Shikimori's Not Just a Cutie
Ehm… come dire… no, non ci siamo!
* TRAMA E STORIA *
Fare una recensione di Shikimori’s Not Just a Cutie è difficile, per tre motivi principali:
① E’ difficile perché la sinossi qui e quella sul sito di Star Comics dicono praticamente tutto sulla trama.
Lei (Shikimori) è una ragazza tosta e protettiva, ma anche timida e adorabile, tutte caratteristiche che vengono ribadite un gozzillione di volte, fino allo sfinimento, nei vari capitoli del manga.
Lui (Izumi) è maldestro, molle, dolcino e braccato a morte dalla sfortuna.
I due si vogliono tanto tanto bene e sono giovani e tenerini. Il manga sostanzialmente è una rappresentazione di una lunga serie di situazioni neanche rielaborate troppo bene, in cui i due protagonisti si vengono a trovare. Lei a cena da lui. La gita al fiume. Il matsuri. Scenette archetipiche (per il genere romcom) di questo tipo. Fine della storia.
② E’ difficile perché nei tag è riportata la fondamentale informazione “episodico”. Questo a indicare che questo manga è sostanzialmente gestito a capitoli autoconclusivi… anche se già dal secondo volume possiamo forse parlare di brevi archi. Questo, al netto della cifra stilistica con cui l’autore ha deciso di improntare la narrazione, ci dà soprattutto una discreta indicazione su quella che è la profondità. E direi che in una scala compresa tra “Le barzellette su Totti” e “Alla ricerca del tempo perduto”, pur essendo attorno alla metà, siamo più vicini al primo, che al secondo.
Io però sono un po’ di parte, onestamente, in quanto preferisco nettamente le storie con un respiro più ampio, piuttosto che gli spazi angusti e restrittivi che un fumetto a episodi impone all’autore. E tutto sommato Keigo Maki è bravo a fare in modo che nella maggior parte dei capitoli non si senta quel senso di taglio improvviso dei finali, o almeno che si percepisca di meno che in altri manga.
③ E’ difficile perché sotto la colonna “genere” è praticamente riassunto tutto il resto: commedia, sentimentale, slice of life. Volendo ci si potrebbe aggiungere “scolastico”, considerando che le due amiche insipide di lei e il tizio che sembra Bakugo, amico di lui, dal secondo numero iniziano ad avere più spazio. Però di fatto ruota tutto attorno ai quei canoni sterotipici, con storielle che sono la riproposizione della riproposizione della riproposizione della situazione già vista e rivista, trita e ritrita, delle solite situazioni viste in centomila altri manga che almeno si prendevano la briga di ricamarci un po’ sopra.
E niente… cioè… con cosa allungo il brodo? Non c’è altro. E’ davvero tutto qui.
* SVILUPPO DEI PERSONAGGI *
Mi è difficile valutare l’aspetto evolutivo e di crescita con la lettura di 3 volumi (su 20 di cui consta l’opera completa), quindi semplicemente non lo farò.
In questi 37 capitoli, comunque, l’approfondimento dei due protagonisti e del loro rapporto non manca. E non è neppure fatto male, a dirla tutta. La relazione viene presentata con un certo numero di sfaccettature e così pure i due protagonisti, di cui l’autore cerca di delineare punti di forza e debolezze. I protagonisti sono forse costruiti un po’ troppo attorno ai propri stereotipi per poterli considerare sfaccettati, ma alla fine non credo sia quello il problema di questo manga. I protagonisti tutto sommato vanno bene. Un autore che non fosse stato alla prima opera forse avrebbe smussato un po’ alcune caratteristiche eccessivamente invadenti, rendendo la narrazione meno ripetitiva e i personaggi più “tondi”, ma alla fine vanno bene.
Genitori e amici, al momento in cui scrivo, sono comparsi troppo poco per poterli valutare. Ne viene dato un tratteggio di base, ma immagino verranno definiti meglio nei prossimi volumi.
* DISEGNI *
Il manga è disegnato bene… però… c’è un grosso “però”.
A me pare che l’autore, alla prima opera, abbia uno stile un po’ “ballerino”.
Izumi è sempre facile da riconoscere, e ha uno stile che è piuttosto uniforme nel modo in cui è disegnato, ma lo stesso non si può dire per Shikimori. Lei, tra una tavola e l’altra, a volte cambia proprio fisionomia del volto (e in alcuni casi del fisico). In alcuni punti è più spigolosa e (mia opinione) assomiglia tanto a Chitoge Kirisaki di Nisekoi, in altri punti, ha un tratto molto più morbido, e pare uscita da uno shojo. Se da un lato questo serve a sottolineare le sfaccettature del carattere, dall’altro il lavoro non mi pare fatto sufficientemente bene e i due “stili” cozzano un po’, come se fossero quasi due personaggi diversi.
Ad ogni modo probabilmente la cosa andrà comunque assestandosi in pochi numeri (già nel terzo volume si nota meno) e, ripeto, il disegno di per sé non è male.
* DIALOGHI E SCRITTURA *
Metà dei dialoghi sono “la mia ragazza è proprio tosta”, “la mia ragazza è proprio adorabile” e “mi manchi tanto”. E poi c’è qualche dialogo basilare come giusto che sia tra personaggi che alla fine sono ragazzi che frequentano le superiori. Un po’ ripetitivo, insomma, nelle parti che servono a connotare l’opera. Nella media nelle altre parti.
______
* IN DEFINITIVA *
In definitiva Shikimori bla bla bla non è un cattivo manga, se vi piace il genere e siete di bocca buona.
Personalmente però non ritengo valga il prezzo di copertina (anche dal punto di vista puramente materiale, perché la carta è troppo sottile) e quindi, sebbene abbia letto solo 3 volumi, sto facendo questa recensione proprio perché ho deciso di dropparlo.
* TRAMA E STORIA *
Fare una recensione di Shikimori’s Not Just a Cutie è difficile, per tre motivi principali:
① E’ difficile perché la sinossi qui e quella sul sito di Star Comics dicono praticamente tutto sulla trama.
Lei (Shikimori) è una ragazza tosta e protettiva, ma anche timida e adorabile, tutte caratteristiche che vengono ribadite un gozzillione di volte, fino allo sfinimento, nei vari capitoli del manga.
Lui (Izumi) è maldestro, molle, dolcino e braccato a morte dalla sfortuna.
I due si vogliono tanto tanto bene e sono giovani e tenerini. Il manga sostanzialmente è una rappresentazione di una lunga serie di situazioni neanche rielaborate troppo bene, in cui i due protagonisti si vengono a trovare. Lei a cena da lui. La gita al fiume. Il matsuri. Scenette archetipiche (per il genere romcom) di questo tipo. Fine della storia.
② E’ difficile perché nei tag è riportata la fondamentale informazione “episodico”. Questo a indicare che questo manga è sostanzialmente gestito a capitoli autoconclusivi… anche se già dal secondo volume possiamo forse parlare di brevi archi. Questo, al netto della cifra stilistica con cui l’autore ha deciso di improntare la narrazione, ci dà soprattutto una discreta indicazione su quella che è la profondità. E direi che in una scala compresa tra “Le barzellette su Totti” e “Alla ricerca del tempo perduto”, pur essendo attorno alla metà, siamo più vicini al primo, che al secondo.
Io però sono un po’ di parte, onestamente, in quanto preferisco nettamente le storie con un respiro più ampio, piuttosto che gli spazi angusti e restrittivi che un fumetto a episodi impone all’autore. E tutto sommato Keigo Maki è bravo a fare in modo che nella maggior parte dei capitoli non si senta quel senso di taglio improvviso dei finali, o almeno che si percepisca di meno che in altri manga.
③ E’ difficile perché sotto la colonna “genere” è praticamente riassunto tutto il resto: commedia, sentimentale, slice of life. Volendo ci si potrebbe aggiungere “scolastico”, considerando che le due amiche insipide di lei e il tizio che sembra Bakugo, amico di lui, dal secondo numero iniziano ad avere più spazio. Però di fatto ruota tutto attorno ai quei canoni sterotipici, con storielle che sono la riproposizione della riproposizione della riproposizione della situazione già vista e rivista, trita e ritrita, delle solite situazioni viste in centomila altri manga che almeno si prendevano la briga di ricamarci un po’ sopra.
E niente… cioè… con cosa allungo il brodo? Non c’è altro. E’ davvero tutto qui.
* SVILUPPO DEI PERSONAGGI *
Mi è difficile valutare l’aspetto evolutivo e di crescita con la lettura di 3 volumi (su 20 di cui consta l’opera completa), quindi semplicemente non lo farò.
In questi 37 capitoli, comunque, l’approfondimento dei due protagonisti e del loro rapporto non manca. E non è neppure fatto male, a dirla tutta. La relazione viene presentata con un certo numero di sfaccettature e così pure i due protagonisti, di cui l’autore cerca di delineare punti di forza e debolezze. I protagonisti sono forse costruiti un po’ troppo attorno ai propri stereotipi per poterli considerare sfaccettati, ma alla fine non credo sia quello il problema di questo manga. I protagonisti tutto sommato vanno bene. Un autore che non fosse stato alla prima opera forse avrebbe smussato un po’ alcune caratteristiche eccessivamente invadenti, rendendo la narrazione meno ripetitiva e i personaggi più “tondi”, ma alla fine vanno bene.
Genitori e amici, al momento in cui scrivo, sono comparsi troppo poco per poterli valutare. Ne viene dato un tratteggio di base, ma immagino verranno definiti meglio nei prossimi volumi.
* DISEGNI *
Il manga è disegnato bene… però… c’è un grosso “però”.
A me pare che l’autore, alla prima opera, abbia uno stile un po’ “ballerino”.
Izumi è sempre facile da riconoscere, e ha uno stile che è piuttosto uniforme nel modo in cui è disegnato, ma lo stesso non si può dire per Shikimori. Lei, tra una tavola e l’altra, a volte cambia proprio fisionomia del volto (e in alcuni casi del fisico). In alcuni punti è più spigolosa e (mia opinione) assomiglia tanto a Chitoge Kirisaki di Nisekoi, in altri punti, ha un tratto molto più morbido, e pare uscita da uno shojo. Se da un lato questo serve a sottolineare le sfaccettature del carattere, dall’altro il lavoro non mi pare fatto sufficientemente bene e i due “stili” cozzano un po’, come se fossero quasi due personaggi diversi.
Ad ogni modo probabilmente la cosa andrà comunque assestandosi in pochi numeri (già nel terzo volume si nota meno) e, ripeto, il disegno di per sé non è male.
* DIALOGHI E SCRITTURA *
Metà dei dialoghi sono “la mia ragazza è proprio tosta”, “la mia ragazza è proprio adorabile” e “mi manchi tanto”. E poi c’è qualche dialogo basilare come giusto che sia tra personaggi che alla fine sono ragazzi che frequentano le superiori. Un po’ ripetitivo, insomma, nelle parti che servono a connotare l’opera. Nella media nelle altre parti.
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* IN DEFINITIVA *
In definitiva Shikimori bla bla bla non è un cattivo manga, se vi piace il genere e siete di bocca buona.
Personalmente però non ritengo valga il prezzo di copertina (anche dal punto di vista puramente materiale, perché la carta è troppo sottile) e quindi, sebbene abbia letto solo 3 volumi, sto facendo questa recensione proprio perché ho deciso di dropparlo.