Dr. Slump - apertura
Si dice che la semplicità paghi sempre.

Espressione mai fu più calzante di questa per descrivere Dr. Slump & Arale (Dokutaa Suranpu to Arare-chan), uno dei più grandi successi dell’industria del fumetto e dell’animazione giapponese, che apparve praticamente dal nulla e nel giro di un quinquennio ottenne un’enorme popolarità.
Il suo autore, Akira Toriyama, era un campagnolo semplice e burlone, appassionato di cinema americano, fantascienza, modellismo, film d’animazione e fumetti, che debuttò nel 1979 in casa Shueisha con una short story umoristica chiamata Wonder Island.
L’anno dopo, nel 1980, Toriyama è pronto a occuparsi di una serie a puntate, e ci riprova con il genere umoristico, tipologia di storie che può permettergli di esprimere al meglio la simpatia del suo stile di disegno e il brio delle sue gags. È la nascita di Dr. Slump & Arale, serie che si dimostrerà, nei successivi cinque anni, uno dei maggiori successi del settimanale Shonen Jump.
Anche la storia di base è il trionfo della semplicità: uno scienziato che costruisce un robot umanoide.
Scherzando, Toriyama dice che fu un’idea del suo caporedattore Kazuhiko Torishima (“che era un maniaco e fissato con le ragazzine”, dice l’autore) quella di creare una protagonista femminile.
La scelta, a posteriori, può dirsi azzeccatissima, dato che Arale, la robottina miope, scema e dalla forza sovrumana si rivelò un personaggio indubbiamente riuscitissimo (e una scelta più felice del robot gigante/microscopico che l’autore voleva ideare in origine) nonché un’ottima spalla per il protagonista.
L’estro comico di Toriyama si nota, infatti, anche nella caratterizzazione del personaggio principale. Invece del classico scienziato pazzo, o del dottore bonario e di saldi principi, l’autore ci regala un personaggio sì di buon cuore, ma rozzo, porcellone, fumatore, sfortunato, scapolo in perenne cerca di una moglie e ammantato pure lui – come, del resto, tutti i personaggi del fumetto – di una notevole dose di stupidità. Così appare Senbei “Dr. Slump” Norimaki, il nostro protagonista, inventore strambo, grasso, di bassa statura, baffuto e dagli scarmigliati capelli neri (ma capace di trasformarsi in una sua versione più seria e figa per soli tre minuti, come i supereroi dei telefilm!), il cui carattere, si dice, sia ispirato a quello dell’autore stesso. E come dargli torto!
Il luogo prescelto per ambientare la vicenda di questi due bislacchi protagonisti è il Villaggio Pinguino, uno sperduto paesello di campagna in un mondo bizzarro dove convivono, e senza che nessuno se ne faccia un problema, uomini, animali antropomorfi, dinosauri, extraterrestri, robot, creature del folklore giapponese, personaggi-parodia di film, anime e telefilm e tutta una serie di individui tanto strampalati, bifolchi e stupidi quanto esilaranti per chi legge.
Il Villaggio Pinguino è il luogo dove Akira Toriyama può dare sfogo a tutto ciò che lo caratterizza. Avendo vissuto in campagna sin dall’infanzia (imparerà a convivere con la sua città e i suoi agi solo adesso e per motivi di lavoro), l’autore si trova perfettamente a suo agio con i meccanismi del paesello, dove tutti conoscono tutti, dove i bambini giocano all’aria aperta e convivono con gli animali, dove i contadini zappano nel loro orticello, dove si ascoltano con meraviglia i racconti riguardanti le grandi e lontane metropoli come se queste fossero un Eden moderno, vago e idealizzato, dove si spettegola col barbiere, con la tabaccaia, col barista, col preside della scuola, Dr. Slump 2dove la polizia non serve a nulla perché manca il crimine.
Toriyama prende questi luoghi così tranquilli e li colora di una tinta demenziale, dipingendo personaggi stupidissimi ma, proprio per questo, amabili. Il suo gusto per le gags, per l’umanizzazione (ripresa dalla sua passione per Walt Disney) di animali, oggetti e astri trova in Dr. Slump & Arale ampio sfogo, e largo spazio trova anche la messa alla berlina di quella che era la cultura popolare dell’epoca e di tutte le passioni dell’autore. [...]
Si ride, insomma. Ma non solo.
L’opera di Toriyama è probabilmente il manga comico per eccellenza ma, di tanto in tanto, si possono notare anche piccoli episodi di delicatissima poesia e molto pedagogicamente validi per i lettori più piccoli e velate critiche al mondo degli adulti, spesso cinico e complesso se visto con gli occhi puri e innocenti della piccola Arale.
Pubblicato sulle pagine di Shonen Jump dal 1980 al 1984, e raccolto poi in 18 volumi, Dr. Slump & Arale diventa ben presto un fenomeno di grandissima popolarità. Il Giappone sembra letteralmente impazzire per il dottore, la robottina e gli strambi personaggi che li circondano, tanto da arrivare, nel 1983, alla creazione di un fan club chiamato Associazione per la conservazione di Akira Toriyama.
Era lecito, insomma, pensare che il fenomeno si sarebbe espanso e che sarebbe presto o tardi, uscito dalle pagine del fumetto per spingersi oltre, a colonizzare nuovi lidi, come, ad esempio, quelli televisivi...

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