Genghis Khan
Ho già parlato di Mitsuteru Yokoyama biografo di grandi personaggi giapponesi dell’epoca Sengoku, dedicando una recensione a Takeda Shingen e un blog a Masamune Date, qui lo vediamo alle prese con uno dei più grandi conquistatori e generali della storia non solo dell’Asia, ma mondiale. Stiamo parlando di Genghis Khan o, se vogliamo, Temugin.
La storia si centra particolarmente sull’infanzia di temugin, presto orfano di padre, e sulla sua ascesa a Khan dei Mongoli, una delle quattro principali tribù delle steppe dell’Asia centro orientale. Per narrare ciò Yokoyama impiega tre volumi, condensando le sue altre vittorie e conquiste in soli due volumi, ma ricordiamo che Temugin divenne signore unico dei Mongoli all’età di quarantaquattro anni.
Cosa dire sullo stile di disegno? Lo vediamo molto migliorato dai tempi in cui disegnava Sangokushi (storia ispirata a "Il romanzo dei tre regni" del 1971) e certo migliore rispetto a tutte le altre storie del maestro da me lette.
Ricordiamo che il maestro è considerato da alcuni come uno dei tre Grandi mangaka del vecchio Giappone, quelli famosi per il numero di tavole che lavoravano ogni mese, gli altri due erano Osamu Tezuka, il Dio dei Manga, e Shotaro Ishinomori, il Re dei Manga.
Voto? Otto e mezzo perché continua ad affrontare grandi personaggi storici senza mai annoiare nella narrazione.
La storia si centra particolarmente sull’infanzia di temugin, presto orfano di padre, e sulla sua ascesa a Khan dei Mongoli, una delle quattro principali tribù delle steppe dell’Asia centro orientale. Per narrare ciò Yokoyama impiega tre volumi, condensando le sue altre vittorie e conquiste in soli due volumi, ma ricordiamo che Temugin divenne signore unico dei Mongoli all’età di quarantaquattro anni.
Cosa dire sullo stile di disegno? Lo vediamo molto migliorato dai tempi in cui disegnava Sangokushi (storia ispirata a "Il romanzo dei tre regni" del 1971) e certo migliore rispetto a tutte le altre storie del maestro da me lette.
Ricordiamo che il maestro è considerato da alcuni come uno dei tre Grandi mangaka del vecchio Giappone, quelli famosi per il numero di tavole che lavoravano ogni mese, gli altri due erano Osamu Tezuka, il Dio dei Manga, e Shotaro Ishinomori, il Re dei Manga.
Voto? Otto e mezzo perché continua ad affrontare grandi personaggi storici senza mai annoiare nella narrazione.