Oshi no Ko - My Star
“Giudica il tuo successo da ciò a cui devi rinunciare per poterlo ottenere” (Dalai Lama)
Aka Akasaka aveva catturato tardivamente la mia attenzione con la sua opera precedente "Kaguya Sama - Love is war" tanto da avermi indotto a leggere l'interno infinito manga fino al termine della saga della combriccola del consiglio studentesco della scuola Schuiicin fino ad una fase finale un po' forzata che non mi aveva convinto tantissimo ma che in fondo non scalfiva completamente il mio giudizio positivo
Con "Oshi no ko - My Star", Aka Akasaka in tandem con la disegnatrice/fumettista Mengo Yokoyari (assurta agli onori della cronaca per "Scum's wish") scrive una storia completamente diversa nelle premesse tanto da chiedermi dopo la lettura dei primi capitoli del manga se stessi leggendo un manga dello stesso autore che con quest'ultima fatica, da fondo alla sua weltanschauung del mondo dello spettacolo delle idol ponendo particolare attenzione al tema della finzione facilmente sovrapponibile al concetto di menzogna per compiacere il pubblico.
"Oshi no Ko - My Star" si è dimostrata una storia piuttosto sorprendente che è riuscita a combinare un lato "dietro le quinte" piuttosto ricco di tensione ma comunque rappresentato in modo realistico e interessante dello showbiz giapponese con quello più thriller/dark/fantasy sulla rinascita e la vendetta.
L'aspetto che rende quest'opera piuttosto efficace e intrigante è la caratterizzazione di alcuni protagonisti, che unita alle loro storie piuttosto forti e amare, consentono in taluni casi al lettore di empatizzare e appassionarsi maggiormente alla trama.
La "distorsione collettiva della realtà" nel mondo dell'entertainment delle idol
Tralascio ogni considerazione sulla realtà rappresentata del mondo delle idol sul quale credo si sia scritto a sufficienza. Aka Akasaka non si discosta dal mainstream a riguardo e riesce a tratteggiare un quadro della (sotto)cultura del mondo idol cercando di calcare la mano più sui cons che sui pros: l'idol per la cultura giapponese deve avere un'immagine pubblica e privata perfetta secondo i loro canoni. In particolare, per le ragazze, c'è la vera e propria ossessione del concetto che le idol debbano essere "pure", che comporta, tra l'altro, l'evitare qualsiasi coinvolgimento amoroso e quindi anche fisico con chicchessia. E i fan delle idol (wota) sono parecchio esigenti e invasivi su questo tema, tanto da arrivare a mettere in atto molestie, stalking e bullismo in tutte le forme, dal virtuale al fisico.
"Oshi no Ko - My Star" prende spunto proprio dalle vicende vissute dalla famosa idol Ai Hoshino, leader del gruppo B-Komachi, che ancora giovanissima resta incinta e si ritrova a dover partorire in gran segreto, al riparo da qualsiasi occhio indiscreto, due gemelli, Ruby e Aquamarine (Aqua).
Il parto avviene nell'ospedale in cui opera il dott. Goro Amemyia che oltre ad assistere Ai nell'ultimo periodo della gestazione segue e cura l'adolescente Sarina Tendouji, affetta da malattia terminale e molto affezionata al dottore che la cura. Sia Sarina che Goro sono fan sfegatati di Ai Hoshino, e per motivi "diversi" (soprattutto tragici per il dott. Amemyia, legati sfortunatamente per lui proprio alla presenza di Ai nell'ospedale dove opera il dottore) muoiono proprio in occasione della nascita dei due gemelli e le loro anime si reincarnano nei due figli di Ai, mantenendo ciascuno memoria di quello che erano nella vita precedente, senza tuttavia essere reciprocamente consapevoli delle loro rispettive identità.
Il primo volume del manga sviluppa con grande meticolosità e cura la parabola di Ai Hoshino fino all'epilogo tragico della sua esistenza per mano di un fan. Particolarmente toccante e resa magistralmente la doppia immagine di Ai a livello pubblico e quella a livello privato: tanto determinata e focalizzata sulla carriera quanto dolce e disponibile nei confronti dei due pargoli nei limiti di tempo concessi dagli impegni di lavoro, nonostante la giovane età, in un percorso genitoriale che lei affronta con la stessa determinazione che applica sul lavoro.
Altrettanto reso bene il concetto che permea tutta l'opera ossia quello in base al quale il mondo dello spettacolo in cui sono immerse le idol è tutto basato sulla finzione, falsità e ipocrisia, una realtà in cui "la menzogna è un'arma", aggiungerei, a doppio taglio.
“Io non parlo di vendette né di perdoni; la dimenticanza è l'unica vendetta e l'unico perdono” (J.L. Borges)
Il resto della storia è un percorso di formazione dei due gemelli verso l'età adulta in cui sfruttano l'amore e il profondo attaccamento verso la madre perduta per provare a conoscerla meglio attraverso la carriera nel mondo dello spettacolo e per scoprire la verità sulla sua morte, alimentata dal forte sentimento di vendetta.
La vendetta diventa l'ossessione del manga e sotto questo punto di vista il personaggio più sensibile al risentimento è Aqua rispetto alla gemella Ruby che in tutta la storia resta sempre un po' meno presente e sviluppata.
Con la scusa che entrambi i protagonisti intraprendono fin da piccoli le carriere nel mondo dello showbiz, l'autore si diletta (e dilunga, ahimé) nel ripetere ad abundantiam il concetto di base che sotto l'apparente accattivante felicità e positività il mondo dello spettacolo non è altro che una finzione ricca di zone d'ombra o grigie in cui si muovono personaggi senza molti scrupoli, ad iniziare dalle giovani idol o dalle promesse del mondo dello spettacolo, cui si aggiungono tutti i ruoli di contorno (manager, talent scout, agenzie, assistenti, ecc.), e non da ultimo i fan, soprattutto i "wota" ossessionati dalle idol.
Se l'intreccio tra revenge e denuncia del mondo dell'intrattenimento giapponese sembra funzionare bene all'inizio dell'opera, a mio avviso perde progressivamente di mordente con l'avanzare della storia: troppo spesso Akasaka si dilunga in eccessivi spiegoni su come funziona il mondo dello spettacolo in modo quasi didascalico/enciclopedico dando l'impressione che verso l'ultimo arco narrativo, quello in cui Aqua organizza il film sulla vita della madre per stanare definitivamente il vero colpevole della morte di Ai, abbia avuto qualche indecisione su come terminare il manga. Parimenti ho avuto la percezione che alcuni capitoli fossero meri filler o anche percepito una certa frettolosità nel concludere la storia, abortendo alcuni aspetti che hanno contraddistinto la storia.
Alludo alla componente soprannaturale introdotta all'inizio della storia: la reincarnazione di Sarina e Goro nei due gemelli di Ai. Il legame tra i due e la comune passione per Ai come idol prima delle loro morti non trova particolare sviluppo nel corso dell'intero manga se non nella fissazione di emularne per quanto possibile le gesta nel mondo dello spettacolo. La circostanza che scoprano solo verso la fine la loro vera identità durante le riprese del film sulla vita di Ai, facendo emergere un rischio di apparente incesto e che quasi subito tale plot twist venga letteralmente "emarginato" e "abbandonato", suscita qualche fondato dubbio su dove volesse realmente andare a parare l'autore.
Aqua, suo malgrado, è il personaggio principale intorno al quale ruotano gli altri personaggi, spesso messi in ombra, e la storia. Si presenta come un manipolatore intelligente, calcolatore e poco se non nulla spontaneo. Le sue azioni, tuttavia, e le giustificazioni che adduce risultano spesso troppo melodrammatiche, da uomo bello e dannato dal fardello di morte che si porta dentro.
Per tutto il manga si percepisce come su di lui aleggi un aura negativa, decadente e di maledizione che contrasta con il suo essere poco più che un adolescente. La circostanza che abbia una consapevolezza da adulto in un corpo da giovane, per di più ferito da una storia personale precedente di sofferenza, pialla tutti coloro che si avvicinano a lui ed in particolare Kana e Akane che si innamorano di lui come ragazze e non come giovani donne trentenni. Il suo modo spesso odioso di tenerle a distanza, con la scusa che lo fa per il loro bene, è troppo da soap opera e non lascia mai intravedere in lui un minimo di romanticismo, essendo del tutto dedicato alla sua ossessione di ritrovare suo padre e alla sua sete di giustizia a tutti i costi.
Ruby resta sullo sfondo, anche per i suoi sentimenti di Sarina verso il dottor Goro: resta un personaggio incompleto guidato come una marionetta dal gemello, un po' come il tema della vendetta che sembra riprendersi in una sorta di deus ex machina solo nel finale anche per un ulteriore elemento soprannaturale (come se non bastasse la reincarnazione).
Da quanto ho potuto leggere, il finale di "Oshi no Ko" ha lasciato l'amaro in bocca a molti dei lettori che si sono appassionati alle vicende dei due gemelli e degli altri protagonisti. Personalmente a me non è dispiaciuto perché in un certo senso vari indizi nel manga lasciavano presagire l'epilogo. Tuttavia fino all'ultimo speravo altro, soprattutto per eventuali sviluppi con Akane, il personaggio che per maturità e complessità si avvicina di più al contorto e oscuro Aqua.
Da un punto di vista grafico, ho avuto modo di apprezzare il chara-design e la meticolosità con cui la Yokoyari si è prodigata nei dettagli, incluso il marchio di fabbrica di Ai, Aqua e Ruby della presenza della stellina che appare nell'iride dell'occhio ogni qualvolta sono in trance artistica nelle performance che stanno eseguendo.
Di sicuro c'è un leggero calo verso il finale, ma anche in "Kaguya-Sama: love is war" l'ho verificata e pertanto dev'essere un segno distintivo degli autori.
"Oshi no ko - My Star" resta a mio avviso un'opera molto avvincente il cui finale tende ad essere sviluppato in modo troppo frettoloso e anche un po' forzato. Se da un lato le provocazioni di Aqua possono ascriversi al principio del "“In tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario” (G. Orwell), la sua vicenda nel mondo dell'entertainment delle idol sembra piuttosto avvalere il principio del “La verità è come il sole: fa bene finché non brucia.” (E. Breda)
Aka Akasaka aveva catturato tardivamente la mia attenzione con la sua opera precedente "Kaguya Sama - Love is war" tanto da avermi indotto a leggere l'interno infinito manga fino al termine della saga della combriccola del consiglio studentesco della scuola Schuiicin fino ad una fase finale un po' forzata che non mi aveva convinto tantissimo ma che in fondo non scalfiva completamente il mio giudizio positivo
Con "Oshi no ko - My Star", Aka Akasaka in tandem con la disegnatrice/fumettista Mengo Yokoyari (assurta agli onori della cronaca per "Scum's wish") scrive una storia completamente diversa nelle premesse tanto da chiedermi dopo la lettura dei primi capitoli del manga se stessi leggendo un manga dello stesso autore che con quest'ultima fatica, da fondo alla sua weltanschauung del mondo dello spettacolo delle idol ponendo particolare attenzione al tema della finzione facilmente sovrapponibile al concetto di menzogna per compiacere il pubblico.
"Oshi no Ko - My Star" si è dimostrata una storia piuttosto sorprendente che è riuscita a combinare un lato "dietro le quinte" piuttosto ricco di tensione ma comunque rappresentato in modo realistico e interessante dello showbiz giapponese con quello più thriller/dark/fantasy sulla rinascita e la vendetta.
L'aspetto che rende quest'opera piuttosto efficace e intrigante è la caratterizzazione di alcuni protagonisti, che unita alle loro storie piuttosto forti e amare, consentono in taluni casi al lettore di empatizzare e appassionarsi maggiormente alla trama.
La "distorsione collettiva della realtà" nel mondo dell'entertainment delle idol
Tralascio ogni considerazione sulla realtà rappresentata del mondo delle idol sul quale credo si sia scritto a sufficienza. Aka Akasaka non si discosta dal mainstream a riguardo e riesce a tratteggiare un quadro della (sotto)cultura del mondo idol cercando di calcare la mano più sui cons che sui pros: l'idol per la cultura giapponese deve avere un'immagine pubblica e privata perfetta secondo i loro canoni. In particolare, per le ragazze, c'è la vera e propria ossessione del concetto che le idol debbano essere "pure", che comporta, tra l'altro, l'evitare qualsiasi coinvolgimento amoroso e quindi anche fisico con chicchessia. E i fan delle idol (wota) sono parecchio esigenti e invasivi su questo tema, tanto da arrivare a mettere in atto molestie, stalking e bullismo in tutte le forme, dal virtuale al fisico.
"Oshi no Ko - My Star" prende spunto proprio dalle vicende vissute dalla famosa idol Ai Hoshino, leader del gruppo B-Komachi, che ancora giovanissima resta incinta e si ritrova a dover partorire in gran segreto, al riparo da qualsiasi occhio indiscreto, due gemelli, Ruby e Aquamarine (Aqua).
Il parto avviene nell'ospedale in cui opera il dott. Goro Amemyia che oltre ad assistere Ai nell'ultimo periodo della gestazione segue e cura l'adolescente Sarina Tendouji, affetta da malattia terminale e molto affezionata al dottore che la cura. Sia Sarina che Goro sono fan sfegatati di Ai Hoshino, e per motivi "diversi" (soprattutto tragici per il dott. Amemyia, legati sfortunatamente per lui proprio alla presenza di Ai nell'ospedale dove opera il dottore) muoiono proprio in occasione della nascita dei due gemelli e le loro anime si reincarnano nei due figli di Ai, mantenendo ciascuno memoria di quello che erano nella vita precedente, senza tuttavia essere reciprocamente consapevoli delle loro rispettive identità.
Il primo volume del manga sviluppa con grande meticolosità e cura la parabola di Ai Hoshino fino all'epilogo tragico della sua esistenza per mano di un fan. Particolarmente toccante e resa magistralmente la doppia immagine di Ai a livello pubblico e quella a livello privato: tanto determinata e focalizzata sulla carriera quanto dolce e disponibile nei confronti dei due pargoli nei limiti di tempo concessi dagli impegni di lavoro, nonostante la giovane età, in un percorso genitoriale che lei affronta con la stessa determinazione che applica sul lavoro.
Altrettanto reso bene il concetto che permea tutta l'opera ossia quello in base al quale il mondo dello spettacolo in cui sono immerse le idol è tutto basato sulla finzione, falsità e ipocrisia, una realtà in cui "la menzogna è un'arma", aggiungerei, a doppio taglio.
“Io non parlo di vendette né di perdoni; la dimenticanza è l'unica vendetta e l'unico perdono” (J.L. Borges)
Il resto della storia è un percorso di formazione dei due gemelli verso l'età adulta in cui sfruttano l'amore e il profondo attaccamento verso la madre perduta per provare a conoscerla meglio attraverso la carriera nel mondo dello spettacolo e per scoprire la verità sulla sua morte, alimentata dal forte sentimento di vendetta.
La vendetta diventa l'ossessione del manga e sotto questo punto di vista il personaggio più sensibile al risentimento è Aqua rispetto alla gemella Ruby che in tutta la storia resta sempre un po' meno presente e sviluppata.
Con la scusa che entrambi i protagonisti intraprendono fin da piccoli le carriere nel mondo dello showbiz, l'autore si diletta (e dilunga, ahimé) nel ripetere ad abundantiam il concetto di base che sotto l'apparente accattivante felicità e positività il mondo dello spettacolo non è altro che una finzione ricca di zone d'ombra o grigie in cui si muovono personaggi senza molti scrupoli, ad iniziare dalle giovani idol o dalle promesse del mondo dello spettacolo, cui si aggiungono tutti i ruoli di contorno (manager, talent scout, agenzie, assistenti, ecc.), e non da ultimo i fan, soprattutto i "wota" ossessionati dalle idol.
Se l'intreccio tra revenge e denuncia del mondo dell'intrattenimento giapponese sembra funzionare bene all'inizio dell'opera, a mio avviso perde progressivamente di mordente con l'avanzare della storia: troppo spesso Akasaka si dilunga in eccessivi spiegoni su come funziona il mondo dello spettacolo in modo quasi didascalico/enciclopedico dando l'impressione che verso l'ultimo arco narrativo, quello in cui Aqua organizza il film sulla vita della madre per stanare definitivamente il vero colpevole della morte di Ai, abbia avuto qualche indecisione su come terminare il manga. Parimenti ho avuto la percezione che alcuni capitoli fossero meri filler o anche percepito una certa frettolosità nel concludere la storia, abortendo alcuni aspetti che hanno contraddistinto la storia.
Alludo alla componente soprannaturale introdotta all'inizio della storia: la reincarnazione di Sarina e Goro nei due gemelli di Ai. Il legame tra i due e la comune passione per Ai come idol prima delle loro morti non trova particolare sviluppo nel corso dell'intero manga se non nella fissazione di emularne per quanto possibile le gesta nel mondo dello spettacolo. La circostanza che scoprano solo verso la fine la loro vera identità durante le riprese del film sulla vita di Ai, facendo emergere un rischio di apparente incesto e che quasi subito tale plot twist venga letteralmente "emarginato" e "abbandonato", suscita qualche fondato dubbio su dove volesse realmente andare a parare l'autore.
Aqua, suo malgrado, è il personaggio principale intorno al quale ruotano gli altri personaggi, spesso messi in ombra, e la storia. Si presenta come un manipolatore intelligente, calcolatore e poco se non nulla spontaneo. Le sue azioni, tuttavia, e le giustificazioni che adduce risultano spesso troppo melodrammatiche, da uomo bello e dannato dal fardello di morte che si porta dentro.
Per tutto il manga si percepisce come su di lui aleggi un aura negativa, decadente e di maledizione che contrasta con il suo essere poco più che un adolescente. La circostanza che abbia una consapevolezza da adulto in un corpo da giovane, per di più ferito da una storia personale precedente di sofferenza, pialla tutti coloro che si avvicinano a lui ed in particolare Kana e Akane che si innamorano di lui come ragazze e non come giovani donne trentenni. Il suo modo spesso odioso di tenerle a distanza, con la scusa che lo fa per il loro bene, è troppo da soap opera e non lascia mai intravedere in lui un minimo di romanticismo, essendo del tutto dedicato alla sua ossessione di ritrovare suo padre e alla sua sete di giustizia a tutti i costi.
Ruby resta sullo sfondo, anche per i suoi sentimenti di Sarina verso il dottor Goro: resta un personaggio incompleto guidato come una marionetta dal gemello, un po' come il tema della vendetta che sembra riprendersi in una sorta di deus ex machina solo nel finale anche per un ulteriore elemento soprannaturale (come se non bastasse la reincarnazione).
Da quanto ho potuto leggere, il finale di "Oshi no Ko" ha lasciato l'amaro in bocca a molti dei lettori che si sono appassionati alle vicende dei due gemelli e degli altri protagonisti. Personalmente a me non è dispiaciuto perché in un certo senso vari indizi nel manga lasciavano presagire l'epilogo. Tuttavia fino all'ultimo speravo altro, soprattutto per eventuali sviluppi con Akane, il personaggio che per maturità e complessità si avvicina di più al contorto e oscuro Aqua.
Da un punto di vista grafico, ho avuto modo di apprezzare il chara-design e la meticolosità con cui la Yokoyari si è prodigata nei dettagli, incluso il marchio di fabbrica di Ai, Aqua e Ruby della presenza della stellina che appare nell'iride dell'occhio ogni qualvolta sono in trance artistica nelle performance che stanno eseguendo.
Di sicuro c'è un leggero calo verso il finale, ma anche in "Kaguya-Sama: love is war" l'ho verificata e pertanto dev'essere un segno distintivo degli autori.
"Oshi no ko - My Star" resta a mio avviso un'opera molto avvincente il cui finale tende ad essere sviluppato in modo troppo frettoloso e anche un po' forzato. Se da un lato le provocazioni di Aqua possono ascriversi al principio del "“In tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario” (G. Orwell), la sua vicenda nel mondo dell'entertainment delle idol sembra piuttosto avvalere il principio del “La verità è come il sole: fa bene finché non brucia.” (E. Breda)
Attenzione: la recensione contiene spoiler!
Il dottor Gorō Amemiya sta aiutando la giovane idol Ai a partorire i suoi due gemelli che però deve tenere nascosti dagli occhi dei fan. Quando arriva il giorno del parto, il dottore viene ucciso da un fan della ragazza e quando si risveglia scopre di essersi reincarnato in uno dei gemelli.
La trama è strana, sinceramente non gli avrei dato una lira, ma i pareri letti in giro erano per la maggior parte positivi e, soprattutto, sto cercando di tenermi più aggiornata sulle nuove uscite, quindi alla fine mi sono decisa a leggerlo (su MANGA Plus, l’app di Jump).
Il tema della idol è particolarmente sensibile visto tutto ciò che vi ruota attorno e "Oshi no Ko fa" un buon lavoro nel mostrarlo in tutte le sue contraddizioni. Ovviamente, come il “disclaimer” iniziale del manga afferma, molte cose sono esagerate per intrattenere i lettori, ma in fondo c’è anche molta verità. Si sentono spesso storie di idol che vengono stalkerate o le cui carriere vengono distrutte solo perché si sono messe con un ragazzo; in questo campo il termine “personaggio pubblico” prende un significato molto più letterale, poiché le ragazze sono costrette a mantenere un’immagine pura che possa far sognare i fan e illuderli che queste ragazzine appartengano a tutti loro e non ad un ragazzo soltanto.
Come Ai stessa dice il mondo della idol, e dell’intrattenimento in generale, è fatto di bugie necessarie per poter continuare a lavorare, tanto che non può nemmeno godersi la vita con i figli, che ha avuto a 16 anni, il che apre un altro grande paragrafo sulla sessualizzazione dei minori in Giappone e in questo caso delle idol, che spesso iniziano la loro carriera a 12 anni.
Sicuramente interessante è anche la costruzione dei personaggi, sia primari che secondari, tutti lavoratori del mondo dello spettacolo, e l’approccio alle diverse declinazioni dei loro ruoli. Il protagonista, Aqua è quello più approfondito: vive con il senso di colpa di non aver salvato Ai e il desiderio di vendetta non verso l’assassino materiale, ma verso il “burattinaio” che ne ha tirato le fila. Ruby forse è un po’ più debole del fratello, probabilmente anche a causa del poco spazio a lei dedicato e il suo cambio di atteggiamento è un po’ troppo repentino.
Riguardo gli altri personaggi, Akane e Kana sono quelli a cui è stato dedicato più spazio, inserendole in questo triangolo amoroso dai risvolti dark. Kana mi è piaciuta nei suoi dubbio sul futuro e sulla sua determinazione a voler andare avanti e continuare a lavorare nel campo dei suoi sogni, anche facendo qualcosa che non è molto nelle sue corde. È stato interessante anche vedere i brevi approfondimenti riguardanti altri personaggi terziari come Melt e altre comparse in capitoli spin-off che approfondiscono questa o quella caratteristica del mondo delle idol.
Continuerò sicuramente a seguire il manga e forse vedrò anche l’anime, nonostante mi aspettassi di più vista la categoria seinen, ma è stata comunque una bella lettura.
Il dottor Gorō Amemiya sta aiutando la giovane idol Ai a partorire i suoi due gemelli che però deve tenere nascosti dagli occhi dei fan. Quando arriva il giorno del parto, il dottore viene ucciso da un fan della ragazza e quando si risveglia scopre di essersi reincarnato in uno dei gemelli.
La trama è strana, sinceramente non gli avrei dato una lira, ma i pareri letti in giro erano per la maggior parte positivi e, soprattutto, sto cercando di tenermi più aggiornata sulle nuove uscite, quindi alla fine mi sono decisa a leggerlo (su MANGA Plus, l’app di Jump).
Il tema della idol è particolarmente sensibile visto tutto ciò che vi ruota attorno e "Oshi no Ko fa" un buon lavoro nel mostrarlo in tutte le sue contraddizioni. Ovviamente, come il “disclaimer” iniziale del manga afferma, molte cose sono esagerate per intrattenere i lettori, ma in fondo c’è anche molta verità. Si sentono spesso storie di idol che vengono stalkerate o le cui carriere vengono distrutte solo perché si sono messe con un ragazzo; in questo campo il termine “personaggio pubblico” prende un significato molto più letterale, poiché le ragazze sono costrette a mantenere un’immagine pura che possa far sognare i fan e illuderli che queste ragazzine appartengano a tutti loro e non ad un ragazzo soltanto.
Come Ai stessa dice il mondo della idol, e dell’intrattenimento in generale, è fatto di bugie necessarie per poter continuare a lavorare, tanto che non può nemmeno godersi la vita con i figli, che ha avuto a 16 anni, il che apre un altro grande paragrafo sulla sessualizzazione dei minori in Giappone e in questo caso delle idol, che spesso iniziano la loro carriera a 12 anni.
Sicuramente interessante è anche la costruzione dei personaggi, sia primari che secondari, tutti lavoratori del mondo dello spettacolo, e l’approccio alle diverse declinazioni dei loro ruoli. Il protagonista, Aqua è quello più approfondito: vive con il senso di colpa di non aver salvato Ai e il desiderio di vendetta non verso l’assassino materiale, ma verso il “burattinaio” che ne ha tirato le fila. Ruby forse è un po’ più debole del fratello, probabilmente anche a causa del poco spazio a lei dedicato e il suo cambio di atteggiamento è un po’ troppo repentino.
Riguardo gli altri personaggi, Akane e Kana sono quelli a cui è stato dedicato più spazio, inserendole in questo triangolo amoroso dai risvolti dark. Kana mi è piaciuta nei suoi dubbio sul futuro e sulla sua determinazione a voler andare avanti e continuare a lavorare nel campo dei suoi sogni, anche facendo qualcosa che non è molto nelle sue corde. È stato interessante anche vedere i brevi approfondimenti riguardanti altri personaggi terziari come Melt e altre comparse in capitoli spin-off che approfondiscono questa o quella caratteristica del mondo delle idol.
Continuerò sicuramente a seguire il manga e forse vedrò anche l’anime, nonostante mi aspettassi di più vista la categoria seinen, ma è stata comunque una bella lettura.