Hime-chan no Ribbon CoverC'era una volta il majokko. E c'era una volta il 1990.
Erano ormai passati i tempi delle maghette dello Studio Pierrot, bambine che si trasformavano per magia in bellissime adolescenti dai corpi proporzionati e dai capelli di colori vivaci, destinate a diventare stelle del mondo dello spettacolo o misteriose e affascinanti fate che accorrevano in aiuto dei bisognosi, ma che in ogni caso facevano battere i cuori di molte persone.
Dovevano ancora arrivare i tempi delle fascinose guerriere Sailor, bellissime adolescenti capaci di trasformarsi in battagliere paladine dotate di mistici poteri che useranno per combattere contro demoni e mostri malvagi per il bene della razza umana.
Dopo il loro avvento, il genere majokko non sarebbe più stato lo stesso, ma questo avvento nel 1990 era ancora lontano.
Come si presenta, dunque, il majokko del 1990? Quali sono le caratteristiche di un manga di questo genere che appare sulla scena in quest'anno di transizione, lontano sia dai palcoscenici dello Studio Pierrot sia dai combattimenti in marinaretta di Naoko Takeuchi?

Hime-chan no Ribbon ("Il fiocco di Himechan"), il manga che Megumi Mizusawa ci dà come risposta alla nostra domanda, ci mostra un modo di fare majokko puro, sincero, semplice, che usa un po' di magia per raccontarci i tredici anni, le scuole medie, quel particolare periodo che, esattamente come il nostro anno 1990, si trova a metà fra due diverse fasi della vita.
Forse ancor più che i loro coetanei del resto del mondo, i tredicenni giapponesi si ritrovano ancor più in bilico. Usciti da sei anni di scuole elementari e proiettati, con un notevole ritardo rispetto alle altre nazioni, nel differente mondo della scuola media, i tredicenni giapponesi ancora non sanno poi molto di se stessi. E', del resto, il periodo dell'incertezza, della scoperta del proprio corpo, delle prime cotte, della voglia di crescere ma, al tempo stesso, dell'incapacità di staccarsi dal calore e dalla sicurezza della famiglia e dai giochi e i sogni dell'infanzia.
La storia narrata dall'autrice è quella di Himeko, detta Himechan, e dei suoi tredici anni. Una storia che parla sì di magia, ma non ne fa il suo cardine, quanto piuttosto il tramite per parlare di crescita, d'amicizia e d'amore, senza mai rinunciare a una rappresentazione molto realistica del periodo della vita che sceglie di mettere in scena.
Himeko ha un fiocco magico che le permette di trasformarsi. Non diventerà una bellissima pop star adolescente dai capelli colorati né una guerriera con l'uniforme alla marinaretta, ma lo userà per trasformarsi nella sorella, negli amici, nei professori, ora per puro capriccio personale ora per cercare di risolvere i piccoli ma grandi guai e problemi che affliggono lei e le persone che la circondano. Del resto, Himeko è una ragazzina normale, che non ha nemici intergalattici da combattere né regni magici congelati da salvare. Il suo unico avversario è la crescita, con le paure e i problemi che questa comporta.

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Uno dei maggiori punti di forza di Hime-chan no Ribbon è infatti la sua protagonista, tratteggiata in maniera molto naturale e in continua evoluzione caratteriale. Himeko è un maschiaccio allegro e pieno di vita, che vorrebbe, in cuor suo, essere più femminile, ma che proprio non ci riesce, preferendo le salopette alle gonne e i giochi con la palla ai pettegolezzi. Avrà modo, nel corso della storia, di crescere a piccoli passi, maturando pian piano la sua femminilità e scoprendo l'amore, oltre che l'amicizia, in una maniera molto delicata e poetica che non mancherà di coinvolgere e toccare il lettore.
Himeko cresce imparando dai mille pasticci che combinerà col suo fiocco magico, perchè, impulsiva com'è, nove volte su dieci si metterà in guai più o meno grossi ogni volta che si trasformerà, ma anche traendo numerosi insegnamenti dal confronto con le altre persone che popolano la sua vita quotidiana, e che, potendosi trasformare in loro, riuscirà a comprendere in maniera più profonda.
Adorabile è Himeko e adorabili sono anche loro, tutti gli altri personaggi che la circondano, a cominciare da Daichi Kobayashi, il protagonista maschile. Che, conformemente alla sua partner, non è un bellissimo principe delle favole e nemmeno un amico più grande di lei, ma un semplice ragazzo tredicenne, non particolarmente attraente nonostante quello che pensano le sue compagne di classe, che ama fare le cose che fanno normalmente tutti i ragazzi della sua età: fare sport, gironzolare, studiare poco, divertirsi, parlare con gli amici maschi, viaggiare.

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C'è un doppio filo che lega, fra le pagine di Hime-chan no Ribbon, la magia e i sentimenti, come se l'autrice in un certo senso volesse suggerire che la magia esiste davvero, anche se non è rappresentata da fiocchi magici, scope volanti, sfere di cristallo, incantati bon bon, peluches e animali parlanti, ma si trova nel cuore delle persone e scaturisce dai sentimenti che queste provano e dalle relazioni che intrecciano fra di loro.
La cosa che più fa felice la dolce Himeko è infatti non quella di potersi trasformare in chiunque ella voglia, quanto più di poter finalmente parlare tutti i giorni con Pokota, il leoncino di peluche che la ragazza conserva sin dall'infanzia come un prezioso amico e che ha ottenuto la vita diventando il suo partner e la sua guida nella sua avventura magica. A più riprese, la ragazza mostrerà la sua preoccupazione perché lo scadere dell'anno prefissato per l'uso del fiocco magico segnerà la perdita di questo dono da parte del suo piccolo amico, che tornerà ad essere un inanimato peluche, oltre che la fine dello speciale legame che unisce a doppio filo Himeko ed Erika, la principessina del regno magico che diventa nel corso della storia un'insostituibile amica e confidente per la protagonista.

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Con molta tenerezza e delicatezza, ma senza rinunciare a diversi momenti di crisi o di dramma, Hime-chan no Ribbon mette in scena una storia che racconta di sentimenti usando come mezzo la magia e non sarà difficile trovare il filo conduttore della vicenda nella maturazione del rapporto fra Himeko e Daichi, che da litigiosa amicizia si trasforma pian piano in una dolce complicità e in un tenero primo amore. Sarà davvero toccante vedere come una ragazzina maschiaccio sempre pronta a rotolarsi nel fango e un ragazzo dal cuore d'oro ma decisamente impacciato con l'altro sesso maturino pian piano consapevolezza del loro reciproco amore, scaturito in primis da una grande amicizia, in maniera molto delicata e naturale. Non si preoccupino comunque gli amanti della fantasia, perché non mancheranno diversi momenti dedicati a trasformazioni e magie, con tanto di sosia, rimpicciolimenti e persino un regno magico di stampo fantasy/medievale governato dal più classico dei sovrani baffoni ed austeri ma in fondo gentili. Hime-chan no Ribbon da questo punto di vista non è molto originale, poiché di ragazze che potevano trasformarsi in chiunque e di regni della magia il fumetto e l'animazione giapponese avevano già abbondantemente parlato in opere precedenti, ma l'autrice, appassionata di vecchi majokko, riesce a utilizzare questi elementi in maniera personale e a creare una storia decisamente gradevole.

Decisamente adatto al tipo di storia narrata è anche lo stile di disegno dell'autrice, molto pulito e garbato, conforme agli shojo che in quel periodo venivano pubblicati sulla stessa rivista e capace di donare gran tenerezza a tutti i personaggi, che risultano tutti quanti molto amabili e simpatici.
Molto buona, inaspettatamente, l'edizione bunko proposta per la pubblicazione italiana, in sei volumetti di formato più piccolo ma con un cospicuo numero di pagine. L'edizione italiana è deliziosa alla vista, perfettamente in linea col tipo di storia e disegno che racchiude e ha l'unico difetto, ormai purtroppo sin troppo frequente, di non avere alcun adattamento delle onomatopee.

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Nel grande mare dei manga di genere majokko, Hime-chan no Ribbon è una piccola perla: un majokko "puro", che non strizza in alcun modo l'occhio ad un pubblico maschile proponendo fascinose trasformazioni o combattimenti da shonen manga, ma si limita a svolgere alla perfezione il compito primario di ogni buon majokko, quello di affascinare, coinvolgere e dare piccoli ma importanti insegnamenti ai suoi piccoli lettori. Un manga che sì, probabilmente è un po' infantile, ma è per questo tipo di pubblico che nasce, e questo pubblico lo adorerà, trovandovi una storia deliziosa, toccante, romantica che gli insegnerà molto, gli farà dipingere sul viso numerosi sorrisi e sgorgare qualche lacrimuccia.
L'amicizia, il primo amore, i problemi della crescita, le scuole medie, i tredici anni e tutte le cose belle e brutte che questa età comporta sono tutti qui, fra le pagine della storia dell'adorabile Himeko, che con un pizzico di magia e tanta dolcezza riuscirà senza alcun dubbio a toccare il cuoricino di qualsiasi piccolo lettore. E, perché no, anche di qualche adulto che è rimasto col cuore un po' bambino e ogni tanto ripensa agli agrodolci ricordi del primo amore e della prima adolescenza.
Ricordi che immancabilmente riaffioreranno con un po' di tenera nostalgia sfogliando le pagine di questa bella storia, che donerà al lettore importanti insegnamenti, ma sarà anche capace di farlo ridere, emozionare, piangere, commuovere e sorridere in maniera un po' stupida, ma gioiosa e spontanea, con le guance tinte di rosso per l'imbarazzo e la felicità, come quando, da bambino, pensava al suo primo amore.


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