Warcraft - The Sunwell Trilogy
Già, già: io, che porto come nick il nome del personaggio che ha praticamente dato il via a tutte le vicende di Sunwell Trilogy, non potevo esimermi dal recensire il primo, spettacolare fumetto ambientato nell'universo di Warcraft. Essendo ormai da anni un accanito giocatore di WoW, ed essendo, in quel senso, venuto personalmente a contatto con i personaggi e, in misura minore, con le vicende qui narrate, non ho resistito alla tentazione di condividere il mio punto di vista su quest'opera. Procediamo, dunque.
Mi sembra abbastanza chiaro, per tutti, che questa opera sia ambientata nel mondo di Warcraft: uno dei più grandi universi fantasy in circolazione, se non il più vasto. Neanche “Il Signore degli Anelli”, con tutti i suoi libri-appendice/ prequel/ opere correlate, potrebbe essere in grado di vantare una storia ampia ed elaborata come quella di Warcraft: e se anche ora come ora fossi in errore su questo punto, dategli altri tre-quattro anni e un altro paio di espansioni e se continuerà a questo ritmo l'universo di Warcraft sarà diventato enorme, molto più grande di quello di Arda. Ma basta, adesso, fare confronti: concentriamoci sull'opera in questione.
Mi sono limitato a dare un 8 a questo manwha poiché, per quanto splendido, resta pur sempre un'opera specifica. Mi spiego meglio: il fatto di appartenere ad un preciso franchise preclude a Sunwell Trilogy la possibilità di essere annoverato fra le grandi opere fumettistiche. Se ci limitiamo a considerarlo in una dimensione warcraftiana, invece, l'opera si merita un 10 pieno, forse anche con la lode. Perché? In genere le opere legate a Warcraft - libri, fumetti, forse anche futuri film - senza mezzi termini, fanno schifo, poiché non sono altro che un'accozzaglia di luoghi e personaggi gettati a casaccio in una storia inverosimile e mal narrata, ed esistono al solo scopo di far sentire ambientati i nerdoni che li comprano.
Non è così per Sunwell Trilogy: anzi, la storia potrebbe essere quasi considerata uno stand-alone, poiché gran parte dei personaggi o era totalmente inesistente, prima dell'uscita di quest'opera, o svolgeva un ruolo del tutto marginale. D'altro canto non c'era da aspettarsi niente di diverso dall'autore: per chi non lo sapesse, Richard A. Knaak è uno degli scrittori fantasy più celebri e apprezzati, avendo pennato diversi romanzi legati all'universo di Dragonlance. Se devo essere sincero non l'ho mai apprezzato particolarmente, ma perlomeno mi sento al sicuro nel leggere qualcosa di relativo a Warcraft firmato da lui. Richard Knaak è riuscito, ancora una volta, a rompere i rigidi schemi warcraftiani e a consegnarci una storia che sprizza identità fantasy da tutti i pori, e il bello è che si distacca abbastanza dagli eventi della trama principale di Warcraft da risultare apprezzabile anche per chi non avesse dimestichezza con la storia infinita di Azeroth.
Come molti avranno già notato, la maggior parte degli elogi va all'artista: vale la pena di leggere quest'opera anche solo per i disegni, studiati, tracciati ed elaborati come pochi altri fumetti che esistano. I particolari sciamano come formiche, e basta concentrarsi un singolo istante per accorgersi di quanta cura sia stata dedicata ai disegni. Ai personaggi si potrebbe contare ogni capello, ogni pelo di barba, ogni riflesso negli occhi. I paesaggi, oh, i paesaggi: perfino un giocatore come me, che queste terre le calca da anni, è rimasto sbalordito di fronte alla maestria con la quale l'artista ha rappresentato sotto una nuova luce le ambientazioni warcraftiane, che già di per loro costituiscono uno dei punti forti del videogame. Le Ghostlands (o Terre Spettrali, come le chiamano adesso) sono rese in maniera eccezionale, niente a che vedere con quelle textures che sembrano vomito di vacca e che costituiscono il "pavimento" della omonima zona in World of Warcraft, o con quei quattro zeppi imbiancati che costituiscono la flora delle suddette terre nel gioco.
Alcuni particolari non mi convincono, è vero, ma ammetto che derivano più dalla mia esperienza di giocatore che da vere e proprie incongruenze. Un nano Hunter che tira giù Kalecgos in un colpo, quando, ai tempi di The Burning Crusade (chi ha giocato a WoW capirà; per gli altri, la traduzione è nel 2006 -2007) la maggior parte delle gilde non riusciva neanche ad arrivare alla seconda fase dello scontro con lui? E vogliamo parlare di Sylvanas, messa nel sacco da un Mage da quattro soldi, quando noialtri ancora oggi dobbiamo radunare una quarantina di persone per dare l'assalto ad Undercity (o Sepulcra, come la chiamano adesso) e tirarla giù nella speranza che non arrivino i giocatori dell'Orda e ci facciano un sedere così? Che insulti! Tutto, per la storia, eh?
In conclusione, questo manwha è consigliatissimo per chi ama il fantasy o, in senso più ampio, lo Shounen: assolutamente da leggere per chi gioca, ha giocato o giocherà a World of Warcraft.
<b>ATTENZIONE! SPOILER GROSSI COME LE CHIAPPE DELLA CANALIS!</b>
Aggiungo una piccola sezione per coloro che hanno già letto il manwha, oppure sono curiosi di sapere come andranno a finire i personaggi che li hanno appassionati nel corso della storia.
- Kalecgos: in seguito alla morte di Malygos, il suo "capo", ne prenderà il posto, assumendone i vastissimi poteri, e combatterà assieme agli altri capi degli stormi di drago contro Deathwing (o Alamorte, come lo chiamano adesso... bleah), un drago corrotto che avrebbe voluto portare la fine del mondo su Azeroth. Dopodiché i suoi poteri verranno consumati, e l'evento più significativo, dopo ciò, sarà la sua storia d'amore con una principessa/condottiera umana di nome Jaina Proudmoore (o Marefiero, come la chiamano adesso);
- Anveena Teague: Anveena morirà. Sì, lo so che è uno shock, ma è stato per una buona causa. Il Pozzo Solare di cui si è tanto parlato nel corso della storia verrà riacceso e usato come portale da un signore dei demoni che cercherà di mettere piede sul suolo di Azeroth. Anveena si sacrificherà per ricacciarlo indietro;
- Tyrigosa: non avrà un grande ruolo, dopo Sunwell Trilogy, ma mi è parso di averla notata in giro per Outland (o le Terre Esterne, come le chiamano adesso) e, se non ricordo male, l'ho vista anche all'interno di una instance chiamata Dragon Soul/Anima del Drago. Avrà avuto un ruolo di condottiera nella battaglia contro Deathwing, di più non saprei dire. Jorad Mace la accompagnava, se non sbaglio, ma mi è ignota la natura dei rapporti fra i due;
- Dar'Khan Drathir: sembra morto, ma non è! L'ho visto in giro per le Ghostlands. Probabilmente sarà diventato un qualche genere di comandante dei non morti;
- Borel/Korialstrasz: muore anche lui, nel tentativo di fermare dei cultisti che stavano infettando delle uova di drago. Si farà esplodere assieme alle suddette uova;
- Lor'themar Theron: diventerà il nuovo capo degli Elfi del Sangue, e avrà un ruolo di rilievo nella battaglia per la terra dei Panda (no, non è una battuta), e nell'assedio della città orchesca di Orgrimmar;
- Sylvanas: già capo dei non morti dell'Orda, avrà un ruolo di rilievo nella lotta contro il Re dei Lich, ossia l'entità a capo dei non morti (quelli cattivi davvero), e nella guerra contro l'Alleanza per la conquista di Azeroth.
<b>FINE SPOILER</b>
LA RECENSIONE E' FINITA, ANDATE IN PACE.
Mi sembra abbastanza chiaro, per tutti, che questa opera sia ambientata nel mondo di Warcraft: uno dei più grandi universi fantasy in circolazione, se non il più vasto. Neanche “Il Signore degli Anelli”, con tutti i suoi libri-appendice/ prequel/ opere correlate, potrebbe essere in grado di vantare una storia ampia ed elaborata come quella di Warcraft: e se anche ora come ora fossi in errore su questo punto, dategli altri tre-quattro anni e un altro paio di espansioni e se continuerà a questo ritmo l'universo di Warcraft sarà diventato enorme, molto più grande di quello di Arda. Ma basta, adesso, fare confronti: concentriamoci sull'opera in questione.
Mi sono limitato a dare un 8 a questo manwha poiché, per quanto splendido, resta pur sempre un'opera specifica. Mi spiego meglio: il fatto di appartenere ad un preciso franchise preclude a Sunwell Trilogy la possibilità di essere annoverato fra le grandi opere fumettistiche. Se ci limitiamo a considerarlo in una dimensione warcraftiana, invece, l'opera si merita un 10 pieno, forse anche con la lode. Perché? In genere le opere legate a Warcraft - libri, fumetti, forse anche futuri film - senza mezzi termini, fanno schifo, poiché non sono altro che un'accozzaglia di luoghi e personaggi gettati a casaccio in una storia inverosimile e mal narrata, ed esistono al solo scopo di far sentire ambientati i nerdoni che li comprano.
Non è così per Sunwell Trilogy: anzi, la storia potrebbe essere quasi considerata uno stand-alone, poiché gran parte dei personaggi o era totalmente inesistente, prima dell'uscita di quest'opera, o svolgeva un ruolo del tutto marginale. D'altro canto non c'era da aspettarsi niente di diverso dall'autore: per chi non lo sapesse, Richard A. Knaak è uno degli scrittori fantasy più celebri e apprezzati, avendo pennato diversi romanzi legati all'universo di Dragonlance. Se devo essere sincero non l'ho mai apprezzato particolarmente, ma perlomeno mi sento al sicuro nel leggere qualcosa di relativo a Warcraft firmato da lui. Richard Knaak è riuscito, ancora una volta, a rompere i rigidi schemi warcraftiani e a consegnarci una storia che sprizza identità fantasy da tutti i pori, e il bello è che si distacca abbastanza dagli eventi della trama principale di Warcraft da risultare apprezzabile anche per chi non avesse dimestichezza con la storia infinita di Azeroth.
Come molti avranno già notato, la maggior parte degli elogi va all'artista: vale la pena di leggere quest'opera anche solo per i disegni, studiati, tracciati ed elaborati come pochi altri fumetti che esistano. I particolari sciamano come formiche, e basta concentrarsi un singolo istante per accorgersi di quanta cura sia stata dedicata ai disegni. Ai personaggi si potrebbe contare ogni capello, ogni pelo di barba, ogni riflesso negli occhi. I paesaggi, oh, i paesaggi: perfino un giocatore come me, che queste terre le calca da anni, è rimasto sbalordito di fronte alla maestria con la quale l'artista ha rappresentato sotto una nuova luce le ambientazioni warcraftiane, che già di per loro costituiscono uno dei punti forti del videogame. Le Ghostlands (o Terre Spettrali, come le chiamano adesso) sono rese in maniera eccezionale, niente a che vedere con quelle textures che sembrano vomito di vacca e che costituiscono il "pavimento" della omonima zona in World of Warcraft, o con quei quattro zeppi imbiancati che costituiscono la flora delle suddette terre nel gioco.
Alcuni particolari non mi convincono, è vero, ma ammetto che derivano più dalla mia esperienza di giocatore che da vere e proprie incongruenze. Un nano Hunter che tira giù Kalecgos in un colpo, quando, ai tempi di The Burning Crusade (chi ha giocato a WoW capirà; per gli altri, la traduzione è nel 2006 -2007) la maggior parte delle gilde non riusciva neanche ad arrivare alla seconda fase dello scontro con lui? E vogliamo parlare di Sylvanas, messa nel sacco da un Mage da quattro soldi, quando noialtri ancora oggi dobbiamo radunare una quarantina di persone per dare l'assalto ad Undercity (o Sepulcra, come la chiamano adesso) e tirarla giù nella speranza che non arrivino i giocatori dell'Orda e ci facciano un sedere così? Che insulti! Tutto, per la storia, eh?
In conclusione, questo manwha è consigliatissimo per chi ama il fantasy o, in senso più ampio, lo Shounen: assolutamente da leggere per chi gioca, ha giocato o giocherà a World of Warcraft.
<b>ATTENZIONE! SPOILER GROSSI COME LE CHIAPPE DELLA CANALIS!</b>
Aggiungo una piccola sezione per coloro che hanno già letto il manwha, oppure sono curiosi di sapere come andranno a finire i personaggi che li hanno appassionati nel corso della storia.
- Kalecgos: in seguito alla morte di Malygos, il suo "capo", ne prenderà il posto, assumendone i vastissimi poteri, e combatterà assieme agli altri capi degli stormi di drago contro Deathwing (o Alamorte, come lo chiamano adesso... bleah), un drago corrotto che avrebbe voluto portare la fine del mondo su Azeroth. Dopodiché i suoi poteri verranno consumati, e l'evento più significativo, dopo ciò, sarà la sua storia d'amore con una principessa/condottiera umana di nome Jaina Proudmoore (o Marefiero, come la chiamano adesso);
- Anveena Teague: Anveena morirà. Sì, lo so che è uno shock, ma è stato per una buona causa. Il Pozzo Solare di cui si è tanto parlato nel corso della storia verrà riacceso e usato come portale da un signore dei demoni che cercherà di mettere piede sul suolo di Azeroth. Anveena si sacrificherà per ricacciarlo indietro;
- Tyrigosa: non avrà un grande ruolo, dopo Sunwell Trilogy, ma mi è parso di averla notata in giro per Outland (o le Terre Esterne, come le chiamano adesso) e, se non ricordo male, l'ho vista anche all'interno di una instance chiamata Dragon Soul/Anima del Drago. Avrà avuto un ruolo di condottiera nella battaglia contro Deathwing, di più non saprei dire. Jorad Mace la accompagnava, se non sbaglio, ma mi è ignota la natura dei rapporti fra i due;
- Dar'Khan Drathir: sembra morto, ma non è! L'ho visto in giro per le Ghostlands. Probabilmente sarà diventato un qualche genere di comandante dei non morti;
- Borel/Korialstrasz: muore anche lui, nel tentativo di fermare dei cultisti che stavano infettando delle uova di drago. Si farà esplodere assieme alle suddette uova;
- Lor'themar Theron: diventerà il nuovo capo degli Elfi del Sangue, e avrà un ruolo di rilievo nella battaglia per la terra dei Panda (no, non è una battuta), e nell'assedio della città orchesca di Orgrimmar;
- Sylvanas: già capo dei non morti dell'Orda, avrà un ruolo di rilievo nella lotta contro il Re dei Lich, ossia l'entità a capo dei non morti (quelli cattivi davvero), e nella guerra contro l'Alleanza per la conquista di Azeroth.
<b>FINE SPOILER</b>
LA RECENSIONE E' FINITA, ANDATE IN PACE.
Letto nell'edizione Mondadori, l'ho comprato perché avevo voglia di leggere un fumetto fantasy, e da subito mi avevano colpito molto i disegni.
Premetto che non conosco WoW, non ci ho mai giocato!
La storia segue una trama tipicamente fantasy, la fanciulla in pericolo salvata dall'eroe, per fortuna l'eroe non è il solito umano pompato ma un dragone (cosa che non avevo mai letto in un fantasy), e la ragazza è ovviamente dotata di un "arcano segreto"; c'è pure il triangolo amoroso per le ragazze che vorrebbero smancerie ovunque, che volete di più?
Il disegno è emozionante, minuzioso e descrittivo fino all'inverosimile, fondali curatissimi si abbinano a personaggi maschili decisamente avvenenti (cosa che fa più che piacere a una ragazza come me!), elfi decisamente meno carini, per fortuna.
Nota dolente, l'autore ha un rapporto conflittuale con la figura femminile, specialmente nella protagonista, dove il bellissimo tratto si disperde nel cliché degli occhioni e in una sintesi che, a ben vedere, non c'entra nulla col resto dei disegni. Che abbia chiamato un altro disegnatore? Spero sia così, per fortuna rimedia decisamente con la bella elfona che si vede nel 3° volume (e sulla 3° copertina), decisamente più azzeccata.
Personalmente tra la versione 100% Marvel della saga di WoW e queste proposte dalla J-Pop preferisco queste ultime (non uccidetemi per favore), soprattutto quelle realizzate da Jae-Hwan Kim, e credo recupererò anche gli altri volumi realizzati da lui.
Come voti do 8 a storia e disegni, e 7 come volume (c'è poco da fare, le edizioni Oscar bestsellers dei fumetti sono a scollatura garantita se non si sta attenti all'apertura delle pagine), abbuono il voto a 8 perché in fondo è un bel fantasy da sgranocchiare.
Premetto che non conosco WoW, non ci ho mai giocato!
La storia segue una trama tipicamente fantasy, la fanciulla in pericolo salvata dall'eroe, per fortuna l'eroe non è il solito umano pompato ma un dragone (cosa che non avevo mai letto in un fantasy), e la ragazza è ovviamente dotata di un "arcano segreto"; c'è pure il triangolo amoroso per le ragazze che vorrebbero smancerie ovunque, che volete di più?
Il disegno è emozionante, minuzioso e descrittivo fino all'inverosimile, fondali curatissimi si abbinano a personaggi maschili decisamente avvenenti (cosa che fa più che piacere a una ragazza come me!), elfi decisamente meno carini, per fortuna.
Nota dolente, l'autore ha un rapporto conflittuale con la figura femminile, specialmente nella protagonista, dove il bellissimo tratto si disperde nel cliché degli occhioni e in una sintesi che, a ben vedere, non c'entra nulla col resto dei disegni. Che abbia chiamato un altro disegnatore? Spero sia così, per fortuna rimedia decisamente con la bella elfona che si vede nel 3° volume (e sulla 3° copertina), decisamente più azzeccata.
Personalmente tra la versione 100% Marvel della saga di WoW e queste proposte dalla J-Pop preferisco queste ultime (non uccidetemi per favore), soprattutto quelle realizzate da Jae-Hwan Kim, e credo recupererò anche gli altri volumi realizzati da lui.
Come voti do 8 a storia e disegni, e 7 come volume (c'è poco da fare, le edizioni Oscar bestsellers dei fumetti sono a scollatura garantita se non si sta attenti all'apertura delle pagine), abbuono il voto a 8 perché in fondo è un bel fantasy da sgranocchiare.
Questo fumetto narra una storia ambientata nell'universo di Warcraft, con riferimenti a diversi personaggi esistenti all'interno del gioco Warcraft 3, Warcraft 3 - The Frozen Throne e la saga di World of warcraft.
La storia non è fra le più originali, ma è ben narrata e a tratti avvincente, sebbene ogni tanto si riscontra qualche calo di tono, e a tratti anche un po' di banalità, ma nulla di realmente fastidioso.
I personaggi sono gli stereotipi del mondo di Warcraft: il paladino, la fanciulla, il tauren, il nano arrogante e così via...
Grandissima nota di merito va ai disegni: bellissimi, puliti, dettagliatissimi e ricchi di ombreggiature, quindi graficamente questo fumetto è una vera opera d'arte.
Beh insomma, consiglio la lettura di questi 3 volumetti (o del singolo volume che racchiude tutti e 3 gli albi, che consiglio di comprare per risparmiare denaro) a tutti gli appassionati del fantasy in generale, e di Warcraft nello specifico. Sebbene non sia un' opera imperdibile rimane nel complesso un fumetto abbastanza gradevole.
La storia non è fra le più originali, ma è ben narrata e a tratti avvincente, sebbene ogni tanto si riscontra qualche calo di tono, e a tratti anche un po' di banalità, ma nulla di realmente fastidioso.
I personaggi sono gli stereotipi del mondo di Warcraft: il paladino, la fanciulla, il tauren, il nano arrogante e così via...
Grandissima nota di merito va ai disegni: bellissimi, puliti, dettagliatissimi e ricchi di ombreggiature, quindi graficamente questo fumetto è una vera opera d'arte.
Beh insomma, consiglio la lettura di questi 3 volumetti (o del singolo volume che racchiude tutti e 3 gli albi, che consiglio di comprare per risparmiare denaro) a tutti gli appassionati del fantasy in generale, e di Warcraft nello specifico. Sebbene non sia un' opera imperdibile rimane nel complesso un fumetto abbastanza gradevole.
Devo dire che questa saga di Warcraft, creata a mo di manga, è una delle migliori trilogie fino ad ora lette; i disegni sono ben fatti, e la storia è sta realizzata con cura, cercando anche di ricollegarla al mondo vero e proprio di Warcraft. I personaggi della storia sono poco caratterizzati, ma trattandosi di soli tre volumi, la cosa può essere anche giustificabile. alcune dei disegni dei draghi non mi sono andati proprio a genio. Infine devo dire che il personaggio che mi è piaciuto di più è di sicuro Il nano Harkyn, proprio ben disegnato!