DNA2
Ho conosciuto Katsura con VGA, ma ne ho letto mezzo volume e l'ho restituito all’amico che me l’ha fatto sfogliare… mi sono detto: "disegni bellissimi ma storia troppo sentimentale per me" (almeno all’epoca). Anni dopo ho preso il volume unico Zetman e i tre volumi di Shadow Lady, inoltre finché Express è rimasta una rivista magazine ho seguito I’s.
Tutto ciò per dire che la mia conoscenza dell’autore è minima, anche se credo di poter dire che è un autore fortemente divisivo, c’è chi lo ama e chi non lo sopporta. Ha passato vari generi migliorando via via i suoi disegni, ma le trame non sempre sono -da quel che ho capito- il suo punto forte.
Una delle accuse che gli muovono è quella di rubare le idee degli altri e disegnarle meglio. Per esempio questo DNA2 si ispira inizialmente a Dragon Ball con elementi fantascientifici e (soprattutto) sentimentali… il tutto con una dose di fan-service come al solito eccessiva, ma che serve ad attirare i ragazzini con esplosioni di ormoni, ciò dovuto anche alle belle forme delle ragazze. Il mixaggio di tutto questo è un opera che si fa leggere, ma non esplode.
In Giappone l’idea di fare il verso a Dragon Ball si dimostrò fatale e vediamo nelle due minisaghe (+finale) Katsura che tenta di calibrare la storia con quelle che dovrebbero essere idee migliorative, ma che si rivelano essere ormai da considerare “classiche”, nel senso di ultra-sfruttate, puntando ora sul lato fintamente romantico (dirette verso quello che Max Gazzè canta come “il solito sesso” che però in Jump non può essere mostrato apertamente) e il lato dei combattimenti. Ne viene fuori un opera che nella tradizione di Jump scorre rapida (5 volumi, letti in poche ore) ma che lascia l’amaro in bocca. Non si riesce alla fine a capire se è il caso di dire che è bello (soprattutto per i disegni dei personaggi) o brutto perché non ha un idea guida.
Per il momento gli assegno un sei promettendomi di rileggerlo in futuro, ma non mi sento di consigliarlo a nessuno tranne ai veri fan di Masakazu Katsura.
Tutto ciò per dire che la mia conoscenza dell’autore è minima, anche se credo di poter dire che è un autore fortemente divisivo, c’è chi lo ama e chi non lo sopporta. Ha passato vari generi migliorando via via i suoi disegni, ma le trame non sempre sono -da quel che ho capito- il suo punto forte.
Una delle accuse che gli muovono è quella di rubare le idee degli altri e disegnarle meglio. Per esempio questo DNA2 si ispira inizialmente a Dragon Ball con elementi fantascientifici e (soprattutto) sentimentali… il tutto con una dose di fan-service come al solito eccessiva, ma che serve ad attirare i ragazzini con esplosioni di ormoni, ciò dovuto anche alle belle forme delle ragazze. Il mixaggio di tutto questo è un opera che si fa leggere, ma non esplode.
In Giappone l’idea di fare il verso a Dragon Ball si dimostrò fatale e vediamo nelle due minisaghe (+finale) Katsura che tenta di calibrare la storia con quelle che dovrebbero essere idee migliorative, ma che si rivelano essere ormai da considerare “classiche”, nel senso di ultra-sfruttate, puntando ora sul lato fintamente romantico (dirette verso quello che Max Gazzè canta come “il solito sesso” che però in Jump non può essere mostrato apertamente) e il lato dei combattimenti. Ne viene fuori un opera che nella tradizione di Jump scorre rapida (5 volumi, letti in poche ore) ma che lascia l’amaro in bocca. Non si riesce alla fine a capire se è il caso di dire che è bello (soprattutto per i disegni dei personaggi) o brutto perché non ha un idea guida.
Per il momento gli assegno un sei promettendomi di rileggerlo in futuro, ma non mi sento di consigliarlo a nessuno tranne ai veri fan di Masakazu Katsura.
Sulla scia emotiva delle precedenti opere di Masakazu Katsura ("Video Girl Ai" su tutte), ho voluto provare anche questo shounen.
Con mia sorpresa ho scoperto un autore più versatile di quanto credessi. Infatti, seppur ricalcando sempre temi molto legati alla sfera emotiva, un pò ecchi-adolescenziale, con digressioni sulle prime esperienze amorose e con cliché tipo protagonista impacciato e innamorato della bella e impossibile, Katsura tira fuori un'opera tutto sommato gradevole, veloce da leggere e assorbire. Spensierata, carina, senza troppe pretese e consigliata a chi ha già letto un po' di tutto e vuole approfondire le opere di questo mangaka.
Con mia sorpresa ho scoperto un autore più versatile di quanto credessi. Infatti, seppur ricalcando sempre temi molto legati alla sfera emotiva, un pò ecchi-adolescenziale, con digressioni sulle prime esperienze amorose e con cliché tipo protagonista impacciato e innamorato della bella e impossibile, Katsura tira fuori un'opera tutto sommato gradevole, veloce da leggere e assorbire. Spensierata, carina, senza troppe pretese e consigliata a chi ha già letto un po' di tutto e vuole approfondire le opere di questo mangaka.
Spinto dall'entusiasmo per l'imminente arrivo di Masakazu Katsura al Lucca Comics&Games 2014, ho deciso di andare a recuperare alcuni lavori secondari della carriera dell'autore e così, vista l'etichetta "fantascientifico" che ho trovato qui sulla scheda di Animeclick del manga in questione, mi sono lanciato nella lettura di DNA^2 - da leggersi DNA al quadrato o DNA quadro -; un po' un rischio da parte mia, conscio che i picchi della carriera dell'autore sono dovuti a ben altri lavori e non certo dello stesso genere dell'opera in questione, ma dal momento che la mia fiducia nel lavoro di Katsura-sensei è - o per meglio dire era - assoluta, ho sopravvalutato un po' l'opera in partenza.
La presentazione del volumetto non è delle migliori, bisogna dirlo, formato standard, ma carta troppo sottile e quasi trasparente, sulla quale i disegni, già di per sé non all'altezza di altri fumetti dello stesso periodo come VGA, che sfoggiano un contrasto di stile e accuratezza abbastanza dissonante tra personaggi maschili e femminili. La fama del maestro Katsura quanto a rappresentazione del corpo femminile è nota e risaputa, infatti anche nel caso dell'opera in questione le ragazze che ruotano attorno al protagonista sono ben disegnate e caratterizzate discretamente; il primo problema si presenta appunto col character design maschile, discutibile e un po' grossolano, espresso da disegni troppo spesso approssimativi; gli sfondi sono anch'essi in buona parte accennati, se non assenti alle volte, il che fa perdere sicuramente ulteriori punti al lato tecnico. L'ambientazione di DNA^2 è quella classica dei manga sentimentali dell'autore, cioè scolastica, con una varietà di luoghi ridotta sia a causa del genere - e vedremo in seguito anche della struttura - del fumetto, sia per via del limitato numero di volumetti in cui viene sviluppato. Il protagonista, Junta Momonari, è, tanto per cambiare, un ragazzo con seri problemi nel relazionarsi al gentil sesso, nella fattispecie, ogniqualvolta egli si ritrovi a discutere con una ragazza carina, prova un forte senso di nausea e finisce per vomitare e non di rado addosso alla ragazza in questione. Protagonista femminile è invece Karin, una ragazza proveniente dal futuro e con lo scopo di rendere inoffensivo il ragazzo che nel suo futuro sarebbe diventato il cosiddetto Megaplayboy, un uomo che nel futuro, nonostante la scarsità di risorse e cibo, ha avuto da donne diverse un totale di cento figli ed è diventato quindi un fuorilegge; inutile dirlo, il Megaplayboy ancora in erba è proprio Junta, il protagonista. Nel modificare il dna di Junta, però, Karin commette un errore abbastanza grave, scambiando i proiettili che avrebbero dovuto rendere inoffensivi i geni del ragazzo e conferendogli al contrario dei poteri da esper che trasformano il ragazzo in una sorta di combattente dalle sembianze simili a quelle dei guerrieri sayan - che sia un omaggio al maestro Toriyama? Bah. Gli sviluppi della trama lasciano un po' a desiderare, si possono notare facilmente cambiamenti di genere anche all'interno dello stesso volumetto, passando dal battle shonen più classico al romance caratteristico di Katsura, fino a formare un ibrido dalla dubbia qualità e dalla scarsa coerenza.
Per concludere, mi trovo indeciso se attribuire o meno la sufficienza a quest'opera, troppo carente in diversi punti e pienamente sufficiente solo per quanto riguarda il lato tecnico; e nonostante la mia stima e ammirazione per Masakazu Katsura, temo di dover riconoscere la mediocrità complessiva di questo prodotto, consigliandolo solo ed esclusivamente a chi, come me, da fan del maestro voglia visionarne l'intera opera.
La presentazione del volumetto non è delle migliori, bisogna dirlo, formato standard, ma carta troppo sottile e quasi trasparente, sulla quale i disegni, già di per sé non all'altezza di altri fumetti dello stesso periodo come VGA, che sfoggiano un contrasto di stile e accuratezza abbastanza dissonante tra personaggi maschili e femminili. La fama del maestro Katsura quanto a rappresentazione del corpo femminile è nota e risaputa, infatti anche nel caso dell'opera in questione le ragazze che ruotano attorno al protagonista sono ben disegnate e caratterizzate discretamente; il primo problema si presenta appunto col character design maschile, discutibile e un po' grossolano, espresso da disegni troppo spesso approssimativi; gli sfondi sono anch'essi in buona parte accennati, se non assenti alle volte, il che fa perdere sicuramente ulteriori punti al lato tecnico. L'ambientazione di DNA^2 è quella classica dei manga sentimentali dell'autore, cioè scolastica, con una varietà di luoghi ridotta sia a causa del genere - e vedremo in seguito anche della struttura - del fumetto, sia per via del limitato numero di volumetti in cui viene sviluppato. Il protagonista, Junta Momonari, è, tanto per cambiare, un ragazzo con seri problemi nel relazionarsi al gentil sesso, nella fattispecie, ogniqualvolta egli si ritrovi a discutere con una ragazza carina, prova un forte senso di nausea e finisce per vomitare e non di rado addosso alla ragazza in questione. Protagonista femminile è invece Karin, una ragazza proveniente dal futuro e con lo scopo di rendere inoffensivo il ragazzo che nel suo futuro sarebbe diventato il cosiddetto Megaplayboy, un uomo che nel futuro, nonostante la scarsità di risorse e cibo, ha avuto da donne diverse un totale di cento figli ed è diventato quindi un fuorilegge; inutile dirlo, il Megaplayboy ancora in erba è proprio Junta, il protagonista. Nel modificare il dna di Junta, però, Karin commette un errore abbastanza grave, scambiando i proiettili che avrebbero dovuto rendere inoffensivi i geni del ragazzo e conferendogli al contrario dei poteri da esper che trasformano il ragazzo in una sorta di combattente dalle sembianze simili a quelle dei guerrieri sayan - che sia un omaggio al maestro Toriyama? Bah. Gli sviluppi della trama lasciano un po' a desiderare, si possono notare facilmente cambiamenti di genere anche all'interno dello stesso volumetto, passando dal battle shonen più classico al romance caratteristico di Katsura, fino a formare un ibrido dalla dubbia qualità e dalla scarsa coerenza.
Per concludere, mi trovo indeciso se attribuire o meno la sufficienza a quest'opera, troppo carente in diversi punti e pienamente sufficiente solo per quanto riguarda il lato tecnico; e nonostante la mia stima e ammirazione per Masakazu Katsura, temo di dover riconoscere la mediocrità complessiva di questo prodotto, consigliandolo solo ed esclusivamente a chi, come me, da fan del maestro voglia visionarne l'intera opera.
DNA^2 è un manga in cinque volumi di Masakazu Katsura, pubblicato in Italia da Star Comics in sette volumi. Il titolo credo vada letto come "Dna alla seconda", non che sia importante…
Nonostante la brevità del manga, ho fatto non poca fatica per arrivare alla fine. Non perché l'opera sia di difficile comprensione, ma più che altro per il fatto di non avere una trama ben definita, che mischia vari generi in un mix non molto riuscito, e risulta di scarso interesse e coinvolgimento.
Protagonisti del manga sono Junta Momonari e Karin Aoi. Il primo è un ragazzo giapponese come tanti, la cui unica particolarità è quella di avere un problema con le donne: quando si eccita sessualmente vomita. Non riesce a trattenersi, e ciò gli rende difficile l'approccio all'altro sesso.
Karin invece è una ragazza proveniente dal futuro, giunta in quest'epoca con una missione: trovare il ragazzo che in futuro diventerà il megaplayboy e che genererà cento figli, che a loro volta genereranno altri figli dotati degli stessi geni.
Nel futuro c'è la sovrappopolazione, e la gente che va a sfornare pargoli deve essere eliminata. Basta far sì che il megaplayboy rimanga un ragazzo normale e non generi questi cento figli.
Tale ragazzo è Junta. Ma come può un ragazzo che vomita al minimo pensiero sul sesso generare oltre cento bambini?
La trama mi era sembrata interessante, e considerato l'autore mi aspettavo di leggere un bel fumetto.
Ma anche Katsura all'inizio non doveva essere granché come autore, e di manga scadenti deve averne disegnati. Questo è uno di quelli.
Come ho detto all'inizio, la trama non è ben definita. Il fumetto cambia genere all'incirca ogni tre capitoli, passando dalla commedia romantica per adolescenti, come all'inizio, poi si va alla fantascienza, con i viaggi nel tempo, futuro da modificare e simili, per arrivare verso la parte centrale ad un manga di combattimento alla Dragon Ball. Non lo cito tanto per, in un punto della storia Junta si trasforma in un simil Super Saiyan, con tanto di capelli ritti e biondi, e affronta un altro tipo con colpi energetici, teletrasporto, immagini residue, ecc. Sembra davvero Dragon Ball Z.
Dopo questa fase emblematica, che nulla ha a che fare con quanto letto prima, si ritorna alla commedia romantica, per arrivare alla fine di nuovo alla fantascienza, con altri tipi che arrivano dal futuro per intervenire sulla storia tramite la modifica degli eventi.
Il finale l'ho trovato molto deludente, sia perché arriva abbastanza frettolosamente visto che gli ultimi capitoli sono pieni di eventi raccontati velocemente, senza le sufficienti spiegazioni, sia per come ci si arriva, dopo molti capitoli inutili che allungano il fumetto con scene inutili e personaggi che non hanno nessun ruolo all'interno della storia, se non appunto allungare il tutto.
I disegni non sono male, ma considerato le opere più recenti di Katsura (tipo Zetman) sono di un livello molto più basso. Solo le ragazze sono più o meno carine e ben disegnate, mentre gli altri personaggi, quelli maschili soprattutto sono molto più abbozzati. Comunque, il punto più alto del fumetto, sia per disegni che per la storia, è la parte centrale, quella alla Dragon Ball per intenderci.
Lì mi è quasi sembrato un bel manga.
In definitiva è un manga che non mi è piaciuto, e che non mi sento di consigliare a nessuno, se non al massimo, ai fan dell'autore che vogliono leggere tutto, anche le opere meno riuscite.
La mia unica consolazione è di averlo preso usato e di averlo pagato solo un euro a volume, e sono anche troppi.
Nonostante la brevità del manga, ho fatto non poca fatica per arrivare alla fine. Non perché l'opera sia di difficile comprensione, ma più che altro per il fatto di non avere una trama ben definita, che mischia vari generi in un mix non molto riuscito, e risulta di scarso interesse e coinvolgimento.
Protagonisti del manga sono Junta Momonari e Karin Aoi. Il primo è un ragazzo giapponese come tanti, la cui unica particolarità è quella di avere un problema con le donne: quando si eccita sessualmente vomita. Non riesce a trattenersi, e ciò gli rende difficile l'approccio all'altro sesso.
Karin invece è una ragazza proveniente dal futuro, giunta in quest'epoca con una missione: trovare il ragazzo che in futuro diventerà il megaplayboy e che genererà cento figli, che a loro volta genereranno altri figli dotati degli stessi geni.
Nel futuro c'è la sovrappopolazione, e la gente che va a sfornare pargoli deve essere eliminata. Basta far sì che il megaplayboy rimanga un ragazzo normale e non generi questi cento figli.
Tale ragazzo è Junta. Ma come può un ragazzo che vomita al minimo pensiero sul sesso generare oltre cento bambini?
La trama mi era sembrata interessante, e considerato l'autore mi aspettavo di leggere un bel fumetto.
Ma anche Katsura all'inizio non doveva essere granché come autore, e di manga scadenti deve averne disegnati. Questo è uno di quelli.
Come ho detto all'inizio, la trama non è ben definita. Il fumetto cambia genere all'incirca ogni tre capitoli, passando dalla commedia romantica per adolescenti, come all'inizio, poi si va alla fantascienza, con i viaggi nel tempo, futuro da modificare e simili, per arrivare verso la parte centrale ad un manga di combattimento alla Dragon Ball. Non lo cito tanto per, in un punto della storia Junta si trasforma in un simil Super Saiyan, con tanto di capelli ritti e biondi, e affronta un altro tipo con colpi energetici, teletrasporto, immagini residue, ecc. Sembra davvero Dragon Ball Z.
Dopo questa fase emblematica, che nulla ha a che fare con quanto letto prima, si ritorna alla commedia romantica, per arrivare alla fine di nuovo alla fantascienza, con altri tipi che arrivano dal futuro per intervenire sulla storia tramite la modifica degli eventi.
Il finale l'ho trovato molto deludente, sia perché arriva abbastanza frettolosamente visto che gli ultimi capitoli sono pieni di eventi raccontati velocemente, senza le sufficienti spiegazioni, sia per come ci si arriva, dopo molti capitoli inutili che allungano il fumetto con scene inutili e personaggi che non hanno nessun ruolo all'interno della storia, se non appunto allungare il tutto.
I disegni non sono male, ma considerato le opere più recenti di Katsura (tipo Zetman) sono di un livello molto più basso. Solo le ragazze sono più o meno carine e ben disegnate, mentre gli altri personaggi, quelli maschili soprattutto sono molto più abbozzati. Comunque, il punto più alto del fumetto, sia per disegni che per la storia, è la parte centrale, quella alla Dragon Ball per intenderci.
Lì mi è quasi sembrato un bel manga.
In definitiva è un manga che non mi è piaciuto, e che non mi sento di consigliare a nessuno, se non al massimo, ai fan dell'autore che vogliono leggere tutto, anche le opere meno riuscite.
La mia unica consolazione è di averlo preso usato e di averlo pagato solo un euro a volume, e sono anche troppi.
Subito dopo il successo trionfale della prima edizione di "Video Girl Ai", i Kappa Boys decisero di cavalcare l'onda e di pubblicare un altro manga di Masakazu Katsura, "DNA^2".
Il destino di quest'opera però fu decisamente molto più travagliato. Se "Video Girl Ai" infatti fu un miracolo del passaparola quando ancora i manga non se li filava nessuno, DNA2 invece spaccò subito il pubblico in due fazioni opposte, ovvero rispettivamente tra chi difendeva il manga in questione e lo trovava molto bello e chi invece era estremamente deluso e lo reputava semplicemente brutto.
Certamente fare un paragone diretto tra "Video Girl Ai" e "DNA^2" è fuorviante: il primo è una storia d'amore adolescenziale, il secondo è un fantasy di azione. Insomma è come paragonare "Marmalade Boy" a "Mazinga".
Tuttavia, sgombrata la mente da eventuali pregiudizi, posso dire senza alcun problema che "DNA^2" è intrinsecamente un manga privo di qualità, indipendentemente dal fatto di essere pubblicato subito dopo il capolavoro di Masakazu Katsura e di avere quindi una pesantissima eredità da gestire.
"DNA^2" narra le vicende di Junta Momotari, un ragazzo che non riesce mai ad approcciare una ragazza perché quando si emoziona vomita. La sua vita prenderà una piega inaspettata quando piomberà dal nulla nella sua vita Karim, una ragazza venuta dal futuro con una missione da compiere: bloccare prima che si risvegli il codice genetico del futuro megaplayboy, uno stallone che metterà al mondo più di cento figli e che contribuirà ad aggravare ancora di più il problema della sovrappopolazione nel futuro. Ironia della sorte vuole che sia proprio Junta il megaplayboy, ma Karim sbaglia e invece di sopirgli i geni colpevoli... Glieli risveglia! Da qui partirà tutta la carambola di eventi che travolgeranno tutti i personaggi.
"DNA^2" è un'opera che rispetto ad altri lavori di Katsura si prende decisamente poco sul serio. La cosa è già evidente da un punto di vista grafico. Bisogna proprio dimenticare i fasti di "Video Girl Ai", con le sue vignette che sembravano come spesso detto "cinema su carta", tanto erano particolareggiate e realistiche. "DNA^2" invece è molto più tradizionale in questo senso, punta alla gag, non al particolare e quindi tanti retini e realismo in meno a favore di azione e faccette caricaturali. Lo stesso dicasi per l'atmosfera generale, che lascia da parte qualsiasi tipo di paturnia mentale e sentimentale per fare spazio alla commedia e ai combattimenti.
Ora, "DNA^2" non sarà certo una pietra miliare visto le premesse, ma la leggerezza non è certo un peccato. Tuttavia DNA2 le sue magagne gigantesche ce le ha e sono tutte racchiuse nella parte più importante di qualsiasi fumetto: la trama. Non si riesce a capire dove voglia andare a parare questo manga. In pochi numeri c'è tanta di quella carne al fuoco che alla fine si rischia l'indigestione, o per meglio dire, in "DNA^2" ci sono troppi elementi mischiati insieme malissimo e senza un motivo, rendendo tutto il fumetto praticamente indigesto.
In questo manga infatti troviamo la fantascienza, la comicità demenziale, la commedia/triangolo d'amore adolescenziale e infine i combattimenti tra supereroi in puro stile "Dragon Ball" (alla fine il protagonista si ritroverà i capelli uguali uguali a quelli di Goku Super Sayan!). Già a leggere questo elenco viene da ridere, mancano solo le maghette e la nazionale della pallavolo e poi ci sta veramente dentro tutto. Naturalmente si può obbiettare che non sta scritto da nessuna parte che un manga di amore deve solo fare vedere gente che pomicia o che un manga di azione gente che si mena. Il problema però è che è evidente che "DNA^2" non abbia macinato il successo che ci si aspettava, quindi i suoi repentini cambi di "tematica" sono dovuti al tentativo di metterlo su una carreggiata che gli facesse macinare copie su copie. Per questo il manga copre praticamente tutti i triti stereotipi narrativi dei manga più commerciali e alla moda. Il risultato è che "DNA^2" è un fumetto confuso, senza una tematica forte e quindi senza capo né coda, oltre che privo di ispirazione e originalità.
Infine a mettere il capello al manga ci si mette anche il finale, che interrompe il manga di botto senza spiegare niente e lasciando di sasso il lettore.
Insomma un fumetto deludente sotto troppi punti di vista.
Il destino di quest'opera però fu decisamente molto più travagliato. Se "Video Girl Ai" infatti fu un miracolo del passaparola quando ancora i manga non se li filava nessuno, DNA2 invece spaccò subito il pubblico in due fazioni opposte, ovvero rispettivamente tra chi difendeva il manga in questione e lo trovava molto bello e chi invece era estremamente deluso e lo reputava semplicemente brutto.
Certamente fare un paragone diretto tra "Video Girl Ai" e "DNA^2" è fuorviante: il primo è una storia d'amore adolescenziale, il secondo è un fantasy di azione. Insomma è come paragonare "Marmalade Boy" a "Mazinga".
Tuttavia, sgombrata la mente da eventuali pregiudizi, posso dire senza alcun problema che "DNA^2" è intrinsecamente un manga privo di qualità, indipendentemente dal fatto di essere pubblicato subito dopo il capolavoro di Masakazu Katsura e di avere quindi una pesantissima eredità da gestire.
"DNA^2" narra le vicende di Junta Momotari, un ragazzo che non riesce mai ad approcciare una ragazza perché quando si emoziona vomita. La sua vita prenderà una piega inaspettata quando piomberà dal nulla nella sua vita Karim, una ragazza venuta dal futuro con una missione da compiere: bloccare prima che si risvegli il codice genetico del futuro megaplayboy, uno stallone che metterà al mondo più di cento figli e che contribuirà ad aggravare ancora di più il problema della sovrappopolazione nel futuro. Ironia della sorte vuole che sia proprio Junta il megaplayboy, ma Karim sbaglia e invece di sopirgli i geni colpevoli... Glieli risveglia! Da qui partirà tutta la carambola di eventi che travolgeranno tutti i personaggi.
"DNA^2" è un'opera che rispetto ad altri lavori di Katsura si prende decisamente poco sul serio. La cosa è già evidente da un punto di vista grafico. Bisogna proprio dimenticare i fasti di "Video Girl Ai", con le sue vignette che sembravano come spesso detto "cinema su carta", tanto erano particolareggiate e realistiche. "DNA^2" invece è molto più tradizionale in questo senso, punta alla gag, non al particolare e quindi tanti retini e realismo in meno a favore di azione e faccette caricaturali. Lo stesso dicasi per l'atmosfera generale, che lascia da parte qualsiasi tipo di paturnia mentale e sentimentale per fare spazio alla commedia e ai combattimenti.
Ora, "DNA^2" non sarà certo una pietra miliare visto le premesse, ma la leggerezza non è certo un peccato. Tuttavia DNA2 le sue magagne gigantesche ce le ha e sono tutte racchiuse nella parte più importante di qualsiasi fumetto: la trama. Non si riesce a capire dove voglia andare a parare questo manga. In pochi numeri c'è tanta di quella carne al fuoco che alla fine si rischia l'indigestione, o per meglio dire, in "DNA^2" ci sono troppi elementi mischiati insieme malissimo e senza un motivo, rendendo tutto il fumetto praticamente indigesto.
In questo manga infatti troviamo la fantascienza, la comicità demenziale, la commedia/triangolo d'amore adolescenziale e infine i combattimenti tra supereroi in puro stile "Dragon Ball" (alla fine il protagonista si ritroverà i capelli uguali uguali a quelli di Goku Super Sayan!). Già a leggere questo elenco viene da ridere, mancano solo le maghette e la nazionale della pallavolo e poi ci sta veramente dentro tutto. Naturalmente si può obbiettare che non sta scritto da nessuna parte che un manga di amore deve solo fare vedere gente che pomicia o che un manga di azione gente che si mena. Il problema però è che è evidente che "DNA^2" non abbia macinato il successo che ci si aspettava, quindi i suoi repentini cambi di "tematica" sono dovuti al tentativo di metterlo su una carreggiata che gli facesse macinare copie su copie. Per questo il manga copre praticamente tutti i triti stereotipi narrativi dei manga più commerciali e alla moda. Il risultato è che "DNA^2" è un fumetto confuso, senza una tematica forte e quindi senza capo né coda, oltre che privo di ispirazione e originalità.
Infine a mettere il capello al manga ci si mette anche il finale, che interrompe il manga di botto senza spiegare niente e lasciando di sasso il lettore.
Insomma un fumetto deludente sotto troppi punti di vista.
Opera spesso sottovalutata, perché in patria, causa scarse vendite, l'autore è stato costretto ad anticiparne la chiusura, eppure al lettore inconsapevole questo aspetto passa quasi inosservato.
La trama prosegue con buona fluidità dall'inizio alla fine, senza mai dare quella sensazione di storia incompleta che spesso si ha in questi casi. Il manga risulta un buono shonen che coniuga azione e sentimento, senza mai tralasciare, com'è tipico dell'autore, una buona dose di fan service.
Il tratto è quello bello, pulito e tondeggiante a cui l'autore ci aveva già abituato in Video Girl Ai. Le copertine in tinta pastello, per quanto ancora lontane dal successivo I''S (le quali sono però evidentemente tratte da foto reali), sono sicuramente più accattivanti della suddetta VGA, ed anche i disegni interni sembrano leggermente più maturi.
Alcuni tratti dei personaggi (Junta che vomita davanti ad ogni ragazza, o Karin che non capisce più niente quando vede il super-playboy) sono forse poco credibili, ma sicuramente funzionali alla trama e non stonano mai con lo svolgimento della storia.
Lo svolgimento è al contempo accattivante ed estremamente divertente, e non fa a a mio parere minimamente rimpiangere VGA, anzi, secondo me la maggiore brevità dell'opera la rende addirittura più piacevole.
In definitiva, una buona storia di fantascienza, azione e sentimento, senza dimenticare una sana dose di comicità, che terrà sicuramente tutti con il fiato sospeso fino alla fine.
La trama prosegue con buona fluidità dall'inizio alla fine, senza mai dare quella sensazione di storia incompleta che spesso si ha in questi casi. Il manga risulta un buono shonen che coniuga azione e sentimento, senza mai tralasciare, com'è tipico dell'autore, una buona dose di fan service.
Il tratto è quello bello, pulito e tondeggiante a cui l'autore ci aveva già abituato in Video Girl Ai. Le copertine in tinta pastello, per quanto ancora lontane dal successivo I''S (le quali sono però evidentemente tratte da foto reali), sono sicuramente più accattivanti della suddetta VGA, ed anche i disegni interni sembrano leggermente più maturi.
Alcuni tratti dei personaggi (Junta che vomita davanti ad ogni ragazza, o Karin che non capisce più niente quando vede il super-playboy) sono forse poco credibili, ma sicuramente funzionali alla trama e non stonano mai con lo svolgimento della storia.
Lo svolgimento è al contempo accattivante ed estremamente divertente, e non fa a a mio parere minimamente rimpiangere VGA, anzi, secondo me la maggiore brevità dell'opera la rende addirittura più piacevole.
In definitiva, una buona storia di fantascienza, azione e sentimento, senza dimenticare una sana dose di comicità, che terrà sicuramente tutti con il fiato sospeso fino alla fine.
Solito mix del buon Katsura: fantascienza, vari inciuci sentimentali e comicità. Un manga abbastanza divertente che ha la pecca di scorrere veramente poco nella parte centrale e mi riferisco, per chi l'avesse già letto, alla parte di Ryuji e quella di Kotomi. Specialmente quella di Ryuji non la digerisco: nonostante sia chiaramente una parodia di Dragon Ball, e degli shonen tipo Dragon Ball, non mi vuol proprio piacere ed a mio parere funziona anche poco. Il finale non mi convince del tutto ed ha la pecca, come in altre opere di Katsura di essere forse un po' troppo repentino. La storia finisce all'improvviso da una pagina a quell'altra (stesso problema che ho riscontrato in Video Girl Ai). Con questo non dico che il finale sia sbagliato per la storia, ma leggendolo e rileggendolo mi son sempre sentito come uno che alla fine di un film gli staccano la spina della televisione!
I disegni sono sempre ottimi molto curati nei personaggi (soprattutto quelli femminili) e forse un po' più sbrigativi per tutto il resto (sempre come in Video Girl Ai). Spendo infine una parola Per il personaggio di Karin Aoi, vera protagonista della serie e ben riuscita sia graficamente che concettualmente, figura centrale sia nei momenti più comici (con Junta) a quelli "sentimentalmente" più intensi. Nonostante il voto che do al manga sia solo 6 lei resta una delle mie eroine manga preferite.
Un manga carino ma che mi sento di consigliare solo ai fan di Masakazu Katsura o chi ama storie con premesse assurde (tipo allergia al sesso femminile che provoca vomito). Sicuramente non è il lavoro più rilevante dell'autore.
I disegni sono sempre ottimi molto curati nei personaggi (soprattutto quelli femminili) e forse un po' più sbrigativi per tutto il resto (sempre come in Video Girl Ai). Spendo infine una parola Per il personaggio di Karin Aoi, vera protagonista della serie e ben riuscita sia graficamente che concettualmente, figura centrale sia nei momenti più comici (con Junta) a quelli "sentimentalmente" più intensi. Nonostante il voto che do al manga sia solo 6 lei resta una delle mie eroine manga preferite.
Un manga carino ma che mi sento di consigliare solo ai fan di Masakazu Katsura o chi ama storie con premesse assurde (tipo allergia al sesso femminile che provoca vomito). Sicuramente non è il lavoro più rilevante dell'autore.
Dico solamente che questo è il primo manga cartaceo che ho letto, e mi ha fatto iniziare a conoscere il mondo dei manga. Devo dire che la prima cosa che mi ha colpito sono stati i disegni, veramente ben curati. Oltre alla grafica, il vero punto forte di questo manga sono stati i personaggi per me, in particolare Karin e Junta, che adoro; storia bella che ti tiene attaccato al manga finché non arrivi al finale, il quale mi ha lasciato un po' deluso, ma per il resto il manga è veramente molto bello, una storia originale scritta da un Masakazu Katsura che si appresta a diventare il mio Mangaka preferito. Se vogliamo trovare dei punti negativi forse è che il manga dura troppo poco, infatti si nota che il finale è un po' troppo forzato a concludersi e la cosa mi rende triste. Spero di leggere altre opere come questa.
Ho cominciato la lettura di questo manga a seguito dei commenti entusiastici seguiti alla pubblicazione di "Video Girl Ai" del maestro Katsura. Si tratta di un lavoro un po' più breve ma nonostante questo molto ben idealizzato e realizzato.
La storia ha come protagonista Kari, una ragazza del futuro. Il mondo del suo tempo è sovrappopolato, tanto che le autorità puniscono con la pena di morte le coppie che decidono di mettere al mondo più di un figlio. Allo stesso tempo cercano di risolvere alla radice del problema mandando nel passato una DNA operator, Karin appunto, al fine di manipolare il DNA del "megaplayboy", un certo Junta Momonari, che durante la sua vita aveva avuto più di cento figli tutti dotati delle stesse "capacità riproduttive; il fine è quello di renderlo un tipo insignificante. Peccato che Junta, il protagonista maschile, sia in realtà già tale (anzi, vomita addirittura alla presenza di un corpo femminile!) e sarà proprio Karin a trasformarlo nel megaplayboy manipolando erroneamente il suo DNA. Ne seguono una serie di vicende in cui si alternano azione, combattimenti e comicità.
Un mix che ho trovato ben miscelato, con personaggi ben caratterizzati ed estremamente "umani": il sogno di Karin è una "casa dolce casa"; Junta vuol vincere il suo difetto con le donne ma allo stesso tempo rifiuta una diversa natura che lo porterebbe a conquistare molte donne ma con effetti catastrofici per l'umanità.
I disegni, nel classico stile di Katsura, sono molto sensuali, specie quando si tratta di rappresentare corpi femminili; la trama è coinvolgente e ben ordinata. Tutto l'opposto rispetto all'anime, in cui gli avvenimenti vengono mischiati e che comunque non riesce a trasmettere lo stesso clima presente nel manga, ma questo è un altro discorso.
La mia valutazione è ovviamente positiva, con un'unica pecca: i combattimenti risultano essere lunghi e confusi. Ciò non cambia granché il mio giudizio che resta ottimo.
La storia ha come protagonista Kari, una ragazza del futuro. Il mondo del suo tempo è sovrappopolato, tanto che le autorità puniscono con la pena di morte le coppie che decidono di mettere al mondo più di un figlio. Allo stesso tempo cercano di risolvere alla radice del problema mandando nel passato una DNA operator, Karin appunto, al fine di manipolare il DNA del "megaplayboy", un certo Junta Momonari, che durante la sua vita aveva avuto più di cento figli tutti dotati delle stesse "capacità riproduttive; il fine è quello di renderlo un tipo insignificante. Peccato che Junta, il protagonista maschile, sia in realtà già tale (anzi, vomita addirittura alla presenza di un corpo femminile!) e sarà proprio Karin a trasformarlo nel megaplayboy manipolando erroneamente il suo DNA. Ne seguono una serie di vicende in cui si alternano azione, combattimenti e comicità.
Un mix che ho trovato ben miscelato, con personaggi ben caratterizzati ed estremamente "umani": il sogno di Karin è una "casa dolce casa"; Junta vuol vincere il suo difetto con le donne ma allo stesso tempo rifiuta una diversa natura che lo porterebbe a conquistare molte donne ma con effetti catastrofici per l'umanità.
I disegni, nel classico stile di Katsura, sono molto sensuali, specie quando si tratta di rappresentare corpi femminili; la trama è coinvolgente e ben ordinata. Tutto l'opposto rispetto all'anime, in cui gli avvenimenti vengono mischiati e che comunque non riesce a trasmettere lo stesso clima presente nel manga, ma questo è un altro discorso.
La mia valutazione è ovviamente positiva, con un'unica pecca: i combattimenti risultano essere lunghi e confusi. Ciò non cambia granché il mio giudizio che resta ottimo.
DNA² dal punto di vista grafico non delude, come sempre (del resto Katsura è pur sempre Katsura) i disegni sono fantastici e specialmente le copertine sono una vera goduria per gli occhi. La copertina che preferisco è quella del terzo volumetto raffigurante Ami, dove a mio parere Katsura si avvicina moltissimo alla soglia del fotorealismo. Per quanto riguarda i disegni, questi sono veramente ben fatti, anche se le tavole sembrano caratterizzate da fondali più scarni e volti forse leggermente più caricaturali e rotondeggianti, almeno se messi a confronto con l'aura dolce e inebriante che emanavano i personaggi del sensei nell'opera precedente (Denei Shoujo). In un manga i disegni sono molto importanti, ma da soli non bastano. Ed ecco che mi accingo a toccare quelle che, secondo me, sono le vere note dolenti di quest'opera: penso che nel complesso questo manga sia un fallimento totale, e personalmente lo considero in completa antitesi con l'opera precedente di Katsura, in tutto e per tutto, nonostante si capisca quasi subito che DNA² non è un'opera con le stesse pretese.
Non sono proprio riuscito a farmi piacere la maggior parte dei personaggi: detesto Junta, Karin, Tomoko, Riyuji... uno peggio dell'altro. Penso che quasi tutte le idee utilizzate oltrepassino i limiti del sensato e del buon gusto.
Il lato sentimentale e quello fantascientifico sono mischiati in una maniera che trovo amareggiante, specialmente perché il primo è infarcito di sentimenti fasulli e illusori che onestamente mi disgustano. Solo Ami pare rimanere impassibile davanti al fantomatico megaplayboy, e questo mi lascia pensare che se il progetto di DNA² fosse stato completato, forse fra Junta e Ami ne avremmo viste delle belle.
Non mi è piaciuto per niente nemmeno che per il design del megaplayboy in veste di guerriero psichico, Katsura si sia ispirato alla trasformazione in super saiyan dal noto manga di Akira Toriyama, anche se c'è da dire che la "scopiazzatura" riguarda più che altro l'aspetto estetico e non tanto i contenuti.
Inoltre lo sviluppo della storia porta tutti i personaggi a diventare, alla fine, peggiori di prima, o ad uscire di scena in modo sbrigativo, deludente o misero; talvolta si ha la sensazione che la trama poteva essere maggiormente sviluppata. Come se non bastasse, il finale, che per me in un manga è uno degli aspetti più importanti, è davvero amaro e deludente, ed ecco che si scende inevitabilmente sotto la sufficienza.
Purtroppo si vede che il progetto di realizzazione di quest'opera è stato bruscamente interrotto. Peccato. Tuttavia consiglio di leggerlo almeno una volta, se non altro per gli splendidi disegni, ma non ci si aspetti nulla di memorabile.
Non sono proprio riuscito a farmi piacere la maggior parte dei personaggi: detesto Junta, Karin, Tomoko, Riyuji... uno peggio dell'altro. Penso che quasi tutte le idee utilizzate oltrepassino i limiti del sensato e del buon gusto.
Il lato sentimentale e quello fantascientifico sono mischiati in una maniera che trovo amareggiante, specialmente perché il primo è infarcito di sentimenti fasulli e illusori che onestamente mi disgustano. Solo Ami pare rimanere impassibile davanti al fantomatico megaplayboy, e questo mi lascia pensare che se il progetto di DNA² fosse stato completato, forse fra Junta e Ami ne avremmo viste delle belle.
Non mi è piaciuto per niente nemmeno che per il design del megaplayboy in veste di guerriero psichico, Katsura si sia ispirato alla trasformazione in super saiyan dal noto manga di Akira Toriyama, anche se c'è da dire che la "scopiazzatura" riguarda più che altro l'aspetto estetico e non tanto i contenuti.
Inoltre lo sviluppo della storia porta tutti i personaggi a diventare, alla fine, peggiori di prima, o ad uscire di scena in modo sbrigativo, deludente o misero; talvolta si ha la sensazione che la trama poteva essere maggiormente sviluppata. Come se non bastasse, il finale, che per me in un manga è uno degli aspetti più importanti, è davvero amaro e deludente, ed ecco che si scende inevitabilmente sotto la sufficienza.
Purtroppo si vede che il progetto di realizzazione di quest'opera è stato bruscamente interrotto. Peccato. Tuttavia consiglio di leggerlo almeno una volta, se non altro per gli splendidi disegni, ma non ci si aspetti nulla di memorabile.
Se seguite le opere di K2R saprete già che ogni suo manga è frutto di un'influenza esterna: possa essere un film, un comic americano, un programma tv o, come è il caso di DNA2, un manga. Infatti le vicende di Junta il Mega-Playboy sono, almeno per quanto concerne lo stile grafico, ispirate da Dragonball. Infatti nel manga originale quando Junta si trasforma assomiglia vagamente ad un Super-Saiyan, tant'è che vengono menzionati gli occhi chiari e i capelli biondi, cosa logicamente cambiata nell'Anime per non incorrere in eventuali accuse di plagio e simili. La serie si divide principalmente in due lunghi archi: uno più introspettivo e sentimentale, e un altro più intuitivo ed incentrato sul combattimento corpo a corpo: in entrambi i casi ci troviamo di fronte ad un'opera qualititivamente più alta (sebbene il massimo climax si raggiunge nella battaglia con Ryuji e non nel finale vero e proprio della serie), e risulta offrire numerosi spunti Fan-Service, oltre che un profondo cambiamento dei personaggi, in primis il protagonista. Ottimi comunque anche i comprimari, tra cui un paio veramente d'eccezione... shonen leggero, godibile e di vecchio stampo.
Opera da leggere sicuramente tutta d'un fiato vista la sua brevità e la sua intensità.
In effetti alcuni passaggi sono sicuramente sbrigativi (vedi come viene liquidato il secondo avversario di Junta-il protagonista) e alla fine la storia sembra più il riassunto di sè stessa. Può sembrare un difetto ma in realtà trovo che sia stata un'ottima idea perchè a differenza di VGA la storia è meno omogenea, dilungarla avrebbe significato sicuramente anche disperderla, farle perdere di intensità.
Molto divertente, i personaggi sono tutti molto ben riusciti tranne Tomoko (la ragazza di cui Junta è innamorato sin dall'inizio della storia) che, al fine di essere messa da parte, fa una scelta (non dico apertamente quale per non rovinare la sorpresa a chi non ha letto l'opera, ma chi l'ha letta avrà capito sicuramente di cosa parlo) assolutamente poco credibile. Ora, mi si può dire che tutta la storia è incredibile e paradossale, ma la scelta di Tomoko in particolare non ha l'essenza ironica di tutti gli altri espedienti paradossali, anzi, vuole essere la conseguenza di un ragionamento sensato e soprattutto una scelta d'amore.
Sicuramente l'opera non ha il valore di Video Girl Ai (il paragone è inevitabile), ma non ne ha nemmeno le pretese evidentemente e questo gli rende onore.
Altro dettaglio: i personaggi sono evidentemente riconducibili a quelli di Video Girl Ai (Junta-Yota, Karin-Ai, Tomoko-Moemi). Junta è quasi identico a Yota, sia esteticamente che caratterialmente. Karin e Tomoko sono esteticamente identiche a Ai e Moemi, caratterialmente invece si somigliano solo parzialmente ma in molti aspetti. Riujy invece viene ripreso solo nel disegno da Takashi mentre caratterialmente e funzionalmente sono completamente diversi (anche se non in tutto e per tutto visto che tutti e due sono i playboy della scuola).
Infine consiglio la lettura anche se invito il lettore a non sperare di trovare la stessa profondità di Video Girl Ai che rimane comunque di gran lunga superiore.
In effetti alcuni passaggi sono sicuramente sbrigativi (vedi come viene liquidato il secondo avversario di Junta-il protagonista) e alla fine la storia sembra più il riassunto di sè stessa. Può sembrare un difetto ma in realtà trovo che sia stata un'ottima idea perchè a differenza di VGA la storia è meno omogenea, dilungarla avrebbe significato sicuramente anche disperderla, farle perdere di intensità.
Molto divertente, i personaggi sono tutti molto ben riusciti tranne Tomoko (la ragazza di cui Junta è innamorato sin dall'inizio della storia) che, al fine di essere messa da parte, fa una scelta (non dico apertamente quale per non rovinare la sorpresa a chi non ha letto l'opera, ma chi l'ha letta avrà capito sicuramente di cosa parlo) assolutamente poco credibile. Ora, mi si può dire che tutta la storia è incredibile e paradossale, ma la scelta di Tomoko in particolare non ha l'essenza ironica di tutti gli altri espedienti paradossali, anzi, vuole essere la conseguenza di un ragionamento sensato e soprattutto una scelta d'amore.
Sicuramente l'opera non ha il valore di Video Girl Ai (il paragone è inevitabile), ma non ne ha nemmeno le pretese evidentemente e questo gli rende onore.
Altro dettaglio: i personaggi sono evidentemente riconducibili a quelli di Video Girl Ai (Junta-Yota, Karin-Ai, Tomoko-Moemi). Junta è quasi identico a Yota, sia esteticamente che caratterialmente. Karin e Tomoko sono esteticamente identiche a Ai e Moemi, caratterialmente invece si somigliano solo parzialmente ma in molti aspetti. Riujy invece viene ripreso solo nel disegno da Takashi mentre caratterialmente e funzionalmente sono completamente diversi (anche se non in tutto e per tutto visto che tutti e due sono i playboy della scuola).
Infine consiglio la lettura anche se invito il lettore a non sperare di trovare la stessa profondità di Video Girl Ai che rimane comunque di gran lunga superiore.
Una commedia amorosa sfociata poi nel combattimento e nel fan-service (quest'ultima era prevedibile). La storia d'amore mi convinceva molto, conoscendo l'autore e le sue opere, ma il combattimento mi fa pensare che non era ancora pronto per questo genere di narrazione. Col tempo si è di sicuro smentito, ma questa rimane comunque una piccolissima macchia. Do un sette anche se dovete interpretarlo come un 6.85.
Delle due opere da me lette di questo autore (l'altra è Video Girl Ai), questa è quella che ha finito per convincermi di meno.
Il motivo è dovuto all'evolversi della storia, che, benché agli inizi rispecchiasse il tipico (e miglior ) Katsura, finisce con il diventare a metà lavoro un semi clone di Dragonball ( ma perché!? ), uccidendo l'opera nel suo complesso.
Lo stile di Katsura mi piace molto (soprattutto come disegna le ragazze), ma in quanto a storia infatti, benché non particolarmente elaborata , dà come l'impressione, ad un certo punto, di non sapere come proseguirla, decidendo così di prendere in prestito dall'opera di Toriyama qualche idea (scelta, secondo me, al quanto sciagurata).
Di questo autore invece consiglierei la lettura di "Video Girl Ai", visto che, nonostante non abbia letto tutti i numeri, si è rivelata la meglio riuscita.
Voto: 4.5
Il motivo è dovuto all'evolversi della storia, che, benché agli inizi rispecchiasse il tipico (e miglior ) Katsura, finisce con il diventare a metà lavoro un semi clone di Dragonball ( ma perché!? ), uccidendo l'opera nel suo complesso.
Lo stile di Katsura mi piace molto (soprattutto come disegna le ragazze), ma in quanto a storia infatti, benché non particolarmente elaborata , dà come l'impressione, ad un certo punto, di non sapere come proseguirla, decidendo così di prendere in prestito dall'opera di Toriyama qualche idea (scelta, secondo me, al quanto sciagurata).
Di questo autore invece consiglierei la lettura di "Video Girl Ai", visto che, nonostante non abbia letto tutti i numeri, si è rivelata la meglio riuscita.
Voto: 4.5
Ero indeciso fino all'ultimo col voto, ma ho deciso di premiare il lavoro con otto. Il fatto è che non si può dire che sia originale lo svolgimento della trama, mentre in ogni caso è interessante la premessa. Lo "scontro finale" potrebbe apparire affrettato, così come la liquidazione fin troppo celere del personaggio di Makoto.
Eppure, nonostante i difetti, è ancora uno dei manga che mi rimangono più impressi.
Adoro lo stile di Katsura, soprattutto nei personaggi, mentre alcune parti sembrano quasi "sceneggiate" per quanto è ben gestita suspense e caratterizzazione. Elementi che sono evidentissimi nel finale, di fondo scontato, ma davvero ben realizzato.
Un seguito sarebbe proprio gradito.
Eppure, nonostante i difetti, è ancora uno dei manga che mi rimangono più impressi.
Adoro lo stile di Katsura, soprattutto nei personaggi, mentre alcune parti sembrano quasi "sceneggiate" per quanto è ben gestita suspense e caratterizzazione. Elementi che sono evidentissimi nel finale, di fondo scontato, ma davvero ben realizzato.
Un seguito sarebbe proprio gradito.
Masakazu Katsura, il dio dei retini, ci tascina in un avventura semplice semplice, che ci porta a conoscere personaggi che sanno di già visto. Infatti l' anello debole di questa storia sono proprio i protagonisti. Non troverete la magia e la poesia di Video Girl Ai, ma un manga da maneggiare con cautela lungi da essere più che sufficiente.
La storia l'ho letta un po' di tempo fa, però forse è meglio così. Un po' di discacco serve a capire cosa ha lasciato in me quest'opera. Il ricordo più vivo viene dai disegni, in particolare le copertine che mi colpirono moltissimo. Katsura sa il fatto suo. La storia è bella e fa sorridere e commuovere, una storia d'amore stravolta da fantascienza come in molte opere dell'autore. Come in VGA una ragazza venuta dal futuro, e se in VGA lo scopo era di far capire che l'amore è una bugia (ma il guasto al videoregistratore insegnerà il contrario), qui l'obiettivo è impedire la sovrappopolazione, arrivando a ricorrere alla pena di morte per i trasgressori. Il finale risulta più? meno? Beh, comunque riuscito, a forse un po' più sorprendente rispetto all'opera più famosa di Katsura e meno sdolcinato. Come in tutte le opere che si rivolgono a personaggi provenienti dal futuro, ci sono alcuni paradossi, che non sto qui ad elencare e che sono comunque di poco conto ai fini della storia.
In sostanza una storia piacevole, che ha conquistato un suo spazio nel mio cuore.
In sostanza una storia piacevole, che ha conquistato un suo spazio nel mio cuore.
Masakazu Katsura è capace di fare miracoli con le matite anche in quest'opera, i disegni sono assolutamente fantastici (anche se ho letto da qualche parte che non raggiungono il livello di Video Girl Ai...), e l'abile uso dei retini li rende simili a vere e proprie fotografie in bianco e nero. Purtroppo però, la trama di questo manga non mi ha convinta quanto i disegni una storia simpatica, ma niente di eccezionale; molti luoghi comuni (il ragazzino allergico alle donne che è-guarda caso-circondato da bellissime ragazze); psicologia dei personaggi piuttosto convenzionale e stereotipata. Il finale, poi, non mi è piaciuto granchè nell'ultimo volume sono concetrati troppi avvenimenti e rivelazioni, e pertanto la trama appare un pò sbilanciata, o forse tirata frettolosamente... ah, un'altra notazione negativa sta nella costante presenza di quel fan service della peggior specie niente di particolarmente volgare, si intenda, ma si vede che sono scene inutili messe lì apposta per deliziare gli occhi dei maschietti... per il resto, almeno la sufficienza questo manga la merita.
Junta Momonari è un normalissimo studente delle superiori pazzamente innamorato della più bella della scuola, ma con un grosso problema relazionale, infatti quanto si trova in intimità con le ragazze non riesce a trattenersi dal vomitagli addosso. La sua normalissima vita viene sconquassata quando incontra Karin Aoi, la quale si dichiara una "DNA operator" venuta dal futuro per sistemare il codice genetico della persona piu ricercata nel suo tempo. Sembra infatti che la sovrappopolazione del futuro abbia raggiunto stadi drastici tanto che ogni famiglia può avere al massimo un figlio, mentre questo criminale che non è altro che un megaplayboy ha generato più di cento figli con le sue stesse caratteristiche. Karin riconosce subito in Junta il mega playboy del suo futuro e non ci pensa nemmeno un secondo a sparagli un agente che dovrebbe tramutargli il suo dna in modo tale da non trasformarsi nel mega playboy. La vicenda si evolve tra modifiche di dna errate che generano poteri non previsti nelle varie persone che vengono colpite.
Opera leggermente fuori dagli schemi a chi ci ha abituati l'abile Katzura, introduce al suo interno una parte fantastica di combattimenti esp ai quali l'autore non aveva mai fatto ricorso nelle sue opere recenti distaccandosi, ma non dal tutto dal filone amoroso scolastico. La trama risulta ben realizzata accattivante e con ottimi spunti anche se non dal tutto originali. Lo stile di disegno è sempre il solito: finemente dettagliato in tutte le sue parti personaggi e sfondi, con un ottimo uso dei retini che da sempre distinguono questo autore, adeguandosi egregiamente anche alla parte di combattimenti molto dinamica nei movimenti. Non mancano inoltre anche qualche fanservice rivolto al pubblico maschile.
A mio parere DNA2 è un opera ben realizzata piacevole da leggere che coinvolge il lettore nella trama e lo affascina con i suoi disegni, i vari filoni narrativi si intrecciano e bilanciano alla perfezione senza creare disgiunzioni gli uni dagli altri. Inoltre il fatto di essere limitata a solo sette volumi le impedisce di cadere nella ripetitività della quale sono affette molte opere sia sentimentali che di combattimento.
Opera leggermente fuori dagli schemi a chi ci ha abituati l'abile Katzura, introduce al suo interno una parte fantastica di combattimenti esp ai quali l'autore non aveva mai fatto ricorso nelle sue opere recenti distaccandosi, ma non dal tutto dal filone amoroso scolastico. La trama risulta ben realizzata accattivante e con ottimi spunti anche se non dal tutto originali. Lo stile di disegno è sempre il solito: finemente dettagliato in tutte le sue parti personaggi e sfondi, con un ottimo uso dei retini che da sempre distinguono questo autore, adeguandosi egregiamente anche alla parte di combattimenti molto dinamica nei movimenti. Non mancano inoltre anche qualche fanservice rivolto al pubblico maschile.
A mio parere DNA2 è un opera ben realizzata piacevole da leggere che coinvolge il lettore nella trama e lo affascina con i suoi disegni, i vari filoni narrativi si intrecciano e bilanciano alla perfezione senza creare disgiunzioni gli uni dagli altri. Inoltre il fatto di essere limitata a solo sette volumi le impedisce di cadere nella ripetitività della quale sono affette molte opere sia sentimentali che di combattimento.