Dragon Ball Side Story: Vita da Yamcha
Simpatico spin-off di Dragon Ball incentrato su Yamcha, conta su 3 capitoli, più un quarto extra contenuto nel volume.
La trama è molto semplice: un liceale giapponese sbatte violentemente la testa mentre è in giro con un suo amico e, al suo risveglio, scopre di essere finito dentro il mondo di Dragon Ball e, più precisamente, nel corpo di Yamcha. In quanto grande fan della serie proverà a modificarne avvenimenti che non gli vanno a genio e tenterà anche di diventare più forte di quanto lo Yamcha originale avrebbe anche solo potuto sperare, per provare a evitare la morte per mano dei Sayan che altrimenti, sa che lo attende.
L'idea di base è ottima e penso possa sicuramente sollecitare l'interesse di tutti i fan di Dragon Ball, la realizzazione è buona anche se l'autore avrebbe potuto avere meno fretta, senza bisogno di concludere tutto in appena 3/4 capitoli.
Buona la comicità, bei disegni e combattimenti, nel complesso: una bella sorpresa che ogni fan di Dragon Ball dovrebbe leggere.
La trama è molto semplice: un liceale giapponese sbatte violentemente la testa mentre è in giro con un suo amico e, al suo risveglio, scopre di essere finito dentro il mondo di Dragon Ball e, più precisamente, nel corpo di Yamcha. In quanto grande fan della serie proverà a modificarne avvenimenti che non gli vanno a genio e tenterà anche di diventare più forte di quanto lo Yamcha originale avrebbe anche solo potuto sperare, per provare a evitare la morte per mano dei Sayan che altrimenti, sa che lo attende.
L'idea di base è ottima e penso possa sicuramente sollecitare l'interesse di tutti i fan di Dragon Ball, la realizzazione è buona anche se l'autore avrebbe potuto avere meno fretta, senza bisogno di concludere tutto in appena 3/4 capitoli.
Buona la comicità, bei disegni e combattimenti, nel complesso: una bella sorpresa che ogni fan di Dragon Ball dovrebbe leggere.
Quando si parla di "Dragon ball", si pensa sempre a personaggi importanti come Goku o Vegeta, ma non in questo caso.
Infatti in questo volume si narra la storia di un liceale giapponese, che nel tentativo di sbirciare sotto la gonna di una ragazza, inciampa battendo violentemente la testa.
Al suo risveglio però scopre di essere diventato Yamcha, da qui in poi vedremo come un semplice fan di Dragon ball riesca a ribaltare l'intero svolgimento della storia di uno dei manga più iconici di sempre.
Grazie alla ottima comicità che presenta questo manga è ad una idea di base eccezionale non posso che dare un bell'otto a questa chicca, che consiglio di recuperare a tutti i grandi fan di "Dragon ball".
Infatti in questo volume si narra la storia di un liceale giapponese, che nel tentativo di sbirciare sotto la gonna di una ragazza, inciampa battendo violentemente la testa.
Al suo risveglio però scopre di essere diventato Yamcha, da qui in poi vedremo come un semplice fan di Dragon ball riesca a ribaltare l'intero svolgimento della storia di uno dei manga più iconici di sempre.
Grazie alla ottima comicità che presenta questo manga è ad una idea di base eccezionale non posso che dare un bell'otto a questa chicca, che consiglio di recuperare a tutti i grandi fan di "Dragon ball".
Negli ultimi anni, nel panorama dei manga in Giappone, le opere del genere/filone isekai sono spuntate come funghi e anche molte serie famose hanno avuto uno spinoff di questo tipo. È il caso di titoli come "City Hunter", "Kousaku Shima", "Black Jack"… e neanche un cult come "Dragon Ball" è sfuggito a questo trend.
Ecco quindi la genesi di questo "Vita da Yamcha" (titolo italiano ispirato a "Vita da Slime", caposaldo del genere) in cui un liceale giapponese, grande fan dell’opera del maestro Toriyama, dopo essere caduto da una rampa di scale, si risveglia nel corpo di Yamcha, giusto alla fine della prima avventura di Goku (bambino) e soci. Sfruttando la sua conoscenza del mondo in cui è finito, il “reincarnato” di turno cercherà di acquisire forza e far sopravvivere il personaggio in cui si trova a tutte le sfide che lo attendono.
Nello stile comunque sempre ironico dell’opera originale, quest’opera alla fine è più che altro un’occasione di fare da un lato una parodia del filone isekai e di tutti i suoi luoghi comuni, ma anche di compiere una specie di esercizio di stile facendo un bel “what if” del "Dragon Ball" originale inserendo vari particolari e nuovi sviluppi di certo interesse per i fan.
Non si tratta però di una serie bensì di un volume singolo, anche piuttosto breve, tanto che nello spessore pare quasi una delle cosiddette “sottilette” di vecchia data. Nello svolgimento pertanto si vola letteralmente dall’inizio, arrivando al primo scontro con i saiyan e fino alle soglie del Cell Game. Il tutto inserito nello scenario attuale ovvero considerando che è stato generato anche "Dragon Ball Super". Un po’ sbrigativo insomma, magari anche troppo, all’inizio, più interessante nel finale con una parte originale che porta anche dei retroscena interessanti alla storia originale.
Interessante il disegno del manga, realizzato da tale dragongarow LEE, davvero una copia carbone dello stile del maestro Toriyama anche più di quanto non faccia Toyotaro in Super.
Una chicca piuttosto gradevole insomma, se uno apprezza Dragon Ball e magari gradisce anche le opere Isekai. Se le odia… no.
Ecco quindi la genesi di questo "Vita da Yamcha" (titolo italiano ispirato a "Vita da Slime", caposaldo del genere) in cui un liceale giapponese, grande fan dell’opera del maestro Toriyama, dopo essere caduto da una rampa di scale, si risveglia nel corpo di Yamcha, giusto alla fine della prima avventura di Goku (bambino) e soci. Sfruttando la sua conoscenza del mondo in cui è finito, il “reincarnato” di turno cercherà di acquisire forza e far sopravvivere il personaggio in cui si trova a tutte le sfide che lo attendono.
Nello stile comunque sempre ironico dell’opera originale, quest’opera alla fine è più che altro un’occasione di fare da un lato una parodia del filone isekai e di tutti i suoi luoghi comuni, ma anche di compiere una specie di esercizio di stile facendo un bel “what if” del "Dragon Ball" originale inserendo vari particolari e nuovi sviluppi di certo interesse per i fan.
Non si tratta però di una serie bensì di un volume singolo, anche piuttosto breve, tanto che nello spessore pare quasi una delle cosiddette “sottilette” di vecchia data. Nello svolgimento pertanto si vola letteralmente dall’inizio, arrivando al primo scontro con i saiyan e fino alle soglie del Cell Game. Il tutto inserito nello scenario attuale ovvero considerando che è stato generato anche "Dragon Ball Super". Un po’ sbrigativo insomma, magari anche troppo, all’inizio, più interessante nel finale con una parte originale che porta anche dei retroscena interessanti alla storia originale.
Interessante il disegno del manga, realizzato da tale dragongarow LEE, davvero una copia carbone dello stile del maestro Toriyama anche più di quanto non faccia Toyotaro in Super.
Una chicca piuttosto gradevole insomma, se uno apprezza Dragon Ball e magari gradisce anche le opere Isekai. Se le odia… no.
In un periodo in cui vanno forte gli Isekai, è vitale qualche trovata originale per differenziare il prodotto dalla massa, così come non stupisce veder munti al midollo marchi famosi con l'ennesima serie, film e gioco che ricicla le origini e prosegue gli avvenimenti. Normalmente, le due tipologie tendono a tenersi a distanza per una questione di canonicità e maggiore libertà creativa, inoltre, il classico protagonista reincarnato è di norma un tizio qualunque, al massimo più furbo delle media, che, per nuovi poteri o fisico acquisito, diventa di botto e immeritatamente "Super-mega-iper-ultra-PAUEEEER". Che succede allora, se la saga a far da eccezione alla regola è proprio una straricca di personaggi ridicolmente "Super-mega-iper-ultra-PAUEEEER"?
"Vita da Yamcha" è l'ennesima prova che il genere Isekai può attirare facilmente l'attenzione partendo da ottime idee, ma al tempo stesso, che ama sprecare le sue carte subito dopo la partenza, mettendo troppa carne sul fuoco senza saperla gestire. Cominciamo col dire che usare il povero e sottovalutato ex predone del deserto, un tempo timido con le donne, in stile Limur "gelatina" Tempest, è stata un'ottima idea. Avrebbero potuto semplicemente tirare fuori l'ennesimo nemico tosto da battere con fusione, tinta ai capelli ed onda energetica, quindi è apprezzabile il tentativo di voler stuzzicare il pubblico più fedele con qualcosa di diverso. Con gli anni Yamcha è diventato un tormentone famosissimo per la sua debolezza nella saga, mista a forza comunque più che sufficiente contro buona parte degli iracondi protagonisti della condivisa rivista Jump. Una fama pari alla presunta mortalità del più invidiato e fortunato Crilin, che oltre ad un maggior peso nell'opera, si è visto pure ammogliato ad uno dei personaggi più amati della saga. A differenza di quet'ultimo, lo zitellone della "Zanna di Lupo" ha sempre fatto un po' più di simpatia, proprio per il suo essere un perdente senza sconti, ed oggettivamente Akira Toriyama tra cicatrici, sorteggi svantaggiosi, avversari meno adatti e nei momenti peggiori, accuse infondate di marpionismo e nessuno sviluppo personale nel tempo... si è indubbiamente accanito contro il poveretto, quindi una rivalsa fantozziana era anche un po' desiderata da parte della fanbase.
In questo volume monografico, creato da Dragon Garow Lee, uno dei più noti "eredi" di Toriyama, il progatonista viene modellato proprio sul profilo del generico fan di "Dragon Ball", quello che partecipa alle fiere, che (complice le biricchinate della prima serie) era cotto di Bulma, che compra i modellini, gioca online ai suoi videogiochi e a sua volta deride il povero Yamcha, pur usandolo se ne ha l'occasione.
"Vita da Yamcha" per leggi di mercato ci presenta inizialmente uno studente, ma è un'opera che abbraccia facilmente più generazioni, grazie alla schiacciante fama trentennale dei Sayan. Chiunque abbia letto "Dragon Ball" può rivedersi nostalgicamente in quell'adolescente senza nome, in preda agli ormoni, che discute dell'opera con un amico o compagno di scuola.
Attenzione: presenza di spoiler
Gli avvenimenti verranno ripercorsi rapidamente, dalle origini della saga post Pilaf fino a prima di Majin Buu, con un attenzione leggermente superiore agli eventi pre-Namecc. Il risultato è gradevole, ma veramente troppo compresso. Fondamentalmente il manga si limita a sottolineare come certi avvenimenti, se conosciuti anticipatamente, avrebbero potuto mutare il corso della storia. E grazie tante! Mi pare abbastanza ovvio. Il maggior nemico infatti saranno gli scrupoli del protagonista e l'onestà dell'autore, che non intende (ne può) sovvertire la triste, lampante verità, ovvero che arrivati ad un certo punto, allenamenti speciali o meno, i trucchetti sayan di guarigione rinforzata e colorazione arcobaleno, non sono più sostenibili per un terrestre. Che gli umani finiscano in panchina è una realtà che non può mutare e, considerando il genere Isekai, che il protagonista rimanga, un po' per scelta, un po' per destino, un perdente, e non una ruspa inarrestabile che magnetizza l'attenzione di tutti i presenti, e di per sé la cosa migliore che ho visto finora, anche se è già stata adottata da un paio di esponenti animati, come nel caso di Subaru in "Re:Zero", che delegava lo scontro fisico ad ex-guerrieri e cavalieri.
Qualitativamente, i primi due-terzi del manga mi sono sembrati maggiormente curati e in generale vi è una costante atmosfera semi-leggera da "fiocco-rosso/mago Piccolo" piuttosto che da era Sayan. Nella restante parte della storia principale appare un rivale inaspettato, geniale quanto Yamcha protagonista, ma con casi di mortalità passata poco chiari, considerando la causa che li accomuna e le sue conoscenze. A pensarci bene, a parte lui, l'unico altro candidato abbastanza sfigato sarebbe stato un certo mangione armato di spada. Comunque, l'idea poteva rivelarsi davvero interessante per dare un tocco di epicità sul finire, purtroppo però si è ridotta a pretesto per qualche accenno nostalgico e buoni sentimenti. Le capacità del nemico vengono giustificate in modo pigro e viene risolto tutto in modo netto, verboso e poco soddisfacente. Va decisamente meglio con due storie Extra successive, una che copre un cratere temporale ed una che offre un siparietto comico, che non mi sorprenderei avesse preso ispirazione da "Budokai 2".
"Vita da Yamcha" è una piacevole lettura, leggera e rapidissima per chi conosce la saga, ovvero quasi tutti, ma che non lascia niente, nemmeno emozione per i combattimenti, a malapena accennati. La si rilegge più volte con piacere per i personaggi ed il nuovo Yamcha è un bravo ragazzo che fa simpatia, ma questa storia alternativa paga inevitabilmente la libertà limitata e il suo formato monografico. Francamente, avrei letto più che volentieri un maggior numero di volumi, magari con un coinvolgimento maggiore del piccolo Pual. Non viene tra l'altro nascosto l'ovvio intento promozionale, infatti viene citato più volte l'esistente strategico per cellulari, "Dokkan Battle", e vi è un cameo non ignorabile della serie Super.
Il prezzo di 4,50 dell'edizione italiana è onestissimo e la fattura discreta nella sua economicità. Dragon Garow Lee ha fatto un ottimo lavoro con i disegni, e... pur non avendo seguito adeguatamente il lavoro del più noto collega Toyotaro, devo dire di non aver riscontrato gli stessi brutti esempi di postura legnosa intravisti in rete, per quanto ovviamente, alcune scene siano inevitabilmente vicine alle originali. Consigliarlo o meno? Consigliato assolutamente.
"Vita da Yamcha" è l'ennesima prova che il genere Isekai può attirare facilmente l'attenzione partendo da ottime idee, ma al tempo stesso, che ama sprecare le sue carte subito dopo la partenza, mettendo troppa carne sul fuoco senza saperla gestire. Cominciamo col dire che usare il povero e sottovalutato ex predone del deserto, un tempo timido con le donne, in stile Limur "gelatina" Tempest, è stata un'ottima idea. Avrebbero potuto semplicemente tirare fuori l'ennesimo nemico tosto da battere con fusione, tinta ai capelli ed onda energetica, quindi è apprezzabile il tentativo di voler stuzzicare il pubblico più fedele con qualcosa di diverso. Con gli anni Yamcha è diventato un tormentone famosissimo per la sua debolezza nella saga, mista a forza comunque più che sufficiente contro buona parte degli iracondi protagonisti della condivisa rivista Jump. Una fama pari alla presunta mortalità del più invidiato e fortunato Crilin, che oltre ad un maggior peso nell'opera, si è visto pure ammogliato ad uno dei personaggi più amati della saga. A differenza di quet'ultimo, lo zitellone della "Zanna di Lupo" ha sempre fatto un po' più di simpatia, proprio per il suo essere un perdente senza sconti, ed oggettivamente Akira Toriyama tra cicatrici, sorteggi svantaggiosi, avversari meno adatti e nei momenti peggiori, accuse infondate di marpionismo e nessuno sviluppo personale nel tempo... si è indubbiamente accanito contro il poveretto, quindi una rivalsa fantozziana era anche un po' desiderata da parte della fanbase.
In questo volume monografico, creato da Dragon Garow Lee, uno dei più noti "eredi" di Toriyama, il progatonista viene modellato proprio sul profilo del generico fan di "Dragon Ball", quello che partecipa alle fiere, che (complice le biricchinate della prima serie) era cotto di Bulma, che compra i modellini, gioca online ai suoi videogiochi e a sua volta deride il povero Yamcha, pur usandolo se ne ha l'occasione.
"Vita da Yamcha" per leggi di mercato ci presenta inizialmente uno studente, ma è un'opera che abbraccia facilmente più generazioni, grazie alla schiacciante fama trentennale dei Sayan. Chiunque abbia letto "Dragon Ball" può rivedersi nostalgicamente in quell'adolescente senza nome, in preda agli ormoni, che discute dell'opera con un amico o compagno di scuola.
Attenzione: presenza di spoiler
Gli avvenimenti verranno ripercorsi rapidamente, dalle origini della saga post Pilaf fino a prima di Majin Buu, con un attenzione leggermente superiore agli eventi pre-Namecc. Il risultato è gradevole, ma veramente troppo compresso. Fondamentalmente il manga si limita a sottolineare come certi avvenimenti, se conosciuti anticipatamente, avrebbero potuto mutare il corso della storia. E grazie tante! Mi pare abbastanza ovvio. Il maggior nemico infatti saranno gli scrupoli del protagonista e l'onestà dell'autore, che non intende (ne può) sovvertire la triste, lampante verità, ovvero che arrivati ad un certo punto, allenamenti speciali o meno, i trucchetti sayan di guarigione rinforzata e colorazione arcobaleno, non sono più sostenibili per un terrestre. Che gli umani finiscano in panchina è una realtà che non può mutare e, considerando il genere Isekai, che il protagonista rimanga, un po' per scelta, un po' per destino, un perdente, e non una ruspa inarrestabile che magnetizza l'attenzione di tutti i presenti, e di per sé la cosa migliore che ho visto finora, anche se è già stata adottata da un paio di esponenti animati, come nel caso di Subaru in "Re:Zero", che delegava lo scontro fisico ad ex-guerrieri e cavalieri.
Qualitativamente, i primi due-terzi del manga mi sono sembrati maggiormente curati e in generale vi è una costante atmosfera semi-leggera da "fiocco-rosso/mago Piccolo" piuttosto che da era Sayan. Nella restante parte della storia principale appare un rivale inaspettato, geniale quanto Yamcha protagonista, ma con casi di mortalità passata poco chiari, considerando la causa che li accomuna e le sue conoscenze. A pensarci bene, a parte lui, l'unico altro candidato abbastanza sfigato sarebbe stato un certo mangione armato di spada. Comunque, l'idea poteva rivelarsi davvero interessante per dare un tocco di epicità sul finire, purtroppo però si è ridotta a pretesto per qualche accenno nostalgico e buoni sentimenti. Le capacità del nemico vengono giustificate in modo pigro e viene risolto tutto in modo netto, verboso e poco soddisfacente. Va decisamente meglio con due storie Extra successive, una che copre un cratere temporale ed una che offre un siparietto comico, che non mi sorprenderei avesse preso ispirazione da "Budokai 2".
"Vita da Yamcha" è una piacevole lettura, leggera e rapidissima per chi conosce la saga, ovvero quasi tutti, ma che non lascia niente, nemmeno emozione per i combattimenti, a malapena accennati. La si rilegge più volte con piacere per i personaggi ed il nuovo Yamcha è un bravo ragazzo che fa simpatia, ma questa storia alternativa paga inevitabilmente la libertà limitata e il suo formato monografico. Francamente, avrei letto più che volentieri un maggior numero di volumi, magari con un coinvolgimento maggiore del piccolo Pual. Non viene tra l'altro nascosto l'ovvio intento promozionale, infatti viene citato più volte l'esistente strategico per cellulari, "Dokkan Battle", e vi è un cameo non ignorabile della serie Super.
Il prezzo di 4,50 dell'edizione italiana è onestissimo e la fattura discreta nella sua economicità. Dragon Garow Lee ha fatto un ottimo lavoro con i disegni, e... pur non avendo seguito adeguatamente il lavoro del più noto collega Toyotaro, devo dire di non aver riscontrato gli stessi brutti esempi di postura legnosa intravisti in rete, per quanto ovviamente, alcune scene siano inevitabilmente vicine alle originali. Consigliarlo o meno? Consigliato assolutamente.
"Dovrei poter cambiare il futuro! Devo risollevare le sorti di questa schiappa! Anch’io se mi impegno... forse posso diventare numero uno tra i terrestri!"
«Dragon Ball side story: Vita da Yamcha» è un manga realizzato e disegnato da Dragon Garow Lee basandosi su «Dragon Ball», la celebre opera del maestro Akira Toriyama.
L’opera è composta da solo tre capitoli pubblicati in patria tra il 2016 e il 2017 su Shonen Jump + venendo poi raccolta in un unico volumetto successivamente portato in Italia da Star Comics nell’aprile del 2019.
TRAMA
Un giorno, un comune ragazzo appassionato di «Dragon Ball», dirigendosi assieme a un suo amico verso un evento, cade maldestramente da una scalinata andando a battere rovinosamente la testa.
Apparentemente l’incidente sembra fatale per il ragazzo che però, inspiegabilmente, viene catapultato nel mondo di Dragon Ball risvegliandosi nei panni di Yamcha, il Predone del Deserto.
Inizia così una divertente avventura nel mondo del suo manga preferito dove, sfruttando la sua conoscenza in materia, tenterà in tutti i modi di rendere Yamcha sempre più forte sino a farlo diventare uno dei protagonisti della storia al pari di Goku e Vegeta, togliendogli così i panni del personaggio debole e secondario.
Che dire riguardo a questo piccolo e simpatico volumetto? Cosa aspettarsi? Sicuramente chi compra «Vita da Yamcha» lo fa conoscendo, almeno in parte, il mondo di Dragon Ball e sapendo quindi di trovarsi di fronte ad un’opera prevalentemente divertente e simpatica.
Proprio per questo motivo considero questo titolo ben riuscito, proprio perché non ha deluso le mie aspettative e si è dimostrato un manga divertente, simpatico e (aggiungo) spensierato. Né più né meno.
L’idea di adottare come protagonista il primo rivale e il primo compagno di battaglie di Goku non è niente male, un personaggio divertente, non troppo carismatico e soprattutto non forte nei combattimenti!
Proprio per via della sua scarsa forza in battaglia il ragazzo decide di dare una svolta alla vita di Yamcha, rendendolo un guerriero temibile e capace di aiutare Goku e gli altri.
La trama si presenta in questo modo molto semplice e divertente, pronta a strappare un sorriso, un “ah qua era successo questo!” e un “ah guarda qua come cambia la storia” tra una pagina e l’altra.
L’obbiettivo dell’autore penso sia pienamente riuscito, motivo che giustifica il mio voto, ampiamente sopra la sufficienza.
Nel volumetto ci sono però ovviamente alcune pecche qua e là.
Innanzitutto la lunghezza troppo breve, tre capitoletti sono troppo pochi, anche per un’opera del genere. In questo caso Dragon Garow Lee poteva osare un po’ di più concordando con Jump per l’aggiunta di almeno un paio di capitoli ulteriori. Peccato, avrebbe potuto approfondire meglio alcune vicende o soffermarsi ancor meglio su altre.
Altra piccola pecca sono i combattimenti e i siparietti comici forse sviluppati un po’ troppo poco, mi aspettavo di vedere un po’ di più la forza di Yamcha e pensavo ci fosse qualche battuta in più sparsa qua e là, soprattutto magari inerente al rapporto tormentato tra il protagonista e Bulma. Peccato, anche in questo caso sarebbe probabilmente risultata un’opera ancor più divertente.
DISEGNI
Sotto questo punto di vista non c’è nulla da dire, sembra il tratto di Toriyama senza “se” e senza “ma”!
Un tratto preciso, puntiglioso e sicuro che copia perfettamente lo stile del maestro.
Aggiungo inoltre che, a parer mio, risulta meglio riuscito e più simile alla matita di Toriyama il tratto di Dragon Garow Lee piuttosto che quello di Toyotarō, l’autore di «Dragon Ball Super».
Piccola considerazione che ha fatto lievitare il mio voto: l’autore imita in tutto e per tutto lo stile del maestro di Kiosucho, ma non in modo superficiale e generico, lo fa invece cercando di accostarsi nel migliore dei modi proprio allo stile del “primo” «Dragon Ball» e di «Dragon Ball “Z”», cercando di calibrarlo a seconda del contesto in cui si muovono le vignette del manga; possiamo notare infatti che lo stile non è identico dalla prima all’ultima pagina ma si plasma e muta proprio come era mutato lo stile dello stesso Toriyama nel corso della pubblicazione di Dragon Ball.
EDIZIONE
Per quanto riguarda l’edizione di Star Comics c’è veramente poco da dire, è un classico volumetto da edicola in linea con «Dragon Ball Super». Qualcosa da ridire sul costo leggermente troppo alto, 4,50€ per così poche pagine sono forse un po’ tanti. Altra piccola pecca che rovina l’edizione sono alcune macchie gialle tra le pagine. Mancano anche qui le pagine a colori.
Concludendo che dire?
Assolutamente da comprare per tutti i fan di Dragon Ball e per chi volesse passare una buona mezzora facendosi qualche risata.
In fondo il bello di quest’opera sono proprio i sorrisi, a volte anche nostalgici, che riesce a strappare al lettore.
Bene, se avete letto «Dragon Ball» questo volumetto non può non essere presente sul vostro scaffale e se non avete mai letto «Dragon Ball»… andate in fumetteria, comprate l’intera serie e leggetevela primi di leggere questo volumetto!
In conclusione? Vita da Yamacha è divertente, simpatico e spensierato. Niente male come spin-off. Promosso!
«Dragon Ball side story: Vita da Yamcha» è un manga realizzato e disegnato da Dragon Garow Lee basandosi su «Dragon Ball», la celebre opera del maestro Akira Toriyama.
L’opera è composta da solo tre capitoli pubblicati in patria tra il 2016 e il 2017 su Shonen Jump + venendo poi raccolta in un unico volumetto successivamente portato in Italia da Star Comics nell’aprile del 2019.
TRAMA
Un giorno, un comune ragazzo appassionato di «Dragon Ball», dirigendosi assieme a un suo amico verso un evento, cade maldestramente da una scalinata andando a battere rovinosamente la testa.
Apparentemente l’incidente sembra fatale per il ragazzo che però, inspiegabilmente, viene catapultato nel mondo di Dragon Ball risvegliandosi nei panni di Yamcha, il Predone del Deserto.
Inizia così una divertente avventura nel mondo del suo manga preferito dove, sfruttando la sua conoscenza in materia, tenterà in tutti i modi di rendere Yamcha sempre più forte sino a farlo diventare uno dei protagonisti della storia al pari di Goku e Vegeta, togliendogli così i panni del personaggio debole e secondario.
Che dire riguardo a questo piccolo e simpatico volumetto? Cosa aspettarsi? Sicuramente chi compra «Vita da Yamcha» lo fa conoscendo, almeno in parte, il mondo di Dragon Ball e sapendo quindi di trovarsi di fronte ad un’opera prevalentemente divertente e simpatica.
Proprio per questo motivo considero questo titolo ben riuscito, proprio perché non ha deluso le mie aspettative e si è dimostrato un manga divertente, simpatico e (aggiungo) spensierato. Né più né meno.
L’idea di adottare come protagonista il primo rivale e il primo compagno di battaglie di Goku non è niente male, un personaggio divertente, non troppo carismatico e soprattutto non forte nei combattimenti!
Proprio per via della sua scarsa forza in battaglia il ragazzo decide di dare una svolta alla vita di Yamcha, rendendolo un guerriero temibile e capace di aiutare Goku e gli altri.
La trama si presenta in questo modo molto semplice e divertente, pronta a strappare un sorriso, un “ah qua era successo questo!” e un “ah guarda qua come cambia la storia” tra una pagina e l’altra.
L’obbiettivo dell’autore penso sia pienamente riuscito, motivo che giustifica il mio voto, ampiamente sopra la sufficienza.
Nel volumetto ci sono però ovviamente alcune pecche qua e là.
Innanzitutto la lunghezza troppo breve, tre capitoletti sono troppo pochi, anche per un’opera del genere. In questo caso Dragon Garow Lee poteva osare un po’ di più concordando con Jump per l’aggiunta di almeno un paio di capitoli ulteriori. Peccato, avrebbe potuto approfondire meglio alcune vicende o soffermarsi ancor meglio su altre.
Altra piccola pecca sono i combattimenti e i siparietti comici forse sviluppati un po’ troppo poco, mi aspettavo di vedere un po’ di più la forza di Yamcha e pensavo ci fosse qualche battuta in più sparsa qua e là, soprattutto magari inerente al rapporto tormentato tra il protagonista e Bulma. Peccato, anche in questo caso sarebbe probabilmente risultata un’opera ancor più divertente.
DISEGNI
Sotto questo punto di vista non c’è nulla da dire, sembra il tratto di Toriyama senza “se” e senza “ma”!
Un tratto preciso, puntiglioso e sicuro che copia perfettamente lo stile del maestro.
Aggiungo inoltre che, a parer mio, risulta meglio riuscito e più simile alla matita di Toriyama il tratto di Dragon Garow Lee piuttosto che quello di Toyotarō, l’autore di «Dragon Ball Super».
Piccola considerazione che ha fatto lievitare il mio voto: l’autore imita in tutto e per tutto lo stile del maestro di Kiosucho, ma non in modo superficiale e generico, lo fa invece cercando di accostarsi nel migliore dei modi proprio allo stile del “primo” «Dragon Ball» e di «Dragon Ball “Z”», cercando di calibrarlo a seconda del contesto in cui si muovono le vignette del manga; possiamo notare infatti che lo stile non è identico dalla prima all’ultima pagina ma si plasma e muta proprio come era mutato lo stile dello stesso Toriyama nel corso della pubblicazione di Dragon Ball.
EDIZIONE
Per quanto riguarda l’edizione di Star Comics c’è veramente poco da dire, è un classico volumetto da edicola in linea con «Dragon Ball Super». Qualcosa da ridire sul costo leggermente troppo alto, 4,50€ per così poche pagine sono forse un po’ tanti. Altra piccola pecca che rovina l’edizione sono alcune macchie gialle tra le pagine. Mancano anche qui le pagine a colori.
Concludendo che dire?
Assolutamente da comprare per tutti i fan di Dragon Ball e per chi volesse passare una buona mezzora facendosi qualche risata.
In fondo il bello di quest’opera sono proprio i sorrisi, a volte anche nostalgici, che riesce a strappare al lettore.
Bene, se avete letto «Dragon Ball» questo volumetto non può non essere presente sul vostro scaffale e se non avete mai letto «Dragon Ball»… andate in fumetteria, comprate l’intera serie e leggetevela primi di leggere questo volumetto!
In conclusione? Vita da Yamacha è divertente, simpatico e spensierato. Niente male come spin-off. Promosso!
Dato il gran numero di storie in cui il protagonista si sveglia in mondo dverso, magari dopo essere morto, perché allora non realizzarne una in cui si risveglia in un anime conosciuto? E perché non in un personaggio minore ma amato dai fan come, per esempio Yamcha (O Iamko, per usare il nome italiano)?
Su queste premesse si basa questo breve manga, in cui un liceale, espertissimo di "Dragonball", si risveglia nel nostro, subito dopo la sconfitta di Pilaf e, forte di ciò che sa, fa di tutto per allenarsi così da diventare forte, conquistare Bulma e.. dare a sé stesso e al povero Yamcha la gloria meritata. Sarà una storia interessante fino all'ultima pagina davvero da non perdere.
La grafica è eccellente, il giovane autore imita, per grafica e regia, l’opera originale nel modo più eccellente. Se poi vi è immedesimazione nel personaggio, come è successo a me, si raggiungerà la massima efficienza. Non ho mai digerito, infatti, che Bulma lasciasse il nostro per mettersi con Vegeta, specialmente dopo tutto il dolore patito per la sua dipartita. Personaggio altresì sfortunato perché al torneo finisce sempre con incontrare un finalista già al primo scontro e perché poi perde la sua voglia d’allenarsi. Ancora più triste è il motivo per cui viene piantato: la sua allegria e vitalità vengono trasformate in stupidità e immaturità. Decisamente un ottimo volume, da non perdere assolutamente.
Voto 7
Su queste premesse si basa questo breve manga, in cui un liceale, espertissimo di "Dragonball", si risveglia nel nostro, subito dopo la sconfitta di Pilaf e, forte di ciò che sa, fa di tutto per allenarsi così da diventare forte, conquistare Bulma e.. dare a sé stesso e al povero Yamcha la gloria meritata. Sarà una storia interessante fino all'ultima pagina davvero da non perdere.
La grafica è eccellente, il giovane autore imita, per grafica e regia, l’opera originale nel modo più eccellente. Se poi vi è immedesimazione nel personaggio, come è successo a me, si raggiungerà la massima efficienza. Non ho mai digerito, infatti, che Bulma lasciasse il nostro per mettersi con Vegeta, specialmente dopo tutto il dolore patito per la sua dipartita. Personaggio altresì sfortunato perché al torneo finisce sempre con incontrare un finalista già al primo scontro e perché poi perde la sua voglia d’allenarsi. Ancora più triste è il motivo per cui viene piantato: la sua allegria e vitalità vengono trasformate in stupidità e immaturità. Decisamente un ottimo volume, da non perdere assolutamente.
Voto 7
“Dragon Ball: Vita da Yamcha” (in originale: Dragon Ball Gaiden: Tensei-shitara Yamcha Datta Ken) è un manga di un solo volume, disegnato dal maestro Dragon Garow Lee, basato sull’opera originale di Akira Toriyama. In Giappone è stato pubblicato in versione digitale sull’app ufficiale della rivista Weekly Shonen Jump, Shonen Jump +, per poi essere successivamente raccolto in volume, mentre in Italia è stato pubblicato da Star Comics, casa editrice che pubblica già la serie principale di Dragon Ball e il sequel Dragon Ball Super.
La storia del manga ha per protagonista un liceale, grande fan di Dragon Ball, che per caso perde la vita cadendo dalle scale di un passaggio pedonale. Con sua grande sorpresa, si risveglia nel mondo di Dragon Ball! Purtroppo per lui scopre di essersi reincarnato in Yamcha.
Ma chi è Yamcha? Tutti i fan di Dragon Ball lo conoscono bene: uno dei primi rivali del protagonista Goku, a cui riesce persino a tenere testa, e soprattutto, colui che riesce a conquistare il cuore dell’eroina, Bulma. Con il proseguire della storia però, Yamcha finisce sempre più in disparte, e con l’aumentare della potenza dei nemici e la comparsa dei Saiyan, fa anche una brutta fine e perde l’amata Bulma.
Sapendo di tutto questo, da grande fan del manga e conoscendo la storia in anticipo, il nostro protagonista cerca di cambiare il destino di Yamcha, e per non perdere l’amore di Bulma, decide di allenarsi duramente, a differenza del vero Yamcha, in modo da poter sopravvivere alla battaglia contro Vegeta. Ci riuscirà?
Questa la premessa alla base del fumetto. Un’idea un po’ banale, praticamente la stessa alla base di tutte le opere di genere “isekai” esistenti, ma che comunque funziona e si rivela riuscita. Tutti i fan di Dragon Ball, cresciuti leggendo e guardando le avventure di Goku in tv hanno sognato almeno una volta di essere lì, in quel mondo, a combattere al fianco di Goku, o di essere al suo posto. Che cosa faremmo però se finissimo nel corpo di un personaggio destinato alla sconfitta e alla morte? Soprattutto sapendo che ci sono metodi per diventare più forti che i protagonisti ancora non conoscono? Sapendo quando un certo nemico userà la sua tecnica più potente?
Il protagonista, reincarnato in Yamcha, decide di sfruttare la sua conoscenza del mondo di Dragon Ball a suo completo vantaggio, e ciò crea una storia divertente e molto simpatica da leggere, soprattutto per un fan, che magari ha pensato più volte le stesse cose, come ad esempio “se solo Yamcha si fosse allenato di più…”.
La storia si compone di solo tre capitoli principali più due capitoli extra, per un totale di appena 140 pagine, un po’ meno rispetto ai soliti tankoubon che si aggirano sulle 190 pagine. La narrazione è molto veloce e le poche battaglie presenti all’interno dei capitoli sono molto riassunte e si svolgono in poche pagine, finendo per essere un aspetto quasi secondario. L’attenzione è sul personaggio di Yamcha e sui suoi pensieri e stratagemmi per uscire indenne dalle battaglie che affronta. E’ un peccato che già dall'inizio ci sia un enorme time skip che porta la storia dalla prima serie a Dragon Ball Z, e che tutto sia così breve e termini in un solo volume, quando si poteva creare invece una miniserie di almeno quattro o cinque volumi sfruttando i vari tornei e combattimenti ai quali i personaggi prendevano parte nel manga originale.
L’atmosfera che si respira nelle pagine è però quella tipica del primo Dragon Ball, quello scanzonato dei primi volumi, prima che tutto diventasse solo battaglie, urla e trasformazioni. Anche le gag presenti nel manga ricordano quelle tipiche di Toriyama, e ciò contribuisce a farlo sembrare parte integrante dell’opera originale, al punto che leggendolo, ci si dimentica di stare leggendo un assurdo spin-off comico.
A questo contribuisce anche l’aspetto grafico. Lo stile di disegno del maestro Lee è molto bello e parecchio somigliante a quello del maestro Toriyama, al punto che, ad esempio, nelle scene della battaglia contro i Saiyan si fa fatica a distinguerlo dall’originale. Il disegnatore è infatti famoso per le sue fan art e doujinshi su Dragon Ball (la più famosa è un crossover tra Dragon Ball Z e One Punch Man) ed è stato scelto per disegnare questo spin-off su Yamcha proprio grazie al suo tratto molto fedele a quello del papà di Dragon Ball.
Ovviamente questo volume è un prodotto destinato solo ai fan di Dragon Ball, che conoscono la storia originale, ma vale la pena segnalare poi che “Vita da Yamcha”, essendo stato realizzato nel 2017, fa riferimento al suo interno anche a personaggi introdotti in “Dragon Ball Super” e ad alcuni videogame abbastanza recenti, principalmente quello per cellulari “Dokkan Battle”. Il manga è perfettamente comprensibile, ma conoscere le ultime opere correlate permette di cogliere appieno i rimandi fatti.
L’edizione italiana curata da Star Comics è quella semplice da edicola, al prezzo standard di 4,50 euro, praticamente identica a quella di Dragon Ball Super, ha lo stesso formato e le bandelle alla copertina. Data la quantità inferiore di pagine rispetto ai volumi standard, l’albo è molto comodo da tenere in mano e sfogliare o da portare in giro. Non sono presenti pagine a colori, ma queste non c’erano nemmeno nell’originale. La traduzione e l’adattamento dei nomi si rifanno a quelli dell’ultima edizione italiana manga, in linea anche con il già citato Dragon Ball Super.
“Vita da Yamcha” è un piacevole extra, una storia breve (troppo breve, peccato) ma molto divertente, che farà piacere ai lettori di Dragon Ball che almeno una volta hanno sognato di combattere al fianco di Goku e compagni, ed è assolutamente consigliato ai fan della serie e del personaggio che qui si prende finalmente la sua rivincita, o quasi.
La storia del manga ha per protagonista un liceale, grande fan di Dragon Ball, che per caso perde la vita cadendo dalle scale di un passaggio pedonale. Con sua grande sorpresa, si risveglia nel mondo di Dragon Ball! Purtroppo per lui scopre di essersi reincarnato in Yamcha.
Ma chi è Yamcha? Tutti i fan di Dragon Ball lo conoscono bene: uno dei primi rivali del protagonista Goku, a cui riesce persino a tenere testa, e soprattutto, colui che riesce a conquistare il cuore dell’eroina, Bulma. Con il proseguire della storia però, Yamcha finisce sempre più in disparte, e con l’aumentare della potenza dei nemici e la comparsa dei Saiyan, fa anche una brutta fine e perde l’amata Bulma.
Sapendo di tutto questo, da grande fan del manga e conoscendo la storia in anticipo, il nostro protagonista cerca di cambiare il destino di Yamcha, e per non perdere l’amore di Bulma, decide di allenarsi duramente, a differenza del vero Yamcha, in modo da poter sopravvivere alla battaglia contro Vegeta. Ci riuscirà?
Questa la premessa alla base del fumetto. Un’idea un po’ banale, praticamente la stessa alla base di tutte le opere di genere “isekai” esistenti, ma che comunque funziona e si rivela riuscita. Tutti i fan di Dragon Ball, cresciuti leggendo e guardando le avventure di Goku in tv hanno sognato almeno una volta di essere lì, in quel mondo, a combattere al fianco di Goku, o di essere al suo posto. Che cosa faremmo però se finissimo nel corpo di un personaggio destinato alla sconfitta e alla morte? Soprattutto sapendo che ci sono metodi per diventare più forti che i protagonisti ancora non conoscono? Sapendo quando un certo nemico userà la sua tecnica più potente?
Il protagonista, reincarnato in Yamcha, decide di sfruttare la sua conoscenza del mondo di Dragon Ball a suo completo vantaggio, e ciò crea una storia divertente e molto simpatica da leggere, soprattutto per un fan, che magari ha pensato più volte le stesse cose, come ad esempio “se solo Yamcha si fosse allenato di più…”.
La storia si compone di solo tre capitoli principali più due capitoli extra, per un totale di appena 140 pagine, un po’ meno rispetto ai soliti tankoubon che si aggirano sulle 190 pagine. La narrazione è molto veloce e le poche battaglie presenti all’interno dei capitoli sono molto riassunte e si svolgono in poche pagine, finendo per essere un aspetto quasi secondario. L’attenzione è sul personaggio di Yamcha e sui suoi pensieri e stratagemmi per uscire indenne dalle battaglie che affronta. E’ un peccato che già dall'inizio ci sia un enorme time skip che porta la storia dalla prima serie a Dragon Ball Z, e che tutto sia così breve e termini in un solo volume, quando si poteva creare invece una miniserie di almeno quattro o cinque volumi sfruttando i vari tornei e combattimenti ai quali i personaggi prendevano parte nel manga originale.
L’atmosfera che si respira nelle pagine è però quella tipica del primo Dragon Ball, quello scanzonato dei primi volumi, prima che tutto diventasse solo battaglie, urla e trasformazioni. Anche le gag presenti nel manga ricordano quelle tipiche di Toriyama, e ciò contribuisce a farlo sembrare parte integrante dell’opera originale, al punto che leggendolo, ci si dimentica di stare leggendo un assurdo spin-off comico.
A questo contribuisce anche l’aspetto grafico. Lo stile di disegno del maestro Lee è molto bello e parecchio somigliante a quello del maestro Toriyama, al punto che, ad esempio, nelle scene della battaglia contro i Saiyan si fa fatica a distinguerlo dall’originale. Il disegnatore è infatti famoso per le sue fan art e doujinshi su Dragon Ball (la più famosa è un crossover tra Dragon Ball Z e One Punch Man) ed è stato scelto per disegnare questo spin-off su Yamcha proprio grazie al suo tratto molto fedele a quello del papà di Dragon Ball.
Ovviamente questo volume è un prodotto destinato solo ai fan di Dragon Ball, che conoscono la storia originale, ma vale la pena segnalare poi che “Vita da Yamcha”, essendo stato realizzato nel 2017, fa riferimento al suo interno anche a personaggi introdotti in “Dragon Ball Super” e ad alcuni videogame abbastanza recenti, principalmente quello per cellulari “Dokkan Battle”. Il manga è perfettamente comprensibile, ma conoscere le ultime opere correlate permette di cogliere appieno i rimandi fatti.
L’edizione italiana curata da Star Comics è quella semplice da edicola, al prezzo standard di 4,50 euro, praticamente identica a quella di Dragon Ball Super, ha lo stesso formato e le bandelle alla copertina. Data la quantità inferiore di pagine rispetto ai volumi standard, l’albo è molto comodo da tenere in mano e sfogliare o da portare in giro. Non sono presenti pagine a colori, ma queste non c’erano nemmeno nell’originale. La traduzione e l’adattamento dei nomi si rifanno a quelli dell’ultima edizione italiana manga, in linea anche con il già citato Dragon Ball Super.
“Vita da Yamcha” è un piacevole extra, una storia breve (troppo breve, peccato) ma molto divertente, che farà piacere ai lettori di Dragon Ball che almeno una volta hanno sognato di combattere al fianco di Goku e compagni, ed è assolutamente consigliato ai fan della serie e del personaggio che qui si prende finalmente la sua rivincita, o quasi.