Riportiamo di seguito la traduzione di un articolo pubblicato sul New York Times che illustra una delle conseguenze dell'attuale crisi mondiale in Giappone.
TOKYO - Per Atsushi Nakanishi, disoccupato da Natale, la casa è un cubicolo appena più grande di una bara, uno delle decine di posti letto, impilati l’uno sull’altro, nei decrepiti ‘capsule’ hotel presenti nel centro di Tokyo.
"È solo un posto per riposarsi e dormire", dice, ruotando il collo e accarezzando il suo vestito nero, che, insieme a un altro abito, rappresenta ciò che resta del suo guardaroba, di cui si è dovuto disfare per mancanza di spazio. "Alla fine ci si abitua."
Quando il Capsule Hotel Shinjuku 510 venne inaugurato, quasi due decenni fa, il Giappone stava appena cominciando a uscire dalla sua bolla speculativa, e i piccoli cubicoli di plastica dell'hotel, grandi circa 2m x 1,5m e non abbastanza alti per stare in piedi, offrivano rifugio agli impiegati che avevano perso l'ultimo treno per casa.
Ora che in Giappone c’è la peggiore recessione economica dalla Seconda Guerra Mondiale, le ‘capsule’ dell’Hotel Shinjuku sono diventate un'opzione conveniente per quelle persone che non hanno un altro posto in cui andare.
Con l’arrivo della crisi e il drastico calo della domanda globale, le imprese esportatrici, un volta in forte espansione, hanno effettuato licenziamenti di massa. Molti dei nuovi disoccupati, sfrattati dalla abitazioni sponsorizzate dalle proprie aziende o impossibilitati a pagare un affitto, sono diventati senzatetto.
Una situazione che ha portato il governo ad aprire rifugi di emergenza per le vacanze del Capodanno, nel tentativo di portare avanti un piano nazionale per aiutare i senzatetto. Il Partito Democratico, salito al potere lo scorso settembre, vuole evitare il destino del precedente governo, preso alla sprovvista dall’iniziativa che lo scorso anno venne organizzata dai lavoratori disoccupati, che piantarono le tende nei pressi degli uffici pubblici allo scopo di attirare l’attenzione sulla loro situazione.
"Durante questo freddo e amaro Capodanno, il governo intende fare tutto il possibile per aiutare coloro che si trovano in una situazione di difficoltà." ha detto il primo ministro Hatoyama Yukio, in un video pubblicato su YouTube il 26 dicembre. "Non siete soli".
Venerdì scorso ha visitato una casa rifugio di Tokyo, dove alloggiano 700 persone senza fissa dimora, dicendo ai giornalisti "Bisogna intervenire, non si può più aspettare".
Il signor Nakanishi, 40 anni, si considera relativamente fortunato. Dopo aver effettuato alcuni lavoretti su una linea di assemblaggio di Isuzu, al pachinko e come guardia giurata, si è trasferito nel capsule hotel di Shinjuku nel mese di aprile, mentre effettuava i turni di notte in una ditta di trasporto, per poter così risparmiare sui canoni di locazione.
Il signor Nakanishi, che ha studiato economia in un'università regionale, sogna di diventare un avvocato e studia i manuali giuridici durante il giorno. Ma, rimasto senza lavoro da Natale, non sa per quanto potrà ancora permettersi un letto-capsula.
L'affitto è sorprendentemente alto per uno spazio così piccolo: 59,000 yen al mese, ovvero circa 640 dollari, per una delle cuccette superiori, ma, senza armadietti o altri extra, e con servizi di base come lenzuola fresche e l'uso gratuito di un bagno e di una sauna in comune, il costo è di gran lunga inferiore all’affitto che si dovrebbe pagare per un appartamento a Tokyo, dice il signor Nakanishi.
È un mondo triste, in cui il sonno profondo è cosa rara. Le capsule, infatti, non hanno porte, solo degli schermi da abbassare, e ogni botta sulle pareti di plastica, ogni colpo di tosse, rimbomba fragorosamente tra le silenti fila di cubicoli.
Ogni capsula è arredata con solo una luce, una piccola TV con gli auricolari, un attaccapanni, una sottile coperta e un cuscino duro di bucce di riso.
La maggior parte degli effetti personali, dalle camicie alla crema da barba, devono essere conservati in appositi armadietti. Vi è una sala comune con vecchi divani, una zona pranzo e dei lavelli disposti in fila. Il fumo di sigaretta è una presenza costante, così come le telecamere di sicurezza. Ma il personale dell'hotel fa del suo meglio per mettere gli ospiti a proprio agio: "Welcome home", dicono i dipendenti all'ingresso.
"I nostri clienti principali di solito erano impiegati che, dopo aver passato la serata in qualche locale, perdevano l'ultimo treno per casa", ha detto Tetsuya Akasako, direttore responsabile dell'hotel.
Ma circa due anni fa vi è stato un cambiamento e, progressivamente, sono aumentati gli ospiti che soggiornavano per intere settimane, poi mesi. Quest'anno è stato anche introdotto un canone ridotto per gli affitti di durata superiore al mese, e, ad oggi, circa 100 delle 300 capsule dell'hotel sono affittate per almeno un mese.
A seguito delle richieste degli inquilini a lungo termine, il governo ha concesso un permesso speciale per poter registrare le loro capsule come dimora ufficiale, rendendo così più facile anche l’accesso a eventuali colloqui di lavoro.
In questa situazione, quasi irreale, alle 2 di notte due giovani donne guardano la serie televisiva americana "24" sulla TV presente all'interno della sauna. Una di loro dice di aver lasciato la prefettura di Gunma per cercare lavoro a Tokyo, voleva diventare un'hostess in uno dei club cabaret della capitale, dove, dietro pagamento, avvenenti donne conversano amabilmente con i clienti.
La donna, 20 anni, sperava di ottenere un lavoro con un club che le avrebbe messo a disposizione anche un appartamento in cui vivere. Ha rifiutato di dire il suo nome, perché non vuole che la sua famiglia venga a conoscenza della sua sorte.
"È difficile vivere in questo modo, ma non credo che durerà a lungo", ha detto. "Almeno qui ci sono più possibilità di lavoro di quelle che potrei trovare a Gunma."
Secondo il governo, in Giappone vi sono circa 15.800 senzatetto, ma, secondo le associazione di volontariato, i numeri sarebbero di gran lunga più alti: nella sola Tokyo se ne conterebbero circa 10.000. In questa statistica non rientrano poi i senzatetto ‘nascosti’, come quelli che vivono negli hotel-capsula. Infine, vi è anche un numero consistente di persone che passa la notte negli internet cafè o nelle saune.
I numeri dell’economica sono impietosi: un tasso record di disoccupazione pari al 5,2 % e un tasso di povertà del 15,7 %, uno dei più alti tra le nazioni industrializzate. Queste statistiche hanno contribuito a distruggere quell'immagine ideale, nata durante il boom economico, che dipingeva il Giappone come una società senza classi sociali.
"Quando un paese gode di una rapida crescita economica, il tenore di vita generale sale e la differenza tra le diverse classi sociali tende ad attenuarsi", ha detto il Prof. Hiroshi Ishida dell'Università di Tokyo. "Con un'economia stagnante, invece, quel divario sociale è di nuovo ben visibile".
Per cercare di reagire, il governo ha incrementato gli investimenti nel sistema di previdenza sociale, promettendo sussidi alle famiglie con bambini e l'abolizione delle tasse d'iscrizione alle scuole superiori.
Naoto Iwaya, 46 anni, è ormai sull’orlo della disperazione. Ex pescatore, ha vissuto in un altro hotel-capsula di Tokyo dal mese di agosto. Recentemente ha lavorato in una discarica nella città aeroportuale di Haneda, ma attualmente è senza occupazione.
"Ho cercato in tutti i modi, ma non ci sono posti di lavoro. Ora i miei risparmi sono quasi finiti", ha detto il signor Iwaya. Potrà rimanere nella sua capsula fino a lunedì, dopo di che, ha detto, "non so più dove andare".
TOKYO - Per Atsushi Nakanishi, disoccupato da Natale, la casa è un cubicolo appena più grande di una bara, uno delle decine di posti letto, impilati l’uno sull’altro, nei decrepiti ‘capsule’ hotel presenti nel centro di Tokyo.
"È solo un posto per riposarsi e dormire", dice, ruotando il collo e accarezzando il suo vestito nero, che, insieme a un altro abito, rappresenta ciò che resta del suo guardaroba, di cui si è dovuto disfare per mancanza di spazio. "Alla fine ci si abitua."
Quando il Capsule Hotel Shinjuku 510 venne inaugurato, quasi due decenni fa, il Giappone stava appena cominciando a uscire dalla sua bolla speculativa, e i piccoli cubicoli di plastica dell'hotel, grandi circa 2m x 1,5m e non abbastanza alti per stare in piedi, offrivano rifugio agli impiegati che avevano perso l'ultimo treno per casa.
Ora che in Giappone c’è la peggiore recessione economica dalla Seconda Guerra Mondiale, le ‘capsule’ dell’Hotel Shinjuku sono diventate un'opzione conveniente per quelle persone che non hanno un altro posto in cui andare.
Con l’arrivo della crisi e il drastico calo della domanda globale, le imprese esportatrici, un volta in forte espansione, hanno effettuato licenziamenti di massa. Molti dei nuovi disoccupati, sfrattati dalla abitazioni sponsorizzate dalle proprie aziende o impossibilitati a pagare un affitto, sono diventati senzatetto.
Una situazione che ha portato il governo ad aprire rifugi di emergenza per le vacanze del Capodanno, nel tentativo di portare avanti un piano nazionale per aiutare i senzatetto. Il Partito Democratico, salito al potere lo scorso settembre, vuole evitare il destino del precedente governo, preso alla sprovvista dall’iniziativa che lo scorso anno venne organizzata dai lavoratori disoccupati, che piantarono le tende nei pressi degli uffici pubblici allo scopo di attirare l’attenzione sulla loro situazione.
"Durante questo freddo e amaro Capodanno, il governo intende fare tutto il possibile per aiutare coloro che si trovano in una situazione di difficoltà." ha detto il primo ministro Hatoyama Yukio, in un video pubblicato su YouTube il 26 dicembre. "Non siete soli".
Venerdì scorso ha visitato una casa rifugio di Tokyo, dove alloggiano 700 persone senza fissa dimora, dicendo ai giornalisti "Bisogna intervenire, non si può più aspettare".
Il signor Nakanishi, 40 anni, si considera relativamente fortunato. Dopo aver effettuato alcuni lavoretti su una linea di assemblaggio di Isuzu, al pachinko e come guardia giurata, si è trasferito nel capsule hotel di Shinjuku nel mese di aprile, mentre effettuava i turni di notte in una ditta di trasporto, per poter così risparmiare sui canoni di locazione.
Il signor Nakanishi, che ha studiato economia in un'università regionale, sogna di diventare un avvocato e studia i manuali giuridici durante il giorno. Ma, rimasto senza lavoro da Natale, non sa per quanto potrà ancora permettersi un letto-capsula.
L'affitto è sorprendentemente alto per uno spazio così piccolo: 59,000 yen al mese, ovvero circa 640 dollari, per una delle cuccette superiori, ma, senza armadietti o altri extra, e con servizi di base come lenzuola fresche e l'uso gratuito di un bagno e di una sauna in comune, il costo è di gran lunga inferiore all’affitto che si dovrebbe pagare per un appartamento a Tokyo, dice il signor Nakanishi.
È un mondo triste, in cui il sonno profondo è cosa rara. Le capsule, infatti, non hanno porte, solo degli schermi da abbassare, e ogni botta sulle pareti di plastica, ogni colpo di tosse, rimbomba fragorosamente tra le silenti fila di cubicoli.
Ogni capsula è arredata con solo una luce, una piccola TV con gli auricolari, un attaccapanni, una sottile coperta e un cuscino duro di bucce di riso.
La maggior parte degli effetti personali, dalle camicie alla crema da barba, devono essere conservati in appositi armadietti. Vi è una sala comune con vecchi divani, una zona pranzo e dei lavelli disposti in fila. Il fumo di sigaretta è una presenza costante, così come le telecamere di sicurezza. Ma il personale dell'hotel fa del suo meglio per mettere gli ospiti a proprio agio: "Welcome home", dicono i dipendenti all'ingresso.
"I nostri clienti principali di solito erano impiegati che, dopo aver passato la serata in qualche locale, perdevano l'ultimo treno per casa", ha detto Tetsuya Akasako, direttore responsabile dell'hotel.
Ma circa due anni fa vi è stato un cambiamento e, progressivamente, sono aumentati gli ospiti che soggiornavano per intere settimane, poi mesi. Quest'anno è stato anche introdotto un canone ridotto per gli affitti di durata superiore al mese, e, ad oggi, circa 100 delle 300 capsule dell'hotel sono affittate per almeno un mese.
A seguito delle richieste degli inquilini a lungo termine, il governo ha concesso un permesso speciale per poter registrare le loro capsule come dimora ufficiale, rendendo così più facile anche l’accesso a eventuali colloqui di lavoro.
In questa situazione, quasi irreale, alle 2 di notte due giovani donne guardano la serie televisiva americana "24" sulla TV presente all'interno della sauna. Una di loro dice di aver lasciato la prefettura di Gunma per cercare lavoro a Tokyo, voleva diventare un'hostess in uno dei club cabaret della capitale, dove, dietro pagamento, avvenenti donne conversano amabilmente con i clienti.
La donna, 20 anni, sperava di ottenere un lavoro con un club che le avrebbe messo a disposizione anche un appartamento in cui vivere. Ha rifiutato di dire il suo nome, perché non vuole che la sua famiglia venga a conoscenza della sua sorte.
"È difficile vivere in questo modo, ma non credo che durerà a lungo", ha detto. "Almeno qui ci sono più possibilità di lavoro di quelle che potrei trovare a Gunma."
Secondo il governo, in Giappone vi sono circa 15.800 senzatetto, ma, secondo le associazione di volontariato, i numeri sarebbero di gran lunga più alti: nella sola Tokyo se ne conterebbero circa 10.000. In questa statistica non rientrano poi i senzatetto ‘nascosti’, come quelli che vivono negli hotel-capsula. Infine, vi è anche un numero consistente di persone che passa la notte negli internet cafè o nelle saune.
I numeri dell’economica sono impietosi: un tasso record di disoccupazione pari al 5,2 % e un tasso di povertà del 15,7 %, uno dei più alti tra le nazioni industrializzate. Queste statistiche hanno contribuito a distruggere quell'immagine ideale, nata durante il boom economico, che dipingeva il Giappone come una società senza classi sociali.
"Quando un paese gode di una rapida crescita economica, il tenore di vita generale sale e la differenza tra le diverse classi sociali tende ad attenuarsi", ha detto il Prof. Hiroshi Ishida dell'Università di Tokyo. "Con un'economia stagnante, invece, quel divario sociale è di nuovo ben visibile".
Per cercare di reagire, il governo ha incrementato gli investimenti nel sistema di previdenza sociale, promettendo sussidi alle famiglie con bambini e l'abolizione delle tasse d'iscrizione alle scuole superiori.
Naoto Iwaya, 46 anni, è ormai sull’orlo della disperazione. Ex pescatore, ha vissuto in un altro hotel-capsula di Tokyo dal mese di agosto. Recentemente ha lavorato in una discarica nella città aeroportuale di Haneda, ma attualmente è senza occupazione.
"Ho cercato in tutti i modi, ma non ci sono posti di lavoro. Ora i miei risparmi sono quasi finiti", ha detto il signor Iwaya. Potrà rimanere nella sua capsula fino a lunedì, dopo di che, ha detto, "non so più dove andare".
Brrr...
@ Turbo Stefo è vero sembrano le capsule dei film di fantascienza
o più tristemente tanti loculi.
Il prezzo a noi sembrerà eccessivo, ma è perfettamente nella media del costo della vita giapponese.
Indicativo della mentalità nipponica il fatto che molti cercano di nascondere anche ai famigliari più stretti la loro condizione: una sconfitta, lì, equivale praticamente alla fine della propria dignità personale, ci si ritira nel proprio loculo e si tira a campare piangendo sulla propria sorte. Questa solitudine mi è sembrata più amara della indigenza.
Immagino non esistano sussidi di disoccupazione, quindi..
Esattamente come gli italiani, gli etiopici e i marziani.
Io sinceramente non conosco le soluzioni che ha adottato il giappone per la crisi ma spero vivamente che esita un qualcosa tipo le nostre casi popolari e alloggi gratuiti per coloro che non hanno davvero niente.
ma quanto cavolo costa la vita a tokyo? 640 dollari per vivere in un loculo, perchè questo sono le capsule, mi sembra pazzesco! per potersi permettere una spesa del genere non si può certo essere indigenti; quelli che non hanno veramente più nulla cosa fanno? comunque sono molto fiducioso sull'operato del premier hatoyama.
Inoltre pensare che c'è gente che è costretta a passare la notte in quelle specie di tombe è davvero straziante, io non mi ci abituerei mai...
Ma resta pur sempre un ottima alternativa alla strada, dove se non si muore per il fretto lo si fa per la sete e la sporcizia.
I prezzi però sono davvero troppo alti, specie per il genere di clientela di questi tipi di hotel...
Questa crisi ha messo in ginocchio proprio tutti e certe situazioni sono estremamente drammatiche. Iwaya è solo uno tra tanti, ma se dovessero esserci risvolti positivi in futuro sulla sua storia, aggiornateci: le belle notizie fa sempre piacere riceverle.
Dal titolo della discussione credevo che fossero gratuite, oppure a prezzo ridottissimo...dai, che scandalo
Sicuramente quelle cuccette non sono il massimo, ma alla fine sempre meglio di niente, almeno si ha un tetto sulla testa e qualcuno che ti dice che sei tornato a "casa".
Naturalmente era nato per gli impiegati che si attardavano la sera, ma sebbene lo spazio massimizzato rimane pur sempre un albergo. Coloro che riescono a guadagnare abbastanza per permetterselo, beh, non sono da biasimare, gli affitti specialmente a Tokyo costano uno sfracello..
quello su la foto sembra uscito da futurama . li dove vive il robo BENDER .non sapevo che cera cosi tanta crisi
L'errore di fondo rimane, a mio avviso, l'abitudine di investire il profitto in debito straniero, oggi la Cina compra il nostro deficit pubblico, domani l'italia diventa una nazione bancarottiera fraudolenta, e l'economia internazionale crolla; purtroppo l'unica via sicura rimane quella semi-colonialista, investire in terre ed infrastrutture
verissimo, niente di più infido oppure tremendamente e agghiacciantemente studiato.
però per tornare alla notizia, posso esprimere un "machecca**odiorroreèstacosa"? dai sembrano dei loculi... ci manca solo la targhetta o la foto e un mazzo di fiori... mamma mia....
Il governo, entro vent'anni al massimo, collasserà sotto le sue stesse ruberie e dovremmo fare i conti con il debito pubblico; o si nazionalizzerà con uno stato semipirata alla chavez, o si dichiarerà bancarotta. Al che le famiglie proletarie diventeranno il 90% degli italiani e un bel 50% nei paesi occidentali industrializzati.
Il problema Giapponese e' marginalizzato e a mio avviso risolvibile sulla base delle infrastrutture ampiamente presenti, in Italia non abbiamo neanche i riscaldamenti nelle metro, anzi non abbiamo nemmeno le metro...torneremo al medioevo
Anche se tutto sommato nel breve periodo può essere salutare no? sempre meglio che per strada...
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