I produttori di anime per Kadokawa, una delle principali realtà giapponesi nel settore, Takuya Yoshioka e Maki Mihara, hanno rilasciato alcune dichiarazione al magazine The Television (di proprietà di Kadokawa) riguardo la loro esperienza lavorativa su Il mio matrimonio felice e al successo mondiale della serie. In questa occasione, è stato chiesto loro cosa pensassero delle prospettive di espansione dell'animazione giapponese a livello nazionale e internazionale, in relazione all'importazione di anime cinesi e coreani. È stata inoltre richiesta la loro opinione sul fatto che le capacità produttive di questi paesi stiano raggiungendo quelle del Giappone.

Yoshioka ha risposto:
"Credo che in qualsiasi opera visiva ci siano elementi che possono essere creati solo sulla base del background culturale del paese o della regione e dei valori coltivati nel corso di un lungo periodo di tempo, e che ci sia un tipo di animazione che può essere creata solo con la sensibilità e la natura nate in Giappone. Ecco perché credo che sia responsabilità dei videomaker proteggere il metodo di espressione esclusivo chiamato 'anime' nato in questo paese e la sua cultura, proteggere e sviluppare l'ambiente e le funzioni di produzione e continuare a produrre anime con continuità in modo che le persone coinvolte in questo mondo possano trarne il massimo vantaggio".
Yoshioka ha continuato: "In questo senso, mi preoccupa il fatto che, anziché produrre all'estero ed importare in Giappone molte opere anime, come avviene con altri settori, se le cose possono essere prodotte all'estero con costi e manodopera bassi, gli investimenti saranno indirizzati lì, portando al declino della capacità produttiva nazionale e dell'industria, e che in Giappone, dove la crescita economica è stagnante, creatori di talento si riverseranno all'estero. Credo fermamente che sia giunto il momento di riconsiderare il modello di produzione e il consumo di grandi quantità di opere solo per vendite temporanee a breve termine e che le aziende con capitali si uniscano e facciano investimenti in modo appropriato, puntando a una produzione di anime realmente sostenibile. Se l'ambiente per la produzione di anime in Giappone diventa più stabile e si fondano solide basi per la crescita, ci sarà un grande potenziale per far emergere nuove forme di espressione grazie all'ingresso di studi stranieri, e credo che ci siano molti elementi positivi per lo sviluppo dell'animazione giapponese", ha concluso Yoshioka.
Mihara ha affermato che gli anime in stile giapponese hanno cambiato la percezione di ciò che è realmente un prodotto di animazione ed è impaziente di vedere culture diverse esprimersi attraverso il metodo di produzione giapponese.
Proprio questo mese, Nikkei ha segnalato una fuga di cervelli di animatori, questa volta non all'estero, bensì verso l'industria dei videogiochi. Industria che Takeshi Kikuchi, responsabile degli anime di KADOKAWA, ha descritto lo scorso ottobre come 30 anni più avanti rispetto all'industria degli anime in termini di globalizzazione. L'industria dell'animazione è soggetta a un costante e elevato turnover, dovuto a salari insostenibili, lunghi orari di lavoro e molestie, che la rendono meno redditizia per i giovani laureati. A causa dei ritmi estenuanti della produzione di anime, gli animatori non possono ricevere le dovute correzioni e i veterani non hanno tempo per trasmettere le proprie competenze, il che rappresenta un'ulteriore fuga di cervelli.

Nel frattempo, Corea e Cina, da sempre la destinazione più economica per l'outsourcing degli anime giapponesi, stanno sviluppando le loro capacità. Lo studio coreano PPURI ha ricevuto ampi consensi per l'opening della prima stagione di Solo Leveling lo scorso anno. Anche la qualità degli anime cinesi sta crescendo rapidamente, e vengono ora importati regolarmente in Giappone e poi all'estero.
Aniplex sta giocando un ruolo importante in questa tendenza, lanciando di recente titoli come ad esempio Dragon Raja e Link Click, trasmessi da Crunchyroll in streaming a livello globale.
Nonostante le parole di Yoshioka, molti hanno opinioni diverse su cosa significhi una produzione anime "sostenibile". Associazioni come la NAFCA hanno chiesto un aumento dei ricavi reinvestiti sul campo, ovvero il personale in loco impegnato nella realizzazione degli anime. Poiché la maggior parte degli studi di animazione accetta posti di lavoro solo per sopravvivere, la maggior parte non può sfuggire alla minaccia di un'imminente insolvenza, rendendo presumibilmente necessaria questa misura.
Altri, come Studio Pierrot e Studio Colorido, sono per una mossa più rischiosa e difficile: costruirsi una reputazione per una solida produzione di anime e ottenere molteplici flussi di reddito, per poi usare questa credibilità per ottenere prestiti bancari. Almeno nel caso di Pierrot, i diritti d'autore detenuti dallo studio venivano utilizzati come garanzia in caso di inadempienza nei confronti di questi prestiti.
Nel 2018, lo Studio Colorido ha tenuto un seminario sul finanziamento tramite debito (bancario), sottolineando in modo interessante come proporsi alle banche e come queste non amino le aziende che crescono troppo rapidamente: perché significa che non possono guadagnare dagli interessi sui prestiti.
"Le banche realizzano profitti continuando a percepire interessi per tutto il periodo in cui prestano denaro. Pertanto, un buon cliente per una banca non è un'azienda che cresce rapidamente, ma un'azienda che continua a rimborsare i debiti in modo stabile a lungo termine", ha affermato il commercialista e consulente di studio Hiroshi Kase.
Fonte consultata:
AnimeCorner

Yoshioka ha risposto:
"Credo che in qualsiasi opera visiva ci siano elementi che possono essere creati solo sulla base del background culturale del paese o della regione e dei valori coltivati nel corso di un lungo periodo di tempo, e che ci sia un tipo di animazione che può essere creata solo con la sensibilità e la natura nate in Giappone. Ecco perché credo che sia responsabilità dei videomaker proteggere il metodo di espressione esclusivo chiamato 'anime' nato in questo paese e la sua cultura, proteggere e sviluppare l'ambiente e le funzioni di produzione e continuare a produrre anime con continuità in modo che le persone coinvolte in questo mondo possano trarne il massimo vantaggio".
Yoshioka ha continuato: "In questo senso, mi preoccupa il fatto che, anziché produrre all'estero ed importare in Giappone molte opere anime, come avviene con altri settori, se le cose possono essere prodotte all'estero con costi e manodopera bassi, gli investimenti saranno indirizzati lì, portando al declino della capacità produttiva nazionale e dell'industria, e che in Giappone, dove la crescita economica è stagnante, creatori di talento si riverseranno all'estero. Credo fermamente che sia giunto il momento di riconsiderare il modello di produzione e il consumo di grandi quantità di opere solo per vendite temporanee a breve termine e che le aziende con capitali si uniscano e facciano investimenti in modo appropriato, puntando a una produzione di anime realmente sostenibile. Se l'ambiente per la produzione di anime in Giappone diventa più stabile e si fondano solide basi per la crescita, ci sarà un grande potenziale per far emergere nuove forme di espressione grazie all'ingresso di studi stranieri, e credo che ci siano molti elementi positivi per lo sviluppo dell'animazione giapponese", ha concluso Yoshioka.
Mihara ha affermato che gli anime in stile giapponese hanno cambiato la percezione di ciò che è realmente un prodotto di animazione ed è impaziente di vedere culture diverse esprimersi attraverso il metodo di produzione giapponese.
Proprio questo mese, Nikkei ha segnalato una fuga di cervelli di animatori, questa volta non all'estero, bensì verso l'industria dei videogiochi. Industria che Takeshi Kikuchi, responsabile degli anime di KADOKAWA, ha descritto lo scorso ottobre come 30 anni più avanti rispetto all'industria degli anime in termini di globalizzazione. L'industria dell'animazione è soggetta a un costante e elevato turnover, dovuto a salari insostenibili, lunghi orari di lavoro e molestie, che la rendono meno redditizia per i giovani laureati. A causa dei ritmi estenuanti della produzione di anime, gli animatori non possono ricevere le dovute correzioni e i veterani non hanno tempo per trasmettere le proprie competenze, il che rappresenta un'ulteriore fuga di cervelli.

Nel frattempo, Corea e Cina, da sempre la destinazione più economica per l'outsourcing degli anime giapponesi, stanno sviluppando le loro capacità. Lo studio coreano PPURI ha ricevuto ampi consensi per l'opening della prima stagione di Solo Leveling lo scorso anno. Anche la qualità degli anime cinesi sta crescendo rapidamente, e vengono ora importati regolarmente in Giappone e poi all'estero.
Aniplex sta giocando un ruolo importante in questa tendenza, lanciando di recente titoli come ad esempio Dragon Raja e Link Click, trasmessi da Crunchyroll in streaming a livello globale.
Nonostante le parole di Yoshioka, molti hanno opinioni diverse su cosa significhi una produzione anime "sostenibile". Associazioni come la NAFCA hanno chiesto un aumento dei ricavi reinvestiti sul campo, ovvero il personale in loco impegnato nella realizzazione degli anime. Poiché la maggior parte degli studi di animazione accetta posti di lavoro solo per sopravvivere, la maggior parte non può sfuggire alla minaccia di un'imminente insolvenza, rendendo presumibilmente necessaria questa misura.
Altri, come Studio Pierrot e Studio Colorido, sono per una mossa più rischiosa e difficile: costruirsi una reputazione per una solida produzione di anime e ottenere molteplici flussi di reddito, per poi usare questa credibilità per ottenere prestiti bancari. Almeno nel caso di Pierrot, i diritti d'autore detenuti dallo studio venivano utilizzati come garanzia in caso di inadempienza nei confronti di questi prestiti.
Nel 2018, lo Studio Colorido ha tenuto un seminario sul finanziamento tramite debito (bancario), sottolineando in modo interessante come proporsi alle banche e come queste non amino le aziende che crescono troppo rapidamente: perché significa che non possono guadagnare dagli interessi sui prestiti.
"Le banche realizzano profitti continuando a percepire interessi per tutto il periodo in cui prestano denaro. Pertanto, un buon cliente per una banca non è un'azienda che cresce rapidamente, ma un'azienda che continua a rimborsare i debiti in modo stabile a lungo termine", ha affermato il commercialista e consulente di studio Hiroshi Kase.
Fonte consultata:
AnimeCorner
I collegamenti ad Amazon fanno parte di un programma di affiliazione: se effettui un acquisto o un ordine attraverso questi collegamenti, il nostro sito potrebbe ricevere una commissione.
Voglio dire, potevano pensarci prima di cominciare ad appaltare la produzione di anime a Corea, Cina, Filippine etc... perché gli animatori costavano poco (anche meno dei giapponesi che a sua volta erano considerati economici e venivano appaltati dagli occidentali). Credevano davvero che sarebbero stati capaci solamente di seguire istruzioni in eterno e di non fare proprio quello stile?
Che poi non sono solo Cina e Corea, ormai tutti imitano lo stile degli anime. C'è la Powerhouse Animation negli USA, l'Evil Pirate Studio in Russia etc.
Se invece si parla di mettere fuori legge una volta per tutte l'appalto/outsourcing, allora mi trova d'accordo. E non vale solo per l'animazione.
Molto semplice, i Giapponesi devono puntare a meno quantità ma più qualità.
Devono fare meno anime, ma di qualità superiore, invece di fare 100 anime la metà dei quali buoni e l'altra metà di bassa qualità. Ne dovrebbero fare che só 60 per esempio, ma tutti di buona qualità.
Peccato che loro siano proprio in una delle realtà che più di tutte ha contribuito a questo problema...
Non sono d'accordo, e' vero che partono dallo stile giapponese, ma proprio perche' sono diversi danno la loro impronta grafica e culturale, diventando qualcosa di diverso, cosi come succedette quando un tale Osamu Tezuka cerco' di imitare Dsiney
Occhio che a forza di dormire qualcun altro si sveglia...
E non credo serva citare Arcane o Blue Eye Samurai.
Il Giappone, hanno ragione qui sopra, dovrebbe dare una bella tagliata alla produzione di melma e concentrare di più i propri sforzi su progetti più curati
Cof cof Arkane cof cof.
La famosa frase di Picasso torna sempre utile: i cattivi artisti copiano, i buoni artisti rubano.
Senza contare che sfortunatamente continuiamo ad essere occidentali centrici, continuano a pensare di essere al centro del mondo, continuiamo a far finta che chi sfiderà il Giappone saremmo noi quando ormai è fin troppo chiaro che Corea e Cina nei prossimi anni tireranno fuori sempre più serie di spessore, non può come semplice forza lavoro in sub appalto.
Il problema e' come reagiranno gli studi giapponesi, ci sara' un rinovamento, con sperimentazioni oppure si ricnhuderanno sempre di piu creando serie nemmeno adatto alla maggioranza dei pubblico giapponese. ma solo verso uno zoccolo duro?
Osamu Tezuka si è ispirato alla Disney ma solo sul lato grafico sui contenuti era completamente diverso... Ora che leggo Astro Boy con i suoi temi sociali mi rendo conto di quanto il sensei Tezuka era avanti...
Non secondariamente non è facile da capire e forse mai lo capirò al 100% ma esiste il Giappone poi esistono gli altri paesi asiatici... Come mi dice sempre il mio sensei la Cina assomiglia più all'Italia che al Giappone, per i coreani i giapponesi sono extraterrestri.
Quindi io non mi preoccupo che potranno mai interessarmi se poi la Cina e Corea diventeranno i leader mondiali dell'animazione mondiale... Pazienza...
Per quanto mi riguarda l'animazione del Sol Levante per me sarà sempre la più importante.
Esatto, io mi riferivo al fatto che ci sono autori che pur ispirandosi ad uno stile lo fanno proprio, e non ci fu solo Tezuka, se si guarda l'animazione giapponese ante guerra, c'era una forte influenza da quella americana, arrivando al plagio piu completo
visto adesso su Crunchroll, gia il primo episodio e' uno spettacolo per gli occhi, se gli studi giapponesi non si svegliano, li sotterano
Non vedo cosa c'entra Trump visto che mi sono limitato ad esprimere la mia opinione unicamente nell'articolo inerente la Switch 2.
Se viviamo realmente in una democrazia occidentale ognuno deve essere libero di sostenere chi ritiene più adeguato.
Secondo me l'animazione giapponese non verrà scalzata da quella cinese e sudcoreana.
Per ragioni sociali ogni Paese realizza animazione in base alla propria cultura e come hanno spiegato i più grandi esperti di cultura giapponese il Giappone si distingue nettamente dagli altri paesi asiatici.
Di più non so perché per capire queste cose in profondità occorre vivere in Giappone per decenni e decenni e conoscere tutta l'Asia.
Attenzione a non confondere due cose importanti: qualità delle animazioni non significa qualità della serie, su questo il Giappone non ha mai temuto confronti. La fantasia e l'abilità dei giapponesi nel creare storie, oggi come 50 anni fa, è qualcosa di incredibile. Basta pensare a quanti manga escono mensilmente, una mole assurda di novità a cui si dovrebbe/potrebbe attingere.
Dovrebbero puntare sulla qualità dei prodotti nel loro insieme e vincerebbero facilmente, pensare soltanto alle animazioni a discapito della storia significa aver già perso.
Io non so che giapponesi hai sentito tu ma io ti dico che dice proprio una animatrice giapponese, ovvero Terumi Nishi, che con la nafca sta cercando proprio di proteggere quel patrimonio di cui vai celebrando le lodi.
L' outsourcing sta facendo venire meno il passaggio di conoscenza che era la forza del settore, i salari da fame e gli orari di lavoro inumani invece stanno riducendo le giovani leve capaci di dare un cambio effettivo. Il passaggio di Know How ormai è un dato di fatto, la fuga di parecchi animatori anche ...
Se non si cambia e ci si sta allo specchio a farsi dire dallo specchio quanto si è belli non si fa una bella fine e gli scricchiolii sono già piuttosto evidenti.
Ti quoto manuale perché non so spezzare i commenti con il quote.
Con i giapponesi faccio fatica ad interagire ☹️ ci provo ma non sono al livello di fare una soddisfacente conversazione online qualche volta va bene ma spesso regna l'incomprensione.
Ho avuto la fortuna di stringere un'amicizia con un signore italiano che vive in Giappone da 45 anni uno dei più grandi conoscitori del Paese del Sol Levante che mi ha spiegato la differenza tra il Giappone e resto dell'Asia.
Io stavo dicendo un'altra cosa ovvero che l'animazione giapponese non può essere sostituita da quella cinese e sudcoreana nel senso che se la Cina e la Corea del Sud diventano leader del settore faranno prodotti per i gusti dei cinesi e sudcoreani.
Per quanto riguarda i problemi dell'animazione giapponese purtroppo noi occidentali non possiamo fare niente.
Neanche io sono tanto fiducioso per il futuro.
Non capisco , cosa intendi quando dici che i cinesi e sud coreani faranno prodotti orientati ai loro gusti?
Gli anime sono concepiti in primis per essere ususfruiti dai giapponesi, anzi, molti non sono nemmeno esportabili per come sono legati alla cultura giapponese.
Mi sono un po' ingarbugliato per colpa mia non so spiegare le cose.
Nel senso che cinesi e sudcoreani semplicemente fanno animazione seguendo la propria cultura con tutte le ispirazioni che vogliamo prese dal Giappone ma non sarà mai come un anime ideato da giapponesi.
Se poi l'animazione giapponese verrà surclassata per quantità e qualità da quella cinese e sudcoreana questo non c'entra.
Lo dice perfettamente Yoshioka
"Credo che in qualsiasi opera visiva ci siano elementi che possono essere creati solo sulla base del background culturale del paese o della regione e dei valori coltivati nel corso di un lungo periodo di tempo, e che ci sia un tipo di animazione che può essere creata solo con la sensibilità e la natura nate in Giappone."
Quindi solo sul piano economico l'animazione cinese e sudcoreana può superare quella giapponese.
Io più che unica ritengo che l'animazione giapponese sia una singolarità nella storia dell'umanità.
E' piu che normale, e non ci vedo niente di male, utilizzare uno stile di partenza, come dissi in un precedente messaggio, lo fee Tezuka riprendendo l'animazione e lo stile disneyano, per creare qualcosa di personale , e filtrato dalla sua cultura, creando lettteralmente il manga ed anime moderni.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.