Tough
Il manga di oggi, e' probabilmente uno dei miei preferiti: Tough.
La trama ci mostrerà le avventure di Kiichi Miyazawa, un giovane ragazzo che sin da piccolo si è allenato duramente, sotto la guida del padre Seiko, per diventare il successore e reggente della scuola di arti marziali Nadanshinkage. Il nostro protagonista si ritroverà a dover combattere contro ad avversari di vario genere, quasi sempre con abilità e caratteristiche differenti e abbastanza particolari. Anche gli incontri saranno disputati in scenari vari e con regole (spesso) ai limiti della legalità: incontri clandestini, tornei mondiali, ring, gabbie, risse di strada e addirittura una sorta di deathmatch in una foresta.
Kiichi affronterà sempre queste sfide senza mai tirarsi indietro per potersi sempre migliorare, ma anche per una ragione molto più profonda, poter vendicare il padre reso ormai disabile dal contorto e crudele (nonché disertore della Nadanshinkage) Kiryu.
La cosa che rende tutto molto più conflittuale e drammatico è che quest'ultimo è lo zio di Kiichi, nonché fratello gemello del padre.
Le tematiche trattate sostanzialmente saranno molto semplici, trattandosi di un fumetto incentrato sulle arti marziali e in generale sul mondo dei combattimenti. A tratti ci saranno anche dei piccoli spazi dedicati a scene più toccanti spesso correlate al passato di alcuni combattenti, e alcune tematiche più complesse, ma che comunque, a mio avviso, non riusciranno ad essere apprezzate a pieno a causa della scarsa costruzione narrativa che le riguardano. Ovviamente è doveroso aggiungere che tali contesti non incupiranno più di tanto l'andamento dell'opera.
I personaggi saranno tantissimi, ed ovviamente alcuni, saranno approfonditi sia ad un livello introspettivo sia sotto un punto di vista di capacità tecniche ed abilità. Di contro, avremo anche tantissimi personaggi che non verranno trattati minimamente, quasi inseriti per riempire spazi vuoti e nulla più. Ovviamente il più carismatico sarà il protagonista ed altri pochi principali.
Artisticamente parlando, l'opera è fantastica!
Credo che per questo genere, l'autore sia uno dei più talentuosi riuscendo ad essere chiaro e dettagliato. I fisici dei personaggi, la chiarezza dei movimenti, la cura nelle posizioni delle tecniche e soprattutto l'esplosività che alcuni colpi riescono a trasmettere al lettore. Tutti fattori che sicuramente sono un valore aggiunto, specialmente considerando che la problematica principale di alcune opere che trattano lo stesso genere è appunto la chiarezza delle azioni più frenetiche.
Purtroppo quest'opera non è priva di difetti...
La cosa che mi ha deluso di più, è stata il cambio di rotta dello stile dei combattimenti. Nella fase iniziale del fumetto, gli scontri sono crudeli, forse improbabili, ma non impossibili, perché nonostante tutto, il lettore può comunque considerarli fattibili. Ma con l'andare avanti della storia, ci rendiamo conto di come sempre più protagonisti sviluppino abilità che vanno oltre il fisico, pugni che colpiscono usando la pressione dell'aria, onde d'urto che viaggiano nel corpo, ecc. ecc.
Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è stata la seconda parte dell'opera che perde molto a livello di trama a mio avviso e tende ad essere abbastanza lineare diventando a tratti noiosa per la sua prevedibilità.
Non è la miglior storia di sempre, anzi, sotto alcuni punti di vista avrà tantissimi stereotipi che abbiamo visto in tantissimi altri lavori. Ad esempio: il classico protagonista fortissimo dal cuore d'oro sempre pronto a combattere, vari nemici che di punto in bianco passeranno dalla parte del bene, ecc. ecc.
Insomma, l'opera non brilla per originalità, ciò nonostante, risulta una lettura gradevole e senza nessun impegno.
In conclusione, Tough è un ottimo prodotto per gli appassionati di arti marziali, e sicuramente non dovrebbe mancare sullo scaffale di questi ultimi.
Un'ultima nota di merito che non ha nulla a che vedere con l'opera ma che comunque ho apprezzato davvero tanto. Le piccole tavole comiche a fine volumetto, probabilmente alcune delle più belle e che dovrebbero essere prese d'esempio da molte altre opere.
La trama ci mostrerà le avventure di Kiichi Miyazawa, un giovane ragazzo che sin da piccolo si è allenato duramente, sotto la guida del padre Seiko, per diventare il successore e reggente della scuola di arti marziali Nadanshinkage. Il nostro protagonista si ritroverà a dover combattere contro ad avversari di vario genere, quasi sempre con abilità e caratteristiche differenti e abbastanza particolari. Anche gli incontri saranno disputati in scenari vari e con regole (spesso) ai limiti della legalità: incontri clandestini, tornei mondiali, ring, gabbie, risse di strada e addirittura una sorta di deathmatch in una foresta.
Kiichi affronterà sempre queste sfide senza mai tirarsi indietro per potersi sempre migliorare, ma anche per una ragione molto più profonda, poter vendicare il padre reso ormai disabile dal contorto e crudele (nonché disertore della Nadanshinkage) Kiryu.
La cosa che rende tutto molto più conflittuale e drammatico è che quest'ultimo è lo zio di Kiichi, nonché fratello gemello del padre.
Le tematiche trattate sostanzialmente saranno molto semplici, trattandosi di un fumetto incentrato sulle arti marziali e in generale sul mondo dei combattimenti. A tratti ci saranno anche dei piccoli spazi dedicati a scene più toccanti spesso correlate al passato di alcuni combattenti, e alcune tematiche più complesse, ma che comunque, a mio avviso, non riusciranno ad essere apprezzate a pieno a causa della scarsa costruzione narrativa che le riguardano. Ovviamente è doveroso aggiungere che tali contesti non incupiranno più di tanto l'andamento dell'opera.
I personaggi saranno tantissimi, ed ovviamente alcuni, saranno approfonditi sia ad un livello introspettivo sia sotto un punto di vista di capacità tecniche ed abilità. Di contro, avremo anche tantissimi personaggi che non verranno trattati minimamente, quasi inseriti per riempire spazi vuoti e nulla più. Ovviamente il più carismatico sarà il protagonista ed altri pochi principali.
Artisticamente parlando, l'opera è fantastica!
Credo che per questo genere, l'autore sia uno dei più talentuosi riuscendo ad essere chiaro e dettagliato. I fisici dei personaggi, la chiarezza dei movimenti, la cura nelle posizioni delle tecniche e soprattutto l'esplosività che alcuni colpi riescono a trasmettere al lettore. Tutti fattori che sicuramente sono un valore aggiunto, specialmente considerando che la problematica principale di alcune opere che trattano lo stesso genere è appunto la chiarezza delle azioni più frenetiche.
Purtroppo quest'opera non è priva di difetti...
La cosa che mi ha deluso di più, è stata il cambio di rotta dello stile dei combattimenti. Nella fase iniziale del fumetto, gli scontri sono crudeli, forse improbabili, ma non impossibili, perché nonostante tutto, il lettore può comunque considerarli fattibili. Ma con l'andare avanti della storia, ci rendiamo conto di come sempre più protagonisti sviluppino abilità che vanno oltre il fisico, pugni che colpiscono usando la pressione dell'aria, onde d'urto che viaggiano nel corpo, ecc. ecc.
Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è stata la seconda parte dell'opera che perde molto a livello di trama a mio avviso e tende ad essere abbastanza lineare diventando a tratti noiosa per la sua prevedibilità.
Non è la miglior storia di sempre, anzi, sotto alcuni punti di vista avrà tantissimi stereotipi che abbiamo visto in tantissimi altri lavori. Ad esempio: il classico protagonista fortissimo dal cuore d'oro sempre pronto a combattere, vari nemici che di punto in bianco passeranno dalla parte del bene, ecc. ecc.
Insomma, l'opera non brilla per originalità, ciò nonostante, risulta una lettura gradevole e senza nessun impegno.
In conclusione, Tough è un ottimo prodotto per gli appassionati di arti marziali, e sicuramente non dovrebbe mancare sullo scaffale di questi ultimi.
Un'ultima nota di merito che non ha nulla a che vedere con l'opera ma che comunque ho apprezzato davvero tanto. Le piccole tavole comiche a fine volumetto, probabilmente alcune delle più belle e che dovrebbero essere prese d'esempio da molte altre opere.
Tough è un manga di arti marziali scritto ed illustrato da Tetsuya Saruwatari (noto per aver illustrato Riki-Oh). Sebbene sia il seguito di Koukou Tekkenden Tough, può essere letto senza difficoltà come manga a sé stante. Perché? Lo stesso fumetto ridà al lettore informazioni che si potrebbero omettere se si stesse parlando con uno informato dei fatti della serie precedente.
Trama: Tough racconta i combattimenti e le prove che Kiichi Miyazawa dovrà affrontare per essere accettato come il quindicesimo reggente della Nadashinkage, letale arte marziale tramandata in famiglia, e dimostrarne la forza. Per farlo (nella prima parte) si migliorerà seguendo gli insegnamenti del padre, tramite competizioni legali ed illegali, per sconfiggere suo zio Kiryu e ripristinare l'onore della Nadashinkage infangato dalla sua condotta (tentato fratricidio) e (nella seconda parte) sistemare le divergenze nella Nadashinkage e tra essa e la Yugenshinkage.
Disegno: Saruwatari riesce ottimamente nel fondere la staticità delle inquadrature per i dettagli al dinamismo dei combattimenti con il ritmo, donando alla carta verosimiglianza e coinvolgimento. Il suo tratto esalta molto la plasticità dei corpi, arrivando in alcune tavole ad essere scultoreo, valorizzando così l'aspetto anatomico e le tecniche di combattimento dei personaggi fino al dettaglio muscolare ed osseo: una delle peculiarità è la vignetta-lastra. La restituzione visiva dei combattimenti è sempre di alto livello ma raggiunge (secondo me) l'apice nello scontro a terra e nelle prese articolari.
Genere & Tematiche: Tough è essenzialmente un manga di arti marziali, senza nessuna originalità di genere o narrativa; ci sono solo ricorrenti aspetti di tutta l'opera di Saruwatari. La trama è lineare e funzionale per quello è che l'indiscusso protagonista, il combattimento. Riesce ad essere coerente, nei limiti del genere. Il vasto campionario di personaggi spazia, come si può presumere, in base alla moltitudine di stili presentati e con lo schema metaforicamente descritto da “Non conosci bene una persona finché non ci combatti.”(Matrix) - li rende vivi, unici ed umani. Quindi, come si vede in ogni manga di arti marziali, il combattimento non è solo fisico, ma è anche spirituale ed ideologico. Così descrivendo un mondo primitivo dopo la lotta è ancora l'unico sistema di sopravvivenza. Affianco al potere psico-fisico, l'autore inserisce personaggi di potere moderni (soprattutto mafiosi e politici, il cui connubio non è mai velato) che saranno l'altro piatto della bilancia su cui testare il potere, quasi assoluto, dei lottatori.
Protagonisti: Indiscusso protagonista è Kiichi, l'occhio narrativo del manga, mentre il clan Miyazawa e la Nadashingake, per quanto riguarda le arti marziali, sono i comprimari. Kiichi è il tipico eroe dal cuore d'oro ma con l'inestinguibile fiamma del combattimento: non è originale come pattern ma ha carisma da vendere. Superato, per mio gusto personale, dai gemelli Seiko e Kiryu, che saranno due grandi strumenti narrativi in tutto Tough.
Note generali: Rispetto ad altre opere (Riki-Oh, Soul, Dokuro) di Saruwatari, sempre contraddistinte dalle arti marziali/lotta, in Tough c'è poca violenza psicologica dietro l'azione dei personaggi o dei combattimenti.
Tough dovrebbe essere sullo scaffale di ogni appassionato del genere. Mette su carta lo spirito e le tecniche delle arti marziali.
Trama: Tough racconta i combattimenti e le prove che Kiichi Miyazawa dovrà affrontare per essere accettato come il quindicesimo reggente della Nadashinkage, letale arte marziale tramandata in famiglia, e dimostrarne la forza. Per farlo (nella prima parte) si migliorerà seguendo gli insegnamenti del padre, tramite competizioni legali ed illegali, per sconfiggere suo zio Kiryu e ripristinare l'onore della Nadashinkage infangato dalla sua condotta (tentato fratricidio) e (nella seconda parte) sistemare le divergenze nella Nadashinkage e tra essa e la Yugenshinkage.
Disegno: Saruwatari riesce ottimamente nel fondere la staticità delle inquadrature per i dettagli al dinamismo dei combattimenti con il ritmo, donando alla carta verosimiglianza e coinvolgimento. Il suo tratto esalta molto la plasticità dei corpi, arrivando in alcune tavole ad essere scultoreo, valorizzando così l'aspetto anatomico e le tecniche di combattimento dei personaggi fino al dettaglio muscolare ed osseo: una delle peculiarità è la vignetta-lastra. La restituzione visiva dei combattimenti è sempre di alto livello ma raggiunge (secondo me) l'apice nello scontro a terra e nelle prese articolari.
Genere & Tematiche: Tough è essenzialmente un manga di arti marziali, senza nessuna originalità di genere o narrativa; ci sono solo ricorrenti aspetti di tutta l'opera di Saruwatari. La trama è lineare e funzionale per quello è che l'indiscusso protagonista, il combattimento. Riesce ad essere coerente, nei limiti del genere. Il vasto campionario di personaggi spazia, come si può presumere, in base alla moltitudine di stili presentati e con lo schema metaforicamente descritto da “Non conosci bene una persona finché non ci combatti.”(Matrix) - li rende vivi, unici ed umani. Quindi, come si vede in ogni manga di arti marziali, il combattimento non è solo fisico, ma è anche spirituale ed ideologico. Così descrivendo un mondo primitivo dopo la lotta è ancora l'unico sistema di sopravvivenza. Affianco al potere psico-fisico, l'autore inserisce personaggi di potere moderni (soprattutto mafiosi e politici, il cui connubio non è mai velato) che saranno l'altro piatto della bilancia su cui testare il potere, quasi assoluto, dei lottatori.
Protagonisti: Indiscusso protagonista è Kiichi, l'occhio narrativo del manga, mentre il clan Miyazawa e la Nadashingake, per quanto riguarda le arti marziali, sono i comprimari. Kiichi è il tipico eroe dal cuore d'oro ma con l'inestinguibile fiamma del combattimento: non è originale come pattern ma ha carisma da vendere. Superato, per mio gusto personale, dai gemelli Seiko e Kiryu, che saranno due grandi strumenti narrativi in tutto Tough.
Note generali: Rispetto ad altre opere (Riki-Oh, Soul, Dokuro) di Saruwatari, sempre contraddistinte dalle arti marziali/lotta, in Tough c'è poca violenza psicologica dietro l'azione dei personaggi o dei combattimenti.
Tough dovrebbe essere sullo scaffale di ogni appassionato del genere. Mette su carta lo spirito e le tecniche delle arti marziali.
Tough è un manga di combattimento: niente di più, niente di meno. Pochi testi e tanta azione. La lettura scorre veloce, direi anche troppo. Se fosse uno shonen il voto sarebbe più altro, ma trattandosi di un seinen mi aspetto sicuramente di più. Faccio dannatamente fatica a immergermi nella storia, e i dialoghi li trovo assolutamente troppo semplici e banali. In trentasei numeri cosa è successo? Un lungo torneo di arti marziali e davvero poco altro. Il tutto è risultato dannatamente lineare e prevedibile, e gli spunti di interesse sono davvero scarsi.
Un pochino più varia e interessante la nuova saga iniziata finito il torneo, che mi ha fatto decidere di alzare il voto di un punticino. I combattimenti, comunque, sono ben realizzati e assolutamente godibili (almeno su questo non mi sento di criticarlo), però, ripeto, manca quel qualcosa che permetta all'opera di innalzarsi sopra la media. Per fare un esempio (il primo manga "analogo" che mi viene in mente), trovo Shamo molto più interessante. È più introspettivo, con un protagonista tormentato e disperato, una storia cruda e non solo. Ecco, è tutto questo che a Tough manca. Chiariamoci, non è un manga rose e fiori dove tutti vivono felici e contenti: il protagonista ha i suoi problemi, deve dimostrare di essere il degno successore della sua scuola (cosa non semplice), c'è chi cerca di ucciderlo e altro ancora, eppure l'opera non riesce a trasmettermi queste emozioni. La storia non la si vive, ma, semplicemente, la si legge.
Voto 7 perché i mezzi voti non son contemplati, altrimenti sarebbe un 6,5.
Un pochino più varia e interessante la nuova saga iniziata finito il torneo, che mi ha fatto decidere di alzare il voto di un punticino. I combattimenti, comunque, sono ben realizzati e assolutamente godibili (almeno su questo non mi sento di criticarlo), però, ripeto, manca quel qualcosa che permetta all'opera di innalzarsi sopra la media. Per fare un esempio (il primo manga "analogo" che mi viene in mente), trovo Shamo molto più interessante. È più introspettivo, con un protagonista tormentato e disperato, una storia cruda e non solo. Ecco, è tutto questo che a Tough manca. Chiariamoci, non è un manga rose e fiori dove tutti vivono felici e contenti: il protagonista ha i suoi problemi, deve dimostrare di essere il degno successore della sua scuola (cosa non semplice), c'è chi cerca di ucciderlo e altro ancora, eppure l'opera non riesce a trasmettermi queste emozioni. La storia non la si vive, ma, semplicemente, la si legge.
Voto 7 perché i mezzi voti non son contemplati, altrimenti sarebbe un 6,5.
Una premessa necessaria: Tough non è quel che sembra dal primo volume. Non perché sembri un brutto manga, ma perché quei furboni della Planet Manga hanno omesso di precisare alcune cose. Ad esempio il fatto che questo non sia altro che il sequel di un altro manga, inedito in Italia e denominato Koukou Tekkenden Tough. Mi pare dunque opportuno sintetizzare la "base di partenza" di Tough.
Kiichi Miyazawa è un giovane che fin da piccolo si allena per succedere al padre Seiko alla guida della prestigiosa (e oscura) scuola di arti marziali Nadanshinkage. Nel corso dei vari combattimenti si troverà a fronteggiare gli ostacoli posti dallo zio Kiryu, un disertore della Nadashinkage che alla rigida via delle arti marziali preferisce fare ciò che più gli aggrada (compreso uccidere chi non gli va a genio). Il prequel di Tough si conclude con lo scontro fratricida fra Seiko e Kiryu, nel quale il primo ha la peggio. Kiichi si ritrova dunque suo malgrado ad essere il nuovo reggente della scuola Nadanshinkage, pur consapevole di non essere ancora in grado di raggiungere i livelli del padre né tantomeno di poter sconfiggere Kiryu.
All'inizio di Tough, passati alcuni anni da quell'evento, scopriamo che Seiko è ancora vivo, seppur in stato quasi vegetativo, e che Kiichi per pagargli le cure ha deciso di "sporcarsi le mani" partecipando a combattimenti clandestini in ambienti mafiosi, contravvenendo alle regole della scuola. Un ulteriore errore della Planet è che presenta Tough come un manga di combattimenti clandestini in cui "vale tutto", quando invece queste caratteristiche sono presenti solo nei primi 2 volumi (e solo per spiegare la "svolta" di Kiichi). Da qui parte la maxi saga della Hyper Battle, un mega torneo internazionale (non clandestino) a cui partecipa Kiichi. Torneo nel quale il protagonista si distinguerà sempre per la sua lealtà e correttezza, anche a fronte di numerose furbate degli avversari di turno. Insomma, l'atmosfera è molto diversa da come un lettore "ignorante" si immagina nel primo volume.
La domanda sorge spontanea: "se si legge Tough senza aver letto il prequel ci si può gustare comunque la storia?" La risposta è sì, al 90% diciamo. Nei volumi iniziali di Tough l'autore pone le basi giuste per comprendere la storia anche ad un neofita, però andando avanti fa alcuni piccoli riferimenti ad avvenimenti del prequel. L'esempio lampante è quando in un flashback compare tale Iron Kiba, personaggio nuovo per i lettori di Tough ma non per quelli del prequel, i quali saranno gli unici a gustarsi la vicenda a 360°. Inoltre a partire dal volume 20 Saruwatari pone al centro dell'attenzione il rapporto padre-figlio fra Kiichi e Seiko, un rapporto che ovviamente può essere compreso al meglio solo se si ha letto il prequel (focalizzato sull'educazione di Kiichi alle arti marziali da parte di Seiko).
Se proprio siete indecisi se iniziare o no Tough, forse è meglio che aspettiate. Questo perché il manga è ormai agli sgoccioli (terminerà al volume 39) e, visto il successo che ha avuto in Italia (sempre nei limiti dei manga di nicchia), è possibile se non probabile che la Planet Manga decida a breve di portare da noi il prequel. Quindi è meglio che leggiate prima quello, e che solo dopo recuperiate Tough.
Fatta questa doverosa premessa, il fulcro di Tough sono i combattimenti di arti marziali. Combattimenti quasi realistici, dove i personaggi usano un interessante mix tra mosse vere (prese, leve articolari, spazzate..) e tecniche di arti marziali più o meno verosimili. Gli stili di lotta incontrati nel corso della storia sono molto variegati: vedremo ad esempio jujitsu, judo, lotta mongola, wrestling e persino tecniche di bastone o di spada. Però c'è un piccolo grande problema: la prevedibilità dell'esito. Quasi tutti i combattimenti coinvolgono Kiichi, il protagonista, e… beh, a buon intenditor poche parole. In ogni caso i match sono sviluppati molto bene a livello tecnico ed emotivo, e questa costruzione sapiente compensa la scontatezza dell'esito lasciando sempre la voglia di leggere. Inoltre, da buon seinen, in Tough sono presenti molti elementi maturi, nella fattispecie quelli legati al mondo della lotta. Saranno mostrate le influenze mafiose (avremo addirittura una Black House contrapposta alla White House), il doping, la precarietà dei lottatori, ecc.
I combattimenti sono resi alla perfezione dai disegni di Saruwatari, che riesce a rappresentare in maniera chiara anche situazioni dove i duellanti sono accartocciati tra loro in un mix tra prese e leve articolari. Furba l'idea di mostrare dopo alcuni colpi una sorta di "lastra" del corpo della vittima, in cui si possono notare i danni a livello di ossa o di tendini. Se proprio si vuole trovare una pecca ai disegni, quella sta nei volti, che spesso sono molto simili tra loro e mancano di espressività.
Per quanto riguarda i personaggi Tough ha un grosso limite: è incentrato sulla famiglia Miyazawa. Dunque tutti i personaggi che non sono Kiichi, Seiko o Kiryu dureranno solo il tempo di essere sconfitti (o uccisi). Questo è un po' un peccato, perché buona parte degli avversari ha un background ben costruito (sia a livello di tecniche che di filosofia di vita) e dispiace che spariscano di colpo dalla scena. A ciò si aggiunga il fatto che Kiichi e Seiko spesso sono "noiosi", per motivi diversi. Per fortuna c'è Kiryu che tiene in piedi il manga. Egli viene presentato all'inizio come il classico "cattivo" da sconfiggere, ma andando avanti con la storia si capisce che questo personaggio è molto più sfaccettato e complesso. A volte "buono" e a volte "cattivo", semplicemente perché fa quello che vuole, sempre e comunque. Il successo di questo personaggio nel cuore dei lettori (e anche in quello dell'autore) è reso palese dai capitoletti extra inclusi spesso alla fine dei volumi, in cui viene raccontato l"altro volto" di Kiryu. In pratica Kiryu viene mostrato in situazioni verosimili ma molto particolari (diverse da quelle in cui si trova nella storia normale), e il gusto sta nel vedere il suo comportamento. Credetemi, sono delle vere chicche che meriterebbero da sole il prezzo del manga: si va da scene spassose a scene davvero poetiche, restando sempre in linea con la filosofia del personaggio.
Per concludere, per gli appassionati di arti marziali Tough è un must. Ma vi sbagliate se pensate che Tough sia soltanto un'accozzaglia di combattimenti privi di trama. In realtà nei primi 15 volumi (circa) è così o quasi, ma piano piano l'autore pone alcuni pezzetti legati ai lati oscuri della famiglia di Kiichi, e li ricompone sapientemente creando dei buoni colpi di scena. Dunque la trama c'è ed è pure solida e coerente, sebbene nella parte iniziale sia molto "nascosta". In ogni caso Tough è e resta un manga di nicchia destinato ad un pubblico maturo, e credo che sia il migliore tra quelli incentrati sulle arti marziali.
Trama: 7
Disegni: 9
Personaggi: 7
Kiichi Miyazawa è un giovane che fin da piccolo si allena per succedere al padre Seiko alla guida della prestigiosa (e oscura) scuola di arti marziali Nadanshinkage. Nel corso dei vari combattimenti si troverà a fronteggiare gli ostacoli posti dallo zio Kiryu, un disertore della Nadashinkage che alla rigida via delle arti marziali preferisce fare ciò che più gli aggrada (compreso uccidere chi non gli va a genio). Il prequel di Tough si conclude con lo scontro fratricida fra Seiko e Kiryu, nel quale il primo ha la peggio. Kiichi si ritrova dunque suo malgrado ad essere il nuovo reggente della scuola Nadanshinkage, pur consapevole di non essere ancora in grado di raggiungere i livelli del padre né tantomeno di poter sconfiggere Kiryu.
All'inizio di Tough, passati alcuni anni da quell'evento, scopriamo che Seiko è ancora vivo, seppur in stato quasi vegetativo, e che Kiichi per pagargli le cure ha deciso di "sporcarsi le mani" partecipando a combattimenti clandestini in ambienti mafiosi, contravvenendo alle regole della scuola. Un ulteriore errore della Planet è che presenta Tough come un manga di combattimenti clandestini in cui "vale tutto", quando invece queste caratteristiche sono presenti solo nei primi 2 volumi (e solo per spiegare la "svolta" di Kiichi). Da qui parte la maxi saga della Hyper Battle, un mega torneo internazionale (non clandestino) a cui partecipa Kiichi. Torneo nel quale il protagonista si distinguerà sempre per la sua lealtà e correttezza, anche a fronte di numerose furbate degli avversari di turno. Insomma, l'atmosfera è molto diversa da come un lettore "ignorante" si immagina nel primo volume.
La domanda sorge spontanea: "se si legge Tough senza aver letto il prequel ci si può gustare comunque la storia?" La risposta è sì, al 90% diciamo. Nei volumi iniziali di Tough l'autore pone le basi giuste per comprendere la storia anche ad un neofita, però andando avanti fa alcuni piccoli riferimenti ad avvenimenti del prequel. L'esempio lampante è quando in un flashback compare tale Iron Kiba, personaggio nuovo per i lettori di Tough ma non per quelli del prequel, i quali saranno gli unici a gustarsi la vicenda a 360°. Inoltre a partire dal volume 20 Saruwatari pone al centro dell'attenzione il rapporto padre-figlio fra Kiichi e Seiko, un rapporto che ovviamente può essere compreso al meglio solo se si ha letto il prequel (focalizzato sull'educazione di Kiichi alle arti marziali da parte di Seiko).
Se proprio siete indecisi se iniziare o no Tough, forse è meglio che aspettiate. Questo perché il manga è ormai agli sgoccioli (terminerà al volume 39) e, visto il successo che ha avuto in Italia (sempre nei limiti dei manga di nicchia), è possibile se non probabile che la Planet Manga decida a breve di portare da noi il prequel. Quindi è meglio che leggiate prima quello, e che solo dopo recuperiate Tough.
Fatta questa doverosa premessa, il fulcro di Tough sono i combattimenti di arti marziali. Combattimenti quasi realistici, dove i personaggi usano un interessante mix tra mosse vere (prese, leve articolari, spazzate..) e tecniche di arti marziali più o meno verosimili. Gli stili di lotta incontrati nel corso della storia sono molto variegati: vedremo ad esempio jujitsu, judo, lotta mongola, wrestling e persino tecniche di bastone o di spada. Però c'è un piccolo grande problema: la prevedibilità dell'esito. Quasi tutti i combattimenti coinvolgono Kiichi, il protagonista, e… beh, a buon intenditor poche parole. In ogni caso i match sono sviluppati molto bene a livello tecnico ed emotivo, e questa costruzione sapiente compensa la scontatezza dell'esito lasciando sempre la voglia di leggere. Inoltre, da buon seinen, in Tough sono presenti molti elementi maturi, nella fattispecie quelli legati al mondo della lotta. Saranno mostrate le influenze mafiose (avremo addirittura una Black House contrapposta alla White House), il doping, la precarietà dei lottatori, ecc.
I combattimenti sono resi alla perfezione dai disegni di Saruwatari, che riesce a rappresentare in maniera chiara anche situazioni dove i duellanti sono accartocciati tra loro in un mix tra prese e leve articolari. Furba l'idea di mostrare dopo alcuni colpi una sorta di "lastra" del corpo della vittima, in cui si possono notare i danni a livello di ossa o di tendini. Se proprio si vuole trovare una pecca ai disegni, quella sta nei volti, che spesso sono molto simili tra loro e mancano di espressività.
Per quanto riguarda i personaggi Tough ha un grosso limite: è incentrato sulla famiglia Miyazawa. Dunque tutti i personaggi che non sono Kiichi, Seiko o Kiryu dureranno solo il tempo di essere sconfitti (o uccisi). Questo è un po' un peccato, perché buona parte degli avversari ha un background ben costruito (sia a livello di tecniche che di filosofia di vita) e dispiace che spariscano di colpo dalla scena. A ciò si aggiunga il fatto che Kiichi e Seiko spesso sono "noiosi", per motivi diversi. Per fortuna c'è Kiryu che tiene in piedi il manga. Egli viene presentato all'inizio come il classico "cattivo" da sconfiggere, ma andando avanti con la storia si capisce che questo personaggio è molto più sfaccettato e complesso. A volte "buono" e a volte "cattivo", semplicemente perché fa quello che vuole, sempre e comunque. Il successo di questo personaggio nel cuore dei lettori (e anche in quello dell'autore) è reso palese dai capitoletti extra inclusi spesso alla fine dei volumi, in cui viene raccontato l"altro volto" di Kiryu. In pratica Kiryu viene mostrato in situazioni verosimili ma molto particolari (diverse da quelle in cui si trova nella storia normale), e il gusto sta nel vedere il suo comportamento. Credetemi, sono delle vere chicche che meriterebbero da sole il prezzo del manga: si va da scene spassose a scene davvero poetiche, restando sempre in linea con la filosofia del personaggio.
Per concludere, per gli appassionati di arti marziali Tough è un must. Ma vi sbagliate se pensate che Tough sia soltanto un'accozzaglia di combattimenti privi di trama. In realtà nei primi 15 volumi (circa) è così o quasi, ma piano piano l'autore pone alcuni pezzetti legati ai lati oscuri della famiglia di Kiichi, e li ricompone sapientemente creando dei buoni colpi di scena. Dunque la trama c'è ed è pure solida e coerente, sebbene nella parte iniziale sia molto "nascosta". In ogni caso Tough è e resta un manga di nicchia destinato ad un pubblico maturo, e credo che sia il migliore tra quelli incentrati sulle arti marziali.
Trama: 7
Disegni: 9
Personaggi: 7
Se Kenshiro avesse bisogno di un degno erede il primo candidato sarebbe senz'altro Kiichi Miyazawa, protagonista di questo Tough. Per essere più precisi, non troverete in questo manga punti segreti di pressione e corpi che esplodono; ma il susseguirsi di avversari appartenenti alle più svariate scuole di combattimento (più o meno potenti aggiungerei), il confrontarsi delle varie tecniche e l'eccezionale carisma di alcuni personaggi mi hanno ricordato tantissimo il viaggio del guerriero dalle sette stelle verso lo scontro con Raul.
Non sono un grandissimo appassionato di titoli sulle arti marziali; contando anche la saga di Kenshiro probabilmente questo è il secondo manga che ho seguito con sempre maggiore interesse per il solo fascino emanato da ogni singolo combattimento e non per la compresenza di altri fattori. Anche gli eventi a cui i lottatori partecipano hanno una grandissima presa sullo spettatore, che si interessa davvero dell'esito degli stessi senza dare nulla per scontato.
Ambientato nel mondo della Yakuza e delle scommesse clandestine, tough narra le vicende di Kiichi, l'erede della Nadashinkage, una potentissima scuola di arti marziali; suo padre, un potentissimo maestro, è costretto su un letto d'ospedale ridotto in fin di vita dal fratello Kiryu la cui forza e abilità è ormai diventata leggenda. Kiichi si sottopone ad un durissimo allenamento, fatto di combattimenti all'ultimo sangue, al fine di migliorare la sua tecnica al punto di poter sfidare lo zio e vendicare suo padre.
Tough è stato per me una bellissima sorpresa, anche perchè mi ci ero avvicinato col mio proverbiale scetticismo verso le opere appartenenti a questo genere. Così come il vino migliora invecchiando, lo stesso accade anche per la lettura di questo manga, nel senso che se dopo i primi capitoli può sembrare un po' fiacco col tempo esso riesce ad esprimere perfettamente tutte le sue potenzialità senza mai annoiare e senza mai essere troppo ripetitivo, merito soprattutto della grande varietà di personaggi di cui ho detto sopra.
Se il vostro intento era quello di gustarvi "Touch" ma non avete notato la differenza con "Tough", questo titolo ha buone possibilità di deludervi; non è esattamente lo stesso genere di manga. Gli altri, invece, si divertiranno da matti.
Non sono un grandissimo appassionato di titoli sulle arti marziali; contando anche la saga di Kenshiro probabilmente questo è il secondo manga che ho seguito con sempre maggiore interesse per il solo fascino emanato da ogni singolo combattimento e non per la compresenza di altri fattori. Anche gli eventi a cui i lottatori partecipano hanno una grandissima presa sullo spettatore, che si interessa davvero dell'esito degli stessi senza dare nulla per scontato.
Ambientato nel mondo della Yakuza e delle scommesse clandestine, tough narra le vicende di Kiichi, l'erede della Nadashinkage, una potentissima scuola di arti marziali; suo padre, un potentissimo maestro, è costretto su un letto d'ospedale ridotto in fin di vita dal fratello Kiryu la cui forza e abilità è ormai diventata leggenda. Kiichi si sottopone ad un durissimo allenamento, fatto di combattimenti all'ultimo sangue, al fine di migliorare la sua tecnica al punto di poter sfidare lo zio e vendicare suo padre.
Tough è stato per me una bellissima sorpresa, anche perchè mi ci ero avvicinato col mio proverbiale scetticismo verso le opere appartenenti a questo genere. Così come il vino migliora invecchiando, lo stesso accade anche per la lettura di questo manga, nel senso che se dopo i primi capitoli può sembrare un po' fiacco col tempo esso riesce ad esprimere perfettamente tutte le sue potenzialità senza mai annoiare e senza mai essere troppo ripetitivo, merito soprattutto della grande varietà di personaggi di cui ho detto sopra.
Se il vostro intento era quello di gustarvi "Touch" ma non avete notato la differenza con "Tough", questo titolo ha buone possibilità di deludervi; non è esattamente lo stesso genere di manga. Gli altri, invece, si divertiranno da matti.
Tough è un seinen scritto e disegnato da Tetsuya Saruwatari, maestro del genere picchiaduro e sportivo. È stato pubblicato, ed è tuttora in corso d'opera, dalla Planet Manga a partire al 2004. Ad oggi conta 28 volumi, stesso numero dell'edizione giapponese.
Kiichi Miyazawa è un giovane combattente ed è l'ultimo erede della Nagashikage, una delle arti marziali più letali in tutto il Mondo per le sue leve e le sue prese. Però nonostante le tecniche siano particolarmente letali Kiichi, nel suo credo sportivo, decide di non usarle per togliere la vita a nessun essere umano.
Kiichi ha appreso tutte le sue tecniche e il suo modo di combattere dal padre, ora paralizzato in ospedale dopo uno scontro mortale con il fratello gemello Kiryuu, che è uno spietato assassino. Kiichi per guadagnare i soldi utili alle cure dal padre paralizzato, decide di partecipare inizialmente a scontri clandestini organizzati dalla yazuka ma, col l'aumento della sua popolarità, soprattutto tra i burattinai (capi yazuka, politici, ecc) è costretto a partecipare a vari tornei internazionali di arti marziali miste; dal wrestiling alla lotta libera affronterà avversari sempre più ostici, senza però mancare della sua bontà d'animo.
8 alla storia, che davvero merita perché non è la solita storia di lotta ma è piena di riferimenti alla contemporaneità ,a volte velando una forte e profonda critica nei confronti dell'uomo.
9,5 ai disegni, direi quasi perfetti sotto ogni punto di vista. I personaggi sembrano davvero reali e ogni presa e ogni mossa è disegnata al meglio, con moltissimi particolari.
8,5 all'edizione Planet, mi è davvero piaciuta non me lo aspettavo, ha usato una carta molto spessa che durerà sicuramente nel tempo, anche se la rilegatura non è proprio il massimo.
8 alle copertine, spesso non al livello dei disegni dell'autore, forse sono state disegnate dagli assistenti perché le vedo troppo diverse dal contenuto dell'opera.
Voto globale: 8,5
Da non perdere per tutti gli amanti dei picchiaduro e per chi ama le storia di sport narrate in modo egregio e stupendo. Sconsigliato agli altri, anche se la storia secondo me davvero merita. Vi suggerisco di dargli uno sguardo, vedrete che ne rimarrete stupiti.
Kiichi Miyazawa è un giovane combattente ed è l'ultimo erede della Nagashikage, una delle arti marziali più letali in tutto il Mondo per le sue leve e le sue prese. Però nonostante le tecniche siano particolarmente letali Kiichi, nel suo credo sportivo, decide di non usarle per togliere la vita a nessun essere umano.
Kiichi ha appreso tutte le sue tecniche e il suo modo di combattere dal padre, ora paralizzato in ospedale dopo uno scontro mortale con il fratello gemello Kiryuu, che è uno spietato assassino. Kiichi per guadagnare i soldi utili alle cure dal padre paralizzato, decide di partecipare inizialmente a scontri clandestini organizzati dalla yazuka ma, col l'aumento della sua popolarità, soprattutto tra i burattinai (capi yazuka, politici, ecc) è costretto a partecipare a vari tornei internazionali di arti marziali miste; dal wrestiling alla lotta libera affronterà avversari sempre più ostici, senza però mancare della sua bontà d'animo.
8 alla storia, che davvero merita perché non è la solita storia di lotta ma è piena di riferimenti alla contemporaneità ,a volte velando una forte e profonda critica nei confronti dell'uomo.
9,5 ai disegni, direi quasi perfetti sotto ogni punto di vista. I personaggi sembrano davvero reali e ogni presa e ogni mossa è disegnata al meglio, con moltissimi particolari.
8,5 all'edizione Planet, mi è davvero piaciuta non me lo aspettavo, ha usato una carta molto spessa che durerà sicuramente nel tempo, anche se la rilegatura non è proprio il massimo.
8 alle copertine, spesso non al livello dei disegni dell'autore, forse sono state disegnate dagli assistenti perché le vedo troppo diverse dal contenuto dell'opera.
Voto globale: 8,5
Da non perdere per tutti gli amanti dei picchiaduro e per chi ama le storia di sport narrate in modo egregio e stupendo. Sconsigliato agli altri, anche se la storia secondo me davvero merita. Vi suggerisco di dargli uno sguardo, vedrete che ne rimarrete stupiti.
Pochi volumi letti, ma idee abbastanza chiare.
Tough narra le gesta del formidabile Kibo, abile combattente che ha l'unico scopo di guadagnare il più possibile per poter pagare le cure al padre infermo. Il padre di Kibo, in passato, era un altrettanto abile combattente, ma in seguito allo scontro con il temibile "zio" di Kibo, quindi il fratello, rimane paralizzato in un letto di ospedale.
Fin qui la trama sembra una delle più classiche, ma solo leggendo si può apprezzare l'incredibile caratterizzazione psicologica del personaggio: leale, sincero, forte, senza paura anche di fronte alle occasioni meno adatte. Interessante anche l'analisi del mondo sotterraneo dei combattimenti clandestini, molte volte addirittura mortale, coi capi mafia che scommettono sui loro "cavalli" di razza.
Il tutto poi proseguirà per un'avvincente battaglia tutti contro tutti fra i migliori combattenti con un premio finale succulento. Per poi proseguire in altri tornei semi-ufficiali contro nemici sempre più forti, sempre più spietati.
Un manga che merita un 8 pieno, adatto a tutti, sia al pubblico più esigente, sia ai neofiti che vogliono avvicinarsi al mondo dei manga.
Tough narra le gesta del formidabile Kibo, abile combattente che ha l'unico scopo di guadagnare il più possibile per poter pagare le cure al padre infermo. Il padre di Kibo, in passato, era un altrettanto abile combattente, ma in seguito allo scontro con il temibile "zio" di Kibo, quindi il fratello, rimane paralizzato in un letto di ospedale.
Fin qui la trama sembra una delle più classiche, ma solo leggendo si può apprezzare l'incredibile caratterizzazione psicologica del personaggio: leale, sincero, forte, senza paura anche di fronte alle occasioni meno adatte. Interessante anche l'analisi del mondo sotterraneo dei combattimenti clandestini, molte volte addirittura mortale, coi capi mafia che scommettono sui loro "cavalli" di razza.
Il tutto poi proseguirà per un'avvincente battaglia tutti contro tutti fra i migliori combattenti con un premio finale succulento. Per poi proseguire in altri tornei semi-ufficiali contro nemici sempre più forti, sempre più spietati.
Un manga che merita un 8 pieno, adatto a tutti, sia al pubblico più esigente, sia ai neofiti che vogliono avvicinarsi al mondo dei manga.
La storia di questo manga è ambientata nel Giappone in età contemporanea. Il protagonista partecipa a dei tornei di lotta clandestini, e si trova a combattere con personaggi apparentemente più forti di lui, ma alla fine riesce sempre a cavarsela grazie ad una delle varie mosse della nadashikage (antica arte marziale giapponese).
Questo manga e sempre pieno di azione e le illustrazioni sono fatte talmente bene da poter intuire come una mossa riesca a far sentire dolore all'avversario. Consiglio questo manga a tutti coloro che vogliono leggere un opera piena di azione e lotte sanguinarie.
Questo manga e sempre pieno di azione e le illustrazioni sono fatte talmente bene da poter intuire come una mossa riesca a far sentire dolore all'avversario. Consiglio questo manga a tutti coloro che vogliono leggere un opera piena di azione e lotte sanguinarie.
Allora, sin dal primo volume la storia si presenta molto ricca di azioni, ed è poi impossibile non leggere il seguito.
Ogni combattimento ha sua sua storia dove vengono descritti personaggi, e le loro motivazioni che li spingono a sacrificare la vita ogni volta che si sale sul ring... per non parlare poi dei colpi di scena perchè sono a dir poco spettacolari.
Io sono arrivato al numero 18 e devo dire che fino adesso è perfetto, indubbiamente consigliato a chi ama questo genere di manga. Che dire... forza Kiichi!
Ogni combattimento ha sua sua storia dove vengono descritti personaggi, e le loro motivazioni che li spingono a sacrificare la vita ogni volta che si sale sul ring... per non parlare poi dei colpi di scena perchè sono a dir poco spettacolari.
Io sono arrivato al numero 18 e devo dire che fino adesso è perfetto, indubbiamente consigliato a chi ama questo genere di manga. Che dire... forza Kiichi!
Tetsuya Saruwatari si presta come il migliore, disegnatore per manga picchiaduro, sportivi e combattimenti, non solo per i disegni di medio-alto livello e per l’approfondita conoscenza delle
tecniche, ma anche per la possibile realizzazione di mosse e contro mosse.
Spesso in un manga, di questo genere vengono, creati personaggi, con fisici spropositati ed in grado di eseguire mosse assurde, Tough resta invece abbastanza realistico.
La storia si sviluppa in modo semplice ed avvincente, rendendo il protagonista subito simpatico ai lettori, in tutto il manga c’è dell’ironia ma sempre adeguata per il genere.
tecniche, ma anche per la possibile realizzazione di mosse e contro mosse.
Spesso in un manga, di questo genere vengono, creati personaggi, con fisici spropositati ed in grado di eseguire mosse assurde, Tough resta invece abbastanza realistico.
La storia si sviluppa in modo semplice ed avvincente, rendendo il protagonista subito simpatico ai lettori, in tutto il manga c’è dell’ironia ma sempre adeguata per il genere.
Manga molto interessante. Spettacolari combattimenti che hanno veramente poco (almeno finora) di soprannaturale ma che anzi sembrano riproduzioni fedeli di come può avvenire uno scontro tra campioni di arti marziali (vedere UFC e Vale Tudo). Trama un po' scontata , ad essere sinceri , ma la qualità dei disegni , per altro molto complicati a causa degli aggrovigliamenti tra i lottatori, rende il fumetto molto piacevole da leggere e rileggere.
Bel manga per quelli che come me adorano delle gran belle sane legnate... i combattimenti non mancano mai e sono sempre più spettacolari e l'ottimo disegno rende il tutto ancora più entusiasmante. Peccato per il rapporto edizione-prezzo: la panini ha perso un'altra occasione per fare bella figura... dopo Dokuro un altro bel manga di Tetsuya Sarutawari...
Ottimo manga. Curati in modo quasi maniacale i disegni dei combattimenti che sono tecnicamente e marzialmente perfetti. La trama apparentemente scontata viene sapientemente impreziosita da colpi di scena cinematografici frequenti e riflessioni profonde che ne fanno un fumetto di assoluto spessore. Imperdibile per gli amanti del genere.
Un manga poco conosciuto, ma secondo me tra i migliori. Anche se la trama principale può sembrare semplice e scontata, il fumetto è un susseguirsi di colpi di scena. I disegni sono molto reali, le figure umane sono riprodotte alle perfezione, le mosse di combattimento, le varie prese, leve proiezioni sono vere. Un fumetto che non deve manchare a chi piaciono i picchiaduro.
Ma non esiste Iron Kiba ma si chiama Kiryu Miyazawa, che è lo zio di Kiichi Miyazawa. La trama in realtà è:
Kiichi Miyazawa è un giovane lottatore dal cuore d'oro. Ama a tal punto il combattimento che non rifiuta mai di battersi contro gli avversari che lo sfidano. Il segreto si chiama “Nadashinkage", una micidiale arte marziale della quale lui è destinato a essere l’ultimo erede insegnatagli dal padre.
Purtroppo lo zio Kiryu Miyazawa, un uomo imbattibile e malvagio vuole far diventare suo nipote una sua immagine e somiglianza, cercando di farlo diventare un assassino e quindi passare dal lato nobile "donato dal padre "a quello malavagio dello zio.
Kiichi dovrà sostenere terribili combattimenti contro avversari sempre più forti e agguerriti cercando di non perdere la suà onorevole bontà d'animo e non cadere nel lato oscuro.
Kiichi Miyazawa è un giovane lottatore dal cuore d'oro. Ama a tal punto il combattimento che non rifiuta mai di battersi contro gli avversari che lo sfidano. Il segreto si chiama “Nadashinkage", una micidiale arte marziale della quale lui è destinato a essere l’ultimo erede insegnatagli dal padre.
Purtroppo lo zio Kiryu Miyazawa, un uomo imbattibile e malvagio vuole far diventare suo nipote una sua immagine e somiglianza, cercando di farlo diventare un assassino e quindi passare dal lato nobile "donato dal padre "a quello malavagio dello zio.
Kiichi dovrà sostenere terribili combattimenti contro avversari sempre più forti e agguerriti cercando di non perdere la suà onorevole bontà d'animo e non cadere nel lato oscuro.
Un fumetto avvincente fatto molto molto bene! Ogni volta che compero un numero in fumetteria non vedo l'ora passi un altro mese per poter continuare quest'avventura che non è per niente banale! I disegni sono stupendi e le mosse sono rappresentate minuziosamente da questo grandisimo autore! Per chi è appassionato di picchiaduro deve assolutamente comperarlo!