La serie Yakuza è conosciuta per diverse ragioni, vuoi per la sua alternananza di una componente narrativa seria con sottotrame decisamente comiche e fuori dagli schemi, vuoi per le sue moltissime iterazioni, ma anche per i suoi piuttosto velati sexual innuendos, questi ultimi però sono stati una scelta voluta dal producer Toshihiro Nagoshi, il quale si è battuto per mantenerli nei giochi.
In una recente intervista il producer ha infatti rivelato che la scelta di far diventare lo schermo rosa durante i momenti di prestazioni sessuali è stata una scelta per mantenere il momento fine e non spinto, tuttavia Sega si era fermamente opposta a ciò proprio perché "Il rosa è un colore che ricorda il sesso", dichiarazione alla quale Nagoshi ha giustamente risposto "Tante cose in questo mondo sono rosa, vi causano tutte ugualmente eccitazione?", definendo il dibattito come decisamente esilarante, al quale aggiunge "Io volevo solo mantenere un elemento importante ai fini della trama risultando socialmente e moralmente accettabile".
E voi, in una società sempre più puritana, siete d'accordo con le dichiarazioni del producer?
Non so come funzioni in Giappone, ma al massimo il rosa può identificare il genere femminile, non l'ho mai visto come un colore che indica l'erotismo, anzi, quello secondo me viene identificato meglio dal rosso.
In tutti i giochi c'è un minigioco con le hostess in cui bisogna conquistarle con regali vari e frasi giuste, e questo porta ad alcuni appuntamenti fuori dal club. Il terzo appuntamento si conclude ad un love hotel, lo schermo diventa rosa, e poi le varie ragazze ringraziano per aver passato una notte fantastica.
Non è esplicito ma è abbastanza chiaro cosa succede.
Insomma ognuno ha sicuramente un qualche elemento che può trovare sexy o perfino erotico, ma non vuol dire mica che ti parte subito l'orgasmo solo perché lo vedi!
Io trovo eccitanti le trame a strisce, ma non è che vado in estasi appena vedo la bandiera americana o qualcuno con una maglietta così.
Non so come funzioni oggi, ma io sapevo che il rosa in Giappone un tempo era addirittura considerato un colore "maschile", sfumatura di "virilità" perfino, in netto contrasto con la mentalità occidentale.
E questo perché è il colore dei fiori e dei petali di ciliegio, che erano uno dei metaforici rimandi alla figura del samurai ("splendido ma effimero").
Brevissima nota storica. In realtà anche da noi il rosa era considerato 'più maschile' (in quanto simile al rosso), mentre l'azzurro era femminile, a richiamo del velo della Vergine, per quanto con scarso dibattito e interesse.
La distinzione odierna nasce dopo la seconda guerra mondiale e si radicalizza negli anni '70 e '80 circa.
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