R (Atsushi Kaneko)
R, raccolta di episodi brevi di Atsushi Kaneko, è uno di quei volumi che non sfigurano mai nelle librerie degli appassionati di fumetti.
La copertina elegante quanto composta, dalla grafica intrigante e decisamente pop che poco preannuncia sul contenuto ma incuriosisce con quel tocco di vibrante non-sense, attira l'attenzione con malignità e sensuale complicità. Il formato, poco più largo di quello standard, prelude contenuti grafici di una certa levatura; cerca il consenso delle mani, chiede di essere aperto, sfogliato, assaggiato.
E poi c'è l'interno: nove storie brevi stampate con inchiostri differenti, dal viola e giallo al verde oliva, dall'arancione evidenziatore al marrone terra. Nove storie sadiche, vitali e tragicomiche; abitate da nove piccoli, complessi, universi e i loro stravaganti, nevrotici, comprimari.
Kaneko, in questa raccolta, mette da parte sentimentalismi e schiaccia a fondo il pedale della violenza senza il bisogno di comunicare necessariamente qualcosa al lettore, senza la presunzione di cambiare il modo di vedere la realtà del proprio pubblico, ma semplicemente cercando d'inscenare racconti che sappiano intrattenere, divertire e - ancor meglio - intimorire. L'autore si fa carico di nove piccoli mondi e li dedica a episodi frenetici, deliranti e vivissimi; inscena un teatro dell'assurdo dove gli attori, spesso dalla traballante sanità mentale, si trovano ad affrontare intricate situazioni più grandi di loro.
Ne viene fuori un volume dal macabro senso dell'umorismo, da cui ci si può aspettare qualsiasi cosa; un volume privo di paletti, esagerato ma solidissimo, costruito attorno a personaggi alle prese con eventi sovrannaturali, esaurimenti nervosi, violenza da strada, rapine e omicidi.
Una viva giostra del grottesco inserita in un'ambientazione metropolitana, ma priva di qualsiasi tipo di controllo, sia sociale che istituzionale.
Questi piccoli episodi, insomma, lasciano trasparire una sottile solitudine, quel genere di agghiacciante solitudine propria degli incubi notturni, in cui non verrà nessuno a tirarti fuori dai guai, lasciando incombere una tragica fine.
Queste brevi, ma intensissime, storie non sarebbero tali senza il contributo dello stile di Atsushi Kaneko: una linea rotondeggiante, morbida e chiara, priva di retini ma con un uso forte della china e delle ombreggiature.
I disegni di Kaneko hanno un non so ché di occidentale, un character design attraente e atipico fa da base a episodi dinamici e ben caratterizzati , inoltre alcune scelte grafiche sorprendono per la loro efficacia, soprattutto nella gestione dei tempi narrativi con la divisione delle vignette in modo da mantenere alta la tensione di situazioni particolarmente inquietanti o alienanti.
Ultimi dettagli, ma non per questo meno importanti: le ragazze disegnate da Kaneko sono di una bellezza spaventosa; gli occhi dei suoi protagonisti risplendono di una rara vitalità e le sue onomatopee sono delle opere d'arte a sé stanti.
Parlando dell'edizione: la d/visual ha fatto un ottimo lavoro. Come dicevo poco sopra il formato è leggermente più largo del normale (15 x 18 cm.), vi è una sovraccoperta dallo splendido design, la carta è di una buona grammatura e bianca, la rilegatura solidissima e la stampa regge bene il cambio d'inchiostro da episodio a episodio, anche se in alcuni di questi mostra una definizione un po' sgranata. Piacevolissima, inoltre, la postfazione in cui l'autore dà la propria spiegazione alle nove "parabole" (sic).
Tirando le somme non posso che consigliare R a tutti gli appassionati di episodi brevi o a quella 'nicchia' - come tanto si ostinano a chiamarci i vari editori italiani - alla ricerca di piccole perle orientali capaci di differenziarsi dai prodotti più mainstream o dalle serie più impegnative a livello finanziario.
Devo ammettere che racconti come "Tuttobuchi" o "Eat Meat!" sono prodotti dalla rara intelligenza, capolavori di poche pagine che raramente vedono la luce nel mercato fumettistico; qualcosa che se ne fossi stato l'autore me ne sarei crogiolato per tutta la vita, e che invece Atsushi Kaneko disegna come due delle tante carte del suo mazzo.
Una raccolta dal carattere cinico, attraente ma angosciante, contenente nove, brevi, incubi privi di salvezza.
La copertina elegante quanto composta, dalla grafica intrigante e decisamente pop che poco preannuncia sul contenuto ma incuriosisce con quel tocco di vibrante non-sense, attira l'attenzione con malignità e sensuale complicità. Il formato, poco più largo di quello standard, prelude contenuti grafici di una certa levatura; cerca il consenso delle mani, chiede di essere aperto, sfogliato, assaggiato.
E poi c'è l'interno: nove storie brevi stampate con inchiostri differenti, dal viola e giallo al verde oliva, dall'arancione evidenziatore al marrone terra. Nove storie sadiche, vitali e tragicomiche; abitate da nove piccoli, complessi, universi e i loro stravaganti, nevrotici, comprimari.
Kaneko, in questa raccolta, mette da parte sentimentalismi e schiaccia a fondo il pedale della violenza senza il bisogno di comunicare necessariamente qualcosa al lettore, senza la presunzione di cambiare il modo di vedere la realtà del proprio pubblico, ma semplicemente cercando d'inscenare racconti che sappiano intrattenere, divertire e - ancor meglio - intimorire. L'autore si fa carico di nove piccoli mondi e li dedica a episodi frenetici, deliranti e vivissimi; inscena un teatro dell'assurdo dove gli attori, spesso dalla traballante sanità mentale, si trovano ad affrontare intricate situazioni più grandi di loro.
Ne viene fuori un volume dal macabro senso dell'umorismo, da cui ci si può aspettare qualsiasi cosa; un volume privo di paletti, esagerato ma solidissimo, costruito attorno a personaggi alle prese con eventi sovrannaturali, esaurimenti nervosi, violenza da strada, rapine e omicidi.
Una viva giostra del grottesco inserita in un'ambientazione metropolitana, ma priva di qualsiasi tipo di controllo, sia sociale che istituzionale.
Questi piccoli episodi, insomma, lasciano trasparire una sottile solitudine, quel genere di agghiacciante solitudine propria degli incubi notturni, in cui non verrà nessuno a tirarti fuori dai guai, lasciando incombere una tragica fine.
Queste brevi, ma intensissime, storie non sarebbero tali senza il contributo dello stile di Atsushi Kaneko: una linea rotondeggiante, morbida e chiara, priva di retini ma con un uso forte della china e delle ombreggiature.
I disegni di Kaneko hanno un non so ché di occidentale, un character design attraente e atipico fa da base a episodi dinamici e ben caratterizzati , inoltre alcune scelte grafiche sorprendono per la loro efficacia, soprattutto nella gestione dei tempi narrativi con la divisione delle vignette in modo da mantenere alta la tensione di situazioni particolarmente inquietanti o alienanti.
Ultimi dettagli, ma non per questo meno importanti: le ragazze disegnate da Kaneko sono di una bellezza spaventosa; gli occhi dei suoi protagonisti risplendono di una rara vitalità e le sue onomatopee sono delle opere d'arte a sé stanti.
Parlando dell'edizione: la d/visual ha fatto un ottimo lavoro. Come dicevo poco sopra il formato è leggermente più largo del normale (15 x 18 cm.), vi è una sovraccoperta dallo splendido design, la carta è di una buona grammatura e bianca, la rilegatura solidissima e la stampa regge bene il cambio d'inchiostro da episodio a episodio, anche se in alcuni di questi mostra una definizione un po' sgranata. Piacevolissima, inoltre, la postfazione in cui l'autore dà la propria spiegazione alle nove "parabole" (sic).
Tirando le somme non posso che consigliare R a tutti gli appassionati di episodi brevi o a quella 'nicchia' - come tanto si ostinano a chiamarci i vari editori italiani - alla ricerca di piccole perle orientali capaci di differenziarsi dai prodotti più mainstream o dalle serie più impegnative a livello finanziario.
Devo ammettere che racconti come "Tuttobuchi" o "Eat Meat!" sono prodotti dalla rara intelligenza, capolavori di poche pagine che raramente vedono la luce nel mercato fumettistico; qualcosa che se ne fossi stato l'autore me ne sarei crogiolato per tutta la vita, e che invece Atsushi Kaneko disegna come due delle tante carte del suo mazzo.
Una raccolta dal carattere cinico, attraente ma angosciante, contenente nove, brevi, incubi privi di salvezza.