Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?

AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!


Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
 
 
Trama: Kazuhiko Nukumizu assiste ad una scena insolita: Anna Yanami, la ragazza più popolare della scuola, viene scaricata da un ragazzo! Dopo di lei, Kazuhiko avrà l'opportunità di incontrare anche Lemon Yakishio, del club di atletica, e Chika Komari, del club di letteratura. Cosa accomuna queste ragazze? Aver vissuto una delusione d'amore!
 
La forza del passaparola è forte su AnimeClick! Una delle ultime serie ad averne beneficiato è Too Many Losing Heroines! per i fan Makeine. Una serie romantica che ci ha accompagnata in simulcast su Crunchyroll nell'estate del 2024 e che, vuoi per il buon comparto tecnico, vuoi per le protagoniste molto waifu compatibili, ha conquistato il pubblico di appassionati anime. In particolare i maschietti, come era naturale succedesse. Come tutte le serie con un fandom molto appassionato però il pubblico si è diviso.

Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!

La domanda è una sola: voi da che parte state?

ATTENZIONE LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER

A FAVORE

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Come sempre, prima di scrivere una recensione, aspetto qualche settimana per capire se le emozioni lasciate da un anime, sia in positivo che in negativo, riescano ad attecchire nel mio cuore e nella mia mente, o se al contrario finiscano nel dimenticatoio dei classici "Ah sì, quello l'avevo visto, mi pare...".
Beh, vi rivelo che ascolto le canzoni dell'OST quasi tutte le settimane e leggo i comunicati in attesa del prosieguo, quindi avrete già capito... Posso anzi dire con certezza che "Makeine: Too Many Losing Heroines!" è un capolavoro sotto tutti i punti di vista e sarà sicuramente candidato come anime dell'anno!

Cosa fa di quest'opera una creazione così ben riuscita?
Innanzitutto, per apprezzarla in pieno, credo che il genere affibbiatole di rom-com non sia corretto, in quanto è molto più uno slice of life con elementi romantici a far da trama e uno stile narrativo da commedia. Questo lo preciso perché, rispetto ad altri titoli come Alya "The Russian", "Horimiya", "Toradora!" o "My Dress-up Darling", qui i protagonisti sono uniti dal filo rosso dell'amicizia, perciò niente harem e relazioni "ambigue" (almeno non nel senso stretto del termine), men che meno protagonisti super 'fighi' (o esattamente l'opposto) che fanno allupare in trenta secondi le ragazze di turno.

La sceneggiatura nel suo complesso è abbastanza semplice, ma anche incredibilmente curata nei dettagli e ancor di più nei dialoghi, probabilmente una delle parti migliori dell'anime. Si passa agilmente da scene simpatiche a romantiche, passando da temi di ogni tipo e approfondendo le difficoltà interiori di ogni personaggio.
Forse l'unica cosa stonata, o che almeno a me non piace molto, è che ogni protagonista ha un arco di tre/quattro episodi in cui le sue vicende amorose e non solo spiccano particolarmente sulle altre, mettendola un po' più in luce delle altre. Niente di grave, però un po' più di mix l'avrei preferito, non so voi...

A parte questo difetto, anche la regia è semplicemente fantastica, con scene epiche da meme rese perfettamente con pause e capovolgimenti di scena da applausi. Certo, molte volte i protagonisti Nukumizu e Anna, già di per loro dotati di una personalità spiccata, reggono tranquillamente la scena, ma ogni cosa è sempre al suo posto per far risaltare tutto il resto.

Il reparto tecnico è molto buono, ma ultimamente i titoli legati a questo genere hanno avuto un'inversione di tendenza, passando dal "non è necessario farli così bene" a un "anche l'occhio vuole la sua parte".
Anche in questo caso "Makeine: Too Many Losing Heroines!" si difende egregiamente, merito soprattutto di un'attenzione particolare ai fondali e alle animazioni degli stessi con elementi sempre in movimento. Nelle scene più importanti, poi, i giochi di luce si sprecano, creando emozioni su emozioni.

Sui personaggi in generale non riesco a dare il voto massimo solo per una serie di attori molto secondari messi lì per non so quale motivo. Capisco che servano supporter per rendere più varie le situazioni, ma quelle del consiglio studentesco, così come le due insegnanti fuori di testa, perché compaiono così spesso?! Va beh, qualche risata te la fan fare, però sembrano sempre fuori posto. In realtà, forse dovrei star zitto, visto che pure loro hanno il loro seguito di fan, quindi mi sa che han fatto bene...
A parte questo, standing ovation per i "principali", cioè Nukumizu, Anna e Chika! Ah, già, c'è anche Lemon... Va beh, sarà che appare così già matura in confronto, che sembra fuori posto!
Dicevo... Nukumizu è il classico liceale che se ne sta sulle sue il giusto necessario, nella media in tutto, che improvvisamente si ritrova in mezzo a questi triangoli amorosi scolastici. Mi spiace che alcuni gli abbiano appiccicato l'etichetta dello zerbino o del cagnolino da compagnia (soprattutto con Anna), ma in realtà è forse il personaggio che più di tutti interpreta un ruolo realistico come quello dell'amico che cresce e matura stando insieme agli altri, soprattutto con l'altro sesso. Decisamente il miglior "boy" dell'estate, pure molto simpatico nelle sue osservazioni fin troppo sincere delle donzelle che gli stanno intorno.
Anna Yanami, la mitica "lontra marina 4k", è la classica tipa con un caratterino tutto suo che ogni cosa che passa dal suo cervello la fa o la dice. Praticamente un bulldog incontrollabile, però molto carino! Sicuramente è il personaggio più amato della serie, vi farà sbellicare dalle risate.
Infine, la "mia" Chika, una ragazza con le classiche difficoltà sociali e pure qualche lieve problema autistico che le rendono difficile parlare agilmente con gli altri, ma che al tempo stesso la rendono estremamente tenera e sveglia nel capire le situazioni osservandole.

A parte questi, grande lavoro è stato fatto per i personaggi "secondari", che mai come qua non lo sono affatto, se non per il minor tempo davanti alla telecamera. In genere, infatti, gli autori tendono a mettere sotto i riflettori alcuni attori invece di altri per semplicità e per farli amare al pubblico, mentre qua è esattamente l'opposto.
Parte del successo della sceneggiatura, come già detto, è da dare a una caratterizzazione attenta di tutti quanti compaiano sulla scena, nessuno escluso. In questo apprezzerete sicuramente le vicende e gli spezzoni in cui compariranno la sorellina Kaju (amatissima), Karen "8k", Chihaya (una delle mie preferite), Shintaro, Mitsuki... e tanti altri!

Infine, parlando del sonoro, altri applausi vanno alle splendide tre ending dedicate ad ogni arco della stagione. I testi rappresentano appieno l'eroina di turno che la canta, trasmettendo ogni volta un'emozione extra alla fine di ogni episodio.
Nota in particolare per la scena finale della sigla nell'episodio 11, che viene modificata per rappresentare il percorso interiore di Chika, sappiatelo!
Oltre a tutto questo, anche se non è un'anime che fa del puro romanticismo il suo pezzo forte, grande cura è stata data all'OST, così come pure agli effetti ambientali, dando maggior risalto alle varie scene che si susseguono.
Ultima nota, poi smetto, giuro, è la doppiatrice di Chika, semplicemente fenomenale a rappresentare una ragazza con i suoi vari problemi di dialettica e non solo.

Ok, credo di aver scritto abbastanza, direi che, se non vi siete addormentati (complimenti!) possiamo passare ai voti: regia 9,5; sceneggiatura 9; design 8,5; personaggi 9,5; sonoro 9,5. In definitiva un bel 9,2.

Come sempre, a chi lo consiglio? In questo caso a tutti, nessuno escluso, forse per la prima volta.
Certo, se non ti piacciono gli slice of life o se, come già detto, per te una "rom-com" deve essere fatta solo da 'fighi'/'gnocche' che piene di ormoni saltano addosso all'altr* di turno, allora magari gli autentici dialoghi e i sinceri rapporti fra i personaggi che s'instaurano episodio dopo episodio potrebbero non fare al caso tuo.


CONTRO 

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Fa uno strano effetto quando ti trovi in mezzo a una folla che all’unisono incensa un’opera che invece ai tuoi occhi, al di là delle belle animazioni, appare normalissima o persino mediocre. E ancor più strano quando, a un certo punto, trovi inaspettatamente un aspetto interessante, ma si tratta di qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che sta facendo esaltare la folla.

Questa recensione contiene spoiler come se non ci fosse un domani

Per spiegarmi, partirò dal titolo. Anzi, meglio ancora, dal sottotitolo.

“Troppe eroine sconfitte!”
(orig. “Too Many Losing Heroines!”)


In effetti è pertinente, ne convengo. Le protagoniste indiscusse di questa storia sono infatti tre ragazze accomunate dal fatto di venire via via rifiutate dal loro rispettivo ragazzo dei sogni. Questa circostanza, ben lungi dall’essere un mero antefatto, rappresenta il filo conduttore romance di tutta la serie fino alla fine, origine di pianti, confessioni accorate, corse a perdifiato, melodrammatici discorsi su come in fondo la vita continui e possa avere, forse, ancora un senso di essere vissuta, nonostante questa immane tragedia le abbia afflitte.
Povere eroine! Meritereste un personaggio principale bello come il sole che vi asciughi le lacrime e vi consoli guardandovi negli occhi, facendovi arrossire le gote, con uno scontato suono Tu-Tum! in sottofondo. In effetti, qualcuno accanto a voi ci sarebbe pure, ma è ben lungi dall’essere il principe azzurro che meritate. Dovete infatti accontentarvi di Nukumizu.

“Chicazzè Nukumizu?”
Niente... sì, niente. È solo quel miserevole ragazzo beta ‘sfigato’, sempre disponibile e gentile, che vi offre la spalla su cui piangere, si sforza di trovare le giuste parole di conforto, ascolta i vostri sfoghi su quanto vi fa soffrire il ‘fighetto’ che vi piace, vi offre cibo e favori, vi scarrozza ovunque, vi accompagna al parco all’incontro col ‘fighetto’ e poi vi aspetta all’uscita per un’ora, zitto zitto, per riaccompagnarvi a casa, visto che ormai si è fatto buio. Insomma, quell’essere insignificante lì, che per voi non è neppure un essere umano.
Ora, io non vorrei essere troppo pignolo, però, se dobbiamo dirla tutta, l’intera storia viene vista prevalentemente dal suo punto di vista, e la voce interiore che ascoltiamo è la sua, dunque forse un minimo di accenno, un minimo, questo poveraccio se lo meriterebbe.
Allora direi di aggiungere, come secondo sottotitolo, il titolo dell’ultimo episodio:

“Non è che in realtà sono solo un personaggio piatto e di sfondo che compare nell'ultima puntata al fianco dell'eroina sconfitta?”
(orig. “Am I Actually Just Some Unseasoned Rando Who Drops in for the Last Episode with the Losing Heroine?”)


Ecco, sì, questo rende maggiore giustizia a Nukumizu. D’altra parte è la descrizione dell’immagine di copertina della serie: tre ragazze carine in primo piano che si fanno un selfie, eroine che vivono pienamente la propria adolescenza tra gioie e dolori, sogni d’amore e delusioni. E sullo sfondo, che le guarda da lontano, lui: fac-simile di uomo, emblema dello ‘sfigato’ schiavetto, professione “friendzone”, inidoneo alla felicità.
Ok, così è più completo, ma onestamente non ho mai sopportato i titoli lunghissimi, fanno tanto Lina Wertmüller, per cui sintetizzerò il tutto in:

“Diario di uno zerbino”

E’ di questo che parliamo. Ed è questa l’unica cosa interessante che, a un certo punto, sono riuscito a trovare in questo cartone animato, fin lì mediocre come storia e personaggi.
Il protagonista è uno zerbino.
Sì, quel tappetino brutto, sporco, sgualcito che teniamo fuori dalla porta, incuranti del fatto che sia soggetto al vento, al gelo e alle intemperie. Quello su cui, qualche volta, il cane del vicino ci fa pure i bisogni sopra. Quello che ci fa schifo toccare con le dita, ma che imperterrito sta sempre lì ad aspettarci, sulla soglia di casa, accogliendoci con un “Welcome” quando torniamo, e che sfruttiamo per pulirci alla buona la suola delle scarpe, prima di entrare in casa e dimenticarcene.

Ognuno di noi nella vita di tutti i giorni conosce qualche zerbino: a scuola, a lavoro, ce n’è sempre qualcuno. Il mondo vero ne è pieno, ma il mondo degli anime no. Solitamente infatti gli anime, le romcom in particolare, fanno dell’irrealtà la norma. La storia classica di una romcom è quella in cui il protagonista è un ragazzo bruttarello ed emarginato che fa innamorare di sé la ragazza più ‘figa’ e popolare della scuola (o addirittura, nel caso degli harem, più di una). Sappiamo tutti che si tratta di fantascienza pura, nella realtà una cosa del genere non succede mai, ma continuiamo imperterriti a guardare le romcom perché in fondo ci piacciono le favole, è bello immedesimarsi e illudersi che, almeno nella fantasia, storie irreali come quella possano accadere.
Con “Makeine: Too Many Losing Heroines!” ritroviamo tutte le solite coordinate di una romcom. La storia presenta infatti la solita preparazione di un tipico harem, con un improbabile protagonista introverso che improvvisamente, dopo una vita intera passata in solitaria senza uno straccio di amico (figuriamoci di una ragazza), si ritrova a frequentare tante belle ragazze contemporaneamente. Ovviamente il tutto scandito dai tipici topoi del genere, cliché a manetta, scene ecchi cringe e inverosimili, belle ragazze che gli cadono addosso con le tette sulla faccia, equivoci forzatissimi, adulti idioti più infantili dei ragazzini. È dunque alquanto banale, roba vista mille volte, ma bene infiocchettata da ottime animazioni.

La cosa strana, e in qualche modo originale, è che però l’harem a conti fatti non si concretizza mai. È vero che Nukumizu è lì, in mezzo alle ‘gnocche’, ma nessuna di esse si interessa a lui in senso romantico. Noi ci aspettiamo che succeda, lo diamo per scontato, essendo una romcom, eppure passano le puntate e i flirt non arrivano mai. Lui continua ad essere solo l’amico che le sostiene, il facchino che porta i loro fardelli, l’asessuato cui confidano i loro patemi d’amore, il pungiball con cui si sfogano, il beta provider che paga loro il pranzo, ma che se per caso si facesse strane idee facendosi avanti, riceverebbe il classico “Scusa, ma per me sei solo un amico”, perché quelle saranno pure eroine ma solamente per i loro manzi, mentre Nukumizu... suvvia, siamo seri.

Ecco, quando verso la metà della serie ho cominciato a sospettare che si andasse in quella direzione, ho soppresso le mie tentazioni di drop e mi è venuta la curiosità di scoprire come andava a finire, perché in effetti un cartone animato in cui il protagonista rimane zerbino fino alla fine, senza redenzione finale, non l’ho mai visto. È stato questo, e solo questo, a donargli un interesse.
Tuttavia, in una situazione del genere te la giochi tutta nel finale, bisogna vedere se hai il coraggio di tenere il punto fino alla fine, e purtroppo qui mi pare che di coraggio non ce ne sia stato abbastanza. Innanzitutto perché il finale, seppur ambiguo, fa sospettare che in realtà alla fine della fiera Nukumizu una possibilità con la protagonista ce la possa avere, il che fa decadere tutto. Inoltre, tutto il percorso manca di drama rispetto a Nukumizu: lui sembra troppo atarassico, come se fosse davvero disinteressato all’amore. Nel mondo reale, invece, gli zerbini delle illusioni se le fanno eccome, pur essendo palesemente senza speranza, essi si convincono che la bella profumiera prima o poi dovrà pur notare la loro famigerata “bellezza interiore”, cosa che ovviamente non accadrà mai, portandoli inevitabilmente a soffrire. Insomma, se il tema fosse stato davvero l’amara vita dello zerbino, si poteva fare molto di più, renderlo più realistico e drammatico rispetto a Nukumizu, farlo soffrire, anziché mostrarcelo come una specie di monaco zen.

Al di là di tutta la faccenda ‘zerbinaggio’, non c’è tanto altro degno di nota in “Makeine: Too Many Losing Heroines!”. L’ho trovato in generale abbastanza noioso e a tratti anche pretenzioso. Le scene, come detto, sono piene di cliché; quando cercano di essere divertenti, non si ride mai, mentre quando virano sul drama, sono così melodrammatiche, da risultare patetiche.
Inoltre, mi ha infastidito il modo pretestuoso con cui (specie nelle prime puntate) cercava di darsi un tono autoironico: capita infatti che a volte Nukumizu, con il suo dialogo interiore, sottolinei a noi spettatori che una certa scena o un certo personaggio sono un cliché del genere romcom. La sensazione che mi ha dato però è di una ‘paraculata’, un tentativo a buon mercato di sembrare più intelligente di quanto non sia, di fare effetto sugli spettatori, inducendoli a pensare che, pur mostrando dei cliché, lo si fa per fare ironia su di essi. Ma la vera ironia deve essere tagliente, colpire nel segno del suo obiettivo, mostrarne il ridicolo. Questa invece spara a salve, limitandosi a frasette del tipo “Visto che non c’è un personaggio principale che ti insegua, dovrai accontentarti di uno secondario!” buttate lì, e via di cliché. Insomma, con la scusa di fare ironia sui cliché, seguono i cliché per filo e per segno.

Per quanto riguarda i personaggi, non sono riuscito a instaurare una connessione emotiva con nessuno di essi, mi sono stati tutti sulle scatole.
Nukumizu in quanto insopportabile zerbino, come già detto.
Anna, la main girl, è una fastidiosissima profumiera: la tipica ragazza svampita, ‘stronzetta’ e scroccona che risulta però a tutti adorabile per il solo fatto che madre natura l’ha fatta nascere bella. La classica tipa che si circonda di galoppini a cui non gliela darà mai, gliela fa solo annusare, sicché quei fessi inebriati dal profumo le faranno ogni genere di favore.
Chika è una ragazza con ansia sociale. Come personaggio sarebbe anche discreto, però il suo arco è stato esasperante a causa della sua autocommiserazione allucinante e quel suo modo di parlare a mugugni e balbettii continui che dava sui nervi.
Lemon è in fondo la meno fastidiosa. Inizialmente mi irritava per la sua totale idiozia, nonché per la scena cringe del ripostiglio, ma l’arco dedicato a lei è stato alla fine quello più semplice e gradevole da seguire.

I personaggi secondari sono forse ancora più fastidiosi dei principali, in quanto totalmente irrealistici. Prendete ad esempio il personaggio di Yumeko, una delle componenti del consiglio studentesco: una specie di lobotomizzata che più o meno in ogni puntata compare a buffo per un minuto, seminuda, con le tette che quasi le escono dal vestito, gli occhi fuori dalle orbite e che dice frasi sconnesse a mo’ di zombie. Che mi rappresenta questo personaggio fuori da ogni logica? Cos’è, un simbolo? La personificazione dell’ecchi senza senso delle romcom?
Per non parlare delle due insegnanti che fanno sempre e solo allusioni sessuali, invitano i propri studenti minorenni a fare sesso in infermeria (!) o spiano gli alunni con cimici e microspie. Facessero almeno ridere...

Dal punto di vista tecnico invece, come detto, il lavoro è stato ottimo, nulla da dire. Bei disegni, bei fondali, belle animazioni. Giusto le sigle non sono granché.

Conclusione: una romcom come tante altre, non merita assolutamente tutto il clamore che l’ha circondata.
Da un punto di vista oggettivo non è brutta ma neanche così bella o originale, e nemmeno divertente. Per apprezzarla, bisogna guardarla così, senza eccessive aspettative. Tuttavia, personalmente, per i vari aspetti menzionati, l’ho trovata pretenziosa e ipocrita, pertanto il mio giudizio non può farle raggiungere la sufficienza.



Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!

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