Gigant
Gigant è l'ultima fatica del mangaka Hiroya Oku, famoso soprattutto per la sua iconica serie Gantz.
Inizio questa recensione dall'autore perchè affronto subito un discorso che ritengo ormai palese: Oku è interessato solo a fare cose che piacciono a lui e di cui spesso perde interesse. Già con la sua precedente opera, si poteva notare e qua risalta ancora di più. Difatti non è un caso che tutte le sue opere partono con idee e premesse interessantissime per sfociare e concludersi in modo banale o sbrigativo, con forzature qua e là.
Detto ciò, la trama: Rei, uno studente delle superiori appassionato di cinema, per caso riesce ad entrare in contatto con la sua attrice AV preferita Papico (vero nome Chiho) e a instaurarci un rapporto amichevole. Nel mentre un sito internet denominato ETE, attraverso votazioni anonime online stile 4chan inizia a prevedere (o a far capitare?) con precisione eventi catastrofici a livello mondiale. Queste due linee narrative, molto distanti tra loro, vengono in contatto quando uno strano individuo che gira per Tokyo in mutande viene investito da un auto e, morendo, trasmette casualmente a Chiho uno strano potere, ovvero la possibilità di ingrandire il suo corpo a piacimento.
La lettura è scorrevole, non ci sono mai né spiegoni esagerati né dialoghi complessi o fitti che appesantiscono, e anzi il tutto si può completare nel giro di un pomeriggio. Tranne qualche forzatura logica si procede bene in tutta la parte centrale, tuttavia è nell'arco finale, dove i nodi devono venire al pettine, che molte cose iniziano a succedere perché devono succedere, senza alcuna logica o senso, fino alla (almeno per me) bella conclusione.
Credo sia difficile dire che temi affronta "Gigant" perchè variano molto a seconda dell'umore dell'autore...
Direi che il tema cardine è l'umanità e la società giapponese, con critiche molto dirette che vengono buttate in faccia al lettore, a mio modo di vedere un po' all'acqua di rose e senza un buon approfondimento. Viene affrontato anche superficialmente il tema delle IA, ma a conti fatti è più un deus ex machina della parte finale che altro.
A livello artistico Oku ha "saltato lo squalo" e ormai il 90% delle tavole sono foto ad ambienti dove lui praticamente disegna sopra solo i personaggi, molto spesso anche in pose "strane" e con dimensioni che secondo me sono anche sbagliate (direi soprattutto i visi di profilo). I primi piani invece restano di grandissima qualità (le ragazze in particolare restano il suo picco). Come al solito si diverte a disegnare molte scene di sesso, anche esplicito, ma non sono mai presenti genitali, nemmeno abbozzati.
Attenzione: questa parte contiene importanti spoiler
Alla fine l'unica cosa che mi rimane di questo manga è il rapporto sentimentale tra i protagonisti che, devo dire, nasce in modo molto cringe (con lui rifiutato che si mette a piangere finché lei non è costretta ad accettare) ma si evolve bene, con lui che, nonostante l'età, diventa l'unica persona a cui Chiho si può aggrappare; e la questione segretezza, in quanto lei personaggio pubblico e lui minore, rende la dinamica anche eccitante.
Nel finale lei muore, per salvarla (e per salvare il mondo) lui torna indietro nel tempo a prima dell'inizio della vicenda e, impedendo la morte di un particolare professore, impedisce che il tutto accada, ma facendo ciò non instaurerà mai il suo rapporto con Chiho.
Dopo uno skip temporale di qualche anno lui, diventato ormai un regista cinematografico decide, come si era ripromesso, di girare un film sul futuro che non si è mai svolto, prendendo la stessa Chiho come attrice.
Girando il film, rivivendo praticamente passo per passo tutta la vita da loro, a quel punto mai vissuta, in una sorta di deja-vu alla massima potenza, lei riuscirà a ricordarsi dell'altro futuro e del suo amore per Rei concludendo il tutto in un bel happy ending. Bello
Fine parte contenente spoiler
In conclusione lo consiglio veramente solo ai fan di Oku che sanno già a cosa vanno incontro conoscendo già il maestro. In fin dei conti, tuttavia, non è una lettura così impegnativa o lunga e quindi potrebbe essere anche apprezzata da lettori casual.
Voto finale: 6, sufficiente.
Inizio questa recensione dall'autore perchè affronto subito un discorso che ritengo ormai palese: Oku è interessato solo a fare cose che piacciono a lui e di cui spesso perde interesse. Già con la sua precedente opera, si poteva notare e qua risalta ancora di più. Difatti non è un caso che tutte le sue opere partono con idee e premesse interessantissime per sfociare e concludersi in modo banale o sbrigativo, con forzature qua e là.
Detto ciò, la trama: Rei, uno studente delle superiori appassionato di cinema, per caso riesce ad entrare in contatto con la sua attrice AV preferita Papico (vero nome Chiho) e a instaurarci un rapporto amichevole. Nel mentre un sito internet denominato ETE, attraverso votazioni anonime online stile 4chan inizia a prevedere (o a far capitare?) con precisione eventi catastrofici a livello mondiale. Queste due linee narrative, molto distanti tra loro, vengono in contatto quando uno strano individuo che gira per Tokyo in mutande viene investito da un auto e, morendo, trasmette casualmente a Chiho uno strano potere, ovvero la possibilità di ingrandire il suo corpo a piacimento.
La lettura è scorrevole, non ci sono mai né spiegoni esagerati né dialoghi complessi o fitti che appesantiscono, e anzi il tutto si può completare nel giro di un pomeriggio. Tranne qualche forzatura logica si procede bene in tutta la parte centrale, tuttavia è nell'arco finale, dove i nodi devono venire al pettine, che molte cose iniziano a succedere perché devono succedere, senza alcuna logica o senso, fino alla (almeno per me) bella conclusione.
Credo sia difficile dire che temi affronta "Gigant" perchè variano molto a seconda dell'umore dell'autore...
Direi che il tema cardine è l'umanità e la società giapponese, con critiche molto dirette che vengono buttate in faccia al lettore, a mio modo di vedere un po' all'acqua di rose e senza un buon approfondimento. Viene affrontato anche superficialmente il tema delle IA, ma a conti fatti è più un deus ex machina della parte finale che altro.
A livello artistico Oku ha "saltato lo squalo" e ormai il 90% delle tavole sono foto ad ambienti dove lui praticamente disegna sopra solo i personaggi, molto spesso anche in pose "strane" e con dimensioni che secondo me sono anche sbagliate (direi soprattutto i visi di profilo). I primi piani invece restano di grandissima qualità (le ragazze in particolare restano il suo picco). Come al solito si diverte a disegnare molte scene di sesso, anche esplicito, ma non sono mai presenti genitali, nemmeno abbozzati.
Attenzione: questa parte contiene importanti spoiler
Alla fine l'unica cosa che mi rimane di questo manga è il rapporto sentimentale tra i protagonisti che, devo dire, nasce in modo molto cringe (con lui rifiutato che si mette a piangere finché lei non è costretta ad accettare) ma si evolve bene, con lui che, nonostante l'età, diventa l'unica persona a cui Chiho si può aggrappare; e la questione segretezza, in quanto lei personaggio pubblico e lui minore, rende la dinamica anche eccitante.
Nel finale lei muore, per salvarla (e per salvare il mondo) lui torna indietro nel tempo a prima dell'inizio della vicenda e, impedendo la morte di un particolare professore, impedisce che il tutto accada, ma facendo ciò non instaurerà mai il suo rapporto con Chiho.
Dopo uno skip temporale di qualche anno lui, diventato ormai un regista cinematografico decide, come si era ripromesso, di girare un film sul futuro che non si è mai svolto, prendendo la stessa Chiho come attrice.
Girando il film, rivivendo praticamente passo per passo tutta la vita da loro, a quel punto mai vissuta, in una sorta di deja-vu alla massima potenza, lei riuscirà a ricordarsi dell'altro futuro e del suo amore per Rei concludendo il tutto in un bel happy ending. Bello
Fine parte contenente spoiler
In conclusione lo consiglio veramente solo ai fan di Oku che sanno già a cosa vanno incontro conoscendo già il maestro. In fin dei conti, tuttavia, non è una lettura così impegnativa o lunga e quindi potrebbe essere anche apprezzata da lettori casual.
Voto finale: 6, sufficiente.
"Gigant" è un'opera di Hiroya Oku (autore anche di "Gantz").
Il manga parte con grandi potenzialità che però, purtroppo, non vengono totalmente rispettate durante il corso della serie, si tratta di un'opera media che può essere letta quando si cerca qualcosa di nuovo da divorare. E dico "divorare" perché i volumi si leggono veramente in poco tempo, essendo spesso pieni di scene d'azione senza dialoghi.
Dopo le premesse ci si aspetta qualcosa in più, ma il manga è comunque godibile e ha, comunque, una storia interessante e tanto (forse anche troppo) fan-service.
Per quanto riguarda invece i disegni credo che siano buoni ; penso si potesse fare qualcosina in più in alcune scene, tuttavia li ritengo comunque ben funzionali all'opera.
In conclusione, "Gigant" è un manga che -comunque- consiglio di leggere, se cercate qualcosa di leggero e non troppo lungo (sono solamente 10 volumetti), allora va benissimo.
Il manga parte con grandi potenzialità che però, purtroppo, non vengono totalmente rispettate durante il corso della serie, si tratta di un'opera media che può essere letta quando si cerca qualcosa di nuovo da divorare. E dico "divorare" perché i volumi si leggono veramente in poco tempo, essendo spesso pieni di scene d'azione senza dialoghi.
Dopo le premesse ci si aspetta qualcosa in più, ma il manga è comunque godibile e ha, comunque, una storia interessante e tanto (forse anche troppo) fan-service.
Per quanto riguarda invece i disegni credo che siano buoni ; penso si potesse fare qualcosina in più in alcune scene, tuttavia li ritengo comunque ben funzionali all'opera.
In conclusione, "Gigant" è un manga che -comunque- consiglio di leggere, se cercate qualcosa di leggero e non troppo lungo (sono solamente 10 volumetti), allora va benissimo.
Ottime potenzialità per qualcosa di veramente assurdo e originale, vanificate da una sciatteria generale e una mancanza di idee (vogliamo chiamarla pigrizia?) che banalizzano l'opera al punto da renderla tanto prevedibile quanto ripetitiva.
Il manga parte bene, primi tre volumi interessanti. Carina la storia tra Rei e Papiko, lui minorenne, lei attrice hard, con conseguenti, ovvie, problematiche derivate da tale situazione, gestite in maniera piuttosto ordinaria ma potenzialmente imprevedibili per lo sviluppo della vicenda. A unirli una serie di inspiegabili catastrofi, annunciate tramite votazione su un sito internet, primo fattore non-sense che lo rende tanto inspiegabile quanto intrigante, con utenti estasiati all'idea di vedere metropoli distrutte da demoni giganti. Papiko entra in possesso di un apparecchio che le permette di diventare gigante a piacimento, anche qui con tutte le implicazioni del caso (a mio avviso troppo poco sfruttate), e quando tutto inizia a farsi interessante... le idee vengono meno.
Appare lampante il calo qualitativo tra i primi volumi e il resto dell'opera, che si trascina stancamente per tutti i capitoli successivi adottando le medesime situazioni senza evolvere pressoché di nulla la vicenda, con pagine e pagine di combattimenti tutti uguali che si risolvono alla medesima maniera, facendo perno unicamente sulle generosità mammarie di Papiko, che ricorre al medesimo escamotage per farli fuori, tanto da aver l'impressione di star rileggendo un volume già letto in passato, sensazione che più volte farà capolino.
Tutto è trattato superficialmente, non riesce a legare con alcun personaggio ad eccezione di Papiko. Rei non evolve mai, il resto del cast è ridotto a inutili macchiette. Quando vorrebbe strappare una risata risulta cringe, quando potrebbe divertire adotta la soluzione più semplice e si prosegue la lettura per inerzia, nella speranza che prima o poi si risollevi, cosa che non accade.
Non è questione di trash, di non-sense, di assurdità (tutte cose che adoro), ma di come l'opera solo in apparenza ricorra a questi elementi più come scusanti che come tratto distintivo, quasi per giustificare la sciatteria con la quale tutto viene trattato, dai dialoghi, la ritmo, alla mancanza di idee (la sensazione di non andare a parare da nessuna parte è costante), fino alla rivelazione, piuttosto insulsa e alla chiusa finale, sbrigativa, priva del pathos che avrebbe potuto generare, a riprova della stanchezza realizzativa dell'opera, sulla carta libera di spaziare tra generi e soluzioni originali a briglia sciolta, per finire invece ad afflosciarsi su sé stessa, lasciando più amarezza che divertimento.
Lasciate perdere.
Il manga parte bene, primi tre volumi interessanti. Carina la storia tra Rei e Papiko, lui minorenne, lei attrice hard, con conseguenti, ovvie, problematiche derivate da tale situazione, gestite in maniera piuttosto ordinaria ma potenzialmente imprevedibili per lo sviluppo della vicenda. A unirli una serie di inspiegabili catastrofi, annunciate tramite votazione su un sito internet, primo fattore non-sense che lo rende tanto inspiegabile quanto intrigante, con utenti estasiati all'idea di vedere metropoli distrutte da demoni giganti. Papiko entra in possesso di un apparecchio che le permette di diventare gigante a piacimento, anche qui con tutte le implicazioni del caso (a mio avviso troppo poco sfruttate), e quando tutto inizia a farsi interessante... le idee vengono meno.
Appare lampante il calo qualitativo tra i primi volumi e il resto dell'opera, che si trascina stancamente per tutti i capitoli successivi adottando le medesime situazioni senza evolvere pressoché di nulla la vicenda, con pagine e pagine di combattimenti tutti uguali che si risolvono alla medesima maniera, facendo perno unicamente sulle generosità mammarie di Papiko, che ricorre al medesimo escamotage per farli fuori, tanto da aver l'impressione di star rileggendo un volume già letto in passato, sensazione che più volte farà capolino.
Tutto è trattato superficialmente, non riesce a legare con alcun personaggio ad eccezione di Papiko. Rei non evolve mai, il resto del cast è ridotto a inutili macchiette. Quando vorrebbe strappare una risata risulta cringe, quando potrebbe divertire adotta la soluzione più semplice e si prosegue la lettura per inerzia, nella speranza che prima o poi si risollevi, cosa che non accade.
Non è questione di trash, di non-sense, di assurdità (tutte cose che adoro), ma di come l'opera solo in apparenza ricorra a questi elementi più come scusanti che come tratto distintivo, quasi per giustificare la sciatteria con la quale tutto viene trattato, dai dialoghi, la ritmo, alla mancanza di idee (la sensazione di non andare a parare da nessuna parte è costante), fino alla rivelazione, piuttosto insulsa e alla chiusa finale, sbrigativa, priva del pathos che avrebbe potuto generare, a riprova della stanchezza realizzativa dell'opera, sulla carta libera di spaziare tra generi e soluzioni originali a briglia sciolta, per finire invece ad afflosciarsi su sé stessa, lasciando più amarezza che divertimento.
Lasciate perdere.
"Gigant" è, a mio parere, un manga senza infamia e senza lode, dall'autore di "Gantz" arrivano questi 10 volumi che comunque scorrono via bene, dove viene raccontata la vita di Rei, uno studente delle superiori che sogna di diventare regista di film come il padre, e di Chiho (in arte Papico), attrice di film a luci rosse e persona in difficoltà nella sua vita quotidiana. A causa di un sito misterioso e di numerose catastrofi che, inspiegabilmente, inizieranno a colpire il pianeta, e del fatto che Rei sia un grande fan e sia innamorato di Papico, le loro vite si incroceranno e vedremo i due protagonisti sempre più uniti.
Come per "Gantz" anche in "Gigant" si può subito riconoscere il tratto dell'autore, con sfondi molto realistici e dettagliati, dove però continuano a non convincermi i disegni in cui viene rappresentata l'azione o i movimenti dei personaggi, che a mio parere danno sempre l'impressione di essere un po' più statici del dovuto.
L'opera riesce nell'intento di far riflettere su alcuni problemi attuali come ad esempio l'uso smodato dei social, momenti di riflessione a cui vengono contrapposti scene splatter, di nudo o semplicemente folli, anche queste comunque decisamente comuni per l'autore nelle sue opere.
In definitiva come detto all'inizio "Gigant" è un buon manga, non lo consiglierei a tutti per il tratto dell'autore (che a volte può risultare pesante, almeno per me) e alcune scene forti, mentre chi è in cerca di qualcosa da leggere che non sia lunghissimo, e magari ha già letto altre opere dell'autore difficilmente rimarrà deluso.
Come per "Gantz" anche in "Gigant" si può subito riconoscere il tratto dell'autore, con sfondi molto realistici e dettagliati, dove però continuano a non convincermi i disegni in cui viene rappresentata l'azione o i movimenti dei personaggi, che a mio parere danno sempre l'impressione di essere un po' più statici del dovuto.
L'opera riesce nell'intento di far riflettere su alcuni problemi attuali come ad esempio l'uso smodato dei social, momenti di riflessione a cui vengono contrapposti scene splatter, di nudo o semplicemente folli, anche queste comunque decisamente comuni per l'autore nelle sue opere.
In definitiva come detto all'inizio "Gigant" è un buon manga, non lo consiglierei a tutti per il tratto dell'autore (che a volte può risultare pesante, almeno per me) e alcune scene forti, mentre chi è in cerca di qualcosa da leggere che non sia lunghissimo, e magari ha già letto altre opere dell'autore difficilmente rimarrà deluso.
"Gigant" nuova opera del maestro Hiroya Oku ("Gantz", "Inuyashiki", "Hen"), che ci porta nella Tokyo contemporanea in una storia folle e divertente.
"Gigant" è un opera destinata ad un pubblico per adulti, tra scene violente e di sesso.
Il manga tratta della vita di Chiho Johansson (Papico, Jav) e Rei, studente delle superiori, che si incroceranno e le loro vite cambieranno per sempre per colpa di un sito misterioso che provocherà strani misteri a Tokyo.
L'opera vuole trattare, con una miscela di temi diversi, la libertà di realizzare le proprie fantasie, nonostante il giudizio degli altri e la difficoltà di relazionarsi con le persone nella società di oggi , tutto attraverso un gruppo di persone che influenzerà il mondo utilizzando un sito internet.
"Gigant" potrebbe sembrare soltanto la follia dell'autore nel divertirsi con scene splatter o di sesso (poche e molto soft, stranamente), invece l'opera ha molto da denunciare, come il problema dei social, lo stereotipo delle Jav (tipo pornostar), un paese come il Giappone che si basa molto sulla apparenza e sulla tradizione e i classici problemi adolescenziali che viviamo tutti.
Ma non mancano di certo alcuni momenti/scene trash, alcune volte l'autore ci propone delle caricature, come gli Alieni e i rapimenti.
Alla fine siamo quindi costretti in qualche modo a riflettere sulla nostra società e sulla direzione che sta prendendo.
Questa denuncia, era forse più facile da capire per esempio in "Inuyashiki": qui l'autore potrebbe confondere. Non mancano gli omaggi e ispirazione alle sue opere famose, come "Gantz" o opere storiche come "Ultraman".
Per concludere Oku dimostra che ha ancora molto da dirci e ci fa capire che le etichette sono lì per essere tolte. Ho voluto scrivere questa recensione per cercare di aiutare la vostra scelta per un opera che mi piace e che sta passando un po' in sordina da noi.
"Gigant" è un opera destinata ad un pubblico per adulti, tra scene violente e di sesso.
Il manga tratta della vita di Chiho Johansson (Papico, Jav) e Rei, studente delle superiori, che si incroceranno e le loro vite cambieranno per sempre per colpa di un sito misterioso che provocherà strani misteri a Tokyo.
L'opera vuole trattare, con una miscela di temi diversi, la libertà di realizzare le proprie fantasie, nonostante il giudizio degli altri e la difficoltà di relazionarsi con le persone nella società di oggi , tutto attraverso un gruppo di persone che influenzerà il mondo utilizzando un sito internet.
"Gigant" potrebbe sembrare soltanto la follia dell'autore nel divertirsi con scene splatter o di sesso (poche e molto soft, stranamente), invece l'opera ha molto da denunciare, come il problema dei social, lo stereotipo delle Jav (tipo pornostar), un paese come il Giappone che si basa molto sulla apparenza e sulla tradizione e i classici problemi adolescenziali che viviamo tutti.
Ma non mancano di certo alcuni momenti/scene trash, alcune volte l'autore ci propone delle caricature, come gli Alieni e i rapimenti.
Alla fine siamo quindi costretti in qualche modo a riflettere sulla nostra società e sulla direzione che sta prendendo.
Questa denuncia, era forse più facile da capire per esempio in "Inuyashiki": qui l'autore potrebbe confondere. Non mancano gli omaggi e ispirazione alle sue opere famose, come "Gantz" o opere storiche come "Ultraman".
Per concludere Oku dimostra che ha ancora molto da dirci e ci fa capire che le etichette sono lì per essere tolte. Ho voluto scrivere questa recensione per cercare di aiutare la vostra scelta per un opera che mi piace e che sta passando un po' in sordina da noi.
È un manga che, indubbiamente, non fa per tutti, il tratto di Hiroya Oku, autore anche di «Gantz» e «Inuyashikil», si riconosce.
«Gigant» è caratterizzato da una storia originale, con una buona dose di follia che contraddistingue questa serie da tutte le altre. La naturalezza della quotidianità viene spezzata da eventi catastrofici e inaspettati che sicuramente vi lasceranno a bocca aperta. Lettura molto scorrevole, senza troppi baloon e in un formato grande e chiaro, lo consiglio a chi cerca un fumetto che migliori da una pagina a quella successiva.
«Gigant» è caratterizzato da una storia originale, con una buona dose di follia che contraddistingue questa serie da tutte le altre. La naturalezza della quotidianità viene spezzata da eventi catastrofici e inaspettati che sicuramente vi lasceranno a bocca aperta. Lettura molto scorrevole, senza troppi baloon e in un formato grande e chiaro, lo consiglio a chi cerca un fumetto che migliori da una pagina a quella successiva.