Asumi Kakeru
Prima di "Asumi Kakeru" (Martial Master Asumi) l’autore Kawada aveva già pubblicato su Shonen Jump una serie conclusasi al 28° volume sullo sport del sumo. Per quello che ho visto già all’epoca i disegni erano interessanti. A quasi dieci anni di distanza dall’inizio di quella serie (2014) l’autore torna su Jump con una storia su combattimenti di arti marziali miste: tutti i colpi di qualunque genere, pugni, calci, strette ecc. sono accettati…
Questa è la storia di un nipote che si allena in segreto col nonno, un tempo fortissimo e crudele maestro di arti marziali, oggi mezzo rimbambito e di due fratelli che si vogliono sfidare sul ring, il protagonista è il più giovane e debole che però aiutato da allenamenti e buona volontà inizia il suo suo percorso.
Si inizia e finisce in fretta, perché nonostante i buoni disegni la serie viene troncata al 32° episodio…
Quando ho iniziato la recensione volevo darle un sette, ma credo che alla fine darò sei e mezzo: comunque leggermente superiore alla sufficienza, solo che i combattimenti sono stati buoni ma non eccezionali, l’indagine sul passato delle persone che salivano sul ring minima, l’analisi psicologica zero. Il manga è buono dal punto di vista visivo, ma non riesce a passare ad un livello superiore, quello del coinvolgimento emotivo del lettore.
Non so se "Hinomaru zumou" il precedente manga di Kawata aveva le qualità da me richieste, se è così assistiamo all’involuzione di un mangaka che passa da una storia di discreto successo a una passabile, ma rapidamente dimenticabile.
Questa è la storia di un nipote che si allena in segreto col nonno, un tempo fortissimo e crudele maestro di arti marziali, oggi mezzo rimbambito e di due fratelli che si vogliono sfidare sul ring, il protagonista è il più giovane e debole che però aiutato da allenamenti e buona volontà inizia il suo suo percorso.
Si inizia e finisce in fretta, perché nonostante i buoni disegni la serie viene troncata al 32° episodio…
Quando ho iniziato la recensione volevo darle un sette, ma credo che alla fine darò sei e mezzo: comunque leggermente superiore alla sufficienza, solo che i combattimenti sono stati buoni ma non eccezionali, l’indagine sul passato delle persone che salivano sul ring minima, l’analisi psicologica zero. Il manga è buono dal punto di vista visivo, ma non riesce a passare ad un livello superiore, quello del coinvolgimento emotivo del lettore.
Non so se "Hinomaru zumou" il precedente manga di Kawata aveva le qualità da me richieste, se è così assistiamo all’involuzione di un mangaka che passa da una storia di discreto successo a una passabile, ma rapidamente dimenticabile.