di questi bambini che vivono felicemente nell'orfanotrofio di Grace Field, accuditi dalla loro balia che loro chiamano mamma. Un giorno però, 2 bambini tra i più intelligenti (Emma e Norman), scoprono la terribile verità, l’orfanotrofio è un allevamento di bestiame per i demoni che vivono all'esterno delle mura che lo circonda. Da qui ha inizio la loro lotta per la sopravvivenza, dovranno riuscire a scappare dall’orfanotrofio e non far capire alla mamma che sanno tutto. I protagonisti di questa storia Emma, Norman e Ray, sono tutti e 3 ben caratterizzati all'inizio. Emma è il pilastro del gruppo, intelligente, agile, intraprendente ma troppo emotiva. Norman invece è anch'esso intelligente ma più riflessivo e calcolatore e infine Ray anche lui molto astuto e scaltro ma troppo pessimista. Nel corso dell’opera ci vengono presentati veramente un numero spropositato di personaggi, molti dopo che ci vengono presentati e hanno svolto la loro parte nella storia, vengono facilmente dimenticati.
Questo incipit aveva fatto molto scalpore, perchè preannunciava una corsa alla sopravvivenza e un lotta d'astuzia contro la mamma che farà di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote, ed in effetti c'è stata, l'inizio del manga non ci fa rimanere affatto delusi ma più va avanti la storia, più ci saranno azione e combattimenti perdendo il senso di oppressione e i giochi psicologici che ci avevano tanto appassionato nei primi volumi. Detto questo, secondo me, il manga reggeva ancora, la scoperta della storia del mondo dei demoni era interessante, le cose che rovinano completamente questo manga sono 2:
-i volumi finali, dove le scene importanti di perdite o importanti eventi, non hanno il giusto spazio e neanche il minimo impatto sui personaggi che nel capitolo successivo sembrano essersi già dimenticati dell'accaduto;
-il personaggio di Emma, la protagonista della storia che nel corso dei 20 volumi non ha nessuna evoluzione, sembra che la storia si plasmi intorno a lei e succedono un sacco di cose che le fanno comodo, riesce a cambiare il mondo solo con uno dei suoi discorsi pieni di buonismo. Alla fine anche gli altri 2 coprotagonisti finiranno per adeguarsi a lei, perdendo la loro caratterizzazione e diventando solo delle macchiette.
Non era questo che volevo vedere, volevo vedere dei bambini crescere, riuscendo a sopravvivere grazie alla loro astuzia e grande forza di volontà, non una sequela di monologhi che elogiano amore e benevolenza, che saranno belli e giusti, ma pensare di cambiare le persone e il mondo solo così è abbastanza assurdo e infantile.
I disegni personalmente mi sono piaciuti, non sono per tutti però, a chi non piacciono i disegni molto abbozzati non consiglio quest’opera. La parte migliore però, sono sicuramente gli sfondi e le prospettive dei vari paesaggi, basti guardare le fantastiche copertine, una più bella dell’altra. Anche il design dei demoni è ben fatto e studiato, si vede che ci hanno lavorato molto.
Ho pensato molto a che voto dare a quest’opera, dentro di me c’è ancora del risentimento perché i numeri iniziali mi avevano preso molto e ogni numero era una continua scoperta ma delle scelte sbagliate e la troppa fretta, hanno fatto deragliare questa storia.
Quindi direi un 6,5, una sufficienza per le buone idee e per la maggior parte dei volumi che ti fanno rimanere col fiato sospeso, ma comunque senza lodi.
La trama è molto semplice ma d'impatto, racconta la storia di questi bambini che vivono felicemente nell'orfanotrofio di Grace Field, accuditi dalla loro balia che loro chiamano mamma. Un giorno però, 2 bambini tra i più intelligenti (Emma e Norman), scoprono la terribile verità, l’orfanotrofio è un allevamento di bestiame per i demoni che vivono all'esterno delle mura che lo circonda. Da qui ha inizio la loro lotta per la sopravvivenza, dovranno riuscire a scappare dall’orfanotrofio e non far capire alla mamma che sanno tutto. I protagonisti di questa storia Emma, Norman e Ray, sono tutti e 3 ben caratterizzati all'inizio. Emma è il pilastro del gruppo, intelligente, agile, intraprendente ma troppo emotiva. Norman invece è anch'esso intelligente ma più riflessivo e calcolatore e infine Ray anche lui molto astuto e scaltro ma troppo pessimista. Nel corso dell’opera ci vengono presentati veramente un numero spropositato di personaggi, molti dopo che ci vengono presentati e hanno svolto la loro parte nella storia, vengono facilmente dimenticati.
Questo incipit aveva fatto molto scalpore, perchè preannunciava una corsa alla sopravvivenza e un lotta d'astuzia contro la mamma che farà di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote, ed in effetti c'è stata, l'inizio del manga non ci fa rimanere affatto delusi ma più va avanti la storia, più ci saranno azione e combattimenti perdendo il senso di oppressione e i giochi psicologici che ci avevano tanto appassionato nei primi volumi. Detto questo, secondo me, il manga reggeva ancora, la scoperta della storia del mondo dei demoni era interessante, le cose che rovinano completamente questo manga sono 2:
-i volumi finali, dove le scene importanti di perdite o importanti eventi, non hanno il giusto spazio e neanche il minimo impatto sui personaggi che nel capitolo successivo sembrano essersi già dimenticati dell'accaduto;
-il personaggio di Emma, la protagonista della storia che nel corso dei 20 volumi non ha nessuna evoluzione, sembra che la storia si plasmi intorno a lei e succedono un sacco di cose che le fanno comodo, riesce a cambiare il mondo solo con uno dei suoi discorsi pieni di buonismo. Alla fine anche gli altri 2 coprotagonisti finiranno per adeguarsi a lei, perdendo la loro caratterizzazione e diventando solo delle macchiette.
Non era questo che volevo vedere, volevo vedere dei bambini crescere, riuscendo a sopravvivere grazie alla loro astuzia e grande forza di volontà, non una sequela di monologhi che elogiano amore e benevolenza, che saranno belli e giusti, ma pensare di cambiare le persone e il mondo solo così è abbastanza assurdo e infantile.
I disegni personalmente mi sono piaciuti, non sono per tutti però, a chi non piacciono i disegni molto abbozzati non consiglio quest’opera. La parte migliore però, sono sicuramente gli sfondi e le prospettive dei vari paesaggi, basti guardare le fantastiche copertine, una più bella dell’altra. Anche il design dei demoni è ben fatto e studiato, si vede che ci hanno lavorato molto.
Ho pensato molto a che voto dare a quest’opera, dentro di me c’è ancora del risentimento perché i numeri iniziali mi avevano preso molto e ogni numero era una continua scoperta ma delle scelte sbagliate e la troppa fretta, hanno fatto deragliare questa storia.
Quindi direi un 6,5, una sufficienza per le buone idee e per la maggior parte dei volumi che ti fanno rimanere col fiato sospeso, ma comunque senza lodi.
«The Promised Neverland» (originalmente “Yakusoku no Neverland”) è un manga, scritto da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu dall’inizio sconvolgente, che si perde lentamente per strada.
Un gruppo di bambini di varia età vive in un orfanotrofio. Una donna che loro chiamano mamma li accudisce, fino a quando non vengono reclamati da famiglie che li cercano. L’atmosfera e serena, familiare, fra i tanti bambini 3 spiccano fra tutti: Norman, Emma e Ray. Questi tre ragazzi leggermente più grandi degli altri ottengono sempre il massimo dei punteggi a dei particolari test a cui si sottopongono tutti. Vivono tutti felici, sono liberi entro un certo raggio delimitato da una recinzione. Il mondo fuori può essere pericoloso dopotutto. Ogni giorno scorre sereno fino a quando si scopre la verità.
L’inizio è un piccolo capolavoro, degno di uno dei migliori libri che si possa leggere. Personaggi carismatici, sfide di intelligenza, tanto pathos, colpi di scena… e ogni elemento ha la sua importanza, nulla è lasciato al caso, anche al comportamento degli undicenni-dodicenni che sembra così lontano dalla loro età verrà data una spiegazione. Leggendo sembra che chi ha ideato il tutto avesse le idee chiare dell’intera parte prima di renderle su carta.
Ad un certo punto cambia, cambia molto. Il sapersi reinventare per non annoiare il lettore è sicuramente un qualcosa di positivo e non è facile farlo bene. Da una componente psicologica-thriller si è passata ad una incentrata sull’azione. Volendo chiudere un occhio sul fatto che parliamo sempre di bambini-ragazzini, intrattiene, appassiona ancora anche se il pathos, la sensazione di angoscia che si leggeva all’inizio diventa sempre più sbiadita.
La storia continua, evolve, cambia ancora, fino ad un epilogo dove, per quanto stiamo parlando di una storia raccontata in 20 numeri complessivi, la narrazione sembra essere diventata molto velocizzata, perdendo la lucidità iniziale. Si passa da un inizio da 8,5 ad un finale da 5,5.
Vi sono momenti in cui il lettore avrà dei dubbi su quello che aveva letto in precedenza, o al contrario si chiederà cosa avesse saltato nella lettura non comprendendo come mai un dato personaggio sia ancora in vita o quali esperimenti avessero condotto su un altro personaggio visto che in definitiva non ha avuto alcun, almeno manifesto, mutamento. Accenni, anzi approfondimenti necessari per eliminare nel lettore quella sensazione di leggere di continue forzature. Un finale frutto di una serie di forzature, quasi come se l'autore avesse deciso solo "quale fosse" senza "a come arrivarci".
Fra i personaggi Norman è quello che convince maggiormente, dimostrandosi arguto in ogni occasione, il comportamento di Emma all’inizio giustificabile e comprensibile diventa con il passare del tempo contradditorio, potendo risultare anche irritante. Il personaggio Ray sembra essere poco utilizzato dall’autore. Per quanto riguarda gli altri Isabella è un personaggio affascinante, ben costruito. Se inizi con personaggi tali dopo ti è difficile introdurre personaggi che rimangono nel lettore. L’autore ci prova spesso fallendo, il riuscirci o meno dipende dal gusto del lettore.
In definitiva la prima parte del manga (poi trasposta nella prima serie dell’anime, che consiglio di vedere) è un qualcosa che consiglio a tutti, parlo dei primi cinque numeri dell’edizione italiana. Quello che succede dopo lo consiglio a chi preferisce scene di azione a quelle psicologiche e a chi non si fa troppe domande sulla storia.
Un gruppo di bambini di varia età vive in un orfanotrofio. Una donna che loro chiamano mamma li accudisce, fino a quando non vengono reclamati da famiglie che li cercano. L’atmosfera e serena, familiare, fra i tanti bambini 3 spiccano fra tutti: Norman, Emma e Ray. Questi tre ragazzi leggermente più grandi degli altri ottengono sempre il massimo dei punteggi a dei particolari test a cui si sottopongono tutti. Vivono tutti felici, sono liberi entro un certo raggio delimitato da una recinzione. Il mondo fuori può essere pericoloso dopotutto. Ogni giorno scorre sereno fino a quando si scopre la verità.
L’inizio è un piccolo capolavoro, degno di uno dei migliori libri che si possa leggere. Personaggi carismatici, sfide di intelligenza, tanto pathos, colpi di scena… e ogni elemento ha la sua importanza, nulla è lasciato al caso, anche al comportamento degli undicenni-dodicenni che sembra così lontano dalla loro età verrà data una spiegazione. Leggendo sembra che chi ha ideato il tutto avesse le idee chiare dell’intera parte prima di renderle su carta.
Ad un certo punto cambia, cambia molto. Il sapersi reinventare per non annoiare il lettore è sicuramente un qualcosa di positivo e non è facile farlo bene. Da una componente psicologica-thriller si è passata ad una incentrata sull’azione. Volendo chiudere un occhio sul fatto che parliamo sempre di bambini-ragazzini, intrattiene, appassiona ancora anche se il pathos, la sensazione di angoscia che si leggeva all’inizio diventa sempre più sbiadita.
La storia continua, evolve, cambia ancora, fino ad un epilogo dove, per quanto stiamo parlando di una storia raccontata in 20 numeri complessivi, la narrazione sembra essere diventata molto velocizzata, perdendo la lucidità iniziale. Si passa da un inizio da 8,5 ad un finale da 5,5.
Vi sono momenti in cui il lettore avrà dei dubbi su quello che aveva letto in precedenza, o al contrario si chiederà cosa avesse saltato nella lettura non comprendendo come mai un dato personaggio sia ancora in vita o quali esperimenti avessero condotto su un altro personaggio visto che in definitiva non ha avuto alcun, almeno manifesto, mutamento. Accenni, anzi approfondimenti necessari per eliminare nel lettore quella sensazione di leggere di continue forzature. Un finale frutto di una serie di forzature, quasi come se l'autore avesse deciso solo "quale fosse" senza "a come arrivarci".
Fra i personaggi Norman è quello che convince maggiormente, dimostrandosi arguto in ogni occasione, il comportamento di Emma all’inizio giustificabile e comprensibile diventa con il passare del tempo contradditorio, potendo risultare anche irritante. Il personaggio Ray sembra essere poco utilizzato dall’autore. Per quanto riguarda gli altri Isabella è un personaggio affascinante, ben costruito. Se inizi con personaggi tali dopo ti è difficile introdurre personaggi che rimangono nel lettore. L’autore ci prova spesso fallendo, il riuscirci o meno dipende dal gusto del lettore.
In definitiva la prima parte del manga (poi trasposta nella prima serie dell’anime, che consiglio di vedere) è un qualcosa che consiglio a tutti, parlo dei primi cinque numeri dell’edizione italiana. Quello che succede dopo lo consiglio a chi preferisce scene di azione a quelle psicologiche e a chi non si fa troppe domande sulla storia.
ATTENZIONE, QUESTA RECENSIONE POTREBBE CONTENERE LIEVI SPOILER
"The Promised Neverland", scritto da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu, dai primi capitoli prometteva di essere una delle migliori serie approdate su Weekly Shonen Jump negli ultimi anni. Eppure, dopo aver letto tutti e 20 volumi, l'ho rivalutato in peggio.
Partiamo dal principio, il primo capitolo del manga è a dir poco stupendo, scritto molto bene e capace di catturare immediatamente l'attenzione del lettore, con un grande velo di mistero che aleggia per tutte le pagine e uno sconvolgente ed inaspettato colpo di scena.
Emma è una bambina di undici anni, che vive nell'orfanotrofio di Grace Field House, accudita da una amorevole donna, Isabella, che tutti i bambini chiamano mamma e felice di poter giocare all'aperto insieme ai suoi coetanei Norman e Ray e ai bambini più piccoli.
Gli unici compromessi che i bambini devono accettare per vivere questa vita allegra e spensierata sono quelli di non uscire mai dai confini dell'orfanotrofio e di fare strani test ogni giorno.
Una sera, Emma e Norman scoprono il terribile segreto che si cela dietro a Grace Field House, che li sconvolgerà, cambiando completamente la loro prospettiva sulla vita che hanno vissuto fino ad allora e spingendoli ad organizzare un piano di fuga insieme a Ray.
Questo incipit da il via alla prima saga di "The Promised Neverland" che riesce ad essere avvincente, ricca di colpi di scena e ricca di tensione.
Questi primi quattro volumetti sono a dir poco eccezionali, anche dal punto di vista della scrittura dei personaggi e da quello dei disegnie in realtà il manga viaggia su questi buoni livelli per buona parte della storia, seppure dopo la saga di Grace Field ci si concentri più sulla parte action, per certi versi simile ad "Attack on Titan", che su quella "psicologica", che invece ricordava molto "Death Note.
Proprio per questa qualità che per molto ha contraddistinto il manga sono rimasto davvero deluso dal calo della serie.
Dopo un paio di volumi di transizione molto scialbi, introno al volume 18 la serie ha un crollo da mettersi le mani nei capelli.
Si accumulano troppi personaggi che diventano tutti delle macchiette, perfino i co-protagonisti, per fare spazio ad Emma, che paradossalmente diventa anche lei sempre più macchiettistica e priva di spessore, con il continuo ripetere di frasi fatte con cui riesce a convincere chiunque a passare dalla parte dei buoni, non dimostrando alcuna evoluzione dall'inizio del manga.
Questo enorme difetto non è di certo aiutato dal fatto che tutta la narrazione in questi volumi sia affrettata e priva di pathos, ad ogni "colpo di scena" che lascia presagire qualcosa di negativo si sa già che girando pagina tutto finirà per il meglio.
In realtà, seppure banali, i capitoli conclusivi riescono a dare un finale scontato ma dignitoso alla serie, ma molto lontano rispetto a quanto ci si potesse aspettare dai primi volumi.
Solo dal punto di vista artistico il manga mantiene sempre un buon livello, anzi migliora col passare del tempo, e spero che Posuka Demizu riesca a lavorare a nuovi progetti, visto il suo tratto originale e molto piacevole da vedere.
Seppure sia deluso dalla serie credo che vi rimarrò affezionato in quanto uno dei primi manga che ho letto interamente. Per me il voto adatto è un 7.
"The Promised Neverland", scritto da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu, dai primi capitoli prometteva di essere una delle migliori serie approdate su Weekly Shonen Jump negli ultimi anni. Eppure, dopo aver letto tutti e 20 volumi, l'ho rivalutato in peggio.
Partiamo dal principio, il primo capitolo del manga è a dir poco stupendo, scritto molto bene e capace di catturare immediatamente l'attenzione del lettore, con un grande velo di mistero che aleggia per tutte le pagine e uno sconvolgente ed inaspettato colpo di scena.
Emma è una bambina di undici anni, che vive nell'orfanotrofio di Grace Field House, accudita da una amorevole donna, Isabella, che tutti i bambini chiamano mamma e felice di poter giocare all'aperto insieme ai suoi coetanei Norman e Ray e ai bambini più piccoli.
Gli unici compromessi che i bambini devono accettare per vivere questa vita allegra e spensierata sono quelli di non uscire mai dai confini dell'orfanotrofio e di fare strani test ogni giorno.
Una sera, Emma e Norman scoprono il terribile segreto che si cela dietro a Grace Field House, che li sconvolgerà, cambiando completamente la loro prospettiva sulla vita che hanno vissuto fino ad allora e spingendoli ad organizzare un piano di fuga insieme a Ray.
Questo incipit da il via alla prima saga di "The Promised Neverland" che riesce ad essere avvincente, ricca di colpi di scena e ricca di tensione.
Questi primi quattro volumetti sono a dir poco eccezionali, anche dal punto di vista della scrittura dei personaggi e da quello dei disegnie in realtà il manga viaggia su questi buoni livelli per buona parte della storia, seppure dopo la saga di Grace Field ci si concentri più sulla parte action, per certi versi simile ad "Attack on Titan", che su quella "psicologica", che invece ricordava molto "Death Note.
Proprio per questa qualità che per molto ha contraddistinto il manga sono rimasto davvero deluso dal calo della serie.
Dopo un paio di volumi di transizione molto scialbi, introno al volume 18 la serie ha un crollo da mettersi le mani nei capelli.
Si accumulano troppi personaggi che diventano tutti delle macchiette, perfino i co-protagonisti, per fare spazio ad Emma, che paradossalmente diventa anche lei sempre più macchiettistica e priva di spessore, con il continuo ripetere di frasi fatte con cui riesce a convincere chiunque a passare dalla parte dei buoni, non dimostrando alcuna evoluzione dall'inizio del manga.
Questo enorme difetto non è di certo aiutato dal fatto che tutta la narrazione in questi volumi sia affrettata e priva di pathos, ad ogni "colpo di scena" che lascia presagire qualcosa di negativo si sa già che girando pagina tutto finirà per il meglio.
In realtà, seppure banali, i capitoli conclusivi riescono a dare un finale scontato ma dignitoso alla serie, ma molto lontano rispetto a quanto ci si potesse aspettare dai primi volumi.
Solo dal punto di vista artistico il manga mantiene sempre un buon livello, anzi migliora col passare del tempo, e spero che Posuka Demizu riesca a lavorare a nuovi progetti, visto il suo tratto originale e molto piacevole da vedere.
Seppure sia deluso dalla serie credo che vi rimarrò affezionato in quanto uno dei primi manga che ho letto interamente. Per me il voto adatto è un 7.
Sicuramente un voto più dettato dall'affetto personale che da un parere prettamente oggettivo, però non potrei fare altrimenti. Sono tanti i punti che migliorerebbero sensibilmente con una revisione più approfondita, ma mi piace più valutare il complesso che fare la somma dei demeriti.
La storia si apre molto bene, non c'è che dire. Un incipit che mostra da subito mordente, quasi sul genere thriller: dei bambini che sono cresciuti felicemente in un orfanotrofio paradisiaco scoprono la terribile verità dietro quel luogo e, peggio, dietro l'intero mondo in cui vivono. Parte così una lotta tra dei bambini prodigio e degli adulti "amorevoli" che li hanno cresciuti con amore solo per renderli il cibo più appetibile. Trama dal carattere forte, a volte quasi tendente all'horror, che ti fa sentire tutta la tensione di ogni singola mossa delle due parti in gioco; una partita a scacchi in cui i bambini cercano con tutte le forze di non perdere neanche una pedina.
Non voglio scendere nei dettagli della trama, per cui da qui in poi mi limiterò a dare un personale parere sulla qualità del manga.
Andando avanti, questa grande tensione dell'inizio si va perdendo, rischiando di deludere chi sperava fosse una storia perennemente sul filo del rasoio, ma la storia vira verso una via più indirizzata alla sopravvivenza e all'azione. Un cambio di rotta che ha però molti spunti interessanti: da ai personaggi la possibilità di subire una crescita evidente, si delineano meglio i rapporti tra i protagonisti e i ruoli di ciascuno, subentrano nuovi personaggi carismatici e le situazioni hanno la possibilità di variare in continuazione.
Per circa tre quarti del manga tutto procede con un buon ritmo, si può essere più o meno d'accordo con le scelte narrative dell'autore, ma superato questo punto diventa evidente il grande problema di questo manga:
la fretta.
Il ritmo diventa tremendamente accelerato di colpo, interi mesi spazzati via da alcuni timeskip, personaggi principali finora al centro delle vicende diventano marginali, si interrompe la crescita dei personaggi, di volume in volume i momenti fondamentali ricevono sempre meno pagine ed enfasi.
La storia non perde di validità, per gusto personale l'ho gradita molto fino alla fine, ma ci sono stati momenti chiave, momenti emozionanti e addii sentiti che non risultano per niente memorabili. Amici che hanno vissuto avventure che hanno cambiato l'intero mondo si salutano in mezza pagina, morti toccanti che toccanti non risultano tali perché vengono liquidate in due pagine alla meno peggio.
Sarebbero bastati due volumi in più per trasformare questo manga molto valido in un probabile capolavoro.
In chiusura voglio sottolineare comunque che ,potessi valutare solo la storia, non mi tratterrei dal dare un 9 ma, nonostante i problemi di ritmo della narrazione e qualche svolta di gemere e trama che può far storcere il naso, penso che sia un'ottima opera prima per un autore che si affaccia per la prima volta nella giungla editoriale; sono sicuro che con questo manga il sensei Shirai possa ottenere il giusto incoraggiamento per fare bene fino in fondo in futuro.
La storia si apre molto bene, non c'è che dire. Un incipit che mostra da subito mordente, quasi sul genere thriller: dei bambini che sono cresciuti felicemente in un orfanotrofio paradisiaco scoprono la terribile verità dietro quel luogo e, peggio, dietro l'intero mondo in cui vivono. Parte così una lotta tra dei bambini prodigio e degli adulti "amorevoli" che li hanno cresciuti con amore solo per renderli il cibo più appetibile. Trama dal carattere forte, a volte quasi tendente all'horror, che ti fa sentire tutta la tensione di ogni singola mossa delle due parti in gioco; una partita a scacchi in cui i bambini cercano con tutte le forze di non perdere neanche una pedina.
Non voglio scendere nei dettagli della trama, per cui da qui in poi mi limiterò a dare un personale parere sulla qualità del manga.
Andando avanti, questa grande tensione dell'inizio si va perdendo, rischiando di deludere chi sperava fosse una storia perennemente sul filo del rasoio, ma la storia vira verso una via più indirizzata alla sopravvivenza e all'azione. Un cambio di rotta che ha però molti spunti interessanti: da ai personaggi la possibilità di subire una crescita evidente, si delineano meglio i rapporti tra i protagonisti e i ruoli di ciascuno, subentrano nuovi personaggi carismatici e le situazioni hanno la possibilità di variare in continuazione.
Per circa tre quarti del manga tutto procede con un buon ritmo, si può essere più o meno d'accordo con le scelte narrative dell'autore, ma superato questo punto diventa evidente il grande problema di questo manga:
la fretta.
Il ritmo diventa tremendamente accelerato di colpo, interi mesi spazzati via da alcuni timeskip, personaggi principali finora al centro delle vicende diventano marginali, si interrompe la crescita dei personaggi, di volume in volume i momenti fondamentali ricevono sempre meno pagine ed enfasi.
La storia non perde di validità, per gusto personale l'ho gradita molto fino alla fine, ma ci sono stati momenti chiave, momenti emozionanti e addii sentiti che non risultano per niente memorabili. Amici che hanno vissuto avventure che hanno cambiato l'intero mondo si salutano in mezza pagina, morti toccanti che toccanti non risultano tali perché vengono liquidate in due pagine alla meno peggio.
Sarebbero bastati due volumi in più per trasformare questo manga molto valido in un probabile capolavoro.
In chiusura voglio sottolineare comunque che ,potessi valutare solo la storia, non mi tratterrei dal dare un 9 ma, nonostante i problemi di ritmo della narrazione e qualche svolta di gemere e trama che può far storcere il naso, penso che sia un'ottima opera prima per un autore che si affaccia per la prima volta nella giungla editoriale; sono sicuro che con questo manga il sensei Shirai possa ottenere il giusto incoraggiamento per fare bene fino in fondo in futuro.
Attenzione. Questa recensione contiene spoiler dell'intera opera, leggete a vostro rischio.
Oramai abbiamo visto di tutto. Trovare spunti originali è pressappoco non possibile. Perché scrivo così? Semplicemente perché non è impossibile. Infatti, The Promised Neverland si è distinto e si distingue tutt'ora da tutto quello che conosciamo, ma partiamo dal principio.
I protagonisti sono dei bambini che vivono in spensieratezza all'orfanotrofio di Grace Field House, circondato dalla natura e dal cielo sempre sereno. Emma, Ray e Norman sono i migliori in vari campi, che sia nello studio o nell'attività fisica, e sono molto amati dai bambini e dalla mamma Isabella, curatrice della struttura e dei suoi teneri abitanti. Come accade in un normale orfanotrofio, alcuni bambini vengono scelti per stare con una nuova famiglia.
Sembrerebbe dunque uno scenario fin troppo limpido e tranquillo per una serie, e il lettore si ritrova ad aspettare con ansia, scorrendo le pagine, la scintilla che farà accendere la miccia. Alla fine del primo volume si scopre, infatti, che l'orfanotrofio altro non è che un "magazzino" e gli orfani sono "merce", cibo per una organizzazione di demoni. Tutti i bambini che avevano lasciato l'orfanotrofio sono ormai morti.
Anche se potrebbe sembrare banale inizialmente, proseguendo col racconto la trama diventerà sempre più fitta e oscura, con apparenti buchi che verranno riempiti nei momenti più inaspettati.
Ha così inizio la prima arc della storia, presente nella prima stagione dell'anime: la fuga. L'obbiettivo primario è trovare un posto popolato da esseri umani che possano accoglierli tutti per poter vivere lontano dai demoni. La situazione però si è rivelata più complicata di quanto avessero pensato: gli uomini e i demoni hanno fatto un giuramento. Un patto che permette entrambe le specie di vivere in "armonia", con i demoni che si possono nutrire esclusivamente di capi scelti e selezionati in varie "fattorie". Migliore è la qualità del cervello, più i demoni possono svilupparsi e acquisire un intelletto superiore. Sono presenti, infatti, alcuni demoni selvatici che, nella foresta al di fuori dell'enorme cinta muraria dell'orfanotrofio, non hanno un intelletto simile a quello umano e si comportano come degli animali.
"Siamo quello che mangiamo".
Come nella nostra realtà, alcuni demoni ricorrono a tentativi illegali per potersi nutrire, infrangendo volontariamente parte della promessa. La caccia indiscriminata e quella controllata, il puro sentimento sadico nell'uccidere delle tenere creature indifese, una vera e propria mafia attorno ai capi di bestiame. E poi, il fulcro, le mani dietro agli abominevoli gesti portati da quella promessa. Tradimenti, supremazia, nobiltà e aristocrazia, la trasposizione del nostro mondo sotto forma di capolavoro stile fantasy e horror.
Una storia ricca di colpi di scena, capovolgimenti degli eventi, momenti di tristezza e di dolore come pochi, contornata da moltissimi personaggi che riceveranno, ognuno nella propria arc, il proprio ruolo fondamentale. Nonostante, infatti, la presenza di moltissimi personaggi secondari, ciascuno ha un compito, e le loro azioni fanno la differenza. Saper mantenere, dunque, un format simile di arc in arc, rende l'opera più godibile e facilita la memorizzazione dei personaggi.
Parlando appunto di quest'ultimi, sono tutti ben caratterizzati, anche se alcuni potrebbero risultare abbastanza piatti e comuni. Dal lato dei demoni abbiamo invece molto più spazio per l'inventiva, ritrovandoci ad ammirare creature dal fascino tenebroso e lugubre che sapranno attirare se non catturare la nostra attenzione. Alla fine il lettore potrebbe affezionarsi, come la sottoscritta, anche ad alcuni demoni.
Le ambientazioni sono uniche nel loro genere, ovviamente ciò è dovuto dalla mano di Posuka Demizu, apprezzatissima anche da chi non conosce la suddetta opera per il suo stile.
E' giusto, dunque, mantenere questa promessa? I due mondi sono divisi da una sottile linea che sono stati in grado di soverchiare, ma è giusto continuare a lottare per la propria salvezza se a rimetterci è la libertà del prossimo? Se a rimetterci fossero altre vite al di fuori della tua? Un sentimento così egoistico porterà la pace tra le due specie? Un compromesso sembrerebbe l'unico modo per salvarsi, eppure qualcuno è disposto a tutto pur di salvare coloro che ama.
Capolavoro dal punto di vista artistico e narrativo, consigliatissimo per gli amanti del fantasy che non si lasciano intimidire da scene raccapriccianti tendenti al gore. Solamente chi ha una mente aperta e sa cogliere il significato più intimo, costruendo un ponte tra la realtà e la fiction, potrà amare per davvero questa serie.
Oramai abbiamo visto di tutto. Trovare spunti originali è pressappoco non possibile. Perché scrivo così? Semplicemente perché non è impossibile. Infatti, The Promised Neverland si è distinto e si distingue tutt'ora da tutto quello che conosciamo, ma partiamo dal principio.
I protagonisti sono dei bambini che vivono in spensieratezza all'orfanotrofio di Grace Field House, circondato dalla natura e dal cielo sempre sereno. Emma, Ray e Norman sono i migliori in vari campi, che sia nello studio o nell'attività fisica, e sono molto amati dai bambini e dalla mamma Isabella, curatrice della struttura e dei suoi teneri abitanti. Come accade in un normale orfanotrofio, alcuni bambini vengono scelti per stare con una nuova famiglia.
Sembrerebbe dunque uno scenario fin troppo limpido e tranquillo per una serie, e il lettore si ritrova ad aspettare con ansia, scorrendo le pagine, la scintilla che farà accendere la miccia. Alla fine del primo volume si scopre, infatti, che l'orfanotrofio altro non è che un "magazzino" e gli orfani sono "merce", cibo per una organizzazione di demoni. Tutti i bambini che avevano lasciato l'orfanotrofio sono ormai morti.
Anche se potrebbe sembrare banale inizialmente, proseguendo col racconto la trama diventerà sempre più fitta e oscura, con apparenti buchi che verranno riempiti nei momenti più inaspettati.
Ha così inizio la prima arc della storia, presente nella prima stagione dell'anime: la fuga. L'obbiettivo primario è trovare un posto popolato da esseri umani che possano accoglierli tutti per poter vivere lontano dai demoni. La situazione però si è rivelata più complicata di quanto avessero pensato: gli uomini e i demoni hanno fatto un giuramento. Un patto che permette entrambe le specie di vivere in "armonia", con i demoni che si possono nutrire esclusivamente di capi scelti e selezionati in varie "fattorie". Migliore è la qualità del cervello, più i demoni possono svilupparsi e acquisire un intelletto superiore. Sono presenti, infatti, alcuni demoni selvatici che, nella foresta al di fuori dell'enorme cinta muraria dell'orfanotrofio, non hanno un intelletto simile a quello umano e si comportano come degli animali.
"Siamo quello che mangiamo".
Come nella nostra realtà, alcuni demoni ricorrono a tentativi illegali per potersi nutrire, infrangendo volontariamente parte della promessa. La caccia indiscriminata e quella controllata, il puro sentimento sadico nell'uccidere delle tenere creature indifese, una vera e propria mafia attorno ai capi di bestiame. E poi, il fulcro, le mani dietro agli abominevoli gesti portati da quella promessa. Tradimenti, supremazia, nobiltà e aristocrazia, la trasposizione del nostro mondo sotto forma di capolavoro stile fantasy e horror.
Una storia ricca di colpi di scena, capovolgimenti degli eventi, momenti di tristezza e di dolore come pochi, contornata da moltissimi personaggi che riceveranno, ognuno nella propria arc, il proprio ruolo fondamentale. Nonostante, infatti, la presenza di moltissimi personaggi secondari, ciascuno ha un compito, e le loro azioni fanno la differenza. Saper mantenere, dunque, un format simile di arc in arc, rende l'opera più godibile e facilita la memorizzazione dei personaggi.
Parlando appunto di quest'ultimi, sono tutti ben caratterizzati, anche se alcuni potrebbero risultare abbastanza piatti e comuni. Dal lato dei demoni abbiamo invece molto più spazio per l'inventiva, ritrovandoci ad ammirare creature dal fascino tenebroso e lugubre che sapranno attirare se non catturare la nostra attenzione. Alla fine il lettore potrebbe affezionarsi, come la sottoscritta, anche ad alcuni demoni.
Le ambientazioni sono uniche nel loro genere, ovviamente ciò è dovuto dalla mano di Posuka Demizu, apprezzatissima anche da chi non conosce la suddetta opera per il suo stile.
E' giusto, dunque, mantenere questa promessa? I due mondi sono divisi da una sottile linea che sono stati in grado di soverchiare, ma è giusto continuare a lottare per la propria salvezza se a rimetterci è la libertà del prossimo? Se a rimetterci fossero altre vite al di fuori della tua? Un sentimento così egoistico porterà la pace tra le due specie? Un compromesso sembrerebbe l'unico modo per salvarsi, eppure qualcuno è disposto a tutto pur di salvare coloro che ama.
Capolavoro dal punto di vista artistico e narrativo, consigliatissimo per gli amanti del fantasy che non si lasciano intimidire da scene raccapriccianti tendenti al gore. Solamente chi ha una mente aperta e sa cogliere il significato più intimo, costruendo un ponte tra la realtà e la fiction, potrà amare per davvero questa serie.
Alla fine della lettura dei primi cinque volumi (che coincidono circa col primo "arco narrativo") pensai: "Cavolo, questo potrebbe davvero diventare uno dei manga shonen più belli."
Adesso però mi ritrovo qui a dare un voto sicuramente non appropriato per un'affermazione simile. Cos'è cambiato?
The Promised Neverland inizia il suo percorso in maniera impeccabile: un contesto dark fantasy molto affascinante, cercando di introdurre tematiche interessanti e lavorando in maniera certosina nello sviluppo dell'opera, caratterizzando bene i personaggi con un'ottima introspezione, il tutto orchestrato fantasticamente dalla splendida regia. Ma cosa succede dopo il primo arco?
Il problema dell'opera gira intorno ad Emma. La protagonista è un personaggio di buon cuore e che cerca sempre una soluzione - passatemi il termine - "buonista". Non c'è nulla di male in tutto ciò, è la caratterizzazione che l'autore vuole darle. Tuttavia, ciò che non va bene a mio avviso è il fatto che la serie "aiuta" troppo Emma, non dandole spazio per commettere errori e rifletterci. La ragazzina non matura e piuttosto che evolversi con l'opera, è l'opera che si adatta a lei, diventando fin troppo "comoda" per adeguarsi alla sua mentalità.
I personaggi secondari sembrano anche a loro volta molto passivi e non hanno una caratterizzazione interessante. Anche loro, nonostante la pensino magari diversamente, alla fine si adeguano troppo a come Emma porti avanti la trama. Uno dei personaggi più deludenti a mio avviso è Ray che dopo il primo arco diventa fin troppo una macchietta.
Le battute finali poi sono accompagnati da una scelta, sempre a mio avviso, orribile in termini di sceneggiatura per realizzare un plotwist che mi ha davvero dato la mazzata finale. Per inciso, il plotwist in sé non era male, ma mi ha davvero deluso la realizzazione. A livello di trama, invece, penso che il finale sia in linea con la qualità che ormai aveva raggiunto: nulla di speciale ma nemmeno nulla di pessimo.
Sono molto indeciso sul voto da dare, mi trovo tra un range da 5.5 a 7. Penso che però mi metto circa a metà e darò un 6.5.
Adesso però mi ritrovo qui a dare un voto sicuramente non appropriato per un'affermazione simile. Cos'è cambiato?
The Promised Neverland inizia il suo percorso in maniera impeccabile: un contesto dark fantasy molto affascinante, cercando di introdurre tematiche interessanti e lavorando in maniera certosina nello sviluppo dell'opera, caratterizzando bene i personaggi con un'ottima introspezione, il tutto orchestrato fantasticamente dalla splendida regia. Ma cosa succede dopo il primo arco?
Il problema dell'opera gira intorno ad Emma. La protagonista è un personaggio di buon cuore e che cerca sempre una soluzione - passatemi il termine - "buonista". Non c'è nulla di male in tutto ciò, è la caratterizzazione che l'autore vuole darle. Tuttavia, ciò che non va bene a mio avviso è il fatto che la serie "aiuta" troppo Emma, non dandole spazio per commettere errori e rifletterci. La ragazzina non matura e piuttosto che evolversi con l'opera, è l'opera che si adatta a lei, diventando fin troppo "comoda" per adeguarsi alla sua mentalità.
I personaggi secondari sembrano anche a loro volta molto passivi e non hanno una caratterizzazione interessante. Anche loro, nonostante la pensino magari diversamente, alla fine si adeguano troppo a come Emma porti avanti la trama. Uno dei personaggi più deludenti a mio avviso è Ray che dopo il primo arco diventa fin troppo una macchietta.
Le battute finali poi sono accompagnati da una scelta, sempre a mio avviso, orribile in termini di sceneggiatura per realizzare un plotwist che mi ha davvero dato la mazzata finale. Per inciso, il plotwist in sé non era male, ma mi ha davvero deluso la realizzazione. A livello di trama, invece, penso che il finale sia in linea con la qualità che ormai aveva raggiunto: nulla di speciale ma nemmeno nulla di pessimo.
Sono molto indeciso sul voto da dare, mi trovo tra un range da 5.5 a 7. Penso che però mi metto circa a metà e darò un 6.5.
Ho deciso di aspettare la conclusione dell'opera per scrivere una recensione perché fino alla fine ero molto dubbioso.
Sicuramente è un manga che consiglio a tutti di leggere, il primo arco narrativo è fantastico, e il livello si mantiene tutto sommato alto fino a buona parte della storia.
Ad un certo punto, però, il declino. La qualità precipita e capitolo dopo capitolo non si vede mai il fondo di questo precipizio.
Gli ultimi capitoli cercano di dare un finale dignitoso alla serie, e a mio parere ci riescono, dopo la lettura non sono rimasto deluso e arrabbiato come quando leggevo i capitoli precedenti, quindi mi sento di non bocciare totalmente l'opera, ma sicuramente di darle un voto molto inferiore rispetto a quanto le avrei dato se avessi scritto questa recensione mesi fa.
The Promised Neverland è una storia con un potenziale altissimo che non riesce ad esprimersi però al meglio: iniziamo conoscendo moltissimi personaggi, ma più la storia va avanti più questi si ritrovano sempre di più nel ruolo delle comparse per far spazio alla protagonista Emma, il cui carattere portato all'estremo diventerà un grandissimo problema per quanto riguarda la qualità della serie.
Se inizierete a leggere questo manga di sicuro ne rimarrete affascinati e vi verrà un'incredibile voglia, capitolo dopo capitolo, di scoprire come va avanti la storia, e nonostante questa recensione sia per la maggior parte incentrata sui lati negativi, anche se non ho voluto scendere per nulla nel dettaglio per evitare ogni possibile spoiler, se il voto complessivo non è negativo un motivo c'è!
Sicuramente è un manga che consiglio a tutti di leggere, il primo arco narrativo è fantastico, e il livello si mantiene tutto sommato alto fino a buona parte della storia.
Ad un certo punto, però, il declino. La qualità precipita e capitolo dopo capitolo non si vede mai il fondo di questo precipizio.
Gli ultimi capitoli cercano di dare un finale dignitoso alla serie, e a mio parere ci riescono, dopo la lettura non sono rimasto deluso e arrabbiato come quando leggevo i capitoli precedenti, quindi mi sento di non bocciare totalmente l'opera, ma sicuramente di darle un voto molto inferiore rispetto a quanto le avrei dato se avessi scritto questa recensione mesi fa.
The Promised Neverland è una storia con un potenziale altissimo che non riesce ad esprimersi però al meglio: iniziamo conoscendo moltissimi personaggi, ma più la storia va avanti più questi si ritrovano sempre di più nel ruolo delle comparse per far spazio alla protagonista Emma, il cui carattere portato all'estremo diventerà un grandissimo problema per quanto riguarda la qualità della serie.
Se inizierete a leggere questo manga di sicuro ne rimarrete affascinati e vi verrà un'incredibile voglia, capitolo dopo capitolo, di scoprire come va avanti la storia, e nonostante questa recensione sia per la maggior parte incentrata sui lati negativi, anche se non ho voluto scendere per nulla nel dettaglio per evitare ogni possibile spoiler, se il voto complessivo non è negativo un motivo c'è!
Questo è quello che io definisco un manga completo: possiede tantissime caratteristiche interessanti partendo dalla storia. All'inizio mi sembrava una trama vista e rivista, ma dopo aver letto il primo volumetto mi sono ricreduta, infatti anche se la trama è semplice e abbastanza classica, il manga riesce a mantenerti attaccato alle pagine e alla fine lascia un piacevole senso di vuoto che verrà colmato solo con il volume successivo (la cosa carina è che anche il volume dopo farà la stessa cosa), creando così un circolo vizioso in cui non si può far a meno di continuare a leggere. Un altro punto molto interessante è la rappresentazione dei volti. Il disegno mette in luce dei tratti non scontati come ad esempio le espressioni di estrema paura. Non tutti gli autori sono in grado di imprimere un tale impatto nel disegno e questo rende la lettura ancora più coinvolgente.
Ho assegnato un 9.5 poiché nonostante tutti i punti a favore l'opera non è ancora conclusa e quindi non posso dare un opinione completa, ciononostante sono molto fiduciosa e credo che questo manga continuerà a sorprenderci.
Ho assegnato un 9.5 poiché nonostante tutti i punti a favore l'opera non è ancora conclusa e quindi non posso dare un opinione completa, ciononostante sono molto fiduciosa e credo che questo manga continuerà a sorprenderci.
L'orfanotrofio Grace Field House è un accogliente orfanotrofio dove i bambini,marchiati con un numero identificativo, vivono serenamente accuditi da una donna che chiamano tutti “Mamma”.
Tra questi orfani spiccano i 3 più anziani, di 12 anni: Emma, Norman e Ray, i quali dimostrano una intelligenza superiore a tutti gli altri durante gli angoscianti test logici quotidiani, unica attività a cui sono costretti sottoporsi, ma dopo questi hanno il permesso di giocare per tutto il resto della giornata. Ben presto i tre ragazzi scopriranno che tutto ciò che stanno vivendo non è un bel sogno, ma, bensì, il peggiore dei loro incubi. Inizia così la preparazione per un piano di fuga. Fin dalle prime pagine si comprende come la storia non manterrà per molto il tono gioioso e spensierato delle prime pagine, grazie alla capacità della disegnatrice, Posuka Domizu, di porre l'attenzione su alcuni dettagli fondamentali come i numeri di serie, oppure di creare scene altamente angoscianti e inquietanti. Degna di nota anche la dualità che si viene a creare tra l'apparenza e la realtà, sopratutto nel personaggio della madre che ostacolerà i nostri protagonisti nel loro intento di fuga creando una vera partita a scacchi per la sopravvivenza.
Tra questi orfani spiccano i 3 più anziani, di 12 anni: Emma, Norman e Ray, i quali dimostrano una intelligenza superiore a tutti gli altri durante gli angoscianti test logici quotidiani, unica attività a cui sono costretti sottoporsi, ma dopo questi hanno il permesso di giocare per tutto il resto della giornata. Ben presto i tre ragazzi scopriranno che tutto ciò che stanno vivendo non è un bel sogno, ma, bensì, il peggiore dei loro incubi. Inizia così la preparazione per un piano di fuga. Fin dalle prime pagine si comprende come la storia non manterrà per molto il tono gioioso e spensierato delle prime pagine, grazie alla capacità della disegnatrice, Posuka Domizu, di porre l'attenzione su alcuni dettagli fondamentali come i numeri di serie, oppure di creare scene altamente angoscianti e inquietanti. Degna di nota anche la dualità che si viene a creare tra l'apparenza e la realtà, sopratutto nel personaggio della madre che ostacolerà i nostri protagonisti nel loro intento di fuga creando una vera partita a scacchi per la sopravvivenza.
Manga ottimo. La storia è intrigante, piena di suspense e sa tenere il lettore incollato alle pagine. I personaggi principali sono molto intelligenti, con diverse caratterizzazioni e uno più interessante dell'altro. Uno dei punti di forza a mio avviso è la serietà della storia e il realismo con cui i personaggi affrontano le situazioni. Niente gag comiche o fan service. Un'altra caratteristica è la capacità del mangaka di trasmettere inquietudine attraverso i disegni con il suo stile particolare ma molto efficace, con aggiunta di disegni metaforici ad effetto per rendere più intensi e artistici situazioni/concetti.