Keiji - Hana no Keiji
“Il titolo originale di quest’opera si presta a diverse interpretazioni, la prima, quella più letterale, potrebbe essere appunto Keiji dei Fiori, ma siccome Hana ha anche un significato più profondo, dettato dal contesto in cui è utilizzato, può essere tradotto con nel fiore della vita o nel momento più splendido dell’esistenza; abbiamo pensato che l’espressione il magnifico riassumesse comodamente il significato che l’autore voleva imprimere all’opera…” (Barbara Rossi)
Chiarito la scelta italiana del titolo, cosa c’è da dire sul fumetto che dopo "Ken il guerriero" ha dato più fama a Tetsuo Hara in Giappone come in Italia? Il fumetto è veramente bello è ho fatto mia la massima del protagonista: le battaglie perse sono le più belle da combattere. Un modo per dire che non bisogna lasciarsi massificare, dare sempre ragione al leader del momento anche quando ha torto solo perché lo fanno tutti. Chi non è capace di combattere per le proprie idee non è un vero uomo. Certo noi non possiamo imporre la nostra volontà su tutto quello che ci circonda come il protagonista ma non possiamo nemmeno far finta di non esistere e fare come fanno gli altri: i miei amici si drogano ergo mi drogo anch’io, i miei amici non usano il profilattico ergo non lo faccio neanch’io, la gente pensa. ergo anch’io penso...
"Hana no Keiji" o "Keiji il magnifico" è un manga di tipo storico I costumi d’epoca che indossano i vari personaggi sono splendidi, ci sono belle ragazze, personaggi storici reali ma ciò non toglie che Hara disegna fondendo la realtà con la fantasia, personaggi fortissimi, ninja, personaggi dagli strani poteri.
Graficamente il tratto di Hara è impeccabile e risulta molto simile a quello che usava per Ken il Guerriero, ma a parte qualche somiglianza (tipo il cavallo del protagonista Masukaze sembra Re Nero il cavallo di Raoul) sono diversi da quelli della precedente opera sia come carattere sia come grafica. Se volessimo mettere un sottotitolo all’opera potrebbe essere: “Storia, mentalità, cultura e tradizioni di un popolo affascinante”.
Quest’opera non ha trovato consensi unanimi: che la accusava di essere troppo giapponese, chi di avere dei combattimenti non all’altezza di "Hokuto no Ken", chi del fatto che ogni due pagine un personaggio usciva con frasi del tipo: “Com’è bello Keiji”, “Com’è magnifico Keiji” e simili e in parte non hanno torto però è un’opera che ha il suo perché, e quindi nonostante queste critiche il mio 9 glielo attribuisco.
Chiarito la scelta italiana del titolo, cosa c’è da dire sul fumetto che dopo "Ken il guerriero" ha dato più fama a Tetsuo Hara in Giappone come in Italia? Il fumetto è veramente bello è ho fatto mia la massima del protagonista: le battaglie perse sono le più belle da combattere. Un modo per dire che non bisogna lasciarsi massificare, dare sempre ragione al leader del momento anche quando ha torto solo perché lo fanno tutti. Chi non è capace di combattere per le proprie idee non è un vero uomo. Certo noi non possiamo imporre la nostra volontà su tutto quello che ci circonda come il protagonista ma non possiamo nemmeno far finta di non esistere e fare come fanno gli altri: i miei amici si drogano ergo mi drogo anch’io, i miei amici non usano il profilattico ergo non lo faccio neanch’io, la gente pensa. ergo anch’io penso...
"Hana no Keiji" o "Keiji il magnifico" è un manga di tipo storico I costumi d’epoca che indossano i vari personaggi sono splendidi, ci sono belle ragazze, personaggi storici reali ma ciò non toglie che Hara disegna fondendo la realtà con la fantasia, personaggi fortissimi, ninja, personaggi dagli strani poteri.
Graficamente il tratto di Hara è impeccabile e risulta molto simile a quello che usava per Ken il Guerriero, ma a parte qualche somiglianza (tipo il cavallo del protagonista Masukaze sembra Re Nero il cavallo di Raoul) sono diversi da quelli della precedente opera sia come carattere sia come grafica. Se volessimo mettere un sottotitolo all’opera potrebbe essere: “Storia, mentalità, cultura e tradizioni di un popolo affascinante”.
Quest’opera non ha trovato consensi unanimi: che la accusava di essere troppo giapponese, chi di avere dei combattimenti non all’altezza di "Hokuto no Ken", chi del fatto che ogni due pagine un personaggio usciva con frasi del tipo: “Com’è bello Keiji”, “Com’è magnifico Keiji” e simili e in parte non hanno torto però è un’opera che ha il suo perché, e quindi nonostante queste critiche il mio 9 glielo attribuisco.
Quando, alla fine degli anni novanta, si seppe che stava per essere pubblicata un'altra opera del Maestro Hara le aspettative erano molte: si parla sempre del Disegnatore di Hokuto no Ken, uno dei manga più famosi in Italia!
L'autore si sapeva che era diverso da quello dell' Uomo dalle Sette Stelle, così come lo era l'autore di Cyber Blue, altro manga disegnato da Hara, uscito in Italia qualche anno prima che di cerco non aveva proprio infiammato le folle.
Beh, pur essendo molto diverso da HNK per ambientazioni, storia e personaggi Hana No KeiJi è un manga magnifico. La sceneggiatura stavolta è di con mio Mio Aso che ha curato la parte delle ricerche storiche
Keiji, il protagonista, è un Kabikimono, un samurai senza padrone, autoproclamatosi al servizo dello shogun, che sostanzialmente non combina niente da mattina a sera, a parte mettersi nei guai. Per chi non lo sapesse Keiji e moltissimi dei personaggi dell'opera sono presonaggi storici giapponesi realmente esistiti, compreso Matsukaze, il gigantesco cavallo nero di Keiji (Che sembra Re Nero di HNK!)
Quello che colpisce subito è che il personaggio, pur essendo identico a Kenshirou (il paragone è d'obbligo) è caratterizzato in maniera completamente diversa: spigliato, spiritoso e donnaiolo. Quasi una sorta d Juza delle Nuvole samurai, se volgiamo spiegare la cosa in due parole ad un fan di HNK!
Lo stile grafico di Hara è favoloso, curatissimo nei particolari e dettagliatissimo in tutte quelle infinità di armi, costumi e templi disegnati divinamente.
I personaggi presenti nella storia sono molto ben caratterizzati, pur essendo praticamente tutti personaggi realmente esistiti ed inseriti in un contesto storico dettagliato.
Una delle particolarità di queste opera è che alla prima pubblicazione in Italia (Aprile 1999) mi ha dato la possibilità di conoscere un po di personaggi storici giapponesi come i famosissimi Nobunaga Oda o Hideyoshi Toyotomi. Qualche anno dopo usciranno le serie diVideochi Capcom "Onimusha"(Nobunaga Oda e Hideyoshi Toyotomi saranno i "cattivi") oppure la serie di Koei "Samurai Warriors" (dove tra l'altro c'è proprio anche Keiji Maeda) ma prima di HNK (stavolta non è Hokuto No Ken, Hana No Keiji: le iniziali sono sempre le stesse) queste storie erano sconosciute, essendo il web in quegli anni non così diffuso.
Un manga eccezzionale, che da anni mi ha lasciato in trepidante attesa di poter leggere anche "Kagemusha Tokugawa Ieyasu" e soprattutto "Sakon", entrambi lavori di Hara con Keichiro Ryu come sceneggiatore.
L'autore si sapeva che era diverso da quello dell' Uomo dalle Sette Stelle, così come lo era l'autore di Cyber Blue, altro manga disegnato da Hara, uscito in Italia qualche anno prima che di cerco non aveva proprio infiammato le folle.
Beh, pur essendo molto diverso da HNK per ambientazioni, storia e personaggi Hana No KeiJi è un manga magnifico. La sceneggiatura stavolta è di con mio Mio Aso che ha curato la parte delle ricerche storiche
Keiji, il protagonista, è un Kabikimono, un samurai senza padrone, autoproclamatosi al servizo dello shogun, che sostanzialmente non combina niente da mattina a sera, a parte mettersi nei guai. Per chi non lo sapesse Keiji e moltissimi dei personaggi dell'opera sono presonaggi storici giapponesi realmente esistiti, compreso Matsukaze, il gigantesco cavallo nero di Keiji (Che sembra Re Nero di HNK!)
Quello che colpisce subito è che il personaggio, pur essendo identico a Kenshirou (il paragone è d'obbligo) è caratterizzato in maniera completamente diversa: spigliato, spiritoso e donnaiolo. Quasi una sorta d Juza delle Nuvole samurai, se volgiamo spiegare la cosa in due parole ad un fan di HNK!
Lo stile grafico di Hara è favoloso, curatissimo nei particolari e dettagliatissimo in tutte quelle infinità di armi, costumi e templi disegnati divinamente.
I personaggi presenti nella storia sono molto ben caratterizzati, pur essendo praticamente tutti personaggi realmente esistiti ed inseriti in un contesto storico dettagliato.
Una delle particolarità di queste opera è che alla prima pubblicazione in Italia (Aprile 1999) mi ha dato la possibilità di conoscere un po di personaggi storici giapponesi come i famosissimi Nobunaga Oda o Hideyoshi Toyotomi. Qualche anno dopo usciranno le serie diVideochi Capcom "Onimusha"(Nobunaga Oda e Hideyoshi Toyotomi saranno i "cattivi") oppure la serie di Koei "Samurai Warriors" (dove tra l'altro c'è proprio anche Keiji Maeda) ma prima di HNK (stavolta non è Hokuto No Ken, Hana No Keiji: le iniziali sono sempre le stesse) queste storie erano sconosciute, essendo il web in quegli anni non così diffuso.
Un manga eccezzionale, che da anni mi ha lasciato in trepidante attesa di poter leggere anche "Kagemusha Tokugawa Ieyasu" e soprattutto "Sakon", entrambi lavori di Hara con Keichiro Ryu come sceneggiatore.
Salvo rarissime eccezioni, la storia del Giappone antico non è molto nota in Occidente, dove nei programmi scolastici, se si parla di Giappone, è solo in relazione a Guerre Mondiali e a bombe nucleari.
Per una consistente parte del corso della loro Storia, infatti, i giapponesi sono rimasti pressoché confinati nel loro arcipelago, avendo contatti praticamente con i soli paesi asiatici e ignorando, salvo qualche raro episodio occasionale, l'esistenza dei popoli occidentali.
Pur avendo limitate ripercussioni sulla globale Storia del mondo e rimanendo confinato quasi unicamente in problematiche di politica interna, quello del Giappone antico è tuttavia un universo molto interessante, che ci ha regalato diversi grandi personaggi di spicco, che magari non avranno la stessa fama di Giulio Cesare o di Napoleone Bonaparte, ma ogni tanto riecheggiano anche in lidi occidentali. Maeda Toshimasu (le cui date di nascita e morte, non storicamente certe, sono generalmente accreditate come 1533 - 1612), meglio noto come Maeda Keiji, è senza dubbio uno di questi grandi personaggi.
Abilissimo samurai, egli fu adottato da Maeda Toshihisa, insieme al quale servì fedelmente il celebre Oda Nobunaga (il primo dei tre grandi riunificatori del Giappone, vissuto fra 1534 e il 1582) e avrebbe dovuto addirittura essere il futuro capo della famiglia Maeda, se Nobunaga non avesse poi ceduto la carica a Maeda Toshiie, fratello di Toshihisa, cosa che creò dei dissapori fra Keiji e Toshiie.
Determinante nella vita di Maeda Keiji fu la sua strettissima amicizia con Naoe Kanetsugu (1559 - 1620), samurai al servizio del daimyo Uesugi Kagekatsu (1556 - 1623). Maeda, infatti, combatté al fianco di Uesugi, schierato dalla parte del samurai Ishida Mitsunari (1561 - 1600), nel conflitto che lo opponeva al futuro shogun Tokugawa Ieyasu (1543 - 1616).
L'affascinante figura di Maeda Keiji, negli anni, è stata ripresa in sceneggiati televisivi, videogiochi ("Sengoku Basara", "Samurai Warriors", "Pokemon Conquest"), romanzi e fumetti.
Il romanzo "Ichimuan Fūryūki", scritto da Keiichiro Ryu fra il 1988 e il 1989, è una narrazione, fantasiosa in molti aspetti, della vita di Maeda Keiji. L'opera è servita come base per la sceneggiatura di "Hana no Keiji" ("Keiji dei fiori"), shounen manga pubblicato sulle pagine di Shounen Jump della Shueisha fra il 1990 e il 1994 che porta la firma di uno dei papà di "Ken il guerriero", Tetsuo Hara.
Il Maeda Keiji di Tetsuo Hara è un eccentrico kabukimono (termine apparso in Giappone fra l'epoca Muromachi e l'epoca Edo, che indica un uomo il cui comportamento è stravagante e distante dalla consuetudine morale del tempo) dall'eccezionale forza fisica e interiore, che gira per il Giappone in sella a Matsukaze, mastodontico destriero che lui solo è stato capace di domare.
Il manga racconta episodi della vita di Maeda Keiji, scelti fra quelli più avventurosi, intersecandosi con le vite di molti personaggi celebri della storia giapponese (dai più noti ed "inflazionati" Toyotomi Hideyoshi, Tokugawa Ieyasu, Date Masamune, Sanada Yukimura, Fuma Kotaro, ad altri meno noti al grande pubblico occidentale come il maestro della cerimonia del tè Sen no Rikyu) e culmina con la narrazione della battaglia fra le forze di Ieyasu e quelle di Uesugi, cui Keiji prese parte.
La vita di Keiji, come descritta nel manga di Hara, è ricca di incontri e scontri. Il kabukimono, nel suo vagabondare, prenderà parte a svariati duelli e complotti, regalandoci un quadro molto affascinante del Giappone dell'epoca Sengoku (1478 - 1605), sia per quanto riguarda la vita degli aristocratici e la gente comune, sia per quanto riguarda le battaglie, gli eserciti, i guerrieri e la situazione politica e sociale. Molto interessante, inoltre, è una delle saghe finali del fumetto, che, ambientata nell'arcipelago delle isole Ryūkyū (l'odierna Okinawa), mette in scena l'incontro fra i giapponesi e gli occidentali (portoghesi, nel particolare), spostando dunque la narrazione verso gli effetti del contatto con i nanban ("barbari del Sud", appellativo che all'epoca si rivolgeva ai portoghesi), a differenza dei volumi precedenti, incentrati sulla situazione interna del Giappone.
Si tratta, però, di uno shounen manga, e dunque, come tale, l'opera di Hara reinterpreta abilmente i fatti storici asservendoli alle regole di questo genere di pubblicazioni.
Ecco dunque porre un particolare accento sugli scontri di cappa e spada, piuttosto brevi rispetto ad altri manga incentrati principalmente sul combattimento, ma sempre presenti fra le pagine di "Hana no Keiji". Come abitudine di Tetsuo Hara non mancano mai, nei combattimenti, personaggi dalle dimensioni colossali e dalle enormi masse muscolari (si pensi anche solo a Matsukaze, il gigantesco cavallo nero montato da Keiji, che è una diretta emanazione del celebre Kokuoh/Re Nero cavalcato da Raoh in "Ken il guerriero"), e scontri molto cruenti con teste e arti mozzati, fino ad arrivare ad una breve parentesi, nella succitata saga nippo-portoghese, concentrata su scontri di arti marziali che sembrano quasi usciti dell'opera più celebre dell'autore.
Si può piacevolmente notare come il dramma storico si adatti alla perfezione allo stile di disegno, splendido e dettagliatissimo, del maestro Hara e come i suoi omaccioni giganteschi, i suoi guerrieri muscolosi, virili e irsuti, le sue donne dalla bellezza quasi ultraterrena, i suoi sfondi e paesaggi ricchi di dettagli siano perfettamente calati nella bellicosa epoca Sengoku, come se Tetsuo Hara ne fosse un testimone diretto.
Allo stesso modo, la vita del valoroso Maeda Keiji offre la perfetta opportunità di mettere in scena una vicenda che unisce in sé le caratteristiche dello shounen manga anni 80 e i valori intrinsechi degli stessi uomini giapponesi. "Hana no Keiji" è una storia ricca di combattimenti e battaglie, ma anche di incontri, amicizie e sentimenti fortissimi. Non sarà raro, per l'errabondo kabukimono, incrociare la spada con uomini di grande valore, coi quali, poi, cementerà profonde amicizie, sorseggiando insieme del buon saké al chiaro di luna o ammirando splendidi ciliegi in fiore, mentre copiose "manly tears" di commozione rigano i volti dei guerrieri.
Il rispetto del prossimo, la lotta contro le ingiustizie e i soprusi, il suicidio rituale per espiare le proprie colpe, l'amicizia che nasce sul campo di battaglia fra due uomini che riconoscono il rispettivo valore, il coraggio, l'ambizione, la libertà, il perdonare i propri nemici, il rispetto per il proprio padre e per i membri della propria famiglia, amori che sbocciano come splendidi fiori, eroi straordinari che sacrificano la propria vita in nome di grandi ideali o per la gloria del proprio signore/paese: questo ed altro offre il manga del maestro Hara, grazie ad un personaggio principale dal fisico forte e dal cuore gentile, splendente come i fiori di ciliegio simbolo della nazione che gli autori gli hanno associato nel titolo dell'opera. Keiji, visto con sospetto e ostracizzato dalla nobiltà, si burla liberamente del celebre Toyotomi Hideyoshi (salvo poi rispettarne il valore quando i due si incontrano personalmente), gira per il Giappone picchiando briganti, samurai e personaggi negativi, sfugge di continuo e con risultati tragicomici ai sicari inviati dallo zio Toshiie che mal sopporta il suo comportamento eccentrico, fuma, beve e si diverte con le donne. Vive, insomma, la sua vita in maniera libera, similmente al Juza delle Nuvole di "Ken il guerriero". Eppure, è un uomo dai saldi valori, che riesce a portare dalla sua parte numerosi individui che dapprima gli erano ostili, a salvarne molti dalla morte o dal disonore e a trovare innumerevoli amici fidati in giro per il Sol Levante.
Chi ha amato "Ken il guerriero", "I cavalieri dello zodiaco", "Ginga Nagareboshi Gin" o "Otoko Juku" si troverà perfettamente a suo agio in questo affresco di veri uomini, di eroi che muoiono in maniera epica e toccante, di sacrifici, di amicizie virili, di passionali lacrime di commozione di fronte al valore degli uomini o anche solo alla bellezza della natura, di guerrieri forti, onorevoli e generosi, sempre disposti al sacrificio in nome di qualcosa di più grande, come quelli che i giapponesi tanto amano ritrarre nelle loro opere letterarie e come quelli che hanno perso la vita nelle innumerevoli guerre combattute nel corso della storia nipponica.
Valori tanto connaturati ai giapponesi quanto estranei agli uomini dell'Occidente, come quelli qui rappresentati, potrebbero non essere compresi dal lettore occasionale non avvezzo alla cultura del Giappone o agli shounen manga degli anni passati. "Hana no Keiji" non è di certo un manga per tutti, è un'opera che, per quanto romanzata ed esagerata, cerca di mettere in scena, attraverso la figura dei samurai e dei personaggi storici dell'era Sengoku, i sentimenti e gli ideali del vero uomo giapponese.
Secondo per importanza solo a "Ken il guerriero", fra le opere di Tetsuo Hara, "Hana no Keiji" è un manga profondo, capace di toccare l'animo del lettore e di lasciargli nozioni di Storia e importanti insegnamenti morali. Tale fu il suo successo, nel corso degli anni, che l'opera ebbe diverse ripubblicazioni, spin off (Hara si è dedicato a manga storici incentrati sulle figure di Naoe Kanetsugu, Tokugawa Ieyasu, Oda Nobunaga) e videogiochi dedicati.
Menzione particolare, poi, merita la serie di pachinko dedicati a Keiji creata nel 2007, che ha rinverdito l'interesse dei fans nei confronti di questo titolo grazie anche alla collaborazione del celebre Nobuaki Kakuda. Quest'ultimo, lottatore ed arbitro di arti marziali, cantante (ha eseguito sigle per "Keroro Gunsou" e il film pilota di "Kinnikuman Nisei") e doppiatore (Gran Re del Terrore in "Keroro Gunsou", "Furio" in Pokemon), è molto legato alle opere di Tetsuo Hara (ha avuto dei ruoli come doppiatore nelle più recenti produzioni animate dedicate a "Ken il guerriero" e ha chiamato i suoi due figli Kenshiro e Yuria). Kakuda ha realizzato diverse canzoni dedicate a Keiji, che ha portato in giro per le sale giochi e i programmi televisivi del Giappone vestendo uno sgargiante costume d'epoca, e di cui esistono numerosi video musicali di successo.
Barbuto, muscoloso, dalla voce possente, dalle grandi doti atletiche, eppure simpatico, sorridente, alla mano, sempre aperto a mille progetti e amichevole con i suoi fans e con la gente, Nobuaki Kakuda è una vera e propria incarnazione del vero uomo giapponese d'altri tempi che Tetsuo Hara ci presenta nei suoi manga e in "Hana no Keiji" in particolare.
Il successo delle canzoni realizzate per i pachinko, che esaltano la virilità, il coraggio, le battaglie, l'amicizia, ben rappresenta quanto i valori espressi da "Hana no Keiji" siano ancora validi e sentiti dai giapponesi di oggi.
Già pubblicato in Italia fra il 1999 e il 2000 dalla casa editrice Star Comics col titolo "Keiji il magnifico", il manga di Tetsuo Hara è stato recentemente rieditato col titolo "Keiji - Hana no Keiji" dalla casa editrice J-Pop, con una cadenza teoricamente mensile, ma in realtà assolutamente casuale, che ha fatto sì che il buon kabukimono facesse capolino sugli scaffali delle fumetterie per circa il doppio dei diciotto mesi inizialmente previsti. L'edizione segue i classici dettami dei manga J-Pop, con sovracoperta, un prezzo più contenuto del solito, un buon adattamento e un ricco apparato di note esplicative. A mio avviso, però, sarebbe stato più comodo inserirle in pagine a parte, piuttosto che sulle stesse tavole, spesso e volentieri ostacolate dalla rilegatura.
"Hana no Keiji" è un manga tanto bello quanto difficile, ricchissimo di riferimenti alla storia e alla cultura del Giappone e imbevuto fino al midollo dello spirito giapponese. Il lettore dovrà stare al gioco, se vorrà cominciarne la lettura, e aspettarsi numerose parti discorsive un po' pesanti, con continui riferimenti a fatti o personaggi storici, o con comportamenti dei personaggi spesso magari inaccettabili per un occidentale, piuttosto che una semplice opera d'azione facilmente leggibile.
Accostato a "Ken il guerriero", l'opera più celebre dello stesso autore, riesce probabilmente a superarlo in bellezza per via del suo maggiore "realismo", ma si rivela di ben più difficile lettura per un occidentale.
È una lettura consigliabile a chi vuole conoscere il Sol Levante nei suoi aspetti più eroici e particolari. Va affrontata con una certa pazienza, ma, se si riesce a entrare nel suo spirito, potrà donare al lettore fortissime emozioni.
Per una consistente parte del corso della loro Storia, infatti, i giapponesi sono rimasti pressoché confinati nel loro arcipelago, avendo contatti praticamente con i soli paesi asiatici e ignorando, salvo qualche raro episodio occasionale, l'esistenza dei popoli occidentali.
Pur avendo limitate ripercussioni sulla globale Storia del mondo e rimanendo confinato quasi unicamente in problematiche di politica interna, quello del Giappone antico è tuttavia un universo molto interessante, che ci ha regalato diversi grandi personaggi di spicco, che magari non avranno la stessa fama di Giulio Cesare o di Napoleone Bonaparte, ma ogni tanto riecheggiano anche in lidi occidentali. Maeda Toshimasu (le cui date di nascita e morte, non storicamente certe, sono generalmente accreditate come 1533 - 1612), meglio noto come Maeda Keiji, è senza dubbio uno di questi grandi personaggi.
Abilissimo samurai, egli fu adottato da Maeda Toshihisa, insieme al quale servì fedelmente il celebre Oda Nobunaga (il primo dei tre grandi riunificatori del Giappone, vissuto fra 1534 e il 1582) e avrebbe dovuto addirittura essere il futuro capo della famiglia Maeda, se Nobunaga non avesse poi ceduto la carica a Maeda Toshiie, fratello di Toshihisa, cosa che creò dei dissapori fra Keiji e Toshiie.
Determinante nella vita di Maeda Keiji fu la sua strettissima amicizia con Naoe Kanetsugu (1559 - 1620), samurai al servizio del daimyo Uesugi Kagekatsu (1556 - 1623). Maeda, infatti, combatté al fianco di Uesugi, schierato dalla parte del samurai Ishida Mitsunari (1561 - 1600), nel conflitto che lo opponeva al futuro shogun Tokugawa Ieyasu (1543 - 1616).
L'affascinante figura di Maeda Keiji, negli anni, è stata ripresa in sceneggiati televisivi, videogiochi ("Sengoku Basara", "Samurai Warriors", "Pokemon Conquest"), romanzi e fumetti.
Il romanzo "Ichimuan Fūryūki", scritto da Keiichiro Ryu fra il 1988 e il 1989, è una narrazione, fantasiosa in molti aspetti, della vita di Maeda Keiji. L'opera è servita come base per la sceneggiatura di "Hana no Keiji" ("Keiji dei fiori"), shounen manga pubblicato sulle pagine di Shounen Jump della Shueisha fra il 1990 e il 1994 che porta la firma di uno dei papà di "Ken il guerriero", Tetsuo Hara.
Il Maeda Keiji di Tetsuo Hara è un eccentrico kabukimono (termine apparso in Giappone fra l'epoca Muromachi e l'epoca Edo, che indica un uomo il cui comportamento è stravagante e distante dalla consuetudine morale del tempo) dall'eccezionale forza fisica e interiore, che gira per il Giappone in sella a Matsukaze, mastodontico destriero che lui solo è stato capace di domare.
Il manga racconta episodi della vita di Maeda Keiji, scelti fra quelli più avventurosi, intersecandosi con le vite di molti personaggi celebri della storia giapponese (dai più noti ed "inflazionati" Toyotomi Hideyoshi, Tokugawa Ieyasu, Date Masamune, Sanada Yukimura, Fuma Kotaro, ad altri meno noti al grande pubblico occidentale come il maestro della cerimonia del tè Sen no Rikyu) e culmina con la narrazione della battaglia fra le forze di Ieyasu e quelle di Uesugi, cui Keiji prese parte.
La vita di Keiji, come descritta nel manga di Hara, è ricca di incontri e scontri. Il kabukimono, nel suo vagabondare, prenderà parte a svariati duelli e complotti, regalandoci un quadro molto affascinante del Giappone dell'epoca Sengoku (1478 - 1605), sia per quanto riguarda la vita degli aristocratici e la gente comune, sia per quanto riguarda le battaglie, gli eserciti, i guerrieri e la situazione politica e sociale. Molto interessante, inoltre, è una delle saghe finali del fumetto, che, ambientata nell'arcipelago delle isole Ryūkyū (l'odierna Okinawa), mette in scena l'incontro fra i giapponesi e gli occidentali (portoghesi, nel particolare), spostando dunque la narrazione verso gli effetti del contatto con i nanban ("barbari del Sud", appellativo che all'epoca si rivolgeva ai portoghesi), a differenza dei volumi precedenti, incentrati sulla situazione interna del Giappone.
Si tratta, però, di uno shounen manga, e dunque, come tale, l'opera di Hara reinterpreta abilmente i fatti storici asservendoli alle regole di questo genere di pubblicazioni.
Ecco dunque porre un particolare accento sugli scontri di cappa e spada, piuttosto brevi rispetto ad altri manga incentrati principalmente sul combattimento, ma sempre presenti fra le pagine di "Hana no Keiji". Come abitudine di Tetsuo Hara non mancano mai, nei combattimenti, personaggi dalle dimensioni colossali e dalle enormi masse muscolari (si pensi anche solo a Matsukaze, il gigantesco cavallo nero montato da Keiji, che è una diretta emanazione del celebre Kokuoh/Re Nero cavalcato da Raoh in "Ken il guerriero"), e scontri molto cruenti con teste e arti mozzati, fino ad arrivare ad una breve parentesi, nella succitata saga nippo-portoghese, concentrata su scontri di arti marziali che sembrano quasi usciti dell'opera più celebre dell'autore.
Si può piacevolmente notare come il dramma storico si adatti alla perfezione allo stile di disegno, splendido e dettagliatissimo, del maestro Hara e come i suoi omaccioni giganteschi, i suoi guerrieri muscolosi, virili e irsuti, le sue donne dalla bellezza quasi ultraterrena, i suoi sfondi e paesaggi ricchi di dettagli siano perfettamente calati nella bellicosa epoca Sengoku, come se Tetsuo Hara ne fosse un testimone diretto.
Allo stesso modo, la vita del valoroso Maeda Keiji offre la perfetta opportunità di mettere in scena una vicenda che unisce in sé le caratteristiche dello shounen manga anni 80 e i valori intrinsechi degli stessi uomini giapponesi. "Hana no Keiji" è una storia ricca di combattimenti e battaglie, ma anche di incontri, amicizie e sentimenti fortissimi. Non sarà raro, per l'errabondo kabukimono, incrociare la spada con uomini di grande valore, coi quali, poi, cementerà profonde amicizie, sorseggiando insieme del buon saké al chiaro di luna o ammirando splendidi ciliegi in fiore, mentre copiose "manly tears" di commozione rigano i volti dei guerrieri.
Il rispetto del prossimo, la lotta contro le ingiustizie e i soprusi, il suicidio rituale per espiare le proprie colpe, l'amicizia che nasce sul campo di battaglia fra due uomini che riconoscono il rispettivo valore, il coraggio, l'ambizione, la libertà, il perdonare i propri nemici, il rispetto per il proprio padre e per i membri della propria famiglia, amori che sbocciano come splendidi fiori, eroi straordinari che sacrificano la propria vita in nome di grandi ideali o per la gloria del proprio signore/paese: questo ed altro offre il manga del maestro Hara, grazie ad un personaggio principale dal fisico forte e dal cuore gentile, splendente come i fiori di ciliegio simbolo della nazione che gli autori gli hanno associato nel titolo dell'opera. Keiji, visto con sospetto e ostracizzato dalla nobiltà, si burla liberamente del celebre Toyotomi Hideyoshi (salvo poi rispettarne il valore quando i due si incontrano personalmente), gira per il Giappone picchiando briganti, samurai e personaggi negativi, sfugge di continuo e con risultati tragicomici ai sicari inviati dallo zio Toshiie che mal sopporta il suo comportamento eccentrico, fuma, beve e si diverte con le donne. Vive, insomma, la sua vita in maniera libera, similmente al Juza delle Nuvole di "Ken il guerriero". Eppure, è un uomo dai saldi valori, che riesce a portare dalla sua parte numerosi individui che dapprima gli erano ostili, a salvarne molti dalla morte o dal disonore e a trovare innumerevoli amici fidati in giro per il Sol Levante.
Chi ha amato "Ken il guerriero", "I cavalieri dello zodiaco", "Ginga Nagareboshi Gin" o "Otoko Juku" si troverà perfettamente a suo agio in questo affresco di veri uomini, di eroi che muoiono in maniera epica e toccante, di sacrifici, di amicizie virili, di passionali lacrime di commozione di fronte al valore degli uomini o anche solo alla bellezza della natura, di guerrieri forti, onorevoli e generosi, sempre disposti al sacrificio in nome di qualcosa di più grande, come quelli che i giapponesi tanto amano ritrarre nelle loro opere letterarie e come quelli che hanno perso la vita nelle innumerevoli guerre combattute nel corso della storia nipponica.
Valori tanto connaturati ai giapponesi quanto estranei agli uomini dell'Occidente, come quelli qui rappresentati, potrebbero non essere compresi dal lettore occasionale non avvezzo alla cultura del Giappone o agli shounen manga degli anni passati. "Hana no Keiji" non è di certo un manga per tutti, è un'opera che, per quanto romanzata ed esagerata, cerca di mettere in scena, attraverso la figura dei samurai e dei personaggi storici dell'era Sengoku, i sentimenti e gli ideali del vero uomo giapponese.
Secondo per importanza solo a "Ken il guerriero", fra le opere di Tetsuo Hara, "Hana no Keiji" è un manga profondo, capace di toccare l'animo del lettore e di lasciargli nozioni di Storia e importanti insegnamenti morali. Tale fu il suo successo, nel corso degli anni, che l'opera ebbe diverse ripubblicazioni, spin off (Hara si è dedicato a manga storici incentrati sulle figure di Naoe Kanetsugu, Tokugawa Ieyasu, Oda Nobunaga) e videogiochi dedicati.
Menzione particolare, poi, merita la serie di pachinko dedicati a Keiji creata nel 2007, che ha rinverdito l'interesse dei fans nei confronti di questo titolo grazie anche alla collaborazione del celebre Nobuaki Kakuda. Quest'ultimo, lottatore ed arbitro di arti marziali, cantante (ha eseguito sigle per "Keroro Gunsou" e il film pilota di "Kinnikuman Nisei") e doppiatore (Gran Re del Terrore in "Keroro Gunsou", "Furio" in Pokemon), è molto legato alle opere di Tetsuo Hara (ha avuto dei ruoli come doppiatore nelle più recenti produzioni animate dedicate a "Ken il guerriero" e ha chiamato i suoi due figli Kenshiro e Yuria). Kakuda ha realizzato diverse canzoni dedicate a Keiji, che ha portato in giro per le sale giochi e i programmi televisivi del Giappone vestendo uno sgargiante costume d'epoca, e di cui esistono numerosi video musicali di successo.
Barbuto, muscoloso, dalla voce possente, dalle grandi doti atletiche, eppure simpatico, sorridente, alla mano, sempre aperto a mille progetti e amichevole con i suoi fans e con la gente, Nobuaki Kakuda è una vera e propria incarnazione del vero uomo giapponese d'altri tempi che Tetsuo Hara ci presenta nei suoi manga e in "Hana no Keiji" in particolare.
Il successo delle canzoni realizzate per i pachinko, che esaltano la virilità, il coraggio, le battaglie, l'amicizia, ben rappresenta quanto i valori espressi da "Hana no Keiji" siano ancora validi e sentiti dai giapponesi di oggi.
Già pubblicato in Italia fra il 1999 e il 2000 dalla casa editrice Star Comics col titolo "Keiji il magnifico", il manga di Tetsuo Hara è stato recentemente rieditato col titolo "Keiji - Hana no Keiji" dalla casa editrice J-Pop, con una cadenza teoricamente mensile, ma in realtà assolutamente casuale, che ha fatto sì che il buon kabukimono facesse capolino sugli scaffali delle fumetterie per circa il doppio dei diciotto mesi inizialmente previsti. L'edizione segue i classici dettami dei manga J-Pop, con sovracoperta, un prezzo più contenuto del solito, un buon adattamento e un ricco apparato di note esplicative. A mio avviso, però, sarebbe stato più comodo inserirle in pagine a parte, piuttosto che sulle stesse tavole, spesso e volentieri ostacolate dalla rilegatura.
"Hana no Keiji" è un manga tanto bello quanto difficile, ricchissimo di riferimenti alla storia e alla cultura del Giappone e imbevuto fino al midollo dello spirito giapponese. Il lettore dovrà stare al gioco, se vorrà cominciarne la lettura, e aspettarsi numerose parti discorsive un po' pesanti, con continui riferimenti a fatti o personaggi storici, o con comportamenti dei personaggi spesso magari inaccettabili per un occidentale, piuttosto che una semplice opera d'azione facilmente leggibile.
Accostato a "Ken il guerriero", l'opera più celebre dello stesso autore, riesce probabilmente a superarlo in bellezza per via del suo maggiore "realismo", ma si rivela di ben più difficile lettura per un occidentale.
È una lettura consigliabile a chi vuole conoscere il Sol Levante nei suoi aspetti più eroici e particolari. Va affrontata con una certa pazienza, ma, se si riesce a entrare nel suo spirito, potrà donare al lettore fortissime emozioni.
Siamo nell'era Sengoku (fine 1500 circa), Keiji Maeda è un kabukimono ovvero un samurai eccentrico che non rispetta l'autorità e le tacite regole della sua epoca. Onesto, leale, coraggioso e intelligente riesce ad ammaliare e a cambiare i comportamenti di chiunque incontri.
Rispetta l'amicizia, crede nell'amore e affronta impavido qualunque nemico. Lotta contro intriganti, prepotenti, vessatori e despoti. Mal sopporta la meschinità.
Keiji è un uomo gigantesco e fortissimo, cavalca un altrettanto gigantesco cavallo di nome Matsukaze ed è affiancato da due inseparabili vassalli: il ninja Sutemaru e il guerriero Iwabe in grado di leggere il pensiero.
Sontuoso, coinvolgente e avvincente... "Keiji" è un manga appassionante che non stanca mai, volume dopo volume.
I disegni del sensei Hara, particolareggiati e caratteristici, ben si adattano a questo tipo di storia valorizzandone il contenuto nel complesso. Tutti credono che il capolavoro del maestro sia "Ken il Guerriero", ma credo che questo "Keiji" sia da non sottovalutare e da rivalutare.
Se siete fan di belle storie... recuperatelo assolutamente!! Se siete invece alla ricerca di "bacini e bacetti"... lasciate perdere!
Rispetta l'amicizia, crede nell'amore e affronta impavido qualunque nemico. Lotta contro intriganti, prepotenti, vessatori e despoti. Mal sopporta la meschinità.
Keiji è un uomo gigantesco e fortissimo, cavalca un altrettanto gigantesco cavallo di nome Matsukaze ed è affiancato da due inseparabili vassalli: il ninja Sutemaru e il guerriero Iwabe in grado di leggere il pensiero.
Sontuoso, coinvolgente e avvincente... "Keiji" è un manga appassionante che non stanca mai, volume dopo volume.
I disegni del sensei Hara, particolareggiati e caratteristici, ben si adattano a questo tipo di storia valorizzandone il contenuto nel complesso. Tutti credono che il capolavoro del maestro sia "Ken il Guerriero", ma credo che questo "Keiji" sia da non sottovalutare e da rivalutare.
Se siete fan di belle storie... recuperatelo assolutamente!! Se siete invece alla ricerca di "bacini e bacetti"... lasciate perdere!
Ho recuperato l'edizione della Star Comics, classica edizione economica che è perfetta solo per il prezzo basso, però c'è un grande risparmio a differenza di quella J-Pop che ho sfogliato in fumetteria ed è perfetta in tutto.
La storia è incentrata su Keiji Maeda (esistito realmente), nipote di Toshiie Maeda, uno dei più ricchi feudatari giapponesi dell'epoca Sengoku, che è il più grande Kabukimono (persona eccentrica, che ama distinguersi dagli altri nel modo di comportarsi e nell'aspetto, col fine ultimo di imporre la propria volontà sugli altri) mai esistito in Giappone. Keiji è un grande guerriero dalla forza spaventosa che gira con un cavallo enorme, da lui domato. È cresciuto sui campi di battaglia, che durante le numerose battaglie incontra i più grandi personaggi del tempo.
I personaggi sono ben caratterizzati e anche se Keiji sembra Ken e altri personaggi somigliano a quelli di Ken il Guerriero, questo è un gran bel manga. Secondo me può essere paragonato, senza problemi, al manga più famoso di Hara e deve essere letto perché è veramente fatto bene e non stanca mai, a differenza di altri manga a sfondo storico.
La storia è incentrata su Keiji Maeda (esistito realmente), nipote di Toshiie Maeda, uno dei più ricchi feudatari giapponesi dell'epoca Sengoku, che è il più grande Kabukimono (persona eccentrica, che ama distinguersi dagli altri nel modo di comportarsi e nell'aspetto, col fine ultimo di imporre la propria volontà sugli altri) mai esistito in Giappone. Keiji è un grande guerriero dalla forza spaventosa che gira con un cavallo enorme, da lui domato. È cresciuto sui campi di battaglia, che durante le numerose battaglie incontra i più grandi personaggi del tempo.
I personaggi sono ben caratterizzati e anche se Keiji sembra Ken e altri personaggi somigliano a quelli di Ken il Guerriero, questo è un gran bel manga. Secondo me può essere paragonato, senza problemi, al manga più famoso di Hara e deve essere letto perché è veramente fatto bene e non stanca mai, a differenza di altri manga a sfondo storico.
Inizio a recensire questo manga dicendo subito che ho comprato i 2 numeri J-Pop ma lo avevo letto anni fa in prestito da un mio amico nell'edizione Star Comics... ma l'ho in gran parte dimenticato, per cui è quasi come non l'avessi mai letto.
A mio modesto parere quest'opera è meno famosa del "mito" Ken il Guerriero e sinceramente sono dispiaciuto perché meriterebbe spazio e successo.
Lascio da parte le solite, noiose e ripetitive polemiche sul fatto che i protagonisti delle opere di uno stesso mangaka sono sempre uguali (non si capisce perché Goku in ogni salsa vada bene...ma se Hara o Hojo riciclano i loro personaggi allora è uno scandalo... boh, misteri dei tempi moderni perché 15 anni fa nessuno si scandalizzava) e mi concentrerei piuttosto su Keiji e Ken...entrambi simili nell'aspetto esteriore ed entrambi "buoni" anche se a modo loro.
Keiji è la classica spina nel fianco, fortissimo ed estremamente fedele ad un suo personale credo e scala di valori che lo rende sì invincibile ma altresì gli impedisce qualsiasi "brama" di potere, e qui viene il primo insegnamento del maestro Hara: pur avendo tutte le carte in regola per "fare carriera" in fretta all'interno del confusionario sistema politico dell'era Sengoku, Keiji non tradisce mai i propri ideali e le persone che comunque gli vogliono bene e sopratutto si "accontenta" della sua vita errante ma libera, perché fondamentalmente Keiji è uno spirito libero.
Detto così però sembra che Keiji sia solo un polpettone etico-morale ma non è così perché l'alternarsi di momenti seri, di combattimenti e di momenti spensierati e romantici crea un equilibrio narrativo formidabile che non stufa mai, anzi, invita solo ad andare avanti per scoprire cosa c'è dopo, di cosa parlerà il nuovo capitolo.
Estremamente consigliato non solo agli amanti del genere storico o agli amanti del disegno perfetto di Hara (qui al suo culmine), ma a tutti poiché è una di quelle opere da avere assolutamente, un emblema dei manga che non può mancare.
Perché allora 9 e non 10? Perché per ora ho letto solo 2 volumi e la storia letta 10 anni fa non la ricordo così bene da dare un voto definitivo.
A mio modesto parere quest'opera è meno famosa del "mito" Ken il Guerriero e sinceramente sono dispiaciuto perché meriterebbe spazio e successo.
Lascio da parte le solite, noiose e ripetitive polemiche sul fatto che i protagonisti delle opere di uno stesso mangaka sono sempre uguali (non si capisce perché Goku in ogni salsa vada bene...ma se Hara o Hojo riciclano i loro personaggi allora è uno scandalo... boh, misteri dei tempi moderni perché 15 anni fa nessuno si scandalizzava) e mi concentrerei piuttosto su Keiji e Ken...entrambi simili nell'aspetto esteriore ed entrambi "buoni" anche se a modo loro.
Keiji è la classica spina nel fianco, fortissimo ed estremamente fedele ad un suo personale credo e scala di valori che lo rende sì invincibile ma altresì gli impedisce qualsiasi "brama" di potere, e qui viene il primo insegnamento del maestro Hara: pur avendo tutte le carte in regola per "fare carriera" in fretta all'interno del confusionario sistema politico dell'era Sengoku, Keiji non tradisce mai i propri ideali e le persone che comunque gli vogliono bene e sopratutto si "accontenta" della sua vita errante ma libera, perché fondamentalmente Keiji è uno spirito libero.
Detto così però sembra che Keiji sia solo un polpettone etico-morale ma non è così perché l'alternarsi di momenti seri, di combattimenti e di momenti spensierati e romantici crea un equilibrio narrativo formidabile che non stufa mai, anzi, invita solo ad andare avanti per scoprire cosa c'è dopo, di cosa parlerà il nuovo capitolo.
Estremamente consigliato non solo agli amanti del genere storico o agli amanti del disegno perfetto di Hara (qui al suo culmine), ma a tutti poiché è una di quelle opere da avere assolutamente, un emblema dei manga che non può mancare.
Perché allora 9 e non 10? Perché per ora ho letto solo 2 volumi e la storia letta 10 anni fa non la ricordo così bene da dare un voto definitivo.
Mi sembra doveroso iniziare dicendo che nonostante il nostro Keiji sia evidentemente uguale a Ken, questa somiglianza si ferma per fortuna solo nell'aspetto fisico.
Keiji è un kabukimono, ovvero un samurai senza padrone che vive libero e in maniera decisamente eccentrica sullo sfondo dell'epoca Sengoku.
Ha una corporatura gigantesca e una forza impareggiabile, ma ha allo stesso tempo un carattere solare e incontenibile... un vero spirito libero!
La lettura risulta molto piacevole, e lo sfondo storico, nonostante non corrisponda sempre a realtà, è davvero ben curato.
Molto ben curati sono anche gli altri personaggi, e il rapporto che ognuno di loro instaura con il protagonista, che nonostante il carattere eccentrico e lo spirito ribelle tutti stimano e ne rimangono incredibilmente affascinati.
Ne consiglio dunque vivamente la lettura a tutti!
Keiji è un kabukimono, ovvero un samurai senza padrone che vive libero e in maniera decisamente eccentrica sullo sfondo dell'epoca Sengoku.
Ha una corporatura gigantesca e una forza impareggiabile, ma ha allo stesso tempo un carattere solare e incontenibile... un vero spirito libero!
La lettura risulta molto piacevole, e lo sfondo storico, nonostante non corrisponda sempre a realtà, è davvero ben curato.
Molto ben curati sono anche gli altri personaggi, e il rapporto che ognuno di loro instaura con il protagonista, che nonostante il carattere eccentrico e lo spirito ribelle tutti stimano e ne rimangono incredibilmente affascinati.
Ne consiglio dunque vivamente la lettura a tutti!
Fra Ken, storia e finzione, solo Keiji ha disegni identici a quelli dell'opera maggiore del maestro Hara (ave Ken). Qui si passa attraverso un'epoca senza tempo ricca di eroi, tragedie, guerre e onore!
Quello che colpisce di più sono i personaggi carismatici, Keiji caratterialmente è molto diverso da Ken, ma non è il solo "mito" della serie, e le varie situazioni che devono affrontare saranno di sicuro molto apprezzate sopratutto dai patiti di Samurai, Ronin, Kunoichi ecc.
Consigliato a chi ama la storia Giapponese (fra battaglie di pura finzione si passa attraverso la guerra dei 3 regni), a chi ama Ken o a chi cerca qualcosa di diverso.
Quello che colpisce di più sono i personaggi carismatici, Keiji caratterialmente è molto diverso da Ken, ma non è il solo "mito" della serie, e le varie situazioni che devono affrontare saranno di sicuro molto apprezzate sopratutto dai patiti di Samurai, Ronin, Kunoichi ecc.
Consigliato a chi ama la storia Giapponese (fra battaglie di pura finzione si passa attraverso la guerra dei 3 regni), a chi ama Ken o a chi cerca qualcosa di diverso.
Sul finire dello Shogunato Ashikaga vi fu un periodo che la storia definì epoca “Sengoku”, ossia degli “Stati Combattenti”, che va dal 1467 al 1568. Tale periodo fu caratterizzato dall'aspra lotta e dalle continue battaglie dei clan desiderosi di espandere i loro domini. Il completo declino del potere shogunale fu il riflesso dell'ascesa dei signori locali i quali, a partire da questo momento, vengono chiamati daimyo.
Mentre i domini dei daimyo si trasformavano in unità politicamente e militarmente più definite, le antiche famiglie, che avevano prosperato fino ad allora, vennero annientate dall'avanzata di nuovi clan, dalla ribellione di rami collaterali delle stesse e dalla forza crescente delle classi inferiori.
In quest'epoca di forti tensioni, la cortigiana della famiglia Takigawa, Haru, incinta del suo signore Masuuji, sposa il capofamiglia del clan Maeda, Toshihisa, il quale innamorato follemente della donna accetta di buon grado di adottare il nascituro e di crescerlo come figlio proprio.
Nasce così il bimbo di Haru e Toshihisa, Keiji Maeda.
Keiji cresce alto, forte e vigoroso; è un soldato, un guerriero, un samurai. Ma è anche una persona eccentrica che ama distinguersi dagli altri sia nel comportamento che nel modo di vestirsi, non sopporta le convenzioni e il conformismo ed è dedito ai piaceri della vita. E' un kabukimono, un guerriero che segue le sue regole: non per obbedienza o fedeltà al suo signore sfodera la sua spada e uccide l'avversario, ma per amore, per amicizia, per giustizia e per onore.
Queste suo carattere gli causerà forti ostilità, sia all'interno della famiglia Maeda che al di fuori di essa, ma allo stesso tempo attirerà la simpatia, la stima e l'amicizia di molti personaggi straordinari completamente rapiti dal suo spirito libero.
Da subito Hana no Keiji ti trascina nell'universo del feudalesimo giapponese, più specificatamente in quel periodo (che è di passaggio) nel quale le lotte di potere tra i vari signori segnano l'avvento di una nuova fase della storia nipponica fino ad arrivare al duraturo shogunato dei Tokugawa.
Le guerre fanno da sfondo ad un periodo di forte fermento culturale ed economico: il teatro <i>No</i> (con le sue maschere), l'arrivo dei primi europei (portoghesi e spagnoli) e il cristianesimo (con le prime persecuzioni) vengono riportate all'interno del manga in maniera molto semplice e naturale.
Il disegno di Tetsuo Hara ti stupisce per la cura e la ricchezza di dettagli che, grazie anche all'uso dei retini, hai l'impressione di percepire il colore degli abiti, del cielo e dei fiori.
I personaggi che si susseguono nel corso della storia vengono schiacciati dalla personalità di Keiji, la quale si rileva, da subito, troppo ingombrante per chiunque (signore o contadino) gli si para davanti.
<b>PERSONAGGI</b>: TRA FINZIONE E REALTÀ
-<i>Sukeemon Okumura</i>: è il castellano di Suemori. E' il miglior amico di Keiji, il quale accorre in suo soccorso quando l'esercito di Narimasa assedia il Castello.
-<i>Toshiie Maeda</i>: diviene capofamiglia del clan a scapito di Keiji, per espresso volere di Oda Nobunaga. Detesta Keiji, soprattutto per gelosia nei suoi confronti.
Il suo soprannome è "Mataza" e fu, davvero, uno dei generali fedeli a Nobunaga.
-<i>Matsu</i>: moglie di Toshiie, una donna giovane e bella. E' il primo amore di Keiji e Sukeemon.
-<i>Oda Nobunaga</i>: compare nei flashback dei vari personaggi, in quanto è morto anni prima facendo seppuku. Viene ricordato come gran condottiere e uomo temutissimo.
-<i>Hideyoshi Toyotomi</i>: figlio di contadini, fu soldato dell'esercito di Nobunaga e grazie alle sue abilità e capacità politiche salì sul trono del comando, dopo la morte di Nobunaga. Nel manga viene presentato come leggenda vuole: un uomo basso, brutto, somigliante ad una scimmia, ma molto astuto.
-<i>Ieyasu Tokugawa</i>: uomo dall'apparenza mite e comprensivo.
Ma in realtà la sua fu una lenta ascesa al potere che culminò con la cruenta battaglia di Sekigahara, la quale comportò la fine per molti daimyo, l'inizio di un lungo shogunato e dell'isolamento del Giappone.
-<i>Masamune Date</i>: è uno dei migliori personaggi del manga, forse è l'unico a crearsi un po' di luce vicino a Keiji. E' caratterizzato dal portare una benda, a causa della perdita dell'occhio destro. E' vittima degli intrighi orditi dalla madre e dal fratello Kojiro.
-<i>Lisa</i>: è una bellissima fanciulla dai capelli dorati, figlia di un nippo-portoghese e di una donna cinese. E' il grande amore di Keiji, conquistato non senza qualche problema (soprattutto con la marina spagnola).
Il paragone, così spesso invocato, tra il personaggio di Keiji e quello di Ken Shiro è del tutto fuorviante perché si basa unicamente su una somiglianza fisica, che accomuna tutti i protagonisti delle opere di Tetsu Hara (da Cyber Blue a Ryusei ecc...) e che quindi fa parte del suo stile.
Hana no Keiji, infine, può sembrare un'opera complessa per un pubblico che non conosce la storia giapponese, ma la scorrevolezza nella narrazione, la potenza del personaggio e un disegno di altissima qualità renderanno la lettura di questo manga piacevole e appassionante.
Mentre i domini dei daimyo si trasformavano in unità politicamente e militarmente più definite, le antiche famiglie, che avevano prosperato fino ad allora, vennero annientate dall'avanzata di nuovi clan, dalla ribellione di rami collaterali delle stesse e dalla forza crescente delle classi inferiori.
In quest'epoca di forti tensioni, la cortigiana della famiglia Takigawa, Haru, incinta del suo signore Masuuji, sposa il capofamiglia del clan Maeda, Toshihisa, il quale innamorato follemente della donna accetta di buon grado di adottare il nascituro e di crescerlo come figlio proprio.
Nasce così il bimbo di Haru e Toshihisa, Keiji Maeda.
Keiji cresce alto, forte e vigoroso; è un soldato, un guerriero, un samurai. Ma è anche una persona eccentrica che ama distinguersi dagli altri sia nel comportamento che nel modo di vestirsi, non sopporta le convenzioni e il conformismo ed è dedito ai piaceri della vita. E' un kabukimono, un guerriero che segue le sue regole: non per obbedienza o fedeltà al suo signore sfodera la sua spada e uccide l'avversario, ma per amore, per amicizia, per giustizia e per onore.
Queste suo carattere gli causerà forti ostilità, sia all'interno della famiglia Maeda che al di fuori di essa, ma allo stesso tempo attirerà la simpatia, la stima e l'amicizia di molti personaggi straordinari completamente rapiti dal suo spirito libero.
Da subito Hana no Keiji ti trascina nell'universo del feudalesimo giapponese, più specificatamente in quel periodo (che è di passaggio) nel quale le lotte di potere tra i vari signori segnano l'avvento di una nuova fase della storia nipponica fino ad arrivare al duraturo shogunato dei Tokugawa.
Le guerre fanno da sfondo ad un periodo di forte fermento culturale ed economico: il teatro <i>No</i> (con le sue maschere), l'arrivo dei primi europei (portoghesi e spagnoli) e il cristianesimo (con le prime persecuzioni) vengono riportate all'interno del manga in maniera molto semplice e naturale.
Il disegno di Tetsuo Hara ti stupisce per la cura e la ricchezza di dettagli che, grazie anche all'uso dei retini, hai l'impressione di percepire il colore degli abiti, del cielo e dei fiori.
I personaggi che si susseguono nel corso della storia vengono schiacciati dalla personalità di Keiji, la quale si rileva, da subito, troppo ingombrante per chiunque (signore o contadino) gli si para davanti.
<b>PERSONAGGI</b>: TRA FINZIONE E REALTÀ
-<i>Sukeemon Okumura</i>: è il castellano di Suemori. E' il miglior amico di Keiji, il quale accorre in suo soccorso quando l'esercito di Narimasa assedia il Castello.
-<i>Toshiie Maeda</i>: diviene capofamiglia del clan a scapito di Keiji, per espresso volere di Oda Nobunaga. Detesta Keiji, soprattutto per gelosia nei suoi confronti.
Il suo soprannome è "Mataza" e fu, davvero, uno dei generali fedeli a Nobunaga.
-<i>Matsu</i>: moglie di Toshiie, una donna giovane e bella. E' il primo amore di Keiji e Sukeemon.
-<i>Oda Nobunaga</i>: compare nei flashback dei vari personaggi, in quanto è morto anni prima facendo seppuku. Viene ricordato come gran condottiere e uomo temutissimo.
-<i>Hideyoshi Toyotomi</i>: figlio di contadini, fu soldato dell'esercito di Nobunaga e grazie alle sue abilità e capacità politiche salì sul trono del comando, dopo la morte di Nobunaga. Nel manga viene presentato come leggenda vuole: un uomo basso, brutto, somigliante ad una scimmia, ma molto astuto.
-<i>Ieyasu Tokugawa</i>: uomo dall'apparenza mite e comprensivo.
Ma in realtà la sua fu una lenta ascesa al potere che culminò con la cruenta battaglia di Sekigahara, la quale comportò la fine per molti daimyo, l'inizio di un lungo shogunato e dell'isolamento del Giappone.
-<i>Masamune Date</i>: è uno dei migliori personaggi del manga, forse è l'unico a crearsi un po' di luce vicino a Keiji. E' caratterizzato dal portare una benda, a causa della perdita dell'occhio destro. E' vittima degli intrighi orditi dalla madre e dal fratello Kojiro.
-<i>Lisa</i>: è una bellissima fanciulla dai capelli dorati, figlia di un nippo-portoghese e di una donna cinese. E' il grande amore di Keiji, conquistato non senza qualche problema (soprattutto con la marina spagnola).
Il paragone, così spesso invocato, tra il personaggio di Keiji e quello di Ken Shiro è del tutto fuorviante perché si basa unicamente su una somiglianza fisica, che accomuna tutti i protagonisti delle opere di Tetsu Hara (da Cyber Blue a Ryusei ecc...) e che quindi fa parte del suo stile.
Hana no Keiji, infine, può sembrare un'opera complessa per un pubblico che non conosce la storia giapponese, ma la scorrevolezza nella narrazione, la potenza del personaggio e un disegno di altissima qualità renderanno la lettura di questo manga piacevole e appassionante.
Eccellente manga storico e d'avventura. Tecnicamente uno dei migliori del maestro Hara, la sceneggiatura è davvero ben articolata, a tratti ricca di adrenalina ed a tratti pura poesia. Degna di nota è la particolare attenzione con cui sono stati caratterizzati i personaggi del manga di cui si coglie perfettamente la personalità, da cui si evince un accurato studio dei personaggi reali dell'epoca. Consigliatissimo a tutti.
Keiji il Magnifico è una delle mie serie preferite anche se purtroppo non molto popolare e non molto lunga (appena 18 volumi). Nonostante questo rimane il fatto che il protagonista è uno dei personaggi meglio caratterizzati e di maggiore impatto (per il carattere, il modo di comportarsi, di abbigliarsi e di affrontare le varie situazioni in cui viene coinvolto) nel pantheon dei personaggi giapponesi. Per non parlare della grafica che è un vero capolavoro.
Manga stupendo per molti fattori. A cominciare dal protagonista che, nonostante la sua "incredibile" somiglianza con Ken, sia molto, ma molto più solare (e quindi più simpatico) dell'uomo truce d'Hokuto. L'ambientazione è l'epoca Sengoku, l'epoca affascinante degli Shogun ("inchinatevi a questo simbolo!" ih ih ih), dei samurai ("VESTIZIONE!") e dei ninja (Sasuke il piccolo ninja). Il disegno è del maestro Hara quindi basta questo per l'acquisto. Peccato solo che sia piaciuto a pochi (andatevi a leggere le lettere e capirete...) perchè s'aspettavano unicamente un'altro Ken in tenuta samurai. L'unico difetto che Keiji (come personaggio non come manga) possiede è che fuma troppo come un turco e beve come una spugna. Scusatemi, non voglio fare affatto il moralista, ma essendo stato abbituato da personaggi non fumatori/bevitori come me (Dylan Dog ad esempio) mi da un tantino fastidio. Chiusa parentesi. Chi ama l'epoca Sengoku e vuole un personaggio che si discosti parecchio dal maestro di Hokuto, questo è il manga adatto. Altrimenti passate oltre.
Di certo un buon manga, i disegni del maestro Hara si riconoscono (ma perchè l'eroe principale dei suoi manga è sempre UGUALE sputato a Ken?). Il pregio più grande di questo manga è quello di far da sfondo a fatti realmente accaduti, ricostruiti per questo manga in modo da dare un'attenta ricostruzione dei personaggi dell'era Sengoku!