Ultra Heaven
Generalmente non parto mai recensendo, finché non ho finito il tutto, ma in questo caso, dovuto alla sola pubblicazione in Italia di 2 volumi e la sospensione dell'opera al terzo, mi appresto comunque a recensirlo.
E' giusto buttare le carte subito in tavola: Ultra Heaven è tutto ciò che un tossico vorrebbe leggere.
E' eccezionale sotto ogni punto di vista. La storia è innovativa, "nuova"(con più di 10 anni sulle spalle) e (purtroppo) quasi mai trattata in riferimento allle droghe. Inoltre, non è incentrata sulla droga, ma su che effetti ha sul personaggio, sulla psiche del nostro Kabu, personaggio affascinante e a quanto pare predestinato. Questa riflessione sorge esplicitatamente dalla "perfezione psichedelica" e dalla "psichedelica perfezione" che Koiche disegna su delle tavole che, per i nostri occhi e le nostre menti, non possono che essere spettacolari. Koiche riesce "a drogare" nel vero senso della parola. Quando finii il primo volume, tornai alla realtà di soprassalto, con un sussulto. Koiche è un pusher cartaceo, un paper's cook. Ma la pazzia di fondo è che quando si finisce di leggerlo...lo si vuole ancora, e sempre di più. La sua arte è bellezza, e la bellezza sta nell'inganno che Koiche riesce a infondere egregiamente, attraverso la narrazione e le proprie tavole: quello che stiamo vedendo...è reale? Cosa lo è? Cosa no? Questo noi non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai, e mi vien da sottolineare che il bello è proprio questo, ed è quello che credo Koiche ricerca. Forse è proprio la sospensione, il giusto finale ad una serie del genere.
Il grande maestro Koiche di conseguenza ci porta in un oltreverso psichedelico chiamato Ultra Heaven, al di là dei confini mentali, dove tutto c'è ma nulla suona. Un'opera che si può trovare tristemente mal piegata, sporca, rotta, in delle bancarelle lasciate andare... o tra degli scaffali nascosti, in un'ombra che melanconicamente la rende ancora più sublime, lasciando il nostro Kabu a volare tra quel mare di montagne, sotto gli effetti della sua UltraHeaven.
E' giusto buttare le carte subito in tavola: Ultra Heaven è tutto ciò che un tossico vorrebbe leggere.
E' eccezionale sotto ogni punto di vista. La storia è innovativa, "nuova"(con più di 10 anni sulle spalle) e (purtroppo) quasi mai trattata in riferimento allle droghe. Inoltre, non è incentrata sulla droga, ma su che effetti ha sul personaggio, sulla psiche del nostro Kabu, personaggio affascinante e a quanto pare predestinato. Questa riflessione sorge esplicitatamente dalla "perfezione psichedelica" e dalla "psichedelica perfezione" che Koiche disegna su delle tavole che, per i nostri occhi e le nostre menti, non possono che essere spettacolari. Koiche riesce "a drogare" nel vero senso della parola. Quando finii il primo volume, tornai alla realtà di soprassalto, con un sussulto. Koiche è un pusher cartaceo, un paper's cook. Ma la pazzia di fondo è che quando si finisce di leggerlo...lo si vuole ancora, e sempre di più. La sua arte è bellezza, e la bellezza sta nell'inganno che Koiche riesce a infondere egregiamente, attraverso la narrazione e le proprie tavole: quello che stiamo vedendo...è reale? Cosa lo è? Cosa no? Questo noi non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai, e mi vien da sottolineare che il bello è proprio questo, ed è quello che credo Koiche ricerca. Forse è proprio la sospensione, il giusto finale ad una serie del genere.
Il grande maestro Koiche di conseguenza ci porta in un oltreverso psichedelico chiamato Ultra Heaven, al di là dei confini mentali, dove tutto c'è ma nulla suona. Un'opera che si può trovare tristemente mal piegata, sporca, rotta, in delle bancarelle lasciate andare... o tra degli scaffali nascosti, in un'ombra che melanconicamente la rende ancora più sublime, lasciando il nostro Kabu a volare tra quel mare di montagne, sotto gli effetti della sua UltraHeaven.
<b>Attenzione: possibili spoiler.</b>
"I'm going to heaven."
Sicuro, chi non ci va? In realtà solo il nostro protagonista, Kabu. Il paradiso inteso come manifestazione neurologica.
Ultra Heaven è tra i fumetti più atipici, sconvolgenti e allucinanti di sempre, se non proprio il primo tra i suoi simili.
Ambientato in un futuro prossimo dove la maggior parte della popolazione si droga perché l'hanno legalizzata, è a tutti gli effetti uno sci-fi con reminiscenze cyberpunk; ci sono anche amplificatori cerebrali che ricordano molto gli SQUID di Strange Days, ed infatti come tematiche non stiamo troppo lontani - da una parte le memorie e qui i flashback.
Esatto, la storia non è raccontata in modo lineare, ma attraverso tanti di quei flashback che è difficile seguire un filo logico, e ai più la vera trama, che comunque è interpretabile, ma non esplicita, è sfuggita.
Direi che il trip inizia proprio quando Kabu entra nel pump bar per drogarsi. Dopo che torna lì per avere un'altra dose della droga, Nova Express, ricevuta in regalo precedentemente, ci sono due signori che parlano di come ha reagito alla droga e di come egli sia un esemplare perfetto, "una pecora da smarrire, anzi da guidare alla scala verso il paradiso". In realtà non era la Nova Express, ma l'Ultra Heaven, che gli verrà da lì a poco ridata da uno spacciatore per caso, sicuramente ingaggiato dalla stessa organizzazione che stava scoprendo il rimedio per l'intossicazione dovuta alla droga Peter Pan. Dunque osservano il comportamento di Kabu dopo aver assunto la droga e lo portano alla Cupola, detta anche "il percorso per l'evoluzione". In questa cupola tutti i clienti vengono collegati ad un mondo virtuale tramite amplificatori neurologici. Il motivo è semplice: lì ci si va per raggiungere la luce, estraniarsi ancora di più da una società che è caduta troppo in basso o forse trovare una via d'uscita. Kabu è l'unico a riuscirci, come predetto dai due agenti nel bar. È il topo da laboratorio perfetto, perché viaggia tra la vita e la morte dopo un'overdose e si dice che quando stai per morire il tuo cervello rilascia l'ultima sostanza. In effetti il cervello viene qui associato all'universo, con la realtà che non è altro che "il più comune denominatore di un infinito numero di visioni".
Il manga parla di trascendenza. Si può superare il limite tramite droghe, amplificatori neurologici e meditazione (Buddista). Lo scopo della cupola è migliorare l'immaginazione e la concentrazione individuale, infatti è possibile fare di tutto nel virtuale (far comparire oggetti, volare ecc.), ma poi bisogna ricordarsi di questo stato una volta ritornati nella realtà, così da poter creare immagini nel mondo, diventare un tutt'uno con esso, oltrepassare lo shell limit (restrizioni corporee).
"Il mondo è un oceano di energia e la realtà è formata da infinite onde che fluttuano nell'oceano. Solo quando l'umanità saprà immergersi ci sarà una nuova alba per il genere umano."
È questo il fulcro dell'intera opera.
Keiichi Koike però racconta il tutto in modo da confondere la realtà e l'immaginazione, il virtuale e i flashback, portando il lettore esattamente nello stesso stato mentale di Kabu. La stessa scena viene anche ripetuta più volte, e non sai se fa parte della realtà o meno - e poi, come direbbe Buñuel, ripetere la stessa scena dà un senso di smarrimento, ma la stessa scena non è mai uguale, poiché ci sono sempre particolari che si aggiungono e che cambiano le carte in tavola. Quindi si creano flashback che "mentono" ed altri "veritieri", ma ripetere il passato è anche impossibile in quanto il mondo è in continuo divenire, "[...] rivive ogni secondo". In pratica è come se ci fosse un altro noi che ci guarda costantemente.
Ci sono vari elementi che si ripetono nel corso della lettura, ad esempio le spirali, sia nei disegni che come disposizione delle vignette. Una mia interpretazione a ciò è che si rappresenta la concezione del tempo a spirale. Il tempo è ciclico, ma progredisce, come detto in precedenza. Poi non mancano riferimenti alla fisica quantistica; alcuni scienziati credono in questa eventualità.
Un altro elemento è l'acqua, da sempre simbolo di rinascita, ma non solo, anche di vita, purezza… Inoltre il terzo elemento più usato è il mulinello, che guarda caso è una spirale d'acqua.
Poi ci sono ramificazioni e spaghetti, anche corporee nei suoi trip allucinanti, che dovrebbero rappresentare le radici, il ricordo del passato. Più di una volta viene raccontato l'incubo di Kabu da bambino e del suo legame con la madre, che dovrebbe essere parte fondamentale per la sua evoluzione finale; inoltre la droga che prendeva di solito era la Peter Pan. Vi è anche la presenza di alcune citazioni ad anime per bambini come Sally la strega e Ultraman; quest'ultimo darebbe anche il nome al manga in quanto Heaven, il nick nella cupola di Kabu, diventa un Ultraman gigante, che dovrebbe essere il sogno di Kabu da bambino. I riferimenti culturali non terminano qui: è un'opera buddista sin da subito con le tematiche di rinascita e trascendenza. Infatti si parla di raggiungimento del settimo livello, inteso come la terra della luce; il paradiso non è altro che il settimo Chakra, che rappresenterebbe l'unione con il divino. Si passa anche a citazioni di luoghi di meditazione e figure buddiste meno conosciute, di difficile interpretazione o collegamento per chi, come me, ne sa giusto le basi.
Per quanto riguarda il disegno siamo ad altissimi livelli: la realizzazione è stupefacente, un vero orgasmo visivo. Senza questa maestria nel realizzare tavole allucinate, creare un tripudio di immagini visive e un enorme fantasia il prodotto finale non sarebbe stato lo stesso.
In Keiichi Koike ci sono le anime di Escher, Moebius e Otomo. Escher per la genialità e la rottura degli schemi: le tavole in cui ci sono le visioni oniriche e drogate sono senza eguali, con una suddivisione delle vignette che può schiacciare il miglior Shintaro Kago o meta fumetto. Moebius per i tratteggi e Otomo per i personaggi vagamente somiglianti, forse qualche citazione, e poi ovviamente per le architetture. Comunque da questo mix ne esce uno stile personalissimo e d'avanguardia. Ora che si sta standardizzando tutto bisogna dare spazio a chi non spreca la regia delle tavole in banali inquadrature con le solite vignette squadrate, ma riesce a dare un senso di lettura a ciò che sta dicendo utilizzando soluzioni geometriche più disparate con una valenza simbolica(spirali, onde, sdoppiamenti, grandangoli, ecc). C'è una vera e propria successione di vignette legate tra loro, altre che prendono forma esterna da oggetti interni alle stesse. Vale la pena leggerlo anche solo per i disegni, anzi direi soprattutto per i disegni.
Discorso a parte meriterebbe lo stato del manga, tutt'ora in corso, ma i capitoli non escono da tempo e non c'è uno straccio di annuncio da parte della rivista o di Koike. Perché questo? Il manga è in realtà concluso, ed è Koike stesso a non voler annunciare niente in riguardo perché si tratta dell'essenza del manga. È un racconto a spirale che nonostante progredisca è pur sempre ciclico come il samsara. Non a caso termini come "oceano dell'esistenza", il mondo come illusione maya e la ciclicità vengono detti/sottointesi più volte. Dunque fin quando Kabu era un uomo normale, e di conseguenza afflitto da un'ignoranza metafisica, il racconto sarebbe andato avanti in eterno trattenendolo nel samsara, ma dal momento in cui raggiunge il nirvana il samsara si spezza, di conseguenza andrà avanti senza una fine. In riferimento a ciò riporto le parole di Kabu verso la fine . Si parla anche di essere in un worm hole che portava alla Luce, ma che ora si è chiuso in attesa di rilascio: sono le parole finali. Quindi viaggiare nello spaziotempo attraverso questo worm hole - ecco perché i tanti flashback.
Comunque sono interpretazioni personali e non per questo sono assolute. Probabilmente Koike annuncerà la fine quando avrà voglia/cambierà idea o mai.
Consiglio vivamente questo fumetto underground che meriterebbe più visualizzazioni e l'uscita del terzo volume in Italia.
"I'm going to heaven."
Sicuro, chi non ci va? In realtà solo il nostro protagonista, Kabu. Il paradiso inteso come manifestazione neurologica.
Ultra Heaven è tra i fumetti più atipici, sconvolgenti e allucinanti di sempre, se non proprio il primo tra i suoi simili.
Ambientato in un futuro prossimo dove la maggior parte della popolazione si droga perché l'hanno legalizzata, è a tutti gli effetti uno sci-fi con reminiscenze cyberpunk; ci sono anche amplificatori cerebrali che ricordano molto gli SQUID di Strange Days, ed infatti come tematiche non stiamo troppo lontani - da una parte le memorie e qui i flashback.
Esatto, la storia non è raccontata in modo lineare, ma attraverso tanti di quei flashback che è difficile seguire un filo logico, e ai più la vera trama, che comunque è interpretabile, ma non esplicita, è sfuggita.
Direi che il trip inizia proprio quando Kabu entra nel pump bar per drogarsi. Dopo che torna lì per avere un'altra dose della droga, Nova Express, ricevuta in regalo precedentemente, ci sono due signori che parlano di come ha reagito alla droga e di come egli sia un esemplare perfetto, "una pecora da smarrire, anzi da guidare alla scala verso il paradiso". In realtà non era la Nova Express, ma l'Ultra Heaven, che gli verrà da lì a poco ridata da uno spacciatore per caso, sicuramente ingaggiato dalla stessa organizzazione che stava scoprendo il rimedio per l'intossicazione dovuta alla droga Peter Pan. Dunque osservano il comportamento di Kabu dopo aver assunto la droga e lo portano alla Cupola, detta anche "il percorso per l'evoluzione". In questa cupola tutti i clienti vengono collegati ad un mondo virtuale tramite amplificatori neurologici. Il motivo è semplice: lì ci si va per raggiungere la luce, estraniarsi ancora di più da una società che è caduta troppo in basso o forse trovare una via d'uscita. Kabu è l'unico a riuscirci, come predetto dai due agenti nel bar. È il topo da laboratorio perfetto, perché viaggia tra la vita e la morte dopo un'overdose e si dice che quando stai per morire il tuo cervello rilascia l'ultima sostanza. In effetti il cervello viene qui associato all'universo, con la realtà che non è altro che "il più comune denominatore di un infinito numero di visioni".
Il manga parla di trascendenza. Si può superare il limite tramite droghe, amplificatori neurologici e meditazione (Buddista). Lo scopo della cupola è migliorare l'immaginazione e la concentrazione individuale, infatti è possibile fare di tutto nel virtuale (far comparire oggetti, volare ecc.), ma poi bisogna ricordarsi di questo stato una volta ritornati nella realtà, così da poter creare immagini nel mondo, diventare un tutt'uno con esso, oltrepassare lo shell limit (restrizioni corporee).
"Il mondo è un oceano di energia e la realtà è formata da infinite onde che fluttuano nell'oceano. Solo quando l'umanità saprà immergersi ci sarà una nuova alba per il genere umano."
È questo il fulcro dell'intera opera.
Keiichi Koike però racconta il tutto in modo da confondere la realtà e l'immaginazione, il virtuale e i flashback, portando il lettore esattamente nello stesso stato mentale di Kabu. La stessa scena viene anche ripetuta più volte, e non sai se fa parte della realtà o meno - e poi, come direbbe Buñuel, ripetere la stessa scena dà un senso di smarrimento, ma la stessa scena non è mai uguale, poiché ci sono sempre particolari che si aggiungono e che cambiano le carte in tavola. Quindi si creano flashback che "mentono" ed altri "veritieri", ma ripetere il passato è anche impossibile in quanto il mondo è in continuo divenire, "[...] rivive ogni secondo". In pratica è come se ci fosse un altro noi che ci guarda costantemente.
Ci sono vari elementi che si ripetono nel corso della lettura, ad esempio le spirali, sia nei disegni che come disposizione delle vignette. Una mia interpretazione a ciò è che si rappresenta la concezione del tempo a spirale. Il tempo è ciclico, ma progredisce, come detto in precedenza. Poi non mancano riferimenti alla fisica quantistica; alcuni scienziati credono in questa eventualità.
Un altro elemento è l'acqua, da sempre simbolo di rinascita, ma non solo, anche di vita, purezza… Inoltre il terzo elemento più usato è il mulinello, che guarda caso è una spirale d'acqua.
Poi ci sono ramificazioni e spaghetti, anche corporee nei suoi trip allucinanti, che dovrebbero rappresentare le radici, il ricordo del passato. Più di una volta viene raccontato l'incubo di Kabu da bambino e del suo legame con la madre, che dovrebbe essere parte fondamentale per la sua evoluzione finale; inoltre la droga che prendeva di solito era la Peter Pan. Vi è anche la presenza di alcune citazioni ad anime per bambini come Sally la strega e Ultraman; quest'ultimo darebbe anche il nome al manga in quanto Heaven, il nick nella cupola di Kabu, diventa un Ultraman gigante, che dovrebbe essere il sogno di Kabu da bambino. I riferimenti culturali non terminano qui: è un'opera buddista sin da subito con le tematiche di rinascita e trascendenza. Infatti si parla di raggiungimento del settimo livello, inteso come la terra della luce; il paradiso non è altro che il settimo Chakra, che rappresenterebbe l'unione con il divino. Si passa anche a citazioni di luoghi di meditazione e figure buddiste meno conosciute, di difficile interpretazione o collegamento per chi, come me, ne sa giusto le basi.
Per quanto riguarda il disegno siamo ad altissimi livelli: la realizzazione è stupefacente, un vero orgasmo visivo. Senza questa maestria nel realizzare tavole allucinate, creare un tripudio di immagini visive e un enorme fantasia il prodotto finale non sarebbe stato lo stesso.
In Keiichi Koike ci sono le anime di Escher, Moebius e Otomo. Escher per la genialità e la rottura degli schemi: le tavole in cui ci sono le visioni oniriche e drogate sono senza eguali, con una suddivisione delle vignette che può schiacciare il miglior Shintaro Kago o meta fumetto. Moebius per i tratteggi e Otomo per i personaggi vagamente somiglianti, forse qualche citazione, e poi ovviamente per le architetture. Comunque da questo mix ne esce uno stile personalissimo e d'avanguardia. Ora che si sta standardizzando tutto bisogna dare spazio a chi non spreca la regia delle tavole in banali inquadrature con le solite vignette squadrate, ma riesce a dare un senso di lettura a ciò che sta dicendo utilizzando soluzioni geometriche più disparate con una valenza simbolica(spirali, onde, sdoppiamenti, grandangoli, ecc). C'è una vera e propria successione di vignette legate tra loro, altre che prendono forma esterna da oggetti interni alle stesse. Vale la pena leggerlo anche solo per i disegni, anzi direi soprattutto per i disegni.
Discorso a parte meriterebbe lo stato del manga, tutt'ora in corso, ma i capitoli non escono da tempo e non c'è uno straccio di annuncio da parte della rivista o di Koike. Perché questo? Il manga è in realtà concluso, ed è Koike stesso a non voler annunciare niente in riguardo perché si tratta dell'essenza del manga. È un racconto a spirale che nonostante progredisca è pur sempre ciclico come il samsara. Non a caso termini come "oceano dell'esistenza", il mondo come illusione maya e la ciclicità vengono detti/sottointesi più volte. Dunque fin quando Kabu era un uomo normale, e di conseguenza afflitto da un'ignoranza metafisica, il racconto sarebbe andato avanti in eterno trattenendolo nel samsara, ma dal momento in cui raggiunge il nirvana il samsara si spezza, di conseguenza andrà avanti senza una fine. In riferimento a ciò riporto le parole di Kabu verso la fine . Si parla anche di essere in un worm hole che portava alla Luce, ma che ora si è chiuso in attesa di rilascio: sono le parole finali. Quindi viaggiare nello spaziotempo attraverso questo worm hole - ecco perché i tanti flashback.
Comunque sono interpretazioni personali e non per questo sono assolute. Probabilmente Koike annuncerà la fine quando avrà voglia/cambierà idea o mai.
Consiglio vivamente questo fumetto underground che meriterebbe più visualizzazioni e l'uscita del terzo volume in Italia.
Allucinante! È forse il termine più scontato ma anche quello più appropriato per questo manga, che sia per il tema trattato che per la composizione delle sue tavole rende piacevole la sua lettura. Direi che proprio la struttura delle tavole ed i disegni molto interessanti e pieni di particolari, sono le caratteristiche che rendono interessanti questi primi due volumi, che raccontano le esperienze di Kabu, il protagonista, a base di nuove droghe e cocktail venduti in appositi locali denominati Pomp Bar. Il ragazzo prova tutti di tipo allucinogeno sino all’escalation finale, che comprende l’utilizzo di una particolare apparecchiatura denominata "Amp", che, anche grazie alla connessione ed interazione con una sua amica, permetterà una serie di flashback che lo porteranno all’attraversamento della porta dell’evoluzione.
Ottima l’edizione della D/Books, sia per la qualità della carta che per la stampa e rilegatura.
P.S.
Meraviglioso il "Paradiso".
Ottima l’edizione della D/Books, sia per la qualità della carta che per la stampa e rilegatura.
P.S.
Meraviglioso il "Paradiso".
Il manga più difficile della storia e forse il più interessante... forse è nato un nuovo genio dei fumetti! Al primo approccio sembra guasi banale ma più lo leggi e più le cose non tornano e pensi e ripensi... meraviglioso.
Tra i molti manga che ci vengono proposti a volte si nascondo delle vere e proprie sorprese, titoli che spesso rischiano di non essere nemmeno notati e lasciati a prendere polvere sugli scaffali delle librerie. Ultra Heaven rischia di fare questa fine, visto che né l'autore, né il titolo, sono conosciuti al grande pubblico. Eppure è un prodotto originale e decisamente valido, sarebbe davvero un peccato non dargli la dovuta attenzione.
In Giappone è giunto solo al secondo volumetto, qui da noi è per ora solo al primo, tra l'altro D/Visual offre un'ottima edizione, ad un prezzo non proprio economico, ma che rispecchia la qualità dei materiali, della stampa e il fatto che comunque è un prodotto principalmente indirizzato ad un pubblico di nicchia.
La trama: in un mondo in cui le droghe sono legalizzate, dove alla TV pubblicizzano allucinogeni in grado di far provare diverse sensazioni, dove potrete trovare questi prodotti direttamente al supermercato sotto casa e dove alla sera, al posto di andare ad un bar a farvi una bevuta, potrete andarci per farvi un 'viaggio', esiste ancora la divisione tra persone comuni e `tossici´. Ci sono infatti droghe illegali, più potenti e dannose, che danno luogo a una maggiore assuefazione, come la nuovissima Ultra Heaven.
Il protagonista di questo manga è uno sbandato a cui un giorno, dopo aver già rischiato la vita a seguito di una overdose, viene offerta una droga secondo lo spacciatore 'molto buona', che tuttavia lo fa entrare in un sogno senza fine, dove non è più in grado di distinguere la realtà dalle allucinazioni.
Che gli sta succedendo? Si sveglierà prima o poi da quel terribile sogno ad occhi aperti? E chi è lo spacciatore che gliel'ha offerta? Non è che lo stiano usando come cavia per qualche esperimento?
Lo scopriremo accompagnandolo nel suo delirante e psicadelico viaggio.
Tra i pregi di questo manga va segnalata una buona tecnica di disegno, con tavole, quelle che mostrano le allucinazioni dei personaggi, molto creative e particolareggiate.
Il soggetto non è in se originalissimo, ma è di certo insolito per un manga e viene raccontato con buona efficacia. Il lettore viene sballottato tra il mondo reale e quello delle allucinazioni, e man mano che prosegue nella lettura il confine tra i due si fa sempre più sottile.
Il protagonista risulta carismatico ed è riuscito a guadagnare la mia simpatia. Questo nonostante il fatto che venga presentato come un personaggio negativo, incapace di vivere senza l'ausilio delle droghe a cui è assuefatto. Si ha comunque l'impressione che possegga la forza per reagire, per venirne fuori, e nonostante il suo stato attuale, che sia speciale.
Un primo numero molto promettente, vedremo se il secondo confermerà le mie aspettative. Peccato soltanto che il manga sia ancora in corso in Giappone, e che l'autore sia piuttosto lento. Probabilmente per il terzo volumetto ci sarà da attendere un bel po'... ma intanto leggete il primo numero, è molto carino.
In Giappone è giunto solo al secondo volumetto, qui da noi è per ora solo al primo, tra l'altro D/Visual offre un'ottima edizione, ad un prezzo non proprio economico, ma che rispecchia la qualità dei materiali, della stampa e il fatto che comunque è un prodotto principalmente indirizzato ad un pubblico di nicchia.
La trama: in un mondo in cui le droghe sono legalizzate, dove alla TV pubblicizzano allucinogeni in grado di far provare diverse sensazioni, dove potrete trovare questi prodotti direttamente al supermercato sotto casa e dove alla sera, al posto di andare ad un bar a farvi una bevuta, potrete andarci per farvi un 'viaggio', esiste ancora la divisione tra persone comuni e `tossici´. Ci sono infatti droghe illegali, più potenti e dannose, che danno luogo a una maggiore assuefazione, come la nuovissima Ultra Heaven.
Il protagonista di questo manga è uno sbandato a cui un giorno, dopo aver già rischiato la vita a seguito di una overdose, viene offerta una droga secondo lo spacciatore 'molto buona', che tuttavia lo fa entrare in un sogno senza fine, dove non è più in grado di distinguere la realtà dalle allucinazioni.
Che gli sta succedendo? Si sveglierà prima o poi da quel terribile sogno ad occhi aperti? E chi è lo spacciatore che gliel'ha offerta? Non è che lo stiano usando come cavia per qualche esperimento?
Lo scopriremo accompagnandolo nel suo delirante e psicadelico viaggio.
Tra i pregi di questo manga va segnalata una buona tecnica di disegno, con tavole, quelle che mostrano le allucinazioni dei personaggi, molto creative e particolareggiate.
Il soggetto non è in se originalissimo, ma è di certo insolito per un manga e viene raccontato con buona efficacia. Il lettore viene sballottato tra il mondo reale e quello delle allucinazioni, e man mano che prosegue nella lettura il confine tra i due si fa sempre più sottile.
Il protagonista risulta carismatico ed è riuscito a guadagnare la mia simpatia. Questo nonostante il fatto che venga presentato come un personaggio negativo, incapace di vivere senza l'ausilio delle droghe a cui è assuefatto. Si ha comunque l'impressione che possegga la forza per reagire, per venirne fuori, e nonostante il suo stato attuale, che sia speciale.
Un primo numero molto promettente, vedremo se il secondo confermerà le mie aspettative. Peccato soltanto che il manga sia ancora in corso in Giappone, e che l'autore sia piuttosto lento. Probabilmente per il terzo volumetto ci sarà da attendere un bel po'... ma intanto leggete il primo numero, è molto carino.