Trillion Game
I disegni di Ikegami sono leggermente diversi da quelli a cui ci ha abituati in passato, mi riferisco soprattutto a Gaku: se fate una carrellata dei protagonisti delle precedenti opere la differenza salta subito agli occhi. Io ci sono rimasto male ma capisco che abbia voluto un po’ dopo tutte le critiche a riguardo degli scorsi anni: mi ricordo ad esempio di quando Sanctuary arrivò in Italia e i lettori di Zero insistevano che tre personaggi fossero troppo simili (Hojo, Asami e Tokai).
In effetti anche in Trillion game,Gaku sembra simile al bodyguard della principessa Kiri.
Comunque il disegno anche se meno esaltante del solito è buono.
Non sono rimasto soddisfatto di come funziona la trama: alla sceneggiatura c’è un autore che è un’incognita per me, in quanto pur conoscendo il suo nome come quello del autore di Eyeshield 21 e Dr. Stone, non ho mai letto nessuna delle sue precedenti opere.
La storia è ambientata nel mondo della finanza con i nostri protagonisti di cui sappiamo presto che sono diventati ricchissimi e che con dei flashback assistiamo alla loro folgorante carriera.
Haru è impacciato e timido e anche se ha buone qualità viene respinto da ogni società in cui vuole entrare. Punto forte di Gaku è invece l’immagine, ha un bell’aspetto ed è abile nel parlare: pur potendo avere qualunque buon lavoro si incaponisce che vuole entrare in società con Haru.
Gaku è il deus ex machina del fumetto, con le sue strategie i due iniziano a fare soldi…
Non voglio parlare della trama anche se il modo di comportarsi Gaku sembra quello dei rampanti manager (yuppies) degli anni ‘80 i quali ti vendono un immagine più che un prodotto.
Nella realtà speri che i tipi come lui finiscano non per diventare milionari ma che vadano in galera in quanto alcuni suoi comportamenti sono da definirsi truffe.
Per adesso le strategie per diventare ricchi di Riichiro Inagaki non mi convincono, quindi con tutto l’amore che provo per Ikegami non continuerò la lettura. Già in passato ho espresso dubbi su alcune delle collaborazioni del maestro (tipo Hideo Yamamoto in Adamo ed Eva) e forse dovrebbe decidersi di creare di nuovo qualcosa di solo suo come in Bestia.
Il mio voto è un sei: un sei dato considerando che comunque pur non brillando la scenografia non ha comunque infastidito.
In effetti anche in Trillion game,Gaku sembra simile al bodyguard della principessa Kiri.
Comunque il disegno anche se meno esaltante del solito è buono.
Non sono rimasto soddisfatto di come funziona la trama: alla sceneggiatura c’è un autore che è un’incognita per me, in quanto pur conoscendo il suo nome come quello del autore di Eyeshield 21 e Dr. Stone, non ho mai letto nessuna delle sue precedenti opere.
La storia è ambientata nel mondo della finanza con i nostri protagonisti di cui sappiamo presto che sono diventati ricchissimi e che con dei flashback assistiamo alla loro folgorante carriera.
Haru è impacciato e timido e anche se ha buone qualità viene respinto da ogni società in cui vuole entrare. Punto forte di Gaku è invece l’immagine, ha un bell’aspetto ed è abile nel parlare: pur potendo avere qualunque buon lavoro si incaponisce che vuole entrare in società con Haru.
Gaku è il deus ex machina del fumetto, con le sue strategie i due iniziano a fare soldi…
Non voglio parlare della trama anche se il modo di comportarsi Gaku sembra quello dei rampanti manager (yuppies) degli anni ‘80 i quali ti vendono un immagine più che un prodotto.
Nella realtà speri che i tipi come lui finiscano non per diventare milionari ma che vadano in galera in quanto alcuni suoi comportamenti sono da definirsi truffe.
Per adesso le strategie per diventare ricchi di Riichiro Inagaki non mi convincono, quindi con tutto l’amore che provo per Ikegami non continuerò la lettura. Già in passato ho espresso dubbi su alcune delle collaborazioni del maestro (tipo Hideo Yamamoto in Adamo ed Eva) e forse dovrebbe decidersi di creare di nuovo qualcosa di solo suo come in Bestia.
Il mio voto è un sei: un sei dato considerando che comunque pur non brillando la scenografia non ha comunque infastidito.