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ApoloS

Volumi letti: 8/8 --- Voto 7,5
Opera di rara lungimiranza di Urasawa-sensei,frutto e reinterpretazione del ben più grande 'Astroboy' di Tezuka. Lo stile del maestro è riconoscibile fin dall'inizio, così come facilmente intuibile la sottotrama, intrecciata in un futuro non troppo lontano. Un mondo dilaniato da una guerra priva di senso (come del resto tutti i conflitti) e basata su di un forte senso di nazionalismo (anche di matrice robotica), dilania e prosciuga lentamente ciò che resta della psiche umana dei superstiti, i quali, inevitabilmente, risultano del tutto traumatizzati. Di notevole caratura è l'aspetto 'ultra-emotivo' di taluni personaggi, soprattutto di robot che 'spezzano' alcune delle leggi della robotica di Isaac Asimov: robot che provano sentimenti, suscitano invidia, amano, piangono, cercano di immedesimarsi nel tessuto sociale volendo sentirsi parte di qualcosa di più grande. Alcuni di loro si evolvono, raggiungono un livello di umanità che li spinge a commettere errori ed addirittura a mentire, nonchè disubbidire. Le conseguenze di questa eredità non possono che essere di una pericolosità inaudita, soprattutto perchè non più gestibile neanche dai robot più forti, nonchè, molti dei quali, veterani di quella guerra che fu; le minacce si moltiplicano, i misteri e i grandi segreti di stato e della scienza si infittiscono sempre di più, fino a raggiungere il climax finale dal sapore un po' agrodolce: apprezzabile, naturalmente, il senso di coerenza rispetto l'intera impalcatura del manga ma forse si sarebbe potuta mantenere una chiave di lettura 'seinen' fino alla fine, anziché piegarsi, in un certo senso, ad una logica più 'commericiale' in stile 'shonen' . In generale, l'opera tocca molti punti interessanti, molto cari all'autore, principalmente, temi di natura attuale come quello del razzisimo, nonchè della paura del diverso e del progressismo; forse, un po' frettoloso su altri punti ma l'opera risulta estremamente dinamica e godibile: le tavole e i disegni sono molto chiari e il tratteggio del sensei è limpido e facilmente individuabile. Si consiglia anche la versione anime. Non l'opera migliore di Urasawa ma sicuramente un 'must have' per tematiche del genere.


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Utente6010

Volumi letti: 8/8 --- Voto 6,5
Se dovessi fare un esempio di un manga che parte come un capolavoro e finisce come una porcheria, il miglior candidato a fare da esempio sarebbe proprio Pluto.

* Trama e storia *
Inizio col dire che Pluto, nel corso dei volumi, subisce una netta trasformazione che mi ha fatto storcere il naso non poco, che è il principale motivo del mio voto poco oltre la sufficienza, e per cui ritengo sia necessario fare una netta distinzione tra inizio e fine.

⮕ Il manga inizia come un noir investigativo ambientato in un mondo futuristico. Ottima la credibilità, ottimi il realismo e il ritmo di narrazione, ottima la cura nel tratteggiare le indagini, vibes che vanno dal cyberpunk al fantascientifico, da “Blade Runner” a “Io Robot”. 👍🏻

Qualcosa o qualcuno sta uccidendo (sì, il termine è corretto) i sette robot più potenti del mondo e i membri di una commissione di indagine formata durante una guerra conclusa qualche anno prima.
A investigare è proprio uno di questi sette robot, il protagonista dell’opera: Gesicht. Nel corso degli otto volumi faremo quindi la conoscenza di un gran numero di personaggi. Molti sono robot, altri sono umani, ma la linea di confine è labile e indefinita, nel momento in cui anche i robot possono iniziare a provare sentimenti. O nel momento in cui gli umani smettono di provarne.
Suspense, un nemico invisibile e inafferrabile, combattimenti, una lunga pista di sangue, la ricerca della verità, oscuri passati, sette misteriose, scienziati geniali e scienziati pazzi, la guerra e le sue vittime. La lotta per la propria sopravvivenza. C’è tanto, tantissimo in questi otto volumi.


⮕ E finisce con una serie di sproloqui sulla bomba all’antiprotone che estinguerà la razza umana e farà scoppiare il pianeta, “come nell’eruzione di Santorini del 1500 a.C.”. Seriously? Ah… per poi chiudere baracca e burattini con un finale ridicolo, frettoloso e che sta a metà tra un battle shonen e un’opera Disney. 👎🏻

Onestamente non mi interessa dettagliare tutti i singoli passaggi, ma ho l’abitudine quando leggo delle trame complesse ad applicare in modo quasi inconsapevole le classiche “5W”. E quindi mi trovo a chiedermi cose tipo “ma questo personaggio questa informazione come l’ha avuta”? Oppure “ma quanto è probabile che una simile evenienza si verifichi”? E Pluto, purtroppo, non è affatto scevro da parti poco limpide, deus ex machina buttati dentro AC/DC (non il gruppo musicale) e forzature anche rilevanti durante lo svolgimento.
Insomma, ho quasi avuto l’impressione che l’idea iniziale sia pian piano mutata e che Urasawa a un certo punto abbia perso la spinta e l’interesse che aveva negli stadi iniziali dell’opera. E questa è un po’ deragliata andando a schiantarsi su un ultimo volume in cui si tirano le fila di tante cose in modo insoddisfacente, concludendo con un finale banale, sempliciotto e infantile.

* Sviluppo dei personaggi *
Per poter fare un’analisi ritengo sia necessario levare di torno la coltre di tristezza che ricopre tutto, che è in parte la cifra stilistica di questo manga, perché sarebbe fin troppo facile dire che tutti i personaggi sono caratterizzati da un velo di infelicità, più o meno profondo.
O meglio… sì, è vero, ma a parte quello? Sotto la pellicola c’è la ciccia oppure c’è un piatto vuoto?
Beh, ci sono tanti personaggi in questo manga, e di buona parte di essi, una volta rimossa lo strato di depressione e mestizia, ciò che resta è un’analisi abbastanza superficiale in cui emergono al massimo uno o due tratti caratteriali, in modo fortissimo. L’empatia di Uran. Il pacifismo di Epsilon. Il senso di famiglia di Brando. Eccetera.
Molti personaggi restano addirittura tratteggiati in modo ancor più nebuloso. O sterile a seconda dei casi. Nel progredire della storia magari ne scopriamo il background e sappiamo che ci sono questo o quell’altro evento triste che hanno generato un senso di costante avvilimento, di rimorso o di perdita. Questo o quell’altro evento felice che hanno generato un costante senso di rimpianto (#mainagioia rules). Ma restano così, un po’ indefiniti, privi di una personalità che li renda davvero distinti e unici.
Molti personaggi hanno inoltre un passato comune legato a un periodo trascorso in guerra (o ai margini di essa) e pare che davvero nessuno sia riuscito ad uscirne indenne. Anche questo è un catalizzatore comune che da una parte comprendo, perché ovviamente rafforza l’impatto drammatico di un conflitto che viene solo narrato come background, ma che d’altra parte tende ad appiattire ulteriormente le differenze di caratterizzazione.
Ci sono però delle eccezioni.

Gesicht è il protagonista della storia ed è indubbiamente il personaggio che viene dettagliato più a fondo. Inizialmente adiaforo e imperturbabile, nel corso dell’opera sviluppa empatia e capacità di provare emozioni, crescendo in modo costante ed equilibrato. Viene indagato a fondo e il risultato è abbastanza sfaccettato, pur mantenendo un “retrogusto metallico”, quel qualcosa che ci fa capire che i suoi sentimenti sono, almeno in parte, artificiali, trattandosi di un robot. Ma non artificiosi, non finti. Le sue azioni/reazioni sono ben gestite, abbastanza credibili e mi sembra che il lavoro fatto a tutto tondo sia stato davvero ottimo.

Atom è l’altro personaggio che merita una riflessione, per quanto sia per gran parte dell’opera ai margini come comprimario. La sua analisi di background è piuttosto scialba, in tutta onestà, e la sua crescita è quasi verticale e sostanzialmente limitata a un singolo volume, in cui evolve in modo davvero troppo rapido e improvviso, prendendo in mano le redini di tutto e risultando in sostanza abbastanza artefatto e innaturale. Una sorta di deus ex machina con le gambe che mi ha riportato più vividamente, rispetto al resto dell’opera, al Tetsuwan Atom di Tezuka. Mi permetto di dire, un Atom la cui caratterizzazione ha non poche responsabilità nel finale orribile della storia.

In generale, comunque, non sono riuscito ad entrare in empatia con alcun personaggio. Dal primo all’ultimo volume. Solitamente quando leggo tendo a calarmi nella parte, ad entrare nella trama, e il mio carattere di persona ipersensibile fa sì che mi trovi a commuovermi o a partecipare delle situazioni tristi di cui leggo. Qui questo non è mai accaduto. I personaggi non mi hanno catturato. Non c’è un solo momento in cui mi sia sinceramente importato delle emozioni che provavano, di come si sentissero o in cui mi sia emozionato per loro. Erano un gruppo di estranei poco definiti che facevano cose.

* Disegni *
I disegni, per l’intera durata degli 8 volumi, sono di un livello altissimo. Non c’è una tavola che abbia un fondale bianco, non c’è un disegno meno curato, la profondità e il dettaglio degli ambienti è altissima, i personaggi sono tutti ben studiati, diversi tra loro, sempre immediatamente riconoscibili. Al giorno d’oggi ci sono tanti manga disegnati davvero bene, eppure resta raro trovarne uno con questo livello di cura.

* Dialoghi e scrittura *
I dialoghi sono una parte importantissima di quest’opera. Non c’è spazio per discorsi di circostanza o discussioni sul tempo atmosferico. Sono innumerevoli gli scambi di battute che aprono la pista a valutazioni profonde sulla vita, sui sentimenti, sulle reazioni e, in generale, su cosa significhi essere umano. Ovviamente il fatto che parte della società rappresentata sia robotica è un bel viatico per questo tipo di discussioni, e il confronto tra uomini e robot è non solo inevitabile, ma del tutto centrale e fondamentale.
Non sempre il risultato è eccellente, comunque, perché ci sono anche tanti discorsi che finiscono per essere inutilmente retorici, qualunquisti o insopportabilmente buonisti.

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* IN DEFINITIVA *
Pluto è un’opera di rara intensità per un manga fantascientifico, ma questo non lo rende automaticamente un capolavoro.
Dopotutto anche un hentai potenzialmente può essere molto intenso, pur avendo una trama surreale e personaggi risibili, ma difficilmente sarà considerato un’opera eccelsa.
L’intensità è un gran pregio, e in tutta onestà qui non è mai venuta a mancare, ma personalmente non mi è bastato quello per dimenticare una trama con qualche forzatura di troppo, un finale orribile e personaggi con cui non sono minimamente riuscito ad entrare in empatia.


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kirk

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Ultimamente sto recuperando molte serie uscite in Italia per la Planet e fra queste non poteva mancare certamente qualcosa di Naoki Urasawa e ho trovato in Pluto un gioiellino.
Questo manga dura solamente otto volumi ed è ispirata dal fumetto di Astroboy/Atom del 1952 di Osamu Tezuka. Chi come me è un vecchio fan degli anime si ricorderà senz’altro del cartone e inoltre la Panini aveva pubblicato una parte del fumetto ma io ammetto di non averlo letto.
Ma torniamo a Pluto opera che verte sul rapporto uomo/macchina e sul fatto se i robot sono soggetti alle regole di Asimov, se abbiano sentimenti e se un robot troppo avanzato non acquisti una singolarità tecnologica che gli consenta di agire secondo coscienza e dunque si ribelli all’uomo travolto da sentimenti come odio o manie di superiorità.
In Pluto ci troviamo in un futuro neanche troppo prossimo in cui uomini e macchine convivono, con i robot che possono fare qualunque cosa e con degli uomini che perlopiù accettano la cosa ma non tutti…
Il racconto verte sui sette robot più sviluppati e da quattro scienziati coinvolti in una guerra in Medio Oriente da poco finita e su come la loro vita quotidiana sia spezzata non solo da brutti ricordi ma anche da qualcuno che vuole fargliela pagare… ma questo non è tanto un battle shonen quanto un thriller con una punta di fanta politica. Ricordiamo che in alcuni punti Naoki Urusawa può essersi ispirato dalla cronaca di inizio anni 2000 per andare a costruire poi una storia autonoma.
Lo consigli a tutti gli amanti dei seinen.


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erika zago

Volumi letti: 8/8 --- Voto 8,5
Eccomi alla conclusione della terza opera che leggo di Naoki Urasawa, una reinterpretazione di Astro Boy "il più grande robot del mondo" di Osamu Tezuka. Non posso fare un confronto con l'opera originale, non avendola letta, ma a grandi linee la conosco. Pluto è un seinen, conta solo 8 numeri e nessun seguito.

In questo mondo futuristico umani e robot vivono insieme in armonia, così tanto che i robot cominciano a provare sentimenti umani. La storia inizia con l'assassinio di Mont- Blanc, un robot guardiano delle foreste molto amato e, in contemporanea, l'assassinio di un uomo al vertice di un'organizzazione per salvaguardare i diritti dei robot. In entrambi i casi, le vittime sono state trovate con delle corna sulla testa. Sarà stato un umano o un robot? A indagare sull'indagine viene chiamato un robot, l'ispettore Gesicht, il quale intuisce che sono stati presi di mira i sette migliori robot del mondo, che combatterono la guerra in Persia, tra i quali lui stesso.
Si potrebbe dire che in questa storia ci siano vari protagonisti, anche se per la maggior parte del tempo seguiremo Gesicht e le sue indagini. L'ho trovata una scelta azzeccata dare più spazio ad altri robot , piuttosto che ad Atom, protagonista dell'opera originale. Forse Atom è troppo conosciuto e già si sa tutto di lui. Scoprire le vite degli altri robot che come lui, difendono la vita è stato davvero interessante e coinvolgente. Devo ammettere che queste premesse le ho trovate subito molto interessanti e sono rimasta incollata alle pagine dall'inizio alla fine. Le varie storie dei robot e delle persone che accompagneranno la storia, sono raccontate magistralmente. Lo stile di Naoki Urasawa si riconosce subito è un misto di tristezza, nostalgia e amore. Io non sono un'amante delle storie strappalacrime, eppure quando leggo i suoi fumetti riconosco la bravura di quest'autore, che scava nell'anima delle persone come pochi. Essendo un'opera breve, non ci saranno i soliti allungamenti tipici delle storie di Urasawa e questo è senza dubbio un punto a favore. Questa serie si potrebbe considerare come un messaggio di pace o un messaggio contro la guerra. Questi robot che erano stati costretti a combattere in Persia durante la guerra, ne portano ancora i segni, sia esteriormente che interiormente come degli esseri umani. Anche se alcuni sono stati creati appositamente per combattere, non è detto che siano solo delle semplici macchine di morte. Perfino un robot può amare la vita e non vuole morire, anche se guidati da tiranni e uomini egoisti, loro hanno comunque capito la bellezza della vita. Alcune parti sono davvero riuscite ad emozionarmi e alla fine, molte rivelazioni sono riuscite a stupirmi. Sebbene non sono del tutto convinta del risolvimento del combattimento finale, il manga per me ha raggiunto il suo scopo.

Lo stile di Naoki Urasawa è sempre molto personale, funziona benissimo con il genere di storia che scrive. Le scene d'azione sono molto dinamiche e d'impatto, come al solito non trovo difetti nello stile. L'edizione è ottima, sebbene un po' costosa e molti numeri vanno esauriti spesso.

Il mio voto alla fine è 8,5 , perchè alcune risoluzioni non mi hanno del tutto convinta, ma le reinterpretazioni non sono mai facili. Ma grazie hai vari collaboratori e alla grande esperienza e passione di Naoki Urasawa, posso comunque ritenere quest'opera ben riuscita. Lo consiglio molto agli amanti dei seinen, di Astro Boy e Osamu Tezuka. Può piacere anche a chi preferisce gli shonen e i polizieschi.

ARAPHAEL

Volumi letti: 8/8 --- Voto 6
E dopo la lettura di "Monster" e "20 Century Boys" la tragedia si ripete inesorabile. il voto che assegno ad Urasawa come autore è un dieci con lode, ma non per la bellezza delle sue opere bensì per la sua capacità di creare enormi aspettative nel lettore che sfociano nel nulla filosofico. Perchè è questo che è "Pluto", ne più ne meno che un buco nell'acqua. Parte come un seinen spettacolare, Urasawa riesce a donare al suo mondo pur fantastico un realismo che nulla ha da togliere alle migliori opere di Taniguchi. La caratterizzazione dei personaggi, almeno nei primi volumi è straordinaria, in particolare quella del detective. Ciò che travolge di questo manga, così come delle altre sue opere, è il singolare connubio sempre ben riuscito tra enigmi incredibili ed affascinanti da risolvere, che costringeranno il lettore a volerne sempre sempre più, abbinato a drammi esistenziali di personaggi immersi in realtà intrise di un tocco di delicata decadenza e senso di inquietudine apocalittica.
Purtroppo la magia finisce nel momento in cui ti rendi conto che i misteri iniziali servono solo per creare aspettativa, ma di fondo la trama intrisa fino al midollo di retorica è vuota ed inesistente.Il manga inizia a decadere verso il quarto volume, ma il culmine si raggiungerà nell'ultimo, quando il seinen di Urasawa sfocia nel trash più assoluto trasformandosi in uno dei più beceri shounen. Le caratterizzazioni dei personaggi in primis, apparentemente promettenti all'inizio diventano sempre più buoniste e stereotipate. La trama rimane tuttavia la più grave pecca di questo manga. Tutto il mistero iniziale verrà risolto in modo estremamente frettoloso ed impacciato, oltre che infantile.


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Piero89

Volumi letti: 8/8 --- Voto 8
Cosa poteva nascere da una storia pensata e scritta una cinquantina di anni fa da Osamu Tezuka e "rifatta" ai giorni nostri da un mangaka come Naoki Urasawa?
Bè una capolavoro!
L'idea di Urasawa di prendere una parte dei vecchi racconti della serie Astro Boy, e renderli moderni è azzeccata;lo stile di disegno moderno migliora sensibilmente la trama e i personaggi vengono ovviamente migliorati anch'essi.L'autore riesce, come sempre, a intrecciare divinamente le azioni dei personaggi e anche i loro sentimenti che si creano con il proseguimento dell'opera.
Urasawa riesce a farti amare i protagonisti principali mettendoli su un livello decisamente più alto rispetto agli altri.In questo manga sono a mio parere due: Atom e l'ispettore Gesicht.I personaggi secondari invece sono tutti più o meno sullo stesso livello diciamo.
L'unica nota dolente che ha abbassato il mio voto è il finale, mi sarei aspettato qualcosa di più.


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Atom

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Ciò che trovo davvero incredibile di Urasawa sensei è il modo in cui riesce di volta in volta a superare i propri limiti, che poi non si discostano di molto dai limiti assoluti del manga. Prendendo ispirazione da un racconto del "dio del fumetto" Tezuka, basato sul personaggio di Tetsuwan Atom, Urasawa ci narra le gesta dei sette robot più potenti del pianeta, incentrando la narrazione principalmente su due di loro: l'ispettore di polizia Gesicht e il robot più forte del mondo Atom. L'autore colloca i fatti qualche anno dopo la fine della guerra contro la Persia.

Tutto ha inizio quando gli Stati Uniti di Tracia inviano degli ispettori per cercare delle fantomatiche armi di distruzione di massa ma, non trovandole, decidono comunque di iniziare il conflitto.
Vi ricorda nulla?
L'intera opera è incentrata sull'uomo, le sue paure, i suoi errori, le sue gioie, i suoi dolori e lo fa mostrandoci la nascita di tali emozioni nei robot. I sentimenti che sbocciano, per la prima volta, "nell'animo" di una macchina diventano per noi illuminanti e la presa di coscienza di quest'ultima diventa la chiave per comprenderli fino in fondo.
Robot che si ritrovano ad essere utilizzati come armi di sterminio contro i propri simili, senza potersi ribellare alla propria natura. Sono stati costruiti per quello scopo e non sono in grado di contravvenire a un ordine, ma ciò non vuol dire che non possano domandarsi se le loro azioni siano giuste o sbagliate.
Urasawa affronta il tema della guerra senza mezze misure, senza compromessi. Non ci viene mostrato nemmeno il più piccolo barlume di una qualche giustizia superiore che giustifichi il conflitto; scopriremo addirittura come un robot possa finire per rifiutare la sua stessa natura di combattente, una volta resosi conto delle proprie azioni.

Altro aspetto degno di nota è la collocazione dei robot all'interno della società descritta dall'autore (non ho letto Tetsuwan Atom ma, conoscendo Tezuka, potrebbe essere frutto del suo genio). Essi hanno la stessa dignità e i medesimi diritti dell'uomo; talvolta assistiamo a vere e proprie manifestazioni d'amore nei loro confronti. Quella meravigliosa convinzione che l'integrazione tra razze sia possibile, fintanto che esiste il rispetto reciproco, persino tra esseri umani e macchine. Ovviamente l'autore non risparmia le critiche a coloro i quali si credono superiori e per questo si arrogano il diritto di disporre dell'esistenza e della vita degli altri.
L'autore affronta poi una gran quantità di tematiche quali l'amore, l'amicizia, la lealtà, la rabbia, la vendetta, la morte, la solitudine; è chiaro come diventi pressoché impossibile approfondire così tante tematiche in questo spazio. L'unica cosa che posso dire è che tutti questi argomenti così rilevanti vengono trattati e analizzati con una delicatezza incredibile. È quasi come se l'autore, nel presentarci la crudeltà dei fatti, ci accarezzasse dolcemente nel tentativo di consolarci. La trama si districa con agilità e prodigioso ritmo, qualità che solo uno sceneggiatore coi fiocchi possiede e riesce a sviluppare.
Molti confondono il ritmo narrativo con la velocità delle azioni, ma non esiste valutazione più errata. Si può ricreare un ritmo vertiginoso anche senza alcuna azione. Bastano uno sguardo, una parola, un gesto, sapientemente concatenati, per premere l'acceleratore della narrazione ed Urasawa, coadiuvato come sempre dal fido Nagasaki, è un maestro nel giocare con tali meccanismi.

Pluto è poesia.
Pervaso di angosciosa tristezza e allo stesso tempo di dolcezza infinita.
Ci troviamo di fronte a qualcosa che trascende l'essenza stessa del fumetto.
I disegni sono meravigliosi e si nota come l'evoluzione stilistica dell'autore non accenni a rallentare; i sentimenti impressi sul volto dei personaggi ne sono una prova inconfutabile. Lo sguardo colmo di tristezza di Atom vi trafiggerà il cuore.

Pluto non è certo un fumetto per tutti. Occorre una buona dose di sensibilità e la voglia di abbandonarsi, lasciandosi guidare attraverso un vortice di emozioni. A chi cerca un semplice passatempo o una storia di pura azione, consiglio di stare alla larga.
Penso che se Tezuka avesse potuto leggere un simile capolavoro, avrebbe davvero compreso quanto immenso sia stato il suo contributo alla causa del manga.

L'edizione Planet Manga è a mio parere ottima. La carta utilizzata, purtroppo, non è ancora ai livelli di J-Pop o Flashbook, ma comunque molto migliore delle edizioni passate. Sono inoltre state inserite le tavole a colori e il volume si presenta con un bella sovraccoperta. Il problema fondamentale resta sempre lo stesso: il prezzo non giustificato dalla qualità e sempre più alto rispetto alla concorrenza. Panini è un colosso e ci si aspetterebbero prezzi concorrenziali, invece preferisce strizzare per benino noi poveri malcapitati offrendoci oltretutto un servizio raccapricciante.


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King Ganon

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Trama in breve:
Ispirato al racconto "Il più grande robot del mondo" di Tetsuwan Atom (conosciuto in Italia come Astro Boy), opera del maestro Osamu Tezuka. In un futuro fantascientifico in cui i robot stanno ottenendo diritti sempre più simili agli esseri umani il super robot Gesicht dovrà investigare per scoprire la causa di una serie di omicidi collegati ad una grande guerra recente a cui aveva partecipato.

Commento generale:
Non sono davvero un grande amante della fantascienza, la presenza di robot e tecnologie super avanzate, nonostante siano alla base della cultura letteraria giapponese, non mi hanno mai fatto impazzire. Che dire poi di una storia basata su di un'altra che ha come target un pubblico piuttosto giovanile? Beh, le premesse non sono delle migliori, se non fosse che stiamo parlando di autori come Osamu Tezuka e Naoki Urasawa; difficilmente un'opera come Pluto avrebbe ottenuto visibilità.

Il problema con la fantascienza è che si rischia facilmente di degenerare in risvolti trash e soluzioni "facilitate" dalla presenza di strumenti potentissimi che permettono qualsiasi cosa. Pluto riesce, invece, ad equilibrare l'atmosfera futuristica e fantasiosa a briglia sciolta dell'originale mantenendo, però, lo stile realistico e verosimile tipico di Urasawa.

Il punto forte di Pluto, però, è la varietà di argomenti che affronta. Se è vero che l'obiettivo principale dell'opera è la sensibilizzazione all'inutilità della guerra, e questo punto viene ripetuto più volte nel corso degli otto volumi, Urasawa non perde l'occasione per trattare dei temi più variegati ed attuali, celandoli sotto la maschera dei robot. La lotta dei robot per ottenere i diritti che gli vengono negati all'interno di una società che li discrimina può essere vista come una metafora del razzismo che si realizza in ogni periodo in maniera differente. I due robot Epsilon e Brando, invece, ci fanno riflettere sull'adozione e, soprattutto gli episodi legati al primo, sull'aiuto che nel nostro piccolo possiamo dare alle persone più sfortunate di noi. Per non parlare di North 2, di cui si narra nel primo volume, ma che è forse la storia più toccante di tutta l'opera, facendoci emozionare per le difficoltà che incontra un (robot) soldato a reintegrarsi nella società dopo aver combattuto in guerra e dopo aver visto quanto terribile sia uccidere un proprio simile.

Una nota di pregio è da dedicare alla sceneggiatura: i tempi di narrazione sono per gran parte dell'opera perfetti, le vignette sono studiate in maniera eccezionale che garantiscono una fluidità nella lettura e una coesione con la storia che rendono lo sfogliare dei volumi una vera e propria goduria. Esempio di questo è il volume settimo con la storia della crepa sul soffitto.

Allora Pluto è perfetto? No. A malincuore sono costretto a rispondere negativamente a questa domanda. Purtroppo, come spesso accade a Naoki Urasawa, egli perde il controllo della storia negli ultimi capitoli. Se è vero che essendo questa serie piuttosto corta è riuscito a gestire meglio le pagine, gli ultimi capitoli risentono di una fretta nell'essere terminati che influisce in parte negativamente nella riuscita del finale. Finale che lascia un po' l'amaro in bocca anche per il contenuto semplicistico, ereditato, se vogliamo, da Tetsuwan Atom, che risulta parzialmente fuori luogo in un'opera di questo calibro.

Stile del disegno:
Tipico stile di Urasawa che si fonde con quello di Osamu Tezuka. Nota di merito per la rielaborazione dei personaggi dell'opera originale con il proprio stile da parte dell'autore.

Edizione:
Non molto curata da parte della Planet Manga, con sovraccoperta e alcune pagine a colori (non tutte presenti, a mio parere) e carta di qualità medio-bassa. Non giustifica il prezzo di 7,50 euro.

Voto:
Sarebbe stato un 10 tranquillo se non fosse per il finale un po' sottotono e per il fatto che per apprezzarlo a pieno bisogna conoscere almeno Tetsuwan Atom che, come se non bastasse, difficilmente è giunto in Italia.

Consigliato a:
A tutti. Con prevalenza a coloro che amano Urasawa, Tezuka e Tetsuwan Atom. Un must have per tutte le collezioni manga di alto livello.


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rocktd

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
I grandi scrittori -e solo loro- sono capaci di riraccontare una storia facendola sembrare un'altra, più ricca e in sostanza migliore dell'originale. E' Quanto fa Urasawa con "il più grande robot del mondo" di Tezuka, uno dei capitoli di Astro Boy cui il nostro autore ha cambiato la regia, il protagonista e molte altre cose riproponendocela in stile Pulp Fiction di Tarantino.
A dire il vero il paragone col film è corretto solo dal punto di vita dell'intreccio narrativo, davvero labirintico ed a incastro, ma non ha niente a che vedere col celebre film per quel che riguarda la violenza dello splatter. E ce ne sarebbe occasione eccome. Il detective Gesicht deve indagare su alcuni omicidi, di robot di persone che hanno in comune la firma dell'assassino: delle protesi di fortuna conficcate nel cranio delle vittime a mo di corna. Ci sarebbe un serial killer quindi e anche un countdown alla Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, ma Urasawa non sceglie la via della brutalità. Sviluppa la storia piuttosto facendo ricorso ad una incredibile sensibilità. E' questa sensibilità un tratto caratteristico dell'autore che non cede a schizzi di sangue e onomatopee ma preferisce uno stile pulito e realistico.

Il realismo di Pluto è da sottolineare, tantopiù perchè è un realismo cercato in un opera di Fantascienza che sembra uscita direttamente dal ciclo dei Robot di Asimov. Urasawa cerca nel mondo futuristico di Astro Boy la realtà dell'uomo, della vita, del mondo. Per questo non cade nello stereotipo del buono contro il cattivo. Vi preferisce l'indiscernibilità tra una brava persona e un potenziale serial killer, tra uomo e macchina, tra giusti e oppressori. E' una scelta che lo ripaga in quanto riesce a restituire meglio la realtà che viviamo tutti i giorni. E' un realismo quindi capace di andare in altri mondi per tornare a parlarci del nostro.

Insomma Pluto è una grande opera, un prodotto d'eccellenza dei manga, una delle vette raggiunte da quest'arte. Come non consigliarlo allora? Leggetelo e rileggetelo; se non sapete niente di Astro Boy tanto meglio; potete leggere Pluto e poi fare il percorso al contrario, risalendo all'opera di Tezuka per saggiarne le differenze. Pluto offre al lettore un viaggio imperdibile nel mondo dei manga. Un Must.


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DesWyvern

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Cosa succede quando si cerca di far rivivere un pezzo storico, ridisegnandolo in chiave più matura e più profonda? Succede che nasce quello che, secondo me, è uno dei migliori seinen mai scritti, un'opera che mi ha colpito moltissimo, che mi ha fatto quasi commuovere: sto parlando di Pluto, ennesimo manga nato dal genio di Naoki Urasawa.

Riuscire a reinterpretare Tetsuwan Atom, quello che si può definire il primo vero manga incisivo per come lo intendiamo oggi, non è sicuramente da tutti. Soprattutto quando lo si fa unendo gli elementi distintivi del Dio dei manga, Osamu Tezuka, e i temi propri di un autore di thriller come Urasawa. Dopotutto però, definire Pluto un thriller sarebbe inappropriato (oltre che riduttivo). Infatti, nonostante l'inconfondibile impronta dell'autore, quest'opera si discosta parecchio da Monster e 20th Century Boys, le altre due opere magne del sensei. Non tanto come stile narrativo, ma piuttosto come temi trattati.
Lo dico subito: Pluto non ha lo stesso livello d'intreccio delle altre due opere che ho citato.
Eppure il mio voto sarà quello massimo. Il perché è semplice: ciò che più ho amato di questo manga, che me lo fa inevitabilmente qualificare come capolavoro, è la sensibilità con cui Urasawa tratta un argomento normalmente asettico come la fantascienza. E con questa dose quasi surreale di sensibilità, riesce a rendere i robot che ci presenta più umani degli umani stessi, senza nessuna eccezione. E ci sono almeno due momenti della storia trattati in maniera così sublime che mi hanno quasi commosso.

Urasawa ci presenta quelli che Tezuka aveva creato come "i sette robot più potenti del mondo" in maniera praticamente perfetta, approfondendoli e caratterizzandoli magnificamente. Così, non solo questi sette, ma anche tutti gli altri droidi e umani che fanno da contorno alle vicende, possono essere considerati delle piccole perle, che allestiscono il cast di un capolavoro assoluto. Un'altra delle cose che ho apprezzato maggiormente è stata la scelta del protagonista: l'autore non sceglie, come ci si poteva aspettare da una rivisitazione di Astro Boy (per dirla all'occidentale), il piccolo Atom, bensì uno dei suoi "colleghi", un altro dei sette robot più forti, Gesicht. Un personaggio che definire riuscito sarebbe riduttivo. E tutti gli altri personaggi di Pluto non saranno da meno, ognuno con un proprio universo interiore, i propri ideali e le proprie relazioni personali.

Bisogna comunque ammettere che Urasawa sceglie di chiudere la sua opera in modo inaspettato e, forse, un pelo incoerente col resto della storia. Molti dei tanti misteri che pervadevano l'universo di Pluto non vengono svelati a dovere, lasciando solo alcuni indizi; l'autore lascia al lettore e alla sua fantasia la risoluzione di questi. Una scelta che ho apprezzato a metà: se da una parte infatti alcuni di quei misteri rimangono ancora per me un punto abbastanza oscuro, dall'altra ho trovato questa decisione di Urasawa quasi poetica, assolutamente adatta al tipo di manga che ha scritto.

Insomma, il finale non comprometterà di certo il piacere della lettura di questo capolavoro assoluto. Con Pluto potrete emozionarvi, commuovervi, riflettere. Pluto è tutto ciò che secondo me un seinen dovrebbe rappresentare. Consigliatissimo.


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Evangelion0189

Volumi letti: 8/8 --- Voto 7
Nel 2003 il Giappone ha festeggiato l'anniversario di nascita di un personaggio dei fumetti ormai divenuto un'icona in tutto il globo: sto parlando di Astro Boy, nato dalla fantasia del grande Osamu Tezuka agli inizi degli Anni Cinquanta. Quale modo migliore per celebrare l'evento, per uno dei più acclamati autori odierni di manga come Naoki Urasawa, se non quello di dedicare al famoso robottino un manga ispirato proprio a un racconto originale di Tezuka? È così che nasce Pluto, serie in soli otto volumi ultimata nel 2009 ed edita dalla Planet Manga; è la versione moderna e sceneggiata alla maniera di un thriller (forse il genere più congeniale a Urasawa) di Il robot più forte del mondo (potete trovare il racconto originale nel quinto volume di Astro Boy, sempre edito dalla Planet). Ad aiutare Urasawa nella sceneggiatura, che quindi risulta essere stesa a quattro mani, è il praticamente sconosciuto Takashi Nagasaki, suo collaboratore anche in Billy Bat, l'opera più recente e ancora in corso del maestro. Ma accenniamo brevemente alla trama di Pluto.

Una misteriosa entità sta distruggendo uno dopo l'altro i sette robot più potenti del mondo. Proprio uno di loro, l'androide investigatore tedesco Gesicht, si mette immediatamente alla ricerca del più piccolo indizio per scovare il criminale che si cela dietro a questi misfatti. Incontrerà sulla sua strada due fratellini, Atom e Uran, nonché il dottor Ochanomizu e l'enigmatico Tenma. Un'indagine, la sua, pericolosa al punto da mettere a repentaglio la sua famiglia, segnata già da un tragico passato, e la sua stessa vita; prima o poi l'omicida verrà a cercare anche lui...

A differenza del racconto di Tezuka, in cui il dio dei manga narra gli eventi con una semplicità disarmante (ma non per questo inferiore, anzi), Urasawa e Nagasaki ci offrono un intreccio complesso e difficile da dipanare: a tutt'oggi permangono per me alcuni punti oscuri, frutto generalmente di aggiunzioni non presenti nella storia originale (il robot mezzo distrutto, l'inquietante orsacchiotto di peluche...); per il resto, l'idea di cambiare la prospettiva della narrazione affidando il ruolo di protagonista a Gesicht anziché ad Astro Boy ha il suo perché e funziona bene. Inoltre l'ulteriore approfondimento dato a quasi tutti i sette robot più potenti del mondo, già ottimamente caratterizzati nell'originale, è degno di lode. Il tratto urasawiano del disegno è come al solito netto, pulito, dettagliato e curato in ogni sua parte ed è divertentissimo confrontare il maggiore realismo dei suoi personaggi con lo stile più "cartoonesco", ma comunque splendido, di quelli originali. Sebbene Pluto non sia paragonabile a capolavori come Monster e 20th Century Boys, mi sento di consigliarlo comunque a tutti, in particolar modo agli amanti dei thriller e a chi ha sentito soltanto nominare Tezuka: potrebbe essere un'occasione per conoscere meglio quel pilastro imprescindibile del fumetto giapponese.

anonimo

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anonimo

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
<b>Attenzione, vi possono essere lievi spoiler.</b>

Pluto va inevitabilmente letto!
Grazie a Naoki Urasawa abbiamo potuto leggere un altro indiscusso capolavoro nel mondo dei manga. Una storia che senza eslusione di colpi regala al lettore: suspance, interesse, meraviglia, ma soprattutto, emozioni.
In così pochi capitoli, l'autore riesce a miscelare un concentrato di misteri unici nel suo genere.

I robot vengono rappresentati con aspetti umanoidi, anche nel modo di pensare. Si pongono domande, rispettano la vita e fanno sogni. Questo è un aspetto che è stato molto criticato, poiché ha dato fastidio che dei robot potessero essere trattati esattamente alla pari dell'uomo. Io, invece, la trovo una cosa molto interessante e unica. L'autore riesce a rendere, forse, più umani i robot che non l'uomo stesso. Infatti, sono stati dei ricordi, o pensieri, proprio di questi robot ad avermi emozionato, commosso, fatto riflettere. E non è cosa da poco.

La storia rinarra l'episodio intitolato "Il più grande robot del mondo", un capitolo del manga Astro Boy di Osamu Tezuka ("il padre dei manga"). Qualcuno (o qualcosa) sta eliminando i sette robot più forti del pianeta e tocca all'ispettore Gesicht, uno di essi, nonché membro dell'Europol, indagare.

I personaggi sono sicuramente il pezzo forte dell'opera. Per citarne alcuni: Atom (Astro Boy) e sua sorella Uran, sono a mio parere i personaggi più caratterizzati ed 'espressivi' di tutti, nonostante non si vedano proprio tantissimo. Brando, sfido chiunque abbia letto "Pluto" a non aver versato almeno una lacrimuccia quando egli morì (nel secondo volume).
Il disegno è incredibile. Le espressioni e i volti dei personaggi sono come poesia raccontata all'interno degli avvenimenti.

L'edizione Planet Manga è ottima, anche se al prezzo di 7,50 euro a volume, sono solo 8. Penso che un piccolo sacrificio si possa fare per Pluto.
Comprate quest'opera che sicuramente non vi deluderà e vi farà conoscere (o scoprire) altre genialità di Naoki Urasawa.

Voti:
Trama:10
Disegni:10
Personaggi10
Edizione:9


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matteoc91

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Pluto è uno dei migliori manga di Urasawa.
La storia è ambientata in un futuro in cui umani e robot coesistono pacificamente; quest'ultimi hanno fattezze umane e sono praticamente indistinguibili da uomini e donne, se non tramite appositi dispositivi (i robot sono in grado di riconoscersi tra di loro); anche la loro vita è simile a quella degli esseri umani: hanno una famiglia, dei figli, soffrono e riflettono. La storia è una delle più tipiche di Urasawa (se non fosse appunto per il carattere fantascientifico), quindi misteri, intrighi, ecc.
L'idea di base in questo futuro espresso dall'autore è che nessun robot sia in grado di far del male agli esseri umani (stile "Io robot" o "Asimov"), tuttavia esiste un'eccezione; nella storia dell'umanità un robot solo ha trasgredito a tale regola, uccidendo un uomo; tuttavia l'analisi da parte di scienziati sulla sua AI (Artificial Inteligence) non è stata utile, non si sono trovate anomalie o cose fuori posto.
Il futuro descritto da Urasawa si ambienta in un arco temporale successivo ad una guerra per la divulgazione dei diritti dei robot in Asia (in Persia per la precisione); a tale guerra parteciparono alcuni dei più forti robot del mondo (sette robot, che saranno poi protagonisti dell'opera); alcuni di questi in maniera attiva, combattendo, altri divulgando un messaggio di pace, mentre altri ancora astenendosi dal conflitto.
In sostanza il tutto inizia con la morte di uno di questi robot, Montblanc Noland, amato per la sua gentilezza ed il suo carattere amichevole; l'indagine viene portata avanti dalla polizia, in particolare da un detective robot chiamato Gesitch (uno dei sette).
Tra vicissitudini, intrighi politici e misteri, le indagini proseguono, descrivendo sempre più personaggi e svelando realtà nascoste, in quello che è il più tipico stile di Urasawa. Qualcuno sta uccidendo i più forti robot del mondo, chi sarà? Avrà a che fare con il conflitto in Asia?
Personalmente l'opera mi è piaciuta molto, però dal mio punto di vista c'è una pecca: non viene approfondita la storia di uno dei personaggi che, secondo me, è tra quelli più particolari, ovvero la mente che sta dietro al presidente degli Stati Uniti. Un vero peccato perchè è una delle figure più caratteristiche del manga, un robot pensato come pura AI (la più avanzata), senza un corpo fisico reale; ogni manovra della confederazione Tracia (l'organizzazione governante che aveva deciso l'invasione dell'Asia) viene decisa da questo essere artificiale, concepito con una mente che potremmo definire sociopatica, in un mondo dove anche i robot provano sentimenti.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, interessante la concezione di Pluto (questa misteriosa figura che continua ad uccidere i sopracitati robot) e dei suoi vari mutamenti di personalità; però la migliore rimane la figura del suo padrone, del suo odio contorto verso Tracia e dell'implementazione di un'AI definita perfetta. Su quest'ultimo punto mi piacerebbe soffermarmi; Urasawa spiega nell'opera l'impossibilità della perfezione, in quanto processazione di infinite realtà e personalità, che porterebbero ad un calcolo infinito ed irrisolvibile; a questo punto viene introdotto il concetto di "sentimento forte" che tende a sovvertire l'ordine di calcolo e a risvegliare l'AI dormiente, imponendo però la scelta forzata di personalità; veramente interessante.
Assolutamente consigliato, da leggere!


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BeatGabriel

Volumi letti: 5/8 --- Voto 8
Ciao ragazzi oggi vi vorrei dire due parole su Pluto un manga di Naoki Urasawa edito dalla Planet Manga in otto volumi.

Ai più esperti di coloro che leggeranno questa recensioni brilleranno gli occhi alla menzione di Osamu Tezuka. Ai meno ferrati forse il nome di Kimba il leone bianco o Astro boy diranno qualcosa. Chi invece non conosce nessuna delle due cose può anche andare a leggere qualche altra recensione o a informarvi su Tezuka.
Decenni or sono, Osamu Tezuka, diede vita a una storia speciale ed emozionante. La storia di Atom, un robot capace di provare sentimenti umani. Il titolo dell'opera era Tetsuwan Atom, approdato in Italia col nome di Astro Boy.
Un episodio specifico di Tetsuwan Atom (il robot più forte del mondo) ispirò il grandissimo Naoki Urasawa a creare quella che è secondo me una pietra miliare del manga moderno, Pluto.

Pluto narra di un futuro iper-robotizzato (dove i robot rivestono tutti i ruoli nella società, cameriere, poliziotti, detective) e della vita di Gesitch, che è per me il protagonista della storia. Gesitch è un detective e si ritrova a sbrogliare i fili di uno strano caso: un serial killer ha iniziato a uccidere i sette robot più forti del mondo, tra i quali spicca la figura di Atom e Gesitch.
Inoltre, in contemporanea, assistiamo agli omicidi di importanti esponenti della civilizzazione robotica, uccisi a sangue freddo da qualcuno che sembra divertirsi a impersonare i panni del dio della morte, Plutone (da qui il titolo del manga). La storia è commovente e la capacità, anche se appena accennata, di provare dolore da parte dei robot viene espressa in modo eccelso.

I disegni sono vecchio stile, quindi non aspettatevi capolavori grafici, semplici e immediati, ma mai brutti, i disegni devono coinvolgere ed emozionare, non stupire.
Il formato è pessimo. Una buona sovraccoperta è l'unica cosa che si salva. 7,5 euro per un manga con pagine a colori un capitolo sì e uno no, le poche pagine a colori stampate su carta non idonea e pagine giallastre e di bassa qualità non valgono l'esorbitante prezzo dell'opera. L'edizione italiana è un flop, ma il manga merita davvero, è divino.


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__Nergal__

Volumi letti: 8/8 --- Voto 8
Pluto è un manga del 2003 composto da 8 volumi e ispirato al celebre Astro Boy.
La storia è inizialmente piuttosto semplice : qualcuno o qualcosa sta cercando di uccidere i sette robot più forti del mondo.
Da qui inizia a crearsi un velo di misteri riguardo a Pluto (colui che commette questi efferati crimini), che verranno svelati molto lentamente creando un senso di suspense crescente in ogni volume.
Se da un lato abbiamo l'enorme mistero creato attorno a questa figura non si può dire che lo svolgimento della trama sia altrettanto coinvolgente. Fin da subito si intuisce cosa succederà ai personaggi in quanto l'attenzione del mangaka è posta più sulla loro caratterizzazione emotiva, dando uno spessore notevole ai vari robot, che sono tali solamente in quanto macchine ma sentimentalmente sono molto umani.

Si perderebbe troppo tempo addentrandosi a descrivere i vari robot e il motivo per cui è tanto facile affezionarcisi.
Ottimamente realizzata è anche la società in cui è ambientato il manga, che riprende molti degli avvenimenti reali declinandoli in chiave robotica (il razzismo, giusto per citarne uno, anche se paragonare il KKK al fantomatico KR del manga è quantomeno azzardato visto che i robot per quanto umani sono pur sempre frutto dell'ingegno del loro inventore e non di madre natura).

Le tematiche riguardanti la distinzione umani e robot sono una delle parti migliori del manga; frequenti sono le disquisizioni filosofiche su ciò che ci distingue.
Dal punto di vista prettamente tecnico non ci sono date molte spiegazioni, si sa solamente che questi robot sono talmente avanzati da provare emozioni; impossibile però non sentirsi spaesati nel vederli accudire i propri "figli", situazione quasi al limite del ridicolo. Lo stesso discorso vale per i bambini robot che, in quanto loro non invecchiano e non crescono (almeno fisicamente parlando) non hanno ragione di esistere. Perlomeno i robot, in quanto macchine, dovrebbero essere creati per svolgere determinati compiti e non per fare una famiglia. Altri esempi un po' ridicoli sono il character design di certi di loro, si passa da quelli ultrarealistici a macchine che sembrano uscite da un film anni '60.

Senza voler spoilerare c'è un esempio lampante di ciò nelle prime pagine in cui vediamo una "donna di casa" robot perdere il marito e una scena che sembra presa da un classico film drammatico con il poliziotto che spiega la morte del marito declinata in versione robotica che è risultata abbastanza ridicola ai miei occhi.

Mi sono volutamente concentrando su questi aspetti in quanto è impossibile analizzare la trama senza spoilerare almeno qualcosa quindi posso solo ribadire che, nonostante la sua semplicità riesca a catturare fino all'ultima pagina salvo avere una leggera caduta sul finale, un po' frettoloso.
Il manga presenta dei disegni veramente belli, specie per il dettaglio impresso alla ricostruzione delle città futuristiche.

Come si è ben potuto capire dalla mia recensione non amo particolarmente l'umanizzazione dei robot che fa sorgere in me la classica domanda :" ma se i robot sono nate come macchine, al servizio degli umani... necessitano davvero di una IA tale che li renda praticamente uguali a noi? Come si può distinguere un umano da un robot in questo modo?". Il manga risponde a tutto ciò con la classica morale della convivenza, una spiegazione che non trovo convincente in quanto creare robot praticamente umani non è molto diverso dal "giocare a fare Dio". Insomma, tematiche che non amo particolarmente, trattate in un modo che amo ancor di meno ma nonostante ciò il manga resta un prodotto validissimo che oscilla tra un 8 e un 9 e che non deluderà sicuramente le attese del lettore.


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subaru_den

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Cercherò di descrivere Pluto nel modo più sintetico possibile, evitando dettagli della trama che potete leggere nel riquadro sopra.

Per quanto mi riguarda, si tratta di un piccolo capolavoro che gode non solo di una impeccabile realizzazione tecnica, ma anche di una storia trascinante e toccante. In un mondo in cui umani e robot coesistono è facile immaginare quali questioni etiche vengono a galla quando si tratta di istinto, emozioni e razionalità. Urasawa (insieme a Nagasaki) si districa egregiamente in queste tematiche tipiche delle robo-storie, e rilegge con una chiave inedita l'incontro tra i sentimenti e i robot.

Forte è il riferimento all'universo Tezukiano, sia dal punto di vista delle tematiche che dall'inserimento di alcuni personaggi. Senza dubbio un must per chi ama il genere fantascientifico.


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alessio.avino

Volumi letti: 8/8 --- Voto 4
Un'opera che nei primi volumi ti tiene attaccato alle pagine, anche se per l'edizione Panini Comics vorresti subito staccartene perchè a nessuno piace sfogliare carta straccia. Poi però sembra che qualcosa cambi, sembra come se la storia perdesse forza, come se Urasawa non fosse riuscito a mettere bene insieme il frutto dei primi numeri ed il finale è deludente. E' una serie veloce, senza fronzoli ma che di conseguenza non riesce ad approfondire nulla, né i personaggi né la storia, ti ritrovi a non comprendere a pieno cosa stia accadendo. Se poi come me leggi per la prima volta questa storia senza conoscere le altre di Urasawa non comprendi bene certi aspetti, è come se ti mancassero dei pezzi.
Mi aspettavo molto di più da Urasawa, la sua opera più brutta, per questa gli assegno un voto molto basso.


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TheRolandDeschain

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Capolavoro assoluto. Lo splendido tentativo da parte di Urasawa di rendere onore a Osamu Tekuza dando vita a una rilettura di Astroboy in chiave moderna riesce perfettamente!
La trama parte dalla misteriosa uccisione di uno dei sette robot più potenti del mondo (lo svizzero Mont Blanc) assieme ad un attivista dei diritti dei robot. Entrambe le morti presentano il medesimo sistema di esecuzione: un paio di corna situate sul capo della vittima. A indagare sul caso è Gesicht - secondo membro dei sette robot - particolarmente toccato dalla perdita del compagno di battaglia Mont Blanc.
Avete capito bene: compagno di battaglia. Mont Blanc, Atom, Epsilon, Heracles, Brando, Gesicht e North n.2 sono i sette robot più potenti del mondo, talmente potenti da poter essere utilizzati come armi di distruzioni di massa. E così fu, nella lontana guerra che vide la federazione Tracia insorgere contro la pericolosa Persia: una guerra combattuta solo da robot da ambo le parti. Ma credete che ai robot descritti in "Pluto" manchi l'umanità? Tutto l'opposto: ci sono robot dissidenti, robot pacifisti, robot che provano "emozioni", che desiderano la maternità, che provano pietà, che piangono e che odiano. Proprio l'odio è il forte sentimento che contraddistingue il misterioso assassino che cercherà di distruggere tutti i sette robot sopraccitati.
La capacità robotica di provare emozioni è il leitmotiv dell'opera, e l'idea di Urasawa di definire come "il robot perfetto" colui che è fino a tal punto perfetta copia dell'essere umano da riuscire addirittura a sbagliare è l'emblema della voluta somiglianza tra umani e robot. Il confine tra le due specie è tanto labile che alla fine cade quasi del tutto.
La caratterizzazione dei personaggi è maestosa: le figure di Pluto, Atom, Gesicht ed Epsilon svettano su tutte; grande profondità è stata data ai personaggi robotici che scalzano decisamente la controparte umana e si impongono come i veri protagonisti della storia. Le scene d'azione risultano vibranti poichè incanalano un colpo di scena dietro l'altro regalando pure emozioni andrenaliniche al lettore.
Un vero e proprio capolavoro. Consigliatissimo.

luigi
luigi

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
<b>Il robot più grande del mondo, ovvero, due parole su Pluto</b>

No, non è un fumetto per tutti, Pluto. Ma non perché esso non si adatti alle varie esperienze umane o non goda di quella versatilità che deve caratterizzare un vero fumetto. E neanche perché le varie intelligenze dei lettori non siano all'altezza di capirne il contenuto. Tutt'altro. Leggendo Pluto, ci si immerge in un mondo che non ha sbavature, in un angolo della fantasia che provoca immedesimazione e rispetto, fino a giungere ad uno status in cui realtà e finzione arrivano a contemperarsi dolcemente, aiutati da un disegno pulito e sincero, compenetrati da un ingegno che non apre falle nella logica, ma che guida il lettore nel giusto verso della sua creazione.

Questo piccolo capolavoro è stato capace di fondere - grazie alla discrezione di un tratto d'inchiostro maestoso - cultura, mistero, fantascienza con un elemento quasi sconosciuto: la sensibilità. È con la tenerezza degli animi sensibili che si muovono all'interno di Pluto che questo fumetto riesce a conquistare il fruitore, il quale viene trasportato da un capo all'altro del mondo, e viene immerso in una trama scandita e puntuale, in un mosaico artistico fatto di passione e di sentimento.È qui che sta la genialità: nel poter vivere con gioia e dolore le avventure degli eroi, nel poter sentir palpitare i propri sentimenti, i propri ardori, le proprie emozioni insieme ad Atom, a Gesicht, a Helena, ad Epsilon, fino a sfondare quel muro di odio e di indifferenza che ammorba la terra e gli animi, e permettere alle lacrime di sgorgare, lavando le impurità dei cuori, sciogliendo perfino la fredda resistenza dell'acciaio. No, non è un fumetto per tutti, Pluto. Ma solo per chi ha il cuore di comprendere i drammi e le alterne vicende della vita, solo per chi riesce a bere l'amarezza e commuoversi accorgendosi di superarla, solo per chi riesce a piangere anche vedendo morire un pezzo di ferro.

E se dobbiamo apprendere dalle labbra di un robot questa lezione, facciamo nostre le parole di Pluto, il quale ci ammonisce e ripeterà per sempre che "non nasce niente dall'odio… "


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DaisukeKatashi

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
"Niente... nasce... dall'odio..." - Gesicht

Introduzione
Prima di tutto, mi sembra fondamentale introdurre l'autore cardine dell'opera originale: per chi non lo sapesse "Pluto" si ispira a "Testuwan Atom", altrimenti chiamato "Astroboy", uno dei tanti capolavori del "Dio dei Manga" Osamu Tezuka. Osamu Tezuka, grazie a "Testuwan Atom", è riuscito a creare un capolavoro indelebile nel tempo; nonostante l'opera sia abbastanza datata, riesce ancora in Giappone, come un po' in tutto il mondo a "farsi voler ancora bene". Quindi il nostro "Pluto" è da considerare un omaggio al capolavoro di Tezuka. Naoki Urasawa è riuscito con il suo "Pluto" a far rivivere un grande capolavoro come "Tetsuwan Atom" e per questo a mio avviso è da stimare.
Non dimentichiamoci di introdurre l'autore di "Pluto", Naoki Urasawa, noto mangaka conosciuto e apprezzato grazie ad altri suoi grandi capolavori del calibro di "Monster", "20th Century Boys" e l'attuale "Billy Bat", l'autore con "Pluto" cerca nel 2003 (anno di nascita di Atom nell'opera originale di Tezuka) di dare vita a una nuova visione del tanto amato "Testuwan Atom", ovviamente nello stile più consono di Urasawa.
"Pluto" è stato serializzato a partire dal 2003 su Shogakukan e in totale il manga conta 8 volumi (serie conclusa). In Italia il manga è stato pubblicato dalla Planet Manga in un'edizione simile a quella di "20th Century Boys", ma a differenza di quest'ultimo sono presenti pagine a colori. Il prezzo del singolo volume è di 7,50 € a volume.

Trama
Il manga vede come protagonista, invece di Atom, il robot detective Gesicht (il quale è membro dell'Europol), il quale si ritroverà a indagare sulle misteriosi morti di Mont-Blanc, robot svizzero apprezzato da tutti, e di Bernard Lange, leader del gruppo per la difesa dei diritti dei robot. La morte di questi due sembra avere dei punti in comune; chi è il misterioso omicida, ma sopratutto è un umano o è un robot? In un mondo ambientato in un futuro prossimo, vedremo la nascita di un altro capolavoro firmato Naoki Urasawa.

Considerazioni
"Fantastico" è la prima cosa che mi viene da pensare. Ma parlando più approfonditamente dell'opera, risulta essere una classica opera alla "Urasawa" molto introspettiva e con la presenza di moltissimi personaggi e tutti ben definiti. Urasawa riesce con "Pluto" a intrecciare un thriller molto complesso con una tale linearità da fare paura. Trovo inevitabile l'affezionarsi ai personaggi del manga, a partire dal Detective Gesicht (personalmente il mio personaggio preferito), il quale risulta essere un personaggio ideale per il manga di Urasawa. Mi sono piaciute anche molto le citazioni di altre opere di Tezuka all'interno dell'opera, come ad esempio "Black Jack" e "Pinocchio". In definitiva la trama del manga è perfetta dall'inizio alla fine, con moltissimi colpi di scena, alcuni veramente impensabili.
Il tratto è quello classico di Urasawa, realistico al massimo. "Pluto" è manga che non deve assolutamente mancare ai fan di Urasawa, ma mi sento anche di consigliare il manga a tutti coloro che hanno intenzione di leggere per la prima volta un'opera del maestro Urasawa. Quindi in definitiva, il manga, mi sento di consigliarlo a tutti. Un manga come "Pluto" è difficile da trovare in questi tempi.
Il mio voto finale è un bel 10 pieno pieno.


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more Clay

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Dispiace molto dare un voto così "basso" a un manga del genere. Gli 8 volumi di cui "Pluto" è formato sono infatti profondi e davvero coinvolgenti. Sembra di leggere un thriller poliziesco e la voglia di andare avanti e leggere è veramente incredibile. Splendida è infatti la trama, sapientemente orchestrata da Naoki Urasawa, nella quale azione, psicologia e mistero si intrecciano in un mix davvero ben riuscito. Nel manga seguiremo le vicende di Gesicht, abile ispettore al servizio dell'Europol, intento a scoprire il colpevole degli omicidi di alcuni dei robot più tecnologicamente avanzati al mondo. Sappiate inoltre che il nostro investigatore non ricorda per qualche oscuro motivo il suo passato, il quale riemergerà lentamente attraverso flashback ben curati e studiati. A ciò si deve anche aggiungere la particolareggiata ambientazione futuristica nella quale umani e macchine convivono e si fondono, rendendo sempre più sottile il limite che li separa.

Anche in questo manga, come in altri esponenti del genere, si vuole infatti porre l'accento sull'aspetto umano dei robot. Questi vengono spesso rappresentati in scene di grande tensione emotiva: amore, odio, pianto, gioco, felicità, scene di ordinaria" umana" quotidianità, insomma. Tuttavia ciò non intacca o mina in alcun modo la struttura narrativa. Indimenticabile è il primo volume, nel quale paradossalmente il manga raggiunge l'apice sotto quest'aspetto con l'episodio di North numero 2. Queste 48 pagine valgono infatti da sole il prezzo del volume. Per profondità psicologica, commozione, sentimento penso che queste pagine contengano ancora oggi uno degli episodi più belli che io abbia mai letto, parlando anche di libri. Ma c'è un ma che giustifica il voto che ho dato. Anzi due. Il primo, quello meno importante, riguarda il prezzo del manga. 7 euro e 50 sono tanti e, nonostante l'edizione sia veramente eccellente sotto tutti i punti di vista, così tanti soldi per un singolo volume possono rappresentare un problema per alcuni. Unico appunto positivo è che i volumi sono solo 8, o meglio 7.

Esiste e si trova facilmente anche l'ottavo, certo, il quale peraltro è anche più spesso degli altri, ma nell'ultimo volume risiede il vero problema di "Pluto".
Il finale: ovviamente non vi dico che cosa accade, vi dico solo che nel finale traspare quello che secondo me è il più grande problema di Urasawa. Accanto a un'impalcatura, a una caratterizzazione e a una trama magnifiche, è presente - lo è anche in "Monster" - un finale abbastanza scontato, "solidale", per certi versi simile alla classica fiaba "e tutti vissero felici e contenti".
Certo, il finale è comunque interessante e presenta diversi colpi di scena, ma lascia l'amaro in bocca. L'amaro in bocca per quel qualcosa in più che poteva essere, ma che non è a causa di un'eccessiva e ingiustificata, seguendo lo svolgimento stesso della storia, "moralità" da parte dell'autore. E tutto quello che c'era prima crolla di fronte a questo e fa prendere a un manga un "misero" 8 a mio parere.
Comunque consiglio la lettura di questa preziosa opera d'arte. Sicuramente gli amanti dello psicologico, del thriller e anche quelli del futuristico ne rimarranno piacevolmente sorpresi e affascinati.


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Franzelion

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Pluto è il mio secondo approccio con Urasawa, il primo è stato Monster. Ok, ora ne ho la conferma: quest'autore è un genio.
Naoki si fa riconoscere sin dall'inizio, grazie ad inquadrature ed espressioni ricercate e ispirate, degli indizi che stuzzicano sempre più la curiosità del lettore invogliando la prosecuzione della lettura.
Si ha fin da subito l'impressione di trovarsi dinnanzi a un caso (Pluto è un giallo) dalla complessità e dalla profondità concettuale eccezionali, e tale si rivela dopo le ultime rivelazioni. Unica nota un po' stonante è forse il finale che appare leggermente frettoloso e quasi "forzato" nei contenuti, come se cioè Urasawa dovesse per forza adattarsi al finale dell'opera originale di Tezuka. Non dico che il finale sia fuori luogo, ma credo proprio che se questa fosse stata un'opera originale di Urasawa egli avrebbe dato il suo meglio (come fatto con Monster ad esempio) in questo finale, e l'avrebbe reso più profondo di quanto non sia ora, rendendolo quindi in perfetta linea con tutte le premesse concettuali che aveva creato sino ad ora (a parte la concezione umanistica, c'erano diversi altri concetti fantascientifici stile Ghost in the shell che Urasawa aveva introdotto e sembrato di voler approfondire fino alla fine, ma così non è stato, è mancata quella scintilla finale che avrebbe reso il manga un capolavoro assoluto).

La storia comunque, indipendentemente dai contenuti, riesce a sciogliere tutti i nodi della trama che si erano creati... o meglio QUASI tutti. Quasi perché giusto un paio di dettagli rimangono all'oscuro, ma probabilmente è una scelta volontaria dell'autore per rendere più criptici alcuni passaggi e per dare al lettore una possibilità di interpretazione su alcuni punti, che concede più profondità al manga. Almeno questo è il mio pensiero, poi magari invece Urasawa è solamente caduto in errore mettendo più carne al fuoco di quanta avrebbe potuto raccoglierne.
I personaggi sono approfonditi ma non oltremisura, quanto basta, alla fine non si sente la mancanza di un'ulteriore caratterizzazione... o forse sì, come ad esempio per Uran che mi sembra un po' messa lì tanto per.
I disegni sono come al solito eccellenti, sia per le inquadrature che per le espressioni come dicevo all'inizio, sia per i fondali spesso e volentieri molto dettagliati.

Concludendo, consiglierei quest'opera assolutamente a tutti se non fosse per l'esagerato prezzo (7,50 per un'edizione del genere sono una truffa, ma d'altronde con Solanin hanno fatto anche peggio), quindi vi consiglio di ponderare bene i vostri acquisti e di fare magari qualche sacrificio per recuperare questa perla, formalmente impeccabile sotto tutti i punti di vista, che manca giusto di quella scintilla d'ispirazione finale per elevarlo al capolavoro dell'anno (ma anche in questo modo potrebbe esserlo, eh); vi raccomando poi di leggere tutti i volumi nel minor tempo possibile, perché non sarà facile tenere a mente tutti i dettagli della storia.
Il finale per metà aperto potrebbe non piacere a tutti, quindi è sempre meglio sapere a cosa si va incontro per evitare aspettative non ripagate.
Un dito sotto Monster, ma comunque eccezionale.


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Vitt

Volumi letti: 8/8 --- Voto 8
<b>[ATTENZIONE: possibili SPOILER a seguire!]</b>

Le premesse perché Pluto potesse diventare un capolavoro assoluto c'erano tutte. Ahimé, alcuni particolari abbassano il mio voto complessivo, che si assesta comunque su un 8.

La regia di Urasawa è al massimo della sua forma nei primi volumi, quando il fulcro della narrazione è rappresentato da Gesicht e dalla sua indagine. La trama è coinvolgente fin dalle primissime battute e il tenore generale si mantiene su alti livelli fin quasi alla fine. L'ambientazione è resa graficamente benissimo da disegni sempre all'altezza del maestro Urasawa, mentre l'approfondimento psicologico dei personaggi (altro punto di forza in tutte le opere del sensei) è elevato alla massima potenza, rendendo i robot coinvolti nella vicenda "più umani degli umani".

Ovviamente, trattandosi della rivisitazione di uno tra i più famosi episodi della serie "Tetsuwan Atom" ("AstroBoy", in Italia), la figura di Atom è essenziale ai fini della risoluzione della trama. E qui si riscontra il primo disequilibrio: se da un lato la scelta di "regalare" a Gesicht un ruolo di primo piano per buona parte della storia risulta vincente ai fini della resa di un'ambientazione più noir e "adulta", il personaggio di Atom viene introdotto quasi in sordina e anche i suoi interventi successivi sono di poco conto rispetto alla figura dell'investigatore Gesicht, che fino alla sua uscita di scena è a tutti gli effetti il protagonista indiscusso di questo manga.
Quando Atom, tornato in scena dopo una lunga assenza, prende in mano le redini della situazione, la svolta risulta troppo repentina rispetto al ritmo meno incalzante e frettoloso visto nei volumi precedenti, e la sensazione (spiacevole, invero) è quella di una brusca e immotivata accelerata verso il finale, che arriva troppo presto, senza una preparazione adeguata. Sotto quest'ottica, anche la risoluzione degli ultimi misteri (Bora, il dottor Goji...) pare "gettata nel mucchio" e troppo sbrigativa, azzerando (quasi) tutto il pathos che avrebbe potuto invece infarcire lo scontro finale tra Atom e Pluto.

Come ho detto in apertura, le premesse perché Pluto potesse diventare un capolavoro assoluto c'erano tutte. Alcune scelte nella stesura della trama (una fra tutte, lo spostamento del punto di vista da Atom a Gesicht) hanno però finito col dare a questo manga molto sprint iniziale, per poi lasciarlo con poco carburante a pochi metri dal traguardo, imponendogli inutili salti mortali per concludere la corsa.
È comunque un manga che consiglio vivamente. Al di là dei difetti sopra elencati e del (leggero) amaro in bocca per l'occasione mancata di diventare un vero e proprio cult, rimane una lettura gradevolissima, coinvolgente ed emozionante.

Turamarth

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Turamarth

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Dopo Monster questa è l'opera di Urasawa che più preferisco. È la prima opera che ho letto di questo grande mangaka. Il disegno è favoloso, come sempre. Molto realistico e nessun personaggio assomiglia minimamente ad un altro. Questa differenza tra personaggio e personaggio c'è anche psicologicamente. Infatti sono tutti caratterizzati benissimo, con un loro passato, una loro ideologia, dei sogni. Già solamente per la caratterizzazione dei personaggi e il disegno consiglierei questo manga, ma anche la trama non è da meno. Ci sono infatti diversi personaggi che intrecciano le loro storie creando una trama ricca e mai scontata. I misteri iniziali vengono svelati lentamente durante i primi 7 volumi. E i numerosi dubbi rimasti ci vengono spiegati di colpo nell'ultimo volume, che chiarisce ogni idea. Questo fa sì che il lettore possa provare lui stesso ad arrivare alla conclusione da solo proprio come nei migliori thriller, e verificare poi il risultato con l'ultimo volume. Questo manga ha anche il vantaggio di essere corto quindi si presta facilmente a più letture. I personaggi sono riusciti benissimo anche con così pochi volumi. Unica pecca è la trama che con i vari misteri che sono stati disseminati poteva durare due o tre volumi in più e sciogliere più lentamente i dubbi. Tutto sommato però 8 volumi sono sufficienti per fare di questo manga un'opera d'arte. Voto 9.5!


 3
Kid Icarus

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Bello, intrigante, appassionante, tecnologico, nostalgico, avvincente, psicologico, rocambolesco, epico, futuristico.
Pluto è un manga che si legge tutto d'un fiato, un Thriller futuristico che non ti permette di appoggiare il volumetto senza averlo finito.
È stato il primo manga di Naoki Urasawa che ho letto e mi ha trasportato nel fantastico mondo di questo grande maestro del fumetto giapponese. Appena finito Pluto ho cercato subito di recuperare tutti gli altri capolavori di Urasawa, ogni singola opera un capolavoro, tutto ciò che disegna diventa epico.
Dopo questa piccola ode al maestro passiamo al fumetto vero e proprio:

Pluto si presenta come un Thriller futuristico ambientato nell'universo di Astroboy creato dal grande Osamu Tezuka, infatti il manga vuole anche essere un grande omaggio a questo autore del passato ammirato molto da Urasawa.
Non c'è un vero e proprio protagonista, la storia viene vista in momenti diversi dai vari personaggi, questo permette all’autore di far affezionare il lettore ad ogni singolo personaggio per poi gestire la storia in modo da toccare sempre il lettore nel profondo.

La trama è molto originale, parte molto lenta per poi avere un crescendo sempre maggiore di volume in volume. Ogni morte conclude una fase della narrazione in modo grandioso portandoti a leggere subito il capitolo successivo che ricomincia lento per poi progredire in crescendo fino alla morte successiva. Durante questi capitoli c’è sempre chi cerca di trovare il colpevole.
Sullo sfondo narrativo è presente una guerra passata che ha toccato gli animi di tutti i personaggi e che funge da filo che ne lega tutte le vite. La guerra rimane però sempre di sottofondo essendo un evento precedente alla storia, questo da più polpa ad una trama già ben imbastita.
Come sempre in tutti i thriller di Naoki Urasawa i colpi di scena sono ben congegnati e sempre inattesi, il mastro riesce a pilotare il lettore in modo magistrale, non ti permette di appoggiare il volumetto fino a che l’ultima pagina ti scorre tra le dita.

Il tratto di Urasawa è magnifico e non smetterò mai di dirlo, per prima cosa ha uno stile personale distinguibile che da carattere ad ogni sua opera. Ogni tavola è un capolavoro, il disegno è fluido e pulito una goduria per gli occhi.

Se devo portare una critica però vorrei dire due parole sul finale, forse troppo sbrigativo, poteva esserci un volume in più tra i due finali per trattare meglio le ultime fasi narrative che vengono compresse troppo negli ultimi due volumi. Il potenziale permetteva alla storia di allungarsi ancora molto e mi chiedo cosa abbia portato l’autore a concluderà in modo molto sbrigativo. Forse erano già stati pianificati gli eventi essendo un lavoro co-prodotto con Takashi Nagasaki così da non permettere all’autore di esprimere appieno il suo genio narrativo.

Vorrei dare a Pluto un voto pieno ma so che poteva essere migliore, un voto come 10 lo merita un fumetto che meglio di così non si poteva immaginare, Pluto aveva un potenziale enorme che se veniva gestito tutto a dovere poteva raggiungere di sicuro i 15 volumi.
Dunque do solo un 9 a questo capolavoro, ma che vale più di molti 10 dati ad altre opere.


 7
Fran

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Per secoli, anzi, millenni, abbiamo creduto di essere stati creati da qualche sorta di divinità e di avere un'anima. Divinità che ci indicavano cosa fosse giusto e cosa sbagliato, e dimensione attraverso la quale sentire cosa fosse buono e cosa cattivo.
E se noi stessi, esseri creati, diventassimo i creatori? Se riuscissimo noi a dar vita a degli esseri, come indicheremmo loro eventualmente la differenza tra il Bene e il Male?

Pluto, l'opera di Urasawa, si apre gettando ombre simili. È stato “ammazzato” un robot, ed è stato ammazzato un uomo. La mano sembra che sia la stessa dato che su entrambi i resti sono state conficcate delle specie di corna nel cranio. L'assassino potrebbe essere lo stesso, se non fosse per due grossi problemi di fondo: da un lato i robot sono programmati in modo tale da non poter uccidere gli esseri umani quindi l'assassino dovrebbe essere umano; dall'altro lato, il robot che è stato “ammazzato” era uno dei sette grandi robot della Terra, potenzialmente un'arma di distruzione di massa, perciò sembra improbabile che un uomo abbia potuto compiere un'azione del genere. Chi è allora il colpevole?

Urasawa rilegge la saga di Tezuka “Il più grande robot del mondo” partendo da qui, mostrandoci la vicenda attraverso gli occhi di Gesicht, il robot tedesco dell'interpol incaricato di investigare sul caso. Eppure non potremmo dire che si tratti del solo protagonista, bensì, e questa è una delle particolarità della serie, non c'è un vero e proprio protagonista, ma la vicenda è narrata anche attraverso le prospettive dei vari personaggi come Atom (Astroboy in Italia), il prof. Ochanomizu, il dott. Tenma, Epsylon, Uran, lo stesso Pluto.

Ciò è funzionale per illuminare i vari problemi della società in cui si svolgono le vicende: una società in cui i robot si possono sposare, ma solo tra di loro; in cui possono adottare figli, ma solo del loro stesso modello; in cui sono sfruttati per le loro capacità, ma a cui sono negati dei diritti fondamentali. Sembra strano affibbiare dei diritti a delle macchine, ma nel mondo di Pluto non solo i robot sono fisicamente uguali agli esseri umani, ma lo sviluppo dei loro software li sta avvicinando sempre più alle nostre facoltà, emozioni comprese: che siano l'interesse che provano per un nuovo giocattolo, l'affetto per i bambini e per i loro simili, gli ideali pacifisti. Ma nonostante queste conquiste c'è chi continua a vederli solo come un insieme di ingranaggi e niente più, individui addirittura pronti ad eliminarli.

E allora si capisce che la società illustrataci da Urasawa non è altro che la copia-carbone della nostra, in cui i robot non sono altro che i nostri “negri”, ”zingari”, ”immigrati” e via dicendo. Però sarebbe riduttivo considerare Pluto solo in base a questa chiave di lettura, sebbene sia quella che più mi ha colpito, dato che il manga è consigliabile non tanto per i vari ragionamenti che ci possono fare sopra ma, in primo luogo, per le emozioni che riesce a dare: credetemi, alcune pagine lasciano basiti e di stucco!

Se consideriamo anche la cura grafica non posso che consigliare questa miniserie e non solo agli estimatori dei manga, ma anche agli amanti del fumetto di qualsiasi genere.


 2
GIGIO

Volumi letti: 8/8 --- Voto 7
Questo manga riscontra recensioni positive qualora uno leggesse i primi numeri e recensioni che si abbassano di punteggio quando invece lo si legge integralmente. Difatti in partenza questo è un manga che rasenta il capolavoro. Una trama misteriosa e avvincente, un thriller mozzafiato a tratti quasi dark. Un poliziesco fantascientifico che ricalca in stile moderno l'opera più celebre di Tezuka. I personaggi poi a me piacciono, ognuno di essi è ben delineato. Fin qui grazie a dei disegni magistrali che sono ormai il marchio di fabbrica di Urasawa, espressioni quasi umane, fondali realistici ecc. il manga è praticamente perfetto. Poi però comincia il declino. A me il manga è cominciato a non piacere.

La domanda "chi è Pluto" è diventata "speriamo che finisca presto". Diventa banale, triste, piatto con un finale che non è mia intenzione anticipare ma che sembra tratto da un cartone animato della Walt Disney. Non si può partire con un seinen con una trama anche forte e cruda, con un giallo del genere e poi andare verso un finale così infantile. Non me lo aspettavo. Mi ha deluso. Quindi è mia intenzione fare una media, dal 9 dei primi numeri, al 5 degli ultimi. Totale voto quindi 7. Per quanto riguarda l'edizione a me non è dispiaciuta, la carta non è il massimo. Sicuramente poteva essere proposto a 1/2 euro in meno visto le pari edizioni della concorrenza.


 3
micheles

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
"Pluto" è stata la prima opera di Naoki Urasawa da me letta. All'epoca (non molto tempo fa a dire il vero) non avevo la minima idea di chi fosse Urasawa ed ho letto "Pluto" soltanto perché accanto al suo c'era un altro nome che invece conoscevo benissimo, quello di Osamu Tezuka. Vista la data di pubblicazione ho capito subito che Urasawa avevo scritto l'opera da solo (Tezuka è morto nell'89) e che aveva messo il nome il nome di Tezuka come omaggio al Maestro. La cosa mi è piaciuta moltissimo, in primo luogo perché contribuisce alla leggenda di Tezuka (soltanto il Dio dei Manga può scrivere fumetti anche dopo morto!) e in secondo luogo perché ho apprezzato un autore con il coraggio di porsi sullo stesso livello di Tezuka. Tra me e me ho pensato: questo Urasawa dev'essere uno forte! Inoltre, essendo un fan di tutte le opere di Tezuka, incluso "Astroboy", non ho resistito alla tentazione di leggerlo.

In effetti "Pluto" è un'opera molto buona, che rilegge "Astroboy" in chiave adulta, ma riuscendo a rimanere fedele allo spirito del personaggio. Da allora ho letto molti altri lavori di Urasawa, che è diventato il mio autore preferito tra i moderni. Rispetto a "Monster" e a "20th Century Boys", che sono Urasawa allo stato puro, "Pluto" sta un gradino sotto. Questo è abbastanza normale per un'opera che è un remake piuttosto che un lavoro completamente originale. Ciò nonostante, "Pluto" ha molti punti di forza e gli perdono volentieri qualche pecca, non fosse altro che per un capitolo capolavoro che carpisce splendidamente l'essenza di "Astroboy": parlo del capitolo 38.

Il protagonista principale di "Pluto" non è Astro, ma il robot Gesicht e la storia è più un giallo psicologico che un manga d'azione fantascientifico. Le capacità di Urasawa come scrittore di gialli psicologici sono impressionanti ed anche in "Pluto" fa un ottimo lavoro, anche se non ai livelli inarrivabili di "Monster". Dopo aver letto "Pluto" mi sono rivisto i due episodi "Astroboy" di cui è il remake, che avevo completamente dimenticato: è sorprendente quanto Urasawa si sia mantenuto vicino alla storia originale pur cambiando completamente lo stile ed il target di pubblico. Alla fine resta aperto il mistero del robot assassino Brau 1589: mi chiedo se lo rivedremo mai in qualche opera futura.
Menzione d'onore per i disegni, sempre curatissimi, e geniali nelle espressioni dei personaggi e nella reinvenzione in chiave realistica del character design originale.


 1
obogsic

Volumi letti: 6/8 --- Voto 8
Bello, non c'è che dire. Urasawa riesce a delineare con maestria il carattere dei personaggi, rappresentarli con un tratto molto realistico e pulito e renderli ben riconoscibili e coerenti con nell'agire rispetto al loro carattere.
E allora perché solo 8? Ci sono un paio di fattori che fanno scendere il giudizio globale.

Innanzitutto si parte dal presupposto che i robot non hanno sentimenti, che sarebbe, anzi, un miracolo se di riuscisse ad implementali nei robot. Si arriva a dire che un simile robot sarebbe addirittura troppo pericoloso perché praticamente perfetto e quindi non controllabile e prevedibile come dovrebbe essere.
Con il proseguire degli eventi cani e porci (robot) provano sentimenti di vario tipo. E non solo i protagonisti.
Poco credibile è infine l'impossibilità di scoprire informazioni sull'avversario che imperverserà per tutta la storia (scrivo così per non spoilerare) nonostante le mille sofisticatezze a disposizione, nonché la semplicità con la quale compie la propria opera se poi si guarda a quello che succede nell'ultimo numero.
Sicuramente però per il fan di Atom boy l'opera si rivela avere una marcia in più, vista la presenza di molti volti storici della serie originale.

L'edizione è di discreto livello, ma carissima. 7.50 è un prezzo spropositato, piazzato lì solo per speculare sulla fama di Urasawa e non certo perché trattasi di opera di nicchia. Il fumetto è infatti andato esaurito nella sua prima edizione, ma è semplice reperirne ristampe in qualsiasi fumetteria. Diciamo che 5.50/6 euro per una edizione simile sarebbero più che sufficienti.
Nel complesso lo consiglio sicuramente, ma se non siete fan di Atom Boy non aspettatevi un capolavoro.


 3
Tormi

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Pluto è un un seinen fantascientifico, creato da Naoki Usarawa e Takashi Nagasaki come tributo ad Astroboy di Osamu Tezuka. Edito in Italia tra il 2009 e il 2010 dalla Planet Manga conta 8 volumi, per lo più esauriti.

La storia è ambientata in un futuro dove uomini e robot coesistono pacificamente e dove i robot somigliano sempre di più agli uomini svolgendo tutte le loro attività e provando quasi i loro stessi bisogni come ad esempio adottare un bambino, bere caffè e sposarsi. Gesicht, l'ispettore dell'interpool, è uno dei 7 robot più forti del pianeta cioè uno di quelli che potrebbe trasformarsi in un arma di distruzione di massa; si trova a risolvere un caso molto complesso dove l'assassino lascia un paio di corna sulla testa del cadavere (uomo o robot senza distinzione) a simboleggiare Pluto, dio romano degli inferi.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b> Da qui nasce un'intricata trama dove l'autore fa morire ad uno ad uno ognuno dei sette robot però sempre dopo aver mostrato l'umanità stessa e il profilo psicologico di ognuno portandoci a capire i loro sentimenti e i loro pensieri. <b>[Fine spoiler.]</b>

Mi fermo qui con la trama per non togliere suspance a chiunque voglia leggere questa strepitosa opera che è un vero capolavoro sia per il tratto del disegno, molto dettagliato, sia per la storia che mette continuamente in moto il cervello, sia per le tematiche, per così dire "nascoste", sia per il thriller in sé. Tappa obbligatoria per chiunque legge manga di spessore


 6
Lucius

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Avverto che la mia recensione <b>contiene spoiler</b> fin dall'inizio!

Pluto è un manga che mi ha davvero preso. Non vedevo l'ora di leggerlo a fine di ogni volume, ma allo stesso tempo mi ha lasciato molto amaro in bocca. Suppongo sia perché io sono per gli happy ending e in questo manga in ogni volume qualcuno a cui ti affezioni (per forza di cose, perché ognuno ha un carattere e Urasawa anche con mezzo volumetto riesce a fartelo amare) muore. Ogni volume.
Sotto questo punto di vista, in un certo senso ho trovato scontati gli avvenimenti: chiunque sfidasse Pluto moriva. Mi ha shockato la morte di Atom, mi ha spezzato il cuore la morte di Gesicht e quella di Epsilon, e anche di tutti gli altri.
Se devo muovere una critica è proprio questo, secondo me il manga doveva essere reso meno prevedibile e e magari meno veloce. Le basi ci sono tutte per un capolavoro, che però, per me, non lo è diventato proprio per certe cose che non si possono dire piccolezze (prevedibilità di alcuni eventi e velocità sono cose che un manga non dovrebbe avere), ma nonostante la mia critica è un manga che mi ha molto preso e emozionato e sicuramente consiglio.

I disegni secondo me sono superlativi, davvero belli, mi ha fatto molta tenerezza vedere Atom che sembrava un bimbo vero senza parti palesemente di metallo. E questi robot così umani (o forse non è giusto dire "così umani" dato che la razza umana non è quasi più capace di provare sentimenti puri), mi hanno tutti commosso. Anche se ho mosso delle critiche, dunque, è un manga che ho amato dal primo all'ultimo volume. È prevedibile ciò che accade ai personaggi, ma non ciò che nasconde la storia e i vari passati, ci sono molti colpi di scena che rendono la storia molto avvincente, così come i personaggi e la loro caratterizzazione, davvero un ottimo lavoro.

L'edizione Planet Manga per una volta è buona seppur costosa (7.50), ma quanto meno l'albo è grandino, con sovracopertina e prime pagine (3/4) a colori.
Do un 9 anche se penso gli darei 8.5, ma dato che non c'è il mezzo voto, tra un 8 e un 9 per me merita più un 9.


 5
Mazzo1982

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Bello, veramente bello! Ormai col recensire le opere del sensei Urasawa, in questo caso in coppia con Tezuka, si rischia di parlare di aria fritta, in quanto tutte le volte riesce a sorprendere e non perdere un colpo, tanto che gridare al capolavoro appare quasi scontato.

Pluto è un'opera ispirata dalla serie Astroboy (o Tetsuwan Atom che dir si voglia), dalla quale viene appunto questo moderno remake in omaggio al maestro Tezuka. Siamo in un futuro relativamente vicino, in una società dove umani e robot ormai coesistono pacificamente. Questo proprio in virtù del fatto che tecnologicamente quest'ultimi sono talmente avanzati da differire in modo infinitesimale dagli umani.
La vicenda si apre con l'uccisione di MontBlanc, uno dei 7 robot più avanzati del pianeta. Sul luogo del delitto viene ritrovato il corpo del robot in vari pezzi, e alla cui testa sono state inserite delle specie di corna, che si rifanno simbolicamente al dio della morte Pluto. Si capisce subito che questo è solamente l'inizio di una serie di vicende misteriose che l'agente Gesicht dovrà affrontare per arrivare alla soluzione di questo enigma alquanto intricato.

Come sempre il tratto di Urasawa è divino, le espressioni dei personaggi paiono avere la parola. L'attenzione al dettaglio è quasi maniacale e chiunque ne conosca le opere precedenti sa di cosa parlo. La storia è molto ben strutturata e tiene concentrati praticamente sempre, con i primi albi che sono letteralmente incendiari. Probabilmente se si vuole fare una piccola critica riguarda il ritmo sul finale, leggermente in stile shounen ma comunque apprezzabile.

Punto in negativo, che non riguarda l'opera in se comunque, è il prezzo dell'edizione: 7 euro e 50 per una manciata di pagine a colori e una sovraccoperta è un po' tanto.
A prescindere da questo, non fatevelo sfuggire, è sicuramente un signor manga che ogni estimatore del buon fumetto dovrebbe leggere.


 8
SimPE94

Volumi letti: 8/8 --- Voto 6
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>

<i>«Non ti lascerò mai, anche se il mondo dovesse finire».</i>
Probabilmente è la frase più importante del fumetto. Forse scontata, superficiale, priva di sofisticate metafore. Però semplice, spontanea e, soprattutto, piena di significato, poiché splendidamente contestualizzata da Urasawa. Costituisce infatti l'approdo della lenta e travagliata evoluzione del controverso detective Gesicht, il robot ad alto potenziale su cui è incentrata la narrazione del manga. Proprio immedesimandoci in lui, apparentemente privo di sentimenti ed emozioni, verremo condotti nel suo viaggio alla scoperta della natura umana e delle sue meraviglie, che lo porterà a confrontarsi con robot sempre più simili agli uomini, a fronteggiare la vendetta di vecchi nemici animati dall'infinita "catena dell'odio", a conoscere la tristezza che ristagna nell'animo del killer Pluto, e infine, ricomponendo tutti i pezzi del puzzle raccolti, a ricordare il passato rimosso. Quegli eventi rivelatori che lo avevano portato alla comprensione del sentimento e dell'emozione, e al desiderio di avere un bambino a cui dire la fatidica frase «Non ti lascerò mai, anche se il mondo dovesse finire», che alla luce di questo faticoso percorso si riempie immensamente di significato. E qui Urasawa, allo stesso modo in cui riusciva Tezuka, fa commuovere il lettore in modo semplice e spontaneo davanti alle bellezze della vita, magnificamente raccontate in questo lungo cammino verso l'umanità interiore; che si rivela poi pieno di sofferenza e tristezza, ma termina con un sonoro messaggio di speranza teso a spegnere l'odio degli uomini.
Se quindi volete piangere anche voi per la toccante storia di Gesicht, Pluto è una lettura caldamente consigliata. Se però volete un fumetto nel complesso ben costruito, allora cercate altrove, perché quello che non ho ancora detto è che Pluto è stato pianificato molto male a livello di trama.

Il manga parte deliziandoci con inquadrature ricercate, introducendoci personaggi dalle sfaccettature psicologiche ben delineate e realistiche, e condendosi di qualche capitolo dal forte impatto emotivo che racconta la tragica storia del robot North #2. Il primo volume finisce poi presentandoci con un dirompente cliffhanger quella che dovrebbe essere la vera star del manga, nientemeno che Tetsuwan Atom. Già dal secondo volume, però, la narrazione si appiattisce, e procedendo nel corso della serie, tutti gli altri robot presentati appaiono così inadeguati e poco interessanti... A partire da Atom, fino ad arrivare ad Epsilon, godono di una caratterizzazione meno credibile e approfondita di quella di Gesicht, e anziché essere relegati a ruoli secondari nella sua storia, vero perno del manga a mio avviso, vengono riservati loro spazi decisamente sovrabbondanti, tanto che Atom, dopo un "periodo di vacanza", torna in scena nell'ultimo volume come protagonista indiscusso per regalarci un "epico" (?) scontro finale.

E anche qui il fumetto se ne esce con un altro evidente difetto nell'impostazione complessiva: dare alla serie parvenze da seinen all'inizio, per poi concluderla con un mega-scontro risolutivo degno degli shonen più mediocri? Una "crisi di identità"? A questo punto l'unica cerchia di iniziati a cui credo possa piacere questo miscuglio di target potrebbe essere la generazione cresciuta con Atom, ormai troppo stagionata per dilettarsi con uno shonen, ma così affezionata al personaggio da voler rivivere le sue avventure in chiave più "adulta", se così si può dire.
Vogliamo poi parlare della risoluzione dei misteri disseminati qua e là da Urasawa? Ebbene, la maggior parte vengono frettolosamente liquidati nell'ultimo volume, come l'identità del dottor Goji, i piani di Abullah, il significato di Bora, con un conseguente senso di profonda insoddisfazione. Che occasione mancata!

Essendo questo il mio primo approccio con Urasawa, posso tranquillamente dire di essermi innamorato del suo stile, sia narrativo, sia grafico: infatti è un autore che coccola il lettore con il suo tratto morbido e le sue ambientazioni curate nei minimi dettagli, e lo delizia con una narrazione che mantiene sempre un buon ritmo e si avvale di inquadrature sempre all'altezza, scatenando ogni volta le emozioni in tutta la loro potenza. Il problema è che Urasawa ha commesso gravi errori nella pianificazione dell'opera, e la torta si è pian piano afflosciata. Proprio un'occasione mancata.

Complessivamente il fumetto è comunque sufficiente. Diciamo pure che appassiona per buona parte del suo svolgimento. Se poi riuscite anche a fare finta che la paccottiglia di cui è circondato il fulcro della storia non esiste, allora vi sembrerà di leggere uno dei più grandi capolavori del fumetto giapponese.

Turboo Stefo

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Tezuka è indubbiamente l’autore di manga più incisivo della storia visto che è lui che dobbiamo ringraziare se abbiamo i manga così come li conosciamo oggi, ma pochi sanno che anche lui nella sua carriera ha avuto alti e bassi come ogni mangaka, e anche Tetsuwan “Astroboy” Atom, la sua opera più rappresentativa, nella sua lunga serializzazione ha subito un grande calo di popolarità e per uscire da questa “crisi” la sua mente sfornò una storia che lo riportò nuovamente sulla cresta dell’onda. Si trattava de “Il più grande robot del mondo”, come per sottolineare come Atom sia il migliore, non solo della sua opera ma anche di tutte le altre.
Ma è questo il messaggio che realmente Tezuka voleva mandare? Che sia stata semplicemente una mossa di autopromozione? Nessuno può sapere la verità, però Urasawa decide di reinterpretare la storia, un po’ come omaggio ed un po’ come sfida per se stesso e verso Tezuka, col risultato di farci leggere un thriller intrigante che, seppur in parte, ci farà comprendere meglio il messaggio che Tezuka potrebbe aver voluto dire.

Degli strani omicidi dilagano nel mondo, alcuni robot ed alcuni umani sono stati ritrovati dopo delle brutali esecuzioni che come simbolo di riconoscimento hanno delle corna, create con oggetti di fortuna, appoggiate o infilzate nel cranio delle vittime, ma anche se il tutto sembra condurre ad un assassino comune ci sono dati discordanti che è impossibile travisare, in alcune occasioni sembra essere un robot, in altre sembra sia un umano. Colui che troverà un collegamento tra i vari omicidi sarà l’ispettore dell’Europol Gesicht, una persona come tante altre, stanca per il troppo lavoro e che promette delle vacanze alla moglie, l’unico particolare è che si tratta di un robot.
L’inizio semplice ci fionda direttamente all’interno della storia, evitando inutili fronzoli, e con una geniale chiave narrativa unita alla grande cura riposta nella creazione delle tavole l’autore riesce a farci vedere Gesicht come un umano, lasciandoci intendere che oramai i robot hanno raggiunto gli umani, non solo sotto il profilo dell’aspetto fisico ma anche in quello psicologico.
Successivamente la trama procede linearmente con qualche ovvio punto oscuro, ma appena cominceremo a tracciare i confusi bordi della verità nuove rivelazioni ci ghermiranno nuovamente nel buio sino a quando non leggeremo l’ultimo volume, esplicativo ed esaudiente, e potremmo solo fare continue congetture che continueremo a modificare in base agli eventi narrati.
Un manga da un ritmo rapido e mai noioso, ricco di momenti drammatici, infarcito di colpi di scena e rivelazioni, paragonabile quasi ad un libro scritto dal miglior Connelly o Patterson, due maestri del Thriller.

I disegni di Urasawa sono una delizia per gli occhi, il tratto sottile, pulito e deciso aiuta a sottolineare lo stile sobrio e realistico dell’autore, i volti altamente comunicativi saranno adornati da linee espressive semplici, solo il minimo necessario ma che compirà perfettamente il suo dovere. Se lasceremo alla nostra mente il compito di sentire ogni minimo cambio d’umore dei protagonisti, semplicemente affidandoci ai disegni, ci renderemo conto che i gesti, gli occhi e i sorrisi dei personaggi varranno più di mille parole per comprendere ciò che provano.
I fondali sono molto curati e grazie al sapiente lavoro di retini sembrerà di vedere delle foto de saturate, i più belli sono senza dubbio i prati fioriti che avremo modo di vedere varie volte durante la storia.
Vedere i vecchi personaggi passati sotto una nuova matita potrebbe essere traumatico per i fan di vecchia data, ma Urasawa compie un ottimo lavoro mantenendo dei piccoli particolari che ci richiameranno le versioni originali.

L’edizione Panini è discreta, ma non vale il prezzo al quale è venduta, sotto la consona sovraccoperta si cela un volume flessibile e maneggevole all’apparenza resistente, ma le pagine si rendono colpevoli di alcune visibili trasparenze, andando così a intaccare la visibilità dei disegni e anche le pagine a colori soffrono questo difetto, da segnalare però l’alta qualità della resa dei retini durante la stampa. L’adattamento non rovina le tavole di Urasawa perché le onomatopee, anche se rarissime, saranno tradotte a lato delle stesse o delle vignette, inoltre sono stati tradotti i Postscript di alcune delle persone più importanti dietro questo progetto che ci faranno comprendere appieno tutto il significato di questo lavoro.
Da segnalare che il primo volumetto è stato ristampato in seguito a gravi problemi di rilegatura che compromettevano l’integrità dello stesso.

Un’opera dove vengono abbattuti i confini, quelli più ovvi tra bene e male, quelli più riflessivi tra umani e robot, ma soprattutto quelli più impensabili come quelli tra libri e manga, perché ci troviamo di fronte ad un superbo lavoro di narrazione che non ha nulla da invidiare ai best seller più venduti e potrebbe piacere molto anche a chi non ha mai letto fumetti.
Consigliato a chi vuole leggere una storia bella, intrigante, toccante e anche riflessiva.


 1
Stax

Volumi letti: 6/8 --- Voto 8
Innanzitutto bisogna chiarire che Pluto è un manga ispirato ad ASTROBOY, celebre opera del "dio dei manga" Osamu Tezuka. Naoki Urasawa omaggia Tezuka in questa sua opera dall'atmosfera misteriosa, che ti fa restare incollato a leggere il manga.
I disegni sono particolari, molto diversi dai vari manga come One piece, Naruto, Death Note etc... Sono più "adulti", più "realistici".
Principalmente Pluto è un giallo, e i protagonisti non sono solo umani, ma ci sono anche dei robot dalle sembianze umane. Questi ultimi venivano maltrattati dagli umani, ma dopo una legge che vieta di alzare le mani contro i robot non è più successo nulla, almeno fino a quando non inizia la storia di PLUTO, che ha come protagonista Gesicht, un investigatore robot a cui viene affidato un caso di un entità piuttosto importante, infatti è stato ucciso uno dei robot più intelligenti che ci sono al mondo. E da qui parte la storia, Gesicht dovrà scoprire chi è l'assassino che piano piano ucciderà tutti i robot più intelligenti e che hanno avuto a che fare con una guerra. Il manga si chiama Pluto appunto perché l'assassino lascia sempre della strane corna nel luogo del delitto.

L'atmosfera del manga, come ho già detto, è misteriosa e non ci sono scene comiche, però ci sono scene in cui si percepisce in maniera molto forte il sentimento di questi robot intelligenti, che anche se non sanno di provare sentimenti piangono "involontariamente" oppure provano dispiacere per un altra persona.
Per finire consiglio questo manga a tutti gli amanti dei gialli o comunque amanti delle storie di Tezuka.
Anche se il prezzo è un po' proibitivo la storia vale la pena di essere letta, detto questo si merita un bell'8.


 1
2alexx2

Volumi letti: 8/8 --- Voto 8
Trovandomi difronte il manga PLUTO e sapendo chi ne era l'artefice ,ho resistito ben poco ad accaparrarmelo. Infatti Naoki Urasawa mi stupì qualche tempo fa, quando lessi MONSTER, un fumetto veramente incredibile.

Per i miei gusti personali, i robot non mi appassionano molto, soprattutto nei manga, ma l'ambientazione di questa storia e le grandissime capacità narrative di Urasawa mi hanno colpito dopo qualche volumetto.
Già, la capacità narrativa di questo mangaka è incredibile! Poi, anche come caratterizza i vari personaggi, Atom, Gesicht, Tenma, lo stesso Pluto e anche altri che non svelerò, appassionano talmente il lettore, che lo obbliga a divorarsi ogni volumetto, uno dopo l'altro.
La storia è ispirata dal grande mangaka Osamu Tezuka e dalla sua serie fortunata del robot Atom (Astroboy in Italia), ma con una grande differenza, ovvero il punto di vista del racconto: non è il punto di vista di Atom, ma bensì quello del detective (anch'esso robot ma con un lato umano) Gesicht.

I disegni sono in pieno stile di Urasawa come richiesto dal figlio di Tezuka, e il riadattamento della storia a un fumetto "dei giorni nostri" è stupefacente.
Unica pecca, almeno per il sottoscritto, sta nel finale, non mi voglio dilungare troppo su questo per non creare spoiler, ma posso dire che è in pieno stile di Urasawa.
L'edizione della Panini non è malaccio (però sono 7.50 euro), prima pagine a colori e sovracoperta, comunque i volumi sono maneggevoli e si leggono, a mio parere, abbastanza bene.

Il mio voto 8 è dettato forse dal cuore, nella metà della storia mi ha talmente preso che ero davvero smanioso di sapere e di vedere come andava avanti, e la bellezza di questo manga sta anche nel fatto di come ti sappia emozionare in varie maniere, e, in più, forse un pregio, l'ho trovato più "eggero" se così si può dire, dalla stile di Urasawa, o almeno di quello usato in Monster.
Credo che tutti gli amanti dei manga, e dei BUONI manga debbano avere, nella loro collezione, questo titolo.


 1
aldoddo

Volumi letti: 8/8 --- Voto 6
Se questo manga l'avesse scritto qualcun altro gli avrei dato un 8, ma visto che l'autore è il grande Urasawa gli do un 6! Non è male, anche se resto dell'idea che Urasawa non sa terminare i suoi manga perché non sfrutta a pieno tutte le cose che ha messo in mezzo in tutti i volumi, Atom è sempre il più grande robot del mondo, e poi questo è, secondo me, il peggior manga di Urasawa che ho letto!
Come al solito la Panini si pagare per oro un'edizione pietosa, carta super fine, pagine a colori che fanno pena, non usa carta bianca, non usa carta lucida per le pagine a colori e vende Pluto a 7,50 euro, fortunatamente per loro Urasawa si vende da solo anche se stampato su carta igienica!


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Robocop XIII

Volumi letti: 8/8 --- Voto 8
<b>[Attenzione, possibili spoiler.]</b>

Ho già letto 20th Century Boys (prima) e Monster (dopo), quindi ho cominciato ad informarmi su Pluto.
Ebbene, se Monster era ambientato nel passato, 20thCB nel presente e in un futuro prossimo, Pluto è ambientato in un futuro non troppo vicino.
Ebbene, se per Monster Urasawa si era ispirato a Tezuka solo per il nome del Dr. Tenma, e forse da "I tre Adolf" per l'ambientazione, Pluto si rifà esplicitamente ad Astro-boy.

Prima di leggere Pluto mi sono allora visionato i due episodi della serie animata da cui trae spunto, questo ha sicuramente cambiato il mio modo di recepire la storia.
In questi episodi, un robot veniva incaricato di uccidere i 7 robot più forti del mondo, impresa nel quale riuscirà, fatta eccezione per il piccolo Astro-boy, che verrà salvato dalla sua visione bonaria e forse un poco ingenua del mondo.
I primi volumi seguono molto i due episodi prima citati, i personaggi vengono ovviamente rielaborati da Urasawa per inserirli in un contesto più appropriato e la storia viene pian piano introdotta.
La più grande novità nell'adattamento è cambiare il punto di vista, difatti il protagonista diviene il robot detective Gesicht, e non Tetsuwan Atom come nella versione originale.
Vi sono poi molte citazioni e allusioni di altre opere come Kimba e, ovviamente, lo stesso Astro-Boy.

Il manga rispetto alle altre opere di Urasawa che ho letto è molto (ma molto) più lineare, molti meno personaggi e meno sottotrame, tutto procede senza troppe digressioni.
Il conoscere poi gli episodi da cui si ispira ha tolto molta suspance e tensione all'opera, il che ha reso la lettura molto più leggera, sapendo già che fine facessero molti personaggi e situazioni.
Urasawa mantiene il suo tratto, sebbene in Pluto dia il meglio nella rappresentazione dei paesaggi, le città futuristiche sono rappresentate benissimo e sono ricche di particolari.

Concludendo, un manga tipico di Urasawa, molto più leggero di altre sue opere e molto più breve e conciso, la storia si aggroviglia un minimo nel finale, punto della storia in cui Urasawa da tutto se stesso per non fare capire mai niente al lettore e costringerlo ad altre letture (e non è detto che dopo queste vi sia tutto più chiaro), ma ormai l'autore lo conosciamo e non è una novità.


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Surymae

Volumi letti: 8/8 --- Voto 8
"Pluto" è l'unica opera di Urasawa che ho letto, e devo dire che mi ha fatto davvero una buona impressione. Buono lo sviluppo dello spunto iniziale: pur non conoscendo l'episodio originale di Osamu Tezuka, non ho avuto particolari problemi. Buoni anche i personaggi: tutti caratterizzati molto bene, sia gli umani che i robot. Avrei preferito un po' meno stereotipi a giro, però: i rivali - nello - sport - ma - amici - nella - vita, il pacifista e il poliziotto dai modi rudi non sono proprio quelli che si chiamano personaggi imprevedibili. Ma sono quisquilie.
Ottimi i disegni. Che posso dire? Un tratto fluido e dettagliato, assolutamente all'altezza della storia.
Però ci sono dei difetti. Si concentrano tutti nell'ultimo numero, quando sembra che Naoki Urasawa si sia accorto che i cerchi si stavano chiudendo con i personaggi rimasti fuori. Buona idea mettere carne intorno al fuoco, per carità; ma troppa rischia solo di mettere confusione al lettore, come è successo a me. Sono tanti gli interrogativi che mi sono rimasti al termine della lettura di questo manga, ma non è necessariamente una cosa negativa. Nonostante le apparenze, Pluto è un manga che va letto e, successivamente, riletto. Come tutti le grandi opere, insomma, anche se hanno delle pecche.


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hijikataspecial

Volumi letti: 5/8 --- Voto 9
Pluto è un manga disegnato da grande autore: Naoki Urasawa. La storia rappresenta un futuro, dove gli esseri umani e i robot vivono pacificamente. Ma un giorno la morte di un famoso robot cambia le carte in tavola: chi vuole uccidere tutti i sette robot più forti al mondo? A capo di queste indagini viene messo l’ispettore Gesicht anche lui un robot.
Questo manga rappresenta un futuro pieno di robot con una propria anima e capacità di pensare uguali agli uomini. Questa immagine futuristica, in quest’opera, è data soprattutto da un altro bellissimo manga, Astro Boy; infatti Pluto nasce inizialmente come omaggio a Osamu Tezuka.
I disegni dimostrano una precisione maniacale e una mano molto leggera. Quest’opera è pubblicata in Italia dalla Planet manga con il prezzo di 7.50€ con alcune pagine a colori.


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Onnivoro88

Volumi letti: 5/8 --- Voto 10
Con questo straordinario manga mi sono ritrovato a leggere ogni pagina con una voglia e curiosità pazzesca. Urasawa è un maestro nel tenere alta l'attenzione, a giocare sull'effetto sorpresa e col mistero; il cattivo che agisce ma non si vede è una vera perla narrativa se gestita da lui. I colpi di scena non mancano, anzi, ed i disegni realistici rendono questa storia di Astroboy, un'autentica realizzazione cinematografica su carta, dallo spessore narrativo degno di un Asimov in perfetta forma. Le leggi della robotica in fondo le ha inventate lui!
Consigliato a chi vuole seguire con passione un manga d'autore, come lo è questo Pluto; dello stesso autore di "Monster".


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Dreamer80

Volumi letti: 4/8 --- Voto 9
Ancora Naoki Urusawa, ancora un capolavoro.
Il binomio Naoki Urusawa/capolavoro sembra sia ormai una consuetudine, una splendida consuetudine.
Non sono tanti gli autori in grado di centrare sempre il bersaglio, sono ancora meno quelli che riescono a mantenere una continuità narrativa di tale spessore, anche all'interno di una stessa opera.
Cambiano gli scenari, cambiano i protagonisti, cambiano le epoche, ma lo stile di Urusawa non cambia, lui procede dritto per la sua strada, catapultando il lettore nella storia attraverso vedute pittoresche, volti che riflettono la realtà nella quale i personaggi sono inseriti, trame e sottotrame che si intrecciano e si completano tra loro, dialoghi toccanti o pungenti che si susseguono tra un cambio d'inquadratura e di prospettiva, il tutto rappresentato con una semplicità che quasi spiazza, soprattutto perché ci si chiede come sia possibile che una tale semplicità possa essere supportata da una profondità e una introspezione di tal spessore.

Pluto non e' solo un manga, e' davvero una esperienza, sinceramente non so se consigliarlo a tutti, ho provato a farlo leggere a diverse tipologie di persone, non tutte sono riuscite a rimanerne ammaliate... e' stato compreso da chi ha più pazienza e voglia di scavare e, purtroppo, bocciato da chi fa della superficialità e dell'immediatezza i propri canoni di lettura...

Purtroppo l'edizione non mi permette di mettere un 10 pieno, una edizione abbastanza standard, con pagine a colori (pessime, ma perché utilizzano la stessa carta sia per le pagine a colori, sia per quelle b/n?... ah, mi sono abituato troppo bene con Jpop...), sovracoperta e carta discreta, ma decisamente sovrapprezzo per quello che offre, peccato.

Cris

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Cris

Volumi letti: 4/8 --- Voto 10
Capolavoro! so che può sembrare esagerato, ma non riesco a trovare altro termine per definire questo manga. Già amavo Urasawa-sensei, quindi ho atteso con trepidazione l'uscita di Pluto, e mi aspettavo il solito ottimo fumetto. La sorpresa è stata scoprirlo ancora più incredibilmente bello di quello che mi immaginavo! Trama intrigante, personaggi delineati in modo perfetto, dai "protagonisti" alle "comparse", disegni curati, storia incalzante, che ti tiene attaccato davvero alle pagine. Ho appena finito di leggere il 4° volumetto, e ancora mi sento immerso nelle sue atmosfere. E poi gli omaggi al maestro Tezuka (il primo, grande "genio" dei manga, Dio dei manga, come lo definiscono in Giappone), sia coi personaggi che con i nomi (il signor Haas si chiama Adolf... Solo un caso?).
Stupendo, assolutamente da non perdere! Anche per chi i manga solitamente non li legge, perché questo non è solo un fumetto: è un romanzo disegnato in modo superbo, e sviluppato anche meglio. Voto? naturalmente 10!


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Mark D. Ace

Volumi letti: 3/8 --- Voto 10
In un futuro non troppo lontano gli umani convivono con robot tecnologicamente sempre più avanzati. L'ispettore Gesicht, anch'esso robot, si trova ad indagare su un misterioso caso: i robot più potenti del mondo (tra i quali Gesicht stesso) vengono uccisi uno dopo l'altro per qualche oscura ragione. Nei loro crani vengono puntualmente rinvenute due corna, a simboleggiare Pluto, il re degli inferi.
Thriller emozionante, atmosfera misteriosa e completamente coinvolgente, personaggi splendidamente caratterizzati, trama incredibilmente gestita e sviluppata. Il geniale mangaka Naoki Urasawa analizza e reinterpreta in maniera assolutamente strepitosa e propria una delle più grandi opere del "dio dei manga" Osamu Tezuka: Astroboy, o Tetswan Atom.
I disegni sono sensazionali, ed alcune tavole sono addirittura vere e proprie OPERE D'ARTE; pitture in cui ci si perde anche per parecchi momenti, e da cui si viene completamente risucchiati.
In poche parole: CAPOLAVORO DA AVERE AD OGNI COSTO! (anche all'assurdo prezzo di 7,50 euro).
=Mark D: Ace=


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amonocrampyton

Volumi letti: 3/8 --- Voto 9
Urasawa è autore in grado di tessere trame talmente complicate che sono ben pochi i mangaka che possono eguagliarlo. Un'altra caratteristica molto apprezzata è la caratterizzazione dei suoi personaggi, infatti si possono notare in ognuno dei robot un'umanità che una macchina normale non può avere, come ad esempio il detective Gesicht, il quale vuole scoprire la verità del buco nella sua memoria e gli incubi che lo perseguitano dati da stati di ansia reali. Nel tentativo di avvertire i 7 robot più potenti al mondo della grave minaccia che incombe su di loro, ci porta a conoscere altri personaggi che toccano il lettore con la loro "umanità" (robot o umani che siano) nel bene e nel male come ad esempio il lottatore Brando che prova amore verso i bambini che ha adottato, l'avversario Heracles che prova odio e voglia di uccidere, Epsilon che desidera la pace... tutti questi sentimenti creano nei robot (come anche agli esseri umani) una confusione interna che non riescono a gestire al meglio. Tra questi robot, quello che in teoria si avvicina di più alla "perfezione" (cioè umano) sembra essere Brau 1589, l'unico robot della storia che si sia mai macchiato di omicidio, rinchiuso nel luogo dove venne "arrestato" (nel senso più proprio di "bloccato") e ora interpellato da Gesicht per cercare di fare luce sulla psicologia di un omicida incomprensibile. L'unica nota dolente (che forse con il proseguire della serie può scomparire) sono le poche scene di azione che in un manga del genere penso calzerebbero a pennello.
In conclusione è uno dei manga che non può essere trascurato da appassionati che vogliono una serie corta, seria e impagabilmente bella.


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DaveUnstoppable

Volumi letti: 3/8 --- Voto 10
E' semplicemente fantastico! Mi è stato consigliato in fumetteria; è una storia bellissima, intrigante, da un certo punto di vista anchce triste; è un peccato che siano appena 8 volumi... 7.50€ comunque li vale tutti, credetemi, è super super consigliato!
Il numero uno a questo punto (ho letto i primi 3 volumi) è il più bello e confermo quello scritto nelle prime recensioni... letti i primi capitoli, la curiosità aumenta ed aspetti che il prossimo numero arrivi sugli scaffali.
Spendo anche due parole in merito ai disegni che hanno quel tocco di originalità che lo caratterizza... un capolavoro!


 3
strikemc

Volumi letti: 3/8 --- Voto 9
Ennesima conferma dell'immenso talento del maestro Urasawa, ed è bello vedere come affronta ogni volta generi completamente differenti lasciandoci sempre a bocca aperta. Soprattutto in questo caso è favoloso il modo in cui ha saputo interpretare il mondo del "Dio dei manga", Tezuka, senza entrarne in conflitto, e senza la voglia di un confronto diretto, servendosi magistralmente di una delle sue più grandi storie, <i>Il Robot più Grande del Mondo</i>, per costruire una storia parallela più matura, sfruttando tutti i personaggi già citati.
La storia è un thriller mozzafiato, già da subito non mancano colpi di scena e la storia continua ad allargarsi, abbracciando sempre di più nuovi componenti senza mai perdersi nel nulla, ma continuando sempre a stupire.
I primi 3 volumi sono costruiti nella stessa maniera, ovvero nelle prime pagine viene presentato un personaggio, successivamente ci sono diverse scene di azione ed altri omicidi, verso la fine vengono proposti altri misteri e colpi di scena, per concludersi all'ultima vignetta con l'apparizione di un nuovo personaggio.
Ma ciò non vuol dire che sia scontato, anzi, aumenta l'attesa, perchè inconsciamente si aspetta sempre qualcosa, e non si vede l'ora di scoprire cosa Urasawa-sama ha in serbo per noi.
Inutile parlare del disegno, niente di più realistico, ogni tavola è un capolavoro... non so cosa altro dire, è un'opera affascinante, stupenda e molto, molto promettente.
Consigliata a tutti, eccettuati forse i più piccini che ci capirebbero ben poco, ma in ogni caso consiglio anche a loro di recuperarla, per potersela rileggere da più grandi quando sarà irreperibile.
Non posso dargli 10 perché siamo a solo 3 volumi, alla fine ri-commenterò e spero di potergli dare una grandissimo 10... CAPOLAVORO!


 3
Ichigo93

Volumi letti: 3/8 --- Voto 10
Una serie che una volta che la si inizia a leggere non si può più smettere, ti prende con se e ti trascina nel suo mondo senza darti la possibilità di interromperne la lettura e mantenendo costante la curiosità pagina dopo pagina.
All'inizio non volevo prenderlo proprio per il su prezzo, poi iniziai a prenderlo sulla base delle opinioni positive di molti utenti, ed anche ad "occhi chiusi", senza conoscere la trama. Quando iniziai a leggerlo rimasi sbalordito dalla trama avvincente e molto scorrevole.
I disegni mi piacciono molto, infatti ho dato un 10 proprio perchè è riuscito a stupirmi ed è uno dei pochi autentici capolavori attualmente in corso... basta leggere il nome dell'Autore.


 3
laury84

Volumi letti: 8/8 --- Voto 10
Fantastico! Penso sia in assoluto uno dei manga migliori che io abbia mai letto. Mi ha tenuta incollata dall'inizio alla fine senza mai farmi annoiare o perdere d'interesse. Ho sempre storto il naso davanti all'uso del termine "Capolavoro", ma questo manga lo merita.
La trama mantiene le promesse del primo volume e si dipana col giusto ritmo, lasciando indizi qua e la; è emozionante risolvere man mano i misteri posti dall'autore e dire: <I>"A-ah! allora l'avevo pensata giusta!"</I> come nei migliori thriller d'autore.
Per quanto l'ambientazione sia fantascientifica le tematiche sono quanto mai attuali, la definizione del se e di cosa ci rende umani, il confine tra umano e macchina, la guerra con le sue motivazioni economico-politiche e la difesa dei diritti dei popoli, i confini da porre alla scienza... e tanto altro ancora.
I personaggi sono ben caratterizzati, mai dati per scontati. Anche chi, come me, conosce solo vagamente il mondo di Tetsuwan Atom può godersi quest'opera tranquillamente.
Lo stile di disegno mi è piaciuto, ma questo è molto soggettivo; le tavole sono molto curate, nulla è lasciato al caso, e tutto è potenzialmente un indizio. Non è quindi un manga adatto ad una lettura distratta o leggera. L'edizione Italiana Panini purtroppo è quel che è, la mediocre qualità dei materiali ed i problemi di stampa sono ben noti ormai; il secondo volume migliora decisamente, ma il formato rimane lo stesso un po' povero se rapportato al prezzo. A volte la traduzione non mi ha convinto, ho trovato quella inglese più soddisfacente. Nonostante questo ho deciso comunque di acquistarlo, pur avendolo già letto tutto, ritengo sia un must, da aver sempre sotto mano e poter rileggere a proprio piacimento.

metaurus

 3
metaurus

Volumi letti: 1/8 --- Voto 9
Trama travolgente e personaggi magnifici! Due geni del fumetto che si confrontano in un concentrato di qualità e arte. Avendo letto fino ad ora un solo volumetto non mi posso spingere fino ad assegnare un 10 che fino ad ora, ripeto, non sarebbe pienamente meritato. Comunque se la qualità sarà mantenuta e le edizione del secondo numero sarà migliorata (come promesso dai responsabili Panini) si potrà cominciare a parlare davvero di CAPOLAVORO! Ma d'altronde da geni del fumetto come questi c'era da aspettarselo!


 3
Tacchan

Volumi letti: 1/8 --- Voto 10
Non nascondo il fatto che <i>Naoki Urasawa</i> è uno dei mangaka che preferisco, nonostante <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=20th+Century+Boys">20th Century Boys</a></i>, dopo un inizio splendido, negli ultimi numeri si sia, secondo la mia opinione, un po’ perso. Di <i>Urasawa</i> amo il modo che ha di rendere reali le storie che racconta, creando personaggi realistici e psicologicamente complessi, in grado di dare una grande profondità alle vicende raccontate. Si dimostra anche un gran sceneggiatore in grado di creare trame complesse e articolare, con spunti spesso molto originali, a volte geniali. Infine è abilissimo mettere su carta le proprie idee, rese in modo perfetto da tavole abilmente studiate e realizzate, la cui lettura risulta scorrevole e coinvolgente, grazie anche ad una sapiente gestione dei testi, che risultano spesso essenziali e mai troppo prolissi.
E pensare che la sua carriera iniziò con <b>Yawara</b>, in Italia <i>Jenny la ragazza del Judo</i>, opera sicuramente molto apprezzata, soprattutto in Giappone, ma che difficilmente avrebbe fatto pensare che il suo ideatore sarebbe diventato uno dei più apprezzati e premiati autori di <i>seinen</i>.

L’idea che porta alla creazione di Pluto nasce dalla voglia di raccontare una storia ambientata nel mondo di <b>Astroboy</b>, senza tuttavia sfociare in un classico remake, ma creando un personaggio nuovo e facendolo muovere nel mondo ideato da <i>Osamu Tezuka</i>. Sia il tratto che l’ambientazione vengono in gran parte riadattati: la storia diventa più matura e il target più adulto, eppure tale rielaborazione riesce a mantenere molti degli assiomi e tematiche che avevano caratterizzato e reso tanto popolare il mondo creato da <i>Tezuka</i>. Ci troviamo alla fine davanti ad un manga totalmente nuovo, indirizzato sopratutto al pubblico che con Astroboy è cresciuto, ma che nel frattempo è cresciuto e probabilmente ha mutato i propri gusti e cerca ora prodotti più sofisticati ed elaborati. <i>Naoki Urasawa</i> ci offre un giallo/thriller intelligente e curato, ambientato in un mondo in cui uomini e macchine convivono, e dove quest’ultime sono spesso indistinguibili dagli umani, sia come aspetto, che come comportamento e intelligenza.
<i>Gesicht</i>, il protagonista, è un robot, uno dei più avanzati teologicamente. E’ felicemente spostato, la sua sembra una normalissima famiglia umana. Come investigatore si trova ad indagare su una strana serie di omicidi: uno dei robot più amati e popolari del pianeta è stato trovato distrutto, il responsabile sembra aver ucciso anche un umano e in entrambi i casi aver firmato gli omicidi con una strana simbologia. Non si sa se il responsabile sia un umano o un robot, ma bastano i semplici dubbi e alcuni indizi a far temere un nuovo caso simile a quello di 8 anni prima, l’ultima volta in cui un robot ammazzò volontariamente un umano. Dalle indagini e dai successivi crimini risulta evidente uno scenario inquietante: l’assassino sta eliminando i robot più avanzati e potenti mai costruiti, e fra questo c’è anche il protagonista, e un ragazzino di nome <b>Atom</b>…

<b>Il primo numero è veramente affascinante</b>: l’autore ci fa conoscere il protagonista e la sua personalità complessa, praticamente umana. Nel suo caso è anche l’aspetto a renderlo indistinguibile dall’uomo, nella maggior parte dei casi i robot hanno sembianze meno raffinate e quindi risultano ben identificabili, eppure dimostrano, chi in modo più limitato, chi in modo più sviluppato, una sensibilità estremamente sviluppata e alcuni sentimenti spesso rari anche negli umani. Se come tematica, questa, è sin troppo utilizzata in libri e opere cinematografiche e prenda spunto, oltre che da <i>Tezuka</i>, da maestri della letteratura come <i>Asimov</i>, <i>Urusawa</i> riesce a tratteggiare i suoi personaggi in modo unico, umanizzandoli grazie a poche frasi e immagini.
La trama sembra abbastanza misteriosa e intrigante: già il primo volumetto riesce a insinuare sospetti nel lettore e a far nascere il timore che alcuni del personaggi incontrati a breve ci potranno lasciare. Le cose non sono mai dette in modo esplicito, caratteristica questa gratificante visto che il lettore arriva alle soluzioni dopo una breve riflessione, pertanto le sente maggiormente “sue”.

Il richiamo al grande Maestro e al suo personaggio più popolare mi aveva fatto temere un’opera commerciale, sono quindi felicissimo nel constatare come le mie paure fossero infondate. Certo, come detto appaiono, a tratti solo di sfuggita, personaggi illustri come <i>Atom</i> e <b>Black Jack</b>, ma la loro presenza si dimostra per ora discreta, un semplice omaggio a <i>Tezuka</i>, è chiaro che <i>Urosawa</i> non cerchi una scorciatoia per attirare l’attenzione sul suo prodotto, che se continuerà su questo livello, sarà uno dei più interessanti da me letti negli ultimi anni.

<b>Un manga sicuramente da leggere.</b>

A garantirsi il privilegio di portare in Italia questa opera è stata <b>Panini Comics</b>, che già ha pubblicato altre due lavori di <i>Naoki Urasawa</i>, <i>20th Century Boys</i> e <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Monster">Monster</a></i>. Aggiudicarsi un titolo di tale spessore dovrebbe motivare un editore a offrire un'edizione molto curata ed attenta alle esigenze degli appassionati. I primi annunci sembravano andare in questo direzione: pagine a colori e un prezzo superiore alla media, che lasciava presagire una migliore scelta dei materiali.
Invece l'edizione di <b>Panini Comics</b> è tale da mettere in discussione l'acquisto del manga, da far venire voglia ad un lettore di lasciarlo sugli scaffali della libreria di fiducia, rinunciando probabilmente ad un piccolo capolavoro, ma avendo la soddisfazione di non far si che guadagni con un lavoro realizzato in modo mediocre.

Il volumetto si presenta con un formato e una sovracopertina stardard per i seinen targati <b>Planet Manga</b>.
Dalla copertina si può notare il prezzo di vendita, ben <b>7,50 €</b>, che appare piuttosto ingiustificato visto che il manga probabilmente venderà bene e non c'era motivo di alzare i prezzi in quanto di nicchia, e che i materiali, come vedremo, sono inferiori a quelli usati dalla concorrenza, che riesce tra l'altro a arrivare sul mercato con un prezzo sensibilmente inferiore. E' vero, sono presenti alcune pagine a colori, ma non giustificano comunque la spesa.
Sfogliandolo si può notare come le pagine non scorrano in modo regolare: soprattutto le prime soffrono di un problema che porta a far comparire onde nella parte interna della pagina che, oltre ad essere fastidiose, fanno temere per la tenuta del volumetto.
Le prima pagina sono, come annunciato, a colori. Altri editori hanno abituato i lettori a godersi le tavole a colori su carta patinata o almeno di qualità tale che la stampa venga adeguatamente valorizzata. Invece la carta è la stessa del resto del volumetto, e vedremo come già non risulti del tutto adeguata per il bianco e nero. A peggiorare la situazione ci sono poi altri problemi: la stampa risulta sfuocata e c'è un’eccessiva saturazione dei rossi e dei neri.
Nelle pagine in bianco e nero fortunatamente i disagi diminuiscono: la stampa è abbastanza buona e i retini sono resi in modo più che sufficiente. La carta è giallastra e abbastanza sottile, ma confrontandola con quella di alcuni volumetti originali giapponesi che ho a casa, devo ammettere che è in pratica identica. La tinta giallastra non è necessariamente un difetto, visto che permette una lettura per gli occhi più rilassante, tuttavia qui pare esageratamente gialla e, pur personalmente non amando la carta troppo bianca, avrei preferito una tonalità simile a quella usata, per esempio, da <b>Flashbook Edizioni</b>.

L'adattamento sembra adeguato, ma premetto che non ho i mezzi per poter giudicare: di certo non ho notato nella lettura punti oscuri o dialoghi che mi hanno creato problemi.

<b>Nonostante tutto, ho acquistato e seguirò il manga</b>: il primo numero mostra grandissime potenzialità, è intrigante e mi è davvero piaciuto, come posso pensare di interrompere la sua lettura? Per quel che mi riguarda dovrò accontentarmi, non esistono altre opzioni per godermelo, amando leggere i manga solo su carta e volendo averlo in Italiano per farlo assaggiare agli amici.
Di certo mi rode avere un primo numero con i problemi illustrati e sicuramente accetterei di buon grado un'iniziativa, come quella recentemente proposta da <b>Star Comics</b> con <i>One Piece 51</i>, atta a sostituire i volumetti con una versione rivista e corretta.
A parte questo, spero di vedere in un prossimo futuro un miglioramento almeno nella rilegatura. L’editore, da noi contatto, garantisce che il secondo numero non soffrirà dei problemi riscontrati in questo primo volumetto. Speriamo… ne riparleremo il prossimo mese.


 3
devilman

Volumi letti: 4/8 --- Voto 10
Uno dei commenti che meglio può descrivere questo manga è: un genio reinterpreta un altro genio.
Naoki Urasawa riprende una delle saghe di Astroboy e la reinterpreta a suo modo creando un manga dove thriller e mistero ne fanno da padroni.
Tutto comincia quando i robot più potenti del mondo vengono presi di mira da un essere misterioso; a indagare verrà chiamato un altro robot che comincerà a metter insiemi i pezzi del caso ed a far luce su questo mistero.
La cosa migliore di questo manga è la caratterizzazione dei robot che, capaci anche di provar sentimenti, sembrano addirittura più umani delle persone vere.
A breve, finalmente arriverà anche in Italia dove, assieme a Monster e 20th Century Boys, forma un trittico di assoluto valore.

Becar

 3
Becar

Volumi letti: 3/8 --- Voto 10
In un futuro prossimo dove convivono umani e robot tanto che molte differenze sono scomparse sia per quanto riguarda l'aspetto (robot dalle somiglianze umane) sia per quanto riguarda il comportamento (ci sono robot sposati). Un investigatore sta indagando sulle morti di alcuni umani e di robot collegate in qualche modo tra di loro.
Incredibile introspezione sull'umanità presente e thriller dai ritmi oramai comprovati dell'ormai arcinoto autore di Monster e 20th Century boys (ma anche Pineapple Army, Happy! e Master Keaton).