Uno degli argomenti più divisivi al momento nella community degli anime e manga al momento, ma anche del fumetto in generale, è quello relativo all'uso dell'IA. Per alcuni l'IA minaccia i posti di lavoro degli artisti, è priva dell'elemento umano necessario per generare quella che può essere considerata arte. Coloro che sono favorevoli alla tecnologia controbattono spesso con l'argomento che, riducendo il tempo e i costi necessari per produrre immagini, l'IA consente a creatori più piccoli o sconosciuti di completare progetti che altrimenti non sarebbero in grado di realizzare.

Se avete frequentato di recente anche diverse bancarelle durante le fiere del fumetto avrete scoperto però che l'IA generativa può essere molto utile per creare e vendere manifesti illegali di personaggi già esistenti negli anime, in alcuni casi anche rendendoli più sexy e sensuali di quanto già non lo fossero. 
In Italia sembra non interessare a nessuno questa attività che comunque viola il copyright, mentre in Giappone anche in questo campo sembra si voglia usare il pugno duro.  Lo hanno sperimentato sulla loro pelle due uomini in Giappone che hanno usato l'IA per generare manifesti di personaggi di Evangelion, Yu-Gi-Oh e alcune di alcune serie anni "90 tra cui la protagonista di  Nadia - Il mistero della Pietra Azzurra
 
Il servizio tv in Giappone  su quanto successo



Uno degli uomini accusati è un impiegato di 36 anni di Yokohama, nella prefettura di Kanagawa, mentre l'altro è un residente di 40 anni, lavoratore autonomo di Hikone, nella prefettura di Shiga. Non è chiaro se i due uomini stessero lavorando insieme o se siano semplicemente stati coinvolti nello stesso blitz da parte degli agenti della stazione di polizia di Ofuna, della prefettura di Kanagawa, che erano in "cyber pattuglia" (il termine utilizzato in Giappone per indicare gli investigatori di polizia che controllano Internet alla ricerca di attività illegali) e hanno scoperto i manifesti in vendita tramite un sito di aste online.

Entrambi gli uomini sono ora accusati di violazione del copyright e hanno ammesso le accuse. Secondo gli investigatori, tra maggio 2023 e marzo 2024, l'uomo di Yokohama ha guadagnato circa 10 milioni di yen (61.705,83 euro) vendendo manifesti generati dall'AI, mentre l'uomo di Hikone ha guadagnato 5,7 milioni (35.172,32 euro) di yen tra luglio 2023 e aprile 2024. Cifre insomma ben diverse da quelle guadagnate da chi disegna in proprio (senza IA) fan art e le vende dal vivo durante eventi come il Comiket.
 




Secondo l' Agenzia giapponese per gli affari culturali, produrre contenuti di IA troppo simili a opere esistenti potrebbe costituire violazione del copyright. L'Agenzia ha anche annunciato il 14 gennaio che inizierà a sostenere le spese legali per i singoli creatori e altri che desiderano esercitare i propri diritti contro la violazione del copyright. Queste spese coprono in gran parte le richieste di cancellazione, l'identificazione dei trasgressori e la garanzia di richieste di risarcimento danni.


Altri progetti per contrastare le violazioni del copyright includono i piani dell'Agenzia per costruire un sistema di intelligenza artificiale in grado di rilevare contenuti piratati di anime e manga, apprendendo la struttura dei siti, e permettere ai titolari dei diritti di "richiedere senza problemi la rimozione dei contenuti rilevati". In passato, il governo è stato criticato per le sue regole troppo permissive riguardo l'IA, che hanno portato OpenAI a lodare il paese e ad aprire una nuova filiale in Giappone. L'animatrice Terumi Nishii, membro  attivo della Nippon Anime Film Culture Association (NAFCA), associazione che vede la partecipazione di numerosi addetti ai lavori dell'industria dell'animazione, ha affermato che il partito LDP al governo all'epoca stava "vendendo completamente questo paese". NAFCA ha chiesto chiarimenti sull'uso dell'IA e garanzie che i creatori ricevano una compensazione e il poter rifiutare che le loro immagini vengano utilizzate come dati di addestramento.

Fonte: cbr.com
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