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ApoloS

Volumi letti: 0/3 --- Voto 7,5
Opera di notevole caratura di Go Nagai-sensei nel ripercorrere i fasti del Sommo Poeta: operazione quanto mai complicata sia per la complessità della Divina Commedia sia per i rifacimenti alle opere di Gustave Dorè. Le tavole sono estremamente scorrevoli e pulite, con accenni in chiaroscuro, soprattutto, nelle parti più profonde dell'inferno; personalmente, avrei preferito si ponesse l'attenzione su molti altri personaggi incontrati da Dante all'interno di tutto il suo percorso: ciò non toglie che la meticolosità del Sensei è veramente particolare in tema di valutazione e analisi degli stessi, nonchè della loro associazione ai peccati. Più complicato è il punto di vista storico-culturale, dove vi è soltanto qualche accenno ai dissidi politici della Firenze di allora, concentrandosi più sui dubbi personali dell'anima di Dante. L'esternazione della paura, delle tenebre e del disgusto verso il peccato si scontra nettamente con il suo desidero di amore puro verso la sua musa, Beatrice: quel desiderio recondito di un amore mai vissuto realmente, misto a quella disperazione che è tipicamente 'umana'. In conclusione, l'opera è veramente godibile, probabilmente un po' troppo striminzita (per scelta editoriale) ma assolutamente da tenere in considerazione, soprattutto per la difficoltà di tenere il passo di una delle opere più complesse ed oniriche che la storia ricordi. E credo che Go Nagai sia riuscito, seppur con qualche difetto, a rendere la sua 'narrativa estetica' davvero degna di nota.


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kirk

Volumi letti: 3/3 --- Voto 6
Trarre da un capolavoro letterario un capolavoro fumettistico non è facile, anzi, a volte ci si riesce e a volte no.
In questo caso il sommo maestro Go Nagai (uno dei tre grandi mangaka da me preferiti) non centra l’obbiettivo.
L’idea di ispirarsi a Gustave Dore è buona ma forse doveva esibirsi in qualcosa di più suo nel tratto prendendo ispirazione dalle sue opere degli anni ‘90 tipo Mazinsaga.
Se i mostri sono differenti gli uni dagli altri le grandi masse di peccatori sembrano tutte eguali, non sembrano granché più brutte nell’inferno rispetto al Purgatorio o al Paradiso… e qui ci troviamo a notare un altro difetto: per dipingere un Inferno molto imperfetto ci impieghiamo due volumi, per un tocco di Purgatorio ed una infarinatura di Paradiso il rimanente terzo, facendo così scomparire tanti personaggi importanti e storie interessanti. Ad esempio nel Purgatorio scompare Manfredi o nello stesso (mini)Inferno non viene dato spazio a personaggi come Ulisse.
Poi il Paradiso è uno strazio: praticamente tutti i personaggi sono scomparsi. Se lo volete sapere all’Università di Torino c’è una “scuola” di lettura della Commedia che pone l’accento sull’importanza e la bellezza di questa parte.
Io sto con Nagai invece: l’Inferno è moto più bello e vario.
Ma dietro a tutta la Divina Commedia ci sono simbologie che Nagai non spiega, Nagai spruzza delle immagini combinate fra loro: la storia è quindi completa ma persino un ragazzo delle superiori in Italia direbbe che è incompleta. Ho trovato molto meglio fatto a questo punto I miserabili di un autore sconosciuto uscito in Italia per Goen (ne ho letto due volumi) che quest’opera, un po’ infedele e un po’ troppo veloce da leggere.


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Irene Tempesta

Volumi letti: 3/3 --- Voto 6,5
Grazie alle biblioteche sono riuscita a prendere in prestito un manga che da tempo ero curiosa di leggere, la famosa Divina Commedia interpretata dal famoso Go Nagai.
Purtroppo sono rimasta un pò delusa, noi italiani possiamo definirci un pò più pignoli rispetto ad altri su quest'opera monumentale nata in Italia dal Sommo Poeta, tuttavia io mi sono messa a leggere priva di pregiudizi, a mente aperta.

E' evidente che l'interesse maggiore di Nagai stava nel descrivere l'Inferno..... esso infatti racchiude gran parte del manga, vi é una breve parte legata al Purgatorio, ed un riassunto brevissimo legato al Paradiso.
Purtroppo Nagai non riesce a rendere appieno la magia, la suggestione e la riflessione che suscita un'opera così evocativa come il poema, sia chiaro non avrei voluto assistere ad una sterile copia, nonostante l'autore si sforzi di mostrare tutti i dubbi e le incertezze del poeta fiorentino nel corso del suo viaggio, la lettura qui è fin troppo scorrevole e a tratti riassuntiva e si riduce dopo un pò a una sfilata dei vari gironi infernali, un vero peccato perchè secondo me il potenziale per rendere questo manga più suggestivo c'era.

L'idea che mi ha dato questo manga è che Nagai abbia realizzato la Divina Commedia non tanto per i lettori, quanto più per appagare se stesso, concentrandosi sugli aspetti del poema che più lo affascinavano, scartando il resto riducendolo ad un breve riassunto.
Sul disegno mi trovo un pò combattuta: le tavole che puntano sui volti in primo piano sono per me state deludenti, fin troppo ripetitive, Dante e Virgilio hanno quasi sempre quell'espressione rigida e innaturale; alcune tavole sono fin troppo minimaliste e scarne visti i contenuti che dovrebbero proporre e si alternano ad altre tavole più ricche di dettagli , ma se si conosce il pittore francese Gustave Doré non si riconoscono degli omaggi ma delle un pò sfacciate riproduzioni! e non mi è piaciuto perchè questi dettagli tolgono originalità all'opera in generale.

L'edizione Omnibus della J-Pop è ottima: copertina rigida, ottima qualità della carta, nulla da dire.

Consiglio questo manga a chi non conosce bene la Divina Commedia e vorrebbe farsi un'idea di quel poema monumentale scritto da Dante Alighieri, e anche agli amanti di Go Nagai.


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Devil_Derox

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8
Go Nagai rende omaggio al Sommo Poeta al quale è molto affezionato dedicandogli questo manga che riadatta in modo fedele la sua opera per eccellenza: La Divina Commedia.

Non c'è bisogno di presentare la storia, ma possiamo soffermarci sulla tecnica: Nagai alterna delle tavole di passaggio con uno stile essenziale (forse anche troppo considerando alcune sue opere del periodo) a delle belle tavole dettagliate come non mai, ispirandosi e a volte trasponendo interamente le incisioni della Divina Commedia di Gustave Dorè.

Una buona lettura con un piccolo grande difetto: troppo corta! Risulta più come un omaggio che un'opera completa, motivo per il quale avrei preferito una serie molto più lunga, anche di 40 volumi che adattasse fedelmente e in ogni dettaglio l'originale opera dantesca, tuttavia il mio voto è buono e piuttosto alto perché mi ha divertito molto nella lettura!

Utente109323

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Utente109323

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8
Ardua sfida quella accettata da Go Nagai. Trasporre sotto forma di fumetto la più alta opera letteraria della cultura italiana non deve essere stato affatto facile. Eppure viene da pensare che nessun altro autore sarebbe stato più adatto per l’impresa.
L’adattamento del maestro giapponese si pone, a conti fatti, come il punto d’arrivo di una lunga carriera, in cui “La Divina Commedia” è sempre stato un riferimento presente. In gioventù capita fra le mani di Nagai una versione dell’opera di Dante, nota in Giappone con il titolo di “Canto Divino”, corredata dalle celeberrime illustrazioni di Gustave Doré: l’impressione, suscitata dalla vista di alcune di quelle immagini così potenti, avrebbe influenzato tutta la successiva produzione settantina del mangaka.
Alcune tracce sono ben evidenti fin dai tempi di “Mao Dante” nel 1971 e anche ovviamente nel classico “Devilman”, di appena un anno più tardi. Guardando i design delle creature demoniache, che popolano le pagine del summenzionato classico, il ricordo va immediatamente ai diavoli così mirabilmente descritti dal Sommo Poeta, ma anche i paesaggi post-apocalittici di “Violence Jack” rimandano, per certi versi, alle lande infernali attraversate da Dante. La fascinazione per la cultura occidentale e la costante riproposizione della dicotomia fra bene e male sono due tematiche fondamentali nei manga succitati e in particolar modo nella filosofia di Nagai, che non ha mancato a riproporle anche in ulteriori lavori.

Finalmente, nel 1994, dopo una lunga sequenza di lavori, Go Nagai sceglie di confrontarsi con il suo mito letterario e lo fa con grande maestria e umiltà: la trasposizione, riedita negli ultimi anni in un omnibus di grande formato da J-Pop, è notevolissima dal punto di vista grafico, con tavole che straripano di dettagli e ricalcano lo stile di quelle di Gustave Doré, in alcuni casi citandole in rapporto uno a uno. La struttura narrativa ripropone, come è ovvio, quella delle tre cantiche della “Commedia” ma già qui il mangaka si prende la prima di una serie di libertà che rendono il volume non una sterile copia, bensì una libera reinterpretazione dell’originale, degna di essere letta: circa due terzi delle 700 pagine complessive sono occupati dall’Inferno, mentre soltanto l’ultima parte è divisa fra Purgatorio e Paradiso, a quest’ultimo poi sono dedicate pochissime tavole.
È evidente come, già all’epoca della prima lettura, Nagai fosse rimasto particolarmente impressionato dalla cantica iniziale, quella che poi ha avuto il maggior influsso sul suo immaginario e che qui viene giustamente celebrata più delle altre: episodi come quello di Paolo e Francesca, Pier Delle Vigne e il conte Ugolino sono descritti e disegnati con dovizia di particolari, attraverso una narrazione che cita le terzine dantesche dei Canti connessi e un tratto scuro e sporco, il quale riesce a restituire la tridimensionalità delle incisioni di Doré. Altrettanto belli visivamente sono i mostri infernali, forse il punto più alto di tutta la maestria che Nagai applica: Caronte, Cerbero, Minosse, Pluto, Lucifero spiccano dalle pagine con grande forza espressiva e si vede quanto l’autore si sia divertito a riprodurne i design da ogni angolazione possibile, esaltandone la maestosità e la ferocia. In generale, si percepisce un’attenzione particolare nella ricostruzione dell’atmosfera solenne e tragica delle ambientazioni e che riveste dei personaggi ormai entrati nell’immaginario collettivo, tanto più del pubblico italiano che con la “Commedia” possiede un legame diretto.

A livello puramente contenutistico, Nagai rilegge la missione e la figura di Dante, spogliandola di quei significati allegorici ed anagogici che una cultura come quella nipponica difficilmente avrebbe potuto cogliere, non possedendo il complesso retroterra di conoscenze cristiane proprie di noi occidentali. Il viaggio di Dante assume così più i connotati di un cammino di formazione in alcuni punti e di racconto epico in altri; l’autore ci tiene a rappresentare con precisione tutti i dubbi, i timori e le incertezze che accompagnano i passi del poeta fiorentino, prendendosi talvolta delle libertà nella narrazione di certi episodi, volutamente lasciati poco chiari nell’opera originale – si prenda come esempio lo svenimento di Dante, dopo il racconto di Paolo e Francesca, alla fine del Canto V, cui nel testo segue direttamente il passaggio al girone infernale successivo, mentre qui Nagai spende alcune pagine per tramutare quel mancamento in un prematuro incontro onirico fra il Poeta e Beatrice. Altre volte ancora il mangaka sceglie con coscienza di eliminare alcuni passaggi celeberrimi, come nel caso del dialogo fra Ulisse e Dante, qui completamente espunto forse a causa della forte complessità simbolica del passo. Nulla da dire, invece, per quanto riguarda la riproposizione di scene quali l’incontro con Farinata degli Uberti, che grazie alla bellezza delle tavole assume ancora più forza espressiva.
Al centro di tutto è posto un solo sentimento, il più potente: l’amore, declinato nelle sue varianti. C’e l’amore di Dio per gli uomini, l’amore puro dei beati e dei Santi, l’amore passionale di Paolo e Francesca, ma sopratutto l’amore di Dante per la sua Beatrice, figura che Nagai si preoccupa di rendere molto più concreta, rispetto alla sua controparte cartacea, ben più eterea ed evanescente. Il desiderio di poter incontrare nuovamente la donna cardine della propria vita, è fonte di coraggio per il timoroso Dante, che passerà dalla debolezza iniziale alla fermezza d’animo dell’ultima parte del viaggio, una volta purificatosi dai peccati.

Per concludere, la lettura del volume è fortemente consigliata per andare alla riscoperta di un grande classico del manga moderno, troppo spesso passato sotto silenzio perché considerato un semplice omaggio, ma in realtà tassello assai importante per comprendere le fonti d’ispirazione di uno dei più influenti maestri del fumetto giapponese.


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Masaki93

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8
Dopo aver letto quest’opera nel curatissimo formato omnibus mi sento di dire che a tutti i lettori di manga farebbe bene avvicinarvisi. Lo consiglierei soprattutto a tutti quelli che tendono a distanziarsi da autori più “vecchia scuola”, come lo stesso Go Nagai, a causa dei disegni “brutti”, “strani”, “sgraziati”, eccetera. Dico questo perchè la Divina Commedia di Go Nagai abbatte questi stereotipi dimostrando che, se i disegni dei manga negli anni 60’ e 70’ si presentavano in tal modo non era per mancanza di capacità artistica degli autori, ma solo perchè quello era lo stile in uso. E’ lo stesso Go Nagai dei robottoni, di Devilman, degli anni ’70 in generale, che negli anni ’90 decide di costruire questa versione a fumetti dell’opera letteraria che più l’ha ispirato nella sua carriera. E nella sua Divina Commedia la prima cosa ad attirare l’attenzione non è la trama, quella è nota da 700 (699 a voler essere puntigliosi) anni, ma proprio i disegni. I disegni sono perfetti. Non in senso assoluto, ma quando affiancati all’opera, sembrano essere la forma delle parole di Dante.
Premetto che non si tratta solo di rappresentazioni totalmente attribuibili a Nagai, la sua ispirazione nel rappresentare le scene più importanti del viaggio dantesco sono i dipinti del pittore francese Gustave Dorè (come riportato in introduzione al volume), ad esempio nella scena dell’arrivo di Caronte sul fiume Acheronte, la quale è una diretta riproduzione del dipinto. Tuttavia è ugualmente notevole l’operato di Nagai, sì per la volontà di inserire simili raffigurazioni all’interno di un fumetto, ma soprattutto per l’incredibile capacità di far emergere prevalente il proprio tratto in ogni disegno (sfido chiunque a non sovrapporre il viso del dottor inferno/dottor Hell proprio al sopra citato Caronte in occasione della sua comparsa). Questo combinando in modo estremamente naturale i visi e le espressioni grotteschi, a tratti deformati, molto “nagaiani”, attribuiti ai personaggi, ai bellissimi corpi rappresentati secondo i canoni classici (nel senso europeo del termine).
Ed è nell’introduzione e nell’Inferno che in assoluto Nagai da il massimo, trasmettendo precisamente al lettore tutto l’orrore delle fantasiose, ma terribili pene inflitte a ogni singolo gruppo di dannati, oltre all’oppressione, al malessere, alla paura derivanti dall’ambiente infernale. E’ qui che più si ammira l’incredibile precisione nel riprodurre l’opera originale, senza mai concedersi libertà, dimostrando costantemente una notevole conoscenza di quest’ultima. Proprio a questo proposito ritengo importante considerare che questo manga è stato prodotto nel 1994, quando il concetto moderno di Internet stava appena nascendo e il massimo che un computer poteva offrire era Windows 3.1. Per cui, il solo fatto di documentarsi a tal punto sulla Divina Commedia e soprattutto sull’arte figurativa ad essa dedicata in Italia e in Europa al fine di produrre un manga merita il rispetto di ogni lettore che intenda approcciarvisi.
Bellissimi sono anche gli incontri con i personaggi e i mostri più iconici dell’opera originale, le tre fiere all’esterno dell’inferno, Paolo e Francesca, il Cerbero, il conte Ugolino e tanti altri, ognuno ben raccontato, brevemente, ma con grande attenzione. Unica scelta strana di tutto il fumetto è l’attribuzione di Virgilio al Purgatorio invece che al Limbo dei non battezzati. Considerando però che in primis il manga è destinato al pubblico giapponese per cui la Divina Commedia non è sicuramente un’opera familiare, probabilmente la volontà era di evitare perplessità su come potesse Virgilio, appartenente all’Inferno, guidare Dante anche attraverso il Purgatorio, ufficialmente a lui precluso. Ma a conti fatti è un dettaglio poco rilevante e non inficia minimamente la qualità della lettura.
E’ invece molto evidente la predilezione di Nagai proprio per l’Inferno, sia per la lunghezza di questo capitolo rispetto agli altri due (soprattutto rispetto al Paradiso), sia per sbrigatività nel proporre l’incontro con Beatrice e ancora maggiore nel attraversare i sette cieli. Paragonando i 100 canti a un grattacielo si ha l’impressione di passare dal piano terra al 1°piano con un lunghissimo falsopiano, poi di salire al 34esimo con una tranquilla rampa di scale, in cima alla quale una scala mobile ti porta verso il 67esimo e infine su verso la cima volando in ascensore fino al 100esimo.
Questa struttura spiazza, ma pensandoci bene anche Dante risulta sempre più spiazzato e incapace di spiegarsi avvicinandosi a Dio nel corso dell’opera, dunque se veramente le rappresentazioni di Nagai sono la forma delle parole di Dante, dove non ci sono parole non possono esserci nemmeno disegni (nonostante questo ritengo che una delle tavole più belle dell’intero fumetto sia proprio la rappresentazione del terzo cielo del paradiso, il cielo di venere dell’amore puro).
In conclusione ritengo che il voto giusto sia 8, perché se stilisticamente è un capolavoro da 10, la storia altro non è che un perfetto riassunto della originale Commedia a cui risulta impossibile assegnare una valutazione diversa da 6.


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alex di gemini

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8
D'accordo che fumetti e letteratura alta sono stati visti per decenni come elementi antitetici. D'accordo che grazie a Umberto Eco e non solo questo gap é stato abolito e il fumetto viene studiato come una vera letteratura a fumetti. D'accordo che anche Disney si é avvicinato alla Divina Commedia con ben due storie, entrambe però limitate al solo inferno e con taglio Disneyano nella grafica almeno. Ma il fatto che ci voglia provare un autore giapponese, con un taglio completamente serio e confrontandosi nella grafica con un mito come Gustave Doré e affrontando le tre cantiche appare quantomeno un pò troppo azzardato. E invece... Nei tre Tankoboon il maestro Nagai decide di rendere omaggio al testo che lo ha intrigato e gli ha aperto le porte a Devilman. In esso disegna le tre cantiche copiando e ricreando in maniera perfetta le tavole di Gustave Dorè ma, come contraltare, disegnando Dante e Virgilio in una maniera spoglia e semplicistica. Gli episodi salienti sono trattati in maniera riassuntiva, come a dare per scontato che il lettore li conosca già o che poi vada ad informarsi. La regia delle tavole é perfetta, maniacale. Il tutto, però, si conclude nel Paradiso con l'incontro di Cacciaguida e ciò non lascia comunque delusi, poiché rispecchia il modello di rielaborazione personale effettuato da Nagai che non si limita a copiare in una versione ridotta, il che sarebbe già molto, ma aggiunge anche una sua visione personale al capolavoro dantesco. E penso che proprio qui stia il nocciolo della questione, la dimostrazione di come Dante sia eternamente vivo e sappia accendere i cuori anche di chi appartiene a culture differenti dalla nostra, rendendolo la prima rockstar della storia come disse Benigni. Siamo davvero in presenza di un perfetto omaggio a Dante, da leggere anche solo per come é stato disegnato in stile Doré, ottimo sia per i veterani che per i ragazzi che troveranno in esso un perfetto stimolo per aprirsi e amare l'opera del sommo poeta

voto 8


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Mikymate

Volumi letti: 3/3 --- Voto 6
Questo manga in tre volumi del maestro Go Nagai è la trasposizione, o più che altro l'omaggio, dell'omonima opera del nostro Dante Alighieri. E ovviamente noi italiani siamo un pubblico forse un po' crudele per recensirlo, ma allo stesso tempo siamo interessati e incuriositi da come un grande autore nipponico possa vedere la Divina Commedia.

Nagai riesce in qualche modo a condensare tutto in queste poche pagine, dovendo sacrificare però di conseguenza tante, forse troppe, cose. Nonostante il risultato risulti simpatico e decentemente fedele, la trama scorre troppo in fretta per delineare degli avvenimenti ben sviluppati, il risultato è purtroppo una specie di sfilata dei vari gironi dell'inferno, più un po' di purgatorio e una spruzzata di paradiso.
Si nota subito come l'autore prediliga in particolar modo l'ambientazione demoniaca piuttosto che quella angelica, infatti sceglie di spalmare l'inferno praticamente per tutti i primi due volumi, lasciando poco più dell'ultimo a spartirsi purgatorio e paradiso.

È invece nei disegni la forza di questo manga, e probabilmente anche la sua ragion d'essere: Nagai è stato sempre affascinato moltissimo dalla versione della Divina Commedia illustrata da Gustave Doré, che ha influenzato molti suoi lavori come Mao Dante e Devilman, ma in quest'opera diventa palese: è infatti spudoratamente dichiarata la derivazione artistica dei paesaggi danteschi, tanto che alcune tavole non sono altro che una fedele riproduzione dei disegni del pittore francese, forti di una liricità e di pathos che Nagai è riuscito con successo a portare sulle sue pagine.
Sembra quasi che l'autore abbia lavorato su quest'opera più per se stesso che per i suoi lettori, per la sua voglia di riprodurre e fare suoi quelle ambientazioni che tanto lo affascinavano, e questo ha decretato i punti di forza del suo lavoro e allo stesso tempo i suoi punti deboli.

Più di questo voto faccio quindi fatica ad assegnargli, meriterebbe di più per l'audacia e per le sue magnifiche tavole, ma al di là di ciò non riesce a trasmettere molto ed è un grande peccato. La lettura non è molto avvincente e la trama troppo stringata non permette di trasmettere o insegnare qualcosa, e in questo senso Nagai ha perso l'opportunità di rendere l'opera decisamente migliore.
Facendo il bilancio dei pregi e dei difetti, se siete attirati dalle tavole del maestro e siete disposti a chiudere un occhio sulla sceneggiatura, allora consiglio questo manga, anche per leggere qualcosa di originale e di diverso dal solito. Inoltre, la spesa per tre volumi non è molto elevata, e l'edizione Jpop è di buona qualità.


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Evangelion0189

Volumi letti: 3/3 --- Voto 9
Per me si va ne la città dolente, | per me si va ne l'etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente. | Giustizia mosse il mio alto fattore; | fecemi la divina podestate, | la somma sapïenza e 'l primo amore. | Dinanzi a me non fuor cose create | se non etterne, e io etterno duro. | Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate. (Inferno, Canto III, vv. 1-9)

Credo sia ormai noto ai più che se possiamo leggere opere come Mao Dante e soprattutto Devilman lo dobbiamo alla copia della Commedia di Dante Alighieri illustrata da Gustave Doré che pervenne nelle mani di Gō Nagai all'inizio degli Anni Settanta. Ispirata dalle illustrazioni di Lucifero e dei vari diavoli dell'Inferno, la fantasia di Nagai partorì proprio le straordinarie vicende con protagonista Akira/Devilman, senza contare che il nome del demone Mao Dante onora per l'appunto quello dell'immenso poeta fiorentino. Più di vent'anni dopo, forse memore di tutto ciò, il maestro di Wajima scrisse e disegnò una riduzione in tre volumi proprio del poema epico più celebrato del nostro paese, trattando con particolare attenzione la catàbasi nell'Inferno compiuta da Dante e dal poeta Virgilio, l'autore dell'Eneide. Nell'ultimo tomo, invece, vengono condensati i viaggi relativi rispettivamente al Purgatorio e al Paradiso; l'ascesa verso quest'ultimo, affrontata stavolta insieme alla bella Beatrice (figura d'importanza fondamentale per Dante Alighieri), viene sceneggiata da Nagai in maniera più sintetica rispetto a quanto fatto con le parti precedenti, risultando cionondimeno efficace e d'effetto. Non mi dilungherò nel raccontare la "trama" della "Comedìa" dantesca, nella speranza che la si conosca già almeno per sommi capi: infatti, il manga della presente recensione potrebbe fungere da ottimo trampolino di lancio per scoprirla o, ancora meglio, riscoprirla lontano dagli studi scolastici.

O gente umana, per volar sù nata, | perché a poco vento così cadi? (Purgatorio, Canto XII, vv. 95-96)

È inutile dire che i disegni di Nagai, che ricalcano in tutto e per tutto lo stile delle inconfondibili incisioni di Doré, siano una festa per gli occhi e la mente: assistiamo infatti in compagnia dei due poeti agli orrori delle pene per contrappasso a cui sono sottoposti i dannati, ci commuoviamo insieme a Dante per la tragica sorte occorsa a Paolo e Francesca, e a un tempo restiamo incredibilmente affascinati dalla fervida e colta fantasia di un uomo vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo ("colta" perché Dante attinse a piene mani dalla storia del suo tempo ma anche dalla mitologia greca, oltre che dalla filosofia aristotelica e araba). Tra un capitolo e l'altro non mancano alcune sapienti citazioni di versi tratti dal poema originale, che rendono il tutto ancora più epico e d'ampio respiro (da sottolineare però che il lettering utilizzato è un po' complicato da leggere per via degli sfondi particolarmente elaborati). L'edizione italiana, pubblicata dall'ormai morta e sepolta D/Books al prezzo di 8,30 € a volume, ci offre grande qualità in materia di carta, sovraccoperta, stampa e splendide tavole a colori. Concludo dicendo che La Divina Commedia di Gō Nagai, splendido omaggio alla letteratura italiana in particolare e d'ogni tempo più in generale, è un vero gioiello del fumetto, da custodire con orgoglio nella propria libreria accanto alla grandiosa opera originale.

A l'alta fantasia qui mancò possa; / ma già volgeva il mio disio e 'l velle, / sì come rota ch'igualmente è mossa, / l'amor che move il sole e l'altre stelle. (Paradiso, Canto XXXIII, vv.142-145)


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toshiro umezawa

Volumi letti: 3/3 --- Voto 9
Il capolavoro di Dante Alighieri rivive nel tratto di Go Nagai, artista celebre per i suoi lavori come mangaka.

Il viaggio ultraterreno del poeta fiorentino viene illustrato, nei passaggi fondamentali del suo itinerario attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, dal magnifico tratto dell'autore nipponico, riprendendo anche le magnifiche incisioni di Gustave Doré per illustrare i più significativi momenti del racconto, come l'episodio di Paolo e Francesca, oppure la visione spaventosa di Satana, o ancora la solennità della figura di Beatrice, che, per quanto appaia molto più sensuale di come ce la presenta Dante nelle sue opere, come appunto la Commedia, o la Vita Nova, appare comunque come un personaggio fondamentale nell'ambito della comprensione dell'opera.
E', forse, il capolavoro di Nagai, dato che in quest'opera, finalmente, tutta la ammirazione che il maestro non ha mai fatto mistero di nutrire per la Commedia e per le opere romantiche, come i disegni del Blake, converge fino a formare un'opera di grande impatto visivo e di grande pregio.

L'unica nota negativa che mi sento in dovere di muovere al lavoro, altrimenti impeccabile, è la scarsa attenzione, o meglio, l'occhiata sfuggente che Nagai da al Paradiso, molto probabilmente perché non aveva teamtiche che lo interessassero, o forse perché è il regno ultraterrreno di più difficile comprensione per un pubblico vasto, e ha quindi preferito evitare di danneggiare la sua visione della commedia.
In conclusione, un lavoro fantastico e degno di figurare accanto all'originale dantesco.


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gats

Volumi letti: 3/3 --- Voto 9
È davvero difficile prendere una delle più grandi opere del panorama letterario mondiale, come la Divina Commedia, e trasporla in fumetto. Devi stare attento a seguire la storia senza cadere nel banale, senza esagerare su certi punti e nello stesso tempo mantenendo l'epicità dell'opera stessa. Lo ammetto, se questo manga fosse stato di qualcun altro forse non l'avrei nemmeno preso, né me ne sarei interessato, ma davanti al nome di Go Nagai non ho potuto fare a meno che acquistare dapprima il primo volume e poi, dopo esserne rimasto davvero colpito, anche gli altri due. Infatti in grande mangaka riesce nell'impresa di confezionare un lavoro davvero ottimo nel trasporre l'opera letteraria in manga. Nulla di tutto quello che ho elencato prima manca. Infatti come se stessi leggendo l'opera respiro quel clima surreale di stupore e timore descritto da Dante nel corso della commedia. Ottime quindi le trasposizioni delle pene e dei dannati e anche i dialoghi. Ottimo,e come non potrebbe, anche il disegno. I volumetti sono soltanto 3 e l'opera è chiaramente semplificata e riassunta (come è logico che sia) ma si candida a mio parere a essere quasi un capolavoro. Se vi trovate davanti a questo manga vi consiglio vivamente di prenderlo al volo senza pensarci.


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dade88

Volumi letti: 3/3 --- Voto 9
Non riesco a capacitarmi dei voti così bassi di quest'opera. Dire capolavoro è forse esagerato, data la grandiosità dell'opera dalla quale trae ispirazione, ma comunque è un lavoro di grande espressione artistica e letteraria, che fa vanto del genio artistico di Dante Alighieri ben dosata ed equilibrata.

Come prima cosa è da premettere che non si va in contro a una perfetta trasposizione (se no altro che 3 volumi...), ma che si tratta di una semplificazione ma che comunque mi si è presentata come un ottimo bilancio tra manga e libro.
La trama è famosissima, e quello che è presente nel manga è sempre tratto dalla Divina Commedia: Dante, protagonista del racconto, si è perso nella foresta e qui incontrerà Virgilio, che gli permetterà di fare un viaggio unico ed irripetibile nella storia dell'uomo: il poeta percorrerà i tre regni dell'aldilà, inferno, purgatorio e paradiso alla ricerca, oltre che di se stesso, anche di una risposta verso il destino e gli errori degli esseri umani. Durante il viaggio incontrerà molte persone conosciute e non, di grande spessore politico e storico/letterario (Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti, il Conte Ugolino e l'arcivescovo Ruggeri, Beatrice ecc) e spesso coincideranno con la storia passata della sua amata Firenze, e del destino che le si prospetta in futuro.

A parte la trama, che se non si conosce, più del fumetto consiglio di leggersi l'opera originale, il pregio di Go Nagai è quello di aver riprodotto fedelmente un qualcosa di veramente unico e irripetibile nella storia umana, e di averlo fatto in chiave interessante e che potesse attirare un pubblico più giovane e magari meno interessato ai grandi classici della letteratura.
Un grandioso disegno accompagna il racconto: ambientazioni fantastiche e personaggi ben riprodotti, quasi a voler prendere ispirazione dalle opere di Gustave Dorè, pittore del '800 ed illustratore più famoso delle scene della divina commedia.

Opera maestosa, che merita anche nel suo prezzo, soprattutto guardando quanto l'opera sia rilegata bene e ben impaginata. Consigliato a tutti tranne ai puristi dell'opera (che la possono trovare obsoleta, ma se ci si mette nel contesto si capisce che non è così) e a chi non ha mai letto la vera e unica Divina Commedia.

Blasor

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Blasor

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7
E' un vero peccato. Non si può dire che sia un fan sfegatato di Go Nagai, ne apprezzo infatti giusto due opere, ma non ho mai negato quanto effettivamente possa essere grande. E' la prima cosa che ho pensato subito dopo aver finito il primo volume. Grande. Visivamente questo lavoro non ha nulla da farsi rimproverare, deve solo insegnare: personaggi a parte, comunque nel tipico stile dell'autore, ci troviamo di fronte a riproduzioni eccezionali delle illustrazioni di Dorè ed ambienti davvero curati. Il disegno dei personaggi è a dire il vero più spiazzante del solito, in quanto si alternano, nel giro anche di tre vignette consecutive, almeno tre diverse rese dei personaggi, le quali possono creare una certa confusione.
L'edizione italiana è pregevolissima, per certi versi artistica e con ottima carta.
Arriviamo ora al punto dolente, la trama. Anzi, in questo caso sarebbe meglio dire "l'adattamento". Nonostante ci siano spesso delucidazioni sugli eventi storici che riguardano fatti e personaggi della Commedia, è evidente come il tutto sia notevolmente semplificato. Intendiamoci, è comprensibile quando il pubblico principale che fruirà dell'opera non è assolutamente in grado di cogliere le varie figure retoriche ed allusioni dell'originale, ma comincia a diventare un problema nel momento in cui si parla di disposizione e lassi di tempo. Sappiamo che l'Inferno è la parte più godibile, non a caso è anche la migliore di questo adattamento, ma farle occupare ben due volumi, lasciando al terzo da solo il compito di descrivere purgatorio e paradiso insieme, ottenendo eventi compressi nel primo caso e addirittura privi di cognizione nel secondo, non è certo un bene per l'economia del lavoro in generale.
Il voto, insomma, è una media tra l'Inferno, le splendide illustrazioni e tutto il resto, perchè se le altre due tappe del viaggio di Dante fossero state affrontate con la stessa cura della prima tappa, allora ci saremmo trovati di fronte ad un vero gioiello di opera, senza mezzi termini.

kassim

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kassim

Volumi letti: 3/3 --- Voto 6
Già il primo volume non mi aveva entusiasmato, ma mi son detto che comunque erano solo 3 volumi totali e soprattutto è un'opera del Maestro per eccellenza Go Nagai. Bè, non c'è molto da dire è la Divina Commedia vista in maniera molto veloce, senza caratterizzare luoghi o anime incontrate da Dante, secondo me troppo veloce. Di positivo c'è il disegno il mitico tratto grezzo, grossolano, inconfondibile e magnifico del Maestro.

Tacchan

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Tacchan

Volumi letti: 1/3 --- Voto 7
D/Visual si specializza sempre di più in opere orientate ad un pubblico abbastanza di nicchia. Non fa eccezione questa versione della Divina Commedia firmata Go Nagai. Si tratta di un manga un po´ atipico, ma interessante, proposto in una edizione curata, ma con un paio di sbavature. Andiamo con ordine.

Questo manga non ha un ritmo incalzante, né riesce a entusiasmare il lettore grazie alla trama che propone. Tuttavia, se conoscete La Divina Commedia, la curiosità vi spingerà a proseguire per vedere come Go Nagai interpreta e rappresenta i vari canti danteschi. La lettura è molto interessante: le vicende vengono seguite in modo piuttosto preciso anche se, ovviamente, talvolta sono un po´ semplificate. Viene offerto più spazio di quanto avrei ipotizzato alle `figure demoniache´ (Minosse, Cerbero, Caronte), rappresentate con il classico stile nagaiano. Alcune sequenze sono piuttosto truculente, in particolare quella di Cerbero, dove non viene di certo risparmiato il sangue. Seppure Go Nagai riesca a ben rendere l´atmosfera infernale, noto una certa difficoltà a trasmettere quel romanticismo che pervade certi passi dell´Inferno.
Il tratto è quello caratteristico dell´autore: se i personaggi non riescono a sorprendere il lettore, sono rimasto colpito dai fondali, in genere davvero curati e ben realizzati.

D/Visual svolge in modo diligente il proprio lavoro, con una buona ricerca di materiali, offrendo un´ottima stampa e una carta di qualità, soprattutto quella usata per la copertina. Quest´ultima presenta una grafica, seppur molto ricercata, secondo la mia opinione poco chiara e rischierete di non notare, nelle fumetterie, il volumetto, anche perché il titolo, stampato semplicemente in rilievo bianco su bianco, è poco visibile. Quello di cui invece sento la mancanza è un´introduzione all´opera, anche perché D/Visual su questo mi ha sempre abituato molto bene e qui, secondo la mia opinione, ce ne sarebbe bisogno. Da cosa è nata questa opera? Quale il processo che ha portato alla sua pubblicazione, dopo citazioni e ispirazioni all´opera dantesca già presenti in Devilman e soprattutto in Mao Dante?

Un´opera non per tutti, dedicata a lettori piuttosto navigati, che hanno voglia di ricercare, tra i molti prodotti presenti nelle fumetterie, quelli più particolari, anche se meno appariscenti di altri. Va dato merito a D/Visual di averla pubblicata, merita di essere fruibile in italiano. Spero abbia un discreto seguito.
Se vi piace Go Nagai, o se siete curiosi di vedere come interpreta uno dei più famosi e influenti autori giapponesi La Divina Commedia, compratelo.
Se invece cercate un prodotto in grado di coinvolgervi, ricco di azione e/o frenetico, questo manga non fa per voi.