Il progetto Sailor Moon Crystal, iniziato nel 2014 e proseguito con alterne fortune e in vari formati, si è concluso nell’estate 2023 coi due film Sailor Moon Cosmos, adattamento dell’ultima parte del manga di Naoko Takeuchi. Netflix li ha recentemente distribuiti a livello mondiale, perciò si può dire che i fan stranieri abbiano visto la conclusione della saga di Sailor Moon Crystal dopo esattamente dieci anni dall’inizio.
Quando si parla di Sailor Moon Crystal, o di Sailor Moon in generale, viene spontaneo e inevitabile contare gli anni, quelli che ci separano da quando abbiamo conosciuto quest’eroina dai buffi capelli biondi, e fare un po’ il punto delle nostre rispettive vite.
Sailor Moon Cosmos è l’apoteosi di tutto questo, un po’ perché rappresenta il trentesimo anniversario della serie (qualche anno in più per i giapponesi, qualche anno in meno per noi in Italia), e un po’ perché è la conclusione della serie e il punto di arrivo della sua protagonista. Trent’anni fa, i nostri anni si contavano solo con le unità e adesso sono triplicati. Che n’è stato dei bambini che eravamo allora? Cosa sono diventati? Mentre ci interroghiamo su questo, anche la nostra Usagi pian piano è cresciuta, diventando una persona molto diversa (ma non troppo) dalla ragazzina svogliata, pigra e fifona che era all’inizio.
La storia, per chi conosce Sailor Moon, è più o meno nota, essendo quella di SailorStars (nota come Petali di stelle per Sailor Moon in Italia): Usagi e Mamoru sono costretti a separarsi temporaneamente, dato che quest’ultimo si reca negli Stati Uniti per un soggiorno studio, proprio quando una nuova minaccia si profila all’orizzonte, quella di Galaxia, guerriera Sailor corrotta che mira a impadronirsi dei Sailor Crystal, la fonte della vita delle guerriere, per diventare la più potente dell’universo. Ovviamente, chi sarà in possesso del Sailor Crystal più potente dell’universo e perciò principalmente bramato dalla nuova nemica? Indizio: questo cristallo è d’argento e lo conosciamo già…
Parallelamente all’attacco di Galaxia, compaiono anche diversi altri personaggi: i fascinosi idol Three Lights, le misteriose Sailor Starlights, la principessa Kakyuu e ChibiChibi, bimba venuta da chissà dove che non sa parlare e custodisce misteriosi poteri.
Una storia già nota di cui cambiano, però, il modo di raccontarla e numerosi particolari. Le differenze fra il manga (e dunque Cosmos che ne è un adattamento) e la vecchia serie animata anni ‘90 sono molteplici, pur mantenendo la stessa storia di base. SailorStars, in linea con le altre vecchie serie animate di Sailor Moon, giocava molto col meccanismo del mostro della settimana, con le sottoposte di Galaxia che attaccavano persone qualunque, finendo per trasformarle in mostri, mentre cercavano i Sailor Crystal dentro di loro. Forti erano anche gli elementi scolastici (con Usagi e le altre che entravano al liceo e dovevano gestire la loro nuova vita da studentesse delle superiori), comici (con continue gag e mostri ridicoli) e romantici (con Usagi che, tolto di mezzo Mamoru, instaurava un rapporto con Seiya dei Three Lights). Sailor Moon Cosmos, al contrario, è espressamente costruito come la conclusione di Sailor Moon, perciò non perde tempo più di tanto e si lascia ben presto alle spalle vita scolastica e gag per gettarsi in una devastante battaglia finale.
Se con la saga Dream (raccontata nei due film Sailor Moon Eternal), la serie aveva fatto un piccolo passo indietro, prendendosi del tempo per sondare l’animo dei personaggi già noti, i loro sogni, le loro paure, con Cosmos mette il turbo ed espande il suo universo narrativo fino, appunto, alle estremità del cosmo. La mitologia delle guerriere Sailor, sinora ristretta solo al nostro sistema solare, viene espansa con innumerevoli nuovi elementi: non solo astri e pianeti del sistema solare hanno la loro guerriera Sailor, ma vengono introdotti nuovi pianeti, inventati dall’autrice, protetti da tantissime nuove guerriere; vengono spiegate le origini e gli scopi delle guerriere Sailor; vengono rivelati nuovi colpi di scena su personaggi che conosciamo già e altri compiono un percorso di crescita.
La carne al fuoco è tanta, forse troppa, la prima ora di film butta nel calderone (pun intended, chi ha visto i film fino alla fine capirà) un sacco di informazioni e nuovi personaggi apparentemente scollegati fra loro, e il tempo per spiegare tutto per bene è poco, quindi lo spettatore, anche quello che conosce già la storia e quindi sa già tutto, si sente un po’ frastornato. In realtà, fa tutto parte di un disegno più grande e andando avanti con la visione tutto torna al suo posto. Stars già nel manga era una saga breve, compatta, frenetica, concisa, che il precedente adattamento animato aveva allungato e ammorbidito, rendendola però meno drammatica e modificando in maniera netta molti elementi della trama originale. Il formato di due film adatta fedelmente il manga e ne mantiene il ritmo serrato, dove gli eventi e i drammi si susseguono l’un l’altro senza sosta. Da un lato, questo un po’ disorienta lo spettatore e toglie molto ai personaggi, che non hanno tanto tempo per venire caratterizzati a fondo, ma dall’altro contribuisce a creare un’atmosfera opprimente e drammatica. E’ la battaglia finale, una guerra devastante contro una nemica che non si fa problemi a eliminare facilmente chiunque, non c’è tempo da perdere correndo dietro ai ragazzi o combattendo scontri comici contro nerboruti giocatori di football americano in gonnella o vecchietti su cavallucci di legno come nella vecchia serie animata.
Più di ogni altra cosa, Sailor Moon Cosmos è il film di Sailor Moon. Già il titolo, chi conosce la storia del manga capirà, ce lo dice chiaramente. L’autrice sottopone la sua eroina alla prova più dura mai affrontata, privandola di tutto: del fidanzato, delle amiche (come osate farmi un intero film praticamente senza Mercury?), della figlia, dei personaggi nuovi appena conosciuti, della speranza, nel dubbio persino dei gatti che non si sa mai. Lo scontro fra Sailor Moon e Galaxia è devastante, con quest’ultima che uccide personaggi secondari come mosche e sembra davvero invincibile. A volte, nel film, l’eroina cadrà preda dello sconforto. A volte, ed è molto raro per Sailor Moon e in completo contrasto con la serie anni ‘90 dove l’eroina rifiutava lo contro con Galaxia, proverà rabbia nei suoi confronti e sarà determinata a fargliela pagare. Ma, nonostante tutto, Sailor Moon resta fedele a se stessa, in quel ribaltamento di ruoli già visto in Sailor Moon Eternal con Mamoru secondo il quale le guerriere Sailor combattono per proteggere Moon, e Moon, convinta di non valere niente senza di loro, in realtà è per le compagne che combatte. Ed è così anche qui, dato che lo scopo ultimo della guerriera sarà non la distruzione della sua nemica ma, anche stavolta, il combattere per le compagne, con l’incrollabile convinzione che sarà possibile riportarle da lei alla fine di tutto. Sailor Moon Cosmos porta all’estrema sublimazione la sua eroina, facendole compiere il tassello definitivo del suo percorso di crescita, pur facendola nel profondo restare sempre fedele a ciò che è sempre stata e al motivo per cui tutti sono (siamo, sotto sotto) innamorati di lei.
L’abbiamo conosciuta come una ragazzina fifona, pigra e svogliata, che alla prima battaglia frignava generando ultrasuoni e aveva bisogno dell’aiuto di Tuxedo Kamen per battere il nemico. Dieci, trent’anni dopo, quella ragazzina è posta innanzi a una difficilissima scelta: eliminare per sempre il male dal mondo a costo di perdere le amiche, o salvare le amiche ma senza eliminare definitivamente il male? Se conosciamo anche un minimo Sailor Moon, sappiamo bene cosa ha scelto, sappiamo che è stata la scelta giusta e questo ci ha ricordato ancora una volta perché ci siamo innamorati di lei, di quella che è allo stesso tempo una ragazzina come tante e la guerriera più potente dell’universo. Nel corso delle cinque saghe di Sailor Moon, un sacco di nemici hanno cercato di impadronirsi del suo potere per scopi malvagi, ma noi sappiamo bene che non sarebbero mai comunque stati in grado di usarlo, dato che il potere di Sailor Moon nasce proprio dal suo essere una ragazzina come tante, che vuole un bene incondizionato alle persone che la circondano, riesce a cambiarle e si batte per proteggerle. Studentessa, amica, guerriera, eroina, mamma, principessa, regina: Sailor Moon è tutte queste cose insieme, ed è questo a far di lei un personaggio tanto straordinario, amato da chiunque ci abbia a che fare.
La storia del film si concentra volutamente solo su Usagi, con le sue amiche assenti per tre quarti del film e i personaggi nuovi che hanno un ruolo molto risicato anche se funzionale allo sviluppo della storia. Suo è il punto di vista, suo è il percorso di accettazione del lutto, suo lo scontro finale, suo l’happy ending. Spicca però anche Galaxia, nemica carismatica, potentissima e temibile, peraltro anche bellissima a livello grafico in entrambe le sue versioni (con armatura e capelli raccolti, e in deshabbillé con capelli sciolti). Inoltre, paradossalmente, chi l’avrebbe mai detto, alcune delle scene più emozionanti ed esaltanti sono dedicate a Chibiusa. Quella che nelle prime apparizioni era il non plus ultra del bimbofastidio Toei è in Sailor Moon Cosmos una guerriera consapevole del suo ruolo, capace di diventare un graditissimo deus ex machina in un momento di sconforto dell’eroina principale.
Sailor Moon Cosmos sfrutta ogni mezzo a sua disposizione per farci tornare indietro nel tempo, per ricordarci quand’eravamo piccoli, cos’era Sailor Moon al tempo, perché ce ne siamo innamorati. Il character design di Kazuko Tadano, già rodato nel precedente Eternal e qui per la prima volta alle prese con personaggi che nella vecchia serie erano stati disegnati da Katsumi Tamegai, è ancora una volta quanto di meglio potessimo chiedere a un’incarnazione anni 2020 di Sailor Moon, che deve sì essere moderna ma anche strizzare più di un’occhiata allo stile originale anni ‘90. Risulta così elegante e piacevole all’occhio, perfettamente in linea con ciò che si può fare oggi nel rendere un anime originariamente anni ‘90. Si gioca tantissimo con la vecchia serie, da più punti di vista, ripescando con nuovi arrangiamenti tracce storiche come “Moonlight Densetsu” e “Sailor Star Song”, le cui sequenze video pescano a piene mani dalle vecchie opening, rivisitandole con l’aggiunta di nuovi personaggi o con i costumi potenziati delle guerriere. Molte sequenze di trasformazione o attacchi sono ancora quelle storiche, rivisitate con un nuovo stile grafico, o ad esse si ispirano: nel corso dei due film, Sailor Moon si trasforma tre volte e ogni volta la trasformazione è diversa, ripescando qua e là da sequenze che i fan di vecchia data conoscono bene. E ancora, la resa di certi attacchi ricorda molto quella della serie storica; le gag e il modo in cui i personaggi si deformano nei momenti comici vengono proprio dritti dritti dalle pagine disegnate da Naoko Takeuchi; la canzone dei Three Lights è ancora “Nagareboshi e”, sia pure con un nuovo arrangiamento.
Dal lato grafico, questa commistione di retrò e moderno funziona, la resa animata rende molto più chiare certe sequenze del manga e i combattimenti, forti di decenni di Precure, ormai sono fluidi e molto belli da vedere, anche se il Sailor Moon di Naoko Takeuchi ha sempre puntato più sull’interiorità dei propri personaggi che sulla spettacolarità e il dinamismo delle scene d’azione, e Cosmos non fa eccezione. Determinate scene di trasformazione sono completamente nuove, non ricalcate su sequenze della vecchia serie, e sono davvero belle a vedersi, come quella di Chibiusa, che dimostra quanto negli anni Precure abbia fatto scuola, o quella delle Sailor Starlights, che qui non devono cambiare sesso come nell’anime anni ‘90 (sono sempre donne, ma si fanno passare per uomini, nella forma civile) quindi si trasformano ballando il tip tap e volteggiando nel cosmo ma senza mostrare il cambiamento del loro corpo (che non avviene) come nella vecchia versione.
La colonna sonora è, ancora una volta, affidata a Yasuharu Takanashi, che per la sua ultima composizione dedicata a Sailor Moon devia dai suoi abituali cori e gorgheggi (forse per differenziarsi da Tokyo Mew Mew New, a cui ha lavorato nello stesso periodo) e torna anche lui con la memoria agli anni ‘90, fra l’eurobeat che accompagna la trasformazione delle Starlights e le trasformazioni di Moon e compagne, che rinunciano ai soliti cori pomposi per tornare a uno stile più simile a quello della serie classica, con voci che accompagnano la melodia dicendo “Sailor Moon” e “Sailor Guardians”.
Essendo Cosmos il film di Sailor Moon, è dunque anche il film di Kotono Mitsuishi, la sua doppiatrice storica da trent’anni a questa parte. Ritrovarla ancora, per l’ultima volta, è un gran colpo al cuore. E’ una voce che abbiamo sempre amato, nei momenti più buffi ma soprattutto in quelli più drammatici, ed essendo Sailor Moon Cosmos un dramma continuo la doppiatrice può dare del suo meglio, dimostrando anche una graditissima maturità vocale che si accompagna alla crescita della sua eroina. Ma stavolta ha una rivale non da poco a darle filo da torcere anche sul piano del doppiaggio. Mantenendo una sorta di continuità con SailorStars, dove era doppiata dalla regina del doppiaggio delle serie anni ‘70/’80 ovvero Mitsuko Horie, qui Galaxia ha invece la voce della regina del doppiaggio delle serie anni ‘90 ovvero Megumi Hayashibara. Una veterana che, ovviamente, offre un’interpretazione straordinaria per un personaggio che qui appare un po’ più approfondito rispetto alla vecchia serie, risultando gelido, perfido, invincibile ma allo stesso tempo fragile e desideroso di quell’amore che soltanto Sailor Moon può donarle.
Kotono Mitsuishi vs Megumi Hayashibara, Sailor Moon/Misato Katsuragi/Excel vs Rei Ayanami/Lina Inverse/Ranma femmina/Lime di Saber Marionette J. In pratica, gli anni ‘90 che si battono contro gli anni ‘90: se volevate farci avere nostalgia di quella decade, beh, non avreste trovato modo migliore!
C’è una cosa in particolare che è rimasta vividamente impressa nella memoria di chi ha visto la vecchia serie di Sailor Moon da bambino: gli sfondi pastello coi notturni di Tokyo, i cieli stellati, i palazzi, le luci al neon e quella enorme, rossa, torre che veniva inquadrata ovunque e a volte diventava anche teatro di snodi importanti della storia. La Tokyo Tower è stata sempre presente negli anime e manga che abbiamo seguito nella nostra gioventù, da Magic Knight Rayearth a Proteggi la mia terra, da X a Cardcaptor Sakura. Era sempre lì, sullo sfondo fra mille grattacieli, sempre luogo di furiose battaglie, ricca di misteri, pregna di nostalgia per un paese in cui non avevamo mai messo piede ma che inspiegabilmente già conoscevamo. E’ stata una parte fondamentale della nostra percezione del Giappone, l’abbiamo inconsciamente fatta diventare parte di noi, è stata il simbolo di ciò che negli anni ‘90 chiamavamo anime e manga, e perciò anche Sailor Moon Cosmos, che rappresenta un filo diretto con i noi stessi di trent’anni fa e col mondo in cui vivevamo, doveva averla. E infatti c’è. Non importa che Sailor Moon Crystal abbia tentato inutilmente di riaggiornare l’ambientazione ai giorni nostri, non importa che oggi la Tokyo Tower abbia perso la sua funzione di simbolo della città che aveva un tempo in favore della più alta e moderna Tokyo Sky Tree. Per noi che abbiamo vissuto gli anni ‘90, quella torre rossa resterà sempre un’icona fondamentale nella nostra percezione della metropoli giapponese, perciò ci fa sentire piacevolmente a casa il fatto che non passi scena ambientata sulla Terra (il secondo film di Sailor Moon Cosmos è praticamente tutto ambientato in uno spazio di fantasia) senza che la rossa Tokyo Tower sia lì, sullo sfondo, dipinta in un modo quanto più simile possibile agli sfondi acquerellati della nostra infanzia, a vegliare sulla zona di Minato e su Azabu-Juban, il quartiere reale di Tokyo dove sono ambientate le vicende di Usagi e compagne. Era fondamentale averla in questo film, e fortunatamente c’è, dato che nei nostri ricordi essa è una protagonista importante tanto quanto Usagi.
Il doppiaggio italiano presenta lo stesso cast già rodato nei precedenti episodi della saga di Sailor Moon Crystal, e possiamo senza dubbio lodare il buon lavoro fatto da Lucrezia Marricchi come Usagi nelle scene più serie e drammatiche, dove il coinvolgimento emotivo è perfettamente palpabile. Purtroppo, i doppiatori risultano ancora un po’ forzati nelle scene comiche e non sono aiutati da dialoghi un po’ rigidi, con un adattamento estremamente fedele all’originale, ai limiti del purismo: tutti i suffissi giapponesi attaccati ai nomi dei personaggi sono stati mantenuti, tutti i nomi di attacchi e formule di trasformazione sono stati mantenuti in inglese come in originale (forse perché ci si è resi conto che tradurli alla lettera in italiano come fatto in Sailor Moon Eternal risultava ridicolo, o forse perché ci si è inevitabilmente trovati davanti a “Star Gentle Uterus”…), anche se le pronunce non sempre sono corrette.
A perderci è la figura di ChibiChibi, in originale doppiata dalla Mitsuishi per ovvi motivi e qui invece affidata a una doppiatrice molto giovane e dalla voce non particolarmente bella.
Inevitabilmente, e bisogna dire che ciò dispiace molto, si perde parte dell’effetto nostalgia evocato dalla versione originale, non essendo la voce di Sailor Moon quella originale degli anni ‘90. Per questioni di coerenza con le serie precedenti, Elisabetta Spinelli non poteva fare Sailor Moon, ma avrebbe potuto fare Galaxia (in quanto “regina del doppiaggio milanese degli anni ‘90”) o Sailor Cosmos. Negli stessi ruoli, non mi sarebbe dispiaciuto sentire anche Federica De Bortoli, “regina del doppiaggio romano degli anni ‘90” e voce di Sailor Moon nello sfortunato ridoppiaggio Shin Vision: come Usagi era poco adatta, ma adesso è cresciuta e come Galaxia o Sailor Cosmos avrebbe fatto la sua bella figura, dandoci anche un effetto nostalgia simile all’originale. Le superstar comunque non mancano, da Chiara Colizzi (Galaxia) a Barbara De Bortoli (Sailor Cosmos), passando per Ilaria Latini (Kakyuu), quindi in un certo senso una sorta di nostalgia per gli anime degli anni ‘90 ce l’abbiamo anche noi, anche se non nel modo in cui speravamo.
Sailor Moon Cosmos non è un film perfetto, dato che perfetta non è la base da cui parte: è molto frenetico, un po’ troppo ricco di cose nella prima parte e ci vuole un po’ di tempo per assimilarlo, anche per chi conosce già la storia. Tuttavia, migliora man mano che va avanti, arrivando a un finale che qui risulta più chiaro rispetto al manga, pregno di spiritualità e di un certo senso di nostalgia nel suo sublimare definitivamente lo status di un’eroina che ormai conosciamo e amiamo da decenni, che è cresciuta con noi e che finalmente può coronare il sogno d’amore che sappiamo essere scritto nel suo destino. Un "abito candido come un coniglio bianco e uno smoking"; un principe e una principessa che hanno attraverso il tempo, il cosmo e le reincarnazioni per ritrovarsi sempre, nel passato, nel presente e nel futuro; un'eroina che sarà sempre "la stella più splendente di tutte" ma che allo stesso tempo resta una ragazza goffa e ingenua che si fa mettere i piedi in testa dal fratellino, come nel primo episodio così nell'ultimo: Sailor Moon è tutto qui, e così sarà per sempre.
E’ un peccato che non abbiamo potuto godere dell’uscita al cinema. Sailor Moon è un franchise molto popolare in Italia, ma non sono mai usciti al cinema né i tre film degli anni ‘90, né Sailor Moon Eternal. Cosmos gioca tantissimo col meccanismo del film cinematografico, presentandoci un primo lungometraggio che si conclude con un cliffhanger super esaltante, ed è giusto prendersi del tempo per metabolizzarlo, per raccogliere un po’ le proprie emozioni, prima di passare al secondo, da vivere invece tutto d’un fiato nella sua serratissima battaglia finale. Probabilmente, come anticipato dalla stessa Mitsuishi, questa sarà l’ultima produzione animata di Sailor Moon, a meno di non volerci dare un adattamento di Sailor V per qualche futuro anniversario (no, lo spin off su Chibiusa e le sue guardiane potete risparmiarvelo, grazie!), perciò sarebbe stato proprio bello poterlo vedere al cinema anche in Italia, un ultimo regalo d’addio per i fan italiani che da decenni amano quest’eroina e invece si sono dovuti accontentare di vederlo su Internet in un solo giorno.
Non è un film perfetto, Sailor Moon Cosmos, ma riesce a donarci un grandissimo senso di completezza nel suo tirare le fila di cinque serie, dieci, trent'anni di universo narrativo (a differenza della serie anni '90, qui c'è un chiaro collegamento fra tutte le parti della storia, che giungono alla loro conclusione in questi film) e in qualche modo lo diventa a livello emozionale: è l’ultima volta che vedremo un’eroina fondamentale per la nostra infanzia, che ci ha accompagnato lungo tutta la vita, formando in maniera indelebile la nostra immagine del Giappone, regalandoci sogni ed emozioni, facendoci divertire e commuovere. Se noi, bambini degli anni ‘90, ci siamo poi appassionati al Giappone, lo dobbiamo a lei, ai sogni che ci ha regalato. Lei il suo sogno lo ha realizzato, trent’anni dopo.
E noi? Chi scrive, circa trent’anni fa, si è innamorato follemente di quest’eroina, che gli ha aperto la porta verso il paese dei suoi sogni. I due film di Sailor Moon Cosmos li ho visti nell’estate del 2023 in due cinema di Tokyo. Il primo al cinema Toei di Ginza, in compagnia di due fan americani conosciuti totalmente per caso in biglietteria che non sapevano il giapponese e non hanno capito nulla del film, ma sono grandissimi fan di Sailor Moon, tanto da programmare un viaggio a Tokyo solo per vedere il film della loro serie del cuore. Il secondo a Kinshicho, nel mio amato quartiere di Sumida dove ho vissuto e dove torno sempre, protetto dalla Tokyo Sky Tree che rappresenta per me un simbolo importante tanto quanto la Tokyo Tower.
Questa recensione è stata scritta qua e là fra un hotel di Osaka e uno Starbucks di Ikebukuro, passando per un viaggio in shinkansen. Era giusto così, Sailor Moon trent’anni fa mi ha fatto scoprire il Giappone ed era giusto che, trent’anni dopo, in Giappone tornasse, perché i sogni che mi ha regalato quand’ero bambino in un certo senso si sono avverati. Non tutti, ma ci stiamo lavorando, finché l’astro che custodisco nel mio cuore continuerà a brillare ci sarà sempre la speranza di poterlo fare, come mi ha detto quell'eroina dai capelli biondi che ha creduto fino all'ultimo di poter salvare tutti, e così ha fatto.
この広い世界で何度生まれ変わっても、あなたに恋をする。。。
In questo vasto cosmo, per quante volte dovessimo reincarnarci, io ti amerò per sempre...
Momoiro Clover Z, "Moon Pride" (2014)
Pro
- La definitiva sublimazione di un'eroina di cui da trent'anni siamo innamorati
- I disegni di Kazuko Tadano
- Tanti rimandi alla serie storica e agli anni '90
- Kotono Mitsuishi e Megumi Hayashibara
- A livello di emozioni, specie se visto al cinema, è impagabile
Contro
- Un po' troppa carne al fuoco inizialmente inspiegabile nella prima parte
- Personaggi poco sviluppati o usciti di scena troppo presto
- Per tutta la seconda parte praticamente non c'è Sailor Mercury
- Doppiaggio e adattamento italiano non sempre al top
Per quanto riguarda l'adattamento Italiano del doppiaggio, anche stavolta vengono mantenuti gli onorifici?
Sì, è scritto nella recensione.
Comunque vabbè, io dopo aver divorato le serie da giovane, ai tempi dell'università avevo provato a leggere il manga di Sailor Moon ma l'avevo trovato davvero mediocre e banale, provato poi con Crystal ma la prima serie aveva i difetti che ricordavo del manga e una realizzazione terribile.
Provati Eternal e Cosmos perché "dai, sono film, andranno via meglio" e no, terribili, scontati, con scontri orrendi che vanno avanti solo con le combattenti che gridano i propri colpi speciali.
Né Chibiusa in Eternal né Usagi in Cosmos danno l'idea di essere personaggi interessanti nonostante le tribolazioni a cui vanno incontro, soprattutto per quanto riguarda Usagi, che ne ha passate di cotte e di crude e dobbiamo sorbirci un intero film in cui viene a patti con quello che succede dopo 5 minuti e con il fatto che è lei a dover salvare tutti.
Nel frattempo nuovi personaggi (inutili, visto che servono solo a far scorrere via metà del secondo film senza letteralmente fare nulla) e i vecchi che sembrano pippe atomiche.
Non so, magari continue iterazioni di Precure hanno reso il canovaccio alla Sailor Moon un po' vecchio e banale, ma davvero non si poteva fare meglio di così?
Cavolo, ridatemi il monster of the week a questo punto, almeno dava un po' di spazio alla caratterizzazione dei personaggi, che in questi film non esiste.
Grazie Gran peccato, speravo tornassero all'adattamento di Crystal.
Premetto che questa è una delle mie parti preferite del manga e in assoluto la serie che mi piace meno nell'anime anni '90, tra Inner Senshi relegate senza motivo nell'angolino, Three lights antipaticissimi e l'assenza di Mamoru.
A me il film è piaciuto, con alcune riserve.
È vero che da un lato non perde mai di ritmo, ma altrettanto vero è che sacrifica troppo i già sacrificati personaggi e questo ovviamente toglie drammaticità al tutto.
Sono però d'accordo sul fatto che migliora andando avanti (la prima parte la salvo principalmente grazie a una spumeggiante Minako) e che il cuore gli darebbe 10 mila come valutazione, al di là di imperfezioni e difetti.
Rimane il rammarico di non aver potuto vedere questo finale e questa storia nella serie anni '90. Ma in fondo va anche bene così
PS è una mia impressione o il doppiaggio italiano stavolta è stato, tolti alcuni personaggi, parecchio sottotono? E dire che è invece uno degli elementi che trovavo più convincente nelle stagioni precedenti
È l'arco che più amo, la serie animata storica era stata potente in alcune scene importanti ma ad una certa bisogna anche smettere di pensare a quella!
Ho notato pure io Sailor Mars sottotono, chissà essendo Netflix è possibile tutto coi tempi stretti che danno.
Si riconferma il mio amore per Seya, e per la sua dichiarazione d'amore tra le più belle che esistano 💜
Ogni aspetto non mi è piaciuto dal design alle animazioni alla colonna sonora.
La trasformazione dei three lights è qualcosa di osceno. poi non hanno chiuso la loro story line... non ricordo perfettamente se anche nel manga c'era il fina le con Seya che si dichiarava e Usagi che non capiva e lo friendzonava.
Molto meglio l'anime anni 90 con i suoi difetti, che per me si concludono nel fatto che la vittima di puntata era sempre una amica/o parente conoscente delle Sailor. Per il resto ottima caratterizzazione Ost e soprattutto le battaglie finali erano epiche e non roba da due minuti.
Il manga è piuttosto scialbo purtroppo. E quando lo comprai alla fine degli anni 90 speravo invece di trovare più approfondimenti o storie e invece era uno di quei pochi casi dove il manga è insulso al cospetto dell'anime.
In cosmos anche la battaglia finale e il repentino cambio da cattiva a buona di Galaxia è risultato patetico e ridicolo. Trovo difficile trovare dei pregi, sebbene in qualche modo penso sia più interessante la storia di chi è Chibi Chibi nel manga piuttosto che nell'anime, ma si tratta di una inezia trascurabile al confronto di tutto quello che non funzione di questa trasposizione.
Il doppiaggio meriterebbe commenti a parte... tutte voci simili e senza anima. Dopo tutti questi anni, chiudendo gli occhi, farei difficoltà a riconoscere a quale personaggio appartiene quella voce... con la serie anni 90 è impossibile che accada.
Lo so paragonare le due serie ormai non ha senso ma per me diventa impossibile in quanto è una serie che ho amato moltissimo.
Forse invece di un film avrebbero fatto meglio a realizzare una stagione di 12 episodi, in modo da dare più spazio alle vicende e ai personaggi.
Non male, ma allo stesso tempo la Toei poteva fare molto meglio, è un prodotto con evidenti lacune.
L'anno scorso a Lucca hanno detto per quanto riguarda home video : no Sailor Moon, no Ranma, no Initial D, no Doremì.
Per me l'anime del 1992 era bellissimo... L'episodio 40 - Lo spirito del lago mi fa capire perché amo la cultura Giappone tradizionale.
Le serie successive sono un miglioramento costante.
Il paragrafo sulla Tokyo Tower mi ha fatto scendere una lacrimuccia di commozione e una stretta al cuore, quello dove si racconta di un testo scritto tra Osaka e Tokyo e di film visti a Kinshicho, idem çOç
Cmq quella Tokyo tower sullo sfondo canta tanta nostalgia ed è bellissima ♥️
È un diritto sacrosanto dire la propria e mi batterò fino in fondo perché questo sia sempre possibile. Ma, da alcuni passaggi, noto che ci sia stata poca attenzione, sin dalla lettura del materiale originario che è il manga.
Sono un fan di Sailor Moon dal mio primissimo anno di vita, che corrispose appunto alla primissima messa in onda qui in Italia. Ho apprezzato il doppiaggio storico, nonostante le censure, e allo stesso modo ho appreso con gioia che il progetto più recente fosse sbarcato nuovamente da noi, anche se i tempi erano ormai cambiati così come i prodotti trasmessi dalla tv generalista.
Il cast nostrano di Crystal/Eternal/Cosmos ha voci di tutto rispetto: mi sembra palese che il problema relativo alla caratterizzazione dei personaggi si debba trovare altrove. Come può, un professionista, entrare in pieno contatto con un personaggio bidimensionale come la Rei del manga? E, a dire il vero, proprio nel manga tutto ha un fascino completamente diverso. Per la trasposizione animata, nata con Crystal, mi auguravo un approccio diverso, approfondendo i personaggi quel minimo in più, laddove possibile, e magari riprendendo le fila anche di quei pochi capitoli extra in cui ci si avvicinava a Rei, Makoto e Minako, con lo stile romantico e etero tipico di Naoko. Cosmos, dal canto suo, fa del suo meglio per essere all’altezza ma brilla più nel secondo capitolo che nel primo. Avrebbero potuto aggiungere una scena di trasformazione almeno per Uranus e Neptune e dare maggior dinamismo, anche fisico, agli scontri coi veri nemici di Shadow Galactica.
Più che scarsa attenzione al materiale che conosco bene direi poco tempo di dire per esteso il pensiero che altrimenti sarebbe diventato infinito.
Per quanto riguarda il doppiaggio di per sé le voci non sono male e si capisce che le doppiatrici sono di livello. Ma hanno una “pasta” vocale (spero di spiegarmi bene) molto simile fra loro. Al di là delle caratterizzazioni pressoché impossibili in certi casi, trovo le voci poco peculiari e troppo simili tra loro.
Il manga di per sè non l’ho gradito molto, rapido poco approfondito e superficiale nelle dinamiche e nei sentimenti. Però lo trovo decisamente più godibile rispetto a un anime in quanto trovo che il manga sia un media molto più personalizzabile dal lettore rispetto a un anime che viene proposto secondo la visione più netta di qualcuno che lo filtra per l’utente.
Comunque non è che la battaglia finale della serie anni 90 fosse tanto morbida, almeno per me all'epoca. Ben più drammatica del finale della prima... Poi non vidi alla prima visione il finale di nessuna delle due, e forse per Sailor Stars fu un bene
Lasciamoci con una doverosa citazione
"Ti distruggerò, piccola intrigante!"
Proprio per questo spero davvero che Crystal non sia l'ultimo adattamento animato perché per me Sailor Moon ha ancora molto da dare (il live action del 2003 già lo dimostrava). Abbiamo avuto l'anime anni 90 che andava un pò per conto suo, Crystal che è (al 99%) fedele al manga... Ora ci starebbe un adattamento che conbini il meglio delle due opere.
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