Riyoko Ikeda in questi giorni è nella città di Roma, in occasione del Romics 2010 al quale interverrà come ospite speciale. La Maestra ha tenuto una breve conferenza stampa presso l'Ambasciata Giapponese in Roma, a cui ha partecipato anche la redazione di Xl, il supplemento del quotidiano la Repubblica, testata alla quale la Sensei ha rilasciato un' interessante intervista di cui riporteremo i contenuti. Ci parla del suo rapporto con i manga, degli inizi della sua carriera, del ruolo da lei avuto nel mondo dei manga e infine del suo rapporto con l'Italia.
È opportuno ricordare alcuni elementi storici
• IL GRUPPO 24
Prima degli anni ‘60 del 1900, gli shoujo manga erano scritti da uomini, i quali avevano il compito di promuovere l’ideale di donna dell’epoca: attenta casalinga e madre.
Questo inquadramento sociale sarebbe statato superato con molta fatica e costanza da parte delle poche esponenti del sesso femminile che riuscirono, in quegli anni, a garantirsi un posto nelle riviste di manga, è il caso di: Machiko Hasegawa, la prima donna mangaka di gran successo, autrice di Sazae-san, e Nishitani Yoshiko (Lemon to Sakuranbo).
Tuttavia, è nella decade seguente che, complice un movimento di riscoperta della cultura nazionale, venne attuata la vera rivoluzione dal cosiddetto Gruppo 24, così chiamato perché la maggior parte delle sue esponenti sono nate nell’anno 24 dell’era Shouwa (1926-1989), ossia nel 1949 stando alla cronologia occidentale.
Riconosciute come appartenenti al cenacolo (sebbene non esista una membership ufficiale) sono: Moto Hagio (Zankokuna kami ga shihai suru, Poe no Ichizoku), Keiko Takemiya (Kaze to ki no uta), Yumiko Ooshima (Banana Bread Pudding, Wata no kuni hoshi), Riyoko Yamagishi (Arabesque, Shiroi heya no futari), Riyoko Ikeda.
• RIYOKO IKEDA
Nata ad Osaka il 18 Dicembre 1947, Riyoko Ikeda ha da sempre nutrito una vibrante passione per la storia, la musica e l’arte, elementi ai quali ritaglierà uno spazio importante nella sua attività di mangaka, una professione che inizialmente intraprende in contemporanea con gli studi presso la Facoltà di Filosofia dell’università di Tokyo.
A questo periodo risale il suo primo lavoro, Bara yashiki no shoujo (La ragazza della casa delle rose), apparso sulla rivista Shoujo Friend, mentre nei successivi 5 anni (dal 1967 al 1972), confeziona alcune opere brevi come Futari pocchi e Sakurakyou, nelle quali è ben visibile l’influsso stilistico di Osamu Tezuka.
Nello stesso anno, 1972, la Ikeda decide di lasciare gli studi per dedicarsi allo Shoujo Manga tout court, in particolare a Le rose di Versailles, in originale Berusaiyu no bara, per i fans Berubara, meglio noto da noi come Lady Oscar.
Ispirato dalla biografia dell’ultima Regina di Francia redatta da Stefan Zweig, il fumetto narra le vicende di tre “rose”; Maria Antonietta, Hans Axel von Fersen, e Oscar François de Jarjayes. “Fin dal momento in cui l’ho concepito avevo deciso di abbinare una rosa a ciascuno dei personaggi: Oscar una rosa bianca; Madame de Polignac una venefica rosa gialla, mentre Rosalie è un bocciolo di color rosa. Jeanne infine è un’affascinante ma pericolosa rosa nera. Quindi non si tratta di un’unica rosa” spiega la Sensei nell’intervista a cura di Federico Colpi inserita nell’edizione D/Visual de Le rose.
Nel corso della "cronaca", le “tre rose” vengono a contatto nella sontuosa Reggia di Versailles, dove ciascuna plasmerà la storia dell’altra e la Storia medesima in un universo sospeso fra un’accurata ricostruzione storica e una più libera interpretazione artistica, due costanti sempre care alla sensibilità letteraria della Ikeda.
L'intervista
Il mio è un paese con venti secoli ricchi di storia eppure la maggior parte delle persone che incontro lo ricordo solo per i manga.
Si schernisce Riyoko Ikeda 62 anni, una vita dedicata ai fumetti. Ma la modestia che esibisce non può davvero nulla di fronte alla travolgente fortuna che accompagna sin dal primo giorno di vita Lady oscar, il manga che Riyoko Ikeda ha cominciato a disegnare nel 1972 e che in 40 è diventato il più formidabile ambasciatore dell'immagine del Giappone nel mondo.
Riyoko Ikeda Gli Inizi
Frequentavo l'università di Tsukuba e studiavo filosofia: la mia scelta di lasciare gli studi a 24 anni per dedicarmi ai manga deluse le aspettative della mia famiglia, ma soprattutto complico la mia esistenza: entravo in un mondo di dominio maschile e me lo fecero capire subito.
Riyoko Ikeda e i suoi manga
In Lady Oscar tratteggiò la figura di una ragazza androgina in divisa che si fa strada alla corte di Francia facendo innamorare di se anche Maria Antonietta; in Caro Fratello, pubblicato nel 74, tocca temi sensibili come il suicidio, l'incesto rapporti lesbici, dipendenza dalle droghe...E questo in un paese fortemente sessista, perché negli anni 70 in Giappone una donna che decideva di lavorare era fortemente osteggiata.
Una donna Mangaka
Ed il sessismo è ben presente anche ne mondo dei manga, dominato dagli uomini negli anni 70, è stato durissimo e se possibile ho dovuto lavorare anche più di loro, pur essendo pagata un terzo: una volta ho disegnato per tre giorni e tre notti consecutive senza mangiare. Quando ho chiesto come mai le donne guadagnavano molto meno mi sono sentita rispondere: Perché si suppone che gli uomini debbano sposare una donna e mantenerla, non il contrario. Io credo che Lady Oscar rappresenti la libertà: quella di essere una donna dall'animo più maschile, oppure un uomo dall'animo più femminile.
I Manga negli anni 70
All'epoca il manga era considerato una sottocultura. io e gli altri come me si affacciavano nel fumetto all'inizio degli anni 70 pensavamo di dover creare qualcosa che restasse, qualcosa di più alto. Credo che questa sia stata una delle prime ragioni del mio successo.
Riyoko Ikeda e l'Italia
Sono molto contenta del mio immenso successo qui in Italia.
La Conferenza Stampa di XL
La Maestra Riyoko Ikeda è l'ospite principale del Romics, ha guidato la sfilata Cosplay di piazza del Popolo, ed ha tenuto un concerto lirico presso la ex Chiesa di Santa Maria al Collegio Romano (Piazza del Collegio Romano 5) il primo ottobre.
È opportuno ricordare alcuni elementi storici
• IL GRUPPO 24
Prima degli anni ‘60 del 1900, gli shoujo manga erano scritti da uomini, i quali avevano il compito di promuovere l’ideale di donna dell’epoca: attenta casalinga e madre.
Questo inquadramento sociale sarebbe statato superato con molta fatica e costanza da parte delle poche esponenti del sesso femminile che riuscirono, in quegli anni, a garantirsi un posto nelle riviste di manga, è il caso di: Machiko Hasegawa, la prima donna mangaka di gran successo, autrice di Sazae-san, e Nishitani Yoshiko (Lemon to Sakuranbo).
Tuttavia, è nella decade seguente che, complice un movimento di riscoperta della cultura nazionale, venne attuata la vera rivoluzione dal cosiddetto Gruppo 24, così chiamato perché la maggior parte delle sue esponenti sono nate nell’anno 24 dell’era Shouwa (1926-1989), ossia nel 1949 stando alla cronologia occidentale.
Riconosciute come appartenenti al cenacolo (sebbene non esista una membership ufficiale) sono: Moto Hagio (Zankokuna kami ga shihai suru, Poe no Ichizoku), Keiko Takemiya (Kaze to ki no uta), Yumiko Ooshima (Banana Bread Pudding, Wata no kuni hoshi), Riyoko Yamagishi (Arabesque, Shiroi heya no futari), Riyoko Ikeda.
• RIYOKO IKEDA
Nata ad Osaka il 18 Dicembre 1947, Riyoko Ikeda ha da sempre nutrito una vibrante passione per la storia, la musica e l’arte, elementi ai quali ritaglierà uno spazio importante nella sua attività di mangaka, una professione che inizialmente intraprende in contemporanea con gli studi presso la Facoltà di Filosofia dell’università di Tokyo.
A questo periodo risale il suo primo lavoro, Bara yashiki no shoujo (La ragazza della casa delle rose), apparso sulla rivista Shoujo Friend, mentre nei successivi 5 anni (dal 1967 al 1972), confeziona alcune opere brevi come Futari pocchi e Sakurakyou, nelle quali è ben visibile l’influsso stilistico di Osamu Tezuka.
Nello stesso anno, 1972, la Ikeda decide di lasciare gli studi per dedicarsi allo Shoujo Manga tout court, in particolare a Le rose di Versailles, in originale Berusaiyu no bara, per i fans Berubara, meglio noto da noi come Lady Oscar.
Ispirato dalla biografia dell’ultima Regina di Francia redatta da Stefan Zweig, il fumetto narra le vicende di tre “rose”; Maria Antonietta, Hans Axel von Fersen, e Oscar François de Jarjayes. “Fin dal momento in cui l’ho concepito avevo deciso di abbinare una rosa a ciascuno dei personaggi: Oscar una rosa bianca; Madame de Polignac una venefica rosa gialla, mentre Rosalie è un bocciolo di color rosa. Jeanne infine è un’affascinante ma pericolosa rosa nera. Quindi non si tratta di un’unica rosa” spiega la Sensei nell’intervista a cura di Federico Colpi inserita nell’edizione D/Visual de Le rose.
Nel corso della "cronaca", le “tre rose” vengono a contatto nella sontuosa Reggia di Versailles, dove ciascuna plasmerà la storia dell’altra e la Storia medesima in un universo sospeso fra un’accurata ricostruzione storica e una più libera interpretazione artistica, due costanti sempre care alla sensibilità letteraria della Ikeda.
Il mio è un paese con venti secoli ricchi di storia eppure la maggior parte delle persone che incontro lo ricordo solo per i manga.
Si schernisce Riyoko Ikeda 62 anni, una vita dedicata ai fumetti. Ma la modestia che esibisce non può davvero nulla di fronte alla travolgente fortuna che accompagna sin dal primo giorno di vita Lady oscar, il manga che Riyoko Ikeda ha cominciato a disegnare nel 1972 e che in 40 è diventato il più formidabile ambasciatore dell'immagine del Giappone nel mondo.
Riyoko Ikeda Gli Inizi
Frequentavo l'università di Tsukuba e studiavo filosofia: la mia scelta di lasciare gli studi a 24 anni per dedicarmi ai manga deluse le aspettative della mia famiglia, ma soprattutto complico la mia esistenza: entravo in un mondo di dominio maschile e me lo fecero capire subito.
Riyoko Ikeda e i suoi manga
In Lady Oscar tratteggiò la figura di una ragazza androgina in divisa che si fa strada alla corte di Francia facendo innamorare di se anche Maria Antonietta; in Caro Fratello, pubblicato nel 74, tocca temi sensibili come il suicidio, l'incesto rapporti lesbici, dipendenza dalle droghe...E questo in un paese fortemente sessista, perché negli anni 70 in Giappone una donna che decideva di lavorare era fortemente osteggiata.
Una donna Mangaka
Ed il sessismo è ben presente anche ne mondo dei manga, dominato dagli uomini negli anni 70, è stato durissimo e se possibile ho dovuto lavorare anche più di loro, pur essendo pagata un terzo: una volta ho disegnato per tre giorni e tre notti consecutive senza mangiare. Quando ho chiesto come mai le donne guadagnavano molto meno mi sono sentita rispondere: Perché si suppone che gli uomini debbano sposare una donna e mantenerla, non il contrario. Io credo che Lady Oscar rappresenti la libertà: quella di essere una donna dall'animo più maschile, oppure un uomo dall'animo più femminile.
I Manga negli anni 70
All'epoca il manga era considerato una sottocultura. io e gli altri come me si affacciavano nel fumetto all'inizio degli anni 70 pensavamo di dover creare qualcosa che restasse, qualcosa di più alto. Credo che questa sia stata una delle prime ragioni del mio successo.
Riyoko Ikeda e l'Italia
Sono molto contenta del mio immenso successo qui in Italia.
La Maestra Riyoko Ikeda è l'ospite principale del Romics, ha guidato la sfilata Cosplay di piazza del Popolo, ed ha tenuto un concerto lirico presso la ex Chiesa di Santa Maria al Collegio Romano (Piazza del Collegio Romano 5) il primo ottobre.
Comunque, complimenti vivissimi alla Sensei che, seppure si avvii a compiere 63 anni, si tenga molto bene. Mia madre, non appena l'ha vista, ha pensato che fosse una donna sulla cinquantina.
@Broken: non ho capito di preciso che vuoi dire, per caso poi ha fatto (o non fatto, che avrebbe dovuto fare) qualcosa di male? Io me ne sono andato alle 4 e mezza...
Bisogna ricordare alla signora Ikeda che il giappone a sempre avuto una politica di chiusura rispetto al resto del mondo, motivo principale per cui è rimasto un IMPERO. Quindi non si arrabbi quando la gente riconosce solo i manga in giappone
Ma poi l'Ikeda li ha fatti gli autografi?
capannone buio, acustica schifosa e un freddo cane mentre fuori faceva caldo... sono gli altri deterrenti altri deterrenti
<i>Il mio è un paese con venti secoli ricchi di storia eppure la maggior parte delle persone che incontro lo ricordo solo per i manga</i>
si sa che l'immagine di un qualunque paese all'estero è completamente diversa da quella reale... noi italiani in teoria siamo tutti mafiosi!
e comunque è grazie ai manga e agli anime che molte persone si sono interessate alla storia e alla cultura nipponica; io per esempio sono stato a Tokyo quest'estate e ho iniziato settimana scorsa a fare un corso di lingua giappa proprio perchè sono un appassionato!
<i>Frequentavo l'università di Tsukuba e studiavo filosofia: la mia scelta di lasciare gli studi a 24 anni per dedicarmi ai manga deluse le aspettative della mia famiglia, ma soprattutto complico la mia esistenza: entravo in un mondo di dominio maschile e me lo fecero capire subito</i>
e vorrei vedere! io non avrei mai il fegato di mollare gli studi e fare un salto nel buio in un mondo a me ostile! complimenti per la determinazione!
<i>questo in un paese fortemente sessista, perché negli anni 70 in Giappone una donna che decideva di lavorare era fortemente osteggiata</i>
pensare che da noi in quegli anni le donne stavano lottando ardentemente per la loro emancipazione... in Giappone saranno i numeri uno della tecnologia, ma in quanto a costumi sono rimasti al medioevo!
<i>Ed il sessismo è ben presente anche ne mondo dei manga, dominato dagli uomini negli anni 70, è stato durissimo e se possibile ho dovuto lavorare anche più di loro, pur essendo pagata un terzo: una volta ho disegnato per tre giorni e tre notti consecutive senza mangiare</i>
se i manga sono il riflesso della società e della cultura, è ovvio che anche lì ci sia il dominio maschile... certo che i ritmi lavorativi erano allucinanti anche allora!
<i>Io credo che Lady Oscar rappresenti la libertà: quella di essere una donna dall'animo più maschile, oppure un uomo dall'animo più femminile</i>
grande maestra Ikeda! se le donne giapponesi non vanno in piazza, ci pensa lei a combattere per i loro diritti attraverso i manga!
questa donna è un mito! è riuscita ad affermare la sua persona e il suo sesso in una società spietata e attraverso un mezzo (a quel tempo) minore rispetto alla televisione e ai libri!
ma in fondo le sue opere sono dei libri!
Riyoko Ikeda banzai!
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