Cos’è che definisce un’opera un classico?
È la sua capacità di creare o innovare un genere. Oppure, come dice Italo Calvino, la sua capacità di farsi fruire ed apprezzare non solo da coloro che vivono al tempo della sua uscita, ma anche dalle generazioni successive.
Da qualsiasi parte lo si guardi, Ashita no Joe non può che definirsi “classico”, all’interno della storia del fumetto giapponese. E direi che la cosa sia lampante, dato che Ashita no Joe cominciò la sua pubblicazione nel 1969 e io, quarant’anni dopo, sono qua a parlarvene nonostante all’epoca della sua prima pubblicazione non fossi presente.
Cos’è che attrae di Ashita no Joe? È il fatto che si tratti di una storia semplice, ma che si fa metafora di qualcosa di immensamente più grande e profondo.
Non è soltanto la vicenda di Joe, adolescente vagabondo, rissaiolo e attaccabrighe che, in seguito all’incontro-scontro con l’ubriacone boxer fallito, Danpei Tange, si incammina sulla strada del pugilato professionistico. La storia, difatti, non si chiama unicamente “Joe”, ma “Ashita no Joe”, “Joe del domani”, e queste due parole sono inscindibilmente legate, nel titolo del manga, come nel suo svolgimento.
Joe non è soltanto un teppistello dai nervi facili nel Giappone degli anni ’60, ma del Giappone degli anni ’60 è a suo modo il simbolo, colui che proietta le speranze dei giapponesi, sconfitti nella guerra mondiale e in fase di ricostruzione del loro paese, verso un sogno, verso l’ “ashita”, un utopico e luminoso domani in cui la povertà, gli stenti, le vergogne non esisteranno più.
Se Joe è la metafora del Giappone del dopoguerra, lo sport si fa il tramite per un domani luminoso, per una crescita fisica, professionale e spirituale del protagonista. Il pugilato rappresenta il trait d’union tra i bassifondi poveri e lerci popolati da ladruncoli e malavitosi e le brillanti luci del ring, le glorie della fama, del mondo dello spettacolo, un universo di benessere completamente differente da quello della Tokyo povera. I poveri commercianti dei bassifondi vi si appassionano poiché vi ritrovano la speranza di una vita migliore, mentre i direttori delle palestre o delle reti televisive lo fanno poiché la vedono come un mezzo per arricchirsi, ma la boxe si trasforma in qualcosa capace di unire entrambi questi mondi nel nome della speranza di un futuro roseo e felice. Sono metafore che saltano immediatamente all’occhio del lettore, sebbene il fumetto non vi calchi troppo esplicitamente la mano. Ma è il bello delle grandi opere in fondo. Vi si può leggere fra le righe e scoprire diverse chiavi di interpretazione.
In questo caleidoscopio di metafore e di livelli di lettura, si muove un ignaro Joe Yabuki. Carico delle speranze di tutto il Giappone e anche di tutti i lettori, il nostro imprevedibile e collerico boxeur rifila un pugno bello potente in faccia a tutti coloro che si aspettano qualcosa di grande da lui, poiché Joe non si cura degli altri, troppe volte dagli altri è stato tradito o abbandonato. Joe combatte unicamente per la propria di rivalsa, ignaro di star simboleggiando la rivalsa del suo quartiere e dell’intero suo paese. La strada di Joe è ardua e irta di ostacoli, sacrifici, sofferenze, rinunce e incontri. Molte persone incroceranno con lui il proprio cammino, ma a Joe interesseranno unicamente coloro che incroceranno con lui anche i propri guantoni, e più volte nel corso della vicenda sarà influenzato da un rapporto di rivalità e insieme di amicizia e taciuta complicità che instaurerà coi suoi avversari, primo fra tutti il celeberrimo campione Tohru Rikishi, suo principale amico e rivale.
È un protagonista sui generis Joe, poiché, pur avendo in sé i tipici valori “da protagonista” quali il senso della lealtà, lo spirito di sacrificio, il valore dell’amicizia, il coraggio, l’abnegazione, gli mancherà quasi del tutto quell’incrollabile bontà che invece caratterizza altri personaggi principali di altre storie: Joe è rissoso, violento, testardo, egoista, infantile, egocentrico, ignaro di molti fatti della vita, sbruffone, fin troppo scaltro, profittatore, soggetto a svariati sbalzi di umore e assolutamente imprevedibile nelle sue reazioni. Anche dopo aver letto tutti i 20 volumi che compongono l’opera, non potremo dire di essere riusciti pienamente a comprendere Joe, ma senza dubbio gli siamo stati vicini, in qualche modo, e questa vicinanza ci ha altrettanto indubbiamente arricchito.
Ashita no Joe è violento, duro, realistico, poetico, intenso, sofferto, drammatico, toccante.
È una storia piena di passioni, così come lo sport che ritrae, capace di infiammare gli animi di chi se ne interessa. Una storia in cui basta guardare l’atmosfera generale per aspettarsi un dramma dietro ogni angolo, dramma che poi puntualmente arriva, riuscendo comunque a sconvolgerci in maniera imprevedibile.
Venti volumi, e nessuna stonatura, nessuna forzatura, nessun personaggio fuori posto, ma un percorso ben preciso, che mira a condurre il protagonista lungo il percorso della vita, facendolo scontrare con diversi avversari e diverse avversità, ma anche donandogli esperienze e insegnamenti preziosissimi ad ogni colpo ricevuto o assestato.
Quarant’anni, e non sentirli. Ashita no Joe, all’epoca della sua prima pubblicazione, sconvolse il Giappone, riuscendo a coinvolgere nella lettura di quello che, a conti fatti, rimane un manga per ragazzi, anche frotte di lettori di età adulta. Si organizzò addirittura un funerale reale, in seguito ad un lutto presente nella storia, pensate un po’. Soltanto Hokuto no Ken arriverà poi a bissare un evento epocale come questo.
Tantissimi, poi, saranno quelli che ad Ashita no Joe si ispireranno negli anni a venire. Basti pensare che in qualsiasi manga si parli di pugilato, sia esso Slow Step, Katsu! o Sakigake!! Otoko Juku!!, la citazione, puntualmente, ci scappa. Ed è più che immediato ripensare al rissoso Joe Yabuki e alla bella e spocchiosa ereditiera Yoko Shiraki guardando gli altrettanto celebri Seiya e Saori creati dal mangaka Masami Kurumada per il suo Saint Seiya.
Quarant’anni, e Ashita no Joe si fa amare ancora. Lo si divora, ci si piange addosso, ci si arrabbia, ci si esalta, ci si emoziona, si posa il volumetto sul comodino e ci si alza in piedi ad applaudire a cotal capolavoro di sceneggiatura, così come al disegnatore, il cui stile sarà obsoleto quanto vi pare, ma è di una bellezza straordinaria. Tetsuya Chiba riesce a ritrarre personaggi dall’aspetto buffo e divertente, simili a quelli di Osamu Tezuka e quindi, di rimando, a quelli dei cortometraggi animati americani degli anni passati, ma anche personaggi realistici e dannatamente espressivi.
Si guarda Joe incassare i colpi, diventare una maschera di sangue, e si soffre per lui. Si guarda l’avversario di turno avanzare silenziosamente ma implacabilmente in direzione di Joe, con un’espressione quasi sovrannaturale dipinta in volto, e ci si piglia paura nonostante sia un personaggio disegnato su una tavola di carta. Si assiste a terrificanti allenamenti, a drastici diminuzioni di peso, e tanto ci si sente coinvolti che si sta davvero male.
È un tratto sporco, ruvido, ma di un’espressività impareggiabile, che molti autori moderni si sognano solamente. Ed è un tratto che chiunque si appassioni a questa storia non cambierebbe con null’altro al mondo, oltre ad un tratto che fece scuola nel corso degli anni a venire (si pensi al già citato Masami Kurumada).
Ashita no Joe è grande. È talmente grande che descriverne a parole la grandezza è difficile, poiché è una grandezza inarrivabile, quel tipo di grandezza che soltanto i veri capolavori riescono a possedere.
Si tratta di un pezzo di storia, da qualsiasi parte lo si guardi. La storia del fumetto giapponese, ma anche la storia di un ragazzo attaccabrighe che cresce come sportivo e come uomo, e la storia di una nazione, il Giappone del dopoguerra, che lotta con le unghie e con i denti per sfuggire ad una misera condizione, così come il suo pugile rozzo e selvaggio che, ergendosi dai bassifondi, riesce a conquistare titoli su titoli e a sfidare (e, spesso e volentieri, vincere) campioni mondiali e nazionali.
È una storia di drammi, incontri, sangue e passioni. Un capolavoro della letteratura a fumetti giapponese a cui tutti quanti noi penso si debba solo chinare la testa in segno di rispetto, ma anche un modo per capirli un po’ meglio, questi strani, bizzarri e spesso troppo ingiustamente criticati fumetti giapponesi, poiché Ashita no Joe ne è un po’ il simbolo, di questo strano arcipelago popolato da gente con gli occhi a mandorla.
Da consigliare ad occhi chiusi, da comprare ad occhi chiusi e da leggere tutto d’un fiato, consci che no, non ci pentiremo di averlo fatto.
È la sua capacità di creare o innovare un genere. Oppure, come dice Italo Calvino, la sua capacità di farsi fruire ed apprezzare non solo da coloro che vivono al tempo della sua uscita, ma anche dalle generazioni successive.
Da qualsiasi parte lo si guardi, Ashita no Joe non può che definirsi “classico”, all’interno della storia del fumetto giapponese. E direi che la cosa sia lampante, dato che Ashita no Joe cominciò la sua pubblicazione nel 1969 e io, quarant’anni dopo, sono qua a parlarvene nonostante all’epoca della sua prima pubblicazione non fossi presente.
Cos’è che attrae di Ashita no Joe? È il fatto che si tratti di una storia semplice, ma che si fa metafora di qualcosa di immensamente più grande e profondo.
Non è soltanto la vicenda di Joe, adolescente vagabondo, rissaiolo e attaccabrighe che, in seguito all’incontro-scontro con l’ubriacone boxer fallito, Danpei Tange, si incammina sulla strada del pugilato professionistico. La storia, difatti, non si chiama unicamente “Joe”, ma “Ashita no Joe”, “Joe del domani”, e queste due parole sono inscindibilmente legate, nel titolo del manga, come nel suo svolgimento.
Joe non è soltanto un teppistello dai nervi facili nel Giappone degli anni ’60, ma del Giappone degli anni ’60 è a suo modo il simbolo, colui che proietta le speranze dei giapponesi, sconfitti nella guerra mondiale e in fase di ricostruzione del loro paese, verso un sogno, verso l’ “ashita”, un utopico e luminoso domani in cui la povertà, gli stenti, le vergogne non esisteranno più.
Se Joe è la metafora del Giappone del dopoguerra, lo sport si fa il tramite per un domani luminoso, per una crescita fisica, professionale e spirituale del protagonista. Il pugilato rappresenta il trait d’union tra i bassifondi poveri e lerci popolati da ladruncoli e malavitosi e le brillanti luci del ring, le glorie della fama, del mondo dello spettacolo, un universo di benessere completamente differente da quello della Tokyo povera. I poveri commercianti dei bassifondi vi si appassionano poiché vi ritrovano la speranza di una vita migliore, mentre i direttori delle palestre o delle reti televisive lo fanno poiché la vedono come un mezzo per arricchirsi, ma la boxe si trasforma in qualcosa capace di unire entrambi questi mondi nel nome della speranza di un futuro roseo e felice. Sono metafore che saltano immediatamente all’occhio del lettore, sebbene il fumetto non vi calchi troppo esplicitamente la mano. Ma è il bello delle grandi opere in fondo. Vi si può leggere fra le righe e scoprire diverse chiavi di interpretazione.
In questo caleidoscopio di metafore e di livelli di lettura, si muove un ignaro Joe Yabuki. Carico delle speranze di tutto il Giappone e anche di tutti i lettori, il nostro imprevedibile e collerico boxeur rifila un pugno bello potente in faccia a tutti coloro che si aspettano qualcosa di grande da lui, poiché Joe non si cura degli altri, troppe volte dagli altri è stato tradito o abbandonato. Joe combatte unicamente per la propria di rivalsa, ignaro di star simboleggiando la rivalsa del suo quartiere e dell’intero suo paese. La strada di Joe è ardua e irta di ostacoli, sacrifici, sofferenze, rinunce e incontri. Molte persone incroceranno con lui il proprio cammino, ma a Joe interesseranno unicamente coloro che incroceranno con lui anche i propri guantoni, e più volte nel corso della vicenda sarà influenzato da un rapporto di rivalità e insieme di amicizia e taciuta complicità che instaurerà coi suoi avversari, primo fra tutti il celeberrimo campione Tohru Rikishi, suo principale amico e rivale.
È un protagonista sui generis Joe, poiché, pur avendo in sé i tipici valori “da protagonista” quali il senso della lealtà, lo spirito di sacrificio, il valore dell’amicizia, il coraggio, l’abnegazione, gli mancherà quasi del tutto quell’incrollabile bontà che invece caratterizza altri personaggi principali di altre storie: Joe è rissoso, violento, testardo, egoista, infantile, egocentrico, ignaro di molti fatti della vita, sbruffone, fin troppo scaltro, profittatore, soggetto a svariati sbalzi di umore e assolutamente imprevedibile nelle sue reazioni. Anche dopo aver letto tutti i 20 volumi che compongono l’opera, non potremo dire di essere riusciti pienamente a comprendere Joe, ma senza dubbio gli siamo stati vicini, in qualche modo, e questa vicinanza ci ha altrettanto indubbiamente arricchito.
È una storia piena di passioni, così come lo sport che ritrae, capace di infiammare gli animi di chi se ne interessa. Una storia in cui basta guardare l’atmosfera generale per aspettarsi un dramma dietro ogni angolo, dramma che poi puntualmente arriva, riuscendo comunque a sconvolgerci in maniera imprevedibile.
Venti volumi, e nessuna stonatura, nessuna forzatura, nessun personaggio fuori posto, ma un percorso ben preciso, che mira a condurre il protagonista lungo il percorso della vita, facendolo scontrare con diversi avversari e diverse avversità, ma anche donandogli esperienze e insegnamenti preziosissimi ad ogni colpo ricevuto o assestato.
Quarant’anni, e non sentirli. Ashita no Joe, all’epoca della sua prima pubblicazione, sconvolse il Giappone, riuscendo a coinvolgere nella lettura di quello che, a conti fatti, rimane un manga per ragazzi, anche frotte di lettori di età adulta. Si organizzò addirittura un funerale reale, in seguito ad un lutto presente nella storia, pensate un po’. Soltanto Hokuto no Ken arriverà poi a bissare un evento epocale come questo.
Tantissimi, poi, saranno quelli che ad Ashita no Joe si ispireranno negli anni a venire. Basti pensare che in qualsiasi manga si parli di pugilato, sia esso Slow Step, Katsu! o Sakigake!! Otoko Juku!!, la citazione, puntualmente, ci scappa. Ed è più che immediato ripensare al rissoso Joe Yabuki e alla bella e spocchiosa ereditiera Yoko Shiraki guardando gli altrettanto celebri Seiya e Saori creati dal mangaka Masami Kurumada per il suo Saint Seiya.
Quarant’anni, e Ashita no Joe si fa amare ancora. Lo si divora, ci si piange addosso, ci si arrabbia, ci si esalta, ci si emoziona, si posa il volumetto sul comodino e ci si alza in piedi ad applaudire a cotal capolavoro di sceneggiatura, così come al disegnatore, il cui stile sarà obsoleto quanto vi pare, ma è di una bellezza straordinaria. Tetsuya Chiba riesce a ritrarre personaggi dall’aspetto buffo e divertente, simili a quelli di Osamu Tezuka e quindi, di rimando, a quelli dei cortometraggi animati americani degli anni passati, ma anche personaggi realistici e dannatamente espressivi.
Si guarda Joe incassare i colpi, diventare una maschera di sangue, e si soffre per lui. Si guarda l’avversario di turno avanzare silenziosamente ma implacabilmente in direzione di Joe, con un’espressione quasi sovrannaturale dipinta in volto, e ci si piglia paura nonostante sia un personaggio disegnato su una tavola di carta. Si assiste a terrificanti allenamenti, a drastici diminuzioni di peso, e tanto ci si sente coinvolti che si sta davvero male.
È un tratto sporco, ruvido, ma di un’espressività impareggiabile, che molti autori moderni si sognano solamente. Ed è un tratto che chiunque si appassioni a questa storia non cambierebbe con null’altro al mondo, oltre ad un tratto che fece scuola nel corso degli anni a venire (si pensi al già citato Masami Kurumada).
Ashita no Joe è grande. È talmente grande che descriverne a parole la grandezza è difficile, poiché è una grandezza inarrivabile, quel tipo di grandezza che soltanto i veri capolavori riescono a possedere.
Si tratta di un pezzo di storia, da qualsiasi parte lo si guardi. La storia del fumetto giapponese, ma anche la storia di un ragazzo attaccabrighe che cresce come sportivo e come uomo, e la storia di una nazione, il Giappone del dopoguerra, che lotta con le unghie e con i denti per sfuggire ad una misera condizione, così come il suo pugile rozzo e selvaggio che, ergendosi dai bassifondi, riesce a conquistare titoli su titoli e a sfidare (e, spesso e volentieri, vincere) campioni mondiali e nazionali.
È una storia di drammi, incontri, sangue e passioni. Un capolavoro della letteratura a fumetti giapponese a cui tutti quanti noi penso si debba solo chinare la testa in segno di rispetto, ma anche un modo per capirli un po’ meglio, questi strani, bizzarri e spesso troppo ingiustamente criticati fumetti giapponesi, poiché Ashita no Joe ne è un po’ il simbolo, di questo strano arcipelago popolato da gente con gli occhi a mandorla.
Da consigliare ad occhi chiusi, da comprare ad occhi chiusi e da leggere tutto d’un fiato, consci che no, non ci pentiremo di averlo fatto.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Rocky Joe 1 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 2 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 3 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 4 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 5 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 6 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 7 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 8 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 9 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 10 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 11 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 12 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 13 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 14 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 15 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 16 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 17 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 18 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 19 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe 20 | € 4.20 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 1 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 2 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 3 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 4 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 5 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 6 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 7 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 8 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 9 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 10 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 11 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 12 | € 8.00 | Star Comics |
Rocky Joe Perfect Edition 13 | € 8.00 | Star Comics |
Tutto immaginavo tranne che la mia recensione potesse essere esposta in vetrina! Non nascondo che provo un certo imbarazzo e un certo onore, in un certo senso... Grazie a chi se n'è occupato, mi ha fatto un grandissimo piacere...
Spero che la recensione vi piaccia. Purtroppo sono conscio dell'impossibilità di raccontare a parole un'opera come questa, dotata quasi di un'aura di sacralità inviolabile, che si porta dietro racconti mitologici di generazioni cresciute col mito di questo pugile ribelle, di funerali svolti per personaggi morti nella storia, di adulti che si appassionano ad uno shonen manga. E' una storia che bisogna leggere in prima persona, per poterla capire. Una volta cominciato a leggere, però, non si torna indietro. Ashita no Joe colpisce al cuore come un uppercut e segna irrimediabilmente i suoi lettori, in maniera sofferta ma anche in modo da renderli fieri di aver conosciuto un'opera di tale levatura.
Non posso dirvi nulla di più di "Andate e leggete". Un consiglio spassionato dal profondo del cuore!
ps. Ehehehe si l'avevo sentito anch'io del funerale per quel personaggio lì, epocale la musica di sottofondo presente nell'anime alla fine dell'incontro contro tu sai chi
Comunque penso di prendere il film Rcoky Joe - L'ultimo round, visto che l'altra volta l'ho trovato per caso in videoteca, e a un presso basso per di più, mi sembra di ricordare
Da quel che ho sentito dovrebbe essere un riassunto di tutta la serie, giusto? Ma tralascia qualcosa di importante o è concludente e soddisfacente per se stessa?
A parte questo inconveniente mica da ridere e appurato dunque la sua reale conclusione, se la parola "capolavoro" non è adatta per definire quest'opera non saprei davvero quale altra terminologia usare.
P.s.
Magnifica recensione Kotaro, le parole che hai usato per descrivere Rocky Joe sono Vangelo
La recensione l'avevo già letta sulla scheda manga qualche tempo fa. Ti farei i complimenti, ma la cosa è scontata...
Ora sono sempre più spronato a leggere e a onorare questo manga, visto che mi viene passato da Kotaro stesso
Spero che tanta di quella gente che non l'ha mai sentito nominare, dopo questa si decida ad andarlo a comprare... e di corsa!
ho letto solo le prime righe e devo solo dire una cosa: complimenti per la recensione =)
@Sylar: Wow che errorino che avevan fatto con le sigle L'opening di Rocky Joe, a parte l'originale ovviamente, resta la fantastica canzone degli Oliver Onions (quelli di Bud Spencer & Terence Hill e la loro Dune Buggy ).
Rocky è eccezionale....Rocky ti fa male
Non puoi che trovarmi completamente concorde con Te.
Bellissima recensione, titolo commovente ed epico, un <i>must have</i> per tutti i lettori di manga.
Leggetelo, leggetelo, leggetelo!
Evvabbè, mettiamo in whishlist pure questo... tanto prima o poi ci sarebbe finito lo stesso
Quando nelle schede ci sono le recensioni di Kotaro di solito le leggo sempre, il più delle volte mi trovo d'accordo con quanto ha scritto (se il titolo è tra quelli che ho letto).
Rocky Joe... Sarà che siccome quando ero piccolina abbondavano i "cartoni animati" incentrati sullo sport, ad oggi è un genere che mi piace molto e quando si tratta di un drammone sportivo... Apriti cielo!
:D
Ashita no Joe è un titolo che non possiedo perché all'epoca non acquistai. È però da qualche anno che ho intenzione di recuperarlo, devo ancora valutare se in blocco o pezzo per pezzo (come sono abituata a fare). Una cosa è certa: la serie TV mi ha commossa, quindi figuriamoci cosa potrebbe uscire da una mia lettura del manga!
OPERA di altissimo livello a parer mio, che si è intrufolata di prepotenza nella mia personale top ten da quando la lessi non molto tempo fa. L'unico difettuccio, forse, alcune "tecniche segrete" un po' macchinose (ma restiamo cmq nell'ambito del reale, nulla di inverosimile quindi).
Dell'edizione Star Comics invece mi fa storcere il naso come sia stato snaturato il titolo del manga, anche perchè "Joe del domani" aveva un significato tutto particolare e profondo, strettamente correlato alle motivazioni di fondo della storia; mentre "Roky Joe" non significa niente vabbè.
Comprate questo manga, non ve ne pentirete... solo poi sarà traumatico tornare a leggere manga "normali"; io infatti, una volta terminato, ci ho messo quasi due settimane per riuscire a riprendere un fumetto in mano
Mai come in questo caso: CAPOLAVORO!
Purtroppo non ho mai avuto occasione di leggermi questo manga e non ho nemmeno la possibilità di reperirlo, almeno per il momento, dato che ho altre serie che urgono di essere recuperate. Ma se avrò la possibilità forse ci farò un pensierino
Una curiosità: come si fa a farsi pubblicare la propria recensione?
Io non ho mai letto questo Manga, ma devo dire che leggendone altri non è raro incontrare citazioni o comunque tributi a questo mitico fumetto.
"Ashita no Joe è violento, duro, realistico, poetico, intenso, sofferto, drammatico, toccante." Proprio così mi è stata descritta questa grandissima opera e ora mi è venuta voglia di prenderla.
Nonostante abbia 40 anni, Ashita No Joe sembra essere uno dei migliori Manga mai realizzati!
@Oberon:
Non è SC ad aver snaturato il titolo, semplicemente, come era "di moda" all'epoca (tristemente se posso permettermi), si è limitata ad utilizzare il titolo della serie TV. Il motivo per cui, poi, gli adattatori dell'anime abbiano cambiato il titolo mi sembra ovvio, specie considerati gli anni in cui è uscito (e tutto sommato poteva andare peggio ehehe sgrunth eheh)
Unico appunto, peraltro legato ai miei gusti, riguarda i disegni: molto belli, soprattutto considerata l'epoca di appartenenza e l'influenza avuta in opere successive; tuttavia:
- La pettinatura di Joe la trovo oscena
- I personaggi (o perlomeno alcuni) sono un tantino rachitici (ma lì il problema sta nel fatto che, nella mia testa, la parola "boxe" è associata a quei colossi americani di categoria heavyweight).
Certo è che, sia per fama che in base ai commenti generali che riceve, come acquisto va considerato seriamente, a prescindere dai gusti. Almeno, questo mi pare di aver capito .
Nella mia ingenuità da ragazzino arrivai perfino a pensare che era dovuto in quanto tutti e due titoli trattavano lo stesso sport
Ho trovato la sigla incriminata che tanto mi fece inc***are (mi autocensuro) quando ho scoperto il pastrocchio (pensa che ancor oggi quando penso a Rocky Joe mi viene istintivo ricollegarlo a questa canzone essendo la prima che ascoltati per quest'anime, mi sono sentito preso per il c**o (autocensura bis) per un bel po di tempo )
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Comunque certe traduzioni di titoli se fossero riportati letteralmente dal giapponese sarebbero un minimo ridicoli: "Scusi è arrivato Jo del domani"?
Non l'ho comprato perché sono tanti numeri e credo che l'edizione Star Comics non renda giustizia al titolo, aspetterò una ristampa da parte di d/visual magari, tanto l'anime lo conosco a memoria
Quello è voluto mio caro ManseX, neanche immagini quanto... ù_ù
@Antonio. l'edizione Star di RJ è tutto sommato onesta: eccettuata la carta lievemente trasparente, se lo compri nuovo ti ritrovi dei volumi dignitosi. Certo una bella riedizione non sarebbe una brutta cosa... ma credo che le possibilità che ciò accada siano a dir poco remote ''
Meglio sperare in una riedizione delle opere di Fujita
@ Mansex
I personaggi sono "rachitici" perchè sono normali ragazzi, non pesi massimi. Sono pesi gallo, piuma o welther mi sembra (adesso non ricordo con esattezza), ma comunque di sicuro non massimi. Poi, come ha detto Oberon, in un certo senso ci sono anche delle spiegazioni a livello di trama!
@ Antonio, Oberon e altri che parlano dell'edizione
Si tratta nè più nè meno della classica edizione dei tempi, senza nessun fronzolo inutile che lo rendesse costoso all'inverosimile. Peraltro è riuscito a mantenere sempre lo stesso prezzo, piuttosto contenuto, per tutta la sua durata, senza impennare come fanno altre serie.
Una ristampa sarebbe assolutamente impossibile, visti i tempi. Davvero credete che i ragazzini non gli sputino sopra, visto il trattamento che ricevono altre opere classiche ma più recenti di Ashita no Joe? Non è assolutamente aria!
dopo aver letto tanti commenti entusiastici credo proprio sia giunto il momento di agire!!!
Rocky Joe, serie ultra famosa di cui sono ancora ignorante, ma che spero vivamente di poter acquistare al più presto. Naturalmente la preziosità del titolo potrebbe farci creare qualche problema nel reperire tutta la serie, ma sarebbe davvero bello entrare nel mondo di una di quelle serie che ha emozionato una generazione e continua ancora a dare i suoi frutti.
inoltre le immagini mi pare appartengano anche alla seconda serie dell'1981 di Joe e non a quella anni '70.
Io fossi in te adesso odierei Forza Sugar
Tu ci scherzi ma effettivamente non sei andato troppo lontano dalla verità, pur non avendo nessuna colpa Forza Sugar, un po di rancore verso questo titolo non nascondo che lo provo ogni volta che mi ritrovo a pensarci (e non ti dico cosa farei se avessi tra le mani il responsabile )
Ti parlavo del finale assurdo che diedero all'anime in questa versione nei passaggi televisivi regionali, ho trovato il video però lo posto nella mia scheda per evitare "spoiler" (parolone visto che non c'entra niente avendo travisato completamente con un lavoro di taglia e cuci allucinante) a chi deve ancora vederlo.
Per chi invece ne volesse saper di più conoscendo già l'anime ma non questa farsa, fate pure un salto nella mia scheda a dare un'occhiata
Mi sa che c'è abbondanza di fillers con scontri vs pugili inventati solo per l'anime.
Data l'abbondanza di colpi di scena della storia, mi si può anche informare in privato, se non si vuole rovinare la lettura ai "nuovi adepti"!
Toccante, esaltante, coinvolgente e VERO.
Poco da dire o da ragionare su questo capolavoro, consigliato anche a chi non piace questo sport, o in generale i manga che parlano di sport.
http://it.wikipedia.org/wiki/Episodi_di_Rocky_Joe
Vi anticipo solo che la 2a serie è divisa in due parti, i primi episodi sono un riassunto degli avventimenti fondamentali della 1a serie, poi si prosegue nella seconda parte con la strada verso l'incontro con il campione Mendoza. Gli OAv (che sono 2) fanno sempre da mega-riassuntone delle vicende della 1a serie e della seconda parte della 2a serie.
Noterete che c'è un bel divario tecnico tra le due serie, complice la distanza di un decennio tra le due opere, gli OAV sono ancora meglio sotto il profilo prettamente grafico, ma se volete vivere le emozioni del manga non vi resta che guardare la prima "grandiosa" serie di Rocky Joe e il suo pugno del domani.
Spero di essere stato utile
A me l'edizione è sempre sembrata ottima, un'edizione classica senza fronzoli ma ampiamente fruibile.
Piacerebbe anche a me che venissero proposte altre opere degli stessi autori (una su tutte il manga di Tutti in campo con Lotti), ma purtroppo si tratta di opere che non hanno spazio nel nostro mercato attuale, tanto più che comunque noi italiani in media siamo più legati alle singole opere (di cui abbiamo visto l'anime) che agli autori, quindi presentare una nuova opera "dall'autore di Rocky Joe e L'uomo tigre" a poco servirebbe, soprattutto visto che sono opere che le nuove generazioni disconoscono.
Opera che purtroppo non ho mai avuto il piacere di leggere (ho visto solo la controparte animata), e che però mi piacerebbe molto fare.. In un futuro non troppo lontano spero di riuscirci..
Beh che sia bakuman o altro, il finale di rocky joe lo spiattellano ovunque perchè benomale la gran parte delle persone sa la fine senza averlo manco visto/letto.... specie in virtù di quel famoso oav che rimediava alle censure degli ultimi episodi italiani
Motivo in più per leggerlo subito e di corsa, così avendo letto il finale questi spoiler non faran più effetto
cmq sia, è qualcosa che colpisce dentro... l'unico "sportivo" (perchè alla fine relegarlo a manga sportivo è sputare addosso all'intera opera) che m'è piaciuto sul serio.
L'unico che per me ci si avvicina è F-Motori in pista di Rokuda, che per alcuni versi è moooolto simile, specie superati i primi volumi, dove gli strascichi comici di dash kappei lasciavano il posto a una storia ben più drammatica
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