Riprendiamo da Nanoda un interessante intervento di Cristian Posocco, direttore editoriale di Flashbook Edizioni, che spiega alcune delle caratteristiche dell’edizione italiana di The Five Star Stories.
A poco più di un mese dall'uscita nelle fumetterie italiane di The Five Star Stories, ritengo di spendere due righe sulle scelte compiute nell'adattamento testuale e grafico, in quanto molte rappresentano un'assoluta novità per noi, e ritengo probabile che alcune di esse faranno discutere e dibattere... Vedremo. ^^
Innanzitutto, per rispettare il volere dell'autore, il suo nome verrà riportato seguendo l'ordine occidentale nome-cognome, e non rispettando l'ordine originale giapponese cognome-nome (come abbiamo sempre fatto dal mio insediamento a oggi). […]
In secondo luogo, sempre per volere dell'autore, le onomatopee non verranno adattate graficamente, rimanendo quindi in Giapponese.
Abbiamo scartato soluzioni di ripiego come il tradurle in piccolo, cosa che a nostro avviso rovina graficamente la pagina, o pubblicarne la traduzione in appendice a fine volume, visto che la macchinosità della consultazione le renderebbe pressoché inutili. Sappiamo bene che questa nostra scelta di non adottare nessuna di queste due soluzioni alternative solleverà molti "scambi di vedute", ma è una scelta che abbiamo fatto in piena consapevolezza e coerenza con le nostre idee.
Anche il lettering sarà totalmente diverso dagli standard. Avrà un diverso carattere, meno "fumettoso" e più da "romanzo", e sarà in alto/basso, ovvero utilizzerà anche l'alfabeto minuscolo anziché essere completamente in maiuscolo.
Questo perché, oltre a rafforzare quell'idea di "romanzo disegnato" che vorremmo venisse associata a The Five Star Stories, l'iniziale maiuscola permette di rendere con immediatezza visiva l'importanza di certi termini e la loro altisonanza: gli ordini cavallereschi, le istituzioni, le cariche ufficiali, inoltre, l'uso dell'alto/basso permetterà di rendere meglio, quando sarà il caso, determinati giochi che l'autore fa sfruttando l'alternatanza di kanji, kana e romaji.
L'idea è stata proposta dal traduttore Yupa prendendo spunto dall'uso che Nagano stesso fece nell'edizione americana di FSS, intuizione assai felice. Inoltre, alcuni nomi e termini che nell'originale sono sempre enfatizzati in katakana, troveranno il corrispettivo italiano sempre in corsivo, in modo da cercare di riprodurre l'effetto presente nel testo originale.
Infine, alcune puntualizzazioni riguardo alle scelte di adattamento. Al riguardo, può rivelarsi utile e interessante consultare il blog di Yupa, il già citato nostro traduttore, che, tra le altre cose, parla anche del processo di traduzione e adattamento di questo fumetto, delle scelte fatte e dei motivi per cui sono state fatte.
Partiamo dall'adattamento dei nomi dei protagonisti, dei luoghi, dei mezzi.
In questo caso, il traduttore ha deciso di prendere come unico referente sicuro e attendibile la loro scrittura giapponese in katakana. Eventuali trascrizioni ufficiali o ufficiose in caratteri latini per mano dello stesso autore, quando esistenti, vengono prese in considerazione solo come possibile materiale di confronto.
Questo perché i giapponesi stessi hanno molte difficoltà (anche per loro stesso interesse, probabilmente) nella trascrizione dei loro nomi in caratteri latini. In ogni caso, i nomi già noti a livello internazionale come maggiormente distintivi del mondo di FSS non subiranno modifiche, se non in caso di particolari necessità: per cui i mortar headd si chiameranno mortar headd, gli headdliner si chiameranno headdliner e non in altro modo.
Per spiegare al meglio, mi permetto di citare un breve estratto preso dallo stesso blog di Yupa.
«Nei volumi originali, di solito nelle appendici, nelle schede sui personaggi, o in pagine d'illustrazione che introducono i diversi capitoli, o in volumi d'illustrazioni legate all'opera, si trovano sí trascrizioni in caratteri latini di nomi di personaggi e quant'altro, ma queste trascrizioni molto spesso hanno un fine meramente suggestivo e artistico, vago e approssimativo. Non vogliono dare né indicazioni di pronuncia né indicazioni su come i nomi andrebbero trascritti. Da questo punto di vista FSS è un caso esemplare, visto che poi, di volume in volume, e a volte nello stesso volume, le trascrizioni dei nomi cambiano, come se l'autore si divertisse a giocare provando diverse possibili combinazioni. Eclatante nel primo volume il caso della protagonista, che a seconda dei casi diventa "Lachesis", "Lachisis", o "Rachesis".»
E poi, e poi... ci sarebbero millemila cose da dire e da approfondire quando si ha tra le mani un'opera di tale portata e complessità, ma rischierei di dilungarmi troppo e di risultare prolisso & palloso.
Spero comunque, con queste righe, di aver chiarito un po' di cose riguardo all'edizione che vi troverete fra le mani, e, chissà!, di aver ringalluzzito un po' la voglia di leggere al più presto questo straordinario capolavoro che avremo l'onore e l'onere di pubblicare.
Potete leggere l’intervento originale per esteso su Nanoda al seguente link.
A poco più di un mese dall'uscita nelle fumetterie italiane di The Five Star Stories, ritengo di spendere due righe sulle scelte compiute nell'adattamento testuale e grafico, in quanto molte rappresentano un'assoluta novità per noi, e ritengo probabile che alcune di esse faranno discutere e dibattere... Vedremo. ^^
Innanzitutto, per rispettare il volere dell'autore, il suo nome verrà riportato seguendo l'ordine occidentale nome-cognome, e non rispettando l'ordine originale giapponese cognome-nome (come abbiamo sempre fatto dal mio insediamento a oggi). […]
In secondo luogo, sempre per volere dell'autore, le onomatopee non verranno adattate graficamente, rimanendo quindi in Giapponese.
Abbiamo scartato soluzioni di ripiego come il tradurle in piccolo, cosa che a nostro avviso rovina graficamente la pagina, o pubblicarne la traduzione in appendice a fine volume, visto che la macchinosità della consultazione le renderebbe pressoché inutili. Sappiamo bene che questa nostra scelta di non adottare nessuna di queste due soluzioni alternative solleverà molti "scambi di vedute", ma è una scelta che abbiamo fatto in piena consapevolezza e coerenza con le nostre idee.
Anche il lettering sarà totalmente diverso dagli standard. Avrà un diverso carattere, meno "fumettoso" e più da "romanzo", e sarà in alto/basso, ovvero utilizzerà anche l'alfabeto minuscolo anziché essere completamente in maiuscolo.
Questo perché, oltre a rafforzare quell'idea di "romanzo disegnato" che vorremmo venisse associata a The Five Star Stories, l'iniziale maiuscola permette di rendere con immediatezza visiva l'importanza di certi termini e la loro altisonanza: gli ordini cavallereschi, le istituzioni, le cariche ufficiali, inoltre, l'uso dell'alto/basso permetterà di rendere meglio, quando sarà il caso, determinati giochi che l'autore fa sfruttando l'alternatanza di kanji, kana e romaji.
L'idea è stata proposta dal traduttore Yupa prendendo spunto dall'uso che Nagano stesso fece nell'edizione americana di FSS, intuizione assai felice. Inoltre, alcuni nomi e termini che nell'originale sono sempre enfatizzati in katakana, troveranno il corrispettivo italiano sempre in corsivo, in modo da cercare di riprodurre l'effetto presente nel testo originale.
Infine, alcune puntualizzazioni riguardo alle scelte di adattamento. Al riguardo, può rivelarsi utile e interessante consultare il blog di Yupa, il già citato nostro traduttore, che, tra le altre cose, parla anche del processo di traduzione e adattamento di questo fumetto, delle scelte fatte e dei motivi per cui sono state fatte.
Partiamo dall'adattamento dei nomi dei protagonisti, dei luoghi, dei mezzi.
In questo caso, il traduttore ha deciso di prendere come unico referente sicuro e attendibile la loro scrittura giapponese in katakana. Eventuali trascrizioni ufficiali o ufficiose in caratteri latini per mano dello stesso autore, quando esistenti, vengono prese in considerazione solo come possibile materiale di confronto.
Questo perché i giapponesi stessi hanno molte difficoltà (anche per loro stesso interesse, probabilmente) nella trascrizione dei loro nomi in caratteri latini. In ogni caso, i nomi già noti a livello internazionale come maggiormente distintivi del mondo di FSS non subiranno modifiche, se non in caso di particolari necessità: per cui i mortar headd si chiameranno mortar headd, gli headdliner si chiameranno headdliner e non in altro modo.
Per spiegare al meglio, mi permetto di citare un breve estratto preso dallo stesso blog di Yupa.
«Nei volumi originali, di solito nelle appendici, nelle schede sui personaggi, o in pagine d'illustrazione che introducono i diversi capitoli, o in volumi d'illustrazioni legate all'opera, si trovano sí trascrizioni in caratteri latini di nomi di personaggi e quant'altro, ma queste trascrizioni molto spesso hanno un fine meramente suggestivo e artistico, vago e approssimativo. Non vogliono dare né indicazioni di pronuncia né indicazioni su come i nomi andrebbero trascritti. Da questo punto di vista FSS è un caso esemplare, visto che poi, di volume in volume, e a volte nello stesso volume, le trascrizioni dei nomi cambiano, come se l'autore si divertisse a giocare provando diverse possibili combinazioni. Eclatante nel primo volume il caso della protagonista, che a seconda dei casi diventa "Lachesis", "Lachisis", o "Rachesis".»
E poi, e poi... ci sarebbero millemila cose da dire e da approfondire quando si ha tra le mani un'opera di tale portata e complessità, ma rischierei di dilungarmi troppo e di risultare prolisso & palloso.
Spero comunque, con queste righe, di aver chiarito un po' di cose riguardo all'edizione che vi troverete fra le mani, e, chissà!, di aver ringalluzzito un po' la voglia di leggere al più presto questo straordinario capolavoro che avremo l'onore e l'onere di pubblicare.
Potete leggere l’intervento originale per esteso su Nanoda al seguente link.
ehi,sono primo per la prima volta!
originariamente era previsto a fine settembre ma evidentemente hanno capito che sarebbe stata cosa buona e giusta annunciarlo a Lucca (infatti, dice sempre il buon Cristian, il secondo numero uscirà poi a novembre e dopo avrà cadenza bimestrale )
peccato per le onomatopee non tradotte, ma alla fine chissene: nei volumi d/visual questa cosa mi infastidisce ma non mi ha poi creato grandissimi problemi di comprensione
mi intriga tantissimo l'uso dell'alto/basso, come un romanzo scritto
niente, il 29 ottobre deve arrivare PRESTOOOO!!!
Molto bella invece l'idea di usare un carattere stile romanzo. Nel complesso sembra un'ottima edizione.
A me da fastidio quando le traducono in piccolo, però se non me le traducono non capisco cosa vogliano dire... Se fanno un buon lavoro nel togliere quelle giapponesi e mettere quelle italiane non è meglio?
Prima è tra le mie mani, prima avrò una mia impressione, anche se c' è da dire che l' hanno pensato proprio bene!
Se ad esempio qualche robot usa un arma laser, mica so che rumore fa
comunque da un lato trovo giusto lasciare le tavole in originale, però potevano usare il sistema che usano quelli di Planet manga che le mettono in piccolo che comunque non è bello da vedere. ma ormai hanno deciso.
probabilmente non lo prenderò, ma fino ad ottobre valuterò per bene
Non sono assolutamente contento invece per la mancanza di traduzioni in piccolo in prossimità delle onomatopee, fosse anche poco fuori la vignetta. Sinceramente non vedo come possano alterare l'equilibrio estetico di una tavola.
Questa vorrei che Posocco me la spiegasse meglio
Quella del lettering ed il font "da romanzo", sulla carta sembra un'ottima idea, versatile e originale; non vedo l'ora di poterne apprezzare la resa italiana.
Da quello che leggo stanno facendo un lavoro stupendo!
Ben venga quest'edizione.
Le onomatopee sono comunque dei disegni integrativi alla tavola, per questo alcuni autori sono contrari alla loro cancellazione e sostituzione con onomatopee italiane.
Attendo chiarimenti dal Posocco.
Imparare a leggere il katakana è abbastanza facile, ma la grande maggioranza dei suoni giapponesi non corrispondono all'onomatopea italiana.
Quanto ai font maiuscolo/minuscolo aspetto di vederli (una pagina in anteprima? ^^; ), ma le poche cose che ho visto così realizzate mi fanno un po' storcere il naso onestamente.
Soddisfatto invece dal resto della spiegazione, che per lo meno sembra mostrare una certa attenzione alla traduzione e all'adattamento.
http://www.animeclick.it/news/24764-five-star-stories-pubblicato-da-flashbook-anteprima-tavole
pubblicate su AC qualche tempo fa.
a me sembra discretamente spettacolare e sono certa che la FB farà un lavoro ottimo
Il resto ottimo lavoro ovviamente, ma un lavoro di questo grado non può permettersi dei passi falsi simili.
La traduzione in piccolo in prossimità dell'onomatopea direi sia la scelta più indolore per tutti:
-i puristi ed i fanatici della grafica non si vedranno toccate le tavole
-chi ha bisogno della traduzione ha a disposizione i mezzi per comprendere appieno ciò che accade nella tavola
-... chi invece neanche bada alle onomatopee (a quanto pare ci son anche esemplari simili di lettore O_o ) ignorerà a maggior ragione queste traduzioni minuscole.
Ovviamente la soluzione altrettanto inutile sarebbe quella quella delle traduzioni a fine volume: come voluta, ad esempio, da Inoue con Slam Dunk Deluxe, dove eri costretto ad andare a fine volume per vedere la traduzione, oltre che dei rumori, anche delle scritte sui tabelloni, le grida del pubblico et similia
Ripeto, scelta assai infelice a parer mio, spero vivamente che Flashbook ci ripensi, visto che dalla spiegazione qui sopra mi sembra di aver capito, e mi si corregga se sbaglio, che non son stati imposti restrizioni alle traduzioni in piccolo.
Grazie, credo di aver capito. Probabilmente è che associo le onomatopee più ai dialoghi che ai disegni...
Credo che più o meno tutti considerino le onomatopee importanti quanto te, ma sono d'accordo con gli autori nel non volerle modificare graficamente.
Ma una traduzione a fianco la vedrei come una soluzione ottimale.
Cioè, come fare altrimenti?
A meno di non conoscere già tutte le onomatopee della lungua giapponese...
Ottimo per il non adattamento delle onomatopee, invece
È un compromesso che mi pare accettabile.
Sono comunque fiducioso sul lavoro che farà la Flashbook su questo manga e lo acquisterò sicuramente.
@Picciotta74
Ma il primo numero non esce il 30 settembre?Sulla wishlist dice così...
Anche se ho letto in giro che l'uscita è slittata a Novembre...Si sa la data esatta?
@ Drakon: si, la whishlist dice così perché questa era la data stabilita inizialmente; se vai sul sito FB la data ora è 30 ottobre e lo stesso Posocco ha confermato che per non precisati motivi (cough... *Lucca* cough...) l'uscita è slittata a fine ottobre
Grazie dei chiarimenti Peccato,speravo di averlo tra meno di un mese,invece si dovrà aspettare :/
Lodevole questo attento lavoro di adattamento da parte della FB: testimonia della loro serietà e contemporaneamente dell'importanza dell'opera, anche se, sotto tutte le richieste dell'autore.mi sembra di leggere un po' della sua famigerata estrosità XD
Vabbè, agli artisti si perdona tutto, soprattutto se geniali^^
Quello delle onomatopee non mi sembra un problema così grande: del resto sono per lo più scritte in hiragana, basta procurarsi un semplice specchietto con la traslitterazione in romanji e chiunque le può leggere.
Del resto, di solito, oltre a traslitterare, nelle edizioni italiane si adatta pure, usando le onomatopee americane, diverse da quelle giap: più di una volta mi è capitato di notare la diversità dei suoni fra un manga e Topolino ad esempio...
Al font da romanzo ci faremo l'abitudine, penso..come alla lettura non ribaltata a suo tempo.
Insomma, va benissimo non pasticciare le tavole per adattarle, ma le traduzioni in piccolo che male gli fanno? Su Nodame, il primo che mi viene in mente perchè appena letto, funzionano benissimo. Spero ardentemente che ci ripensino.
E poi, qual è il problema con Lachesis? Un nome così dichiaratamente preso dalla mitologia greca, lo sarà per un motivo, no? Che senso avrebbe trasformarlo in Rachesis (suona orrendo...)?
Insomma, attendo questo manga da infinito tempo, l'ho prenotato in fumetteria da un pezzo, vorranno mica rovinarlo in questa maniera, vero?
Piuttosto, a malincuore, scaffale, con quello che costa... siiigh!
Alcune riflessioni sulle cose che finora sono state più discusse, senza intenti polemici...
@Slanzard:
Concordo in toto, tranne quando dici che "noi, non conoscendo il jap, non [...] siamo in grado" (di comprendere le onomatopee). Come qualcun altro ha già scritto, non si tratta di imparare il giapponese per "decifrare" le onomatopee. E' sufficiente imparare i katakana. Io l'ho fatto anni e anni fa solo con l'aiuto di alcune sigle originali che mi capitavano a tiro in TV e con materiale di fortuna, quando internet non ce l'aveva ancora nessuno e il mio PC era un "misero" 286... Ora si va su internet, ci si procura uno specchietto (come suggerisce Friederike72) e si imparano.
@sglapz:
Cito: "A me l'idea k nn traducano le onomatopee nn mi piace x nnt.Almeno x me, la lettura poi risulta a mio parere, + lenta"
Ti assicuro che leggo più velocemente mille onomatopee in giapponese che la frase che hai scritto tu...
@Armisael:
Cito: ""Wan wan" vi pare un cane che abbaia?"
Perché, "Bau Bau"?
Il punto è che le onomatopee non vanno tradotte proprio perché sono diverse da quelle che usiamo noi (che, quando non sono del tutto - e infelicemente - inventate, altro non sono se non parole inglesi! Andate a cercare sul vocabolario "splash", "bang", "crash", "sigh" (che oltretutto si legge "sai"), "gulp", "gasp", ecc. Perché quelle giapponesi le "traduciamo" e quelle inglesi no? Cos'è, razzismo culturale?)!
Esempio: Full Metal Alchemist: leggere le traduzioni in "italiano" delle onomatopee per me è solo una perdita di tempo nonché fonte di "inca%%atura" quando vedo che non rendono le sfumature del suono originale e quando vengono tradotte alla buona! Pensiamo al rumore dei passi: in base al materiale di cui sono fatte le scarpe di chi cammina e il suolo su cui questi cammina, il suono risulta diverso, e l'onomatopea giapponese ne rende conto; la "traduzione" in italiano no!
Critichiamo gli autori che si prostrano alla censura (capita spesso per le serie TV), e quando ce n'è uno che difende il suo lavoro e soprattutto la sua arte ci lamentiamo pure... Io credo che Nagano (e probabilmente anche la Flashbook) abbia preso in considerazione il fatto che scelte del genere avrebbero ridotto il numero di copie vendute in Italia, ma ha preferito che la sua opera arrivasse il più possibile integra tra le nostre mani. Certo, l'ideale sarebbe leggerla in giapponese, ma a me basta ammirare i disegni e le onomatopee (che sono sempre disegni) così come li ha fatti l'autore... Ah, dimenticavo: anche gli spazi bianchi all'interno di una tavola sono sacri! Scritte che non erano presenti nelle tavole originali potrebbero dirottare la lettura o spezzare l'attenzione del lettore... Gli spazi bianchi servono a farci immaginare quello che succede tra una vignetta e l'altra... Se ci si mette in mezzo la traduzione di una onomatopea (e magari non si capisce neanche di quale), la "magia" degli spazi bianchi perde il suo effetto...
Si potrebbe star qui a discutere per ore sulle scelte di Nagano e della Flashbook... Io sto dalla loro parte, e dalla parte del fumetto in generale...
Sulle onomatopee francamente non so: è pacifico che quando sono semplici scritte andrebbero adattate graficamente mentre quando assumono un valore pittorico (vedi Go Nagai) vanno lasciate così, ed in questo caso siamo spesso nella seconda opzione, ma non tradurle affatto nemmeno in un angolino mi sembra una scelta talmente filologica da essere eccessiva. Come dice Rumiko Takahashi, se il lettore giapponese può leggere quella cosa in giapponese, allora quello straniero deve poter leggere quella cosa nella sua lingua.
Per i nomi mi hai rassicurato, per le onomatopee mi hai terribilmente depressa. A quanto pare, l'autore stesso non vi ha lasciato alcuno spazio di manovra, che tristezza...
Mettere una specie di glossario a fondo albo? Molto scomodo per il lettore, ne convengo, ma sempre meglio che il nulla dell'incomprensibilità totale...
Interessante la tua visione sulle onomatopee, ma non la condivido ugualmente. Anch'io ormai a furia di scan e manga con onomatopee non tradotte le ho imparate e non ho problemi di alcun tipo a leggerle, ma il fumetto dev'essere fruibile a tutti, non solo a chi conosce la lingua giapponese e le sue differenze, altrimenti tanto varrebbe importare i tankobon dal Giappone invece di stamparli in ogni nazione.
Solo perchè noi siamo fortunati ad aver imparato certe cose, non possiamo pretendere che tutto il pubblico faccia altrettanto, e secondo me non si tratta affatto di censura, come la definisci tu, perchè credo che la censura sia una modifica fatta per nascondere alcune cose, e non invece per renderle più comprensibili, come ad esempio in questo caso.
Però Cristian... per le povere capre come me che proprio non riconoscerebbero la differenza tra un ideogramma qualunque è la saetta sulla fronte di Harry Potter non si può fare proprio nulla?
Un conto son le onomatopee non adattate/tradotte di (faccio un esempio) Witchcraft, dove non ci vuol poi tanta fantasia per interpretarle ... ma con FSS la cosa è decisamente più ostica direi.
Meglio le note a fine volume che nulla a 'sto punto (anche se le traduzioni in piccolo nelle vignette continuo a non ritenerle poi tanto scandalose).
Be' caro mio ù_ù è un po' semplicistica la tua analisi: si trattasse di semplici "Crash!, Thumb!, Bang!" potrei capire, ma nel novero (soprattutto applicando il tuo principio del "non si tocca nulla") rientrerebbero anche cartelli, testi fuori baloon, e cose simili...
Io ad esempio aspetto ancora di capire che urlava (testo fuori baloon nè adattato e nè tradotto) un personaggio di Gaku in una determinata vignetta '
Obi, per i cartelli ci va un asterisco con nota a margine, ovvio che non si toccano, sono parte integrante del disegno pure quelli. I testi fuori dai balloon sono applicati a parte sulla tavola, quindi non c'è bisogno di ricostruire o modificare nulla, basta avere i materiali originali che ti fornisce l'editore, non certo si lavora su fotocopie o stampe in stile scanlators XD (o almeno non si dovrebbe ù__ù)
Su Gaku, era dialogo o onomatopea? Nel primo caso andava tradotto, nel secondo un asterisco, se proprio era necessario per la comprensione della scena o ai fini della storia. Tze! ù__ù
(E non mi contraddire XD)
<i>Obi, per i cartelli ci va un asterisco con nota a margine, ovvio che non si toccano, sono parte integrante del disegno pure quelli.</i>
Ecco: asterisco e nota a margine si, mentre la traduzione in piccolo delle onomatopee non si può...
Non so se hai avuto modo di vedere qualche esempio simile di recente (compri FMA?), ma è davvero poco invasivo.
<i>I testi fuori dai balloon sono applicati a parte sulla tavola, quindi non c'è bisogno di ricostruire o modificare nulla, basta avere i materiali originali che ti fornisce l'editore</i>
Ehm... si si ... in un mondo ideale...
Hai visto il numero 68 di Berserk? Hai presente i pensieri fuori balloon nel flashback di Ganishuka? Evidentemente no visto quello che hai scritto : mai visto delle ricostruzioni così penose, manco ci volesse un miracolo per utilizzare 'sto timbro clone decentemente
Non parliamo poi di, ricordo, una tavola di Death Note in cui si son scordati di ricostruire/ridisegnare un arto di uno shinigami (quello dalle mani lunghissime, ora non ricordo il nome).
Insomma questa cosa dei "materiali originali" (che molti intendono erroneamente come "materiali DIGITALI") e delle onomatopee aggiunte su un livello a parte di Photoshop dal letterista ( ) mi sa tanto che è una specie di favola metropolitana.
Qua una cosa è certa: i grafici italiani si devono smazzare di brutto per ricostruire l'impossibile (sempre se la scelta è quella di andare ad adattare tutto).
<i>Su Gaku, era dialogo o onomatopea? </i>
Ea una via di mezzo Un urlo di un protagonista reso a mo di onomatopea (probabilmente una cosa tipo <i>"NO PERCHE' SEI SCHIATTATO AMORE MIO!?</i> ), e palesemente disegnato dall'autore e non dal letterista.
Alla fine con tutti 'sti asterischi che ci vuoi mettere te, facciamo prima a tradurre in piccolo
Tze! ù__ù
vatti a fustigare va
(e togliti quell'invisibilità )
Avevo dato per scontato che il divieto di toccare le tavole fosse praticamente integrale.
La questione cambia quasi radicalmente a questo punto.
Meglio così, la cosa è meno "tragica" di quel che credessi
PS: sono la calmo; sono la calma fatta a persona io ù_ù
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