Immaginate di passeggiare per la città e notare, in mezzo a grattacieli, automobili e smog, un graziosissimo bar, circondato da un grande giardino verde e rigoglioso, con tavolini all'aperto e un'atmosfera calda, accogliente e pulita all'interno. Il locale vi sembra carinissimo e volete proprio bervi qualcosa per rilassarvi dalle fatiche e dallo stress del vostro tran tran quotidiano.
In più, ciliegina sulla torta, la cameriera che serve ai tavoli, Sasako, è davvero carina, una ragazza molto dolce, acqua e sapone, gentilissima e sempre sorridente con tutti i clienti. Lo volete proprio, qualcosa da bere, anche solo perché lei rivolga anche a voi il suo sorriso... ok, dunque, aprite la porta a vetri del bar, che farà tintinnare un campanellino per informare del vostro ingresso, e decidete di entrare in quel locale quasi fuori dal tempo, che vi affascina così tanto...
... ma, una volta dentro, notate una cosa strana: dietro il bancone del bar, intento a preparare cocktail e gelati e a chiacchierare coi clienti, c'è un gigantesco orso polare che veste con un grembiule!
Come se non bastasse, seduti al bancone, ci sono un panda e un pinguino che stanno parlando fra loro e con la cameriera come se nulla fosse!
Dopo esservi dati svariati pizzicotti sulle braccia ed aver appurato che no, non state sognando, cominciate a capire come mai, sull'insegna del locale, ci fosse scritto "Shirokuma Café"...
Benvenuti, dunque, nel mondo di Shirokuma Café ("Bar Orso Polare"), serie animata in 50 episodi tratta dall'omonimo manga di Aroha Higa e trasmessa sui teleschermi nipponici fra la primavera 2012 e quella 2013.
L'universo narrativo in cui Shirokuma Café ci cala è tanto bizzarro quanto reale: un Giappone normalissimo, descritto con un realismo maniacale... se non fosse per il semplice fatto che gli animali possono vestirsi, vivere in appartamenti, avere un lavoro e comunicare con gli umani, che non se ne stupiscono affatto!
Ecco perché uno dei protagonisti della vicenda, Orso polare (Shirokuma), può tranquillamente gestire l'eponimo bar che fa da setting a gran parte della serie.
La nostra storia parte da qui, da questo pittoresco bar che funge da crocevia per quasi tutti gli altri personaggi della serie, animali o umani che siano.
Alla già citata Sasako, una ragazza dolce e ingenua che aiuta il placido orso bianco nella gestione del suo bar, si uniranno ben presto anche gli altri due protagonisti principali della storia: il lagnoso Panda (Panda-kun), che lavora controvoglia in uno zoo e che non ha altri interessi all'infuori di mangiare bambù, dormire, ciondolare per terra ed autoincensare la propria carineria, e il logorroico Pinguino (Penguin-san), alle prese con una travagliata love story e appassionato di noiosissimi monologhi rakugo che non mancherà di sciorinare agli amici spesso e volentieri.
A questi quattro personaggi si unirà, col proseguire delle puntate, un foltissimo cast di comprimari di ogni genere: bradipi e tartarughe lentissimi a muoversi e parlare, lama in cerca di fortuna, mamme autoritarie e sorelline adolescenti in preda al primo amore, pinguini Power Rangers, custodi dello zoo imbranati e innamorati, grizzly easy rider, fiorai un po' gay e otaku dei panda, scoiattoli che fanno il caffé e ragazzi che vogliono diventare loro apprendisti, nonni che ogni mattina fanno in giardino esercizi di tai chi chuan, porcospini idol, bestie feroci che in realtà sono gentilissimi salarymen, formichieri badass, panda padri di famiglia che fanno più lavori per sbarcare il lunario e chi più ne ha più ne metta.
Cosa Shirokuma Café, col suo cast così surreale, possa raccontare è presto detto.
La serie non ha una trama granché elaborata e mira unicamente a trasportare lo spettatore per un anno nel suo mondo così strambo eppure così reale in cui uomini e animali convivono insieme come se nulla fosse.
Appartenente al cosiddetto genere "slice of life", Shirokuma Café è una di quelle serie che possono voler dire tutto e niente, limitandosi a rappresentare un anno di vita dei personaggi e le varie esperienze che questi compiono in questo intervallo di tempo.
L'elemento di originalità che lo distingue da altre serie di stampo quotidiano è l'uso degli animali. La serie si diverte a giocare con le caratteristiche e gli stereotipi dei vari animali, esasperandoli per creare gags comiche scaturite dal grizzly violento, dal placido panda, dall'orso polare che sopravvive al freddo, dal lama che sputa, dai pinguini divisi in mille sottospecie, dal bradipo lentissimo e via dicendo.
La caratterizzazione dei vari personaggi è ottima: ognuno di loro ha i suoi tic, le sue fissazioni, le sue fobie, le sue passioni, i suoi problemi, le sue manie o i suoi interessi e si rende protagonista di veri e propri tormentoni che lo spettatore impara ben presto a riconoscere e rivedrà spessissimo nel corso degli episodi.
Le varie puntate non hanno un filo conduttore ma ci sono diverse sottotrame relative a questo o quel personaggio che si sviluppano a lungo termine, reiterandosi di episodio in episodio fino a trovare una loro risoluzione più o meno definitiva.
Dunque Shirokuma Café finisce per soffrire del problema che di solito affligge un po' tutte le opere che si basano sulla narrazione della vita quotidiana. Come nella vita ci sono giorni ricchi di eventi particolari e altri noiosi e normali, allo stesso modo non tutte le puntate, i personaggi o le sottotrame di Shirokuma Café sono sempre interessanti. C'è il rischio che, a lungo andare, lo spettatore possa annoiarsi di vedere episodi dal ritmo molto rilassato costruiti sul ripetersi di gags, giochi di parole o piccoli eventi quotidiani di scarsa importanza, invece che su una trama serrata e avvincente.
Personalmente, mi piace pensare che Shirokuma Café sia come un amico.
All'inizio, ti si presenta con un atteggiamento affabile, simpatico, divertente, ti fa ridere e ti fa compagnia in maniera piacevole.
Il nostro, però, è un amico a 360 gradi, di cui, man mano che ne approfondisci la conoscenza, ti ritrovi a conoscere pregi e difetti.
E' un amico che ti fa divertire con barzellette spassose, che ti porta a fare i picnic al parco o le gite al mare. Insieme a lui vai al bar a farti una birra e organizzi una festa per Natale. Ogni tanto litigate, ma da questi litigi la vostra amicizia esce rafforzata.
A volte ti chiede consiglio per conquistare la persona per cui ha una cotta e altre volte ti ammorba raccontandoti cose che non capisci e che non ti interessano particolarmente, ma lo stai ugualmente ad ascoltare perché gli vuoi bene.
Shirokuma Café è così.
E' una serie apparentemente insignificante e a volte un po' noiosa, ma spesso riesce a far ridere a crepapelle con gags ispiratissime, citazioni, parodie o giochi di parole, e più di una volta riesce a lasciarti qualcosa dentro.
Ci si sente davvero a casa, fra le pareti di quel bar così accogliente e popolato da personaggi strambi di ogni tipo che, a lungo andare, finiranno per non avere più segreti per lo spettatore, accompagnandolo in esperienze di vita quotidiana tutto sommato abbastanza normali, ma sempre ammantate di un velo di follia e demenzialità.
Come la vita, che si fonda su un'alternanza di giorni allegri, tristi, soleggiati, grigi, noiosi o entusiasmanti, anche Shirokuma Café si alterna nei sentimenti che suscita allo spettatore: a volte lo diverte, a volte lo annoia, a volte riesce persino a farlo emozionare e commuovere, con qualche flashback intriso di malinconia, qualche episodio romantico o qualche piccolo dramma o turbamento che insegnerà ai personaggi a fare i conti con le difficoltà della vita.
Ogni tanto si sofferma con calma e tranquillità sulle piccole cose che, nella vita, ci rendono felici: un buon pasto dopo aver camminato a lungo, essersi stancati al lavoro o aver fatto attività fisica, una partita di baseball da giocare insieme agli amici, un bagno rilassante alle terme, un pensiero nostalgico rivolto al passato, un regalo acquistato per la persona che ci fa battere il cuore o ricevuto per una ricorrenza da un caro amico, una birra bevuta in compagnia, una gita al mare, una passeggiata in città, un localino grazioso e sconosciuto scoperto per caso in una via poco frequentata.
Essendo una serie molto tranquilla, Shirokuma Café non ha bisogno di effetti speciali mirabolanti o di una grafica particolarmente elaborata. Nonostante questo, il lato tecnico dell'anime è abbastanza pregevole, con una grafica colorata e piacevole all'occhio e tanti piccoli tocchi di classe nel creare eyecatch spassosi e sempre diversi e divertentissime preview dei prossimi episodi coi personaggi ritratti come bamboline di carta che si lasciano andare a gags di ogni tipo.
I molti animali che affollano la serie non sono mai disegnati in maniera esageratamente antropomorfa, ma, a parte qualche fazzoletto al collo, qualche borsetta a tracolla o qualche abito, sono abbastanza realistici e poco "manga", almeno finché non cominceranno a parlare, urlare, far spuntare goccioloni d'imbarazzo ed assumere tutta una serie di pose da manga umoristico. I personaggi umani, invece, sono disegnati nel classico stile da josei moderno, non particolarmente incisivo ma abbastanza piacevole all'occhio.
Il doppiaggio della serie è affidato a molti doppiatori di nuova generazione molto noti a chi mastica gli anime degli ultimi anni in lingua originale. I vari Jun Fukuyama, Daisuke Ono, Hiroshi Kamiya, Kana Hanazawa, Katsuyuki Konishi, Tomokazu Sugita, Yuichi Nakamura non mancano di dare splendide prove d'autore reinventandosi in questo o quell'animale con toni di voce particolarissimi e sempre molto ispirati. Non manca, comunque, qualche guest star della vecchia scuola, presente spesso e volentieri nei ruoli più impensabili, interpretati sempre con la massima professionalità... chi l'avrebbe mai detto, ad esempio, che l'austera mamma panda fosse interpretata da un bravissimo Toshiyuki Morikawa?
Di ottima fattura anche il comparto sonoro della serie: gli episodi sono costellati da mille e più effetti sonori e da musiche di sottofondo sempre azzeccate.
Tre le belle sigle d'apertura, mentre le sigle di chiusura sono addirittura una dozzina, cantate dai doppiatori dei vari personaggi, con ritmi che spaziano dal mambo al rock 'n roll e sempre con originali soluzioni grafiche mostrate nei video che le accompagnano.
Qualcuno potrà pensare che Shirokuma Café, avendo come personaggi diverse specie di animali parlanti, sia una serie dedicata a un pubblico infantile, ma sarebbe una convinzione errata.
I bambini, infatti, si annoierebbero guardando Shirokuma Café, che è tratto da un manga di tipo josei (dedicato ad un pubblico di giovani donne).
La cosa è abbastanza palpabile, visto l'uso di molti doppiatori amati dal pubblico femminile, il concentrarsi su problematiche come il lavoro, la nostalgia del passato o le relazioni interpersonali in età adulta e i numerosi riferimenti al cinema americano degli anni '80, ai biker, ai jazz bar, alle casalinghe, ai salarymen e a tutta una serie di questioni che non interessano affatto i bambini, ma invece sono comprese pienamente dagli adulti, che vi si ritrovano e riescono ad apprezzare l'idea di rilassarsi al bar, anche solo parlando del più e del meno, dopo tante ore di stancante lavoro.
In più, ciliegina sulla torta, la cameriera che serve ai tavoli, Sasako, è davvero carina, una ragazza molto dolce, acqua e sapone, gentilissima e sempre sorridente con tutti i clienti. Lo volete proprio, qualcosa da bere, anche solo perché lei rivolga anche a voi il suo sorriso... ok, dunque, aprite la porta a vetri del bar, che farà tintinnare un campanellino per informare del vostro ingresso, e decidete di entrare in quel locale quasi fuori dal tempo, che vi affascina così tanto...
... ma, una volta dentro, notate una cosa strana: dietro il bancone del bar, intento a preparare cocktail e gelati e a chiacchierare coi clienti, c'è un gigantesco orso polare che veste con un grembiule!
Come se non bastasse, seduti al bancone, ci sono un panda e un pinguino che stanno parlando fra loro e con la cameriera come se nulla fosse!
Dopo esservi dati svariati pizzicotti sulle braccia ed aver appurato che no, non state sognando, cominciate a capire come mai, sull'insegna del locale, ci fosse scritto "Shirokuma Café"...
Benvenuti, dunque, nel mondo di Shirokuma Café ("Bar Orso Polare"), serie animata in 50 episodi tratta dall'omonimo manga di Aroha Higa e trasmessa sui teleschermi nipponici fra la primavera 2012 e quella 2013.
L'universo narrativo in cui Shirokuma Café ci cala è tanto bizzarro quanto reale: un Giappone normalissimo, descritto con un realismo maniacale... se non fosse per il semplice fatto che gli animali possono vestirsi, vivere in appartamenti, avere un lavoro e comunicare con gli umani, che non se ne stupiscono affatto!
Ecco perché uno dei protagonisti della vicenda, Orso polare (Shirokuma), può tranquillamente gestire l'eponimo bar che fa da setting a gran parte della serie.
La nostra storia parte da qui, da questo pittoresco bar che funge da crocevia per quasi tutti gli altri personaggi della serie, animali o umani che siano.
Alla già citata Sasako, una ragazza dolce e ingenua che aiuta il placido orso bianco nella gestione del suo bar, si uniranno ben presto anche gli altri due protagonisti principali della storia: il lagnoso Panda (Panda-kun), che lavora controvoglia in uno zoo e che non ha altri interessi all'infuori di mangiare bambù, dormire, ciondolare per terra ed autoincensare la propria carineria, e il logorroico Pinguino (Penguin-san), alle prese con una travagliata love story e appassionato di noiosissimi monologhi rakugo che non mancherà di sciorinare agli amici spesso e volentieri.
A questi quattro personaggi si unirà, col proseguire delle puntate, un foltissimo cast di comprimari di ogni genere: bradipi e tartarughe lentissimi a muoversi e parlare, lama in cerca di fortuna, mamme autoritarie e sorelline adolescenti in preda al primo amore, pinguini Power Rangers, custodi dello zoo imbranati e innamorati, grizzly easy rider, fiorai un po' gay e otaku dei panda, scoiattoli che fanno il caffé e ragazzi che vogliono diventare loro apprendisti, nonni che ogni mattina fanno in giardino esercizi di tai chi chuan, porcospini idol, bestie feroci che in realtà sono gentilissimi salarymen, formichieri badass, panda padri di famiglia che fanno più lavori per sbarcare il lunario e chi più ne ha più ne metta.
Cosa Shirokuma Café, col suo cast così surreale, possa raccontare è presto detto.
La serie non ha una trama granché elaborata e mira unicamente a trasportare lo spettatore per un anno nel suo mondo così strambo eppure così reale in cui uomini e animali convivono insieme come se nulla fosse.
Appartenente al cosiddetto genere "slice of life", Shirokuma Café è una di quelle serie che possono voler dire tutto e niente, limitandosi a rappresentare un anno di vita dei personaggi e le varie esperienze che questi compiono in questo intervallo di tempo.
L'elemento di originalità che lo distingue da altre serie di stampo quotidiano è l'uso degli animali. La serie si diverte a giocare con le caratteristiche e gli stereotipi dei vari animali, esasperandoli per creare gags comiche scaturite dal grizzly violento, dal placido panda, dall'orso polare che sopravvive al freddo, dal lama che sputa, dai pinguini divisi in mille sottospecie, dal bradipo lentissimo e via dicendo.
La caratterizzazione dei vari personaggi è ottima: ognuno di loro ha i suoi tic, le sue fissazioni, le sue fobie, le sue passioni, i suoi problemi, le sue manie o i suoi interessi e si rende protagonista di veri e propri tormentoni che lo spettatore impara ben presto a riconoscere e rivedrà spessissimo nel corso degli episodi.
Le varie puntate non hanno un filo conduttore ma ci sono diverse sottotrame relative a questo o quel personaggio che si sviluppano a lungo termine, reiterandosi di episodio in episodio fino a trovare una loro risoluzione più o meno definitiva.
Dunque Shirokuma Café finisce per soffrire del problema che di solito affligge un po' tutte le opere che si basano sulla narrazione della vita quotidiana. Come nella vita ci sono giorni ricchi di eventi particolari e altri noiosi e normali, allo stesso modo non tutte le puntate, i personaggi o le sottotrame di Shirokuma Café sono sempre interessanti. C'è il rischio che, a lungo andare, lo spettatore possa annoiarsi di vedere episodi dal ritmo molto rilassato costruiti sul ripetersi di gags, giochi di parole o piccoli eventi quotidiani di scarsa importanza, invece che su una trama serrata e avvincente.
Personalmente, mi piace pensare che Shirokuma Café sia come un amico.
All'inizio, ti si presenta con un atteggiamento affabile, simpatico, divertente, ti fa ridere e ti fa compagnia in maniera piacevole.
Il nostro, però, è un amico a 360 gradi, di cui, man mano che ne approfondisci la conoscenza, ti ritrovi a conoscere pregi e difetti.
E' un amico che ti fa divertire con barzellette spassose, che ti porta a fare i picnic al parco o le gite al mare. Insieme a lui vai al bar a farti una birra e organizzi una festa per Natale. Ogni tanto litigate, ma da questi litigi la vostra amicizia esce rafforzata.
A volte ti chiede consiglio per conquistare la persona per cui ha una cotta e altre volte ti ammorba raccontandoti cose che non capisci e che non ti interessano particolarmente, ma lo stai ugualmente ad ascoltare perché gli vuoi bene.
Shirokuma Café è così.
E' una serie apparentemente insignificante e a volte un po' noiosa, ma spesso riesce a far ridere a crepapelle con gags ispiratissime, citazioni, parodie o giochi di parole, e più di una volta riesce a lasciarti qualcosa dentro.
Ci si sente davvero a casa, fra le pareti di quel bar così accogliente e popolato da personaggi strambi di ogni tipo che, a lungo andare, finiranno per non avere più segreti per lo spettatore, accompagnandolo in esperienze di vita quotidiana tutto sommato abbastanza normali, ma sempre ammantate di un velo di follia e demenzialità.
Come la vita, che si fonda su un'alternanza di giorni allegri, tristi, soleggiati, grigi, noiosi o entusiasmanti, anche Shirokuma Café si alterna nei sentimenti che suscita allo spettatore: a volte lo diverte, a volte lo annoia, a volte riesce persino a farlo emozionare e commuovere, con qualche flashback intriso di malinconia, qualche episodio romantico o qualche piccolo dramma o turbamento che insegnerà ai personaggi a fare i conti con le difficoltà della vita.
Ogni tanto si sofferma con calma e tranquillità sulle piccole cose che, nella vita, ci rendono felici: un buon pasto dopo aver camminato a lungo, essersi stancati al lavoro o aver fatto attività fisica, una partita di baseball da giocare insieme agli amici, un bagno rilassante alle terme, un pensiero nostalgico rivolto al passato, un regalo acquistato per la persona che ci fa battere il cuore o ricevuto per una ricorrenza da un caro amico, una birra bevuta in compagnia, una gita al mare, una passeggiata in città, un localino grazioso e sconosciuto scoperto per caso in una via poco frequentata.
Essendo una serie molto tranquilla, Shirokuma Café non ha bisogno di effetti speciali mirabolanti o di una grafica particolarmente elaborata. Nonostante questo, il lato tecnico dell'anime è abbastanza pregevole, con una grafica colorata e piacevole all'occhio e tanti piccoli tocchi di classe nel creare eyecatch spassosi e sempre diversi e divertentissime preview dei prossimi episodi coi personaggi ritratti come bamboline di carta che si lasciano andare a gags di ogni tipo.
I molti animali che affollano la serie non sono mai disegnati in maniera esageratamente antropomorfa, ma, a parte qualche fazzoletto al collo, qualche borsetta a tracolla o qualche abito, sono abbastanza realistici e poco "manga", almeno finché non cominceranno a parlare, urlare, far spuntare goccioloni d'imbarazzo ed assumere tutta una serie di pose da manga umoristico. I personaggi umani, invece, sono disegnati nel classico stile da josei moderno, non particolarmente incisivo ma abbastanza piacevole all'occhio.
Il doppiaggio della serie è affidato a molti doppiatori di nuova generazione molto noti a chi mastica gli anime degli ultimi anni in lingua originale. I vari Jun Fukuyama, Daisuke Ono, Hiroshi Kamiya, Kana Hanazawa, Katsuyuki Konishi, Tomokazu Sugita, Yuichi Nakamura non mancano di dare splendide prove d'autore reinventandosi in questo o quell'animale con toni di voce particolarissimi e sempre molto ispirati. Non manca, comunque, qualche guest star della vecchia scuola, presente spesso e volentieri nei ruoli più impensabili, interpretati sempre con la massima professionalità... chi l'avrebbe mai detto, ad esempio, che l'austera mamma panda fosse interpretata da un bravissimo Toshiyuki Morikawa?
Di ottima fattura anche il comparto sonoro della serie: gli episodi sono costellati da mille e più effetti sonori e da musiche di sottofondo sempre azzeccate.
Tre le belle sigle d'apertura, mentre le sigle di chiusura sono addirittura una dozzina, cantate dai doppiatori dei vari personaggi, con ritmi che spaziano dal mambo al rock 'n roll e sempre con originali soluzioni grafiche mostrate nei video che le accompagnano.
Qualcuno potrà pensare che Shirokuma Café, avendo come personaggi diverse specie di animali parlanti, sia una serie dedicata a un pubblico infantile, ma sarebbe una convinzione errata.
I bambini, infatti, si annoierebbero guardando Shirokuma Café, che è tratto da un manga di tipo josei (dedicato ad un pubblico di giovani donne).
La cosa è abbastanza palpabile, visto l'uso di molti doppiatori amati dal pubblico femminile, il concentrarsi su problematiche come il lavoro, la nostalgia del passato o le relazioni interpersonali in età adulta e i numerosi riferimenti al cinema americano degli anni '80, ai biker, ai jazz bar, alle casalinghe, ai salarymen e a tutta una serie di questioni che non interessano affatto i bambini, ma invece sono comprese pienamente dagli adulti, che vi si ritrovano e riescono ad apprezzare l'idea di rilassarsi al bar, anche solo parlando del più e del meno, dopo tante ore di stancante lavoro.
Cinquanta episodi, uno alla settimana, per un anno di programmazione.
Iniziata nell'Aprile 2012, la serie si apre con i personaggi principali che si riuniscono al parco per fare il tradizionale hanami.
Fra primavera, estate, autunno, inverno, Tanabata, il matsuri estivo, Natale, Capodanno, San Valentino, l'Hinamatsuri, cinquanta episodi dopo, l'Aprile dell'anno successivo, i nostri personaggi sono ancora al parco ad ammirare i ciliegi in fiore.
Solo che, rispetto alla prima volta, gli amici seduti sotto ai ciliegi sono aumentati e anche i sentimenti sono cambiati, viste le molte esperienze vissute nell'arco dell'anno.
E' stato davvero un piacere seguire Shirokuma Café settimana dopo settimana per un anno, di pari passo con la trasmissione giapponese. Credo sia questo il modo più giusto per fruire di una serie che, vista in dose più massiccia, potrebbe annoiare e che ha, invece, fra i suoi scopi, quello di concedere allo spettatore una mezz'oretta di relax, fra qualche risata, una punta di malinconia e qualche spunto di riflessione sulle cose belle della vita e sugli amici che ci stanno accanto giorno dopo giorno, nel bene e nel male, nel divertimento e nella noia.
Abbastanza eloquente nell'esprimere il messaggio della serie è la terza ed ultima sigla d'apertura, che mostra i quattro protagonisti Orso polare, Panda, Pinguino e Sasako andare in giro per la città e raccogliere i vari amici che hanno conosciuto nell'arco delle puntate per condurli al caldo e accogliente Bar Orso Polare, dove anche lo spettatore è invitato ad entrare per rilassarsi e divertirsi per la mezz'ora della puntata.
Shirokuma Café è dunque un anime strano e altalenante, ma di gran fascino.
A volte è noioso e a volte ti fa morire dal ridere, ma nel suo complesso risulta piacevole e riesce a suscitare molte emozioni diverse nello spettatore: dall'allegria alla malinconia, dalla nostalgia alla tenerezza. A volte, gli episodi ci faranno scendere sulle guance qualche lacrimuccia, a volte ci lasceranno dipinto sul volto un sorriso un po' scemo, mentre ripenseremo a Panda e al suo sfiancante lavoro part time che consiste solo nel sonnecchiare a terra, a Orso Polare e ai suoi assurdi giochi di parole e travestimenti, a Pinguino e alle sue sfortune in amore, a Grizzly e ai suoi scatti d'ira e ai tanti altri amici a 360 gradi che Shirokuma Café ci avrà regalato.
E allora, con questo sorriso un po' beota sul volto, ci capiterà di ripensare ai nostri, di amici, e magari gli faremo un colpo di telefono per andare a bere qualcosa insieme, parlando dei film che fanno al cinema, delle nostre rogne sentimentali o anche solo del più e del meno, solo per la gioia di passare un po' di tempo in compagnia.
Iniziata nell'Aprile 2012, la serie si apre con i personaggi principali che si riuniscono al parco per fare il tradizionale hanami.
Fra primavera, estate, autunno, inverno, Tanabata, il matsuri estivo, Natale, Capodanno, San Valentino, l'Hinamatsuri, cinquanta episodi dopo, l'Aprile dell'anno successivo, i nostri personaggi sono ancora al parco ad ammirare i ciliegi in fiore.
Solo che, rispetto alla prima volta, gli amici seduti sotto ai ciliegi sono aumentati e anche i sentimenti sono cambiati, viste le molte esperienze vissute nell'arco dell'anno.
E' stato davvero un piacere seguire Shirokuma Café settimana dopo settimana per un anno, di pari passo con la trasmissione giapponese. Credo sia questo il modo più giusto per fruire di una serie che, vista in dose più massiccia, potrebbe annoiare e che ha, invece, fra i suoi scopi, quello di concedere allo spettatore una mezz'oretta di relax, fra qualche risata, una punta di malinconia e qualche spunto di riflessione sulle cose belle della vita e sugli amici che ci stanno accanto giorno dopo giorno, nel bene e nel male, nel divertimento e nella noia.
Abbastanza eloquente nell'esprimere il messaggio della serie è la terza ed ultima sigla d'apertura, che mostra i quattro protagonisti Orso polare, Panda, Pinguino e Sasako andare in giro per la città e raccogliere i vari amici che hanno conosciuto nell'arco delle puntate per condurli al caldo e accogliente Bar Orso Polare, dove anche lo spettatore è invitato ad entrare per rilassarsi e divertirsi per la mezz'ora della puntata.
Shirokuma Café è dunque un anime strano e altalenante, ma di gran fascino.
A volte è noioso e a volte ti fa morire dal ridere, ma nel suo complesso risulta piacevole e riesce a suscitare molte emozioni diverse nello spettatore: dall'allegria alla malinconia, dalla nostalgia alla tenerezza. A volte, gli episodi ci faranno scendere sulle guance qualche lacrimuccia, a volte ci lasceranno dipinto sul volto un sorriso un po' scemo, mentre ripenseremo a Panda e al suo sfiancante lavoro part time che consiste solo nel sonnecchiare a terra, a Orso Polare e ai suoi assurdi giochi di parole e travestimenti, a Pinguino e alle sue sfortune in amore, a Grizzly e ai suoi scatti d'ira e ai tanti altri amici a 360 gradi che Shirokuma Café ci avrà regalato.
E allora, con questo sorriso un po' beota sul volto, ci capiterà di ripensare ai nostri, di amici, e magari gli faremo un colpo di telefono per andare a bere qualcosa insieme, parlando dei film che fanno al cinema, delle nostre rogne sentimentali o anche solo del più e del meno, solo per la gioia di passare un po' di tempo in compagnia.
Era un anime che avevo deciso di vedere ma l'alto numero di episodi e le opinioni altalenanti mi avevano fatto desistere...chissà magari in futuro lo recupererò!
Presto inizia a diventare noioso, e tranne qualche gag simpatica e qualche puntata (di solito quelle in cui compare Grizzly) il resto è trascurabile. Il mio voto con la recensione è 5.
Comunque, complimenti a Kotaro per la bella recensione.
Shirokuma Cafe a me è piaciuto nonostante la ripetitività di alcune situazioni e gag, ma alla fine ero così affezionata ai personaggi e alle loro avventure che non mi hanno infastidita più di tanto. Ah una cosa che non mi è propria piaciuta è la lezione di caffè di Masaki, se ne poteva tranquillamente fare a meno
Per il resto è una serie che ho guardato volentieri.
L'immagine dei due panda coi cuoricini è adorabile :3
Poi le trollate panda sono esilaranti
Non a caso le puntate migliori sono quelle strettamente incentrate su Grizzly, Polare e Panda
La puntata del incontro tra polare e grizzly ne è un esempio.
Comunque in generale è tra le migliori quattro serie del 2012
L'ho lasciata a circa trenta episodi perchè non reggevo più Panda
Migliori personaggi Shirokuma e Grizzly, almeno per me
Mi ha annoiato profondamente perché stereotipato.
I personaggi sono monotematici e di conseguenza agiscono in un'unica direzione.
Pur non avendo visto i restanti 19 posso ben immaginarli.
Sarò prevenuto, ma non credo lo vedrò mai...
Contento per a chi è piaciuto ^^
Non credo che i personaggi siano stereotipati (in quale altra serie li trovate degli animali antropomorfi così strambi?), semplicemente sono molto semplici e si esasperano di continuo certi loro tratti, inoltre siccome la trama è tranquilla e di stampo quotidiano non hanno bisogno di crescere e cambiare da così a così come in serie con una trama più definita.
E' una serie carina e divertente, anche se immagino che in 50 episodi qualche momento calante ci sia stato. Due cose ho adorato: Lamambo interpretata dal Lama Daisuke Ono e Jun Fukuyama su Panda, quell'uomo ha una voce magica! xD
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.