L’industria cinematografica americana per eccellenza, cioè Hollywood, ha sempre adorato, per la sua produzione di film, la classificazione in generi codificati, con relativi stilemi e luoghi preconfezionati. Tradizione vuole che a un capostipite, o a un innovatore di un determinato genere, seguano miriadi di epigoni che non sfruttano la stessa scia dei loro prototipi, ma che addirittura ricalcano ogni singola idea dei prodotti che li hanno preceduti. O al massimo si concedono il lusso del collage.
A quanto pare Stan Lee, creatore originale di Heroman, è del tutto d’accordo con tale modus operandi, e i risultati della serie, sconfortanti su quasi tutti gli aspetti, ne sono la manifestazione.

La storia è il più trito dei canovacci: Joey, un ragazzo un po’ sfigato, debole e dalla situazione familiare ed economica non proprio rosea, acquisisce un potere che gli offre l’opportunità di un riscatto dalla sua condizione e allo stesso tempo gli consegna la responsabilità della protezione di ciò a cui tiene. Il potere è rappresentato da un giocattolo rotto, un robot, raccattato per strada, che Joey decide di chiamare Heroman. Questo, dopo essere stato riparato dal ragazzo, viene colpito da un fulmine e, non si sa come, diventa in grado di evolversi in un “pupazzone” di tre metri capace di demolire case, auto e qualsiasi altro ostacolo gli si pari di fronte. Inoltre, pure il telecomando con il quale il giocattolo veniva azionato subisce una trasformazione poiché, una volta attivato, diventa una specie di controller a involucro che circonda il braccio di Joey. La nuova “arma-pupazzone” si rivela guarda caso utilissima, anzi è la sola cosa utile, contro un gruppo di alieni che giungono sulla Terra, come “Indipendece Day” insegna. A ciò si possono poi aggiungere tutti gli altri personaggi dell’anime, uno più macchietta dell’altro, e degli sviluppi di trama – almeno relativi ai primi due episodi – che definire prevedibili è un eufemismo.

Il lato tecnico è sufficiente. La cura maggiore, come da programma, è stata riservata alla trasformazione di Heroman e del controller da braccio, la quale è di sicuro effetto, tanto è ricca di preziosismi visivi come fasci luminosi, scariche elettriche, lampi e quant’altro; tuttavia la sequenza, già in queste prime due puntate, viene riciclata più di una volta, la qual cosa non è di certo apprezzabile. Come non è apprezzabile un flash back già al secondo episodio, che è del tutto inutile e non promette granché bene per il proseguo.
I disegni e le animazioni invece appaiono discreti e nulla più. I primi sono piuttosto costanti, ma le loro linee non sono incisive, particolari o brillanti, e di certo il character design (Shigeto Koyama), alquanto insipido e anche qui per nulla originale – stessi cerottini nasali del chara di Eden of the East, tanto per dirne una –, non aiuta a conferire carisma o spessore alla figurazione delle sagome. Le seconde svolgono il loro compito in maniera onesta, senza picchi, esclusa la prima scena di vera azione di cui si rende protagonista Heroman, la quale sembra comunque un caso isolato in mezzo ai movimenti “routinari” e mai ricchi di gestualità compiuti dai personaggi.

Lo Studio Bones e la P.A. Works dovrebbero inoltre risarcire, se non chi ha azzardato la visione dell’inizio della serie, almeno i proprietari del marchio Michelin, perché, come se non bastassero gli stereotipi di plot, intreccio e personaggi già elencati, a loro si aggiunge anche la scopiazzatura, versione stars and stripes, dell’omino – qui omone – della casa di pneumatici francese. Difatti il design di Heroman sa molto di già visto e non pare per nulla azzeccato né accattivante, anzi le sue forme eccessivamente massicce lo fanno risultare disarmonico e pesante, e la sua colorazione candida spezzata da sprazzi rosso blu è solo finalizzata a un palese richiamo patriottico statunitense.
Stesso problema affligge gli scenari, anch’essi canonici e visti e rivisti in più di una serie di telefilm di ambientazione californiana o similare. Una nota positiva però si può dare alla solarità dei colori, tutti limpidissimi, molto luminosi e ben calibrati al fine della resa atmosferica generale, sia quella diurna, che è tersa all’inverosimile, sia quella notturna, dalle tinte più cupe seppure sempre vivide.

Dal canto suo la regia di Hitoshi Nanba non scandisce bene i ritmi, anzi a dirla tutta non dà proprio alcun ritmo: le azioni degli episodi scorrono sempre alla stessa velocità, dettate da tempi comuni e da inquadrature e gestioni delle scene lineari ed elementari. Non sembra inoltre esserci stata un ricerca dettagliata riguardante lo storyboard, anch’esso modesto nella sua semplicità, tanto da dare la sensazione di essere stato fatto badando, più che a uno studio costruttivo, al minimo sindacale per portare a casa la paga. Salvabili sul versante sonoro le musiche, che di certo non sono nulla d’eccezionale, ma comunque non stonano nel contesto della serie. Fastidiose invece sono l’opening e l’ending, le quali non vantano né brani degni di nota né immagini particolarmente gradevoli, e risultano quindi poco riuscite anche nel loro mix audio video.

In definitiva un primo, parziale, giudizio su Heroman non può che essere una bocciatura sonora. Infatti pure sul piano della spettacolarità l’operazione è fallita, perché la povertà del comparto scenico non permette di allestire sequenze di forte impatto quanto meno visivo, e l’impressione finale che dà il prodotto è quella di una produzione fantascientifica/supereroistica di serie B, o anche meno, realizzata con scarsi mezzi e con poca voglia di fare e innovare, pescando a piene mani da un immaginario già abbondantemente abusato e che ha stufato da parecchio tempo.
A quanto pare Stan Lee, creatore originale di Heroman, è del tutto d’accordo con tale modus operandi, e i risultati della serie, sconfortanti su quasi tutti gli aspetti, ne sono la manifestazione.

La storia è il più trito dei canovacci: Joey, un ragazzo un po’ sfigato, debole e dalla situazione familiare ed economica non proprio rosea, acquisisce un potere che gli offre l’opportunità di un riscatto dalla sua condizione e allo stesso tempo gli consegna la responsabilità della protezione di ciò a cui tiene. Il potere è rappresentato da un giocattolo rotto, un robot, raccattato per strada, che Joey decide di chiamare Heroman. Questo, dopo essere stato riparato dal ragazzo, viene colpito da un fulmine e, non si sa come, diventa in grado di evolversi in un “pupazzone” di tre metri capace di demolire case, auto e qualsiasi altro ostacolo gli si pari di fronte. Inoltre, pure il telecomando con il quale il giocattolo veniva azionato subisce una trasformazione poiché, una volta attivato, diventa una specie di controller a involucro che circonda il braccio di Joey. La nuova “arma-pupazzone” si rivela guarda caso utilissima, anzi è la sola cosa utile, contro un gruppo di alieni che giungono sulla Terra, come “Indipendece Day” insegna. A ciò si possono poi aggiungere tutti gli altri personaggi dell’anime, uno più macchietta dell’altro, e degli sviluppi di trama – almeno relativi ai primi due episodi – che definire prevedibili è un eufemismo.

Il lato tecnico è sufficiente. La cura maggiore, come da programma, è stata riservata alla trasformazione di Heroman e del controller da braccio, la quale è di sicuro effetto, tanto è ricca di preziosismi visivi come fasci luminosi, scariche elettriche, lampi e quant’altro; tuttavia la sequenza, già in queste prime due puntate, viene riciclata più di una volta, la qual cosa non è di certo apprezzabile. Come non è apprezzabile un flash back già al secondo episodio, che è del tutto inutile e non promette granché bene per il proseguo.
I disegni e le animazioni invece appaiono discreti e nulla più. I primi sono piuttosto costanti, ma le loro linee non sono incisive, particolari o brillanti, e di certo il character design (Shigeto Koyama), alquanto insipido e anche qui per nulla originale – stessi cerottini nasali del chara di Eden of the East, tanto per dirne una –, non aiuta a conferire carisma o spessore alla figurazione delle sagome. Le seconde svolgono il loro compito in maniera onesta, senza picchi, esclusa la prima scena di vera azione di cui si rende protagonista Heroman, la quale sembra comunque un caso isolato in mezzo ai movimenti “routinari” e mai ricchi di gestualità compiuti dai personaggi.

Lo Studio Bones e la P.A. Works dovrebbero inoltre risarcire, se non chi ha azzardato la visione dell’inizio della serie, almeno i proprietari del marchio Michelin, perché, come se non bastassero gli stereotipi di plot, intreccio e personaggi già elencati, a loro si aggiunge anche la scopiazzatura, versione stars and stripes, dell’omino – qui omone – della casa di pneumatici francese. Difatti il design di Heroman sa molto di già visto e non pare per nulla azzeccato né accattivante, anzi le sue forme eccessivamente massicce lo fanno risultare disarmonico e pesante, e la sua colorazione candida spezzata da sprazzi rosso blu è solo finalizzata a un palese richiamo patriottico statunitense.
Stesso problema affligge gli scenari, anch’essi canonici e visti e rivisti in più di una serie di telefilm di ambientazione californiana o similare. Una nota positiva però si può dare alla solarità dei colori, tutti limpidissimi, molto luminosi e ben calibrati al fine della resa atmosferica generale, sia quella diurna, che è tersa all’inverosimile, sia quella notturna, dalle tinte più cupe seppure sempre vivide.

Dal canto suo la regia di Hitoshi Nanba non scandisce bene i ritmi, anzi a dirla tutta non dà proprio alcun ritmo: le azioni degli episodi scorrono sempre alla stessa velocità, dettate da tempi comuni e da inquadrature e gestioni delle scene lineari ed elementari. Non sembra inoltre esserci stata un ricerca dettagliata riguardante lo storyboard, anch’esso modesto nella sua semplicità, tanto da dare la sensazione di essere stato fatto badando, più che a uno studio costruttivo, al minimo sindacale per portare a casa la paga. Salvabili sul versante sonoro le musiche, che di certo non sono nulla d’eccezionale, ma comunque non stonano nel contesto della serie. Fastidiose invece sono l’opening e l’ending, le quali non vantano né brani degni di nota né immagini particolarmente gradevoli, e risultano quindi poco riuscite anche nel loro mix audio video.

In definitiva un primo, parziale, giudizio su Heroman non può che essere una bocciatura sonora. Infatti pure sul piano della spettacolarità l’operazione è fallita, perché la povertà del comparto scenico non permette di allestire sequenze di forte impatto quanto meno visivo, e l’impressione finale che dà il prodotto è quella di una produzione fantascientifica/supereroistica di serie B, o anche meno, realizzata con scarsi mezzi e con poca voglia di fare e innovare, pescando a piene mani da un immaginario già abbondantemente abusato e che ha stufato da parecchio tempo.
si, ti spieghi benissimo!
bene, allora oltre all' anime non guarderò neanche il manga!
p.s. arakawa under the bridge è stupendo!!!!
Neanche i Power Ranger facevano tanta pena.
Almeno la grafica e buona. Cmq aspetto di vedere le altre puntate, magari esce qualche novità.
Possibile che non l'abbiate notato?
Il trailer prometteva qualcosa di più, moooolto di più!
Vedremo le next puntate
@Lain: in realtà non avrei giustificato nulla lo stesso visto che non tutto ciò che è di Stan Lee è oro,e comunque non mangio usshi per mia fortuna, preferisco ancora le lasagne di nonna....
E probabilmente scritta con sopra agli occhi un paio di fette di prosciutto... o anzi, un bel paio di mutandine bianche, che abbondano negli "originalissimi" anime che vanno tanto in voga di questi tempi.
Questo è un anime di intrattenimento, che strizza l'occhio a diverse generazioni di appassionati. E straborda di citazioni e omaggi ai comics, al cinema e tanti altri settori dell'enterteinment occidentale e non. Se poi uno ci vede solo un riferimento all'omino Micheline, allora forse è meglio che torni a sollazzarsi con qualche anime pieno di minorenni sculettanti. Quello non è un genere che "ha stufato", vero?
Oltretutto mi tocca anche leggere "opening ed ending fastidiose", a proposito di due delle migliori sigle interpretate da Testuya degli Arc en Ciel e i Flow... mah!
Certo, ormai tanti appassionati ragionano seguendo la massa, stroncano pesantemente serie appena iniziate, nell'apoteosi del nerdismo internettiano più ottuso, ma se adesso ci si mettono anche i redattori di questo sito ad alimentare questa tendenza, chissà dove andremo a finire...
è vero, è la classica opera senza pretese, magari per intrattenere una fetta di pubblico che non si aspetta chissà che, ma proprio per il nome di stan lee e di tutti gli altri che vi hanno partecipato sarebbe dovuta essere un qualcosa di spettacolare!
a cominciare da heroman, che è un robot proprio brutto, risparmiabilissimi i colori patriottici americani che qui non ci azzeccano nulla, è finito il tempo in cui le opere a fumetti o animate si occupavano anche di patriottisma, politica, o chissa che!
passo del tutto!
C'è gente che ha già dato una sentenza definitiva a Eureka Seven dopo 1 puntata (su 50).
Conosco persone che hanno criticato alla morte Tengen Toppa GL, poi si sono ricredute.
Ci sono persone che ancora criticano Darker Than Black o Wolf's Rain (sempre studio Bones).
Non vedo perché non si possa fare lo stesso, anche di Heroman.
Poi comunque queste sono le Prime Impressioni, bisogna rispettarle.
Una persona può cambiare la sua "prima impressione" se l'opera merita... o più semplicemente se i suoi gusti combaciano con l'opera in questione.
Io personalmente concordo con Limbes, ma è anche vero che continuerò a seguire la serie, perché amo essere sorpreso, e potrebbe anche succedere.
La cosa importante è sempre il Rispetto per i gusti altrui, mi raccomando.
Come serie la trovo guardabilissima, non la considero un capolavoro ma la ritengo molto al di sopra di molte altre serie clichè che ci sono adesso. Le sigle sono molto belle e la colonna sonora mi piace molto.
Il chara non è brutto, mi sembra fatto abbastanza bene, però non tratta temi che mi attirano, indi penso proprio che passerò.
Inoltre con la bella introduzione di Limbes uno parte incoraggiato, non c'è che dire!
L'adolescente sfigato è una costante narrativa globale (vedasi gli utenti di Animeclick che non hanno ancora baciato nessuno a 20 anni passati), ma quando è americano è un cliche trito, come se i Giappi non avessero fatto opere di questo tipo...stesso discorso per i personaggi "macchietta": i compagni di classe di Ataru Moroboshi non lo erano forse?
Heroman qualche pecca la avrà ma questa recensione l'ho vista soprattutto come un modo per linciare Stan Lee perchè ha osato provare a realizzare un Anime...The Man sicuramente non avrà più lo smalto dei tempi d'oro alla Marvel, ma apprezzo il suo tentativo di sperimentare con nuovi media alla sua veneranda età (magari ci arrivassi io a 80 anni nelle sue condizioni).
La cosa che più mi intristisce è vedere come ragiona l'Otaku medio (cre) che accusa i detrattori degli Anime di essere gente coi paraocchi pur non rendendosi conto di indossarne lui uno più grosso.
[<b>Moderatore</b> - Tutte le nostre recensioni vengono scritte cercando di mettere da parte il più possibile eventuali pregiudizi, ovviamente questo non è sempre umanamente possibile. Ma difficilmente si scrive qualcosa che non sia obiettiva.
Limbes ha espresso sicuramente anche dei pareri personali come è giusto che sia in una recensione, ma questo non vuol dire che è partito gia con certe idee. - Becar]
Ciò non toglie che spesso droppiamo anche delle "giapponesate" dopo uno o due episodi, sul sistema di droppaggio penso che siamo obiettivi un pò tutti, indipendentemente dalla nazionalità della produzione.
Ho visto anch'io la prima puntata, non mi ha minimamente dato una buona impressione, ne guarderò altre e se non succederà niente che mi faccia cambiare idea lo abbandonerò, come ho fatto per tante altre serie nipponiche che non mi sono piaciute. Sono anti-americano per questo? Vi permettete di darmi del pervertito guarda mutandine per questo (che tra l'altro è un genere di anime che proprio non mi piace)?
Sono io quello con la mente chiusa o siete voi che non accettate chi la pensa diversamente?
Criticare Miyazaki per Ponyo andava bene, farlo con Stan Lee per heroman non altrettanto evidentemente...
Per quanto riguarda le sigle, ritengo la musica una delle poche cose veramente soggettive, quindi ho tutto il diritto di non apprezzarle e me lo prendo senza troppi complimenti. Anzi, se queste sono le migliori non oso immaginarmi le altre. E poi, anche in questo caso, se ti degnassi di leggere a fondo magari ti accorgeresti che il mio giudizio non era concernente solo le musiche, ma l'abbinamento fra queste e le sequenze d'immagini... Mah!
Che io segua la massa è, mi pare, la stronzata più grossa, tra tutte le altre, che tu abbia sparato. Per rendertene conto basta che dài un'occhiata a qualche altro mio giudizio. Cosa che suppongo non sia fra le tue priorità, visto che, mi sembra, tu segua la corrente del parlare a vanvera senza prima avere una reale conoscenza dell'oggetto del proprio discorrere. E questo è uno degli atteggiamenti preferiti dalla massa. Quindi, se c'è qualcuno i cui modi sono conformi alla massa, be', quello non sono io di certo.
Poi comunque, sai com'è, magari quelli che per te sono omaggi per me non sono altro che elementi di un pastiche. Sarà che un omaggio è una citazione in una struttura del tutto personale, mentre tanti pezzi presi di qua e di là per formare un collage, senza un'idea originale che sia una, di fondo, a casa mia non si chiamano omaggi. <i>Un'artista non copia, ruba.</i> Magari se vuoi te la spiego.
A Mister punto interrogativo.
Tanto perché io partivo prevenuto su Heroman: <i>Lo Studio Bones ha regalato l'anime più bello dell'appena trascorso 2009, e devo dire che ultimamente è lo studio che realizza i prodotti migliori e più curati dal punto di vista tecnico, con animazioni, disegni e colori - ma non solo - quasi impeccabili. E poi, almeno da quello che ho visto io, si stanno dedicando, e l'hanno fatto anche in passato, a delle storie strane e molto ricche di elementi originali. Per quanto possa sembrare anomalo, è da tenere sott'occhio, visti anche i nomi.</i>
Ciò in riferimento a <a href="http://www.animeclick.it/news/24511-heroman-trailer-per-lanime-robotico-di-studio-bones-e-stan-lee">questa news</a>.
Quindi, come puoi vedere, di certo non partivo prevenuto, tutt'altro. Il mio giudizio è relativo a Heroman, non a tutti gli anime scopiazzatura/spazzatura che sono usciti in questi ultimi tempi. Sono solito dire quello che dico in virtù di motivi ben precisi. Ho le mie ragioni e non dipendono certo dai paesi in cui vengono realizzati i prodotti che visiono. Per Heroman, Stan Lee non fa altro che arraffare, per ogni situazione dell'anime, spunti già esistenti, e non si prende nemmeno la pena di rielaborarli. Questa non si chiama sperimentazione, non c'è nulla si sperimentale in tutto questo, proprio niente.
Forse quello che ti è sfuggito è che io non ritengo i cliché di 'sta serie triti in quanto americani, ma li ritengo triti in quanto cliché in sé. Siccome l'autore è americano, mi viene logico fare un paragone con Hollywood. Fosse stato nipponico, il paragone sarebbe stato un altro. Considerando anche che di Stan Lee non mi frega un'emerita sega, vai a vedere se m'importa poi di linciarlo.
Mi sa che anziché i paraocchi tu dovresti cambiare la gradazione dei tuoi occhiali, visto che non sembri aver letto bene, tanto più fra le righe, anche se per quello non c'è occhiale che tenga.
La mia era solo una constatazione, e basta leggere un po' di commenti, solo in questa pagina, per capire che una grossa fetta di otaku ragiona per partito preso, segue la massa e spara a zero senza aver visto nulla, solo perché fa figo criticare determinati generi.
Ma poi vedi le stesse persone urlare "oh, moe!", ad ogni fesseria fotocopiata che il mercato giapponese, totalmente in crisi di idee, sta partorendo in questo periodo.
Nessuno dice che HM sia un capolavoro, e neppure una serie originale. I cliché ci sono in quantità abbondante, ma sono gli stessi presenti nelle serie giapponesi e in tutte le opere di intrattenimento da 30 anni a questa parte. Solo che ha la "colpa" di nascere come prodotto che mette in stretta relazione due mondi, e quella bandiera a stelle e strisce dipinta sul corpo del robot ha fatto sì che molti fan tirassero fuori la loro xenofobia latente nei confronti delle produzioni americane. Prima ancora che uscisse.
E il fatto che in più della metà dei commenti in questo articolo si dica "non l'ho visto, ma tanto lo sapevo che era una c***a" la dice lunga sul metro di giudizio di molti.
Non discuto i gusti, ma i pregiudizi.
Rispondo poi al moderatore per quel che riguarda la recensione. Mi sono infervorato proprio perché reputo che generalmente le recensioni di AC siano ben scritte, approfondite e obiettive, mentre questa di obiettivo non ha proprio nulla, come non approfondisce nulla.
Come già detto, HM è una serie che mette in relazione due mondi e bisognerebbe conoscere adeguatamente entrambi per valutarla in modo obiettivo. Qui invece c'è solo la rassegna del pregiudizio, agli stessi livelli dei commenti fatti dal nerd di turno.
Se proprio si devono fare le recensioni dopo soli tre episodi col pretesto che si tratta di "prime impressioni", cerchiamo di approfondire meglio e comprendere il senso di un'operazione, piuttosto che scrivere sciocchezze come quella della "denuncia da parte della Micheline". Capisco che una vaga somiglianza ci sia, ma c'era anche con l'omino dei Marshmallow dei Ghostbusters, nulla di eclatante. E poi che c'entra ai fini della valutazione generale dell'opera?
vi ricordo che pure eureka seven ce ne mette per decollare.
p.s per carità nulla contro stan lee ma avrei preferito un contributo di mark millar o GARTH ENNIS
Fatta la battutina posso solo dire che dalle foto e dalla recensione non mi sento di dire che potrei seguire con tanto desiderio questa serie... nulla di che dalla trama! Speriamo in un evoluzione
Che dire, oltre che impreparato in materia (il paragone, se conoscessi un minimo ciò di cui sta parlando, lo dovresti fare non con hollywood, ma coi comics della silver age -che tu evidentemente non conosci- e con i B-Movie degli anni '70, a cui questa serie strizza l'occhio proprio come fanno registi tutt'altro che hollywoodiani come Tarantino e Rodriguez).
Poi, constatando i toni offensivi e volgari con cui mi hai risposto (io non mi permetterei a nessuno di dire "tu spari stronzate", anche se non condivido le sue opinioni) la dice lunga sul tuo approccio critico. Ed è qui che cade il muro tra il redattore e l'utente medio otaku-nerd che critica ciò che gli risulta alieno e non esita ad annichilire verbalmente chi lo contesta.
@ mister? e se fosse complottismo il tuo !?
chiudo nel dire che ci sono opere americane belle ed originali, penso ad un film visto ultimamente fatto con la plastilina max and mery o ancora un altro molto interessante tratto da un fumetto quale american splendor...poi sicuramente tutto quello che esprimo è un parere personale e quindi non esente da critiche...luogo comune "i gusti son gusti"...
Invito tutti a chiarire i propri disguidi in formo privata, limitiamoci a discutere dell'anime in questione senza offenderci reciprocamente.
@ Spider
Che ne diresti di fare tu una mini recensione nella quale spieghi sono gli elementi che secondo te Limbers ha saltato spiegando un po' in profondità la cosa e non limitandoti ad un mero elenco.
Il resto ci può stare ma Bones ha lavorato da Dio ancora una volta.
Detto questo non serve alcuna nuova notizia, se viene pubblicata una recensione è per dare la possibilità a chi ha visto l'anime di esprimere i suoi pensieri, in primo luogo al recensore e in seguito agli utenti che possono concordare o dissentire.
Capisco che ti senti toccato nel vivo visto che la serie la subbi, però potevi perorare la causa in altro modo, ad esempio invece di continuare questa sterile diatriba potresti fare un bel commento elencando i lati positivi e cosa ti è piaciuto, perché, come detto, questi articoli servono proprio a favorire il confronto dando spazio a chi vuole per esprimere la propria idea
Comunque il fatto di subbarla non c'entra nulla. Già in passato mi sono scagliato contro commenti che denotano qualunquismo e pregiudizi.
Se ti rileggi l'ultimo intervento di Limbes, noterai chi è quello che davvero è stato punto sul vivo. Io mi sono mantenuto su metafore scherzose, senza scadere nell'autentico insulto né usando termini da bettola di perferia (notare la raffinata espressione utilizzata nella quartultima riga).
Poi, il redattore dovrebbe essere pronto a ricevere critiche, soprattutto quando scrive recensioni con un approccio un po' sopra le righe, e semmai replicare senza insultare chi lo contesta.
Il resto del discorso ha il senso che ha, non vedo perché tu possa scandalizzarti se Limbes afferma "dici stronzate", mentre lui debba stare in silenzio se di fatto gli dici la stessa cosa.
Mi accodo a quanto detto da Becar e ti ricordo che, se ne sei in grado, c'è la scheda dell'anime nella quale puoi lasciare la tua recensione, spiegando lì tutti i motivi per cui questo prodotto, secondo te, è così valido. Io ciò che dovevo dire su Heroman l'ho detto. Mi farò una ragione se a qualcuno dà fastidio, ma per come ho espresso i miei motivi, in forma organica, logica e discorsiva, gradirei che pure le controparti facciano altrettanto. Troppo comoda la critica incondizionata e offensiva verso chi tocca i nostri giocattolini.
Un conto è dire "hai sugli occhi le mutandine che abbondano negli anime prodotti di recente", un altro è accusare l'interlocutore di "sparare stronzate" o uscire con esternazioni "raffinatissime" come "non me ne frega una s**a".
Aggravato dal fatto che un redattore di un sito autorevole come questo, non dovrebbe reagire scadendo a questi livelli nei confronti di un utente che esprime un parere contrario.
Poi non basta esibire l'avatar di Asuka per dimostrare di essere un intenditore degli anime di qualità.
Per me la recensione che hai scritto, a livello di argomentazioni, non offre né più né meno del commento del criticone di turno.
Perchè dare l'onore di una recensione ad una ca**ta del genere?
Vi consiglio questo anime, che meriterebbe davvero la vostra
attenzione, e di una recensione approfondita
Rainbow - Nisha Rokubō no Shichinin
http://www.animenewsnetwork.com/encyclopedia/anime.php?id=9700
Si puo' mettere il link,vero? Se c'e' qualche fansubber in ascolto vi prego di prendere in considerazione questo lavoro perche' e' un vero capolavoro
Il punto è che si quando si vuole andare a fare un'opera che va su più mercati devi,necessariamente concedere qualcosa e si scontenta qualcuno.
Alcune opere - infine - vanno giudicate non sulle tre o sei o dieci puntate ma sul loro complesso....Ci sono operazioni,compresi alcuni anime ben acclamati, che presi puntata per puntata sono un disastro ma che complessivamente si reggono.
<a href="http://www.youtube.com/v/aGZRJ4oUsko&hl=it_IT&fs=1&">http://www.youtube.com/v/aGZRJ4oUsko&hl=it_IT&fs=1&</a>
questa recensione va riscritta e Limbes va estromesso dallo staff.Inoltre mi domando come mai la recensione di un prodotto del genere sia stata affidata ad una persona le cui visioni sull'America sono quantomeno viziate.
[<b>Moderatore</b> - Non sta a te decidere chi debba essere estromesso dallo staff o meno. Se volete una recensione differente mi sembra che siano dati vari mezzi per farla anche su questo lidi, la potete scrivere sia qua nei commenti sia nella rispettiva scheda anime. Ma cosa poi ti fa credere che l'autore della recensione sia contro gli americani? non potrebbe essere che questo anime non l'abbia per nulla impressionato in modo positivo? - Becar ]
Ora però mi son incuriosito... vado a vederlo!
Torno a tradurre un anime come si deve , ià...
A) le mie visioni sull'America non sono per nulla a senso unico, non essendo né antiamericano né filoamericano, tanto più riguardo al cinema: ciò che ho evidenziato su Hollywood non è negativo in sé, ma un dato di fatto, che peraltro non mi vieta di apprezzare molti dei suoi autori e dei film lì prodotti;
B) il fatto che mi sia preso la libertà, in una recensioni, di mettere due tre battutine non vuol dire che il mio testo sia stato costruito tutto in funzione di quello, cioè dell'ironia, tanto più che essa era frutto di opinioni personali su quanto visto e non, come avvenuto in altre recensioni non mie, atta a dileggiare informazioni o circostanze fittizie.
Per chiudere, ci tengo pure a ricordare che questa su Heroman <b>non è</b> una recensione, ma sono delle <b>prime, parziali, impressioni, basate sulla visione di due soli episodi</b>. Mi spiace solo constatare per l'ennesima volta che finché si dice un gran bene di qualsiasi cosa, allora si è tutti d'accordo e contenti - o quasi -, mentre quando ci si prende la responsabilità di valutare in maniera più critica e severa, stroncando anche pesantemente un prodotto, allora si scatenano reazioni inconsulte e sfocianti nei più biechi, e/o raffinati, degli insulti.
Mi pare di aver esposto le ragioni dei mie giudizi nel testo. Se non si è d'accordo, il che è legittimo, mi si smonti ciò che ho detto con un altro testo e con altre logiche motivazioni, se se ne è in grado. Recriminazioni di altro tipo non penso possano avere altro scopo se non quello di uno stizzito sfogo personale, come difatti è avvenuto.
riguardo l'accesa discussione tra Limbes e Spider, secondo me avete ragione entrambi:
nel titolo della news c'è scritto chiaramente "prime impressioni", quindi ciò che Limbes ha scritto non va considerato come opinione immutabile, infatti potrebbe benissimo cambiare man mano che la serie va avanti.
certo, ormai qui su AC siamo abituati a leggere recensioni molto imparziali che analizzano in maniera dettagliata tutti gli aspetti di una determinata serie, evidenziando sia i pregi che i difetti; quindi trovare in forma di news una recensione (perchè in fondo di questo si tratta) molto di parte può spiazzare e dare fastidio a quelli come Spider che sono del parere diametralmente opposto.
per porre fine a questo dibattito secondo me Spider dovrebbe scrivere con molta calma una recensione altrettanto dettagliata esponendo per bene i pregi che ha trovato nei primi episodi di Heroman.
penso che entrambi abbiate alzato un po' troppo i toni; il mondo è bello perchè è vario: le opinioni differenti sono la base del dialogo, e insultarsi non permette di crearne uno costruttivo, anzi tarpa le ali a qualsiasi forma di dibattito.
Be' non è nulla di indimenticabile od originalissimo però -sarà anche che son partito senza aspettarmi chissà cosa- mi è piaciucchiato. Bel comparto tecnico, azzeccato e piacevole il contesto americano, idem per il ragazzino protagonista; nel complesso questo esperimento sembra funzionare, e credo che continuerò a vederlo.
Il design da "portiere di hockey su ghiaccio" di Heroman però è IMHO inguardabile, si poteva fare decisamente di meglio.
ps: ma nessuno ha notato che Stan Lee fa una comparsata nel primo episodio? Appare al bancone del bar, quando il ragazzino si fionda verso casa perchè ha cominciato a diluviare
Non a caso nel titolo dell'articolo c'è scritto "prime impressioni" -_-"
E vederlo accostato a Gost in the Shell mi fa nacora più ribrezzo...
Heroman è proprio il revival del supereroe americano della golden age, secondo me un'operazione tutt'altro che disprezzabile visto che le produzioni giappo sono una più merdosa dell'altra negli ultimi tempi, tranne rare eccezioni...
Ma d'altronde non è che da gente che si masturba insieme a Shinji ci si possa aspettare qualche spunto culturale sul fumetto (senza nulla togliere alle poche idee di Evangelion rubacchiate qua e là dal fumetto occidentale.. Se lo si pone come epitome del buon prodotto mi sa che ci si è capito poco, ma l'otaku quando mai capisce qualche cosa?)....
Come quello che m'ha detto un mio amico l'altra volta, che ONE PIECE è un capolavoro del fumetto, ho riso mezz'ora, quasi quanto dopo aver letto questa recensione....
Non so se qualcuno leggera' questo messaggio,ma vi invito a dare una chance a questa serie: a meno che non siate prevenuti e ottusi otaku allo stadio terminale vi stupira'.
Puntata dopo puntata mi è piaciuto sempre più, ed ho trovato adorabili praticamente tutti i personaggi.
Soprattutto, non me ne vogliate, ritengo ci sia molta più sostanza di quanta ne hanno vista (o voluta vedere) chi ha fatto così presto a bollare quest'anime esclusivamente come una cavolata commerciale.
Io lo consiglio senza remore, è piacevolissimo ed appassionante, ed ha anche quella punta di sentimento (che spunta fuori da metà serie in poi) che di certo non guasta.
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