I manga di Rumiko Takahashi hanno segnato la mia infanzia ed adolescenza, così come le serie che ne sono state tratte. Insieme a Dragon Ball sono probabilmente i prodotti che mi hanno fatto avvicinare ed appassionare all’animazione giapponese.

I manga della Takahashi sono tra i più memorabili ed iconici di tutti i tempi e Ranma ½ è, a tutti gli effetti, un mito per tantissimi appassionati. La sua trasposizione animata è per molti un cult che non dovrebbe essere toccato e di cui non ne dovrebbe essere fatto un remake.

Ero di questa opinione e ne ero ancora più convinto dopo aver visto la nuova serie di Lamu, che non mi aveva assolutamente convinto. Però ora, dopo aver guardato questo reboot, devo ricredermi, Ranma ½, nuovo adattamento a cura dello studio Mappa, rasenta la perfezione.
 

Prima di entrare nel dettaglio della recensione direi che è opportuno fare una breve introduzione parlando della trama, per quelli che non hanno la mia età e si avvicinano a questo prodotto senza conoscerne il manga e la precedente trasposizione animata.

La storia di Ranma ½ si svolge “da qualche parte a Tokyo negli anni 80” e racconta le gesta strampalate di tutta una serie di personaggi che ruotano intorno ai due protagonisti, Ranma stesso ed Akane. Ranma è un ragazzo di 16 anni esperto di arti marziali che gira per il mondo con il padre. Il loro vagare mira al miglioramento delle proprie tecniche di combattimento e durante il loro peregrinare si recano in Cina, alle sorgenti termali maledette Jusenkyo. Nonostante gli avvertimenti ricevuti, i due iniziano ad allenarsi sfidandosi su dei pali di bambù issati in verticale tra le centinaia di sorgenti, ma, subito dopo essere caduti in una di esse, scoprono le motivazioni per cui sono maledette. In ognuna di queste sorgenti è morto qualcuno o qualcosa, e chi si bagna in una di esse, prende le fattezze della persona o dell'animale che vi è deceduto. Ranma cade nella sorgente in cui è morta una fanciulla e, quando ne esce, ha per l’appunto l’aspetto di una ragazza. Per fortuna il ragazzo non ha perso definitivamente la sua mascolinità, infatti, quando viene bagnato con l’acqua calda, può tornare al suo aspetto normale, però se viene bagnato da acqua fredda, si tramuta di nuovo in una ragazza. Anche il padre Genma cade in una sorgente termale, nella quale però è affogato un panda, e nel suo caso la maledizione lo costringe a passare la vita alternandosi tra uomo e panda.
 

Il primo episodio inizia presentando la famiglia Tendo, formata dal padre Son e dalle sue tre figlie, Kasumi di 19 anni, Nabiki di 17 ed Akane di 16. Anche la Tendo è una famiglia di artisti marziali e la figlia più piccola, Akane, ne è una grande esperta, ma ha un piccolo difetto, odia gli uomini. Sempre all’inizio della storia il padre annuncia che il suo amico di infanzia Genma sta per recarsi a casa loro con il figlio, e che una delle ragazze sarà destinata a diventarne la moglie. Quando i Saotome arrivano dai Tendo però è tutto un po’ ingarbugliato, infatti, al posto di un uomo di mezza età e un ragazzo, si presentano un panda e una ragazza. Dopo tutta una serie di fraintendimenti e scene esilaranti, viene deciso che la promessa sposa di Ranma sarà Akane, un po' perché hanno la stessa età, un po' perché lei è un maschiaccio e perché in fondo, odiando gli uomini ed essendo Ranma un po’ anche donna, è la più adatta a sposarlo. Da qui in poi arrivano tutta una serie di personaggi sempre più strampalati ed esilaranti, che vanno a mettere in discussione il rapporto tra i due ragazzi che, con il progredire delle puntate, diventa sempre più profondo.

Il primo episodio già da solo rende omaggio alla serie originale, ne è infatti una copia quasi perfetta. È anche presente l’iconica scena di Ranma che si sta facendo il bagno e di Akane che entra pensando sia una ragazza. Come potete vedere dal video, questa scena è quasi identica a quella presente nella prima puntata della serie originale.
 

La storia procede in modo lineare, seguendo il manga, cosa che il precedente adattamento non faceva del tutto, infatti se vi ricordate erano state aggiunte alcune storyline per allungare il brodo. L’intento era di intrattenere gli appassionati il più a lungo possibile, ma anche quello di aspettare il manga che era ancora in corso e non era completo. Quindi era necessario “prendere tempo” aspettando che l'opera cartacea progredisse in modo da poterla adattare. Tutto questo rese la serie troppo lunga tanto che sembrava trascinarsi all’infinito senza giungere ad alcuna conclusione, diluendo e rovinando il ritmo perfetto della storia narrata dalla Takahashi. Il remake invece segue pedissequamente (almeno per ora) il manga, mantenendone il ritmo veloce e incalzante senza aggiungere nulla.

Quella di Ranma ½ può tranquillamente essere descritta come una storia romantica umoristica con un mix di scene d'azione. Il grande humor deriva dalle trasformazioni di Ranma in ragazza, o più esattamente da come provi ad evitare di trasformarsi e da tutto il nonsense dovuto alle situazioni surreali che si trova a vivere. Il personaggio che a mio avviso porta con se più situazioni comiche è Ryoga, antagonista di Ranma da lungo tempo, che lo ha inseguito fino in Cina per sfidarlo. Il povero ragazzo però non ha assolutamente il senso dell’orientamento e impiega anni a trovare il suo rivale. Mentre era in Cina però cade anche lui in una delle sorgenti termali maledette, in quella in cui è morto un maialino nero. Basta questo per farvi capire tutte le situazioni al limite del ridicolo che si vengono a creare. Come ragazzo è estremamente serio, anche se non brillantissimo, ma in forma di maialino è adorabile e diventa l’animaletto da compagnia di Akane, che ovviamente è all’oscuro che si tratti di Ryoga. Senza fare ulteriori spoiler vi assicuro che le iterazioni tra i tre sono tutte estremamente divertenti.

La parte romantica è naturalmente rappresentata dai due protagonisti, che da un iniziale momento in cui si ignorano e non vogliono frequentarsi, passano pian piano per fasi diverse, avvicinandosi sempre di più. Battibeccano come due innamorati in più occasioni senza che nulla si concluda mai, vengono infatti sempre interrotti sul più bello da qualcosa o qualcuno. Si ha però sempre la sensazione che il rapporto in qualche modo sia progredito. I due ragazzi vengono messi in situazioni divertenti, al limite dell’assurdo, ma questi momenti esilaranti diventano parte portante della trama e degli sviluppi romantici della coppia. Ti rendi pian piano conto che Ranma non è menefreghista come sembra inizialmente, ed Akane non è poi così rude, anzi ha lati molto dolci e teneri. Comunque alla fine la loro relazione è il fulcro attorno a cui gira tutta la storia.
 

Lo humor è presente anche in tutti i combattimenti, gli avversari sono sempre esperti di arti marziali, anche se alcune di esse sono assurde, come il combattimento marziale con i pattini sul ghiaccio! Il modo in cui vengono incorporate nella vita di tutti i giorni dei ragazzi è però esilarante e geniale.

Proprio i combattimenti sono una delle parti più sorprendenti di questo remake. Le scene d’azione hanno uno stile unico, molto fluido e dinamico, fatto da un mix di animazione e colori di fondo, molto diverso rispetto al precedente adattamento. Gli sfondi sono soft, con linee leggere e colori delicati. Queste tonalità morbide e i colori tenui ma brillanti riescono a far risaltare i protagonisti e le scene d’azione in primo piano. L’effetto è un po’ psichedelico ma veramente affascinante. Il lavoro svolto sugli sfondi dagli artisti che se ne sono occupati è di altissimo livello e tutto questo rende la storia ancora più accattivante.
 

Un altro aspetto che probabilmente sarà stato molto gradito dai fan, è che alcuni dei doppiatori originali hanno ripreso i rispettivi ruoli. Megumi Hayashibara e Kappei Yamaguchi, che interpretano le due versioni di Ranma, hanno svolto un lavoro eccellente fermando quasi il tempo, aggiungendo un piacevole effetto nostalgia.

La serie è stata trasmessa da Netflix in simuldub anche se, contrariamente al Giappone, sono stati scelti doppiatori totalmente nuovi rispetto alla serie storica, con Ludovica Bebi (Minori Kushieda in Toradora!) nel ruolo di Akane Tendo, Stefano Broccoletti (Jinho Yoo in Solo Leveling) nel ruolo di Ranma Saotome (ragazzo) e Chiara Fabiano (la celebre voce di Mercoledì Addams nella nuova serie Netflix) nel ruolo di Ranma Saotome (ragazza); al di là delle polemiche tra chi ha apprezzato questo doppiaggio e chi invece avrebbe voluto sentire le voci della sua infanzia, sempre che fossero state ancora disponibili, è possibile comunque vedere questa nuova versione di Ranma ½ come si preferisce, doppiata o in originale sottotitolata.

Unico neo è che la serie non ha un vero e proprio episodio che concluda la stagione, è praticamente solo il primo cour. Chi si aspetta un finale, anche se solo di una parte della storia, rimarrà deluso, la dodicesima puntata finisce semplicemente come una qualsiasi delle altre.

Nel marasma di remake che vanno di moda negli ultimi anni, Ranma ½ si distingue dagli altri e va addirittura oltre le attese superando l'originale. Racchiude tutto quello che abbiamo amato, dandogli nuova vita, rendendo felici sia i fan del primo adattamento che chi vi si avvicina per la prima volta.

Alla fine questa serie è una corsa sfrenata tra follia, arti marziali, humor, nonsense e personaggi completamente folli; che non può non accattivare tutti all’istante, incantandoci con la sua stupidità.
 
 
Il nuovo Ranma ½ dello studio Mappa rasenta quasi la perfezione.

La storia è più fedele al manga rispetto al primo adattamento e non ne rovina il ritmo incalzante. Non sono state aggiunte storyline non presenti nell'opera della Takahashi.

Le animazioni delle scene d'azione hanno uno stile unico e sono fluide e dinamiche. Sono di particolare pregio gli sfondi che con colori tenui e brillanti esaltano i protagonisti in primo piano e i combattimenti.

La presenza dei due doppiatori storici di Ranma crea un effetto nostalgia molto gradito.

La stupidità intrinseca dell'opera è veramente meravigliosa e non può che incantare gli spettatori.